martedì 1 novembre 2016

Il Pan co' Santi per la sua Giornata Nazionale.

The Autumn leaves - Eric Clapton
La notte più misteriosa e inquieta dell'anno, con il suo carico di zucche, caramelle, maschere e costumi spaventosi, si scioglie in un alba mistica.
L'alba di un giorno di festa, a ricordo di tutti i nostri Santi e di seguito, dei nostri cari ormai lontani dai nostri occhi ma non dal nostro cuore.
Il Pan co' Santi è senese.
Nella mia città, già dai primi di ottobre, compare sui banchi delle panetterie e pasticcerie il simbolo di questo periodo riflessivo e rispettoso.
Non "il pane dei Santi" come spesso mi è capitato di sentire.
Certo, lo è il pane di Tutti i Santi, visto che in questi giorni non c'è tavola a Siena, su cui a fine pasto non si serva questa pagnottella povera e modesta.
Ma i Santi, come dice il nome, stanno dentro.
E la regola vuole che siano tanti, generosi quel che basta a confondere l'idea di povertà, che di noci e uva passa se n'è messa via una bella scorta, l'olio è quello novo e il pepe è a spregio degli avari.
Il Pan co' Santi piace a tutti.
Chi lo incontra per la prima volta, lo guarda circospetto, lo assaggia un po' restio, perché, diciamocela tutta, non è che sia proprio una bellezza.
E se ha la fortuna di addentarlo fresco di forno, se ne innamora, perché le noci tostate nell'olio invitano ad un nuovo morso, l'uva passa ti corrompe con la sua dolcezza ed il profumo del pepe scalda il palato e lo pungola al desiderio di un sorso di Vin Santo.
Il Pan co' Santi non è un dolce, non è un pane, non è una torta: è un compromesso con quanto offriva la campagna all'inizio della stagione più cupa e difficile.
Un'invenzione commovente che invita alla sobrietà ed alla meditazione.
Con l'animo predisposto al ricordo, si mangia Pan co' Santi fino a Natale.
Per la Giornata Nazionale del Pan co' Santi, all'interno del Calendario del Cibo Italiano Aifb, non potevo che partecipare alla celebrazione di uno dei miei lievitati del cuore.
Lo preparo ogni anno e lo distribuisco ai miei cari che lo aspettano golosi.
Va consumato in breve tempo, massimo 3 giorni perché poi secca e non ha più il suo irresistibile appeal, anche se conosco chi lo ama secco inzuppato nel vino.
Quest'anno l'ho impastato a mano e sono rimasta sorpresa del risultato così ho deciso che in futuro non userò la planetaria perché ne vale assolutamente la pena.
Inoltre ho idratato l'impasto lievemente e ridotto la quantità di lievito, prolungando la lievitazione.
Risultato: un pane morbido e fragrante anche il secondo giorno.
Per scoprire di più sulla storia di questo lievitato, vi consiglio di andare a leggere il post ufficiale a cura di Erica Repaci autrice del blog Cibo e Altre Storie.
Io vi invito a provarlo e magari, se verrete a Siena nei prossimi giorni, a comprarlo perché sono certa che ne resterete affascinati.

Ingredienti per 6 panetti (potete provare dimezzando gli ingredienti la prima volta)
500 g di farina 00 

500 g di farina forte (330 w) o Manitoba
250 gr di uva sultanina (io abbondo a 300) 
400 gr di noci sgusciate
20 gr di lievito di birra
420 gr di acqua tiepida
250 gr di olio d'oliva extravergine (qualcuno utilizza metà olio e metà strutto)
10 cucchiai di zucchero
3 cucchiaini di pepe
3 cucchiaini di sale

1 cucchiaino di miele per attivare il lievito
1 tuorlo d'uovo per lucidare i panetti


  • In una larga padella antiaderente fate dorare le noci con un filo d'olio e lasciate raffreddare.
  • Mettete a mollo l'uvetta nell'acqua calda per almeno 40 minuti. 
  • Setacciate e mescolate le farine in un ciotola molto capiente, quindi aggiungete lo zucchero ed il pepe, le noci una volta fredde. Mescolate tutto con un cucchiaio di legno e ricavate un pozzetto al centro. Disponete il sale sui bordi in modo che sia l'ultimo ad entrare nell'impasto. 
  • Scolate e strizzate bene l'uvetta. 
  • Versate l'olio al centro quindi aggiungete il lievito già sciolto nell'acqua tiepida con un cucchiaino di miele. Cominciate ad incorporare farina con un cucchiaio poi, lentamente versate l'acqua e fate in modo di incorporare tutta la farina, facendo in modo che il sale non venga a contatto con il lievito. 
  • Una volta ottenuto un impasto grezzo e appiccicoso,  aggiungete l'uvetta ed impastate a lungo, almeno per 20/25 minuti in modo da incordare bene la massa. 
  • Passato questo tempo, fate una palla e sistematela in una ciotola ampia ed oleata. La pasta deve avere spazio per lievitare con tranquillità. 
  • Coprite con un canovaccio e lasciate lievitare da 6 ore a tutta la notte. 
  • Quando l'impasto avrà fatto la sua prima lievitazione, rovesciatelo su una spianatoia leggermente infarinata e ricavate 6 panottelle di c.ca 320 g ciascuna. Pirlate ogni pagnottella in modo da dare maggiore forza al glutine per la prossima lievitazione e sistemate i panetti su teglie coperte da carta da forno (in genere si riescono a mettere 3 panetti a teglia)
  • Incidete una croce profonda su ognuno dei vostri panetti, con animo grato. 
  • Dovranno lievitare da una a 2 ore in luogo tiepido (il forno con la lucina accesa è l'ideale). 
  • Prima di informare, lucidateli con un tuorlo d'uovo sbattuto con un cucchiaino d'acqua. 
  • Fateli cuocere in forno preriscaldato a 190° per c.ca 35 minuti. Dovranno essere belli dorati e suonare a vuoto se battuti sul fondo. 
  • Toglieteli immediatamente dalla teglia e fateli raffreddare su una griglia. Consumateli a temperatura ambiente e conservateli in buste di plastica ben chiuse. 

2 commenti:

  1. come ti ho già detto in privato, oggi ho sfornato il mio primo pan co' santi ma mi sono dimenticata di spennellarlo con l'uovo, sembra un pane qualsiasi, ricco di uvette e noci però, come si conviene, senza avarizia ;-)

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  2. Qualcosa di un po' simile a livello di ingredienti (ma con l'aggiunta della saba,cioè il mosto cotto)si prepara in Sardegna...trattasi anche in quel caso di un qualcosa che non si può considerare pane né torta...e la forma un po' si avvicina a quella di questa preparazione,sicuramente ottima e di una bontà unica:))bravissima Patty:)).
    Un bacione e grazie mille per la condivisione:))
    Rosy

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