mercoledì 30 settembre 2020

Apple Pie al burro noisette: il velo invisibile della malinconia

Moonlight Serenade - E. Fitzgerald

La bellezza dell'autunno sta nella sensazione che tutto rallenti. 
Dico sensazione perché poi nella realtà è tutto diverso. La maggior parte di noi ricomincia a correre in maniera forsennata cercando di fare tutto e anche di più, altro che lentezza.
L'altro elemento che si porta dietro questa stagione, è il velo invisibile della malinconia. 
La natura ci mette del suo: nebbie mattutine, il suono della pioggia, la luce che sfuma velocemente verso il buio, la luce... 
Adoro l'Autunno ma odio il buio. 
Ho sempre affermato di essere una persona da pannello solare: dovrei fissarne uno sulla schiena in modo da riceverne la carica come una dinamo. 
Comunque, da buona Capricorno, nella malinconia e nel mood introverso/riflessivo, io ci sguazzo come un maiale nel fango. 
Datemi un viale alberato coperto di foglie secche e mi viene il magone, l'odore della legna bruciata che esce da un camino e mi spunta una lacrima, un temporale in arrivo e cerco il divano come un assetato nel deserto. 
Il bello è che mi piace. Sentirmi così mi piace vergognosamente. 
Non lo dò a vedere, lo nascondo come l'imbarazzo che provo nel guardare film romantici cercando di non piangere o al desiderio di entrare in pasticceria da sola, per strafogarmi con una meringa alla panna. 
Cose così. 
Tutto questo manca nella lista del mio amore per l'Autunno, solo perché mi vergogno assai ad ammetterlo.
Cosa che ho appena fatto, insomma. 

Le apple pie vanno lasciate fare a chi le ha inventate. 
Quindi questa ricetta arriva direttamente dall'immenso e infallibile archivio di Martha Stewart. 
L'idea originaria era quella di fare la Miles high Apple Pie, chiamata così proprio per la sua altezza improbabile. 
Io ho messo insieme quella e questa ricetta per ottenere una Pie alta, ricca di ripieno e dotata di una crosta burrosa e resistente (adoro la crosta delle pie e quasi me la mangio separata dal ripieno). 
Sulla decorazione della crosta, non fatevi illusione che io sia un'artista. 
Bensì potrei vantarmi di essere un'artista del rammendo: visto che in alcuni punti la pasta mi si era rotta posizionandola, ho pensato bene di coprire le magagne con delle foglie ed il resto è quello che vedete. 
L'arte di mascherare i difetti aiuta in tante situazioni. 
Ma veniamo alla ricetta. 
Ingredienti per uno stampo da pie di 20/22 cm di diametro. 

Per la crosta:
500 g di farina 0 più extra per infarinare
100 g di zucchero a velo setacciato
250 g di ottimo burro freddo a cubetti
la scorza grattugiata di un limone non trattato
2 uova grandi sbattute
1 cucchiaino di estratto di vaniglia 
1 goccio di latte freddo 
1 tuorlo + 1 cucchiaio di latte per lucidare
zucchero di canna o brown sugar per spolverare.

Per il ripieno 
55 g di burro non salato
6/7 mele Granny Smith sbucciate, private del torsolo e tagliate in 8 spicchi. 
1 cucchiaio di succo di limone spremuto fresco 
30 g di farina 00 
1/2 cucchiaino di sale marino 
140 g di zucchero semolato 
100 g di brown sugar 
i semi di una bacca di vaniglia 
  • Preparate la frolla mettendo la farina setacciata con lo zucchero nella ciotola dell'impastatrice insieme al burro a dadini. Con la foglia, sabbiate il tutto ottenendo briciole non troppo sottili. Aggiungete il limone e mescola ancora. Sbattete le uova ed aggiungetele alla farina, impastando fino a che non si formerà una palla. Schiacciate il tutto ed avvolgilo nella pellicola. Fatela riposare almeno 30 minuti in frigo. 
  • Sciogliete il burro in una casseruola a fiamma medio bassa e fate cuocere ruotando la padella, fino a che il burro non sia marrone dorato e fragrante, per c.c 8 minuti. Lasciate raffreddate.
  • Mettete le mele in una larga ciotola, cospargetele con il succo di limone e mescolate bene. Miscelate la farina, il sale, gli zuccheri ed i semi di vaniglia in un'altra ciotola, cercando di schiacciare eventuali grumi di zucchero con le dita e con una forchetta. 
  • Aggiungete il burro noisette alle mele, e di seguito la miscela di zucchero e farina. Mescolate con cura. 
  • Stendete 2/3 dell'impasto con uno spessore di c.ca 3/4 mm e foderate il piatto imburrato per la pie. Fate in modo che l'impasto esca leggermente dai bordi. Bucherellate il fondo della sfoglia. A questo punto riempite il guscio con le mele disponendole un po' a piramide quindi spennellate i bordi con un po' di acqua. Stendete il resto dell'impasto per il coperchio e coprite bene il tutto facendo combaciare bene i bordi. Fissate la pasta, quindi tagliate l'eccesso. 
  • Sigillate bene i bordi decorandoli come meglio credete e con i ritagli abbellite la vostra pie, bucherellandola in modo che il vapore possa uscire. Mettete il tutto in frigo per almeno 30 minuti. 
  • Accendete il forno a 200°. Preparate l'uovo per la lucidatura finale. Spennellate bene la crosta e cospargetela di zucchero mettete la griglia nella posizione più bassa ed appoggiatevi un foglio di carta da forno per raccogliere eventuali gocce di succo che potranno uscire. Sistemate la torta sul fogli e fate cuocere per 15 minuti.
  • Passato questo tempo, abbassate la temperatura a 180 e alzate la griglia al centro. Continuate a cuocere per un'altra ora fino a che non sia ben dorata. Adesso coprite la torta con un foglio di alluminio e continuate a cuocere per altri 20/30 minuti. I succhi avranno cominciato a colare lungo lo stampo. 
  • Togliete la torta dal forno e mettetela su una griglia a raffreddare. Dovrete avere pazienza perché la torta dovrà raffreddarsi completamente prima di essere tolta (almeno 6 ore).  Può essere fatta un giorno prima e conservata a temperatura ambiente. 
  • Servitela con panna o gelato alla vaniglia e consumatela entro 3 giorni. 


lunedì 21 settembre 2020

Ciambella con composta di mele e sidro: riaccendiamo il forno!

The Automn Leaves - Nat King Cole

Primo giorno di autunno. 
Primo giorno di piogge e temporali, scarpe chiuse e giacchettina. 
Chiedetemi se sono felice.
Ho già una collezione di zucche pronte ad essere trasformate in qualcosa di buono e stasera, in tavola ci sarà una bella zuppa di verdure per la gioia del mio pancino (magari qualcun altro mi manderà a stendere da qualche parte).
Insomma, aspetto solo di sentire scrocchiare le foglie secche sotto i piedi e poi siamo a posto. 
Ho finalmente riacceso il forno. 
Ma poi cos'è un forno? Ogni volta faccio una fatica cane perché purtroppo, a causa di un'abitazione mignonne, mi tocca stiparlo di teglie e pirofile che non so dove mettere. 
Voi che cucinate, sapete perfettamente di cosa sto parlando. Ogni volta è un dover spostare questa pila di roba con l'abilità di un giocoliere ubriaco. 
Basterebbe solo questo a far passare la voglia. Ma io non cedo, no! 
Mi rassegno al caos imperante di me che cucino ma non mollo! 
E poi avevo una voglia forsennata di preparare di nuovo questo dolce.
Che non ho inventato io ovviamente....la colpevole è sempre lei, la Marthona universale, che ovviamente non ne sbaglia mai una. 
La scusa è stata ritrovarsi con un cestino colmo di mele passite. 
Buone solo per essere cotte. Così ho deciso di farci una composta seguendo la ricetta che trovate su questo blog e che è la base per questa deliziosa tarte . Assolutamente facilissima e molto aromatica.
Buona da finirsela a cucchiaiate, ma anche perfetta per essere utilizzata per dolcificare molte preparazioni, come torte, muffin e quello che la fantasia vi suggerisce. 
Però, prima provatela in questa ciambella. Mi ringrazierete. 
E' meravigliosa il giorno dopo, quando avrà riposato e tutti gli aromi emergeranno trionfali. 

Ingredienti per uno stampo da 26/28 cm di diametro


50 g di burro fuso, più extra per imburrare
240 g di farina 00
120 g di farina integrale
1 1/2 cucchiaino di lievito in polvere per dolci
1 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
1/2 cucchiaino di bicarbonato di soda
3/4 di cucchiaino di sale grosso
250 g di zucchero di canna naturale
240 g di sidro di mele
195 g di olio extravergine d'oliva
195 g di salsa di mele 
2 cucchiaini di estratto naturale di vaniglia
3 uova grandi a temperatura ambiente
  • Preriscaldate il forno a 175°. Imburrate ed infarinate generosamente uno stampo a ciambella. In una larga ciotola mischiate insieme entrambe le farine, il lievito, 1 cucchiaino di cannella, il bicarbonato ed il sale. 
  • In un'altra ciotola mescolate bene insieme lo zucchero, il sidro di mele, l'olio d'oliva, la salsa di mele, la vaniglia e le uova. Aggiungete il composto di uova alla miscela di farine e mescolate con una frusta fino a che il tutto non sia ben combinato. Trasferite l'impasto nello stampo.
  • Cuocete, ruotando lo stampo a metà cottura, e fino a che uno stecchino inserito al centro non uscirò asciutto e pulito, per 45/50 minuti. Trasferite lo stampo su una griglia e fate raffreddare per 15 minuti.
  • Togliete dallo stampo e fate raffreddare completamente e rifinite con zucchero a velo con un pizzico di cannella e servite. Si conserva morbido ed umido se protetto dall'aria.  


venerdì 18 settembre 2020

Polpettone arrotolato ai peperoni

Disco Inferno - The Trammps 

Non mi voglio lamentare del caldo. 
Si parla del tempo quando non si ha nient'altro da raccontare, ma negli ultimi giorni è stata davvero dura. 
Poi ieri, mentre ero in macchina e guidavo per tornare a casa, ascoltavo le notizie e sento dire che un gruppo di scienziati ha previsto che entro il 2040, un terzo del nostro pianeta sarà funestato da temperature costanti ad una media di 29°.  Ventinove costantemente. 
Avete presente?
Se sarò ancora qui, avrò quell'età in cui i vecchi sono le prime vittime delle calure e certamente avrò sviluppato un'insofferenza feroce per il caldo, così me ne starò rintanata in casa in una cassa iperbarica con ventilatore incorporato. 
La cosa che invece mi spaventa, è pensare a mia figlia ed a tutti i bambini e giovani che riceveranno in eredità un pianeta che sta andando a pezzi, in cui popolazioni disperate scapperanno in massa dalla propria terra per raggiungere luoghi più ospitali, con la conseguente recrudescenza di odio per "lo straniero". 
La prospettiva non è allettante: prevedo guerre, scontri tra civiltà, povertà crescente e disperazione. 
Ma queste cose già ce le raccontano futuri distopici narrati nei disaster movie che ci propinano costantemente in tv. 
Siamo talmente abituati a queste visioni che non ci fanno né caldo né freddo. 
Eppure dovrebbe interessarci. E parecchio. Il futuro è cioè che facciamo oggi e a dirla tutta, non è che ci  stiamo impegnando più di tanto. 
Per tornare a bomba, è il Settembre più caldo degli ultimi anni, forse anche più di quello del 2003, e lo ricordo benissimo, perché è stato il mese in cui mi sono trasferita nella casa in cui vivo adesso e non avevo ancora allacciato l'acqua calda. 
Ricordo che mi facevo la doccia fredda, ed ero la persona più felice del mondo! 

Per le cene estive ma anche per questo inizio d’autunno caldo, così come per un buffet con gli amici, ho pensato ad un polpettone un po’ sui generis, in cui della carne delicata si fonde perfettamente senza tradire il gusto, con dell’ottimo tonno sott’olio. 

Ho pensato di usare dei filetti di Tonnetto del Mediterraneo Iasa, perché il tonno in questa ricetta è un comprimario silenzioso ma intrigante e gioca con le sfumature complici del peperone che vivacizza il ripieno. 

Un parte di tonno più importante come una ventresca, non avrebbe potuto esprimere il suo meglio, ma in questo caso l’armonia fra gli ingredienti con una parte meno “nobile” del tonno, è assolutamente perfetta. 

Il tocco che accende il palato, è la presenza della salsa al peperoncino nel condimento di accompagnamento, così golosa, che spinge sul gusto grazie alla sua decisa piccantezza. 

Una ricetta semplice, che si può preparare in anticipo e che piace a grandi e piccini. 


Ingredienti per 4 persone

250 g di carne macinata di vitello
200 g di macinato di maiale 
200 g di Tonno in scatola scolato (io Iasa Tonnetto del Mediterraneo) 
3 uova grandi 
50 g di parmigiano grattugiato 
1 cucchiaio di capperi
1 cipollotto di Tropea 
3 peperoni (1 giallo, 1 rosso, 1 verde)
1 pomodoro ramato 
1 cucchiaino di concentrato di pomodoro 
1 cucchiaiono di salsa di peperoncino piccante Iasa
1 ciuffo di basilico 
Sale - pepe 
  • Preparate i peperoni. In questa ricetta potrete inserirli sia crudi che abbrustoliti e privati della pelle. In ogni caso dovrete ottenere dei filetti sottili. Vi avanzeranno sicuramente e vi serviranno per la salsa. 
  • Fate rassodare 2 uova. Raffreddatele e tagliatele a spicchi. 
  • In una ciotola versate le due carni, il tonno sgocciolato, i capperi, l'uovo rimasto, il parmigiano, il basilico tritato. Mischiate tutto molto bene con le mani ed aggiustate di sale e pepe. 
  • Stendete l'impasto fra due fogli di carta da forno leggermente oleati, per ottenere un rettangolo alto c.ca 2 cm e di dimensione 20 x 25 cm. 
  • coprite la superficie con i filetti di peperone e l'uovo distribuito uniformemente e cominciate ad arrotolare dal lato lungo, stringendo mentre procedete. 
  • Chiudete il rotolo nella carte da forno come una caramella. Se necessario usate un secondo foglio in modo che sia ben sigillato e chiudetelo con un giro di spago. 
  • Fatelo cuocere in una casseruola che possa contenerlo per lungo, coperto di acqua leggermente salata, sobbollendo per 40/50 minuti. Giratelo a metà cottura. 
  • Scolatelo e fatelo raffreddare completamente prima di metterlo in frigo o di servirlo. 
  • Preparate la salsa con i peperoni rimasti. Fate soffriggere il cipollotto in una larga padella con poco olio extravergine. Una volta passito, aggiungete il pomodoro, il concentrato, la salsa piccante e, qualche foglia di basilico e continuate a cuocere sino a che il pomodoro non avrà creato un po' di salsa. Aggiustate di sale. 
  • Togliete il tutto e versatelo in un bicchiere da mixer a immesione e frullate con 2 o 3 cucchiai di extravergine per ottenere una salsa vellutata. Servite anche tiepida con il polpettone a fette. 


mercoledì 16 settembre 2020

Torta di ricotta con mele caramellate: Starbooks ricomincia!

Harvest Moon - Neil Young

Chi segue questo blog, sa che un appuntamento mensile a cui sono legata ormai da 9 anni, è lo Starbooks. Il Covid ha messo a dura prova anche noi, che ad un certo punto abbiamo deciso di interrompere la programmazione per ovvie ragioni. 

Adesso riprendiamo e con rinnovato entusiasmo, con un libro che è l'inno alla vita di casa, al pensare al futuro in maniera produttiva e felice. Si tratta di Summer Kitchen di Olia Hercules, un libro sulla cucina Ucraina che smitizzerà definitivamente l'idea che in quel paese si mangi solo cavolo e verza! 

Seguiteci e resterete sorpresi. Oggi troverete questa bellissima torta ma per saperne di più, dovrete leggere il post ufficiale su Starbooks. 

Buona giornata amici. 



lunedì 7 settembre 2020

Riso al forno con pomodori e mozzarella: quanto è difficile mangiare bene fuori casa!

Arrivederci Tristezza - Brunori Sas 

Mangiare bene fuori casa è un'impresa titanica. 
Da anni ho smesso di fidarmi di consigli di amici che non reputo affini nell'amore totale per il cibo. 
Quando qualcuno mi chiede consiglio su dove andare, sono sempre iper critica e metto il "warning" su molti dei posti che in genere vengono esaltati dalla maggioranza. 
Non è un atteggiamento snob, ve lo giuro. E' che detesto essere presa in giro. 
Quando leggo le recensioni dai siti universalmente noti dove tutti scrivono sentendosi ispettori della Michelin, parto dai voti più bassi. Quello è il vero parametro su cui si può giudicare l'affidabilità della recensione. 
Se chi scrive fa melina, adducendo scuse ridicole pur di trovare un difetto, allora comincio a salire il range e alla fine decido se fidarmi. 
In genere se non sono certa al 90% del posto in cui devo andare, preferisco stare a casa. 
L'ultima immensa fregatura l'ho presa al mare proprio nel weekend appena passato, quando abbiamo deciso di uscire all'ultimo minuto e presi dalla fame e dalla tarda ora, ci siamo infilati in un ristorante sulla spiaggia che aveva un aspetto simpatico e rilassato. 
Un po' troppo rilassato. 
Alla lettura della carta, che sembrava scritta da Jacopo Ortis in preda ad esaltazioni da Prozac, ho cominciato a capire che forse era il caso di alzarsi e andare via: "Risotto in elogio vivo di granchio e vongole veraci", "Orchestra di pregiati marini in salsa aioli", "Scala reale di crudi"...già all' "elogio vivo" un'orticaria feroce aveva cominciato a salirmi lungo i polpaccetti. 
Mentre nessuno pareva essersi accorto di noi ed io mi stavo ribaltando sul tavolo alla lettura del menù chiedendomi chi fosse l'autore di tanta ridondanza e sfacciataggine, mi cade l'occhio sulla lavagna dei piatti del giorno e leggo "alici del Cantabrico con petali di burro e focaccia". 
A parte i petali di burro che mi suonavano al pari del più famoso petaloso, il resto mi sembrava semplice. 
"Si va sul sicuro" mi sono detta. 
Così quando è arrivato il piatto, un vassoio con una bella scatoletta rotonda da aprire, la ciotolina di scaglie di burro su ghiaccio e la focaccia calda, l'impressione è stata subito positiva. 
La quantità di alici era enorme, ci avrebbero mangiato bene 3 persone; le acciughe deliziose su quella focaccia calda spalmata di burro. Al termine eravamo già sazi, ma avevamo ordinato una pizza ed un piatto di pesce quindi, ormai rincuorati dal bell'inizio, abbiamo atteso il resto. 
Scoprire di aver scelto le due più immonde schifezze di tutta la carta, è stato un po' come aspettarselo.  Sicuramente è colpa nostra. Forse siamo sempre troppo ottimisti. 
La pizza immangiabile, il pesce crudo e gommoso. 
Il portafoglio defraudato di 80 euro per una scatoletta di Alici.
Ma del Cantabrico eh! 

Ci tornerò al ristorante. 

Ma prima devo sbollire il nervoso, perché se non fossi stata la persona educata e gentile che sono, avrei fatto volare il mio piatto come un frisbee verso gli ombrelloni che potevo osservare dalla nostra postazione sulla veranda. 

Come reagite voi quando capite che un posto sopravvive solo per l'ineducabile palato d'amianto dei consumatori? Perché io le ho lette le recensioni su quel luogo e non me lo so spiegare! 


Andiamo sul sicuro, e confortiamoci con un bel riso al forno con pomodori maturi nel loro momento di gloria, ottima mozzarella fiordilatte e semplicità, semplicità che è sempre garanzia di bontà! 


500 g di riso Roma

1 kg di pomodori maturi tipo San Marzano

400 g di mozzarella fior di latte

50 g di grana grattugiato

2 spicchi d’aglio

un bel ciuffo di basilico fresco e per rifinire

olio extravergine d’oliva

sale qb

  • Per prima cosa preparare la salsa, incidendo a croce i pomodori sulla punta e buttandoli in acqua bollente per 2/3 minuti. Scolateli e metteteli in una ciotola con acqua molto fredda ed attendete qualche minuto. Si spelleranno con molta facilità. Una volta spellati, tagliateli a metà, eliminate il frenulo ed i semi e riducete le due metà a filetti.
  • In una larga casseruola versate 3 abbondanti cucchiai di extravergine e gli spicchi d’aglio e lasciate insaporire bene l’olio per 5/6 minuti a fiamma vivace. Versate i filetti di pomodoro e fate cuocere mescolando bene, aggiungete il basilico ed abbassate la fiamma. Salate e fate cuocere ancora una decina di minuti fino a che i filetti non si saranno quasi disfatti. Spegnete e tenete da parte.
  • Cuocete il riso in abbondante acqua salata per non più di 5 minuti. Scolate e passatelo sotto l’acqua fredda per interrompere la cottura.
  • Con un mixer ad immersione frullate la metà dei filetti di pomodoro. Versate la salsa ottenuta (tenendo da parte un paio di cucchiaiate), ed i filetti in una larga ciotola che possa contenere anche il riso. Aggiungete il riso e mescolate bene. Aggiungete il parmigiano ed un bel filo d’olio e finite di condire.
  • Versate metà del riso in una pirofila di 24/26 cm di diametro, che avrete adeguatamente oleato, e fate uno strato uniforme su cui adagerete la mozzarella che avrete strizzato bene e ridotta a dadini, tenendone da parte una manciata. Coprite la mozzarella con il restante riso, livellate bene e cospargete con la salsa e la mozzarella rimaste.
  • Cuocete in forno a 180° per c.ca 45 minuti, sino a che la superficie non sarà bella dorata e si sarà formata una bella crosticina. Lasciate riposare 15 minuti prima di servire. E’ buonissimo anche tiepido.