lunedì 26 maggio 2014

Babà al Gran Marnier e arancia con crema alla menta: come troncare una relazione clandestina!

Physical - Olivia N. John
Mi appresto a scrivere questo post con l'animo di colui che si reca al confessionale dopo un vita dissoluta: "Mi perdoni Padre perché ho peccato!
Non ho contato i cucchiaini di olio da mettere nell'insalata ed ognuno l'ho riempito fino all'orlo; ho barato sul peso degli spaghetti ed ho arrotondato per eccesso; mi sono nascosta in cucina a bere un aperitivo in solitaria, finendo il pacchetto di patatine (che era solo a metà) e dopo il gingerino quasi quasi mi aprivo anche una Radler che adesso va tanto di moda; ho schivato la bilancia che tengo in camera da letto di fronte allo specchio, come si schiva un barbone sul marciapiede, questo non una, ma due, tre, quattro volte ed ho osservato con mesta consapevolezza il punto vita esondare dalla cintura dei pantaloni.
Perché vede Padre, io sono una golosa seriale.
Che la situazione mi fosse sfuggita di mano ed i sensi di colpa avessero orami preso il sopravvento, l'ho capito quando ho provato un bieco piacere seguendo una trasmissione televisiva sui palloni gastrici e valutando l'ipotesi di ingurgitare una tenia emulando la Callas, ma entrambe le ipotesi mi sono sembrate poco praticabili: dove la trovo una tenia in salute e soprattutto, se ti mettono un pallone nello stomaco, il retrogusto com'è?
Mi perdoni Padre, perché ho peccato.
Lo so, lo so perfettamente che questa è la classica crisi di mezza età; che la mia faccia non sta' scivolando verso il basso trasformandomi in una sorta di ghiro dai guanciotti simpatici e capienti (sono solo fissata), che è normale se le mie braccia sballonzolino se le alzo per salutare e che forse non è più tempo di canottiere (succede a tutte, basta cambiare look).
E so pure che il metabolismo mi ha abbandonato per vivere una nuova esistenza lontano dai miei fianchi.
Non sarei dovuta venire qui da lei a lamentarmi!
Quando avevo 20 anni ricordo che se mi sentivo sovrappeso, mi bastava vivere un paio di giorni a base di frutta o pranzare con un gelato e tornavo la secca di sempre.
Adesso, se pranzo con un gelato, arrivo alla cena con l'occhio vitreo ed il portamento di uno zombie assetato di sangue.
Non si lamenti se parlo troppo, visto che non entro in un confessionale da 19 anni.
Non ci volevo neanche venire ma sa com'è, ci crescono a pane e sensi di colpa e chi te li leva i sensi di colpa se non il Padre confessore? Certo è che se avessi qualche mania psicotica non sarei venuta da lei.
Un dietologo? Come un dietologo? E con questo cosa vuol dire, che sono grassa?
Ma si rende conto? E poi si parla di crisi della Chiesa. Ci credo, se trattate così i vostri fedeli!
Lasciate stare il delirio qui sopra.
Sono entrata in una paranoia da centimetri in eccesso dopo che degli amici ci hanno invitato a fare una piccola crociera in barca a vela. Il prossimo week end.
Ieri ho fatto anche il cambio di stagione, scoprendo con orrore che la metà delle cose che ho in guardaroba non mi vanno più.
Ho osservato con panico i miei bikini non avendo il coraggio di provarli e decidendo immediatamente per una dieta drastica del tipo acqua ed acqua.
Se sentite qualcuno piangere in lontananza, sono io, non vi preoccupate.
Anche questa roba qui sopra, chiamata Babà, non dovrebbe neanche esistere su queste pagine in questo momento, assolutamente!
Per semplice rispetto al dolore della sottoscritta, che ha chiuso brutalmente la sua relazione clandestina con la pasticceria.
Dico poco altro su questa ricetta.
Per la preparazione dell'impasto potete fare riferimento al mio post precedente che trovate qui, o sicuramente a quello di Antonietta che merita comunque di essere letto.
Rispetto al Babà al Limoncello, quello che invece cambia qui, è la bagna e la farcitura che non sono funamboliche invenzioni creative, ma il risultato di uno sguardo nella mia dispensa e nel mio piccolo orto da terrazzo.

Per la bagna al Gran Marnier
250 ml di acqua
250 ml di Succo d'Arancia spremuta fresca e filtrata
200 g di zucchero
100 ml di Gran Marnier
Portate ad ebollizione l'acqua, il succo d'arancia con lo zucchero ed il liquore e fate sobbollire per 10 minuti quindi lasciate intiepidire e cominciate a versare con un mestolino la bagna sui piccoli babà. 
Ripetete l'operazione ogni 15 minuti in modo che questo abbia il tempo di assorbire il liquido fino a che ne sarà completamente inzuppato. Via via che effettuate questa operazione, raccogliete il liquido che si deposita sul piatto e riversatelo sul dolce. Ci possono volere anche tre ore prima che il dolce sia bagnato alla perfezione. Mentre il dolce prende il tuo tempo per trasformarsi in babà, preparate la guarnizione. Ovviamente potete preparare la crema mentre il dolce lievita, così avrà il tempo di raffreddarsi bene in frigo prima di servire.
Per la crema alla menta 
500 ml di latte intero
4 tuorli grandi
40 g di amido di mais
140 g di zucchero
la scorza di un limone di Sorrento (non trattato)
40 g di foglioline di menta fresca + alcune per decorare
Cioccolato fondente in riccioli o gocce a piacere. 
Questa è la crema che in genere preparo io e che aromatizzo come preferisco.
Mettete il latte con la scorza del limone (solo la parte gialla della buccia, fate attenzione quando la ricavate dal frutto) e le foglie di menta pulite in una casseruola dal fondo alto e portate il tutto a fremere. Spegnete e lasciate in infusione per almeno 1 ora.
Sbattete i tuorli con zucchero e farina aiutandovi con una forchetta fino a che il composto non sarà omogeneo. Non è necessario che li montiate o usiate una frusta elettrica, basta solo che il composto stia insieme ed abbia cominciato a schiarire. Prendete un paio di cucchiaiate di latte tiepido (dalla casseruola) e "rompete" la crema per ammorbidirla.
Filtrate il latte strizzando bene le foglie di menta e facendo colare il succo di menta direttamente nel latte. Riaccendete il fuoco sotto il latte, versatevi il composto di uova e con una frusta, mescolate bene per sciogliere le uova nel latte e continuate a cuocere a fiamma dolce.
La crema arriverà velocemente a cottura. Spegnete immediatamente a densità preferita senza superare i 3 minuti dal momento in cui prenderà bollore, rischio stracciatella.
Io non tolgo le bucce di limone fino a che la crema è fredda. Le elimino proprio all'ultimo per dare maggiore aroma al tutto.
Versate la crema calda in una ciotola di acciaio e coprite immediatamente con una pellicola trasparente. Cercate di abbattere la temperatura in una ciotola con acqua ghiacciata quindi mettete in frigo.
Una volta che i babà saranno belli zuppi di bagna, incideteli a metà e metteteli sui piatti di portata.
Versate la crema in un sac a poche con bocchetta a stella e farciteli generosamente, quindi cospargeteli di riccioli di cioccolato fondente e foglioline di menta. 

Con questa ricetta do il mio secondo contributo all'MTC di Maggio sul Babà! 




martedì 20 maggio 2014

La lentezza di vivere: chocolate Bundt cake di Martha....ancora!

Dubbi non ho - Pino Daniele
Sempre più complicato passare di qui a lasciarvi ricette.
Mi rendo conto di avere pochissimo tempo per qualsiasi cosa, in particolare per cucinare per il blog. Non che abbia smesso di cucinare o di mangiare: quello mai.
Solo che tutto quello che gira intorno ad una ricetta da pubblicare, vale a dire pensarla, sceglierla, prepararla, fotografarla e scriverla, adesso, in questo momento della mia vita, mi è diventato pesante.
Io do la colpa alla luce.
Fino a che siamo immersi nell'imbrunire perenne dell'inverno, la nostra casa diventa un rifugio irresistibile e la cucina il nostro luogo prediletto.
Personalmente, come il sole entra dalle mie finestre, io ho voglia di uscire.
Di stare fuori, di fare altro come passeggiare, leggere in terrazza, viaggiare (infatti in questo momento sono in crisi di astinenza da aeroporto).
La voglia e l'energia per stare dietro al blog diminuiscono con l'aumentare della luce, e piano piano scemano fino ad interrompersi con l'inizio dell'estate.
Credo che sia così un po' per tutte noi.
Quindi spero perdonerete la mia assenza, la mia latitanza nei vostri blog, la mia poca originalità in quello che posto (soliti dolci) ed una verve sgonfia come un soufflé riuscito male.
Andante con gusto è in questo momento piuttosto un Largo con gusto.
Ma ho bisogno di prendermi dei tempi e dei respiri più ampi.
E questo lo auguro anche a tutte voi.
Uscite, incontrate amici, parlate, leggete, viaggiate tanto.
Poi ogni tanto mangiatevi una fetta di torta. Come questa che è sempre un piacere.
Dal solito meraviglioso Martha Stewart's Cake, la ricetta di questo ciambellone al cioccolato con panna acida.
Soffice, denso, umido, cioccolatoso al punto giusto.
Buono con fragole e panna.
Buono nature. Buono comunque.
Ma soprattutto facilissimo.
Ingredienti per uno stampo da ciambella 26 cm diametro
300 g di farina 00
225 g di burro morbido
75 g di cacao amaro
1 cucchiaino di bicarbonato di soda
1 cucchiaino di sale
125 ml di latte
125 ml di panna acida
280 g di zucchero
4 uova grandi a temperatura ambiente.
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
Per la glassa
125 ml di panna fresca
2 cucchiai di burro
100 g di cioccolato fondente al 60%
Preriscaldate il forno a 160° ed imburrate lo stampo.
In una larga ciotola miscelate la farina con il cacao setacciato, il bicarbonato ed il sale.
In una caraffa da misurazione, mettete il latte e la panna acida e mescolate bene
Con la planetaria o una frusta elettrica, battete il burro morbido con lo zucchero a velocità media, per 3/5 minuti fino ad ottenere un composto soffice, bianco e spumoso.
Aggiungete le uova che non dovranno essere fredde, una alla volta. Non aggiungete la successiva fino a che la precedente non sia completamente incorporata dall'impasto.
Aggiungete la vaniglia e mescolate.
Riducete la velocità e cominciate ad aggiungere la farina ed i liquidi in 2 tempi. Cominciate con la farina, aggiungete i liquidi, quindi terminate con la farina, mescolando giusto il tempo per avere un composto omogeneo.
Trasferite l'impasto nello stampo e spianate la superficie con una spatola morbida.
Mettete in forno e cuocete per almeno 55 minuti, ed alla prova stecchino questo dovrà uscire pulito ed asciutto.
Trasferite lo stampo su una griglia a raffreddare e sformate quando ormai sarà completamente freddo.
Preparate la glassa.
Portate la panna a fremere su fiamma dolce. Versatevi sopra il cioccolato che avrete fuso a bagnomaria. Mescolate e togliete dalla fiamma lasciandolo riposare per 2 minuti.
Aggiungete il burro e mescolate con una frusta delicatamente, senza incorporare aria, fino a che non avrete una crema morbida e vellutata.
Lasciate riposare mescolando ogni tanto fino a che non otterrete la giusta consistenza quindi versate con cura sul dolce.
Lasciate solidificare quindi servite, magari con un ciuffo di panna semimontata.
Si conserva morbida ed umida per giorni coperta da pellicola.

venerdì 16 maggio 2014

I miei veggie burger per la Cucina dell'Extravergine

Born in the USA - The Boss
Si ritorna a parlare di Olio extravergine e di quello buono, ma buono, che per quanto mi riguarda, userei con il contagocce, come si fa con il proprio profumo preferito, con la paura che finisca da un momento all'altro.
Un olio di cui ho già parlato qui e che ha dentro di se tutte le più belle peculiarità di una regione straordinaria come la Sicilia.
Un prodotto che riconferma come l'attenzione ed il rispetto nella produzione e lavorazione di un oliva incredibile come la Nocellara, possa produrre qualcosa di indimenticabile.
Il mio imbarazzo nell'utilizzare questo olio in qualsiasi ricetta strutturata è così evidente, che mi sarei limitata a postare una fetta di pane e pomodoro cosparsa generosamente di Olio Centonze, perché per me questa è veramente la morte sua.
Ma questa rubrica non ammette deviazioni, così ho deciso di giocare con qualcosa di diverso e più disimpegnato, andando verso uno street food un po' anomalo.
Un burget vegetariano, con panini fatti in casa utilizzando l'Olio Centonze, così come queste polpette buonissime e light, che sono un trompe l'oeuil perfetto: sfido chiunque di voi guardando la foto a dire che quel burger è falso!
Come sempre prima di passare alla ricetta vi invito a scoprire cos'hanno combinato le mie amiche con questo extravergine:
Pasta trapanese alla maniera di Jamie Oliver di Stefania 
Ricetta per i buns all'olio extravergine (cc.a 16 panini)
2 cucchiai di zucchero
250 ml di acqua
40 g di olio extravergine Centonze 
1 bustina di lievito di birra secco
250 ml di latte
1,5 cucchiaini di sale
300 g di farina Manitoba
335 g di farina 0
1 tuorlo
semi di sesamo o di papavero facoltativi
Versate l'acqua tiepida in una ciotola, scioglietevi il lievito con un cucchiaino di zucchero. 
Mescolate bene e lasciate riposare una decina di minuti, fino a che non comprarirà una schiumina in superficie. Il lievito a questo punto è attivo. 
Nel frattempo avrete già intiepidito il latte a cui avrete unito l'olio extravergine ed il sale. Una volta che il lievito è pronto, unite olio e latte al lievito. Mescolate. 
Mettete le farine setacciate nella ciotola della planetaria, formate al centro una fontana e versateci il mix di liquidi. Attivate la macchina a velocità uno ed impastate con il gancio. Quando i liquidi saranno ben incorporati, aumentate la temperatura a velcità 2 ed impastate per una decina di minuti, fino a che otterrete un impasto liscio, elastico ed omogeneo non appiccicoso, che raccoglierete in una palla. 
Oleate bene una grande ciotola, trasferiteci l'impasto e fatelo rotolare, im modo che la superfice sia ben unta. Coprite con un panno umido e lasciate lievitare nel forno con la lucina accesa fino a che non sarà raddoppiato (c.ca 1 ora). 
Riprendete l'impasto, lavorate un po' sul piano infarinato per far uscire l'aria, dategli la forma di un filoncino e tagliatelo in 16 parti uguali. Formate delle palline pirlando la pasta, vale a dire chiudendo i lembi della pallina sempre verso il centro, con la sigillatura in basso.
Disponetele, ben distanziate, su una placca da forno coperta di cartaforno, e rimettete a lievitare per un'altra ora. 
Accendete il forno a 200 gradi, diluite il tuorlo con due cucchiai di acqua e usatelo per spennellare delicatamente la superficie dei panini. Potete cospargerli di semi di sesamo o di papavero. 
Infornate in forno caldo per 5 minuti, poi abbassate la temperatura a 180 gradi e lasciate cuocere per altri 20 minuti o finche' la superficie non sara' ben dorata. 
Sfornate, lasciate raffreddare sulle teglie per qualche minuto e poi trasferiteli su una gratella.
Si possono congelare fino ad un mese, ma si conservano benissimo anche a temperatura ambiente, purche' protetti dall'aria, per tre o quattro giorni. Basta riscaldarli in forno per qualche minuto prima di utilizzarli, oppure dividerli in due e farli grigliare insieme agli hamburger.
Per il Veggie burger (4 burgers)
100 g di miglio 
100 g di lenticchie di Castelluccio
1 cipollina novella
1 carota
pan grattato
un pizzico di paprica dolce
4 cucchiai di parmigiano grattuggiato
un ciuffetto di prezzemolo. 
4 fettine di provola affumicata
4 pomodorini Piccadilly
4 grandi foglie di radicchio verde
sale - pepe
Salse a piacere. 
Preparate il miglio secondo le istruzioni della confezione. In genere la cottura è di c.ca 20 minuti dopo averlo accuratamente sciacquato.
Scolatelo molto bene e lasciatelo raffreddare.
Cuocete le lenticchie di Castelluccio in abbondante acqua con la cipollina e la carota. Ci vorrà c.ca 1 ora e quando saranno pronte, scolatele bene e lasciatele raffreddare. Anche queste possono essere preparate in anticipo.
In una ciotola mescolate il miglio, le lenticchie, la cipollina cotta tritata, la carota cotta schiacciata e ridotta a purè, il prezzemolo tritato, la paprica ed il parmigiano. Salate e pepate.
Mescolate con le mani per sentire la consistenza. Se l'impasto risulta troppo morbido aggiungete del pan grattato.
Ricavate 4 budget aiutandovi se necessario, con un coppapasta. 
Il miglio ha un grande potete addensante quindi le polpette staranno insieme con facilità.
Passatele nel pangrattato su entrambi i lati.
In una padella antiaderente, scaldate un filo d'olio e cuocete i burger su entrambi i lati fino a che non avrete una crosticina croccante e dorata. Quando vedrete che siete prossimi alla cottura (ci vorranno pochi minuti perché tutti gli ingredienti sono già cotti), mentre ancora i burger sono sul fuoco, appoggiate le fettine di provola su ogni burger e lasciate che si sciolgano.
Spegnete e lasciate sulla padella.
Tagliate a metà i buns e metteteli dalla parte del taglio su una piastra e tostateli quindi cominciate a farcirli con il radicchio, i pomodori e le sale a piacere. Condite con un filo di stupendo olio Centonze. 
Chiudete i panini e infilzateli con un bastoncino su cui avrete messo delle olive di Nocellara del Belice.
Buon appetito. 


mercoledì 14 maggio 2014

Un classico intramontabile: il Babà per l'MTC

Comme facette mammeta - Orchestra Italiana
Non ce la farò a leggere tutti i post che parteciperanno a questa sfida ma di una cosa sono certa: saranno tutti uno più strabiliante dell'altro.
E non mi riferisco solo in senso creativo, ma emotivamente.
Perché relazionarsi ad un classico come il Babà è un'esperienza che va fatta almeno una volta nella vita e qualcuna di noi aspettava da tempo di farla.
Per quanto mi riguarda, posso dire di essermi letta ogni ricetta che gravita nel web, i classici sul savarin dai grandi maestri francesi alla tecnica da Cordon Bleu, ma fino ad oggi non ero riuscita a trovare il coraggio.
Perché il coraggio di buttarsi sul Babà è piuttosto quella sorta di soggezione mista a rispetto che si ha di fronte ad un classico inimitabile.
Un po' come andare ad una festa di carnevale vestendosi da Marilyn: magari ti dicono che il travestimento è bellissimo, ma ovviamente tu non sei Marilyn!
Questo è il sentimento che mi pervade ogni volta che decido di affrontare la sfida con una ricetta immortale.
Il confronto mi sembra inarrivabile, anche un tantino eretico e finisco col soprassedere.
Eppure, quando ho letto il post di Antonietta mi si è immediatamente spalancato un mondo.
Il suo racconto di come questa ricetta sia abitualmente preparata in famiglia, dolce delle feste così apparentemente facile da realizzare utilizzando il fattore tempo quasi come il ritorno alla necessità di sedersi ed aspettare, così come di fare le cose senza fretta, è stato motivo di grande entusiasmo e di immediato desiderio.
Quello che mi succede da un po' di tempo a questa parte quando sento la parola "lievitato".
Dagli insuccessi clamorosi collezionati negli anni all'incoraggiamento con la prima sfida, il restarne completamente soggiogata è stato inevitabile.
Così ho voluto provarci subito, senza ravanare nella fantasia, restando sul classico più classico, e non avendo a disposizione Rum, ho optato per il limoncello.
Uno dei dolci del mio cuore resta la Delizia al Limone, ed è a lui a cui mi sono ispirata realizzando questo Babà.
L'impasto è una gioia da lavorare.
Il profumo che si spande per la casa assolutamente irresistibile.
Io ho realizzato la ricetta con lievito di birra perché ancora non sono entrata nel tunnel del Lievito madre (e non ho intenzione al momento).
Ma rispetto alla ricetta di Antonietta, i tempi di lievitazione sono stati inferiori.
In solo 45 minuti gli stampini monoporzione erano già al massimo e lo stampo grande già arrivato al bordo.
Quello che posso dire, è che la prossima volta dimezzerò la quantità di lievito e concederò più tempo all'impasto per crescere con calma.
Ingredienti per uno stampo a ciambella da 26 cm di diametro o per 10/12 babà c.ca
300 g di farina tipo 0 Manitoba
3 uova cat A grandi
100 g di burro ammorbidito
100 g di latte
25 g di zucchero
10 g di lievito di birra
1/2 cucchiaino di sale fino

h. 8.00 Preparare il lievitino
Dal totale degli ingredienti, Intiepidite 50 g latte e scioglietevi il lievito con un cucchiaino di zucchero, quindi aggiungete 70 g di  farina ed impastate ottenendo un panetto morbido che farete lievitare in una ciotola coperto fino al suo raddoppio (c.ca 1 ora).

h. 9.00 PRIMO IMPASTO
Nella ciotola della planetaria versare il resto della farina, ovvero 230 g. Fate la fontana e mettetevi il lievitino e le uova quindi cominciate ad impastare con il gancio.
Quando le uova saranno state incorporate dalla farina cominciate ad aggiungere il latte rimasto, una cucchiaiata alla volta, per ammorbidire l'impasto, facendo attenzione a non renderlo troppo molle. Valutate al tatto: l'impasto non deve essere appiccicoso. Impastate a velocità 2 per qualche minuto in maniera che l'impasto sbatta vigorosamente per 5/8 minuti.
Quando l'impasto sara omogeneo, copritelo e fatelo lievitare per 90 minuti c.ca (io l'ho messo nel forno con la luce accesa).

h. 10.30 SECONDO IMPASTO
Lavorate il burro a pomata in una ciotola insieme allo zucchero rimanente.
Sgonfiate l'impasto con il gancio e cominciate a lavorare a velocità 1 aggiungendo un cucchiaio di burro alla volta, passando al successivo solo quando il primo sarà ben assorbito.
Una volta terminato il burro, aumentate la velocità della planetaria prima a 2 per c.a 10 minuti e poi aumentatela a 3 per ulteriori 5 minuti. L'impasto diventerà sempre più lucido e si aggrapperà saldamente al gancio. Dovrete lavorarlo con energia fino a quando tirando un lembo dell'impasto, non riuscirete ad ottenere il famoso "velo", che garantirà un'alveolatura porosa e regolare, in grado di assorbire con facilità la bagna che deciderete di utilizzare.
Adesso dovrete sistemare l'impasto nello stampo prescelto.
Io ho utilizzato uno stampo da budino o brioche da 1 litro e mezzo, senza buco, e mi è avanzato impasto con cui ho ottenuto 4 babà monoporzione.
Dall'impasto staccate 3 palline di 8 cm di diametro c.ca aiutandovi con e le mani, "strozzando" la pasta tra pollice ed indice. Sistematele alla base dello stampo imburrato e copritelo con un telo umido.
Fatelo lievitare per c.ca 2 ore ( a me è bastata 1 ora e 20).  L'impasto triplicherà di volume.
Accendete il forno a 220°C.
Una volta pronto, portate la temperatura a 200° e fate cuocere per 20/25 minuti, coprendo con un foglio di alluminio dopo il primi 10 minuti di cottura.
Una volta pronto, fate raffreddare una decina di minuti.
Il babà scivolerà con estrema facilità fuori dallo stampo e mentre lo farete raffreddare, preparerete la bagna. Sistematelo su una base che possa raccogliere il liquido ed abbia bordi bassi per poter far scivolare fuori il dolce con facilità una volta terminate le operazioni di "inzuppamento".
Per la bagna al limoncello:
500 ml di acqua
200 g di zucchero
100 ml di limoncello
Portate ad ebollizione l'acqua con lo zucchero ed il liquore e fate sobbollire per 10 minuti quindi lasciate intiepidire e cominciate a versare con un mestolino la bagna sul dolce.
Ripetete l'operazione ogni 15 minuti in modo che questo abbia il tempo di assorbire il liquido fino a che ne sarà completamente inzuppato. Via via che effettuate questa operazione, raccogliete il liquido che si deposita sul piatto e riversatelo sul dolce. Ci possono volere anche tre ore prima che il dolce sia bagnato alla perfezione. Mentre il dolce prende il tuo tempo per trasformarsi in babà, preparate la guarnizione. Ovviamente potete preparare la crema mentre il dolce lievita, così avrà il tempo di raffreddarsi bene in frigo prima di servire.
Per la crema Chantilly al limone
500 ml di latte intero
4 tuorli grandi
40 g di amido di mais
140 g di zucchero
la scorza di un limone di Sorrento (non trattato)
250 ml di panna fresca molto fredda
4 cucchiai di limoncello
Questa è la crema che in genere preparo io e che aromatizzo come preferisco.
Mettete il latte con il limoncello e la scorza del limone (solo la parte gialla della buccia, fate attenzione quando la ricavate dal frutto) in una casseruola dal fondo alto e portate il tutto a fremere. Spegnete e lasciate in infusione per almeno 1 ora.
Sbattete i tuorli con zucchero e farina aiutandovi con una forchetta fino a che il composto non sarà omogeneo. Non è necessario che li montiate o usiate una frusta elettrica, basta solo che il composto stia insieme ed abbia cominciato a schiarire. Prendete un paio di cucchiaiate di latte tiepido (dalla casseruola) e "rompete" la crema per ammorbidirla.
Riaccendete il fuoco sotto il latte, versatevi il composto di uova e con una frusta, mescolate bene per sciogliere le uova nel latte e continuate a cuocere a fiamma dolce.
La crema arriverà velocemente a cottura. Spegnete immediatamente a densità preferita senza superare i 3 minuti dal momento in cui prenderà bollore, rischio stracciatella.
Io non tolgo le bucce di limone fino a che la crema è fredda. Le elimino proprio all'ultimo per dare maggiore aroma al tutto.
Versate la crema calda in una ciotola di acciaio e coprite immediatamente con una pellicola trasparente. Cercate di abbattere la temperatura in una ciotola con acqua ghiacciata quindi mettete in frigo.
Al momento di servire, eliminate il limone, montate la panna con una frusta elettrica e miscelate crema e panna con delicatezza (la panna dovrà essere la metà della crema ed il mio consiglio è che sia montata bella ferma).
Decorate il babà.
Prima va lucidato. Io ho optato per una gelatina di limoni amalfitani che avevo in casa (ed ho utilizzato i limoni per completare la decorazione).
L'ho scaldata leggermente e ho spennellato tutto il dolce senza esagerare per dare un lieve tono lucido.
quindi ho aggiunto delle fettine di limone e la chantilly al limone.
Dopo di che c'è poco altro da fare se non lanciarsi a fauci sguainate sul piatto.
Grazie Antonietta.

Con questa ricetta partecipo con grandissima gioia all'MTC di Maggio sul Babà di Antonietta.




lunedì 12 maggio 2014

E' SENZA? E' BUONO....I VINCITORI!

Celebrate - Mika
Ci siamo! 
Sono passati esattamente 4 mesi dall'inizio di questo impegnativo contest.
Devo confessare che in un primo momento ho pensato che vi sareste scoraggiate. 
Il tema era complesso, delicato da trattare e soprattutto piuttosto nuovo. 
Ma forse chi mi conosce, sa che non mi piacciono le cose scontate, troppo semplici. 
Da tempo ho smesso di partecipare a contest che non mi stimolino a livello emotivo ed anche mentale. E' chiaro che se mi trovo a proporre un gioco, chi partecipa si troverà a doversi rimboccare le maniche. 
Voi avete deciso di giocare e le maniche ve le siete rimboccate ben bene perché di ricette ne sono arrivate moltissime, e cosa più importante, ne sono arrivate di splendide e veramente interessanti, il che ha messo in seria difficoltà Maria Fermanelli, la proprietaria di Cose dell'altro pane , che insieme al suo staff di collaboratori, ha personalmente scelto le ricette finaliste. 
15 vincitori, 15 magnifiche ricette che troverete qui di seguito, in ordine assolutamente casuale, e che daranno l'opportunità alle amiche che le hanno pensate e realizzate, di trascorrere una bellissima giornata "educativa" all'interno dei laboratori di Cose dell'altro pane a Roma, il 28 GIUGNO PROSSIMO! 
Tre delle quindici ricette vincitrici, verranno realizzate da voi all'interno dei laboratori utilizzando strumenti professionali. Avrete quindi l'opportunità di mettere le mani in pasta e diventare vere pasticcere per un giorno! 
Siccome ogni festa che si rispetti vuole la presenza di una torta, prima di passare all'acclamazione dei vincitori, vi lascio con una deliziosa e leggerissima ciambella alle mele, di una bontà senza precendenti! 
Ingredienti per uno stampo da 24/26 cm di diametro
150 g di farina di riso
80 g di farina di mandorle
50 g di fecola di patate
50 g di amido di mais
200 g di zucchero
2 uova
2,5 dl di yogurt
3 mele golden
1 limone non trattato
mezza bustina di lievito in polvere
1 pizzico disale
1 dl di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia
60 g di granella di zucchero
burro per lo stampo
Lavate e grattugiate il limone non trattato e tenete la scorza da parte.
Sbucciate le mele e tagliatele a dadini, quindi versatevi sopra il succo di mezzo limone e mescolate con un cucchiaio per impedire alla frutta di ossidarsi.
Nella planetaria o nel robot montate le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto bello gonfio e chiaro. Aggiungete la vaniglia. 
Aggiungete lo yogurt e l'olio extravergine ed incorporate bene.
Setacciate le farine con il lievito e sale ed aggiungetele al composto di uova e continuate ad impastare per qualche istante fino a che non sarà omogeneo.
Per ultimo, incorporate delicatamente le mele e versate il tutto in uno stampo da ciambella con fondo apribile
da 24/26 cm di diametro. Essendo la quantità delle mele la metà dell'impasto, queste non affonderanno nella pasta e si distribuiranno omogeneamente nel composto. 
Cospargete sulla superficie la granella di zucchero. 
Cuocete la torta in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti fino che la superficie non sarà bella dorata.
Fate raffreddare per una decina di minuti quindi aprite la cerniera e togliete il cerchio dalla torta.
Prima di eliminare la base, fate raffreddare la torta completamente. 
Deliziosa, umida e profumatissima, è un dolce perfetto per i pomeriggi con le amiche davanti ad un ottimo te. 

ED ECCO FINALMENTE LE VINCITRICI DEL CONTEST E' SENZA? E' BUONO! Complimenti a tutte voi. 

  1. Vortici Brioches di Veronica Peccati di Dolcezze
  2. Ferratelle equosolidali di Sabina Cookn' book
  3. Biscotti con farina di ceci, nocciole e gocce di cioccolato di Francy Burro e Zucchero 
  4. Cantucci di riso e quinoa di Coccole di dolcezza 
  5. Sbrisolone vegan all'arancia di Due amiche in cucina
  6. Biscotti con grano saraceno e uvetta di Consuelo I biscotti della zia 
  7. Pane ai fichi e uvetta di Cristiana Boefalamode
  8. Focaccine di patate blu di Silvia Il peperone verde
  9. Shortbread salati con mandorle, pomodorino secco ed olive nere di Stefania Profumi&Sapori
  10. Salatini al grano saraceno di Fabipasticcio
  11. Crackers con farina di mandorle e semi di Chia di Silvia Tra fornelli e pennelli
  12. Grissini di riso e ceci de il Macinacaffè
  13. Biscotti con farina di ceci e salvia gluten free di Parole in Padella
  14. Biscotti salati al sesamo nero di Marina La Tarte Maison
  15. Crackers senza glutine di Journeycake
Ragazze fatemi avere tutte la vostra e.mail scrivendomi a patty@andantecongusto.it così potrò inviarvi il programma della giornata ed essere in contatto con voi. CONGRATULAZIONI! 

mercoledì 7 maggio 2014

Il nuovo Starbooks del mese: It's all good!

Viva la vida - Coldplay
Lo Starbooks di maggio si inserisce perfettamente in un'atmosfera che chiama leggerezza, salute ed in qualche maniera il desiderio di togliersi di dosso abiti e chili.
Per questo abbiamo voluto mettere in tavola un libro che siamo certe piacerà a tutte voi.
Si tratta di It's all good di Gwyneth Paltrow, che oltre ad essere una brava attrice, è diventata un'icona di stile e grazia ormai da qualche anno.
Testeremo le ricette del suo libro dedicato ad una cucina per coloro che vivono quotidianamente la problematica di alimentarsi con prodotti che non causino loro allergie, ma anche per chi ha fatto una scelta di vita personale convertendosi ad una alimentazione vegetariana o vegana.
Insomma, un libro diverso e curioso, ma anche molto ben confezionato.
Oggi troverete questa ricetta tratta dalla sezione menu per bambini.
Un piatto molto buono e divertente da preparare.
Venite a leggere di là e fatemi sapere cosa ne pensate.
Tra l'altro le ricette che propongo sono due. In un colpo solo!
Buona lettura.

lunedì 5 maggio 2014

Biscotti di semola rimacinata: i vantaggi della maturità.

Rachmaninoff plays Rach 3 
Nel week end più piovoso degli ultimi mesi (di una primavera che ha deciso di travestirsi d'autunno), mi sono dedicata ad una attività che non praticavo da tempo: l'ozio indiscriminato.
A parte lo spostamento tra divano e poltrona ed il togli/metti la copertina, sabato ho fatto poco altro ma mi ci voleva davvero.
Avete presente quando tutto quello che vorreste è un bel film, di quelli giusti, intensi, intelligenti, ben fatti, magari con un po' di musica e di amore?
Ebbene, sono stata esaudita e con grande piacere mi sono rivista Shine. Un film del '96 che vidi al cinema e da cui uscii travolta da una profonda emozione, mista ad un senso di lieve disagio.
Ve lo ricordate?
La storia del pianista David Helfgott, bambino prodigio e adolescente di geniale talento, che si ribella ad un padre dispotico e possessivo, senza però riuscire ad ottenere un'autonomia emotiva, che lo porta ad un brutale crollo nervoso proprio durante l'esecuzione del suo concerto più importante, l'elefantiaco Rach 3. Il film racconta la vita di quest'uomo dalla sua infanzia alla sua "rinascita" dopo 10 anni di istituto psichiatrico ed è raccontato con estrema delicatezza, grazia ed anche divertimento.
Rivedendolo dopo tanto tempo, il disagio provato la prima volta ha lasciato posto ad un bellissimo senso di completezza e serenità ed ho finito con l'interrogarmi sulla ragione di questo cambiamento.
La figura di David è quella di un individuo interrotto, che viene segnato dalla vita in maniera a prima vista "irrimediabile" proprio nel momento di suo massimo splendore.
L'esecuzione che lo consacra artista di primo livello, pronto ad una vita di successi e tournée, è invece quella che lo condanna. Una persona con gravi problemi neurologici, incapace di comunicare con gli altri senza apparire come ragazzino imprigionato nel corpo di un adulto. Questa "imperfezione" in un talento tanto perfetto, nella prospettiva di una vita di perfezione (successo, denaro, ecc), costringe lo spettatore ad un immedesimazione a metà, sospesa tra il sogno e l'incubo.
Credo che sia quello che è successo a me, la prima volta che vidi questo film.
Non potendo accettare che David, oltre ad un meraviglioso e travolgente pianista, non fosse anche una persona brillante e piena di fascino, ho finito con l'abbandonarmi ad un sentimento di pena e dispiacere nei suoi confronti. Una favola brutalmente spezzata.
Fino a sabato, quando invece il finale del film mi ha trovata sorpresa, commossa, felice e nuovamente emozionata. Ma di un'emozione bella, grata, di chi riesce a vedere la persona al di là dell'apparenza e trova nell'handicap comunicativo di David, una forza speciale e vera, un dono.
E' in momenti come questo che rivaluto ed amo una parola di cui devo imparare ad essere orgogliosa: maturità.
Ricetta inventata per smaltire la quantità di semola rimacinata stipata nella mia dispensa.
Con la quantità che vedete sotto, io ho fatto due tipi di biscotti, uno al cioccolato (finiti immediatamente) e una metà con le ciliegie che vedete qui.
Quindi se volete fare come me, utilizzate queste quantità, ma ricordatevi di dimezzare le ciliegie ed aggiungere 100 g di cioccolato fondente.
Ingredienti per c.ca 120 biscotti
300 g semola rimacinata Senatore Cappelli Mangiare Matera
100 g farina 00
80 g burro morbido
2 uova grandi
200 g di zucchero di canna integrale
1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia
200 g di ciliegie disidratate o candite
8 g di baking
un pizzico di sale
Versate le farine miscelate nella planetaria con il sale. Aggiungete lo zucchero e mescolate
Fate un buco al centro e versatevi le uova, il burro, il baking, la vaniglia e cominciate ad impastare, aggiungendo poco dopo le ciliegie.
Appena si formerà la palla, toglietela e sulla planetaria, ricavate dei rotolini non più grossi di 2 cm di diametro.
Mettete i serpentoni su una placca foderata di carta da forno e cuoceteli a 180° per c.ca 20 minuti fino a che non saranno dorati.
Toglieteli e fateli raffreddare per c.ca 5 minuti, quindi tagliateli a losanghe e rimetteteli in forno per altri 10 minuti c.ca, fino a quando non saranno perfettamente asciutti e tostati.
Fate raffreddare perfettamente prima di sistemarli in sacchetti per biscotti o scatole di latta. Si conservano a lungo e sono buonissimi (a me piacciono persino più dei cantucci).

venerdì 2 maggio 2014

Pappardelle di primavera con bottarga di muggine per la Cucina dell'Extravergine

It's raining again - Supertramp
Alla fine mi sono dovuta rassegnare.
Questo mese dopo tanto tempo ho dovuto saltare l'MTC il cui tema era il Quinto Quarto.
Con tutto che sono anche piuttosto restia sull'argomento, avevo però in mente una bella ricetta di cui le pappardelle in oggetto sarebbero state protagoniste. Gli ingredienti fondamentali però, non li ho trovati.
Pare che le creste di gallo dalle nostre parti siano cosa sconosciuta.
Bah, terrò quell'idea nel cassetto e cercherò di realizzarla quando riuscirò a reperire tutti gli ingredienti, Le pappardelle le avevo fatte, fiduciosa fino all'ultimo che qualcosa avrei combinato.
Dopo l'ennesima telefonata negativa del consorte in spedizione alla ricerca dell'ingrediente perduto, ho dovuto decidere cosa cucinare per il pranzo di domenica.
La pasta ormai era pronta, quindi mi sono improvvisata un semplice ragù di verdure primaverili irrobustito da una bella grattugiata di bottarga di muggine deliziosa dimenticata in frigo vergognosamente.
Pisellini freschissimi, zucchine mignon e bottarga a pioggia.
Il tutto accompagnato da un olio extravergine Molisano tipico di Venafro, provincia di Isernia.
Per la Cucina dell'Extravergine, questa volta ci spostiamo in una delle regioni più piccole e meno conosciute della penisola.
Un luogo a cui sono legata e di cui ho parlato spesso in questo blog. Una regione che avrebbe bisogno di essere ampiamente promossa perché al suo interno riserva delle incredibili sorprese e mantiene a tutt'oggi delle aree ancora vergini e legate alla tradizione del passato. A partire dalla sua straordinaria cucina.
Ma di questo parlerò prossimamente in un nuovo post.
Intanto vi lascio questa ricetta estremamente facile se non fosse per il tempo necessario a preparare la pasta. Ogni tanto si può e si deve fare la pasta fresca, per non perdere la mano, per rendere felice il nostro palato, per fermare il tempo. Che aspettate?
Nel frattempo, date un occhiata alle ricette realizzate dalle mie compagne di avventura:
Risotto con mousse di melanzane e pomodori Pachino di Stefania Cardamomo & Co 
Spaghetti al pomodoro di Teresa Scatti Golosi
Pane carasau home made con tartare di avocado di Sabina Cookn' book
La pappardella è un formato di pasta lunga che ancora non avevo pubblicato ma che in Toscana è molto amata.
La larghezza del nastro di pasta è c.ca di 1 cm e mezzo e la sottigliezza della sfoglia a vostro piacere, ma dipende soprattutto dal tipo di condimento che andrete ad usare.
Su condimenti di carne importanti, come un bel ragù toscano, a me piace "sentire" la pasta, che lascio un po' più spessa.
Questa volta l'ho tirata piuttosto sottile visto il condimento delicato e fresco.
Ingredienti per 4 persone
Per le pappardelle
300 g di farina 00
100 g di semola rimacinata Senatore Cappelli
4 uova intere medie
1 cucchiaio generoso di olio extravergine tipico di Venafro
un pizzico di sale
Per il ragù di verdure
1 porro grande
250 g di pisellini novelli
3 zucchinette fiore piccole e sottili
1 ciuffo di prezzemolo
olio extravergine tipico di Venafro
sale - pepe bianco
bottarga di muggine da grattugiare
Preparate la pasta in anticipo: mettete a fontana le due farine miscelate. Rompetevi al centro le uova, aggiungete l'olio ed il sale e cominciate a mischiare le uova con una forchetta incorporando molto lentamente la farina. Quando al centro si sarà formata una pastella piuttosto densa, cominciate ad impastare con le mani per incorporare il resto della farina ed ottenere una palla.
A questo punto dovrete lavorare con energia la pasta, usando i polsi e piegando la pasta su se stessa ogni volta, cercando di non stracciarla né stirarla aggressivamente.
Deve essere un massaggio energico ma rispettoso delle fibre dell'impasto, che andrà sempre richiuso su se stesso. Quando la pasta sarà liscia ed omogenea (non dovrà mostrare quindi una superficie a buccia di arancia ma bella liscia), quindi non prima di 10 minuti di lavoro, la avvolgerete nella pellicola trasparente e la lascerete riposare tranquilla, almeno 30 minuti o più.
Più riposerà e più riuscirete a stenderla con facilità usando il matterello.
Se non siete esperte dell'uso del matterello, potrete usare la macchinetta tira pasta, ma vi perderete così la magia di questo momento.
Io ripeto la routine di mia nonna Emma, che ricavava belle sfoglie rotonde e le lasciava asciugare sulle tovaglie stese sul suo letto matrimoniale. Io le ho semplicemente appoggiate sulla spalliera del mio divano, coperta da una tovaglia.
La pasta va poi arrotolata su se stessa e tagliata allo spessore indicato.
Una volta pronte le pappardelle, spolveratele con un po di semola e lasciatele asciugare su un canovaccio fino alla cottura.
Pronte le pappardelle, preparate il condimento.
Affettate sottilmente il porro e fallo cuocere a fuoco molto dolce in una larga padella antiaderente con due o 3 cucchiai di olio extravergine tipico di Venafro.
Quando il porro sarà bello morbido e cotto (se necessario aggiungi un po' d'acqua durante la cottura), ovvero dopo c.ca  5 minuti, aggiungi i pisellini freschi e sgusciati. Se sono di buona qualità, non ti richiederanno troppo tempo per cuocerli. A me sono bastati una decina di minuti.
Dopo c.ca 7 minuti, ho aggiunto le zucchine affettate sottilmente ed ho proseguito la cottura.
Via via che le verdure cuocevano, ho aggiunto del brodo vegetale fatto con le bucce dei piselli, una carota ed una cipollina fresca, preparato in precedenza. Voi usate il vostro o anche semplice acqua calda.
Salate (con giudizio perché la bottarga è molto salata) e pepate a fine cottura quindi cuocete la pasta in abbondante acqua calda. La cottura delle pappardelle è veloce. Basteranno c.ca 5 minuti.
Toglietele un po' al dente e saltatele con il ragù di verdure ed un po' di acqua di cottura.
Impiattate, grattuggiatevi sopra abbondante bottarga ed irrorate generosamente con olio extravergine di Venafro.