martedì 13 marzo 2018

Rose per un uomo: pensando sempre a te, papà.

Alone again - Gilbert O'Sullivan
Non è cambiato poi molto sai.
Siamo sempre noi, con le nostre vite normali, a tratti frenetiche, a tratti ferme come l'acqua di lago.
Ci alziamo ogni giorno con la lista delle cose da fare nella testa; ci arrabbiamo col mondo per sciocche, stupide cose e cerchiamo di ridere ogni tanto, che ridere segna la via di fuga dai pensieri.
Qualcosa carica i nostri gesti automatici, riempie ogni momento di quanto ci sembra importante, ci distrae, ma non del tutto.
Tu ritorni in un flash.
E' quella buca per strada che prendi in pieno e che fa sobbalzare i pensieri e fermare il cuore; è un'immagine che passa, qualcosa che mi sembra di riconoscere e che di corsa mi riporta a te.
E' una parola, un suono, una canzone, un profumo.
E' un fruscio che avverti nella casa silenziosa; un soffio di vento con i vetri chiusi.
Il ricordo di un sogno che ritorna al mattino.
Oggi nascevi papà.
La prima telefonata del giorno era per te, che non volevi saperne ma il tuo sorriso dietro la cornetta, tradiva la gioia di sentirti celebrato.
Non so davvero come vivrò questa giornata, pensando che non potrò fare quella telefonata, che non ti preparerò una torta, che il tuo compleanno coincide beffardamente con sei mesi di vuoto di te.
La vita è più forte di ogni dolore, tristezza, disperazione.
Lei va avanti per la sua strada e trascina tutto dietro di sé.
Forse è grazie a questo che sono qui a parlare con te, a parlare di te, perché l'unica cosa che mi rende meno doloroso questo vuoto, è ricordarti, è raccontarti.
Mi succede così spesso.
Con chi mi chiede "come stai".
Non voglio dire come sto, non è importante.
Voglio parlare di te. Parlare di te è averti qui, è sentirti con me.
Sei anni fa scrivevo una cosa per te. Non ricordavo di averlo fatto.
Avevo preparato una torta per il tuo compleanno, un lievitato quando ancora non capivo nulla di impasti e lievitazione, ma orgogliosa perché era forse uno dei primi risultati non disastrosi tra i miei mille tentativi.
Oggi ti dedico lo stesso dolce. L'ho preparato convinta di dovertelo portare.
Mentre impastavo ho lasciato la mente correre indietro nel tempo, ai giorni felici della nostra vita alla Bagnaia. 
Il mio ricordo di te è profondamente legato a quel luogo ed alla tua figura sempre in tenuta da cavallo.
Quando si è bambini e poi ragazzi, non ci si rende conto di quanto speciali siano i nostri genitori.
Ovviamente l'amore è il sentimento che governa il nostro sguardo, ma papà è mamma sono così: i nostri eroi normali.
Solamente da adulti, quando la vita passata si srotola sotto i nostri occhi come una specie di mappa piena di segni tracciati dal tempo, che ci accorgiamo quando quegli "eroi normali", siano in verità eroi molto speciali, unici ed inimitabili.
Il mio papà era un cavaliere, bello, forte e senza paura.
Lo è stato ogni giorno della sua vita, anche quando la paura lo ha blandito e messo a dura prova.
Non potrò stringerti ed augurarti buon compleanno oggi, ma il mio cuore è così pieno di te da far male.
Ciao papà.
Mio padre non amava i dolci troppo "dolci" ma aveva una vera e propria passione per la zuppa inglese.
Non disdegnava le crostate che accettava sempre volentieri ma si illuminava come un bambino quando riceveva un sacchettino pieno di Cantucci che centellinava con gusto dopo cena,  insieme ad un bicchierino di vino dolce. I biscotti secchi, si, con quelli non sbagliavi mai.
Questa torta di rose gli sarebbe piaciuta ma in realtà ha per me un senso simbolico e metaforico.
Volute soffici, avvolgenti come un abbraccio, quello che mi manca.
Ho cercato una ricetta che nella malinconia, mi regalasse un po' di lieve felicità.
Ed ho trovato quella di Federica, la blonde del mio cuore, che non racconta solo belle storie sul suo blog, ma dispensa anche grandissime ed affidabili ricette.
Questa torta è soffice, leggera, profumata e resta tale per giorni dopo la cottura.
Sono i fiori più belli per il mio papà. Grazie Fede.
Ingredienti per una tortiera di 26/28 cm di diametro 

120 ml di latte a temperatura ambiente
12 g di lievito di birra fresco
300 g di farina forte (w330 o manitoba)
200 g di farina 00
3 uova (io grandi) a temperatura ambiente
50 g di zucchero semolato fine
1 cucchiaio di maraschino (o grappa o brandy - io l'ho sostituito con la scorza grattugiata di un limone e 1 cucchiaino di estratto di vaniglia)
100 g di burro morbido a dadini

Per la farcia delle rose
100 g di zucchero semolato
40 g di burro pomata.
zucchero a velo per rifinire
  • Sbriciola il lievito e fallo sciogliere nel latte intiepidito mescolando.
  • Versa le farine setacciate, lo zucchero, le uova, gli aromi ed il latte con il lievito nella ciotola dell'impastatrice e con il gancio a foglia comincia ad impastare. Impasta c.ca 5 minuti, l'impasto si staccherà dalle pareti senza difficoltà. 
  • Adesso togli la foglia e sostituisci con il gancio. A velocità media, comincia ad aggiungere il burro a piccoli fiocchi e aggiungi il fiocchetto successivo solo quando il precendente sarà stato incorporato. 
  • Una volta esaurito il burro, aumenta la velocità ed impasta almeno 8/10 minuti, fino a che non otterrai un impasto ben aggrappato al gancio, lucido ed elastico. Dovresti con facilità ottenere il velo. 
  • Togli il gancio, lascia l'impasto nella ciotola. Copri con pellicola od un panno umido e fai lievitare in luogo tiepido per 1h30. 
  • Una volta passato questo tempo, l'impasto sarà praticamente raddoppiato. Rovescialo sulla spianatoia leggermente infarinata. Sgonfialo e stendilo in un quadrato di 40 cm di lato. 
  • Mescola vigorosamente lo zucchero con il burro per la farcia, fino ad ottenere una crema spalmabile e stendila aiutandoti con una spatola, sull'intera superficie della pasta, senza lasciare spazio sui bordi. 
  • Con una rotella per pizza o un coltello ben affilato, taglia delle strisce di 4 cm l'una, cercando di essere il più preciso possibile per ottenere delle rose della stessa dimensione. Otterrai 10 strisce che dovrai arrotolare su se stesse e posizionare nello stampo imburrato e foderato di carta forno, distanziandole almeno 1 cm l'una dall'altra perché cresceranno sia nella seconda lievitazione che in cottura. Io sono riuscita a posizionare solo 8 rose nel mio stampo. Le restanti due le ho cotte dentro due stampi grandi da muffin. 
  • Adesso fai lievitare nuovamente al caldo, coperto da pellicola per 1h30 c.ca 

  • Preriscalda il forno a 165/170°. Una volta pronto, spennella la superficie con poco latte e spolvera il tutto con zucchero a velo. Fai cuocere per 35/40 minuti controllando che la superficie non si scurisca troppo (nel caso copri con un foglio di alluminio). 
  • Togli dal forno e fai raffreddare una decina di minuti prima di sformare e lasciare raffreddare completamente su una gratella. 
  • Servi a temperatura ambiente spolverato di zucchero a velo e conserva ben coperta da pellicola o in una busta per alimenti. Si mantiene morbida fino a 3 giorni ed è perfetta fatta a fette  tostata. 


13 commenti:

  1. io a metà post ho dovuto smettere di leggere, perché la pelle d'oca e gli occhi lucidi non mi hanno permesso di andare avanti. Perché io quella mancanza la conosco da più di metà della mia vita e ora mi viene solo da pensare che io non ho mai preparato un dolce per mio padre. Ti abbraccio Patty, forte. E scusa lo sfogo.

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    1. Non devi scusarti di nulla. Ti capisco, eccome se ti capisco. E certi rimpianti sono dolorosi come la polvere negli occhi...
      Un abbraccio gigantesco.

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  2. Patty del mio cuore, hai un animo così bello.... il tuo papà avrebbe gradito questa meraviglia e l’avrebbe sicuramente alternata ai cantucci. Ed è, senza ombra di dubbio, felice della donna che sei. Un po’, almeno per metà, è opera sua. Non dimentichiamocelo!

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    1. Di sicuro di lui c'è tanto qui dentro. Sei un tesoro mia cara.
      Ti stringo e grazie per la tua presenza. <3

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  3. Dodici anni senza mia madre. Quando è mancata non era nemmeno più lei, distrutta e trasformata dalla malattia. E manca sempre. .. non nei giorni "importanti" e nemmeno nelle feste o nelle ricorrenze. .. manca nella banalità del quotidiano, nella normalità delle mie giornate. .. manca aver avuto la possibilità di renderla un po' orgogliosa di noi. Un abbraccio

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    1. E' proprio così. Nei giorni importanti è ovvio che ci sia un senso di smarrimento feroce, ma il quotidiano...mi trovo a pensare che devo chiamarlo per chiedergli un consiglio, che devo passare da lui per portargli una cosa...E quando è la malattia che se li porta via, ti resta dentro un senso di sconfitta e di rabbia che ho paura non se ne andrà mai.
      Orgogliosa di te e della tua famiglia lo è di sicuro. Ne sono certa.
      Ti stringo forte.

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  4. Ciao Pat, in questa giornata così importante il mio abbraccio non poteva mancare. Che bello il tuo papà! E' lassù e ti sorride. Lo so. Baci, Arianna

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    1. Cara Arianna, grazie, grazie. Ti abbraccio anche io. Grazie di cuore.

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  5. Grazie per aver condiviso il tuo dolore ma soprattutto il tuo amore per il tuo papà. Questo resta e quando è forte come il tuo lo terrà in vita nei ricordi tuoi e in quelli degli altri. Mio papà ha 85 anni e io e lui non siamo mai andati d'accordo ma il tuo post mi ha fatto riflettere su quanto poi, alla fine, poco siano importanti le differenze (anzi, le uguaglianze) di carattere e quanto dovrei invece apprezzare il fatto che ce l'ho ancora. Grazie

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    1. Neanche il rapporto con mio padre è stato sempre facile, come non lo è quasi mai con le persone di grande carattere e personalità. Molto di lui lo ritrovo nel mio, di carattere, e mi viene da sorridere quando penso a quanto ho criticato certi suoi modi di fare in cui ogni tanto inciampo anche io. Quello che credo è che non è sempre facile, non sempre si può avere una famiglia idilliaca, le difficoltà separano o cementificano definitivamente. Tutto il nostro vissuto, fra amore e contrasti è la sintesi di una famiglia, ed averla pur imperfetta, è sempre meglio di certe devastanti solitudini. Tienilo stretto tuo padre. L'amore è nascosto dove non pensiamo e supera qualsiasi parola di cui ci pentiamo. Ti mando un bacio grande e anche al tuo papà.

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    2. Quella della famiglia idilliaca è un'immagine che non fa parte del mio repertorio, infatti me ne sono andata di casa a 15 anni, ma il problema principale è che mio padre ha scelto una famiglia diversa ed il suo amore proprio non riesco a percepirlo più. So che ci sarà tanto da piangere per quello che non è stato e quindi sto cercando di spengere il cervello e di sentire solo col cuore. Chissà che non funzioni. I baci per me e per lui però me li prendo tutti.❤️

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  6. a quel momento che verrà non ci voglio pensare,vedendo i genitori solo un paio di volte all'anno resto sempre più sottosopra scoprendo come stanno diventando fragili. Mi è scesa una lacrima, anzi'due leggendoti, ricordandomi di una cara persona senza legame di sangue ma abbraccio grande quanto una famiglia. Grazie, un abbraccio.

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  7. ❤️❤️❤️ Non ci sono altri commenti da fare ❤️

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