venerdì 29 luglio 2011

Fuga d'amore al Sud: mezze maniche con briciole aromatiche

Run baby Run - S. Crow
Da ben 15 giorni non vedo la mia asparagina novenne. Sta trascorrendo le sue vacanze dai nonni in Molise fino alla fine di agosto (mentre noi al lavoro!). Sta vivendo felice la dimensione del piccolo paese del Sud, cristallizzato in un mondo tranquillo, fatto di giochi tra le strette vie di paese, di zii e cugini di ennesimo grado, di comari chiacchierone e amichette per la pelle, di botteghine dove prendere il poco ed il tanto e sentirsi grandi per aver fatto la prima spesa da soli...Rivedo in parte me stessa quando trascorrevo le vacanze dai nonni vicino Roma ed ero una monella irrequieta immersa nella pozzolana fino ai capelli, ma che felicità! 
Mi da grande gioia che lei possa assorbire l'eredità di questo posto con tutti i suoi profumi, accenti, suoni e sapori diversi. La semplicità di un luogo piccolo come Larino le regala una sicurezza che noto mancarle quando torna a casa; una padronanza di se e dello spazio che la circonda che mi rasserena perchè in fondo tutto quello che desideriamo per i nostri bambini è l'aver fiducia di se prima che degli altri.  
Scappiamo da lei e non sto più nella pelle. Mille chilometri in 3 giorni  ma che importa. Tutto si fa per la più importante del mondo. Ovviamente non le abbiamo detto nulla perchè questa fuga non era prevista, altrimenti che fuga sarebbe. Mio marito è eccitato come se dovesse andare a trovare la fidanzata mentre io, quando penso al momento in cui la rivedrò, sento lo stomaco mi si strizza di emozione e contemporaneamente salta e ride di felicità. Scusate  se mi sono lasciata andare così svergognatamente...molte di voi mi perdoneranno, vero?

Un piattino rapido e fresco da servire anche tiepido, con le cose che vi gironzolano tra frigo, dispensa e erbario. Nata da un'impellente desiderio di profumi estivi nonostante la pioggia! 
Ingredienti per 2 persone:
- 180 gr. di Mezze Maniche Garofalo
- 2 fette di pane pugliese
- 6 mezzi pomodorini secchi
- 2 cucchiaini di pesto di pistacchi di Bronte
- 4 filetti di acciuga sott'olio
- 1 spicchio d'aglio
- un manciata di belle foglie di basilico
- 2 o 3 rametti di origano fresco
- 2 o 3 rametti di timo limoncello 
- Olio extra vergine) io ho usato il Gentile di Larino 
- Sale, peperoncino se gradito
Mettete a bollire abbondante acqua salata. Nel frattempo tostate bene le fette di pane private di crosta, quindi passatele a mixer con le erbe aromatiche, riducendole in briciole grossolane. Mettete da parte.
In una larga padella antiaderente, sciogliete in 4 cucchiaiate di olio extra vergine scaldato con lo spicchio di aglio (senza farlo soffriggere), i filetti di acciuga quindi aggiungete i pomodori secchi ridotti a filetti e il pesto di pistacchio. Scolate la pasta al dente e saltatela nella padella aggiungendo il pane aromatico sbriciolato. Servite con un filo di ottimo olio extravergine e se piace, una spolverata di peperoncino. 

mercoledì 27 luglio 2011

Fermo immagine di un'estate: tortine fondenti con pesche e amaretti

Amarcord theme - N. Rota
Domenica mattina. La sveglia strilla alle 8.00 e vorrei restare con la faccia  tatuata sul cuscino ancora per qualche istante, ma c'è una vocina nella mia testa che imperiosamente mi scaraventa giù dal letto. Scendo le scale con passo grave e gli occhi ancora appiccicati e comincio a preparare la colazione, lasciando qualcuno ronfare beatamente nel letto. Faccio un calcolo mentale sui tempi di viaggio Siena - Versilia e mi convinco che è umanamente impossibile arrivarci in meno di 2 ore a meno che non si utilizzi il teletrasporto, così mi affretto a radunare il minimo necessario per la giornata che ci aspetta cercando di ricordare cosa non devo dimenticare e che sicuramente  lascerò a casa all'ultimo momento. Concerto di Vinicio Capossela a Massa Carrara. Da una settimana, appena ho saputo da mio marito che avevamo i biglietti, ho trattenuto a stento il ballo di S. Vito. Non mi importa una cippa se per andarci dobbiamo attraversare tutta la Toscana - praticamente siamo in Liguria - ma sono anni che cerco di vedere questo geniaccio musicale dal vivo e un sacrificio lo si fa ben volentieri. "Vuol dire che la mattina ce ne andremo al mare e il pomeriggio ci facciamo una passeggiata al Forte" - mi fa l'omino di casa. Ed io che batto le manine come una scema sotto l'effetto di stupefacenti naturali. Ok, si parte: costumi, asciugamani, libri, protezione solare, cambio per la sera...preso tutto? Si, via! 
Fuori di casa, il buio! Un cielo da apocalisse ci aspetta dietro la prima curva. All'altezza di San Casciano, sulla via per Firenze, si scatena l'inferno. Una cortina d'acqua annulla ogni visibilità e noi esterrefatti ci guardiamo increduli. Che si fa? Si torna? Si? No? Al diavolo...andiamo, tanto sicuramente sulla costa il tempo sarà bello. 
A Montecatini, non ha ancora smesso di piovere. In macchina regna un silenzio ammusonito. Ad Altopascio, la pioggia smette e fanno capolino scampoli di azzurro. Ci si ferma a Viareggio? No, andiamo più a nord che il cielo è più aperto. Ok, vada per Camaiore, però non proseguiamo oltre altrimenti si arriva a Forte dei Marmi e lì poi, sai le salaccate per un ombrellone e due sdraio? 
Il cielo su Forte dei Marmi è completamente azzurro. Una lieve brezza ha spazzato via le nuvole. Crepi l'avarizia, fermiamoci qua per stavolta!
Bagno da Giovanni: un ombrellone, 2 sdraio ed un lettino:€ 50 e ti levi la paura! Ma vuoi mettere? C'è anche il bagnino che ti sistema il telo sul lettino. Peccato che il telo è mio, me lo sono portata da casa e sopra c'è scritto Holiday Inn (viene dalla Florida, ricordino di viaggio) e quando lui chiede "avete i teli che ve li sistemo?", io sgamo e dico " si, si, ma non c'è bisogno". Questo povero ragazzino di neanche 20 anni, gentile e con gli occhialetti mi sorride clemente e fa "Signora, ma sono qui apposta!". Così, consegno i teli mestamente e mi dileguo in bagno per cambiarmi. Quando torno, mio marito è ancora lì che si sganascia: "Holiday Inn...marò che figuraaa", prendendomi ampiamente in giro. Chissene! Mi spalmo ben bene di crema, mi sdraio sul mio telo Holiday Inn come una principessa e chiudo gli occhi. Ahhh, come  soffro!!! 
Neanche cinque minuti di godimento balneare che si alza un'arietta. Che dico arietta, un phon formato galleria del vento che cerca di strapparmi ogni cosa di mano ed il costume di dosso. In meno di un minuto ho una testa che Medusa in confronto sembra una sciuretta appena uscita dal parrucchiere. Aghhh, ho dimenticato la spazzola! Diavolo... Mi faccio una coda approssimata e mi rimetto giù tentando di dimenticare il vento. Nel tentativo di dormire, mi addormento davvero. Drammaticamente. Si, perchè sapete tutte benissimo che non c'è cosa più traditrice del vento sotto il sole. Nasconde la calura, anzi, ogni tanto un brividino scorre sulla pelle, stai così bene, ti lasci adulare. Intanto lui ti passa i raggi uva sul corpo con un cannello da pasticceria e l'effetto lo contemplerai solamente a doccia fatta. Mi sveglio ed ho voglia di leggere. Prendo il libro dalla borsa e cerco gli occhiali da sole...nooooo...ecco quello che non dovevo dimenticare! Senza occhiali sono un'anima in pena, adesso ho voglia di rifugiarmi all'ombra ma il bagnino ha chiuso l'ombrellone per via del vento (ed io che l'ho pagato a fare?). Sgrunt, che rabbia. Guardo il marito che beatamente immerso nel suo quotidiano, mi sbircia da dietro gli occhiali da sole e mi fa: non sei un po' rossa? 

Di questa frenetica giornata al mare conservo gelosamente un fermo immagine che tirerò fuori dal personale cassetto dei ricordi in quei giorni troppo freddi e bui, quando il maltempo ci tapperà in casa come maialini d'India e la malinconia mi colpirà vigliaccamente ai fianchi: un ragazzo ed una ragazza non più giovanissimi, seduti sullo stesso lettino di fronte al mare, che guardano incantati cavalloni imbizzarriti rovesciarsi sul bagnasciuga. Alle loro spalle montagne verdi dal ventre spaccato e lucente. In mano una granita al limone da succhiare lentamente e nelle orecchie le cuffiette condivise di un unico Ipod da cui passa languida "Amarcord" di Nino Rota. I due sorridono complici, sembrano conoscersi bene. Non per niente sono 27 anni che si frequentano.
Qual'è l'immagine di questa imprevedibile estate che salverà il vostro inverno? 
Un altro piccolo dolce che potrete gustare fino a che la generosa natura di stagione ci regalerà pesche polpose e sarete improvvisamente vittime  di un'irresistibile voglia di cioccolata. Io ho preparato delle monoporzioni, ma questo dolce si presta benissimo ad essere trasformato in una torta di grande effetto. 
Ingredienti per 6 tortine:
- 3 pesche sode
- 150 gr di cioccolato fondente
- 150 gr di burro
- 150 gr di zucchero a velo
- 75 gr. di farina
- 6 amaretti morbidi di Mombaruzzo
- 3 cucchiai di latte
- 3 uova
- sale
Tritate il cioccolato e mettetelo in una casseruola con il latte e fate sciogliere a bagno maria. Una volta sciolto, aggiungete il burro a tocchetti e mescolate fino che che non si sarà sciolto completamente ed amalgamato al cioccolato. Lasciate raffreddare.
Separate i tuorli dagli albumi e montate i primi con la metà dello zucchero fino ad ottenere una crema chiara e spumosa che aggiungerete mescolando delicatamente al cioccolato.
Montate gli albumi a neve ferma con un pizzico di sale ed aggiungete gradatamente lo zucchero per ottenere una meringa. Sbriciolate gli amaretti ed uniteli al composto di cioccolata e per ultimo aggiungete in due volte la meringa all'impasto, e mescolate con una spatola. Preparate le monoporzioni imburrandole ed infarinandole quindi versate il composto per 2/3 della capacità di volume ricordando di tenere da parte 6 cucchiaiate di composto. Appoggiate su ogni tortiera, la metà di una pesca lasciando l'incavo del nocciolo a vista e riempitelo con il composto di amaretti. Se vi piace, potete tagliare le pesche a fettine come vedere nell'immagine ed appoggiarle delicatamente a ventaglio sulla superficie. Mettete in forno nella parte bassa a 150°C e fate cuocere per 45/50 min. L'impasto si gonfierà creando una crosta di meringa che poi franerà golosamente su se stessa una volta tolta dal forno. Non vi preoccupate, è il suo bello. Servire tiepide magari insieme ad una pallina di gelato alla pesca. 


Con questa ricetta partecipo al contest sul Cioccolato di Meris di Vaniglia e Cannella 

lunedì 25 luglio 2011

Soufflé glacé al latte di mandorle con sorpresa per l'MTC

Dream a little dream of me - D. Krall
Cos’è un soufflé glacé? Ecco, ci risiamo. Loredana ha lanciato la sfida con un tanto da molti  atteso dessert, ed io che mi vanto di conoscere il meglio della pasticceria internazionale, non so proprio cosa sia questo dolce dal nome così scicchettoso.
Beh, cosa sia un soufflé lo so bene: ricordo d’averlo imparato da piccola, sognando sul meraviglioso film “Sabrina”. Ve la ricordate quell’incanto di Audrey Hepburn alla scuola del Cordon Bleu di Parigi, quando sbalordisce la classe preparando un soufflé perfetto?
Ma se mi aveste chiesto di un soufflé glacé prima della proposta di Loredana, avrei probabilmente vagheggiato immaginando un semifreddo tipo torta gelato. Così, ringrazio nuovamente l’MTC e la creatività di Loredana per avermi fatto conoscere questo dessert, di cui mi sono innamorata per la totale versatilità e facilità di esecuzione.
Non avendo mai preparato un dolce simile, mi sono documentata ed ho trovato una miriade di ricette splendide, a base di frutta, liquori, creme, cioccolata, e via dicendo. Però per dare una mia personale interpretazione di questo dolce al cucchiaio, mi sono lasciata guidare solo dalla mia golosità, dal fatto che è estate e che una delle cose che in questa stagione mi regala grande soddisfazione specialmente nelle giornate super calde, è bermi un bicchierone ghiacciato di latte di mandorle. Lo so che questa bibita non ha molti estimatori, è decisamente old fashioned, molto amata nel sud Italia e praticamente quasi sconosciuta altrove. Ma tant’è. Io sono una fan del latte di mandorle, come sono follemente innamorata del suo inebriante aroma  e di tutto ciò che con le mandorle si può creare. Così perché non tentare di dare a questo souffé ghiacciato il profumo delle mandorle ed il sapore del sole della Sicilia?
Nella preparazione, ho seguito le dosi di Loredana per non avventurarmi in spiacevoli sorprese. Al posto dello yogurt, che ho leggermente diminuito in quantità per privilegiare la panna, ero tentata di utilizzare la ricotta, ma ho desistito perché volevo che la texture del dolce fosse il più possibile vellutata per creare un contrasto/sorpresa con l’idea che mi frullava in mente.
Soufflé glacé al latte di mandorle con scaglie di croccantino e salsa al Passito di Pantelleria
Ingredienti
Per il soufflé:
-         150 gr di yogurt bianco intero
-         3 albumi (100 gr c.ca)
-         200 gr. di zucchero semolato tipo Zefiro
-         100 ml di acqua per lo sciroppo della meringa italiana
-         250 gr di panna fresca da montare
-         2 cucchiai da cucina di latte di mandorle
 Per il croccantino alle mandorle
-         100 gr di mandorle spellate e tostate
-         200 gr di zucchero semolato tipo Zefiro
-         50 gr di acqua
 Per la salsa al Passito di Pantentelleria
-         un bicchierino di Moscato Passito di Pantelleria (io ho usato il meraviglioso Bukkuram, il migliore passito in assoluto. Provatelo, fatevelo regalare, insomma, assaggiatelo una volta nella vita, e' un'esperienza mistica!)
-         2 cucchiaini da caffè di miele di fiori d’arancio
-         1 cucchiaio d’acqua
-         la punta di un coltello di agar agar
Vi parlavo dell'idea che frullava nella mia mente frenetica: croccantino alle mandorle. Forse stimolata da una coppa di gelato Haagen Daz alla vaniglia e macadamia nuts (il mio preferito), scrocchiando sotto i denti le noci caramellate, ho avuto l'ispirazione. Certo, una sorpresa croccante e dolce avvolta da un corpo morbido e sensuale non può dispiacere, mi sono detta. E questo particolare può regalare una nota inusuale a questo dolce. 
La prima cosa che ho preparato è stato proprio il croccantino alle mandorle. Dopo avere tostato le mandorle in forno, le ho triturate grossolanamente con il robot e le ho messe da parte. Ho preparato il caramello con 200 gr di zucchero e 50 gr d’acqua. Quando lo zucchero si è sciolto ed ha assunto il caratteristico colore, ho versato le mandorle, ho tolto il caramello dal fuoco ed ho mescolato qualche istante per far abbassare la temperatura. Ho preparato 2 fogli di carta oleata inumidita e lievemente unta d’olio, ed ho versato il croccantino, stendendolo in un rettangolo di c.ca 3 mm di spessore. Ho inciso con un coltello il croccante dando delle forme a ventaglio, per essere facilitata nella rottura quando il croccante si sarebbe indurito e raffreddato.
Sono passata quindi alla meringa italiana.
Nell’acqua per lo sciroppo, ho aggiunto 2 belle cucchiaiate di latte di mandorle ed ho mescolato. Ho utilizzato i consigli di Montersino nell’esecuzione di questa meringa, vale a dire ho messo lo zucchero a sciroppare nell’acqua portandolo ad ebollizione, e contemporaneamente ho portato gli albumi a neve per i 2/3 del montaggio. Quando lo zucchero è arrivato a 121 °C, ho versato in un sol colpo la metà dello sciroppo nei bianchi aumentando al massimo la potenza della frusta, e dopo qualche istante ho abbassato la potenza ed ho aggiunto a filo il resto dello sciroppo, continuando a montare la massa fino a che non si è raffreddata. Ho passato il tutto in frigo.
Ho montato la panna dopo averla tenuto la confezione almeno 30 min. in freezer, ed ho ottenuto una chantilly senza zucchero ben ferma ed areata. A questo punto ho versato lo yogurt in una ciotola di vetro ed vi ho aggiunto la panna con delicatezza.
Ho ridotto in pezzetti con un grosso coltello il croccantino, ottenendo delle scaglie non troppo piccole e le ho aggiunte al composto di panna ed yogurt, quindi ho aggiunto la meringa italiana ormai fredda, mescolando con una spatola dall’alto in basso.
L’operazione più difficile è stata paradossalmente rivestire le cocotte per il soufflé con la carta da forno facendola sbordare di almeno 5 cm. Dopo aver litigato per un buon quarto d’ora con le coppette con i crampi alle mani, ho deciso di usare del burro cospargendole all’esterno: in questa maniera la carta restava ferma ed io potevo assicurarla con lo spago da cucina.
Ho riempito a cucchiaiate i contenitori e li ho messi delicatamente in freezer per almeno 6 ore.
La questione salsa mi ha un messa in difficoltà. Qualsiasi tipo di intingolo a base di frutta non mi sembrava assolutamente adatto ad essere abbinato a questo dolce. Così mi sono messa a pensare a cosa mi piace bere insieme ai dolci a base di mandorla ed il Moscato Passito di Pantelleria mi si è presentato alla mente con un inchino. 
Così, al momento di servire il soufflé, ho preparato la salsa al Passito. Ho versato in un padellino antiaderente il bicchierino di moscato con l’acqua ed il miele ed ho fatto cuocere a fiamma dolce fino a che il liquido ha cominciato a bollire ed addensarsi. Dopo c.ca 10 minuti dal bollore, ho aggiunto la punta di un coltello di polvere di Agar Agar che ha contribuito ad addensare e dare la consistenza cremosa alla riduzione del vino aromatico.
Ho tolto delicatamente la carta dai contenitori e li ho posati su un piattino di servizio. Ho decorato con i ventaglini ricavati dalla sfoglia di croccantino precedentemente inciso ed ho irrorato il soufflè glacé con la salsa di passito ancora calda ma non bollente. Poi, ho chiuso gli occhi e sognato.

Ovviamente, con questa ricetta, partecipo con entusiasmo alla sfida di luglio dell'MTC 




mercoledì 20 luglio 2011

Voglia di cucinare saltami addosso! Panzanella Toscana

I'm easy - K. Carradine
Niente. Non c'è nulla da fare. Guardo i fornelli con sguardo obliquo, anzi direi che non li guardo proprio. Rifuggo la dispensa come uno studente impreparato che si nasconde sotto il banco per evitare l'interrogazione. Tiro lungo davanti al forno come se temessi di ricevere una sportellata. Forse farei meglio a tenere chiusa la porta della cucina in maniera definitiva per l'intera settimana, vista   l'idiosincrasia galoppante....ma come fate? Come si recupera la verve cuciniera? Sono prigioniera di una pigritudine coatta, di una sorta di apatia per l'elaborazione, la struttura, l'improvvisazione. Non ho voglia di mangiare nulla che abbia più di 3 ingredienti. Saturazione da blog? Ommioddio...spero proprio di no. E' una malattia pericolosa? Dovrei essere preoccupata? Sono passata a trovare diverse amiche ma ho notato che questo mood percorre un po' tutta la blogosfera. 
E' estate...tiro un respiro di sollievo. 

Per rimanere nel tema della lista ingredienti minima, cosa c'è di meglio di una fresca, semplice, schietta e saporita panzanella? Un piatto che riappacifica con il mondo per molte ragioni. Primo: è velocissima da preparare. Secondo: è sana, essenziale e risparmiosa. Terzo: piace a tutti, anche ai bambini. 
Però, e ve lo chiedo in ginocchio, siate onesti e non cercate di arricchirla, abbellirla, rivisitarla. La Panzanella Toscana è semplice pane raffermo, pomodori, basilico e cipolla. Il tutto condito con ottimo olio extra vergine d'oliva e un po' di aceto di vino bianco. Tutto il resto (tonno, capperi, olive, e qualsiasi cosa vi salti in mente), come dice Paolo Piazzesi nel suo "Dizionario della cucina Toscana", è del demonio
Ingredienti per 4 persone:
- 400 gr di pane secco o raffermo possibilmente Toscano (senza sale)
- 6 pomodori non troppo maturi (ramati vanno benissimo)
- un bel cespo di basilico
- 1 cipolla
- sale 
- olio extravergine (io ho usato un ottimo olio di Sarteano) q.b.
Fate intridere il pane in acqua facendo attenzione  che non diventi colla per i manifesti. Strizzatelo accuratamente e mettetelo in una insalatiera. Lavate e tagliate a pezzettini i vostri pomodori ed aggiungeteli al pane. Lavate il basilico e spezzatelo con le mani quindi aggiungetelo al composto. Condite con olio e sale e mescolate il tutto bene con le vostre manine. Non esagerate con il condimento. La panzanella non vuole esagerazioni  e non ama il frigorifero.  Servitela a temperatura ambiente per apprezzare tutta la sua rude e schietta semplicità. 


Con questa ricetta partecipo al contest di Menta Piperita  l'Estate è Servita. 

lunedì 18 luglio 2011

Di ritorno dal paradiso, mal di Ferie!

Tristezza (per favore va via) - O. Vanoni
Voi pensereste che dopo 15 giorni di vacanza una persona ritorni alla base con la faccia da smile, sguardo beato, malumore domato ed energie come se piovesse? E invece vi sbagliate del tutto! Da qualche anno soffro di un'indefinibile sindrome che chiamerei "Mal di Ferie", un po' come il Mal d'Africa, conoscete? Di ritorno dalla mia vacanza, puntualmente il morale mi piomba a picco, non ho voglia di vedere nessuno, men che meno il mio ufficio; sono pedante, negativa, malinconica, insofferente, malmostosa e decisamente rompiballe (per non dire peggio). Mi sembra di non essere mai partita ed il ricordo dei giorni e luoghi vissuti mi trafigge come un pugnale Kriss ogni tre per due. Mi sto convincendo sempre di più che è colpa della vecchiaia e di un'irresponsabile desiderio di restare attaccata al sogno come una cozza. Spero che non sia contagioso, non ho conoscenza di persone con il mio stesso male, ma se qualcuna di voi ha fatto degli studi approfonditi sul caso in quanto sofferente della stessa sindrome, mi faccia sapere please.  

Desidero salutarvi e celebrare questo ritorno con un piccolo album di immagini rubate durante il mio viaggio. Sono foto scattate in Oberinntal, nel Tirolo Austriaco, in piccoli luoghi incantati come Ried, Ladis, Imst, Fiss, ecc. perfetti per coloro che amano il silenzio, il profumo del fieno e dell'erba dopo la pioggia, che restano prigionieri del fascino misterioso delle foreste e desiderano conquistare ogni destinazione camminando. Ho scoperto la montagna d'estate qualche anno fa e trovo che non ci sia posto più straordinario per sentirsi in pace con il mondo (rientro a parte!). Dimenticavo...l'Austria è a misura di bambini














Auguro a chi ancora deve partire, una vacanza splendida e spensierata e piena di ricordi meravigliosi. A breve, si ricomincia a cucinare....Un baciottone, Pat 

venerdì 1 luglio 2011

Dopo la "terra in Piazza" si chiude per ferie!

Onda su Onda - P. Conte
E' Palio! Non c'è giorno più memorabile in questa città che il 2 di luglio o, più avanti, il 16 agosto. Altro che Ferragosto, altro che Santi Patroni. Qui con il Palio non si scherza. Qui  il Palio è una cosa dannatamente seria. Il Palio è Siena e Siena è il Palio, non ci sono vie di mezzo. Per tutti coloro che non hanno avuto la fortuna o l'avventura di trovarsi tra le nostre mura durante questi giorni, io dico: venite! Venite e vivete la città e forse qualcosa capirete di questa follia collettiva che dura 365 giorni ma sfocia selvaggia e trionfante una settimana prima di queste due date. Sul Palio si dicono tante cose e la televisione lo celebra pomposamente, ma di questo microcosmo pochi conoscono l'autenticità estrema, la lontananza da qualsiasi motivazione commerciale o economica, la sacralità e magia, il sogno e la passione. Essere senese i giorni del Palio è una cosa che mal si spiega perchè certi atteggiamenti spesso sono scambiati dall'occhio profano, come fanatismo e insensatezza. Dopo 37 anni di vita in questa città, ancora mi sorprendo ed ho la pelle d'oca entrando il Piazza ed aspettando la mossa fra migliaia di persone. Con occhio esterno forse riesco a guardare il tutto con una prospettiva diversa ma vi garantisco che è impossibile non venire coinvolti nell'energia che si crea intorno a questa, chiamiamola, festa. C'è un momento che racconta tutto questo ed è l'attimo stesso prima che il mossiere chiami i cavalli al canape. In una piazza dove entrano senza difficoltà decine di migliaia di persone, scende il silenzio. Ma un silenzio totale, estremo, denso. Qualcosa che ti ferma il sangue nelle vene. E nel silenzio senti tutta l'energia di un mondo antico, lontano nel tempo, che per un attimo, poco più di 3 minuti, si ritrova intorno a quella conchiglia chiamata "il campo", e prega, piange, brama, sogna la vittoria. Questo è quello che io non posso smettere di amare di questa città. La forza di un sogno che si ripete autenticamente sempre uguale e diverso ogni anno. La forza di un popolo sincero, ancora legato al proprio passato e che in questo celebra il futuro. Venite a Siena per il Palio. Ditemelo ed io sarò con voi. Lo vedrete con occhi diversi e lo amerete perché non potrete fare altro. 
Vado in vacanza dopo il Palio, come ogni senese che si rispetti. Starò lontana per agognati e meritati 15 giorni, un po' di mare ed la montagna vera, quella delle camminate in vetta, dei laghi alpini, dei taglieri di affettati e sottaceti! Vi lascio con un piatto che ha i colori della terra di Siena, delle nostre colline bruciate d'agosto, ed il sapore dell'estate. Vi abbraccio tutti con grande affetto.
Ingredienti per 4 persone:
- 2 zucchine fiore
- 2 patate novelle
- 2 pomodori grappolo maturi ma sodi
- olive nere di Castelvetrano
- origano di Trapani
- 100 gr di farina 00
- 100 gr di farina di grano saraceno
- 100 gr di burro salato
- 50 gr di pecorino marzolino 
- sale, pepe,
- olio evo di Castelvetrano
Tagliate le verdure a fette non troppo sottili. Sbucciate le papate, tagliatele a fette e fatele cuocere in acqua bollente per almeno 5 minuti. Sistemate su una pirofila le vostre verdure come nella immagine o come più vi piace ed fate 2 strati alternando le verdure. Condite il primo strato con sale, olio evo e origano (pepe se vi piace), quindi mette le vostre olive qua e là. Fate la stessa cosa per il secondo strato. Preparate il crumble mischiando le farine ed impastando con la foglia, unendo il burro a pezzetti ed il formaggio grattuggiato con la grattugia a fori grossi, fino ad ottenere un composto bricioloso. Cospargete le verdure con il vostro crumble e fate cuocere per almeno 45 minuti a 180 gr. Buona estate a tutti! Pat