lunedì 20 novembre 2017

Vellutata di zucca speziata con crema alla cannella: una serata tra Vintage People!

Figli delle Stelle - A. Sorrenti 
Mi sono lasciata lusingare da un invito.
"Ragazzeeeeee, c'è la festa dei nati nel '67 in discoteca, cena e ballo...ci si diverteee!" 
Doveva essere una serata fra sole donne, noi, "le quattro quarti" come ormai ci chiamiamo in privato. 
Invece la metà ha dato buca per impegni presi e ci siamo ritrovate in due, con i relativi boys, a vivere questa innocente evasione. 
Proposta accettata di slancio qualche settimana fa. 
Ma più la data si avvicinava, più un senso di leggero disagio si instillava nella testa. 
Allora ecco chat e telefonate d'emergenza: "Ma che diamine ci si mette in discoteca? Saranno 30 anni che non vado a ballare" - "Ma quanti siamo? Ma chi c'è?...." 
Insomma, uno strazio. Neanche ad un esame di università ero così stressata. 
Mio marito, preso dalla pietà ha accettato di accompagnarmi.
Giunti al parcheggio della Discoteca, mentre ci avviavamo verso l'ingresso, siamo stati preceduti da due tipi appesantiti, eskimo, capelli lunghi, grigi, Metallica style, jeans a bracala strappati qua e là...
"Senti, c'è una pizzeria qui dietro, che ne dici?" 
"Daiiiii....c'è Cate che ci aspetta. Andiamo, ceniamo e poi ce ne torniamo a casa se proprio proprio...."
L'abbraccio con la mia amica è di quelli che la dicono lunga (ma che ci facciamo qua?). 
Ci guardiamo e ridiamo come cretine quindi decidiamo di entrare. 
I lettori della mia generazione capiranno cosa intendo quando dico che non bisognerebbe mai abbandonarsi a viaggi di gruppo sul tappeto della nostalgia. 
Mai partecipare a quelle cene dei "20 anni", a quei ritrovi del "come eravamo". 
Il primo rischio concreto è che nessuno vi riconosca. 
O che voi non riconosciate qualcuno (il che è anche peggio). 
Il secondo è indulgere in considerazioni del tipo "miiii quanto è invecchiato", senza ammettere a voi stessi che la persona che avete di fronte sta pensando esattamente la stessa cosa di voi.
Trovo accettabile partecipare a simili reunion solo con cari amici che non vedo da tempo, perché l'affetto, quello resta immutato ed ha il potere di annebbiare la vista sull'implacabile lavoro del tempo. 
Queste serate celebrative in cui lo scopo primario dovrebbe essere quello di divertirsi, finiscono con il riempirmi di tristezza, che non è autocommiserazione intendiamoci. 
Dio me ne scampi e liberi: credo di avere ampiamente elaborato il superamento della barriera "50". 
Il problema è la consapevolezza che per qualcuno, invece, il termine "invecchiare" o "maturare" è qualcosa di cui vergognarsi o semplicemente, non è possibile nel loro caso. 
C'è il rifiuto di arrendersi all'inevitabile, perché la natura, questa simpaticona, non è che si gira indietro e ti aspetta. 
La forza di gravità è più forte dei nostri zigomi, delle nostre palpebre, dei nostri sederi e, ahimé dei nostri rigogliosi decolté, tanto vale usare discrezione. 
Eppure manipoli di coraggiose minigonnate, scollacciate, supertaccate sfidano sciatica e cervicale vestite di nulla, agitandosi in pista come serpenti frustoni in amore. 
In poche parole non mollano. 
Uomini dallo sguardo malandrino sempre a caccia, scrutano il parterre con fare indagatore, alla ricerca di cosa poi, mi è sconosciuto sapere.
Io ho ballato per tutto il tempo che sono rimasta in pista, scoprendo muscoli che avevo dimenticato (e soprattutto che si erano dimenticati di me), rischiando di volare più di una volta dai miei tacchi (non li so più portare) e cantando le canzoni della mia adolescenza (alcune delle quali veramente brutte). 
Ho riso di cuore con la mia amica e soprattutto, ho capito quanto non abbia bisogno di queste illusorie macchine del tempo per piacermi così come sono.  
Una vellutata, che non vuole essere la risposta alla mia babbionaggine, ma che certamente scalda cuore e palato più di duecento discoteche per vintage people. 
Semplice, di una semplicità così disarmante che farete prima a prepararla che a leggere gli ingredienti.
E poi a nanna senza acido lattico! 

Ingredienti per 4 persone
1 kg di zucca gialla tipo violina (o Butternut) tagliata in pezzi
400 g di patate
500 ml d'acqua
380 ml di brodo vegetale
1 porro affettato finemente (anche parte del verde)
la punta di un cucchiaino di semi di cumino
metà cucchiaino di semi di coriandolo
la scorza grattugiata di una arancia non trattata
olio extravergine qb
pepe - sale qb

Crema alla cannella
160 ml di panna fresca semimontata
1/2 cucchiaino di cannella
una macinata di pepe nero fresco

  • In una larga casseruola che dovrà contenere la vellutata, fate scaldare 3 cucchiai di extravergine in cui farete passire il porro, facendo ben attenzione a non farlo bruciare. Se necessario, aggiungete uno o due cucchiai di brodo vegetale. 
  • Quando il porro sarà bello passito, aggiungete le spezie che avrete provveduto a macinare in un piccolo mortaio riducendole in polvere non troppo fine. Mescolate e fate cuocere uno o due minuti, quindi aggiungete la zucca privata della buccia e le patate pelate, il tutto tagliato a pezzetti. Mescolate per insaporire quindi coprite il tutto con il brodo e con l'acqua portando ad ebollizione. 
  • Abbassate la fiamma e coprite e fate cuocere sobbollendo per una 20na di minuti. Quando le verdure saranno morbide, spegnete e lasciate riposare una decina di minuti.
  • Nel frattempo preparate la crema: montate la panna con la cannella: dovrà essere morbida ma leggermente sostenuta. Tenete al fresco fino al momento di servire.
  • Con un mixer ad immersione frullate la zucca ottenendo una crema fine e densa. Se necessario riportate a temperatura scaldandola prima di servirla.
  • Impiattate ben calda, rifinite con la crema alla cannella ed una spolverata di pepe macinato fresco. Servite subito. 



11 commenti:

  1. Hahaha vintage people!! Avrei voluto essere una mosca!! Scherzi a parte, so cosa intendi e condivido ogni singola parola. Passami il cucchiaio vai che s'affonda in questa strepitosa vellutata :-))

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    1. Consoliamoci mia cara...ormai siamo vintage anche noi! <3

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  2. Ogni tanto ci provano a farmi fare dei revival con "quelli con cui andavamo a ballare a 20 anni". No way! Con una scusa o l'altra ho sempre evitato. Certo mi manca il fatto di poter ballare, ma mi prende una tristezza se penso alle persone 30 anni dopo. Quindi ti capisco. E ho scoperto la danza: compensazioni della vita. Ti abbraccio <3

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    1. Guarda, se sono andata è perché io amo ballare. Sono una di quelle che è andata in discoteca 3 volte nella vita ma in quelle tre volte non è mai scesa dalla pista, neanche per andare in bagno...quindi puoi capire. Tutto il contorno invece, è very depriments! Un forte abbraccio cara Giovanna.

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  3. Avevo già avuto l'occasione di dirti quanto approvassi questa tua spensierata serata.

    Non è questione di età, ma con i vecchi compagni di scuola giammai! Quando una di loro mi ha scritto trionfante di avere ritrovato tutti su facebook (tranne me, suppongo, dato che non ci sono) e finalmente me dio sa come, ho avuto la botta di fortuna di poterle rispondere: "Cara, sono spiacentissima, purtroppo il tal giorno è il compleanno di mia mamma" senza mentire. Un sollievo!

    Ma ballare mi manca da morire, anche se la musica che mi piace è piuttosto particolare e difficile da trovare in giro. Lo farei tutte le sere, niente è cosi' rilassante come ritrovarsi bagnata fradicia alla fine della serata e cambiarsi al volo prima di affrontare la notte d'inverno, e poi la doccia calda, e il sonno, e muscoli distesi e viso e pensieri sorridenti. Anzi, nemmeno un pensiero al mondo.

    Ancora non mi sono decisa a comprare la zucca, ma la cannella mi ci piace molto.

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    1. Anche io amo ballare. Non per niente sono quella che sogna di andare in Argentina per imparare il tango in una Milonga vera. E quando sono andata a Cuba era per poter ballare la Salsa...insomma, vedi tu! Ma certi viaggi nel tempo mi scompensano, preferisco ridere.
      Cosa aspetti a comprare la zucca. Qui esiste solo lei in questo periodo :D
      Un bacione grande.

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    2. Hum, e come hai ballato a Cuba? Sono curiosa.

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  4. Troppo divertente patty! Sei una grande, io conoscendomi avrei fatto marcia indietro all'ultimo minuto! La discoteca non era un posto adatto a me nemmeno quando avevo 20 anni, ora mi sentirei decisamente fuori luogo! Ma l'importante è divertirsi e poi dopo aver messo in moto muscoli ed energie questa zuppa di zucca è proprio quello che ci vuole!

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    1. Tentata di rientrare lo ero, eccome, poi mi son detta "macchissene, divertiamoci". Se hai amiche con cui vale la pena, è un momento piacevole, anche perché comunque con le mie amiche di vecchia data ci ritroviamo ogni tanto ed è comunque un andare a ritroso nel tempo. Solo che ormai il corpo non reagisce più come vorrei...dopo, l'acido lattico uccide :D
      Baci grandi Milena.

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  5. ahahaha no, mi spiace queste feste in disco non fanno per me, io sono molto vecchietta inside, preferisco le belle cene a casa in tranquillità!
    Ti abbraccio cara e mi gusto una delle tue ciotole, che con quella cremina sopra, deve essere la fine del mondo!

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    1. Guarda, anche io, ma ogni tanto bisogna dare segni di vita :D Se fosse per me starei sempre in pigiama e pantofole. E la vellutata non è che sia un segno di baldanza eh!
      Un forte abbraccio cara Simona.

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