giovedì 30 gennaio 2014

Cavolo rosso speziato con pere ed aglio: non è per niente come quando eri bambina!

Purple rain - Prince
Quando si è costretti a letto da un imprevisto bacillo che ti fiacca e rende simile ad un invertebrato, le cose che si possono fare, a parte lamentarsi, mugolare come un'anima in pena e cercare un po' di compassione, sono ben poche.
Fortunatamente mi ammalo raramente ma ogni volta finisco col fare le stesse tristi considerazioni: non è per niente come quando eri bambina. 
E' uno dei ricordi più vivi della nostra infanzia, quindi se non volete provare concetti delusioni, pregate di non ammalarvi mai da adulti.
Perché, no, non ci sarà la mamma ad accudirvi.
Non vi porterà la spremuta a letto, non vi sprimaccerà il cuscino, non vi colmerà di attenzioni, non vi cambierà il pigiama quando avrete sudato come galeotti ai lavori forzati dopo l'ennesima sfebbrata, non vi preparerà il brodino con i grattini che è l'unica cosa che desiderate quando lo stomaco fa le capriole.
Dovrete fare tutto da sole.
La vita va avanti anche senza di voi ed il vostro naso moccicoso.
La mattina la casa si svuoterà e resterete sole, in un odioso silenzio, e se come me vivete su due piani, dovrete fare le scale, su e giù, ogni qualvolta avrete bisogno di qualcosa. Nessuno ve la porterà!
Quindi vi alzerete come un fantasma in vestaglia, con il passo incerto, le spalle ricurve e la testa incassata, e pregherete di non rotolare giù per le scale a causa delle gambe indolenzite.
Aspetterete in piedi ballettando davanti al fornello, che il tea sia pronto, ma rinuncerete alla spremuta, perché non avrete la forza di tagliare l'arancia.
Guarderete con odio purissimo la televisione che vi ammicca dal centro della sala, realizzando che il mal di testa è lì, sull'attenti, e riprenderete arrancando la strada verso il vostro piumone, unico luogo a cui ambite in questo momento.
E resterete lì, abbozzolate ad aspettare di sentire un lampo di energia vitale balenare tra le vostre ossa, sperando che prima non vi venga una piaga da decubito.
Avrei anche potuto non postare nulla, perché al solo pensiero di mangiare, ho delle visioni inquietanti, ma desideravo lasciarvi questa ricetta che fa parte di un libro della Biblioteca Starbooks, ovvero Home Cooking Made Easy della Lorraine Pascale.
Ho scoperto il cavolo rosso sono negli ultimi anni e lo adoro.
Delicato, non aggressivo nel sapore, dolce senza stuccare, è fra le crucifere, uno dei miei preferiti.
E Lorraine lo cucina in una maniera nuova: al forno! Con la presenza di un ingrediente inusuale, la pera (che ci sta da Dio!), e l'aglio, che io ho personalmente ridotto ai minimi termini, perché ha su di me gli effetti che ha su Dracula.
Così aggiungo un nuovo contributo agli scaffali Redone del nostro blog Starbooks.
Ingredienti per 5/6 persone
1 grande cavolo rosso, pulito e tagliato a fettine sottili, dopo aver eliminato le coste dure centrali.
2 cipolle rosse affettate sottilmente
1 cucchiaino di misto spezie
80 g di zucchero light brown (o di canna)
2 spicchi d'aglio puliti ed affettati sottilmente (io ne ho usato metà)
60 ml di aceto di vino rosso o balsamico
2 pere sbucciate e tagliate a dadini
una noce di burro
olio extravergine per la cottura.
sape e pepe nero macinato fresco
Riscaldate il forno a 180° .
Scaldate un filo d'olio in una casseruola adatta anche al forno, aggiungete le cipolle affettate e fatele passire a fuoco dolce per una decina di minuti, fino a che non saranno morbide. Aggiungete dell'acqua se necessario.
Aggiungete le spezie, il sale ed il pepe, lo zucchero, l'aglio e cuocete per un paio di minuti.
Aggiungete il cavolo e l'aceto e mescolate bene portando il tutto a frigolare.
Mettete la casseruola nel forno e fate cuocere per 1 ora.
A metà cottura, toglietela dal forno, mescolate il cavolo per qualche attimo, aggiungete le pere a cubetti, e rimettete in forno per il resto del tempo.
Una volta che il cavolo sarà morbido (quello in superficie sarà croccante), togliete la casseruola dal forno, aggiungete il burro e mescolate bene. Aggiustate di sale se necessario e servite ben caldo.
E' perfetto con arrosti di tacchino o maiale o salsicce succose. In mancanza di pere, potrete usare mele, ma troverete che le pere sono perfette!


lunedì 27 gennaio 2014

Fare una torta è un atto zen: Torta al cioccolato ed amaretto con precoche sciroppate.

Estate - Chet Baker
Le torte mancano da un po' in questo blog. 
Non che manchino nella mia vita, questo sia chiaro, anche se ultimamente sto cercando di starci lontana.
Con grossa difficoltà.
Penso che una buona torta sia la soluzione a tanti giramenti di scatole.
Non che fare una torta ti risolva il problema, ma sicuramente ti aiuta a guardarlo da lontano, a dimenticarlo per qualche momento, il tempo che impasti, monti, cuoci e decori.
Ecco: in questo tempo la tua mente è altrove, immersa in quel pezzo di cioccolata che si scioglie lentamente nel burro, nelle uova che montano magicamente e da gialle diventano bianche, danzando sotto la frusta insieme allo zucchero.
Tutta la tua energia è lì: in quel composto vellutato e voluttuoso che stai versando nella teglia adeguatamente imburrata, presagendo già sotto il palato, il sapore della tua torta.
Ed è energia assolutamente positiva. Non come quella che sprechi a concentrarti sul problema.
Il problema non sparisce, sia chiaro, ma si allontana, e come tutte le cose che guardiamo da lontano, si mostra nella sua interezza, non ci sembra più tanto grande come quando ci siamo sopra.
Diventa un puntino nell'universalità di tutte quelle cose maledettamente più importanti della nostra.
Fare una torta è un atto zen. Altro che l'arte della manutenzione della motocicletta!
Fare una torta rimette in ordine quel disordine emotivo che ti tiene prigioniera, ridimensionando il tutto a livello di un profumo: quello che esce dal forno pochi minuti prima che il dolce sia pronto.
E' una questione di equilibrio: mentre la torta cresce spinta dal calore, le tue ansie si sgonfiano e si placano e tutto sembra un'equazione perfetta.
Fare una torta è quasi più bello che mangiarla: ho detto quasi!
L'idea è partita da una vecchia ricetta vista su Sale e Pepe, una torta al cioccolato con le mele.
In realtà non so dire perché le mele non mi convincono del tutto con il cioccolato, ma l'aspetto della torta mi piaceva e doveva essere proprio morbida.
Così alzo gli occhi sulla mia dispensa e trovo un vaso di pesche sciroppate, le "precoche" pugliesi, quelle grosse, a buccia gialla che devi togliere con il coltello tanto è avvinghiata alla polpa, così come il nocciolo che non si stacca neanche a morsi!
I parenti di mio marito hanno un frutteto immenso che produce precoche stupende, e mangiarle fresche appena tolte dall'albero, è un vero delirio.
Ho ricevuto in dono alcuni barattoli di questi frutti dorati immersi nel loro sciroppo: guardarli e sapere cosa farne è stato un attimo.
Ne è uscita una torta di decadente bellezza, morbida e fondente ma non sbriciolosa.
Crosticina meringosa a contrasto con la polpa delle pesche che affondano, ma non troppo, in un sogno di cioccolato.
Ingredienti per 8/10 persone
120 g di farina 00
200 g di amaretti
180 g di burro
130 g di cioccolato fondente
160 g di zucchero
5 uova
800 g di precoche sciroppate, sgocciolate e tagliate a spicchi
2 cucchiai di rum
mezza bustina di lievito per dolci
un cucchiaino di estratto di vaniglia
Fate sciogliere il cioccolato tritato con il burro in un pentolino dal fondo spesso mescolando ogni tanto.
Sbriciolate gli amaretti con un matterello, mettendoli tra 2 fogli di carta da forno e teneteli da parte.
Sgusciate le uova separando i tuorli dagli albumi  e sbattete i tuorli con 150 g di zucchero fino a che non saranno belli gonfi, chiari e spumosi.
A questo punto aggiungete il cioccolato fuso nel burro, facendolo scendere a filo mentre continuate a mescolare, quindi il rum e la vaniglia, gli amaretti sbriciolati e per finire, la farina setacciata con il lievito. Fate questa operazione sempre gradatamente.
Montate gli albumi a neve ferma.
Prendete una cucchiaiata di albumi ed aggiungeteli al composto mescolando energicamente per ammorbidirlo quindi cominciate ad incorporare gli albumi con una spatola di gomma, mescolando dall'alto in basso con molta delicatezza.
Versate il composto in una teglia a cerniera con diametro 24 cm, foderata con carta da forno inumidita e strizzata.
Scolate bene le pesche e se necessario asciugatele con carta da cucina, quindi tagliatele a spicchi e cominciatele a disporre sulla superficie a raggiera, dall'esterno all'interno.
Non spingetele nel composto tanto scenderanno lentamente da sole.
Cospargete le pesche con lo zucchero rimasto ed infornate a 180°C.
Fate cuocere per 50 minuti e fate la prova dello stecchino come sempre.
Lasciatela raffreddare prima di toglierla dalla teglia.
La consistenza è molto soffice ed umida. Assolutamente perfetta.

Con questa torta partecipo al Contest di Ambra Il Gattoghiotto in collaborazione con Salter 


mercoledì 22 gennaio 2014

Se è grande, è americano! Bagels e ricordi di un viaggio.

Born in the USA - The Boss
L'America è un paese grande. Oggettivamente.
Che poi sia anche un grande paese, ognuno ha la sua opinione in proposito.
Ma l'aggettivo grande ed il suo rapporto con esso quando arriviamo in America, per noi che veniamo dalla campagna (come diceva una bella canzone) è fonte di alterne reazioni.
Viaggerete in lungo e in largo e "grande" in tutte le sue declinazioni, fino a superlativi assoluti creativi e onomatopeici, sarà la parola che non potrete imperdirvi di pronunciare.
Perché tutto in quel paese è decisamente fuori misura.
A partire dagli spazi, vasti, sconfinati, senza orizzonte raggiungibile con lo sguardo.
Alle strade che attraversano il paese, sul cui esempio sono state riprodotte le corsie dei supermercati,  in cui possono incrociarsi 4 carrelli senza nemmeno dover dare la precedenza.
Per finire alle porzioni del cibo, fresco o confezionato: non riuscirete mai a comprare una bottiglia di latte da un litro come è uso qui da noi.
Finirete il vostro giro di spesa inevitabilmente con un bidone di latte ridicolmente grosso o con la singola porzione pensata per chi vive da solo, ovvero il tristissimo mezzo litro.
Di conseguenza potete immaginare che anche la maggior parte della gente si conformi a questa generale "grandezza", finendo col diventare over size.
Questo purtroppo è un argomento poco piacevole su cui fare dell'ironia, ma è tristemente noto, per cui se avrete la fortuna di poter programmare un viaggio nel grande paese, abituatevi all'idea.
Qualche anno fa, quando mia figlia quasi dodicenne aveva solo cinque anni, abbiamo fatto un bellissimo viaggio in Florida.
Lo scopo primario era ovviamente portare Alice ai parchi Disney (che intendiamo bene, erano una meta ambita anche da noi bambinoni mai cresciuti).
Poco più di otto giorni tra la costa affacciata sul Golfo del Messico e Orlando a fine ottobre, in coincidenza con il week end di Halloween.
L'America si gira in auto, "on the road" e non c'è modo migliore per conoscerla, apprezzarla e scoprirne le infinite contraddizioni.
Con mio marito abbiamo viaggiato spesso in US ed amiamo moltissimo l'idea del viaggio in auto.
Fin dal momento della scelta del mezzo all'agenzia di autonoleggio.
La macchina più piccola prevista dalle agenzie locali è quella che per lo standard europeo rientra nella categoria "berline", ovvero la nostra categoria più alta.
Gli americani vogliono stare comodi (ma soprattutto, e perdonate se sono anche un po' cattiva, sono dotati di superculoni per cui le macchine devono essere grandi!) e se pensate di noleggiare un'utilitaria tipo Fiat Punto o simile, dimenticatelo...quelle sono macchine giocattolo.
Quindi ci siamo trovati a viaggiare con una stupenda familiare color panna, poltrone avvolgenti, superaccessoriata con portabicchieri, tavolinetti, scomparti segreti e altri sorprendenti gadget con cui abbiamo tenuto impegnata mia figlia durante gli spostamenti.
Il primo momento di panico da "grandezza", lo abbiamo vissuto a Orlando arrivando a Disneyworld.
Eccitati per il desiderio di entrare ai parchi, siamo arrivati ancora prima dell'apertura ed abbiamo lasciato l'auto nel parcheggio principale (uno spazio di 2 o 3 ettari preposto alla bisogna), che a quell'ora era praticamente vuoto.
Ma dal parcheggio non si entra a piedi nel parco.
Bisogna prendere un trenino tipo quelli turistici, che ti porta alla stazione dove ti imbarchi sullo shuttle veloce per il parco.
L'organizzazione è micragnosamente perfetta. Il trasferimento dura al massimo 15 minuti e nessuno deve mai attendere.
La giornata è stata magica, ma non devo raccontarvela. Vi metto qualche foto fatta allora, giusto per farvi capire.
Il bello è arrivato a fine giornata.
Ripreso lo shuttle e poi il trenino, arriviamo al parcheggio all'imbrunire.
Di fronte a noi si prospetta uno spettacolo agghiacciante: un parcheggio stracolmo di auto, tutte color panna, tutte familiari, tutte uguali!
Una distesa di auto senza fine e nella mia testa il vuoto: ma come diamine è fatta la nostra macchina?
Si, perché vi pare facile dopo un solo giorno di noleggio avere chiaramente nella testa com'è fatta la vostra auto. A malapena vi ricordate il colore.
Mio marito ed io ci guardiamo seriamente preoccupati e cominciamo a scandagliare la zona dove ci ricordavamo di averla parcheggiata. Fino a che mia figlia fa: BIIIP!
Genio di una bambina: la chiave chiama macchina! Mio marito schiaccia il bottoncino sulla chiave e nel mare magnum di auto, vediamo illuminarsi e lampeggiare in lontananza la nostra....Salvi!
Ecco a cosa servono gli accessori!
I parchi Disney sono un paradiso del divertimento: in tutti i sensi!
Per politica aziendale, tutti i dipendenti devono attenersi scrupolosamente alla politica Disney del "qui dentro si vive la fiaba", quindi tutti coloro che lavorano per la fiaba, sono per contratto magici: sempre sorridenti, gentilissimi, cordiali, assertivi, disponibili e ti vengono in soccorso anche se non sei in difficoltà.
Lo abbiamo scoperto interrogando una ragazza italiana che faceva la sua esperienza ad Epcot e che sembrava annoiarsi a morte. Però parlava un inglese perfetto!
Gli americani sono bravissimi a crearti dei bisogni: assurdi, indecenti, assolutamente inutili. E per questo irresistibili.
Quando si hanno bambini, si fa tutto per loro.
 Arrivati a destinazione, abbiamo scoperto l'esistenza della "Bibbidi Bobbidy Boutique!, dove una bimba entra come tale ed esce nei panni di una principessa. Dalla A alla Z: vestito, scarpe, trucco e parrucco della sua principessa preferita.
Ecco, adesso parlo da donna a donne/mamme!
Lo so perfettamente che è eccessivo, antifemminista e retrogrado, ma voi cosa avreste fatto?
Personalmente, se ci fosse stata anche una situazione per le mamme, mi sarei fiondata a pesce! Figuriamoci mia figlia.
A parte il costo, che è decisamente anti economico, è stata una delle esperienze più divertenti del viaggio...la sera siamo andati alla parata di Halloween e Alice era la principessa Bella (notare le fate madrine belle paciose!).
Non si scherza con le dimensioni, con i numeri e le quantità.
Mentre farete le vostre buone file alle attrazioni nei parchi, sarete circondati, e se vi dico circondati credetemi, da persone che fanno un'unica cosa continuativamente: mangiano.
Mangiano di tutto: da strane sbobbe gelatinose in colori che vanno dal rosa fucsia all'azzurro Puffo, a cosce di tacchino grandi come la testa di vostro figlio, passando attraverso qualsiasi altra schifezza vi venga in mente.
E poi bevono: litri e litri di Coca ed altre bevande superzuccherose che nemmeno Mary Poppins riuscirebbe a propinarvi con un magico cucchiaio.
E voi li osservate, sentendovi piccoli alieni in un mondo del tutto nuovo.
Fino a che arrivate su una meravigliosa spiaggia deserta affacciata sul Golfo del Messico e capite che la natura altro non è che il modello dell'esagerazione numerica a cui si ispirano gli americani.
Tutto è grande, tutto è numeroso!
Anche una semplice spiaggia in cui la sabbia è completamente coperta da conchiglie e gabbiani.
Potrei stare qui ora a raccontarvi di questo ed altri viaggi, ma per decenza dovrei tentare di contenere le parole e lasciarvi anche una ricetta.
Che non può essere che una delle mie cose preferite di stampo US. I Bagels.
Ho sentito irresistibilmente il desiderio di farli dopo aver letto il post di Fede, ispirata a sua volta dallo Zio Piero.
Quindi anche io Bagels. In una ricetta semplice, veloce e molto fedele.
Chi di voi li ha mangiati nella loro terra di origine, sarà soddisfatta del risultato.
Ed inevitabilmente avrà un moto di nostalgia.
Ingredienti per 9 bagels medi
400 g di farina 00
225 di latte caldo
50 g di burro
25 g di zucchero
7 g di lievito di birra fresco (io ho dimezzato la dose originaria ed hanno lievitato ugualmente benissimo - credo si possa scendere a 5 g)
3 g di sale
1 tuorlo con un goccio d'acqua per spennellare
semi di vario genere a vostro piacere per la finitura: sesamo, girasole, papavero, zucca, ecc.

Mettete il latte con il burro e lo  zucchero in un pentolino e fate scaldare fino a che il burro non sarà sciolto. 
Togliete dal fuoco e fate intiepidire. State attenti alla temperatura perché dovrete scioglierci il lievito (che non vuole il caldo ma solo il tiepido). 
Quando la tipica schiuma compare in superficie, il vostro lievito è pronto per l'impasto. 
Mettete  nella ciotola della planetaria la farina, il composto di latte-burro-zucchero-lievito e il sale.
Impastate con il gancio a velocità moderata fino a che il panetto non pulirà bene la ciotola ed avrà un aspetti liscio ed elastico. Aggiungete farina se necessario. Non deve essere appiccicoso. Questo dipenderà dalla farina che userete. Fate lievitare per un'ora e mezza coperta ed in luogo tiepido.
Una volta pronta la pasta, toglietela dalla ciotola e sgonfiatela, arrotolatela in una grossa salsiccia e ricavate 9 palline di c.ca 80 g l'una. Quando avrete la vostra pallina, bucatela al centro con il dito indice e con molta delicatezza cercate di allargare il buco il può possibile (questo tenderà a richiudersi in cottura come ha fatto con i miei bagels)
Quando sono pronti, fateli riposare ancora una decina di minuti e poi tuffateli un po’ alla volta in una pentola capiente in cui avrete fatto bollire dell'acqua. 
Questi galleggeranno su un lato. Contate fino a 20 lentamente quindi girateli con una schiumarola e contate nuovamente fino a 20. Scolateli e fateli asciugare su un panno pulito.
Sistemate ora i bagels su una teglia coperta di carta forno, spennellateli con il tuorlo diluito con un cucchiaio di acqua e cospargeteli con i vostri semi preferiti (io ho usato sesamo e papavero). 
Infornate a 220° per 10 minuti, abbassate poi la temperatura e cuoceteli altri 10 minuti, infine abbassate ancora a 180°C e terminate la cottura, altri 10 minuti circa.
Lasciateli intiepidire su una gratella. Dopo godete!
In casa mia li abbiamo farciti come da tradizione: salmone e creme cheese; scrambled eggs, pomodori e maionese; prosciutto affumicato, insalata e fettine di Emmental. 
Ma la fantasia ha tante potenzialità. Usatele. 
PS - Fatene tanti e congelateli. Tostati sono ancora più buoni!



domenica 19 gennaio 2014

Tajine di Cinta Senese al sidro con peperoni e pita per l'MTC

I'll be waiting - Lenny Kravitz
Delle millanta caccavelle accumulate in quasi 20 anni di matrimonio e tre anni di blog, la mia Tajine di Meknes è sicuramente quella che amo di più e che un giorno, quando avrò una casa grande, metterò in bella vista affinché venga ammirata da tutti.
La desideravo tanto e mio marito me l'ha riportata dopo un viaggio in Marocco, avvolta nelle camice sporche e ripiena di calzini e canottiere per proteggerla dagli urti della viaggio.
E' un coccio semplice, di terracotta rossa, senza smaltatura né disegni (tranne un delizioso fregio sul vertice del coperchio), come invece hanno i tradizionali piatti di servizio.
Questa è la Tajine con cui le donne marocchine cucinano ogni giorni ed io vorrei avere occasione di usarla più spesso.
Se deciderete di viaggiare nei paesi nordafricani, mettete conto di lasciare spazio nella vostra valigia per accomodarci una Tajine, il cui costo per altro, si aggira intorno alla spaventosa cifra di 4 euro (coperchio incluso).
Questa suppellettile è utilizzata per le lunghe cotture ed il concetto base della sua struttura, è un po' quello della pentola a pressione, dove il vapore che si sprigiona dal cibo in cottura a contatto con i liquidi in cui è immerso, resta imprigionato all'interno del cono di terracotta e ne fuoriesce copiosamente a ritmi alterni, consentendo agli alimenti di preservare tutti i propri sapori, assorbire gli aromi delle spezie ed erbe aromatiche e soprattutto conferire al cibo estrema morbidezza.
Perfetta quindi per preparare un piatto per la nuova sfida MTC di gennaio, dove lo spezzatino e la lunga cottura hanno un posto d'onore.
Che Tajine sia allora, ma senza il carattere speziato e magrebino da Suq che questo oggetto lascia presagire.
A partire dalla carne che ho scelto: maiale. 
Completamente out nella cultura mussulmana (e spero che nessuno me ne voglia per questa scelta).
Avrei voluto utilizzare il cinghiale, che non sono riuscita a trovare (perché da noi va prenotato dal cacciatore e non è che conosca tutti 'sti appassionati di caccia).
Così mi sono ricordata di avere la fortuna di vivere in una provincia dove esiste una razza autoctona, la Cinta Senese, e che il sapore di questa carne favolosa proveniente da un maialino nero con una banda bianca che lo circonda come una cintura,  crescendo libero di nutrirsi dei frutti del bosco, di per se vale il piatto.
La carne di cinta, contrariamente alle razze tradizionali tipo la Large White, ha una interessante marezzatura grassa un po' in tutte le sue parti. A cottura ultimata, ed in particolare nei salumi, ricorda sentori di nocciola, di tostato, che mi fanno impazzire.
Per lo spezzatino va assolutamente utilizzata la spalla, più tosta ma ricca di venature grasse perfette per la cottura lunga ed in umido (la ricetta più tradizionale qui da noi è "la scottiglia", lo spezzatino di maiale in rosso).
Ho deciso di utilizzare del sidro di mele con cui marinare la carne e in cui successivamente cuocerla, per conferire un lieve tono di dolce (che la carne di maiale ama e da cui è valorizzata), aggiungendo due ingredienti "speciali", che arrivano da lontano ma che ultimamente mi piace azzardare nei miei piatti: melassa e polvere di melograno.
Come verdura ad accompagnare la cottura della carne, ho scelto dei peperoni rossi, dolci ma con un retrogusto amarognolo e per finire, il tocco mediorentale della pita per accompagnare il delizioso intingolo finale.
Un esperimento ben riuscito ed apprezzato anche dalla famiglia.
Ingredienti per 4 persone
Per lo spezzatino
1 kg di spalla di Cinta senese
2 peperoni rossi
1 bottiglietta di sidro di mele (33 cc)
1 cucchiaio di melassa di melograno
2 cucchiai di polvere di melograno
1 cucchiaio di pepe nero in grani
2 foglie di alloro
2 cucchiaini di paprika dolce
2 spicchi d'aglio
1 rametto di rosmarino
3 cucchiai di farina 00
olio extravergine
sale qb
Per la pita (ricetta di Claudia Roden) - 4 pani
250 g farina 00
7 g di lievito di birra
1 pizzico di zucchero
1 pizzico di sale
150 ml di acqua
1 cucchiaio di olio extravergine
Preparate la marinata: tagliate la carne in bocconcini di c.ca 3 cm di lato ma non siate tanto precisi, non è così importante. Non eliminate le parti grasse, assolutamente.
Mettete la carne in una larga ciotola, versatevi il sidro ed aggiungete il pepe, la polvere di melograno, la paprika, le foglie di alloro, mescolate un attimo e coprite con una pellicola. Lasciate marinare per un paio d'ore o tutta la notte.
Preparate i peperoni: scaldate il forno a 220 °C e mettete i peperoni su una placca rivestita da carta da forno. Fate cuocere per c.ca 30 minuti, girandoli di tanto in tanto, fino a che non risulteranno morbidi ed abbrustoliti sulla pelle.
Toglieteli dal forno e metteteli immediatamente dentro un sacchetto di plastica, chiudendolo senza stringerlo sulle verdure, in modo che queste possano "sudare" e favorire il distaccamento della pelle dalla polpa. Lasciatele lì per c.ca 15 minuti, quindi spellateli, operazione che a questo punto sarà velocissima e facile.
Togliete il picciolo tirandolo verso di voi (verrà via facilmente), apriteli con un coltello affilato, eliminate i semi (se necessario passateli velocemente sotto l'acqua corrente) e tagliateli a filetti. Mettete da parte.
Scolate la carne dalla marinata e mettete i pezzetti di carne su un piatto. Se necessario, tamponateli con la carta da cucina.
Infarinate lo spezzatino.
In una larga padella dal fondo pesante, mettete 3 cucchiai di olio, l'aglio ed il rametto di rosmarino.
Fate scaldare l'olio in maniera che si insaporisca e si profumi con gli aromi, facendo attenzione che non brucino muovendoli con un cucchiaio di legno. Quando l'olio sarà ben caldo, eliminate gli aromi ed aggiungete la carne (scuotendola un po' prima di versarla), e fatela rosolare su tutti i lati a fiamma vivace per 7/8 minuti.
Su un'altro fornello dotato di spargifiamma, fate scaldare la Tajine. Avrà necessità di qualche minuto prima di raggiungere la giusta temperatura.
Quando la carne sarà rosolata, trasferitela nella Tajine.
Versate il cucchiaio di melassa di melograno nella marinata e scioglietela bene.
A questo punto versate la marinata sulla carne, abbassate la fiamma e coprite con il cono di coccio.
Versate un po' di acqua fredda nell'incavo che si trova sopra il coperchio e che serve a far circolare i vapori all'interno della pentola ed a cuocere il tutto alla perfezione.
Dopo cca 15 minuti dall'inizio della cottura, comincerete a notare la fuoriuscita dei vapori: questo indicherà che tutto sta avvenendo in maniera corretta.
La carne dovrà cuocere per c.ca 1h30. Salate la carne a metà cottura.
Controllate periodicamente che la carne sia sempre immersa nel liquido: potrete alzare il coperchio senza precludere una buona cottura. Se necessario (a me non è servito), potrete aggiungere del brodo vegetale.
A c.ca 15/20 minuti dalla fine della cottura, aggiungete i peperoni alla carne, e mescolate con delicatezza. Lasciate poi cuocere senza muovere la carne.
Una volta pronta, togliete il coperchio e servite in tavola direttamente dalla Tajine. Ricordate che il coccio manterrà la temperatura caldissima molto a lungo, quindi fate attenzione a maneggiarla.
Preparate la pita (c.ca 2h30)
Sciogliete il lievito in 50 ml d'acqua tiepida ed un pizzico di zucchero.
Attendente che il lievito si attivi (una decina di minuti) e quando sulla superficie vedrete la classica schiumina, versatelo sulla farina miscelata al pizzico di sale, che avrete versato a fontana all'interno della ciotola della planetaria (o su una spianatoia). Fate attenzione che la ciotola della planetaria sia tiepida.
Aggiungete un cucchiaio di olio extravergine (che conferirà al vostro pane maggiore morbidezza), e cominciate ad impastare energicamente con il gancio o a mano (a mano dovrete impastare per 10/15 minuti mentre a macchina sarà più veloce). Versate 100 ml di acqua o quanta ve ne prenderà la farina. Il composto non dovrà essere appiccicoso.
Quando la pasta si sarà staccata dalla ciotola lasciandola lucida ed avrà un aspetto liscio ed elastico, trasferitela in una ciotola che avrete ben unto con olio extravergine.
Fate rotolare la pasta nella ciotola in modo che si cosparga di olio e lievitando non si secchi, quindi coprite con un telo inumidito e fate lievitare in luogo tiepido per 1h30/2 ore c.ca
Quando la pasta sarà raddoppiata di volume, toglietela dalla ciotola e lavoratela qualche minuto sulla spianatoia, quindi dividetela in 4 parti.
Ricavate delle palline che stenderete con l'aiuto di un po' di farina, usando la mano o il matterello, ad uno spessore di c.a 1/2 cm.
Mettete i pani su un panno infarinato, cospargeteli di farina e copriteli con un altro panno lasciandoli lievitare il tempo necessario a scaldare il forno.
Accendete il forno a 250° (il massimo del vostro forno), e fatelo scaldare per almeno 20 minuti.
Ungete una teglia con olio extravergine e quando il forno è pronto, fatela scaldare bene per 5 minuti, quindi con estrema delicatezza trasferite i pani distanziati uno dall'altro, sulla teglia bollente.
Spruzzateli con un po' di acqua tiepida e metteteli in forno per 6/10 minuti.
Vedrete che dopo 3 o 4 minuti i pani cominceranno a gonfiarsi producendo la tradizionale tasca.
Una volta pronti, toglieteli immediatamente dalla teglia e posizionateli su una gratella.
Per mantenerli morbidi ed elastici, conservateli ancora caldi, in un sacchetto di plastica fino al momento di servirli.
Con questa ricetta partecipo all'MTC di gennaio sullo Spezzatino delle Calugi Sisters.




venerdì 17 gennaio 2014

The perfect pies: dolcezza per lo Starbooks di oggi

American Pie - Don McLean live
Oggi è il mio turno per raccontarvi una splendida ricetta tratta dal nuovo libro del mese, "The Hairy Biker's perfect pie".
Che in due parole potrei definire "la Bibbia delle pies".
Vi invito caldamente a passare per una visita perché il nostro blog Starbooks ha da questa settimana, un nuovo layout: una veste fresca e divertente che sicuramente amerete, con una ricca sezione di argomenti   e novità di cui sarete sorpresi.
La ricetta che presento oggi è una golosa pie di ricotta, diversa dalle tante torte di ricotta che conosciamo tradizionalmente, bella a vedersi ed assolutamente magnifica all'assaggio.
Basta un piccolo click qui e potrete scoprire tutti i segreti di questa torta deliziosa e di un libro pieno di grandissime ricetta.
Buona lettura.

lunedì 13 gennaio 2014

Due Compleanni ed un Contest per stare bene!

Dont' stop 'til you get enough - M. Jackson
L'anno è ripartito da poco.
Con lui è tornato il mio compleanno ed anche quello di questo spazio, mio e vostro.
Che oggi compie tre anni! Auguriiiii! 
Lo so sono scema, ma questo blog non ha alcun senso senza voi.
A' voglia a scrivere, fotografare, cucinare e raccontare panzanate se nessuno le legge!
Invece io sono fortunata e felice perché in questa casa, negli ultimi tre anni siete passati in tanti.
Vi siete fermati, avete preso una fetta di torta, un biscotto, una forchettata di pasta, una coscina di pollo fritto, una canzone e molto spesso anche il mio cuore. E ve lo siete portato. 
Così, siccome a me non piace fare le cose da sola - sono una tipa da squadra, da compagnia, da caciara - ho pensato che una festa degna di questo nome debba essere fatta in tanti ed avere anche un bel regalo.
Che però io faccio a voi!
Ormai mi conoscete o almeno in tre anni avrete imparato a farlo: a me non piacciono le cose "normali".
Così per scoprire qual'è questo regalo, dovrete armarvi di pazienza e leggere questo post fino in fondo, se avrete voglia.
Il fatto è che ultimamente sto avendo dei problemini di salute.
Niente di che, cioè, problemi risolvibili e che sono frequentissimi in molte persone, ma che mi costringeranno a modificare in maniera piuttosto radicale il mio modo di nutrirmi e di cucinare.
Ho scoperto di avere la tiroide autoimmune e dovrò cercare di eliminare dalla mia dieta moltissimi ingredienti tra cui i miei adorati "zuccheri".
Paradossalmente quello che mi ha creato più panico, non è stato l'annuncio di questa sindrome, ma il venire a conoscenza di questo aspetto: la golosa che è in me ha subito un tracollo!
Come spesso succede nella vita, ci sono incontri e coincidenze che capitano proprio quando ne hai bisogno e nel mio caso, la mia amica Pamirilla, che sicuramente molte di voi ricordano per il suo splendido blog "Io porto il dolce", è uno di questi.
La Pami è tornata a Roma dopo un periodo toscano ed ha ripreso a tempo pieno la sua attività di pasticciera, lavorando per un forno della capitale, dal nome fortissimo: "Cose dell'altro pane".
Questa lungimirante azienda, proprietà di Maria, una donna attiva ed entusiasta, è situata all'interno di un antico monastero e realizza esclusivamente prodotti da forno senza glutine.
Ma anche senza lattosio, senza grassi idrogenati, senza zuccheri complessi, senza conservanti. Utilizzando ingredienti di altissima qualità e facendo vera pasticceria per tutti! 
Ed è proprio Pami che nell'ultimo anno ha realizzato per questa azienda una linea di pasticceria naturale dal nome èsSenza, che vi invito a visitare per capire la splendida selezione di dolci e salati che nulla hanno da invidiare ad una tradizionale pasticceria.
è'sSenza ha una mission: portare la pasticceria naturale sulle tavole di tutti, senza distinzione tra intolleranti, allergici, celiaci e persone senza alcuna problematica alimentare.  
E qui si è accesa la lampadina: perché non possiamo farlo anche noi? 
Quando si parla di prodotti senza glutine, si pensa subito alla celiachia ed a intolleranze ad esso legate, ma credo sia ormai risaputo che diminuire la presenza di glutine nella dieta di chiunque sia una prassi salutare e da promuovere.
Così come cercare di sostituire farine e zuccheri raffinati, grassi animali ed idrogenati, preferendo farine alternative o integrali, olio extravergine, miele, malto, ecc.
Allora Pamirilla ed io vogliamo mettervi alla prova.
Giocate con noi da oggi fino al 31 di marzo: E' senza? E' buono! 
VENIAMO AL REGOLAMENTO!
  1. Il contest si apre oggi 13 gennaio e si chiuderà alla mezzanotte del 31 marzo del 30 aprile. Di concerto con Cose dell'altro pane, abbiamo deciso di darvi più tempo per realizzare le vostre ricette "senza".
  2. Possono partecipare solo i possessori di un blog (per motivi organizzativi). 
  3. Se vi farà piacere, potrete mettere un Mi piace sulla pagina FB di Cose dell'altro pane e sulla mia ;)
  4. Potrete preparare fino a 4 ricette, una per ognuna delle seguenti categorie: Prodotti per la colazione (tipo cornetti, girelle, sfogliatine, ciambelloni, plumcake, ecc.) - Pasticceria fine e pasticceria da the (come pastine di mandorle, o vis mollis, brownies, shorbread, biscottini, ecc) - Prodotti da forno salati (come grissini, crackers e schiacciate, focacce, pizze, ecc.) - Pasticceria salata (tipo salatini da cocktail, biscotteria salata da buffet, cake, ecc). SONO ESCLUSI prodotti freschi tipo quiches e torte salate così come torte da compleanno con creme o similari. 
  5. RELATIVAMENTE AGLI INGREDIENTI, SONO PROIBITI: grassi insalubri e/o altamente dannosi per il colesterolo, i grassi idrogenati e la margarina, conservanti, coloranti artificiali e sciroppo di glucosio o sciroppo d'agave e le seguenti farine: frumento, segale, orzo, avena, farro, spelta, Kamut.
  6. SONO INVECE CONSENTITI: L'olio extravergine, il burro di alta qualità, i lieviti chimici, la fecola di patate, riso e farina di riso, farina di ceci, farina di grano saraceno, patate, fecola di patate, amido di mais, farina di mais, farina di castagne, lenticchie e farina di lenticchie, miglio, quinoa, amaranto, tapioca, farina di mandorle, nocciole, pistacchi, ecc. 
  7. SONO GRADITI frutta secca di qualità, ingredienti integrali, miele di tutti i tipi, spezie ed erbe aromatiche.
  8. OGNI RICETTA deve avere almeno un ingrediente quale una farina naturale (ceci, mais, lenticchie, ecc), o un dolcificante alternativo al saccarosio oppure uno zucchero di alta qualità non edulcorato, o un grasso alternativo non animale come olio di mandorle, ecc, o ovviamente più di uno di questi elementi. 
  9. E' CONSENTITO realizzare anche ricette non Gluten Free, in particolare per la sezione dei prodotti da forno salati, con una particolare attenzione a farine antiche, rare ed a basso contenuto di glutine, nel rispetto del regolamento sopra indicato. 
  10. SICCOME molte di voi sono esperte in cucina naturale e senza glutine, accoglieremo con piacere  l'utilizzo di ingredienti non presenti nella lista (perché ce ne sono tanti e sono liberamente utilizzabili) e per sicurezza in caso di dubbi, questo Contest prevede un tutoraggio.
  11. TUTORAGGIO: la novità di questo contest è che ognuna di voi potrà lavorare e creare la propria ricetta attraverso un filo diretto con PAMIRILLA, a cui potrà chiedere consigli, sciogliere dubbi ed avere chiarimenti su tecniche e procedure. Questo per tutta la durata del Contest. Pami sarà felice di lavorare fianco a fianco a voi. Scrivetele! 
  12. Inserite il banner del Contest sulla vostra sidebar con link a questo post e su ogni post con cui parteciperete.
  13. Lasciate il link della vostra ricetta su questa pagina indicando la categoria per cui partecipate,  inserite il banner, il link a questo post ed a Cose dell'altro pane. 
  14. POTRANNO GUADAGNARE PLUS tutti quei post in cui verrà "raccontato" un particolare ingrediente utilizzato nella ricetta, in riferimento alle sue proprietà benefiche, alle sue caratteristiche ed origini e segnalata un'azienda meritevole di attenzione per la sua attività produttiva tesa ed attenta alla sostenibilità e qualità. 
ED ORA VENIAMO AL PREMIO! 
TADANNNN!
Questa volta niente pentole, caccavelle o farine ma vera e propria formazione sul campo.
Per la prima volta, tra tutte le ricette partecipanti, Pamirilla e Maria, proprietaria di Cose dell'altro pane in qualità di giudici, selezioneranno le 15 migliori ricette.
Le 15 migliori ricette consentiranno alle loro ideatrici, di trascorrere un'intera giornata a Roma, all'interno del forno Cose dell'altro pane dove "diventeranno" veri pasticcieri per un giorno.
Inoltre, il 5 APRILE 2014, (comunicheremo presto la nuova data della premiazione) giorno dell'evento, verranno annunciate le 3 ricette vincitrici che per l'occasione verranno realizzate personalmente da tutte le/i partecipanti, sotto la guida del capo pasticciere Pamirilla, che vi seguirà in tutte le fasi, dalla preparazione al confezionamento del prodotto finito. In pratica, tutti saranno vincitori e 3 ricette verranno realizzate!
Alla fine della giornata ognuna di voi porterà con sé il risultato del proprio lavoro ed un'esperienza che sicuramente vi sarà di grande stimolo.
Potrete toccare con mano la realtà di un'azienda di alta qualità che lavora in un settore specifico,  potrete confrontarvi con dinamiche importanti, come quelle del rapporto qualità/prezzo di un prodotto, delle tempistiche di produzione, del marketing e dell'immagine del  packaging.
E vedrete realizzata la vostra ricetta su scala "aziendale"!
Sappiate però che se tra le 15 ricette vincitrici ci fossero alcune ricette non gluten free, queste non potranno essere riprodotte in quanto il forno è totalmente Gluten free, non contaminabile con prodotti diversi.
Allora, vi piace l'idea?
Spero solo che vorrete mettervi in gioco e che parteciperete con entusiasmo. 
Vi lascio con una ricetta di lancio e vi invito ad andare a leggere il post della vostra TUTOR dove troverete ulteriori informazioni ed aiuto.

NOTA BENE: LEGGETE QUESTO POST PER ULTERIORI AIUTI E CHIARIMENTI

Trancetti di frutta secca al cacao.
Una ricetta assolutamente gluten free, senza uova, senza burro né grassi se non quelli della frutta secca, nessuno zucchero raffinato.
Un discreto apporto di calorie ma assolutamente sana e soprattutto di una bontà da farsi del male.
Potete darli ai vostri bimbi a merenda, ma sono certa che li terrete nascosti, perché non potrete farne a meno. In più, si prepara esattamente in 10 minuti più il passaggio in forno!
Ingredienti per 10 persone:
250 g di miele di acacia
100 g di fecola di patate
40 g di cacao amaro
40 g di Grand Marnier
3 g di cannella in polvere
1 semi di una bacca di vaniglia
10 g di scorza grattugiata di una arancia non trattata
400 g di frutta secca a piacere (io ho usato 50 g di fichi secchi tagliati a listarelle, 50 g di mandorle tostate senza pelle, 50 g di nocciole tostate, 50 g di pistacchi, 50 g di arancia candita, 50 g di pinoli, 50 g di ciliegie disidratate, 50 g di noci. )
Mettete il miele sul fuoco insieme alla scorza d'arancia ed alla vaniglia e fate sciogliere a calore dolcissimo. Quando la consistenza sarà come quella dell'acqua, fluidissima, togliete il miele dalla fuoco ed aggiungete la miscela della frutta secca. Mescolate con un cucchiaio di legno affinché sia ben avvolta dal miele, quindi aggiungete le polveri miscelate e setacciate.
Mescolate bene: vedrete formarsi una lucidissima crema cioccolatosa che abbraccia la frutta e l'avvolge profumatamente.
Versate il composto in uno stampo da plum cake foderato solo sulla lunghezza da carta da forno inumidita e strizzata. Livellatelo con un cucchiaio pressando la frutta in modo da schiacciarla bene e mettete in forno preriscaldato a 160° C per 30/40 minuti. Ricordate che il passaggio in forno non serve a cuocere il dolce ma solo a rassodarlo.
Fate raffreddare completamente nello stampo e poi estraete il dolce aiutandovi con la carta da forno.
Tagliatelo a quadrotti con un coltello affilato e controllatevi!

RICETTE PARTECIPANTI
PRODOTTI PER LA PRIMA COLAZIONE
  1. Vortici Brioches di Veronica Peccati di Dolcezze
  2. Plum cake speziato con banana, uvetta ed ingrediente segreto di Isable Wolf Lair
  3. Cake alla castagna gluten free di Alice La Cucina di Esme
  4. Plum cake alle clementine di Chiara Cucinando con mia sorella
  5. Plum cake rustico al profumo di mandarino di Giulietta Alterkitchen
  6. Torta sabiosa de farina zala di Anna Maria La Cucina di QB
  7. Torta di mele alla moda di aran goyoaga di FabiPasticcio 
  8. Un dolcetto per la colazione di Feelfreeglutenfree
  9. Muffin al cioccolato e banane di Paola di In cucina con Paola
  10. Torta rovesciata alle mele e lichi di Satsuki en cuisine
  11. Starbuck pumpkin bread gluten free di Fabipasticcio
  12. Torta soffice senza burro di Cinzia Essenza in cucina
  13. Torta al cioccolato, noci e prugne di Annalu e Fabio di Assaggidiviaggi
  14. Fluffosissima al limone di Monica Dolcigusti
  15. Torta alla ricotta con mandorle di Imma Dolci a gogo
  16. Brioche senza zucchero né burro di Teresa Scatti golosi
  17. Torta bicolore alle mandorle de L'avvocato nel fornetto
  18. Muffin "Senza" di Stefania Cardamomo & co
  19. Piccoli cake al grano saraceno di Journeycake
  20. Torta all'arancia gluten free di Gabila Panedolcealcioccolato
  21. Ciambellone di mais ai fiori di lavanda di Ale Dolcemente inventando
  22. Biscotti tostati all'arancia di Francesca Colazione da Frankie
  23. Torta Isotta di Color Crema
  24. Tortine ciocco pera senza zucchero di Stefania Profumi e Sapori
  25. Torta di zucca e amaretti di Cakes dolci facili 
  26. Ciambella gluten free di Laura Home Made 
  27. Muffin mandorle e limone gluten free di La Greg
  28. Scones senza glutine de La Gaia Celiaca
  29. Pan di spezie gluten free di Dolci in Boutique
  30. Caprese all'arancia di Dann CucinaAmoreMio
  31. Torta Cacao e cocco gluten free di Annarita Il bosco di Alici
  32. Torta di mele e mandorle gluten free di Sono io Sandra 
  33. Torta morbida al cacao con soli albumi della Zia Consu
  34. Torta di mele cocco e mandorle di An Lullaby
  35. Vegan brownies gluten free di Bianca Vaniglia Rossa Cannella
  36. Plumcake ai pistacchi gluten free di Coccole di Dolcezza
  37. Torta di patate dolci e cioccolato bianco di Glu-Fri
  38. Cake con farina di riso venere e bacche di Goji di Parole in Padella
  39. Plum cake integral all'avena e frutti di bosco de Il risotto perfetto
  40. Ciambella allo sciroppo d'acero gluten free di Gaia La gaia Celiaca
  41. Muffin Vegan alle mandorle di Due amiche in cucina 
  42. Ciambella al cocco e cioccolato di Silvia di Tra Fornelli e pennelli 
  43. Muffin di mais e nocciole del Macina Caffè
  44. Plum cake all'arancia senza burro ne farina di Cioccolato Amaro
  45. Ciambelline alla ricotta con glassa al cacao di La Greg
  46. Plumcake alla farina di castagne con mandorle e arancia, gluten free di Loredana La cucina di mamma
  47. Ferratelle equosolidali di Sabina Cookn' book
  48. Raspberry Bakewell cake di Mimma e Marta Dolcetti e scherzetti
  49. Quadrotti di mais all'arancia di Giulia La zucca candita. 
  50. Madelaines aux epices gluten free di Valentina di Impastando si impara. 
  51. Trancetto di apple cake a modo mio di Ricette di Cultura
  52. Plumcake con faina di ceci di Cristiana Boefalamode
PASTICCERIA FINE E PASTICCERIA DA THE
  1. Biscottini di miglio alle spezie di Isable Wolf Lair
  2. Biscotti gluten free di Gabila Panedolcealcioccolato
  3. Frollini con noci brasiliane di Nicole di Senza latte senza uova
  4. Chiacchiere veloci gluten free di Veronica Peccati di Dolcezze 
  5. Sacher moments di Ale Dolcemente inventando
  6. Torta di carote e mandorle di Framm Il mondo di Framm
  7. Pain d'epice di Satsuki en cuisine
  8. Cuoricini con frolla di riso di Alice e Ellen Pane Amore e Celiachia
  9. Praline alla nocciola senza zucchero di Stefania Profumi e Sapori
  10. Piccole capresi all'olio d'oliva di Valy  Valycake
  11. Biscotti cuor di mela di Felicia Le delizie di Feli
  12. Biscottini all nuts di Cristina Vissi d'Arte e di Cucina
  13. Choco cookie gluten free di Marghe Cannella e Confetti
  14. Biscotti rustici vegan di Marzia La teverna di Arna
  15. Biscotti con farina di ceci, nocciole e gocce di cioccolato di Francy Burro e Zucchero 
  16. Biscottini con farina di ceci, mandorle e bacche di goji di No sugar please
  17. Nocciolotti di Una fetta di paradiso
  18. Biscottini ai frutti rossi di Simo's Cooking
  19. Biscotti di miglio con semi di chia e papavero di Jouney Cake
  20. Torta alle noci di Susi de Il Macina Caffè 
  21. Biscotti con grano saraceno e uvetta di Consuelo I biscotti della zia 
  22. Tortine cioccolato e nocciole di Dann CucinaAmoreMio
  23. Pasticcini all'arancia anti-spreco di La raviola vagabonda 
  24. I krumiri gluten free de La banda dei Broccoli
  25. Bacetti con farina di castagne di Valentina Impastando si impara
  26. Cantucci di riso e quinoa di Coccole di dolcezza 
  27. Sbrisolone vegan all'arancia di Due amiche in cucina
  28. Ciambelline di riso al lime di Isabel la cucina Teorica
  29. Paste di mandorla di Rossella Delicious 
  30. Cocopops alle nocciole gluten free di Dolci Pasticci 
  31. Zaleti di Elisa Fiordicappero
  32. Cookies di tapioca con fragole e cioccolata gluten free di Angela Dolci in Boutique
  33. Easter cookies di La Ginestra e il mare
  34. Mini coch di amaranto di Mari Lasagnapazza 
  35. Duchessa con mandorle e marmellata di amarasche di Gourmandia Chef 
  36. Biscotti al limone e olio extravergine di Chiara La cucina dello stivale 
  37. Biscotti di riso ripieni di marmellata di Morena in cucina
  38. Biscotti gluten free al riso soffiato di Tiziana l'Ombelico di Venere
  39. Krumiri di riso e quinoa di Luigi Color Crema 
  40. Finti tozzetti alla farina di pistacchio di Cristiana Boefalamode
  41. Biscotti di mais e mandorle con bacche di goji di Mai Il colore della Curcuma
PRODOTTI DA FORNO SALATI
  1. Grissini di mais di Paola Cucinando con Paola
  2. Pain cabosse a la mode di Sonia di Fabipasticcio 
  3. Bloomer alla quinoa senza glutine di Fabipasticcio
  4. Pane naturale di grano duro di Macina Caffè
  5. Focaccine di patate blu di Silvia Il peperone verde
  6. Focaccia salsiccia e carciofi di Peccati di dolcezze 
  7. Crackers vegani alle mandorle di Stefania Cardamomo & Co
  8. Shortbread salati con mandorle, pomodorino secco ed olive nere di Stefania Profumi&Sapori
  9. Cake al prosciutto e melone di Antonietta de La Trappola golosa 
  10. Crackers senza glutine di Journeycake
  11. Cestini di pane con radicchio rosso, stracchino e noci.
  12. Bocconcini di pane alle patate di Ale Dolcemente inventando 
  13. Pane ai fichi e uvetta gluten free di Cristiana Beoufalamode
  14. Grissini di farina di ceci con sesamo di Dann Cucinaamoremio
PASTICCERIA SALATA
  1. Salatini al grano saraceno di Fabipasticcio
  2. Biscotti salati al sesamo nero di Marina La Tarte Maison
  3. Crackers con farina di mandorle e semi di Chia di Silvia Tra fornelli e pennelli
  4. Lune salate di Stefania Le ricette di Pepi
  5. Financiers salati di Ale Dolcemente inventando
  6. Biscotti rustici quinoa mandorle e pinoli
  7. Frollini salati glutenfree con pistacchi, nocciole e pepe di Pane amore e celiachia
  8. Grissini di riso e ceci de il Macinacaffè
  9. Biscotti gluten free con basilico, olive e sale rosa di One in a Million
  10. Sablé allo Stilton gluten free di Cristiana Boeufalamode
  11. Biscotti gluten free al gorgonzola di Tiziana L'Ombelico di Venere
  12. Biscotti con farina di ceci e salvia gluten free di Parole in Padella

FUORI CONCORSO
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venerdì 10 gennaio 2014

Fave e cicoria e lo splendore di un borgo antico: Bitonto.

Lu pollo cusutu 'culo - Checco Zalone
Fave e cicoria ovvero: l'ode alla semplicità! 
Se esiste un piatto povero che potrei mangiare fino a sentire uno strappo nei pantaloni, quello è proprio il modestissimo Fave e Cicoria.
Che se potessi, chiamerei in dialetto nella bella lingua della sua terra, la Puglia.
Pugliese non sono, ma fortemente innamorata si, per cui oggi farò una piccola immersione in quella regione, che ho potuto riabbracciare proprio prima del Natale, in una tre giorni intensa e soleggiata nella piccola e poco conosciuta città di Bitonto.
Insieme a tre amiche speciali ed a persone che ti aprono la porta della loro casa come si fa con un parente che non si vede da lungo tempo, che ti accolgono con gli occhi sempre sorridenti, con la battuta pronta e la voglia di scherzare che non manca mai.
I pugliesi sono così e non si può non perderne la testa.
Se poi, dietro allo scherzo, ci sta anche una bella fetta di "fugazza", allora non c'è proprio nulla che li batta!
A Bitonto sono tornata dopo 4 anni, grazie all'ultima tappa di Girolio 2013, organizzato dall'Associazione Nazionale Citta dell'Olio  ed il Comune di Bitonto.
L'ultimo di una serie di interessanti eventi all'interno del progetto MedDiet di cui ho già parlato qui.
Non vi tedierò con troppe parole ma mi farò aiutare dalle immagini, come sempre, perché sono quelle che poi ci trascinano in luoghi lontani anche solo con la fantasia.
Vi parlerò di Bitonto come una turista, una che ama viaggiare e che del viaggio ha fatto il suo lavoro, così magari, un giorno non molto lontano, deciderete anche voi di fare una tappa tra queste mura di pietra chiara.
Bitonto è piccola, ma neanche tanto se si pensa che gli abitanti sono c.ca 56.000, poco meno di quelli della mia città, e si trova nella provincia di Bari.
Da qui, l'unico mare che si vede, è quello degli oliveti che la circondano quasi a proteggerla dietro una barriera argentata.
Il centro storico è un reticolato di viuzze, passaggi stretti, gallerie vicinali, corti e palazzi cinque/seicenteschi in pietra chiara dalla bellezza travolgente.
Non ci siamo perse nel nostro girovagare, grazie alla presenza di una guida bravissima, la simpatica Chiara Cannito, che non ci ha abbandonato un attimo, mostrandoci gli angoli più incantevoli della città.
La cosa più incredibile è stato apprendere che il centro città si è lentamente spopolato negli ultimi 40 anni, lasciando disabitati la maggioranza di questi eleganti palazzi.
Ma negli ultimi anni stanno riprendendo vita grazie alla lungimiranza di appassionati.
Se deciderete di pernottare a Bitonto, sappiate che non ci sono Hotel ma una rete di b&b assolutamente splendidi, molti dei quali situati all'interno di queste strutture storiche.
E per essere coccolati con un costo medio di € 40 a notte, credetemi il gioco vale la candela.
Arrivando a Bitonto, accederete al centro storico dalla Porta Baresana, imponente porta in pietra bianca che guarda in direzione di Bari.
Chiara ha visto bene di aprire le danze prendendoci per la gola, con la sosta ad una delle pasticcerie artigianali storiche del centro città: Boccabò, proprio a due passi dalla porta. Come dire: i bocconotti più buoni della storia!
Giusto per spiegare a chi non è della zona: i bocconotti sono delle pastarelle di frolla tirata molto sottile e dalla ricetta segreta, ripiene di ricotta freschissima e cotte al forno. Di una bellezza delicata e antica.
Non mancano mai sulle tavole della festa a Bitonto, ma la storia vuole che anche i contadini che in passato lasciavano la casa per lavorare la terra restando in campagna tutta la settimana, portassero con se un bocconotto al giorno, che restava fresco per tutto il periodo (è vero, sono buonissimi anche dopo 3 o 4 giorni).
Siamo arrivate che stavano cuocendo, e li abbiamo visti palpitare da dietro il vetro del forno....
Ovviamente ditemi voi come si possa restare indifferenti a questa magia! 
La colazione era già stata fatta ma dire di no a tale bellezza, è un vero sacrilegio!
Ne sa qualcosa la famiglia proprietaria del forno, Amedeo e Mariella Savoni, che con il figlio adolescente, gestiscono con successo questa attività artigianale, fatta di grande attenzione alla qualità, alla storia della tradizione ed anche alle tasche dei loro clienti.
Ed ovviamente, secondo un rito immancabile, il primo bocconotto che esce dal forno, è per il proprietario (ma non abbiamo scoperto chi, tra Mariella ed Amedeo, sia il fortunato!).
Tutto questo per dirvi che perdere una sosta a Boccabò arrivati a Bitonto, è peccato mortale!
Ripartire per la visita dopo una così dolce sosta, non è tanto complicato.
Si attraversa il centro storico in direzione della cattedrale e ciò che si incontra è davvero incantevole.

E' incredibile pensare di essere a Dicembre con un cielo di questo colore.
La Puglia è davvero il paese del sole!
La cattedrale di Bitonto è un vero gioiello e fa parte del trittico delle cattedrali in stile romanico pugliese insieme a quelle di Ruvo e di Minervino.
Soltanto questi tre meravigliosi esempi architettonici della presenza normanna in Puglia, varrebbero un viaggio in questa regione. Vi consiglio di farlo con una guida esperta come la nostra Chiara, per apprezzare in pieno il grande valore di questo monumento, la cui visita richiederà almeno un'ora.


Essere foodblogger ha un unico neo: non ci si può esimere dall'assaggiare ciò che ti viene presentato con grande gentilezza.
Quindi quando Chiara ci ha condotto in uno dei forni più antichi della città (si parla del 1800), è ovvio che tutte noi abbiamo fatto le personcine educate e sorridendo, abbiamo detto si.
Che poi, diciamocela tutta, quanto sarà mai difficile dire di si a questo?
Il Forno di San Giovanni (U' furn de San Giuann), è un'altra realtà a completa gestione familiare.
Le deliziose sorelle Rosa ed Enza Marinelli, insieme al padre che è il "capitano" alla bocca del forno, sono i proprietari di un luogo dove restare senza fiato. Non si tratta di un forno qualsiasi.
Se vi affacciate alla bocca del forno, vi si apre una vera e propria stanza di oltre 50 mq in cui vengono ordinatamente sistemate con l'ausilio di una pala lunghissima e sostenuta da un argano ingegnoso, un numero impressionante di teglie per taralli, focacce, dolci tipici, pani, e tutto quello che la vostra fantasia riesce ad immaginare.
Questa meravigliosa famiglia, tieni in piedi una tradizione secolare, ovvero il forno ad uso conto terzi.
Vale a dire che un tempo non si andava al forno a comprare il pane, ma a cuocere quello che si preparava in casa. Un concetto ed un uso assolutamente magnifico, tutt'ora ancora valido al Forno San Giovanni, ma che sarebbe bello ripristinare in molte zone della nostra penisola.
Non c'è bisogno che vi dica che la focaccia è fantastica vero?

Dopo molte fatiche (che sono quelle di assaggiare), siamo entrate sfacciatamente in casa di una adorabile signora di Bitonto, la suocera della nostra Chiara, e l'abbiamo osservata preparare delle favolose orecchiette, con religioso silenzio (solo il rumore degli scatti era percepibile! )

Vi tranquillizzo: non abbiamo mangiato le orecchiette, purtroppo non queste, però di cose buone lungo il nostro cammino ce ne sono state tante, ma tante che se vi facessi l'elenco, vi verrei a noia!
O no?
Il pomeriggio è volato in un attimo all'interno di una splendida azienda olivicola e produttrice di mandorle nonché ciliegie ferrovia.
Si tratta del Feudo dei Verità , un'antica masseria che apparteneva in origine ad una famiglia nobile di origine spagnola e che adesso invece, è di proprietà della famiglia Delorusso.
La sorpresa più piacevole è stata scoprire che l'azienda viene intelligentemente guidata dall'abilità di una  donna, una ragazza in verità, Francesca Delorusso, che si occupa della qualità del prodotto e del settore commerciale e che ha portato l'azienda verso una direzione dinamica e di successo con l'apertura del settore di trasformazione delle mandorle prodotte, vendute ed esportate anche fuori Italia.
Per altro di una bontà unica: possono spedirle ovunque ed il costo è assolutamente onesto.
Abbiamo brindato a Francesca con l'olio appena spremuto! Evviva le donne!
Le mie stupende amiche Benedetta, Anna e Cristiana con cui ho trascorso un week end di emozione e di risate, mi hanno abbandonata la mattina della domenica, sfuggendo allo show cooking che era stato previsto dall'organizzazione insieme allo chef Emanuele Natalizio del ristorante Il Patriarca Natalizio.
Emanuele è una forza della natura, cucina da Dio e domina la scena alla grande.
Quando ho saputo che avrei dovuto cucinare con lui davanti a tutti, sono entrata modalità stand by.
Poi come al solito, è emersa la faccia a gomitolo della sottoscritta e mi sono buttata.
Prima di me però si sono esibite due belle ragazze di Bitonto, entrambe grandissime cuoche ed ho scoperto con mio grande piacere che una di loro, Elena Piscopo, è anche una bravissima blogger!
In meno di mezz'ora ha preparato un tortino di patate e polpo con pesto di rucola e crema al balsamico da leccarsi i baffi.
Anche nella splendida presentazione, ha dimostrato di essere veramente molto brava.
La mia partecipazione a Girolio si è conclusa con questo gioco sul palco, in cui ho "fatto finta" di cucinare a fianco di questo omone simpatico e pieno di energia e mi sono divertita come non mai.
Le mie facce probabilmente lo raccontano.
 Mi porto ancora nel cuore il ricordo di questi splendi tagliolini con gamberi, cime di rapa, funghi cardoncelli e pomodorini: di una facilità estrema ma di un sapore unico e pieno come il carattere dei pugliesi!
Grazie Bitonto!
E per finire, sperando che non siate svenute stremate sul computer, vi lascio la ricetta delle fave e cicoria con la speranza che vogliate provarle: sarà un colpo di fulmine anche per voi, ne sono certa!
Ingredienti per 4 persone
300 g di fave secche decorticate (le mie non lo erano)
1 patata media
1 o 2 foglie di alloro
700 g di verdura come cicoria o catalogna o cicoria selvatica
olio extravergine Terre d'Otranto Dop
Sale
Mettete le fave secche in una grande ciotola e copritele abbondantemente con acqua fredda ed un pizzico di sale. Lasciatele a bagno tutta la notte.
Il giorno dopo scolate le fave.
Sbucciate e tagliate la patata a fette di c.ca 1 cm di spessore, riponetela sul fondo di una pentola, possibilmente di coccio (io ho usato il mio coccio toscano), versatevi sopra le fave e coprite il tutto con acqua fredda. L'acqua deve coprire le fave di almeno un paio di cm.
Aggiungete la foglia di alloro e cominciate a cuocere a fuoco dolce per almeno 1h30.
All'inizio dovrete schiumare le fave perché cuocendo, il bordo si coprirà di schiuma.
Cercate di non mescolare il composto nei primi 45 minuti di cottura.
Aggiungete acqua calda quando questa raggiungerà il livello delle fave: dovranno essere sempre lievemente sommerse dall'acqua.
Aggiungete il sale una decina di minuti prima della fine della cottura, e mescolate energicamente.
Le fave si trasformeranno in una purea granulosa.
Possono essere servite frullate con un mixer a immersione o anche nella loro consistenza di fine cottura. L'arte di questa ricetta è far si che il purea di fave non sia troppo asciutto e duro, ma neanche brodoso.
Mentre cuociono le fave, lavate bene e pulite la cicoria.
Cuocetela in abbondante acqua salata per 5/6 minuti affinché resti croccante.
Scolatela.
Versate la purea di fave nel fondo di una scodella.
Prendente una forchettata di cicoria, realizzate un piccolo nido e disponetelo sul pure.
Servite irrorando con abbondante olio extravergine pugliese ed aggiungete pepe macinato fresco o peperoncino a piacere.

NOTA: scusate l'irriverenza della colonna sonora: non ho potuto esimermi. 
Un pugliese che si prende gioco dei suoi conterranei è da sentirsi male dal ridere! Vedetelo

DIMENTICAVO: NON MANCATE LUNEDI' - 
C'E' UNA FESTA DA ANDATE CON GUSTO!