Da mille serenate ti fai cullare
Ti fanno sempre festa le tue bandiereIl tempo passa e non ti sa sciupare
Se rinascessi vorrei nascer qua…
Bella meravigliosa la mia città
La luna affascinata la sta a guardarVa a da’ un’occhiata dentro al Castellare
Scivola in Fontebranda e poi risale
Ma quanto sarà bella questa città
Quando l’hai vista non la puoi scordarLa Torre ti s’infila dentro il cuore
E i merli con le stelle fanno all’amore
Sei cara dolce amica innamorata
Passi come in un sogno la tua giornataSe ti dovessi perder Siena mia
Tanta sarebbe la malinconia…
(da Mille Serenate - Canzone tradizionale di Siena)
Questi sono i giorni che preferisco nella mia città.
Tre giorni al Palio e Siena è già irriconoscibile. Colori, suoni, una strana energia lungo le stradine che costeggiano la Piazza ormai avvolta nel tufo. Quando arriva "la terra in Piazza" è già Palio. I riti si ripetono all'infinito.
Mi piace passeggiare osservando le facce dei turisti, il loro stupore, la meraviglia rispettosa. Mi sento un po' anch'io come loro, turista in casa mia.
E' una sensazione che adoro, perché ogni tanto bisogna abbandonarsi alla riscoperta dei nostri posti, alla consapevolezza che si conosce sempre troppo poco di queste pietre e della nostra storia. Siena ha un grande passato che il Senese vero non dimentica e lo rimette sul piatto ogni qualvolta si parla di Palio. Il vero Senese è un tipo orgoglioso, tendenzialmente chiuso e molto protettivo nei confronti della propria città. Non è cosmopolita: il suo mondo è tutto qui, dentro queste mura. Il Senese può girare il mondo per una vita ma tornerà sempre qui, a toccare la terra di Piazza e quando il destino lo trattiene lontano, nei giorni del Palio continuerà a sentire il rintocco della campana della sua Contrada che lo chiama e dice "vieni".
Siena è una città chiusa, isolata dal mondo. Una sorta di Brigadoon che si è preservata bella e meravigliosa grazie alla sua posizione completamente scollegata con il resto della Toscana.
Eppure ha un grande cuore: "Cor magis tibi Sena pandit". Sulla porta di Camollia, quella che guarda a Nord, c'è questa scritta immortale che parla della natura del Senese. Siena ti apre il suo grande cuore.
Ed è vero, per te visitatore, Siena si apre nella sua bellezza e ti avvolge e se sai capirla, ti resta dentro per sempre.
Potete immaginare quale sia il mio sentire, sapendo che a Siena io ci sono capitata per destino e ci sono cresciuta dopo essere nata nell'hinterland milanese. La sensazione di avere vinto un biglietto per il Paradiso.
Ho cominciato a capirlo solamente da qualche anno, dopo aver visitato i posti della mia prima infanzia. Tanta, immensa, inattesa fortuna.
Questa Tarte è nata per caso. Dalla rimanenza di sablé dalla Stupendissima di Ale che avevo preparato qualche giorno prima ed da una meravigliosa ricotta fresca acquistata dai miei omini preferiti. La torta di ricotta che fa mia suocera è un miracolo, e prima o poi dovrò farla e raccontarvela, ma questa è stata una mia creazione dall'avanzo e qualcosa andrebbe migliorata anche se mio marito, da giudice severo qual'è, l'ha trovata veramente buona.
Tarte di Ricotta con limone candito di Kalamata
Ingredienti per uno stampo da 18 cm
Per la sablé
- 200 gr di farina
- 100 gr di burro freddo
- 50 gr di zucchero sottile tipo Zefire
- 1 tuorlo
Per il ripieno
- 300 gr di ricotta freschissima
- 100 gr di zucchero
- 3 uova
- 50 gr di limone candito e conservato nel miele di Kalamata (me li ha portati mio marito dal suo ultimo viaggio e sono magnifici, teneri e non eccessivamente dolci.)
- la buccia grattuggiata di un limone non trattato
- un cucchiaino di essenza di vaniglia
Preparate la frolla molto velocemente mescolando nel robot la farina con burro e zucchero fino ad ottenere un composto sabbioso, quindi aggiungete il tuorlo ed appena gli ingredienti staranno insieme, formate una palla velocemente e mettete in frigo a riposare almeno 1 ora.
Setacciate la ricotta e mescolatela bene fino ad ottenere una crema. Aggiungete le uova e lo zucchero e mescolate bene. Io ho aggiunto i tuorli separatamente dagli albumi che avevo montato a neve, mettendoli all'ultimo. Il composto una volta cotto, è risultato poroso e leggero, ma personalmente preferisco l'effetto "crema cotta" che da la ricotta con le uova intere. Scegliete voi come procedere.
Una volta aggiunte le uova, tagliate i canditi a dadini ed aggiungeteli al composto con un paio di cucchiai del loro miele. Aggiungete la scorza di limone grattata e la vaniglia e mescolate bene.
Stendete la frolla e foderate una tortiera dai bordi alti e fondo rimovibile, imburrata e infarinata. Rifilate bene il bordo con un coltello e bucherellate la base. Versatevi il composto di ricotta e mettete in forno a 180 ° per almeno 40 min o fino a quando il guscio non sarà bello dorato e la superficie della ricotta gonfia e dorata. Togliete dal forno e fate raffreddare. Buonissima fredda anche nei giorni successivi!