lunedì 7 aprile 2014

I Corolli senesi: una Pasqua antica.

Circle of life - Elton John
Ci avviciniamo a piccoli passi (ma neanche tanto piccoli) alla Pasqua.
Quest'anno la festività sarà incastonata fra meravigliosi ponti di primavera, con la conseguenza che le scuole saranno chiuse più a lungo e molti di voi si lanceranno in fughe dell'ultimo minuto.
In attesa di quei giorni di relax e celebrazione, desidero raccontarvi di un dolce semplice e deliziosamente profumato di antico che era d'usanza preparare nei forni della mia città e provincia, nel periodo pasquale.
Da piccola ne andavo pazza e da tempo stavo cercando la ricetta.
Si tratta dei Corolli senesi. 
Non si trovano nelle pasticcerie ma in qualche panetteria tradizionale, di quelle che seguono ancora il ritmo delle stagioni e delle feste e dove puoi ancora incontrare la donnina ottantenne che ti racconta come da ragazzina, il giorno di Pasqua la sua mamma le legava un Corollo al collo con un nastro di raso bianco. La bambina faceva a gara con i suoi fratellini a chi riuscisse a mangiare il Corollo senza  rompere il buco, facendolo durare il più a lungo possibile legato al nastro.
Il Corollo altro non è che un pane dolce, il cui impasto assomiglia moltissimo a quello della Schiacciata di Pasqua, il che fa immaginare che la sua origine sia quella del recupero degli avanzi del lievitato trasformati in ciambelle.
L'ingrediente principe è l'anice in semi, che conferisce il caratteristico (e per me irresistibile) sapore.
Appena sfornati sono morbidissimi e fragranti, di lieve dolcezza ed hanno il profumo delle case delle nostre nonne: antico e commovente.
Se come me amate i sapori semplici e di un altro tempo, vi invito a provarli.
A me fanno lo stesso effetto del Pan co' Santi: non riesco a smettere di mangiarli.
Potrete congelarli una volta raffreddati e potrete anche aprirli in due e tostarli per la colazione, spalmandoli di miele o di marmellata di casa vostra.
I miei sono lievitati moltissimo ed il tradizionale buco si è un po' chiuso.
Nei forni si trovano anche più grandi di così.
Alcuni cospargono l'anello con abbondante zucchero semolato.
Voi non fatelo. Li amerete così, in semplicità.
Ingredienti per c.ca 12 Corolli
200 g di farina 00
100 g di farina Manitoba
10 g di lievito di birra
50 g di zucchero +  cucchiaino
1 pizzico di sale
25 g di olio extravergine
25 g di strutto
15 g di semi di anice
200 ml di acqua tiepida
1 tuorlo d'uovo.
Sciogliete il lievito in acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero ed attendente una decina di minuti affinché si attivi ed in superficie compaia la classica schiumina.
Nel frattempo versate la farina con lo zucchero, il sale ed i semini di anice nella ciotola della planetaria e mescolate bene formando una fontana.
Quando lil lievito è pronto, accendente la planetaria a velocità media e cominciate ad impastare con il gancio, versando l'acqua lentamente. Continuate ad impastare e versate l'olio extravergine.
Lasciate lavorare la planetaria fino a quando non vedrete che la ciotola sarà bella pulita e l'impasto bello incordato.
A questo punto cominciate ad aggiungere lo strutto a fiocchetti, aggiungendo ogni fiocchetto solo quando quello precedente non sarà stato incorporato.
Dovrete impastare per almeno una decina di minuti e comunque, prima di interrompere dovrete fare la prova del velo (prendendo un pizzico di impasto fra pollice ed indice e tirandolo verso l'esterno, dovrete riuscire ad estenderlo fino a vederne la trasparenza come un velo).
Sistemate l'impasto in una ciotola oleata e fate lievitare per almeno 2 ore (l'impasto deve quasi triplicare).
Passata la prima lievitazione, prendete l'impasto e sgonfiatelo, quindi arrotolatelo come un salsicciotto da 6/7 cm di diametro e ricavatene 7 o 8 pezzi.
Tirate ogni pezzo in cilindri di c.ca 2 cm di diametro lunghi 14 cm e chiudeteli su se stessi creando il tradizionale "Corollo".
Sistemate ogni ciambella su una placca coperta di carta da forno (ben distanziata l'una dall'altra) e fatele lievitare ancora per 1 ora (io le ho messe in forno spento con la lucina accesa), fino a che non saranno raddoppiate.
Sbattete il tuorlo con un cucchiaio d'acqua e spennellate bene ogni Corollo.
Infornate a 180° e fate cuocere per c.ca 25 minuti fino a quando non saranno di un bel colore ambrato.
Fate raffreddare su una gratella e mangiateli appena potete.
Meravigliosi con il Vin Santo e belli per la vostra tavola della Pasqua.

34 commenti:

  1. Che meraviglia, e poi guarda come fila l'interno, così leggero ed alveolato: stupendi!
    La prossima settimana sarà in vacanza tra Pienza, Siena e Firenze, li cerco sicuro, grazie!

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    1. Monica se vieni a Siena e non me lo dici, ti tolgo il saluto a vita! Fammi sapere. Un bacione.

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    2. Non volevo disturbarti!!
      Secondo la mia dettagliatissima tabella di marcia (sono giusto UN PO' fissata con la programmazione) sono a Siena tutto mercoledì 15 aprile!

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  2. Patty, questa ricetta mi ha rapito il cuore...panini morbidi, dolci e semi di anice!!!
    Subito nei bookmarks.
    Non li conoscevo e già li sogno.
    Grazie per questa bella ricetta
    Ti auguro un buon inizio settimana
    Lou

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    1. Sono buoni, buoni, semplici, sinceri e old fashioned. Sono certa che ti piaceranno. Un bacione

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  3. Una poesia Patty.. un lievitato ben fatto e così presentato e pura poesia.
    Li trovi solo nel periodo di Pasqua o tutto l'anno nelle panetterie più fornite?
    Quando venni a Siena non li ho visti!?!
    Io salvo la ricetta e provo il vero gusto.. farli a casa!
    Buona settimana...

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    1. Sono in genere dolci di primavera ed è più facile trovarli in questo periodo. Ma non ovunque, bisogna sapere dove andare. Sono un dolce antico, ed è facile trovarli in qualche forno di provincia. Un bacione. Se li fai, fammi sapere.

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  4. sono meravigliosi... li segno subito!!! giuro che li provo!!!

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  5. Non li conoscevo ma sono rimasta incantata nel guardarli, con le tue foto li hai resi ancora più appetibili, buona settimana
    Enrica

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  6. Ciaooooo,
    non li conoscevo questi corolli senesi di pasqua, sembrano davvero squisiti.
    Molto bella la prima parte del post ;)
    buona giornata ciao ciao

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  7. Non li conoscevo.. ma ora mi hai fatto venire voglia di provarli!! :)

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    1. Spero di vedere presto i vostri esperimenti. Magari anche prima della Pasqua. Un bacione.

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  8. alveolati, soffici e profumati: acquolianaaaaa!

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  9. Ciao Patty, non conoscevo assolutamente questa specialità e ti faccio i miei migliori complimenti in quanto questi panini sono favolosi a dir poco, con una consistenza interna sofficissima come una nuvola e lievitata benissimo:)) bravissima come sempre:))
    un bacione e buon inizio settimana:)
    Rosy

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  10. Ciao Pat:* mi hai regalato una bellissima ricetta, non conoscevo questi corolli e confesso sotto voce che ignoravo l'esistenza dei semi di anice... la consistenza è super soffice e se riesco a trovare questi semi li preparo come pane di Pasqua... :) un bacione:*

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  11. Pat li potevi postare su Panissimo questi! proprio tu me lo consigliasti. E il tema di questo mese sono proprio i lievitati pasquali!
    Anche io sono irresistibilmente inebriata dall'anice! mi hai fatto tornare alla mente del pane che mangiavo da piccola, era una sorta di ciambella dura, salata e all'anice appunto.
    Sono sempre deliziata dalle tue ricette e soprattutto dalle tue parole.
    Un abbraccione,
    Frankie

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  12. Ciao Patty questo dolce ricorda molto i "taralli", che mia nonna ci faceva avere in questo periodo dalla Calabria...e quando "sento" il sapore dell'anice, mi torna sempre in mente questa dolcezza! E' tanto che non ne mangio uno, adoravo pucciarli nel latte, e grazie alla tua ricetta, posso prepararmeli a casa e farli assaggiare ai miei bimbi!!! Ciao ciao luisa

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  13. non conoscevo questi corolli, ma mi hanno catturata all'istante....sono un pò titubante perchè io coi lievitati sono un pò una frana...ma mi piacerebbe provarci!
    Buona giornata carissima

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  14. Questi non li conosco! Sono carinissimi e mi ispirano parecchio! Bel post, grazie!

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  15. hai proprio ragione... la Pasqua si avvicina in fretta.
    Questa festa, che io vivo come rinascita vera, così come dovrebbe essere, arriva in soccorso come balsamo per un inverno freddo e sempre pieno di ansie.
    Poi arriva lei, la primavera, con la Pasqua, con i semi di anice e i taralloni con lo zucchero sopra e scende la pace.
    quasi sempre.....
    belle le nuove ricette da provare se non le conosciamo.
    ti abbraccio
    anna

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  16. Ciao carissima, un grosso progetto, il lavoro e la routine mi hanno tenuta un po' lontana ma passare da te è sempre uno stacco piacevole da tutto. I corolli senesi. Sento che è già nato un amore...
    :-)
    baci simo

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  17. A me piace tutto con l'anice: dalla schiacciata di Pasqua ai brigidini! E' un sapore che non piace a tutti ed è un pò "demodè", però fa parte della mia infanzia e dei miei ricordi. I corolli non li conoscevo, ma mi piacciono già a prima vista ;)
    Ciao
    Isabel

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  18. Cara Patty fai sempre centro in cucina! anche se io a differenza tua l'anice non lo amo, ho imparato ad apprezzarne il sapore in alcune preparazioni tipo questa.
    Mi segno la ricetta perchè li ho mangiati solo una volta, in visita tanti anni fà, a casa di una conoscente di famiglia.
    Grazie per questa bontà!
    Ti abbraccio.
    Coscina di pollo

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  19. Ebbene, pare proprio che io mi sia decisa a cimentarmi!!! :) Volevo chiederti se, per problemi di tempo, potrei impastarli il pomeriggio e cuocerli la mattina dopo, impiegando la lievitazione lenta in frigorifero! Grazie..

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    1. Scusami Elisabetta, ho visto adesso il messaggio. Penso che non ci siano problemi anche se io nono ho mai provato con la lievitazione lenta.
      Magari la mattina tienili un'ora a riprendere la lievitazione. Fammi sapere come procede. Un bacio

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  20. bene, e come posso non conscerli io? : )
    anche con la schiacciata è amore-odio. buona buonissima appena sfornata e poi il giorno dopo diventa cemento. ma che importa? io la bagno nel latte al mattino!
    i corolli son buoni e mi piacciono anche perchè piccini piccini che puoi portarteli al pic nic di pasquetta! : )))
    bacio grande signora mia!

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  21. Pur essendo Toscana non avevo mai sentito parlare di questi dolci. Non si finisce mai di imparare dalla tradizione.
    Ciao,Teresa

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  22. io non ho la planetaria ,posso lavorare l'impasto a mano.

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