mercoledì 15 maggio 2013

"Mi porti quello che ha portato alla signorina": Zuppa di ceci, pane e pomodori di Ottolenghi

Where or When - Harry Connick Jr
Siamo vicini al Festival di Cannes. 
Prossimamente le news alla televisione ci mostreranno passerelle di star e registi guru.
Quando si pensa al cinema, molti di noi non si staccano dall'idea che il successo di una pellicola sia legato ad una regia particolarmente ispirata o ad un interprete in stato di grazia. 
Ci ricordiamo volti, situazioni, momenti di magia e frasi che diventano immediatamente citazioni. 
Oggi voglio parlare proprio di questo. 
Delle parole dietro ad un film, ma in particolare di una donna che le parole le sapeva usare bene e che grazie alla sua scrittura ironica, intelligente, profondamente divertente, ha saputo regalarci alcuni dei film più belli degli anni  80/90. 
Parlava di donne, Nora Ephron, e lo ha fatto così bene da riuscire a dire quello che molte di noi (orgasmo incluso) non oserebbero dire. 
Questa incredibile scrittrice è morta poco meno di un anno fa e la notizia della sua scomparsa a suo tempo mi addolorò profondamente. 
Ho sempre avuto desiderio di parlare di lei in uno dei miei post ma fino ad oggi non ne ho avuta l'occasione. 
Mi è ritornata in mente rivedendo uno dei suoi film recentemente, pensando a quanto siano perfetti certi dialoghi, certe battute ad effetto, l'intelligenza nell'analisi caratteriale dei personaggi e lo sguardo leggero e disincantato sulla realtà in cui si svolge l'azione. 
Tutt'oggi penso che il mondo del cinema abbia perso una grandissima autrice.
Tutte voi conoscete almeno uno dei suoi film, dal meraviglioso Harry ti presento Sally, al romanticissimo Insonnia d'Amore, dall'amore ai tempi di internet in C'è posta per te, ad una commedia sovrannaturale, Michael, con un John Travolta nei panni di un angelo sovrappeso goloso di zucchero. 
L'ultimo, che tutte noi blogger abbiamo amato senza compromessi e che ha creato l'immagine icona della foodblogger, è Julie & Julia. Lo sapevate?
Questi sono solo alcuni. 
Mi rendo conto però che mentre questi film resteranno nella memoria di tanti, Nora è ancora sconosciuta ai più. 
Come spesso succede, la professione dell'autore di film o di sceneggiatore che dir si voglia, gode di fama solo nel suo ambiente ma il mondo finisce con l'ignorare che se certe storie sono così immensamente belle da farci sognare, dietro c'è la mano di chi la storia l'ha scritta. 
Nora ha vissuto la sua vita con la stessa ironia che riportava nei suoi film. Voglio condividere con voi una deliziosa intervista rilasciata al NY Times non tanto tempo prima di morire, in cui emerge la personalità di una donna che sinceramente avrei voluto avere come amica.
Vi segnalo anche un suo libro, divertente e sagace, scritto nel 2007 ed edito da Feltrinelli: "Il mio collo mi fa impazzire. Tormenti e beatitudini dell'essere donna" 

Ingredienti per 4/6 persone
1 cipolla grande a fette
1 finocchio di media grandezza a fette
120 ml di olio extra vergine
1 carota grande tagliata a rondelle
3 gambi di sedano
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
250 ml di vino bianco 
400 gr di pomodori pelati
1 cucchiaio di origano fresco tritato
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 cucchiaio di foglie di timo fresco
2 foglie di alloro
2 cucchiaini di zucchero
1 litro di brodo vegetale
160 gr di pane raffermo senza crosta
400 gr di   ceci freschi cotti (vanno bene anche quelli in scatola)
4 cucchiai di pesto 
una manciata di foglie di basilico
sale e pepe nero per servire.
Scaldate il forno a 180°
Mettete la cipolla ed il finocchio il una larga casseruola, aggiungete 3 cucchiai di olio e saltate a temperatura media per cic.a 4 minuti.
Aggiungete la carota ed il sedano e continuate a cuocere per 4 minuti, giusto per ammorbidire le verdure, mescolando occasionalmente.
Aggiungete il concentrato, mescolate e cuocete per un altro minuto.
Aggiungete il vino e fate sfumare per un paio di minuti.
Successivamente aggiungete i pomodori pelati con il loro succo, le erbe aromatiche, lo zucchero, il brodo vegetale ed un po' di sale e pepe. Portate a bollore quindi abbassate la fiamma, coprire e fate sobbollire per c.ca 30 minuti.
Mentre aspettate, mettete il pane in forno spezzato grossolanamente con le mani e spruzzato con un po' di olio e sale. Fate tostare per 10 minuti fino a che croccante.
Dieci minuti prima di servire, mettete i ceci in una ciotola e schiacciateli un po' con un batticarne. Se vi piacciono interi, potete lasciarli così. Aggiungete alla zuppa e fate cuocere per 5 minuti.
Aggiungete il pane e fate cuocere per ulteriori 5 minuti.
Servite la zuppa in ciotole con un po' di pesto a parte e irroratela con ottimo extravergine. 


lunedì 13 maggio 2013

Una vera merenda toscana...o quasi: Torta di nocciola tonda gentile delle Langhe

Let's face the music and dance - (Irving Berlin) - Nat King Cole
Mi dimentico sempre di quanto sia bello il luogo in cui vivo. 
E di come spesso, frequentando case di amici, ci si trovi faccia a faccia con la toscanità più schietta, verace, e non con noiosissime invenzioni "finto povero" che imperversano nei "mercatoni" e in agriturismi acchiappaturisti. 
La bellezza emerge proprio dalla spontaneità, dal disinteresse nello styling, dalla casualità. Molti hanno ancora la fortuna di vivere nella casa dei propri nonni, dove sembra, anzi è così, che il tempo non sia mai passato. 
Succede che ci si trovi un sabato pomeriggio con gli amici orchestrali, una volta tanto senza strumenti e spartiti. 
Oggi la musica saranno le voci e le risate di una compagnia affiatata che ha condiviso moltissime emozioni negli anni.
Arrivo a casa di Angela, la fortunata proprietaria del casale alle porte di Siena, quando la luce del sole sta calando riversandosi come un fiume di lava dorata su tutto il paesaggio, e quello che riesco a provare è un infinito senso di gratitudine e di privilegio. Ma evito di parlare. Mi godo ogni istante, e se posso, cerco di immobilizzarlo con un clic.





Come in ogni merenda cena-toscana che si rispetti, non può mancare la brace,  succulenti salsicce e saporito costoleccio preparati dalle mani esperte di abili barbecue men.
Mentre qualche coraggioso sfida il fumo sulla brace, la compagnia apre le danze con ottimo pecorino e salame da sposare a delle fresche favette già pronte in rustici certi sulle tavole
Intorno alle numerose tavolate che la nostra ospite ha allestito con cura, c'è anche chi spera di ricevere un assaggino delle bontà che gli sfilano sotto il naso.
Io mi guardo intorno, e non smetto di pensare a voi, alle mie amiche foodblogger, che in questo capanno degli attrezzi, approntato per l'occasione in sala ricevimenti, perderebbero la testa per gli incredibili oggetti appesi e disposti ovunque in maniera casuale. 


Mia figlia ha trovato compagnia e preferisce fare spedizioni alla ricerca di papaveri, che ascoltare i racconti di musicisti nostalgici
La cena si conclude con un carosello di dolci perfetti per l'occasione: crostate, torte di mele, deliziosi cookies al cioccolato preparati da Anna, la nostra arpista americana, ed un dolce che ho preparato per l'occasione, facilissimo e davvero stupendo, e che vorrei poter mangiare proprio adesso (perché ero troppo sazia per gustarmelo a dovere). 
Non ho potuto fotografare la fetta per ovvie ragioni, ma voglio ringraziare Ambra per aver condiviso la ricetta, perché posso giurarvi che è una delle torte più buone che abbia mai assaggiato in vita mia. 
Non è propriamente un dolce primaverile ma ho cominciato l'operazione svuota dispensa e mi sono resa conto di avere ancora tantissime nocciole piemontesi già sbucciate e tostate, in più quelle che mi ha regalato Ale, e che con il caldo incombente rischiano di irrancidire, quindi dovrò dar fondo a tutta la frutta secca che stanzia sui miei scaffali. 
Ingredienti per 10/12 persone
350 gr di nocciole IGP Piemonte, sgusciate e tostate
150 gr di burro
250 gr di zucchero
100 gr di farina
3 uova
un pizzico di sale
una bustina di lievito
Tritate le nocciole finemente. Io le ho messe ne cutter con 100 gr dello zucchero previsto in maniera da non far rilasciare l'olio durante l'operazione. Cercate di tritarle con il pulse.
Mescolatele quindi con il resto dello zucchero, della farina setacciata con il lievito.
Separate le uova. Sbattete i tuorli leggermente ed aggiungeteli al composto cercando di ammorbidirlo con un cucchiaio di legno.
Fondete il burro ed aggiungetelo alla farina di nocciole con il sale. Io ho aggiunto a mio gusto, un cucchiaino di estratto di vaniglia.
Montate a neve ferma gli albumi ed aggiungeteli con estrema delicatezza al tutto.
Sistemate il composto in una teglia da 26 cm imburrata e coperta da carta da forno.
Cuocete in forno preriscaldato a 200° per 35/40 minuti. 
Fate attenzione alla cottura. Non deve seccarsi troppo.
Se vi piacciono i Brut ma bon, questa torta vi farà impazzire. Il profumo delle noccioli è inebriante e si sposa meravigliosamente con del moscato naturale o dello Spumante d'Asti.