A Natural woman - A. Franklin
Mentre mi accingevo ad affrontare la nuova sfida Mtc, per l'esattezza
la numero 64 capitanata da quell'incantevole dama d'altri tempi che è
Giuliana, sono entrata in un giro di schiaffi senza precedenti.
Non che mi faccia scrupoli a perdere del tempo prezioso dietro ad elucubrazioni senza capo né coda. Il problema è che ultimamente capita piuttosto di frequente e comincio a preoccuparmi (molto di più le persone che mi girano intorno).
Noi donne affrontiamo il tempo che passa con lo stesso entusiasmo con cui si affronta la madre di tutte le rotture di coglioni.
Perdonatemi la rudezza, ma non trovo altre parafrasi con la stessa efficacia.
Andrebbe tutto benissimo, credetemi, perché siamo perfettamente in grado di fronteggiare quel mostro invisibile che ci accende il boiler interno ad intermittenza e nei momenti meno opportuni, che ci fa reagire come delle Erinni se troviamo la tavoletta del bagno alzata, che ci rimpicciolisce le ossa e ci fa piangere quando passa una canzone di Tenco (vabbé, lì piangevo anche prima).
Insomma, la menopausa ci fa una cippa.
Quello che non ci va proprio giù, è l'incontro del terzo tipo con lo specchio ogni mattina.
Per accorgersi che la slavina procede senza colpo ferire.
E poi non vi ricordavate di avere fatto a botte la sera prima, allora perché quegli occhi alla Tyson. In più devono anche avervi tirato per i capelli, e forte, perché sembra che ne manchino un po' lì, proprio vicino alla tempia.
E mentre siete lì che scrutate con attenzione la sconosciuta di fronte a voi, ecco che vi torna in mente lei.
La ragazza perfetta.
Quella che tutte noi abbiamo incontrato almeno una volta nella vita. A scuola, all'università, ad una festa. Fate voi, tanto sapete benissimo a chi mi riferisco.
A lei, bionda, capelli di seta, così meravigliosi che anche quando se li legava svogliatamente e dei ciuffi le sfuggivano ai lati del viso, sembrava che le avessero appena fatto un'acconciatura di alta moda.
Lei, che non ha mai avuto un brufolo, figuriamoci se sapeva cosa fosse la zona T.
Mentre tutte noi, dopo lungo restauro e make up, lampeggiavamo come semafori tra "frontenasomento" lucide come una fetta di lardo di Colonnata, lei non si truccava, perché la sua pelle era naturalmente rosea e turgida come una pesca.
Le bastava un tocco di burro cacao per spaccare cuori come un sicario professionista.
Per non parlare del resto.
Espressione distaccata, broncio leggero, sguardo perso verso l'infinito.
Corpo flessuoso, glabro, agile.
Quell'agilità che si manifestava in noi solo per saltare come anguille mentre ci strappavano i peli con la cera bollente.
La sua era una perfezione così sfacciata ed inarrivabile, che di fronte a lei non avevamo neanche il coraggio di invidiarla o detestarla. Semplicemente ci sentivamo brutte.
Ma poi, perché era sempre la migliore della scuola?
E figlia del notabile della città?
E fidanzata con il miglior partito in circolazione?
Esiste una banca del seme per generare principesse?
No, ditelo che siamo ancora in tempo a ritrovare un po' di autostima.
La terrina è la rivincita della bruttina.
Perché se nasci terrina e non torta da cake design, difficilmente un uomo ti guarderà alla prima.
Il suo sarà uno sguardo distratto, diretto verso altre attenzioni.
Per scoprire quale tesoro armonioso voi siate, dovrà scavare, andare in profondità, attendere che voi vi mostriate in tutta la vostra sorprendente unicità.
Quindi un uomo da terrina è un vero intenditore, quello che riconosce l'armonia sotto la scorza e che, fortunato lui, non si ritroverà con il piatto pieno di fondente di zucchero e il boccone ingolfato tra sterno ed esofago.
Avrete capito che la ricetta di questo mese è
La Terrina di Giuliana, autrice straordinaria del blog La Gallina Vintage.
Per sapere proprio tutto su questa preparazione, vi consiglio di andare a leggere il suo illuminante post e gli approfondimenti sul sito
MTC.
Una sfida che mi ha intrigato fin dalla prima lettura, non avendo mai preparato in vita mia questo piatto.
Ho immaginato che la difficoltà di questa ricetta corresse su due binari: il primo l'armonia dei sapori che compongono il ripieno e che è alla base di tutte le preparazioni in cucina; il secondo il risultato estetico, che in questo caso si può valutare solo a scatola chiusa, senza possibilità di modifiche in corsa, e che probabilmente è la parte più complessa.
Di base, bisogna avere in mente il "disegno" di ciò che si vuole ottenere, scegliendo ingredienti che diano anche un certo tipo di effetto finale, colori gradevoli, ordine nella stratificazione degli stessi e in primis, tanta pazienza.
Perché questa è una di quelle ricette in cui bisogna aspettare, aspettare, come quei corteggiatori risoluti ed appassionati.
Passiamo quindi alla ricetta della mia
Terrina di Coniglio in porchetta con chutney di zucca e zucchine e carciofi glassati al miele e pinoli.
Per la Terrina - (800 ml di capacità)
500 g di coniglio disossato
200 g di macinato di maiale
1 salsiccia di cinta senese (100 g c.ca)
40 g di noci sgusciate
3 zucchine fiore piccole, lunghe e sottili
15 olive nere di Castelvetrano
1 uovo medio
100 g di porchetta cotta a legna in 6 fette sottili
500 ml di Vernaccia di S. Gimignano
1 spicchio d'aglio
un bouquet garni (timo, rosmarino, alloro) + 1 mazzetto di timo
sale, pepe nero macinato fresco
olio extravergine
- Si parte dalla marinatura. Ho fatto marinare la sella di coniglio disossata nella Vernaccia di S. Gimignano, con il bouquet garni, l'aglio per tutta la notte. La mattina dopo ho tolto il coniglio dalla marinata e l'ho tamponato con carta assorbente. Ho ricavato dalla sella 4 filetti di coniglio lunghi come la terrina e larghi 2 cm, con uno spessore di 1 cm e teneteli da parte. Tritate il resto della polpa con il tritacarne a fori grossi. Io non avendolo, l'ho tritato al coltello mantenendo una grana piuttosto grossa (che è quella che volevo).
- In una larga ciotola mettete il macinato di maiale, la polpa di coniglio, le noci sgusciate e rotte grossolanamente, le foglioline di timo e l'uovo. Ho impastato bene e a lungo con le mani quindi ho salato e pepato.
- A questo punto dovranno essere farcite le olive. Se non le trovate snocciolate, dovrete farlo voi. Io l'ho fatto a mano con un po' di fatica perché non avevo l'attrezzo. Poi vanno riempite con una pallina di impasto così una volta sistemate fra gli strati, non verranno schiacciate e manterranno la forma rotonda. Tenetele da parte.
- Spennellate con un filo d'olio la terrina e posizionate le fette di porchetta facendo in modo che una parte sporga fuori dai bordi (come in foto).
- Cominciate fare il primo strato di carne. Sul primo strato sistemate al centro un filetto del coniglio (come in foto). Sui lati del filetto mettete una zucchinetta e le olive con il foro che guarda il lato corto della terrina.
- Proseguite con gli strati, alternando gli ingredienti e sistemandoli sui lati opposti allo strato precedente. Via via che riempite la terrina, schiacciate bene con le mani gli ingredienti in modo che l'impasto riempia ogni spazio della terrina.
- Una volta riempita la terrina, mettete l'ultima fetta di porchetta sulla superficie e richiudete il resto delle fette su questa in maniera aggraziata.
- Chiudete la terrina con il suo coperchio e fate cuocere a bagnomaria in forno preriscaldato a 180° per almeno 1h30 (essendo la mia terrina più piccola, a me è bastata 1h15).
- Una volta pronta, con estrema cautela eliminate il liquido di risulta che si sarà formato durante la cottura.
- A questo punto dovrete sistemare un peso sulla terrina. Se la vostra terrina possiede la base in ceramica specifica, potrete appoggiare oggetti pesanti su di questa (vanno bene sacchi di farina chiusi o scatole di zucchero ecc), altrimenti potrete coprire l'impasto con l'alluminio e su di questo i pesi. Controllate la terrina dopo una ventina di minuti, perché il liquido di risulta verrà rilasciato anche grazie al peso. Io ho dovuto scolare la mia in altri due tempi.
- Mantenete i pesi sulla terrina fino a quando non sarà intiepidita, dopo di che toglieteli e lasciatela raffreddare completamente e mettetela in frigo bene avvolta nella pellicola. Fatela riposare uno o due giorni per apprezzarne a pieno tutte le sfumature. Lasciatela a temperatura ambiente per un'ora prima di servirla.
Carciofi glassati al miele
Ingredienti per 4 persone
4 carciofi morelli
un mazzetto di menta fresca
1 spicchio d'aglio
2 cucchiai di pinoli tostati
la scorza grattugiata di un limone
1 cucchiaio di miele di cardo
olio extravergine
Sale - pepe qb
- Pulite i carciofi privandoli delle foglie dure ed eventuale fieno centrale. Tagliateli in 6 spicchi ciascuno e metteteli a bagno in acqua acidulata.
- Scottateli in acqua bollente salata per 3/4 minuti quindi scolateli e teneteli da parte.
- In una padella scaldate 3 cucchiai d'olio con lo spicchio d'aglio e la scorza grattugiata del limone. Versatevi i carciofi e proseguite la cottura per altri 5 minuti (dovranno restare croccanti). Aggiustate di sale e pepe quindi prima di terminare la cottura, alzate la fiamma, versate il miele, i pinoli e la menta e saltate bene il tutto.
- Servite rifinendo con un filo di olio extravergine.
Chutney di zucca e zucchine
Ingredienti per 4 persone
250 g di zucca gialla a polpa soda
250 g di zucchinette fiore
mezza cipolla rossa dolce
4 albicocche secche
1 cm di zenzero privato della buccia
1 cucchiaio di zucchero di canna
30 g di aceto di mele
1 cucchiaino di curcuma
mezzo cucchiaino di senape in polvere
Sale - Pepe - Olio extravergine qb
- Pulite la cipolla ed affettatela finemente. Fatela rosolare a fiamma dolce in poco olio in una padella larga a fondo spesso, mescolando spesso. Quando sarà morbida, aggiungete la zucca pulita tagliata a dadini e le zucchine anche queste tagliate a dadini e proseguite la cottura per 5/6 minuti.
- Mescolate bene ed aggiungete le spezie e le albicocche. Quando le verdure cominciano ad ammorbidirsi, versate l'aceto e lo zucchero facendo sfumare.
- Proseguite la cottura per altri 20 minuti circa.
- Potete versare il tutto ancora bollente in un vaso sterilizzato, tapparlo e capovolgerlo come si fa con le confetture, o servire tiepido ad accompagnare la vostra terrina.
- Il chutney da il proprio meglio con un riposo di qualche settimana.
Con questa proposta partecipo alla sfida #64 sulle terrine di Giuliana