martedì 11 dicembre 2018

Kanelbullar: nodi profumati di cannella dalla Scandinavia

Have yourself a Merry Little Christmas - Judy Garland
Giorni frenetici.
Siamo entrati in Dicembre con la furia di un tornado e come un twister ci trascina, centrifugandoci come cenci senza vita all'anticamera della festa senza realmente capire, prepararsi, godersi questo momento che dovrebbe essere soprattutto meditativo e non dannatamente attivo.
Che poi di attivo c'è davvero poco.
Rispondiamo passivamente a quelli che sono i doveri della circostanza: e il lavoro a cui non ci si può sottrarre, e le cene e i cenini di bonagurio, ed i regali utili e inutili, e i sorrisi, gli abbracci formali, e Buone Feste...
Tutto quello che vorrei in questo momento, è potermi fermare ed osservare tutti quelli che corrono  forsennati intorno a me.
Resterei poco però, perché si sta meglio in casa propria, senza confusione, senza intrusi, al tepore dell'intimità silenziosa.
Ho bisogno di un Natale senza frastuono, senza clamori, senza eccessi.
Quest'anno ancora più di quello passato, quando il dolore dell'assenza riempiva la festa di rabbia e malinconia.
A distanza di un anno, poco è cambiato, se non che la rabbia è svanita lasciando spazio alla rassegnazione, fase finale di un'elaborazione vissuta mio malgrado.
Quest'anno sarà ancora più chiara la consapevolezza di un vuoto incolmabile, per cui è facile capire la voglia che ho di celebrazioni.
Non critico né biasimo chi aspetta questi giorni con eccitazione.
Solo, non chiedetemi di essere spumeggiante.
Mettere le mani in pasta, oltre che ad essere diventato un secondo lavoro per me (poi magari più avanti vi racconterò), è assolutamente il modo per calmare il cuore.
Per abbandonarsi al flusso dei pensieri che da dentro finalmente escono attraverso le mie dita, le mie mani, dentro l'impasto.
E per preparare questi Kanelbullar da condividere con chi più amate, lasciate fluire il vostro amore.
Non avranno rivali in bontà.
Dal libro Fika & Hygge di Bronte Aurell, una ricetta già pubblicata su Starbooks lo scorso anno.
Era tanto che volevo provarli. Sono semplicemente meravigliosi.

Ingredienti per 16 pezzi
Impasto
10 g di lievito di birra fresco o 5 g di quello secco
250 ml di latte fresco intero scaldato a 36-37°C
80 g di burro fuso e intiepidito
40 g di zucchero semolato
400-500 g di farina bianca forte
2 cucchiaini di cardamomo in polvere
1 cucchiaino di sale fino
1 uovo sbattuto

Ripieno
80 g di burro a temperatura ambiente, più un cucchiaio
1 cucchiaino di farina bianca
1 cucchiaio di cannella in polvere
½ cucchiaino di cardamomo in polvere
½ cucchiaino di zucchero alla vaniglia**
80 g più 2 cucchiai di zucchero semolato
uovo sbattuto per spennellare

Copertura
3 cucchiai di golden/light corn syrup riscaldato
zucchero in granella
  • Se usi il lievito fresco, metti il latte tiepido in una ciotola, aggiungi il lievito (sbriciolato) e mescola finché non si sarà sciolto bene, poi versa nella ciotola dell'impastatrice. Se usi il lievito secco, versa il latte tiepido in una ciotola, aggiungi il lievito poi mescola. Copri con la pellicola  e lascia riposare per 15 minuti circa in un luogo tiepido, finché non inizierà a formarsi la schiuma. Versa nella ciotola dell'impastatrice munita di gancio.
  • Con l'impastatrice accesa, versa il burro, fai andare per c.ca un minuto poi unisci lo zucchero. In una ciotola separata, prepara 400 g di farina con il cardamomo, il sale e mescola. 
  • Comincia ad aggiungere il mix di farina e spezie al latte, poco per volta. Al termine versa metà dell'uovo sbattuto ed impasta ancora per 5 minuti. Potresti avere bisogno di unire ancora un po' di farina ma l'impasto alla fine dovrà risultare un po' appiccicoso, quindi non esagerare con la farina, altrimenti i buns risulteranno asciutti. Potrai sempre aggiungere la farina successivamente.
  • Coprire la ciotola con pellicola per alimenti e lascia lievitare per 1 ora circa, o finché l'impasto non sarà raddoppiato in volume.
  • Trasferisci l'impasto su di un piano di lavoro leggermente infarinato e lavoralo con le mani, aggiungendo altra farina, se necessario. 
  • Stendilo con il matterello fino ad ottenere un rettangolo di 40x50 cm.
  • In una ciotola unisci il burro morbido con la farina, le spezie, lo zucchero e mischia con cura per ottenere una crema spalmabile che sarà il tuo ripieno. Aiutandoti con una spatola, corspargi uniformemente il ripieno su tutto il rettangolo, poi piegalo a metà sul lato lungo. 
  • Con un tagliapizza, ricava 16 strisce dal lato più largo del rettangolo. Prendi una striscia per volta e attorcigliarla su se stessa più volte con cautela (tenendo ferma l'estremità chiusa)poi avvolgi a spirale per formare un nodo. Assicurati che entrambe le estremità siano incastrate sotto o dentro il bun. Posiziona i bun su due teglie foderate con carta da forno ben distanti uno dall'altro, e copri con un panno da cucina. Lascia lievitare per 45 minuti circa.
  • Preriscalda il forno 200°C. Spennella i bun con l'uovo sbattuto (la metà avanzata dall'impasto) ed inforna per 12-15 minuti, o finché non saranno dorati (per me 15 minuti). 
  • Sforna e pennella immediatamente con lo sciroppo scaldato sul fuoco e cospargi con la granella di zucchero. Copri immediatamente con un telo da cucina per qualche minuto, per evitare che i buns si secchino. 

lunedì 26 novembre 2018

Crema di riso butterscotch alla vaniglia: una salsa, un dolce.

Candy - Robbie Williams
Certe ricette ti fanno l'occhiolino dalle pagine di una rivista o di un libro e diventano un tarlo nella testa fino a che non le hai provate.
Mi è successo con questa crema di riso trovata su uno "speciale autunno" della rivista Good Food novembre 2018 e non c'è stato giorno che sfogliandola mi sia detta: Rice pudding, m' hai provocato e io te distruggo, te magno!
Così in un piovoso pomeriggio di novembre, mi sono messa al lavoro.
Nella testa continuava a girarmi questo nome bellissimo: "Butterscotch rice pudding". Tra gli ingredienti, chissà perché, ero convinta di trovare del liquore tipo whiskey, ma nessun segno.
 Mi sono lasciata trasportare dalla bellezza dell'aggettivo butterscotch, che mi faceva pensare al suggestivo "burrobirra" di Potteriana memoria (se non siete malate di Harry Potter, non potete capire).
Sono andata a fondo nella mia ricerca ed ho scoperto quanto.
Per Butterscotch usato come sostantivo, si intendono quelle meravigliose caramelle mou che si preparano in molti luoghi tra Normandia e Scozia con delizioso burro, brown sugar o sciroppo di mais e che hanno una consistenza sostenuta, ma "chewy", gommosa e quel meraviglioso colore di caramello, avvolte generalmente in carta dorata.
Solo che l'origine del nome della "Butterscotch sauce" è incerto.
Molti sostengono che sia dovuto alla sua origine scozzese (da scotch) mentre pare sia più plausibile una derivazione legata all'utilizzo dell'ingrediente principale, il burro, che per la preparazione viene fatto "bruciare" (non letteralmente - diciamo dorare) quindi "scorched", che nell'uso comune è poi diventato "scotched".
Insomma, il fascino di certi nomi fa percorsi complicati e misteriosi e a noi resta solo sognare su queste storie.
In ogni caso, qui non si parla di caramelle (che sarebbe comunque bello provare a preparare e magari un giorno lo farò), ma di una salsa, così versatile e facile da preparare che io avevo già realizzato per questo blog ma di cui ero ignara del nome.
La ricetta della Butterscotch sauce che più semplicemente è una toffee sauce o mou sauce, la potete trovare con questa stupenda torta gelato , che vi consiglio di provare anche per le feste natalizie è che è di una facilità disarmante.
Per altro, la salsa si può usare su svariati dolci, caldi e freddi ma anche con biscotti, torte morbide o secche, insomma: si prepara prima, si tiene pronta per l'occasione e creerà insane dipendenze
Invece veniamo a questo pudding.
Il concetto è lo stesso.
Il riso viene cotto in questa salsa ricca e caramellosa ed alla fine trasformerà una semplice merenda da bambini, in un signor dolce da fine serata.
Unico consiglio: assaggiate la crema durante la cottura solo a vostro rischio e pericolo.
Ingredienti per 6 persone
75 g di burro
175 g di riso originario (a chicco piccolo)
140 di zucchero muscovado
500 g di panna
1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia
600 g di latte intero

  • Fai sciogliere il burro in una larga padella (adatta per la cottura di risotti) fino a che non comincia a sfrigolare quindi aggiungi il riso. Fai tostare il riso nel burro a fiamma dolce per c.ca 4 minuti, fino a che non comincia a diventare dorato quindi distribuisci 100 g di zucchero e cuoci per altri 2/3 minuti fino a che non comincia a sciogliere.
  • Versa la panna e mescola bene. Non ti preoccupare se ti sembra che lo zucchero granisca perché con il calore lentamente si scioglierà. Continua a mescolare fino a che non otterrai una spessa salsa dal color caramello, che gli anglosassoni chiamano "butterscotch", quindi aggiungi gradualmente 500 ml del latte e l'estratto di vaniglia. Lascia sobbollire il tutto per c.ca 50 minuti, mescolando spesso. Se verso la fine del tempo di cottura il liquido è troppo spesso ed il riso non è ancora cotto, aggiungi gli ultimi 100 ml di latte e continua a cuocere. La consistenza alla fine dovrà essere quella di un risotto molto cremoso. 
  • Quando il pudding è cotto, versalo in una piccola pirofila da servizio o in 6 monoporzioni di ceramica e cospargi la superficie con lo zucchero rimanente. Passa la pirofila sotto il grill o usa una torcia da pasticceria e flamba fino a che lo zucchero non si scioglierà dando un effetto bruciato. Fai in modo che lo zucchero formi uno strato croccante e servi caldo o a temperatura ambiente direttamente dalla pirofila. 

mercoledì 21 novembre 2018

Polpette svedesi e insalata di barbabietole per Starbooks

All around the world - Lisa Stansfield 
Cari amici Ikeizzati,
la prossima volta non ordinate polpette ma provate a farle a casa vostra e capirete di cosa parlo.
Direttamente dallo Scandikitchen Christmas di Bronte Aurell, una grande ricetta per fare ottime polpette similIkea, che non ve le faranno certamente rimpiangere.
Naturalmente per la ricetta dovrete andare a leggere il post ufficiale sul sito Starbooks, ma lo sforzo sarà minimo, vedrete.
Vi auguro una ottima giornata, piena di polpette!

lunedì 19 novembre 2018

Torta al cioccolato e barbabietola: a tutti una seconda occasione.

Lately - S. Wonder
Ci sono ingredienti che ho sempre bistrattato sin da bambina.
Uno di questi è la barbabietola.
Mia mamma la comprava già lessata e pulita e la serviva in insalata, con olio e limone.
Io la detestavo con tutto il cuore.
Troppo dolce, troppo presente, troppo "barbabietola".
Credo di aver riprovato un paio di volte ad assaggiarla da adulta, ma niente.
Poi c'è voluto Nigel Slater, con i suoi modi gentili nel raccontare il cibo e la sua determinazione a dare ad ogni ingrediente una seconda opportunità e sono rimasta lì a contemplare la possibilità di provarla sposata alla cioccolata, perché lui dice che siano due ingredienti che si amano.
Questa torta è già un piacere da preparare: l'impasto finale un trionfo di spumosità che in cottura da origine ad una consistenza fondente ed umida.
Il sapore è quello di intensa cioccolata con un ricordo vegetale e chi l'assaggerà, non conoscendo gli ingredienti, non saprà identificare cosa contiene.
A me ha ricordato qualcosa del malto.
Accompagnatela sicuramente con un po' di panna o creme freche che regala uno spunto acido molto piacevole con questa torta.
Prossimamente altre ricette con questo ingrediente, per capire se posso finalmente riuscire a dargli una seconda occasione.
Ingredienti per uno stampo a cerniera da 20 cm
200 g di burro
250 g di barbabietola lessata e pelata
200 g di cioccolato fondente al 70%
4 cucchiai di caffè espresso bollente
135 g di farina 00
1 cucchiaino di lievito per dolci
3 cucchiai di cacao amaro
5 uova grandi da allevamento a terra, a temperatura ambiente, tuorli e albumi separati
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
180 g di zucchero semolato fine
creme fraiche per servire

  • Preriscalda il forno a 180°. Imburra e fodera con carta forno uno stampo a cerniera. Sui bordi metti una striscia di carta che esca dal bordo di un paio di cm. 
  • Frulla la barbabietola in un mixer fino ad ottenere una purea.
  • Sciogli il cioccolato in una ciotola a bagno maria facendo attenzione che l'acqua non tocchi il fondo della ciotola. Una volta sciolto, aggiungi il caffè. Mescola bene quindi aggiungi il burro a dadini ed attendi che si sciolta. Una volta sciolto, togli dal calore e trasferisci il tutto in una grande ciotola di acciaio ad intiepidire. 
  • Nel frattempo setaccia la farina con il cacao ed il lievito.
  • Sbatti i tuorli fino a che non saranno schiumosi ed aggiungili al composto di cioccolata. Successivamente aggiungi la barbabietola e mescola bene. 
  • Monta gli albumi fino a che non formeranno dei picchi fermi. Aggiungi lo zucchero a pioggia e monta per qualche altro istante fino a che non sarà incorporato. 
  • Con una spatola di gomma, aggiungi la meringa nel composto di cioccolata delicatamente, mescolando dal basso verso l'alto.
  • Per ultimo aggiungi la farina in due tempi sempre utilizzando la spatola.  Versa il composto che sarà bello gonfio e soffice, nello stampo e fai cuocere dai 45 min ad 1 ora. Lo stecchino dovrà uscire asciutto e pulito. 
  • Fai raffreddare su una gratella. La superficie della torta avrà un leggero collasso formando delle crepe croccanti. 
  • Una volta fredda, servila con panna acida o semplicemente semi montata come più ti piace. 

giovedì 15 novembre 2018

Christmas Buns per Starbooks

What's going on - Marvin Gaye 
Novembre è già a metà ed io non mi sono più fatta vedere.
Molte cose bollono in pentola ed il tempo a disposizione è veramente poco.
Spero di poter scrivere presto, ho un paio di bellissime ricette da postare, ma intanto vi lascio con qualcosa che spero possa intrigare la maggioranza: delle piccole brioche profumate al cardamomo, con uvetta o cioccolata a piacere.
Oggi troverete la ricetta sul blog Starbooks , ma vi consiglio di seguirci questo mese perché il libro protagonista è davvero un canto di Natale.
Buona giornata cari amici e a presto.


martedì 6 novembre 2018

Torta Pere e Cioccolato: quei passi che non vorrei percorrere.

Alone Again - Gilbert O'Sullivan
Penso a quanto la vita, intesa come spirito di sopravvivenza, sia più forte di qualsiasi dolore.
In questi primi giorni di Novembre, quando tutto sembra più silenzioso e contemplativo ed il pensiero va ai nostri cari che ci hanno lasciato, ho provato un terribile senso di dissociazione.
Proprio mentre stavo entrando nel cimitero dove riposa mio padre, invaso da un mare di petali multicolore dei fiori portati per l'occasione, mi sono sentita persa, fuori posto.
Il mio cuore gridava che non sarei dovuta essere lì ma a casa, seduta sul divano accanto alla sua poltrona, a chiacchierare con lui e magari a fargli assaggiare un pezzettino di Pan co' Santi di cui andava ghiotto.
Invece, mentre tutto il resto mi pareva una storia irreale, la testa o non so che cosa, mi obbligava ad essere lì, a camminare fra le tombe, ad accarezzare la sua foto, a osservare quel sorriso lontano.
Il cuore batteva i piedi e gridava "non è quiiii", ma nessuno ascoltava.
Se mai nella vita avrei pensato di dover percorrere quei passi convinta che il dolore non me lo avrebbe permesso, adesso li faccio, con rassegnazione, come se fosse una cosa "normale" senza tuttavia essere capace di accettare la realtà.
La vita è più forte delle nostre paure, delle nostre convinzioni, di ogni dolore.
Addolciamo l'amarezza, oggi ce ne vorrebbe di zucchero.
Questa è una torta che ho trovato sull'inserto del numero di Novembre di Good Food Magazine comprato durante il mio ultimo viaggio a Londra.
L'ho vista ed ho atteso quasi un mese per prepararla, ma la presenza di frutta secca, di un impasto chiaro e senza cacao, e di un'aspetto quasi "panoso", mi hanno conquistata immediatamente.
La copertura con questa simil ganache fatta con panna acida, è il giusto contrasto con un insieme "caldo" nel gusto e negli aromi. La quantità serve a coprire interamente la torta, mentre io ho preferito glassare solo la superficie per non caricare troppo l'insieme.
La raccomandazione è prepararla uno o due giorni prima, in modo che tutti i sapori maturino e dia il meglio di sé.
Preparate prima tutti gli ingredienti. Dopo sarà facilissimo e ci vorrà un attimo a realizzarla.

Ingredienti per uno stampo a cerniera da 20 cm a bordi alti
250 g di burro
200 g di zucchero semolato
200 g di farina auto lievitante
50 g di farina integrale
100 g di farina di nocciole (nocciole tostate tritate finemente)
1 cucchiaino di lievito per dolci
2 cucchiaini di misto spezie
1 cucchiaino di cannella in polvere
50 g di nocciole in granella o tritate a mano
50 g di mandorle tritate a mano
50 g di pistacchi non salati, tritati a mano
100 g di cioccolato fondente al 70% tritato grossolanamente
3 uova grandi sbattute a temperatura ambiente.
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
2 pere Williams non troppo mature, pelate e tagliate a dadini

Per la copertura 
300 ml di panna acida
100 g di cioccolata fondente al 70%
100 g di cioccolata al latte.
  • Accendi il forno a 180°. Fai fondere il burro e lascialo raffreddare. 
  • Imburra e fodera lo stampo con carta da forno. Mescola lo zucchero con le farine setacciate, la farina di nocciole, e le spezie in una larga ciotola. Mischia la frutta secca tritata ed aggiungila alle farine tenendone da parte due belle cucchiaiate (per la rifinitura della torta). Aggiungi anche la cioccolata tritata e mescola bene tutto. 
  • Adesso versa il burro fuso in una ciotola. Aggiungi le uova sbattute e la vaniglia e mescola bene. Versa il tutto nella ciotola degli ingredienti secchi e mescola con una spatola per incorporare bene. Quando l'impasto sarà omogeneo, aggiungi le pere ed incorpora. 
  • Versa il composto nella tortiera e cuoci per 45 minuti, quindi copri con un foglio di alluminio e prosegui per altri 15/20 minuti (fai la prova stecchino che dovrà uscire asciutto). 
  • Fai raffreddare il dolce nello stampo durante la notte. 
  • Per la copertura di cioccolato, versa la panna in una casseruola insieme ai due cioccolati tritati grossolanamente. Fai scaldare a fiamma dolce e mescola fino a che la cioccolata non sarà perfettamente sciolta. Fai raffreddare la glassa in frigo per tutta la notte. Potrai usarla quando avrà una consistenza spalmabile. 
  • Il giorno dopo potrai decorare ricoprendo la torta con la crema al cioccolato e completare con la granella di frutta secca. 
  • Il dolce è più buono uno o due giorni dopo la preparazione quindi è molto comodo da preparare con anticipo. 

mercoledì 31 ottobre 2018

Quattro quarti alle mele verdi: nostalgia canaglia.

Galway Girl - Ed Sheeran
Cara Alice,
lo so che mai ti passerà per l'anticamera del cervello l'idea di venire a leggere questo post.
So anche che non è perché non mi vuoi bene, anzi, il contrario, ma il "blog della mamma" è pieno di cose che notoriamente non fanno parte dei tuoi interessi primari ed è giusto che sia così.
Mi nascondo dietro questo paravento fatto di dosi di farina, zucchero, ingredienti strani, per pensare a te e parlare di te, cercando di tenere a bada questo senso di mancanza profondo che mi ribalta il cuore ogni volta che sento la tua voce, vedo il tuo nome lampeggiare sul telefono, ricevo un tuo messaggio.
Come una ragazzina innamorata, aspetto tutto il giorno il momento in cui parlerò con te, ti farò le mie solite millemila domande, ti annoierò a morte con le mie assurde raccomandazioni e ti farò innervosire insistendo sullo studio: che mamma rompiscatole!
Eppure tu sei lì lontana e non puoi capire quanto il mio cuore si stringa sapendoti indisposta, o raffreddata o semplicemente stanca.
Questa avventura ti sta facendo diventare grande: lo sento dalla tua voce al telefono, più sicura, più matura.
Rido di tenerezza e orgoglio ascoltando i tuoi "yeah" inconsapevoli che dicono tanto, raccontano di quanto tu ti stia adattando a quella nuova dimensione.
Sono passati due mesi e mi sembra un eternità.
"Ma mammaaa, mancano solo 50 giorni a Natale!" - E meno male mi dico in silenzio, così potrò riabbracciarti, annusarti come un bracco, fare un'indigestione di te per i mesi a venire.
Però, per quanto tu mi possa mancare, non riesco a trovare una ragione per cui tu non debba stare lì, esattamente dove ti trovi, a vivere questa incredibile esperienza che ti resterà dentro per l'intera vita. Quella che spero diventi una chiave in grado di chiudere fuori le tue insicurezze ed aprirti le porte alla curiosità per il mondo, perché tu sappia sempre pensare che oltre la tua piccola dimensione, c'è molto altro, molto di più.
Quando sarai grande e ti guarderai indietro, penserai a quanto questo anno lontana abbia contribuito a farti la persona che sarai.
Penserai ai tuoi genitori vecchietti che a posteriori ti sembreranno un'icona della modernità.
Quando sarai mamma, penserai a me e per un attimo capirai il coraggio che c'è voluto a lasciarti partire; penserai alla mia voce allegra al telefono che celava un tremore emozionato e capirai che ogni battuta, ogni gioco sul tema "quando torni" oppure "vengo lì", tanto gioco poi non era e fra le righe nascondeva una sola frase: "ti voglio bene amore mio".
Forse questa lettera non la leggerai mai o forse un giorno, quando sarai grande, ti verrà la curiosità di frugare tra le mie storie.
Ecco, spero che queste parole d'amore ti trovino nel momento del bisogno, quando tutto ti sembrerà scontato e vuoto: al mondo mai nessuno ti ama, ti ha amato e ti amerà come babbo e mamma.
Forever and ever.
Scusate, è impossibile non precipitare in una bolla di glucosio quando si pensa ai nostri figli.
E siccome questo blog prima che per voi, è la mia memoria per lei, mia figlia, una lettera in questo momento gliela dovevo.
Mai le dirò che l'ho scritta perché so che se vorrà, la troverà.
Invece alcune parole su questo dolce devo dirle, le prime delle quali sono: non lo date per scontato.
Nel suo aspetto mite e semplicione, ha necessità di buona tecnica.
L'attenzione al montaggio delle uova e l'inserimento del resto degli ingredienti sono fondamentali.
Per avere un risultato che sia morbido come una piuma, dovete seguire i consigli e stare molto attenti alle temperature.
Il burro per esempio, non deve essere inserito caldo perché precipiterebbe sul fondo del dolce formando degli strati più densi e antiestetici.
Avendo la stessa temperatura della massa, invece, verrà incorporato in maniera armonica e contribuirà a rendere la massa uniforme e splendidamente soffice.
Questo vale per qualsiasi 4/4 che farete, è la regola base.
Per il resto, è di una bontà unica. Le mele Granny conferiscono quella freschezza acidula che è così deliziosa una volta cotta.
In più, è una torta perfetta per colazione e per il te ed il giorno dopo, è se possibile, ancora più buona.

Ingredienti per uno stampo da 22/24 cm
Ricetta di Maurizio Santin da "I dolci di casa mia"
3 uova grandi a temperatura ambiente
180 g di zucchero semolato fine
180 g di burro
180 g di farina 00
1 semi di un baccello di vaniglia
3 mele Granny Smith di media grandezza
  • Sbuccia le mele e tagliale a dadini non troppo grandi. Mettile in una ciotola e versaci un paio di cucchiai di succo di limone, mescola bene e coprile con pellicola per prevenire l'ossidazione mentre prepari il resto. 
  • Fai fondere il burro e lascialo raffreddare mentre prepari il resto. 
  • Nella planetaria monta le uova con lo zucchero ed i semi di vaniglia. Le uova dovranno essere a temperatura ambiente per ottenere una montata soffice, chiara e leggera. Dovrà quasi triplicare il suo volume. 
  • Una volta pronta la montata, setaccia due volte la farina quindi incorporala un cucchiaio alla volta, alla montata di uova, utilizzando una spatola di gomma e facendo movimenti delicati dall'alto al basso affinché non si smonti. 
  • Quando tutta la farina sarà incorporata, sarà la volta del burro che questo punto dovrà essere a temperatura ambiente: fai un prova mettendo un mignolo nel burro fuso. Se senti ancora calore, attendi qualche minuto, altrimenti la temperatura giusta sarà quando sarà quella del tuo corpo, quindi non sentirai alcuna sensazione di calore toccandolo. Comincia a versarlo a filo poco per volta incorporandolo con movimenti molto delicati. 
  • Una volta terminata l'operazione, aggiungi le mele poche alla volta e mescolando sempre con la spatola. 
  • Versa il tutto il una tortiera foderata con carta da forno sul fondo e ben imburrata e infarinata sulle pareti. Cuoci il tutto a 175° per c.ca 45 minuti. Fai la prova stecchino: dovrà uscire pulito e asciutto. 

lunedì 29 ottobre 2018

Torta di Spaghetti per Starbooks

Life in technicolor - Coldplay
Ultima ricetta del mese di Ottobre per Starbooks.
E siccome il libro di Melissa Clark non prevede dolci, ho deciso di fare la sua Carbonara Spaghetti Torte, così, tanto per non perdere l'allenamento.
Questo è un piatto sfiziosissimo che con qualche accorgimento potrebbe diventare perfetto anche per una cena di Halloween, metteteci un po' di immaginazione!
In ogni caso, come sempre, per avere la ricetta e scoprire tutti i segreti, dovrete andare a leggere il post ufficiale sul sito Starbooks.
Vi auguro una settimana piena di energia e non troppo "umida".
Buon lunedì.


venerdì 26 ottobre 2018

Riso Biryani con gamberi e verdurine arcobaleno: che fatica fare la spesa.

Over the Rainbow - Eva Cassidy
La parte più divertente del cucinare, spesso è andare alla ricerca degli ingredienti.
Fare la spesa è un po' come una caccia al tesoro e la lista che ci portiamo dietro quando entriamo in un negozio della grande distribuzione, finisce con l'allungarsi deragliando verso prodotti di cui non abbiamo bisogno, presi solo dalla frenesia di provare.
Per quanto mi riguarda, andare a fare la spesa è quasi sempre fonte di angoscia.
Spesso sono sola, perdo intere mattinate tra spostarmi in macchina, girare come una pazza tra corridoi e scaffali che sembrano dotati di vita propria (ma perché ogni tanto gli cambiano posizione?) e finendo col dover trasportare con la "potenza dei bracci" tutti i pesi per i tre piani del palazzo in cui vivo, casse d'acqua incluse.
Insomma, capite ammé.
Più di una volta ho pensato a quanto mi piacerebbe vedermi recapitare a casa tutto il necessario per il menù settimanale senza muovere un dito, ed è anche per questa ragione che confesso di avere il congelatore stipato di roba non solo preparata da me, ma già surgelata e pronta da usare.
In particolare verdure e pesce, possibilmente al naturale perché più semplici da trasformare in qualcosa di buono.
In questi giorni mi sono trovata tra le mani il catalogo bofrost* ed ho messo in pratica il desiderio di fare la spesa seduta da casa.
Appena sposata, con mio marito ci divertivamo a farci recapitare a casa da questa azienda ogni tipo di ghiottoneria, dai dolci ai gelati, fino alle pizze, quindi conoscevo già la qualità dei loro prodotti. All'epoca (parlo di almeno 15 anni fa) era praticamente un servizio ancora a porta a porta.
Si sceglieva da catalogo e si lasciava l'ordine al corriere.
Alla consegna dei prodotti, potevi lasciare l'ordine successivo e così via.
Adesso, ho fatto l'ordine direttamente sul loro sito, scegliendo diversi preparati al naturale tra cui delle code di gamberoni ed un wokmix di verdure arcobaleno (taccole, germogli di fagiolo, carote arancioni, gialle e viola), ho indicato il giorno e l'ora della consegna e, tadaaaa....il corriere è arrivato puntuale ed io sono scesa in tuta e ciabatte a prendere il tutto.
Ma la vita, non potrebbe essere sempre così facile?
Dalla spesa consegnata direttamente a casa è nato questo piatto.
Un Riso Biryani con verdure colorate e code di gamberi.
La Biryani è una miscela di spezie indiana composta per lo più da cannella, chiodi di garofano, pepe nero e cardamomo, a cui va aggiunto del Garam Masala, semi di coriandolo e curcuma.
Io ho la fortuna di avere una miscela che arriva da Singapore grazie a quella gran maga delle Spezie di Alessandra, e l'ho voluta provare in questo piatto.
So però che non è difficile da trovare nei negozi di prodotti etnici.
La miscela di spezie viene spesso utilizzata con riso basmati e verdure (le più svariate a vostro piacimento), ma può essere arricchita anche da pesce, in particolare crostacei.
Reperita la spezia, la preparazione è decisamente facile e veloce e qui vi lascio la mia ricetta.
Liberamente interpretata.

Riso Biryani con gamberi e verdure arcobaleno 
Ingredienti per 4 persone
200 g di riso Basmati
600 g di Wokmix arcobaleno
500 g di code di Gamberoni
1 porro
3 cucchiaini di mix spezie Biryani
1 cm di zenzero fresco grattugiato
una manciata di prezzemolo tritato
olio extravergine qb
sale qb
  • Togli le code di gamberone dal freezer 1 ora prima di cominciare a cucinare e lasciale scongelare a temperatura ambiente. 
  • Fai bollire abbondante acqua salata in una casseruola e cuoci il riso Basmati secondo le indicazioni della confezione (in genere una decina di minuti). Scolalo accuratamente e lascialo raffreddare da parte. 
  • Affetta finemente il porro anche nella parte verde e mettilo in un wok con due cucchiai di olio extravergine e lo zenzero grattugiato finemente. Aggiungi il mix di spezie e fai passire il porro a fiamma dolce, magari aggiungendo un cucchiaio d'acqua se necessario. Quando il porro sarà passito, versa le verdure ancora surgelate e alza la fiamma facendole saltare per una decina di minuti. Aggiusta di sale. 
  • Toglie le verdure dal Wok. Priva metà dei gamberi della propria coda (l'altra metà ti servirà a decorare i piatti). Versa due cucchiai d'olio nel Wok e fallo scaldare poi fai saltare velocemente i crostacei. Quando saranno pronti, aggiungi le verdure ed il riso e salta il tutto insieme, rifinendo con il prezzemolo tritato. Assaggia ed aggiusta di sale se necessario. 
  • Servi caldissimo rifinendo con le code di gamberoni e peperoncino fresco se gradito. 




mercoledì 24 ottobre 2018

Pollo alla paprika con ceci, cavolo riccio e limone arrostito oggi per Starbooks

Spaghetti a Detroit - F. Bongusto 
Come ogni settimana, una ricetta direttamente dal blog di Starbooks, che vede protagonista una delle mie carni preferite, il pollo.
Stavolta croccante, accompagnato da un contorno diverso e speciale, come solo Melissa Clark dal suo libro "Dinner changing the game", poteva studiare.
Se volete una ricetta facile e creativa al tempo stesso, non perdete tempo e leggetevi il post di oggi 
Buona giornata a tutti


lunedì 22 ottobre 2018

Torta Paradiso: ai pazienti il Ciel l'aiuta.

Paradise - Coldplay
Non è per niente facile orientarsi nel mare magnum delle ricette in rete quando si cerca la perfezione.
Che non è una perfezione oggettiva, ma puramente emozionale.
Il ricordo di qualcosa che ci ha fatto stare bene, che in quel momento ci ha visto felici e che per questa ragione ovviamente, non esiste più, è impossibile da riprodurre se non nel nostro cuore.
Il perché lo sapete già: non esistono più gli ingredienti principali di quel ricordo.
Non ci siete più voi bambina, né alcune persone che in quel momento contribuivano a farvi felice e quella fetta di torta così speciale poteva essere anche la peggiore dell'universo: voi non ve ne sareste accorte.
Quindi, quando cerchiamo un sapore perduto, è inutile, sappiate che è perduto per sempre.
Non è perduta però la voglia di continuare la ricerca, di incaponirsi all'inseguimento di un aroma, di una consistenza, di quella perfezione.
Ma se come le nostre nonne nessuno è in grado di cucinare (e probabilmente per i nostri nipotini esisterà la stessa percezione - speriamo almeno), il nostro sforzo ci premia nel modo più bello: mantenere vivo il loro ricordo, rinnovarlo dentro di noi spingendoci a cercare dettagli che via via si sbriciolano come polvere dalla nostra memoria.
Questo ovviamente vale per tutti i nostri cari perduti e che cerchiamo di tenere legati a noi.
La ricerca della Torta Paradiso perfetta è ovviamente un po' come la ricerca del Santo Graal: una chimera. Ma alla perfezione ci si può avvicinare quando si ha l'aiuto di qualcuno che sa raccontartela senza invenzioni pindariche o scorciatoie.
Dopo una vita di tentativi, ho voluto provare la ricetta di Simona, e per la prima volta ho ottenuto, se pur con alcuni difetti (tutti dovuti a me, sottolineiamo), una Torta Paradiso di grande soddisfazione.
Guidata con consigli preziosi ed un passo passo chiarissimo, è impossibile sbagliare.
Ma se volete andare in Paradiso, dovrete avere pazienza.
Un passo alla volta, senza correre.
Intanto partiamo con le raccomandazioni:

  1. Fatela quando siete tranquilli, quando non avete impegni paralleli, magari nessuno in casa a cui dovete badare. Insomma la prima volta, cercate di non avere distrazioni e preparate gli ingredienti con cura
  2. Preparare gli ingredienti significa: cercare un ottimo burro, magari di panna affiorata o se proprio non esiste da voi, prendete un burro Danese o Bavarese, ce ne sono di ottimi in qualsiasi supermercato. I nostri, purtroppo, non sono di eguale qualità. Fatelo ammorbidire per qualche ora a temperatura ambiente. Tiratelo fuori la mattina e procedete dopo un paio d'ore o più 
  3. Stessa cosa fate per le uova. Freschissime e devono essere della stessa temperatura del burro. Se userete uova fredde, al momento di inserirle nella montata di burro, il composto si straccerà miseramente. E addio Paradiso. 
  4. Per gli aromi, limone tutta la vita. Un bel limone di Amalfi non trattato e grattugiato finemente, evitando la parte bianca che vira all'amaro. 
  5. Lievito: non va nella ricetta. Quando la montata del burro è ben fatta, la torta cresce in maniera autonoma. Però concordo con Simona: una puntina di lievito aiuta la stabilità del dolce e 3 grammi sono davvero un nulla. Io personalmente l'ho messo. 
  6. Cottura: delicatissima. La torta non deve essere cotta troppo altrimenti si secca perdendo quella sua caratteristica texture avvolgente e lievemente umida, diventando sbriciolosa. La superficie si crepa e la crosticina si stacca. Quindi quando sarete ai 30 minuti di cottura, aprite e fate velocemente la prova stecchino. In caso, proseguite di 5 minuti alla volta. Non eccedete. Io ho cotto fino a 40 minuti ma forse a 35 sarebbe stata perfetta. 

Ingredienti per uno stampo a cerniera da 22/24 cm di diametro
130 g di farina 00
130 g di fecola di patate
200 g di burro morbido (a temperatura ambiente)
250 g di zucchero a velo
5 tuorli grandi (75 g di tuorlo in totale)
2 uova intere grandi
la scorza grattugiata di un limone non trattato
3 g di lievito per dolci (facoltativo)
1 pizzico di sale

Per la farcia 
200 g di panna a lunga conservazione
60 g di latte condensato
1 cucchiaio di miele millefiori

  • Nella planetaria con il gancio a foglia, montate a lungo il burro con il burro e la scorza di limone. Ci vorranno intorno ai 20 minuto affinché il burro diventi gonfio e leggero come panna. Non abbiate fretta. Ogni tanto con una spatola di gomma, ripulite i bordi della ciotola e proseguite. Lo zucchero deve essere perfettamente incorporato e il composto deve avere un aspetto estremamente leggero, soffice, lucido e chiaro. 
  • Quando il burro sarà pronto, sbattete uova e tuorli con una forchetta e continuando a montare a bassa velocità, aggiungete un cucchiaio di uova alla volta, aggiungendo il successivo solo quando il precedente non sarà completamente amalgamato. Non abbiate fretta. Qui vi giocate la texture perfetta della vostra torta. 
  • Una volta terminate le uova, si passa all'aggiunta della farina. Anche in questo caso con estrema pazienza perché si procede un cucchiaio alla volta, solo dopo aver setacciato le farine insieme per almeno due volte. Nel caso decidiate di aggiungere il lievito, setacciate anche questo con le farine. Mescolate sempre a bassa velocità e procedete come per le uova: un cucchiaio alla volta, ed il successivo solo dopo a completo assorbimento del precedente. 
  • Preparate la vostra teglia imburrando bene i lati ed infarinandoli leggermente e sulla base mettendo un foglio di carta da forno dopo aver imburrato la base in modo che stia ben aderente. Stendete il composto aiutandovi con una spatola di gomma e cercando di distribuire la massa in maniera omogenea. 
  • Mettete la torta in forno a 175° statico e cuocete per 40 minuti. Sulla cottura dovrete stare molto attenti perché in base alla dimensione dello stampo ed al vostro forno, potrebbe essere necessario cuocerla meno o leggermente di più. La torta non deve cuocere troppo: una Paradiso troppo asciutta non si può mangiare. Non aprite il forno prima dei 30 minuti ed osservate la superficie. Quando comincia ad avere un colore biscotto, siamo vicini alla cottura. Dopo i 30 minuti potrete fare la prova stecchino. Una volta pronta sentirete lo stecchino uscire senza attrito e senza segno di briciole o impasto. A me sono serviti 40 minuti perfetti. E forse ero già un po' in là con la cottura. Quindi, occhio. 
  • Se nella vostra torta dovesse formarsi una piccola cupola, come spesso succede, un consiglio è sformarla immediatamente una volta fuori dal forno, e con la massima delicatezza, capovolgetela su un piatto largo e piatto. Lasciatela lì una decina di minuti quindi rimettetela in posizione corretta aiutandovi con un piatto e fatela raffreddare sulla gratella fino a che non sarà completamente fredda. A questo punto, potrete coprirla con lo zucchero a velo. 
  • Una volta fredda, potrete tagliarla a metà e farcirla con la crema di latte: se deciderete di farcire la vostra Paradiso, rifinitela con lo zucchero a velo solo dopo averla farcita in modo da non impataccare tutta la cucina e rovinare la decorazione. 
Per la farcia ecco la ricetta:
Simona consiglia di usare la panna a lunga conservazione in quanto una volta montata è più stabile e non si smonta con facilità. Personalmente l'ho trovato utile, ma non userei quella già zuccherata. Il latte condensato ed il miele sono già abbastanza dolci. Nel caso aggiungete uno o due cucchiaini di zucchero a velo. Inoltre, se potete, rifuggite come la peste quelle panne a base vegetale: hanno un retrogusto amaro terribile. Se dovete usare una panna a lunga conservazione, cercate la migliore in commercio.  
  • Montate la panna, che dovrà essere ben fredda di frigo così come il latte condensato, a neve fermissima. Aggiungete il latte condensato ed il miele e con una spatola incorporate delicatamente in modo da ottenere un composto ben omogeneo. Conservate in frigo fino all'utilizzo. 




mercoledì 17 ottobre 2018

Uova e verdure per Starbooks

In the morning - Norah Jones 
Il nuovo libro Starbooks di Ottobre, è un ricco contenitore di proposte per rendere vivaci e diverse le nostre cene (ma anche pranzi ovviamente), con una carrellata di piatti creativi ed originali, ma anche qualcosa di tradizionale con un guizzo di fantasia.
Melissa Clark con il suo Dinner changing the game, è di continua ispirazione per piatti semplici ma intriganti, come queste uova "verdi", piccantine e filanti grazie alla presenza di ingredienti speciali.
Ovviamente non starò qui a raccontarvelo.
Leggetevi il post di oggi su Starbooks e coprirete tutto quello che c'è da sapere su questo piatto.
Buona giornata amici!


martedì 16 ottobre 2018

Il pane è oro per Avanzi Tutta!

Don't leave me this way - Andy Abraham
Questa volta abbiamo scomodato pure Massimo Bottura, giusto qualcuno che di cucina non se ne intende.
Per trovare nuovi modi di recuperare il pane vecchio  ci siamo affidate al libro Il Pane è Oro scritto dal grande chef e ne sono uscite ricette straordinarie.
La mia scelta è caduta su certi passatelli che mi hanno incantato al primo sguardo.
Ma non vi lascio qui la ricetta perché insieme alla mia ve ne solo altrettante magnifiche che vi invito ad andare a leggere direttamente sulla rubrica di Mag About Food: Avanzi Tutta! 
So che troverete ispirazione.
Il pane è una risorsa d cui possono nascere dei capolavori.
Buona giornata a tutti e buon recupero.


lunedì 15 ottobre 2018

Blondies ai lamponi, cioccolato bianco e mandorle salate: il senso di un luogo.

Heart of glass - Blondie 
Sono rientrata da un luogo in cui ho trovato un'estate perenne.
Temperature che rasentavano i 32° C, cieli di un azzurro sfacciato, turisti arrossati e sfiancati dalle file sotto il sole.
Se avrò tempo, vi racconterò dell'Andalusia poco a poco, perché da dire c'è veramente tanto, ma ogni volta che viaggio, rientro poi con un carico di riflessioni che mi perseguitano per giorni.
La prima della quale è che molte persone viaggiano perché devono e non perché amano farlo.
E per dovere, intendo quel meccanismo che lega uno status symbol alla percezione che gli altri hanno di te.
Purtroppo il viaggio è considerato prima di tutto uno status symbol che un mezzo di crescita individuale, di godimento, di cultura.
Questo terribile ingranaggio travolge la maggior parte del turismo che arriva da Oriente, per il quale non c'è differenza tra l'essere nei giardini del Generalife o sulla torre della Giralda: conta soltanto scattare millemila fotografie per riempire l'album di figurine.
Celo, manca.
Questa volta ho avuto modo di osservare da vicino le dinamiche di questi popoli in viaggio, provando un profondo senso di disagio e un latente desiderio di far partire gomiti appuntiti sotto le costole di malcapitati.
Ormai nell'era di Instagram, non si scattano più fotografie.
Si selfeggia con brutale arroganza, roteando mazze su cui campeggia l'ultima meraviglia della telefonia mobile, assumendo posizioni indecenti e impedendo a chiunque voglia godere di un qualunque paesaggio, l'attimo d'estasi.
Per affacciarmi al belvedere dell'Alhambra ho dovuto attendere 10 minuti che un vichingo di due metri finisse di fotografare la sua dolce metà sdraiata sul muretto come la maya desnuda, ammiccando alla platea.
Ovviamente se viaggi seguendo i classici circuiti turistici negli orari canonici, non hai scampo.
Accompagnando un gruppo ho sùbito tutto questo.
L'unico istante in cui ho apprezzato realmente il concetto di viaggio/scoperta, è stato quando ho potuto abbandonare il gruppo mezz'ora ed addentrarmi nella parte più "popolare" di Siviglia, attraverso corti e giardini nascosti dove non passava un'anima.
Capisco anche che nessuno ha la possibilità di restare in un luogo quanto vorrebbe, ma il mio personale modo di vedere l'esperienza del viaggio è di non porsi mai il limite di "tanto non ci tornerò".
Provate per una volta a visitare una città senza l'ansia di vedere tutto, di provare tutto e cercare di lasciarsi del tempo per "perdersi", letteralmente, fra strade sconosciute.
Staccate le mani dal cellulare, dalla macchina fotografica,  e guardatevi intorno.
Osservate la gente, osservate la vita che scorre intorno a voi. Ascoltate i suoni ed i rumori.
Annusate l'aria.
Riempitevi del "senso" di un luogo e non solo del suo aspetto. Forse, avrete cominciato a viaggiare veramente.
Ma come glielo spiego questo a 50 coreani intruppati?
Mi avevano detto che in Italia era brutto tempo.
Sono rientrata e a casa mia c'erano 24°.
Anche oggi che scrivo, un sole rovente fuori dalla finestra.
Ho sperato che fosse freddo, magari anche un po' di grigiore: troppo sole mi aveva provata.
Niente. L'autunno qui si fa beffe di noi.
Ma la voglia di preparare un dolce, veloce veloce non me l'ha tolta nessuno.
Da una vita voglio preparare dei Blondies, che altro non sono che la versione "chiara" dei Brownies, dove la cioccolata fondente è sostituita da quella bianca.
In più, ho voluto osare un piccolo gioco di gusto rubato ad Ottolenghi, che se ne intende, ed ho aggiunto alla ricetta una manciata di mandorle tostate e salate, portate a casa da Malaga (buone da perderci la testa).
Insomma, ne è uscito un dolce irresistibile e qui vi metto la ricetta.
Mi saprete dire.

Blondies con lamponi, cioccolato bianco e mandorle salate
150 g di burro fuso
90 g di light brown sugar (sostituibile con muscovado)
90 g di zucchero semolato
210 g di farina 00
2 uova grandi
1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia
1/2 cucchiaino di lievito in polvere per dolci
150 g di lamponi freschi
120 g di cioccolato bianco di buona qualità tritato grossolanamente
80 g di mandorle tostate e salate tritate grossolanamente

  • Preriscalda il forno a 180° e fodera uno stampo quadrato da 20 cm di lato alto almeno 4 cm
  • Sciogli il burro e fallo intiepidire. Mescolalo con gli zuccheri in una larga ciotola
  • Aggiungi le uova e la vaniglia e con una frusta incorpora al composto di burro
  • Aggiungi la farina setacciandola dall'alto insieme al lievito quindi mescola tutto con la frusta. 
  • Con delicatezza, utilizzando una spatola di silicone, aggiungi i lamponi, la cioccolata e le mandorle. Lascia una manciata di lamponi per decorare la superficie. L'impasto sarà piuttosto sodo quindi la frutta resterà in superficie. 
  • Versa l'impasto nello stampo e livellalo con la spatola quindi fai cuocere per 25/30 minuti. Fai la prova stecchino che dovrà uscire pulito. 
  • Fai raffreddare prima di tagliare: ti riuscirà più semplice e preciso ed il dolce non si sbriciolerà.
  • Servi a temperatura ambiente e conserva in una scatola ermetica per 4/5 giorni. 



mercoledì 3 ottobre 2018

Cosa ci faccio con le nocciole? Ravioli di zucca con burro noisette per Mag about Food

Harvest moon - Neil Young 
E' la stagione delle nocciole.
Chi non le ama?
Io ne sono praticamente dipendente. Nella mia dispensa non mancano mai.
E se spesso e volentieri sono apparse su queste pagine all'interno di dolci golosi, la nocciola dimostra di essere perfetta per piatti salati, dai primi ai secondi, basta avere un po' di fantasia.
E se quella scarseggia, non vi resta che sfogliare Il Mag di Mtc, ed in questo splendido articolo, troverete un mare di proposte irresistibili.
Non vi dico altro.
Correte a leggere.


lunedì 1 ottobre 2018

Pie di prugne rosse: l'età dell'esperienza.

Every day is winding road - Sheryl Crow
Ultimamente non ho avuto granché tempo di scrivere se non per ricette destinate a Starbooks, che faccio sempre con grande piacere, ancora di più se si trovano libri come How to Eat a Peach.
Mi manca però l'abbandonarmi a quel flusso di coscienza che all'inizio di questa avventura di blog, era la molla che mi spingeva a scrivere.
Pare che sempre di più sia la vita ad avere ragione su di me.
Da una parte un lavoro che richiede impegno e concentrazione e dall'altra la corsa frenetica al voler fare di tutto e di più, mentre contemporaneamente il corpo mi dice: "Ahò, sarà ora che la smetti?"
Il corpo ha una ragione che la ragione non vuole stare a sentire.
Questa mattina, mentre state leggendo queste poche righe, io mi dirigo verso la Spagna, là dov'è ancora estate: Andalusia.
Ogni tanto ritorno a fare il quello che ho fatto per molti anni appena ho aperto l'agenzia: accompagnare i gruppi durante i loro viaggi.
Non capita più molto spesso, perché negli ultimi 25 anni il turismo è davvero molto cambiato. Direi radicalmente.
Resiste qualche sparuto gruppo di highlander del viaggio in bus.
Sono quelle persone che non amano viaggiare da sole per età o inesperienza.
Stavolta accompagnerò questo gruppetto di baldi giovani, le cui età messe insieme, fanno cc.a 18 secoli.
Un bel pacco di esperienza, gente! Credo che al mio ritorno avrò delle storie da raccontare.
Nell'attesa, vi lascio la ricetta di questa torta, la cui frolla è davvero formidabile e perfetta per accogliere ripieni morbidi di frutta.
L'autore non poteva che essere quel diavolo della cucina che è Jamie Oliver.
Potrete aromatizzare l'impasto come più preferite: arancia, cannella, anice....io ho scelto il classico limone e vaniglia.
Ma sperimenterò, promesso.
Ingredienti per uno stampo da pie di 23 cm di diametro
Frolla old fashioned di Jamie Oliver

500 g di farina 00 più extra per infarinare
100 g di zucchero a velo setacciato
250 g di ottimo burro freddo, tagliato a cubetti
la scorza grattugiata di un limone non trattato
2 uova grandi sbattute
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (mia aggiunta)
1 goccio di latte freddo
1 tuorlo +  cucchiaio di latte per lucidare
zucchero di canna per rifinire

Per il ripieno
1 kg di prugne rosse mature ma non molle
80 g di zucchero di canna
15 g di maizena
  • Nella ciotola dell'impastatrice, setaccia la farina dall'alto in modo che prenda aria e successivamente aggiungi lo zucchero a velo sempre setacciandolo. Mescola con una frusta quindi aggiungi i cubetti di burro.
  • Con la foglia, impasta per sabbiare il burro con la farina, fino a quando non otterrai un composto di briciole piuttosto fini. Aggiungi la scorza di limone grattugiato e mescola velocemente. 
  • Aggiungi le uova sbattute in cui avrai versato la vaniglia ed il goccio di latte e impasta velocemente fino a che l'impasto non diventerà una palla. 
  • Toglilo dalla ciotola e schiaccialo leggermente quindi avvolgilo nella pellicola e fallo riposare in frigo per il tempo in cui prepari il ripieno. 
  • Lava le prugne e tagliale a metà eliminando il nocciolo. Taglia le due metà in spicchi non troppo grossi. Mettile in una ciotola con lo zucchero e copri con la pellicola. Fai riposare per almeno mezz'ora. 
  • Mentre le prugne riposano, taglia la frolla in due parti. Stendi una parte ad uno spessore di 3/4 millimetri. Imburra uno stampo da pie e foderalo con la pasta lasciandola sbordare. Taglia quella in eccesso. 
  • Rimetti la frolla in frigo mentre prepari la farcitura. Prendi le prugno e appoggia un setaccio su una ciotola vuota. Versa le prugne nel setaccio e raccogli il liquido che avranno rilasciato.
  • Versa il liquido in una casseruola con lo zucchero ed accendi il fuoco a fiamma dolce. Setaccia la maizena sul liquido e con una frusta mescola continuamente per un paio di minuti fino a che il liquido comincerà ad addensarsi come una crema. A questo punto lascia raffreddare qualche minuto poi versa il succo sulle prugne e mescola bene prima di versare il tutto nel guscio di frolla. 
  • Adesso stendi la rimanente frolla per creare il coperchio. Potrai lasciare la frolla intera, praticando un foro al centro per fare uscire il vapore, oppure creare delle strisce e formare una griglia classica oppure a cestino come ho fatto io. 
  • Avvolgete i bordi in modo da sigillare bene la torta e potrete poi formare delle piccole decorazioni come in foto. Sbattete il tuorlo con il latte e spennellate bene tutta la superficie. Per finire cospargete tutto bene di zucchero di canna.
  • Cuocete a 180° per 45 minuti/1 ora fino a che la torta non sia ben dorata e vedrete il succo della frutta sobbollire attraverso le losanghe. Un consiglio: coprite la griglia su cui appoggerete lo stampo, con della carta forno, in modo che se dovesse fuoriuscire del succo (è possibile) in modo che non coli sulla vostra piastra forno e bruci. 
  • Se notate che la superficie si colora troppo, copritela con un foglio di alluminio.
  • Lasciate raffreddare prima di sformarla. 

martedì 25 settembre 2018

Torta di Fichi e miele per Starbooks

Honey pie - The Beatles
E così oggi si chiude lo Starbooks del mese, che ha visto protagonista un libro da me molto amato: più che un libro di ricette, una guida sentimentale a certi luoghi del gusto che, per una viaggiatrice nell'anima come la sottoscritta, è un pungolo irresistibile.
Se qualche editore italiano vorrà tradurre How to eat a peach per il pubblico italiano, vi consiglio vivamente di entrarne in possesso.
Se invece amate leggere i libri in lingua originale, non avete scuse.
Un menù che si rispetti, si chiude in dolcezza: cosa c'è di più dolce di una torta di fichi e miele?
Per la ricetta e i consigli su come prepararla, dovrete leggere il post di oggi su Starbooks: sperando che riusciate a trovare gli ultimi fichi rimasti.
Buona giornata.


lunedì 24 settembre 2018

Quaglie arrosto con funghi e patate per Starbooks

Gymnopedie 1 - E. Satie
Continua la scoperta del libro "How to eat a Peach" di Diana Henry, che sfoglio praticamente ogni giorno.
Ma ognuno dei menù contenuti al suo interno, fanno parte di un racconto così vivo ed entusiasmante della ragione per cui sono stati realizzati, che leggendolo mi sento trasportata in luoghi che sin da adesso vorrei poter visitare.
Il post di oggi su Starbooks, vi svelerà da dove arrivano queste quaglie arrosto e la facilità con cui si preparano.
Quindi, cosa aspettate? Bon Apetit!

mercoledì 19 settembre 2018

Apricot tarte per Starbooks

Dream a little dream of me - Ella Fitzgerald & Louis Armstrong
Il libro Starbooks di questo settembre è "How to Eat a Peach"della bravissima food writer Diana Henry.
Un libro di cucina sui generis in quanto è suddiviso per menù ma soprattutto perché ogni menù racconta una parte di vita dell'autrice, trascorsa viaggiando alla ricerca di sapori da ricordare e riproporre, con grande capacità evocativa tanto che si legge quasi come un romanzo.
Per la prima volta, dopo quasi 8 anni di esperienza Starbooks, sto sfogliando questa meraviglia più con il desiderio di immergermi nelle avventure sensoriali dell'autrice che affascinata dalle ricette, che comunque restano di grandissima maestria.
Come questa tarte alle albicocche, che purtroppo ho realizzato il luglio e che dovrete attendere fino al prossimo anno per assaggiarla.
Ma non perdetevi assolutamente How to Eat a Peach, libro davvero incantevole.
Per saperne di più, seguitemi ovviamente su Starbooks.




lunedì 17 settembre 2018

Tagliatelle di farro con funghi misti e pecorino al tartufo: aspettando l'autunno

Autumn leaves - Eva Cassidy 
Sono una rompiscatole lo so, ma dopo un po' il caldo mi stufa.
Non dico che io ami il freddo, quello proprio no.
La verità è che sono una donna "autunnale", l'ho sempre ammesso e questo periodo dell'anno, quando il caldo assurdo si fa lentamente da parte per fare spazio a temperature più miti, è il mio preferito.
La stagione dei raccolti, dall'uva, alle castagne, alle olive, è la stagione del mio cuore.
Di lei mi rappresentano i colori, i profumi, i cibi.
Rifuggo le sessioni stakanoviste sotto il solleone ed amo straccare le gambe nei boschi annusando l'aria come un bracco all'inseguimento dell'aroma muschiato della terra umida.
Adoro quel momento in cui si può indossare un caldo maglione senza imbacuccarsi come palombari e rispondere così all'aria fresca del primo mattino; mi entusiasma tornare ad avvolgermi il collo con i miei foulard.
Una copertina di pile è già piegata e pronta sul divano per le serate d'ottobre e quasi quasi la userei anche adesso: spero di lasciare presto le mie infradito per i miei calzini imbottiti.
Fra poco ricomincerò ad impastare con soddisfazione, cosa che d'estate è impossibile, pena l'infarto al miocardio.
Ripartirò dai pici, dalle fettuccine, dalla pasta ripiena, a cui sposare quei sughi dalla cottura eterna (ma che bellezza).
Ritornerò ad accendere il forno, che per mesi è stato in meritato ozio, ma che presto riprenderà il suo ritmo forsennato.
Ditemi voi se questa non è una prospettiva allettante.
Ma se siete di quelli che invecchierebbero al sole, allora forse, non andiamo d'accordo.
Certo l'estate riempie il cuore con la sua costante aria di festa.
Ma come sappiamo tutti, le feste dopo un po' stancano ed io sono già in modalità Autunno.
Parlando di pasta fresca, spesso mi sento riprendere dalle mie amiche con frasi del tipo: ma tu impasti a mano?
A parte che per molto tempo o pensato che non ci fosse altra modalità per realizzare una pasta fresca decente, ma si, io impasto a mano e stendo al matterello nella maggioranza dei casi.
Quando proprio ho una super fretta ed una irresistibile voglia di pasta fresca, utilizzo strumenti che facilitano la vita e che ogni donna amante delle cucina, dovrebbe avere in casa.
Potreste perdere qualche minuto e farvi un giro su Lionshome dove si può trovare l'impossibile per la cucina, mettendo a confronto i migliori prezzi sul mercato: su questa pagina per esempio, avrete l'imbarazzo della scelta per le macchine per la pasta.
A dirla tutta dovrei comprarne una nuova anche io, visto che la mia ormai è piuttosto datata: magari una con il motorino, che facilita anche il lavoro (ricordarmi di metterla sulla lista di Natale!).
Altrimenti, se proprio non ce la fate, basta affidarsi a dell'ottima pasta fresca artigianale, come ho fatto io in questo caso ed il risultato sarò comunque un successo.

Ingredienti per 4 persone. 
300 g di Tagliatelle o fettuccine di farro
700 g di funghi misti: pioppini, gialletti, finferli, prataioli
2 spicchi d'aglio privati della camicia e dell'anima
un mazzetto di prezzemolo fresco
20 g di pecorino al tartufo ridotto in scaglie
olio extravergine
sale, pepe qb

  • Priva i funghi della radice e puliscili con cura utilizzando della carta assorbente inumidita, quindi affettali piuttosto spessi 
  • In un'ampia padella, fai dorare gli spicchi d'aglio in 3 o 4 cucchiai di olio extravergine a fiamma dolce quindi versaci i funghi ed alza la fiamma. Fai cuocere fino a che i funghi non avranno rilasciato tutto il loro liquido e saranno belli dorati. Poco prima del termine della cottura, aggiusta di sale, pepe ed aggiungi il prezzemolo mescolando bene.
  • Cuoci le tagliatelle in abbondante acqua salata seguendo le indicazioni della confezione. Assaggiale comunque per verificare il grado di cottura. Dovranno essere ancora belle croccanti. 
  • Scolale mantenendo un po' di acqua di cottura. Versale in una larga ciotola ed aggiungi i funghi. Mescola bene per condire la pasta ed aggiungi dell'olio a crudo per legare gli ingredienti. 
  • Impiatta e rifinisci con una manciata di petali di pecorino al tartufo e servi immediatamente. 




giovedì 6 settembre 2018

Lasagne al pistacchio e zucchine: sindrome da nido vuoto.

Bye bye Blackbird - Joe Cocker
E' sempre molto strano parlare di cibo italiano quando ci si trova in un paese straniero.
In particolare in un luogo dove la pasta è qualcosa di poco considerato, se non al ristorante, e quindi sempre di eccezionale diversità.
Di ritorno dall'Irlanda da un paio di giorni, dove ho trascorso una settimana a casa della famiglia irlandese che ospiterà mia figlia per i prossimi nove mesi, mi sento alquanto frastornata.
Si, la mia "piccolina" affronterà la sua prima vera sfida "da grande" della sua giovane vita.
E se da una parte so che sarà una sfida dura per lei, mi rendo conto che i più fragili saremo mio marito ed io che ci troviamo improvvisamente la casa vuota.
Al momento vivo questi giorni con un misto di incoscienza e naturalezza poi non so.
Vi dirò.
Intanto ho cercato di accattivarmi la simpatia della famiglia ospitante, preparando qualche piatto italiano della tradizione.
Qualcosa di famoso ma alternativo nel contenuto, come potrebbe essere una lasagna con pesto di pistacchi e zucchine, che ha dentro il colore simbolo di questo paese meraviglioso: il verde brillante!
La preparazione non è così complessa come sembri ed il risultato mi ha molto intrigata: pesto di pistacchi di Bronte preparato con dell'ottimo extravergine, una manciata di mandorle, parmigiano e basilico freschissimo, sposato a della vellutatissima Bechamelle non troppo densa.
La sfoglia sottile è stata alternata alla salsa al pistacchio ed a zucchine fiore trifolate profumate di menta selvatica per avere un contrasto di maggiore "sostanza" al taglio.
Facile ed anche veloce.
Potrete usare della sfoglia fresca confezionata per non impegnarvi troppo.
L'importante è che sia piuttosto sottile per conferire all'insieme maggiore delicatezza.

Ingredienti per 4 persone
300 g di sfoglia all'uovo fresca, sottile
300 g di bechamelle fatta in casa (vedi la ricetta in questo post)
200 g di parmigiano
150 g di pesto di pistacchio
300 g di zucchine fiore freschissime
1 piccola cipolla bionda
qualche foglia di menta selvatica.
olio extravergine d'oliva (io Chianti Dop).

Per il pesto di pistacchio 
200 g di pistacchi di Bronte sgusciati e privati della pellicina
100 ml di olio extravergine d'oliva
40 g di basilico pulito
50 g di parmigiano grattugiato
25 g di mandorle senza pelle
sale qb
  • Preparate il pesto mettendo tutti gli ingredienti in un bicchiere da mixer a immersione avendo cura di aggiungere olio extravergine se il composto risultasse poco cremoso. Immergete il mixer e frullate velocemente gli ingredienti emulsionando per arricchire con aria. Quando avrete ottenuto una crema lucida e vellutata, interrompete. La lama non si deve scaldare per non ossidare gli ingredienti. 
  • Adesso in una larga ciotola versate la bechamelle ed aggiungete il pesto ottenuto, miscelando bene con una frusta per ottenere un composto omogeneo. Coprite con pellicola e tenete da parte mentre preparate le zucchine.
  • Lavate ed affettate finemente le zucchine. Tritate la cipolla. Versatela in una larga padella con 2 cucchiai colmi di olio extravergine. Fatela passire a fiamma dolcissima, se necessario aggiungendo poca acqua. Quando la cipolla sarà morbida e trasparente, aggiungete le zucchine, alzate leggermente la fiamma e fate cuocere mescolando via via, fino a quando non saranno dorate e ben trifolate. 
  • Adesso assemblate la lasagna. In una teglia rettangolare o in teglie mono porzione come ho fatto io, distribuite a strati un cucchiaio colmo di salsa al pistacchio (spargendolo bene sulla base), la sfoglia a coprire la base e di seguito bechamelle al pistacchio, zucchine e una generosa manciata di parmigiano. Continuate cosi fino ad esaurimento degli ingredienti. 
  • Per l'ultimo strato, coprite la lasagna con l'ultima sfoglia, uno strato leggero di salsa e rifinire con tanto parmigiano che formerà una bella crosticina gratinata. 
  • Cuocete a 180° fino a che non otterrete una bella superficie dorata e croccante. Servite subito.