venerdì 20 dicembre 2019

Biscotti alle nocciole di Iginio Massari ed un dolce scambio.

Driving home for Christmas - Chris Rea
Immagino che questo sia l'ultimo post dell'anno.
Da domani sarò in viaggio per raggiungere la meta delle mie vacanze natalizie, che come sempre, da qualche anno a questa parte è il Molise.
La giornata è ancora lunga, mille cose da fare e preparare ma poi spero arrivi la calma ed il tempo per pensare anche un pochino a me.
Non mi dilungherò molto, giusto il tempo per farvi gli Auguri e per raccontarvi che questa ricetta è qui perché per la prima volta quest'anno, ho deciso di partecipare al Cookie Swap di Giulia - la cara Jul's Kitchen, in cui persone da tutta Italia, e mi permetto di dire anche da tutto il mondo, perché è la verità, si scambiano i loro biscotti preferiti, in un inno alla condivisione che non conosce confini.
Anche io ho ricevuto i miei biscotti: degli inebrianti biscottini alla cannella e arancia da Viviana del blog "Le cuoche Spaesate" e dei rustici ma golosissimi cantucci di farina di castagne da Stefania del b&b Villa San Michele. 
A loro sono arrivati i miei biscotti alle nocciole che vedete in foto ed i miei super preferiti Biscotti di avena con Cranberries e Mandorle di Ottolenghi che avevo provato qualche anno fa per Starbooks.
L'iniziativa è molto bella e ricevere un dono preparato con le proprie mani da uno sconosciuto con la nostra medesima passione, fa sempre una certa emozione.
Così ho deciso di pubblicare la ricetta degli Anelli di frolla alle nocciole che ho già fatto spesso perché adoro le nocciole e perché questi, nonostante la loro "rustica" texture, sono sempre un delicato prodotto di tecnica pasticciera, oltre che non essere dolcissimi.
Mi sono piaciuti sin da subito, da quando ho visto la ricetta sul blog della mia cara Alice, fulminata da una foto strepitosa che parlava di qualcosa di davvero buono.
E così è stato. Visti e fatti.
La storia è tutta qui.
Programmatevi la preparazione lasciando ammorbidire il burro per almeno un'ora in questa stagione.
Quando arriverete a riempire la sac a poche, fatelo a metà: lavorerete meglio e potrete esercitare maggiore pressione per realizzare gli anelli.
L'impasto non è duro ma va gestito e ai primi tentativi vi sembrerà complicato. E' solo questione di lavorare con la giusta quantità poco per volta.
Fate in modo che la cottura sia quella giusta: i biscotti dovranno avere una superficie dorata e non troppo pallida altrimenti una volta freddi, non avranno quella bella fragranza ed anche il sapore delle nocciole sarà meno intenso.
Per il resto, conservateli sempre ben protetti dall'aria, e potranno durare molti giorni (se vi riesce).

Ingredienti per c.ca 50/60 biscotti (dipende dalla grandezza della bocchetta del vostro sac a poche)
270 g di farina 00
270 g di burro morbido (ma non a pomata)
210 g di nocciole tostate
85 g di zucchero a velo
70 g di albumi a temperatura ambiente (c.ca 2)
45 g di zucchero semolato fine
la punta di un cucchiaino di cannella (io ho messo vaniglia)
1/2 bacca di vaniglia
1 cucchiaino generoso di pasta di nocciole (facoltativo)
1 pizzico di sale fino.

  • Frullate le nocciole con metà dello zucchero a velo usando un mixer pulse in modo da non surriscaldare la frutta secca e non fare uscire gli oli essenziali. 
  • Tagliate il burro a pezzetti e con la planetaria, lavoratelo insieme al resto dello zucchero con l'attacco a foglia. Impastate fino ad ottenere un composto cremoso quindi aggiungete la farina di nocciole, gli aromi, il sale e la pasta di nocciole ed impastate fino a che non otterrete un composto omogeneo. 
  • Separatamente montate gli albumi a neve ferma con lo zucchero semolato, quindi unite all'impasto di burro e nocciole. 1/3 della farina alternato con gli albumi in 3 tempi, terminando con la farina. Utilizzate una spatola di silicone per lavorare con delicatezza. 
  • Mettete il composto in un sac a poche con bocchetta a stella di almeno 1 cm di diametro e formate tanti anelli di diametro di 5 cm circa. Fate riposare in frigo almeno 15 minuti prima di cuocere. 
  • Infornate a 170° in modalità statica per 12/13 minuti e comunque fino a che non siano dorati in superficie. 
  • Raffreddate sopra una griglia e conservate in una scatola di latta ermetica. 



mercoledì 18 dicembre 2019

Tartine con mousse di avocado e salmone: le cene con chi vuoi.

Christmas lights - Cold Play
Il mio Natale sarà viaggiante come al solito.
Non ricordo di avere trascorso molti Natali in casa mia: succede che proprio quando tutto si trasforma in una tana accogliente e piena di atmosfera, a me tocca lasciarla....abbandonare le sue lucine, le candele profumate, il forno che lavora indefesso, il mio divano con la copertina d'ordinanza.
Non sarebbe assolutamente grave se lo scambio non fosse così, diciamo, impari.
A partire dal calore della casa che ti costringe ad indossare mute da esploratore Artico per l'intero soggiorno.
Ma vabbé, cerco di far buon viso a cattivo gioco e mi dico che tanto a casa mia devo tornare.
Peccato che quando lo farò, il Natale sarà già passato.
Il vecchio adagio recita: Natale con i tuoi.
Però nessuno mi impedisce di fare le prove generali della festa, con le mie amiche del cuore, le mitiche "Quattroquarti" di cui ho già ampiamente parlato in questo blog.
Domani sera festeggeremo il nostro Natale, con tanto di mariti e figliolanza al seguito, in una tavolata vociante ed allegra su cui ognuna di noi metterà una parte di sé.
Niente ristoranti: solo casa.
Calda, luminosa e accogliente come ogni casa delle feste deve essere.
Dire che non vedo l'ora è poco.
Per il resto, cerchiamo di resistere. Passerà anche questo Natale come sempre.

La ricetta di oggi è di una facilità imbarazzante oltre che velocissima.
La raccomandazione è quella di prepararla poco prima di servire perché l'avocado ha la capacità di ossidarsi alla velocità della luce. Quindi che non vi venga in mente di preparare la mousse in anticipo e lasciarla in frigo per ore perché troverete un composto nero ed orribile a vedersi (nonostante il sapore - se ve lo dico è per esperienza personale). 
Al massimo vi concedo una mezz'oretta di anticipo, non oltre.
E non mi dite che è difficile perché mi arrabbio.
Buon cin cin! 

INGREDIENTI PER 4 PERSONE 
6 fette di pan brioche alle noci o integrale o di segale
200 g di salmone affumicato
1 avocado a giusta maturazione
1 cucchiaio di succo di limone
50 g di formaggio cremoso tipo quark
2 cucchiai di panna fresca da cucina
sale – pepe nero macinato fresco
rametti di aneto fresco per decorare
  • Tagliate in due l’avocado con un coltello affilato, apritelo, eliminate il nocciolo e prelevate la polpa con un cucchiaio scavando bene. Mettete la polpa in un mixer con lama ed aggiungete il limone, il formaggio, la panna, il sale e pepe. Frullate il tutto fino ad ottenere una crema liscia e vellutata. Assaggiate. Se necessario aggiungete ancora poco limone e aggiustate di sale e pepe.
  • Inserite la crema in un sac a poche con bocchetta a stella e mettete la mousse a riposare in frigo nel tempo che preparate le tartine (nota bene – l’avocado si ossida velocemente. Queste tartine vanno preparate e servite nell’arco massimo di mezz'ora altrimenti la mousse diventerà scurissima).
  • Con degli anelli coppapasta di 5 cm di diametro, ricavate delle tartine dalle fette di pane che avrete preventivamente tostato. Appoggiate i dischetti sul piatto di portata e decorateli con il sac a poche realizzando delle corone di mousse su ognuna tartina. 
  • Con un coltello affilato, tagliate delle striscioline non più alte di 1 cm e lunghe 4 cm che arrotolerete su se stesse formando una rosellina che andrete a piazzare al centro della corona di avocado. Rifinite appoggiando un rametto di aneto sul salmone. Servite immediatamente.


mercoledì 11 dicembre 2019

Crema spalmabile di...Ricciarelli: alla golosità non c'è mai fine.

All I want for Christmas is you - Cover 
Si, lo so, è pura follia.  
Ma non è colpa mia.
E' che certe volte mi ascolto parlare, e da affermazioni assurde tipo "sono così buoni che me li spalmerei addosso", si accendono lampadine che sembrano fari da stadio.
Isabelle Allende, aveva un altro modo di riferirsi al cibo che però, un po' si avvicina a questa mia fantasia malata, solo che lei avrebbe messo Antonio Banderas sopra una tortilla messicana in un bagno di guacamole...forse aveva ragione lei.
Per certe fantasie bisogna essere diversamente energici ed io in questo periodo mi posso permettere solo di alzare un cucchiaino. 
Comunque, nonostante la stanchezza del momento, la testa continua la sua irrefrenabile giostra e quando mi è stato chiesto dalla CNA Food and Tourism di Siena, di inventarmi una ricetta a base di Ricciarelli, sono quasi inorridita.
Trasformare i Ricciarelli in qualcosa di diverso? Ma non esiste.
Sono talmente buoni che ne mangerei una carretta, e se possibile me li spalmerei addosso...
Ecco, così nascono certe deviazioni, fastidiose come una malattia, disturbanti come una zanzara nell'orecchio in fase Rem, odiose come un tormentone musicale.
Ero per passare, confesso.
La sfida, per semplici motivi di coerenza e legame alla tradizione, mi sembrava una blasfemia.
Poi quella strana idea, che si fa spazio e solletica la curiosità e piano piano prende forma.
Per un momento ho avuto paura di sprecare un tesoro: i Ricciarelli deliziosi del Forno di Ravacciano, erano lì che aspettavano la mia bocca inermi e morbidi come una nuvola. Perché rovinare tutto?
Già, perché?
Se volete scoprire la storia e la ricetta tradizionale dei Ricciarelli di Siena, potrete andare a leggere sulla pagina ufficiale del Calendario del Cibo Italiano, che oggi ne celebra la giornata Nazionale.
Premetto: se vi regalano una confezione di Ricciarelli freschi, e per freschi intendo di Pasticceria o di Forno provenienti da SIENA, e non quelle confezioni industriali da pacco aziendale che stallano per mesi e a volte per anni in dispense dimenticate, mangiateli! Mangiateli così, godeteveli in purezza, dopo un caffè, con un bicchierino di Vin Santo, o da soli, davanti ad un bel film romantico.
Siatene gelosi, non fateli invecchiare.
Ma se, eventualmente, vi capitassero sotto mano dei Ricciarelli industriali, o i vostri deliziosi artigianali siano diventati secchi perché vi siete dimenticati dove avevate messo la scatola (è possibile? boh), allora fatevi questa crema spalmabile e mi direte.
La prima raccomandazione è utilizzare dei Ricciarelli che non siano morbidi.
Devono avere perso la loro umidità ed asciugarsi. Nel caso siate irreparabilmente sadici, seccateli un poco in forno a 100° per qualche minuto. Fate poi raffreddare bene il tutto.
Usando i ricciarelli industriali, con la lama di un coltello abbiate cura di togliere lo strato di zucchero a velo cristallizzato sulla superficie.
Il resto, è di una facilità imbarazzante.

Ingredienti per un vasetto da 200 g
100 g di Ricciarelli
30 g di miele di agrumi
65 ml di latte intero
60 g di cioccolato bianco
30 ml di olio di mais
la scorza grattugiata di un'arancia non trattata
  • Frullate i ricciarelli fino a ridurli in polvere fine e versateli in una ciotola. Aggiungete il cioccolato bianco che avrete grattugiato finemente. Mescolate bene. 
  • Aggiungete la scorza di arancia grattugiata. 
  • In una piccola casseruola scaldate il latte con il miele e fate cuocere fino a che il miele non sarà completamente sciolto. Il latte dovrà arrivare a fremere. A questo punto versatelo sulla farina di ricciarelli e mescolate bene fino a che il latte caldo non avrà sciolto il cioccolato, ottenendo una crema morbida. 
  • Aggiungete a filo l'olio e mescolate ancora bene per qualche istante fino a che tutto non sia molto omogeneo. Versatela in un vasetto sterile e lasciate raffreddare completamente. 
  • Mettete in frigo. La crema acquisterà una consistenza più densa e voluttuosa. Consiglio di lasciarla riposare almeno un giorno in modo che tutti gli aromi si sposino armoniosamente. Si conserva una decina di giorni tenuta al fresco.
Potrete spalmarla su del pan brioche tostato, potrete farcire dei Linzer al cacao oppure degli Alfajores, potrete riempirci delle crostatine di frolla sottile e aggiungere dei frutti rossi che fanno tanto Natale, oppure potrete mangiarvela così, a cucchiaiate, che è tanto ma tanto più facile e veloce! 
In ogni caso, è strepitosa! 

venerdì 6 dicembre 2019

Faraona ripiena con frutta e castagne: il tempo non esiste.

Time after time - C. Lauper 
Un nuovo post? Ma che siamo matti? 
Pubblicare con così incredibile frequenza...non ci si crede davvero. 
Ma questa è la condizione labile dei folli, che non giudicano il tempo, né lo misurano. 
Per loro ieri è oggi e oggi è domani.
Ultimamente sono un po' suggestionata dalla questione "tempo", e non metereologico. 
A partire dall'affermazione definitiva della fisica che "il tempo non esiste".
Ma questo lo sapeva anche Aristotele  quando spiegava che il tempo era solo un modo per misurare come si muovono le cose e che, ovviamente, se non c'è nulla che si muove, non c'è tempo. 

Ormai abbiamo capito che tutto ciò che accade nel nostro mondo, non è organizzato nello spazio né segue "uno spartito musicale a tempo" sotto la guida di un grande direttore d'orchestra. 
Ogni cosa ha il "suo" tempo e la sua modalità per fondersi con altre cose. 
Per me la fisica è un grande mistero. 
Sono una persona che con le materie scientifiche ha litigato per tutta la vita. 
La matematica è la mia spina nel fianco. 
La mia testa di fronte ai numeri, comincia a prendere strade intricate e lascia pezzi per dietro di sé, quindi di fronte ai misteri dell'universo, mi viene un'ansia incredibile. 
Ma questa storia del tempo ha un fascino incredibile perché tutto quello che sapevamo di lui, ovvero la sua semplice codificazione per misurarlo, per il mondo della fisica ormai è inutile. 
Su questi concetti giocano ed hanno giocato da sempre, grandi scrittori, autori, registi ed è incredibile come ogni volta che incappiamo in una storia che riguarda il loop spazio/temporale, restiamo coinvolti emotivamente.
Una delle ultime serie che tocca proprio l'argomento, in un'atmosfera cupa, quasi post-apocalittica, è "Dark", prodotta dall'instancabile Netflix, o Nettflisse, come direbbe la vecchina di Sammoro .
Ecco, sono inciampata in questa storia e non riesco ad uscirne.
Oltretutto si parla di salti temporali tra il presente e gli anni '80, l'epoca della mia adolescenza, e potrete capire il coinvolgimento.
Ma niente a che vedere con le atmosfere divertenti e paradossali di Ritorno al Futuro....qui ci sono dei misteri che fanno accapponare la pelle e personaggi equivoci di esemplare cattiveria.
Se vi piace il genere, non perdetevela.
E soprattutto, lasciamo il tempo al tempo.
Ormai siamo lanciatissimi verso il Natale, quindi non posso che lasciarvi ricette in tema, e questa deliziosa faraona con un ripieno semplice e ricco di gusti stagionali, potrebbe fare la felicità di molti. 
Sul pollo ripieno ed il suo disosso ormai non esistono segreti su questo blog ed ogni tanto mi lascio accaparrare dalla nostalgia e rimetto le mani nella materia.
Ma voi non avrete bisogno di fare tutto il lavoro: una volta tanto potrete chiedere al vostro macellaio di fiducia, di farvi un piccolo favore...

Ricetta per 4 persone

1 busto di faraona disossato di c.ca 1,500 kg
80 g di prosciutto arrosto sminuzzato sottilmente
6 fette di pane toscano ammollate e sbriciolate
castagne arrostite o lessate 
5 prugne secche denocciolate
5 albicocche secche denocciolate 
30 g di burro 
2 grandi salsicce fresche toscane
30 g di parmigiano grattugiato
2 rametti di rosmarino
5/6 foglie di salvia
qualche rametto di timo
1 bicchiere di birra rossa 
1 cucchiaino di misto spezie La Saporita
Olio extravergine d'oliva
Sale - pepe qb


  • Preparate il ripieno mescolando in una larga ciotola, la salsiccia, il prosciutto, il pane, il parmigiano, la frutta secca, il misto spezie. Mischiate tutto bene con le mani quindi aggiustate di sale e pepe.
  • Riempite la cavità della faraona con il ripieno distribuendolo uniformemente per dare una forma aggraziata al volatile.Condite la pelle con sale e pepe massaggiando bene.
  • Legatelo con filo da cucina per mantenere forma e le cosce strette al busto (altrimenti in cottura si allargano) e decorate con rosmarino e salvia.
  • Distribuite fiocchi di burro sulla superficie della faraona. (A questo punto potrete avvolgere la faraona in un foglio di alluminio e conservarla in frigo se volete cuocerla il giorno dopo. )
  • In una larga pirofila versate 4 cucchiai di olio extravergine.
  • Accendete il forno a 180°. Sistemate la faraona sul fondo preparato. Mettetelo in forno già caldo.
  • Dopo 15 minuti, aprite e irrorate il pollo con la birra proseguite la cottura. Ogni 10 minuti, spennellate la faraona su tutta la superficie con i suoi succhi per mantenere morbida la pelle e non farla seccare.
  • Proseguite la cottura per c.ca 1h15. Dovrete calcolare c.ca 1h di cottura per ogni chilo di faraona ripiena. Se per esempio con il ripieno otterrete un pollo di 1,200 kg, dovrete cuocere per c.ca 1h20 minuti.
  • NON usate il forno ventilato perché seccherà la pelle del vostro volatile rompendola. Quando siete in fondo alla cottura, verificate il colore dei succhi che escono bucando con uno stuzzicadenti una delle cosce. Se schiacciando leggermente con un cucchiaio di legno vedrete uscire del liquido trasparente, la faraona è cotta. Proseguite se vedete che i succhi sono ancora rosati.
  • Quando la faraona sarà pronta, toglietela dalla pirofila ed avvolgetela con carta alluminio. Fatela riposare almeno mezz’ora prima di tagliarla. Servitela a fette su un piatto di portata, irrorata del proprio fondo di cottura.

martedì 3 dicembre 2019

Panpepato Florentine al burro salato: il Panpepato, quello vero!

I saw Mommy kissing Santa Claus - Jackson Five
Sotto l'albero son stato
all'ascolto nella notte
ma dal buio del camino
solo odore di ballotte
Mi incantavo alle lucine 
che brillavano sfacciate,
esprimevo un desiderio
e scartavo cioccolata.
Prima o poi lui scenderà,
ed io son nascosto bene.
I pacchetti lascerà,
stare muto mi conviene.
Ma il silenzio nella casa
mi ha sorpreso a tradimento
lì sdraiato a pancia in giù
proprio sopra il pavimento
La mia mamma mi ha svegliato
piano piano con un bacio,
perché mi ero addormentato
come un gatto sul panpepato.

(Poesia di Natale, ispirata da mia figlia Alice).
Sul tavolo di Natale delle case senesi, due sono i dolci che fanno la differenza e a volte, dividono le famiglie: Panforte e Panpepato.
Il Panforte è per tutti; il Panpepato per gli intenditori.
Il Panforte garba anche ai bambini; il Panpepato è guardato con sospetto e se lo mangi, ormai sei grande.
Il Panforte è dolce, avvolgente, fruttato e mieloso.
Il Panpepato è spezia, cacao, pepe e un viaggio lontano.
Il Panforte è di chi vuole sentirsi a casa.
Il Panpepato degli avventurieri.
Entrambi non hanno nulla a che vedere con quelle rotelle rinsecchite avvolte in carta colorata, che vi è capitato di trovare da piccoli sotto l'albero e che non avete mai provato ad assaggiare.
E quando finalmente lo avete fatto, avete detestato talmente quei dolci che nella vostra testa è rimasta una sola condizione: "Mai più".
Ecco, prima di tutto, se vogliamo parlare di Panpepato, dobbiamo dire una cosa: assaggiate quello vero!
Giolisca, entusiasta pasticcera e Jolly del Forno di Ravacciano, con il suo Panpepato. 
Un viaggio nel vero Panpepato l'ho fatto anche io, grazie alla Cna di Siena che insieme ad uno sparuto gruppo di blogger da tutta Italia, ci ha permesso di incontrare alcuni dei più interessanti artigiani della città, primo fra tutti Il Forno di Ravacciano.
Un'azienda di totale gestione familiare ormai da tre generazioni, che ha iniziato l'attività oltre 50 anni fa con un piccolo forno servendo la clientela locale e che adesso distribuisce i suoi prodotti in tutta la provincia.
L'intera mattinata al forno di Ravacciano, mi ha fatto guardare i dolci della mia città da una nuova prospettiva e con un occhio più affascinato e grato.
L'entusiasmo e l'amore per il proprio lavoro così evidente in  Giolisca e Fabio, giovane coppia anche nella vita, si riversa nella qualità del loro prodotto,  grandemente apprezzato dalla cittadinanza: oltre 50 tipi di pane diversi incluse pizze e focacce, dolci per la colazione, Ricciarelli, Pan co' Santi, Panforte, Cavallucci, Panpepato, torte di compleanno, biscotti, e molto altro.
Nel Calendario del Cibo Italiano, oggi è la giornata del Panpepato: vi invito ad andare a leggere la storia ed i segreti di questo straordinario dolce senese.
Quello che invece abbiamo potuto fare noi, blogger golosi, è stato sperimentare cercando di trasformare uno spicchio di Panpepato, in un nuovo piatto, dolce o salato che sia.
Priva di fantasia e guizzi creativi, la sottoscritta si è limitata a realizzare delle semplici Florentine, dolci di origine francese caratterizzati dal uno strato sottile croccante costellato da frutta secca ed da una glassatura di cioccolato fondente molto amaro a contrastare la dolcezza della cialda.
Ho pensato di sostituire completamente la frutta candita con dadini di Panpepato, lasciando una manciata di Cranberries che conferiscono acidità e freschezza, ma sostituendo le tradizionali mandorle sbianchite, con mandorle salate e tostate insieme ad un bel pizzico di sale Maldon nell'impasto di burro.
Il Panpepato regala un meraviglioso "effetto Natale" al biscotto, grazie al profumo della spezia, in particolare della cannella e noce moscata, ed il sale rende l'insieme decisamente ruffiano, elegante e ultragoloso.
La sorpresa più grande è stata sentire il consorte, giudice implacabile e nemico giurato dei dolci, affermare che è impossibile resistere ad un dolce così.

Ingredienti per 18 Florentine
50 g di burro
50 g di zucchero demerara
50 g di golden syrup
50 g di farina 00 setacciata
50 g di panpepato tagliato a dadini piccoli
30 g di cranberries
25 g di mandorle con pelle tostate e salate, sminuzzate
25 g di mandorle a lamelle
Un generoso pizzico di sale Maldon in fiocchi
200 g di cioccolato al 70%
  • Preriscaldate il forno a 180°. Foderate 3 teglie con carta da forno.
  • Mettete il burro, lo zucchero, il golden syrup ed il sale Maldon in una casseruola a fondo spesso e fate cuocere a fuoco dolce fino a che il burro non sia completamente  sciolto. Fate ruotare la casseruola mentre cuoce, in modo da sciogliere uniformemente anche lo zucchero ed ottenere una consistenza caramellosa. 
  • Mentre questo si scioglie, mettete il resto degli ingredienti, farina, panpepato, frutta secca, in una ciotola e mescolate bene. Togliete il composto di burro dalla fiamma e versatelo sugli ingredienti e con un cucchiaio mescolate con cura per ottenere una massa uniforme e lucida.
  • Con un cucchiaino da caffè, formate le Florentine, ricavando un mucchietto di impasto che sistemerete sulla teglia (6 per ogni teglia) ben distanziato dagli altri. Durante la cottura i mucchietti si allargheranno e diventeranno molto sottili. 
  • Cuocete dagli 8 ai 10 minuti (prestando attenzione al forno - cominciate con 8 minuti - perché si bruciano con facilità). Dovranno diventare di un bel colore caramello dorato 
  • Lasciate raffreddare le Florentine qualche minuto prima di sollevarle con una spatola di metallo e sistemarle su una griglia. Raffreddandosi diventeranno croccanti. 
  • Una volta fredde potrete passare alla glassatura con il cioccolato. Se volete farlo in un altro momento, sistemate le Florentine in una scatola ermetica per non far prendere loro umidità. 
  • Per la copertura, dovrete temperare il cioccolato e potrete farlo con semplicità con il metodo dell'inseminazione. Tritate metà del cioccolato e fatelo sciogliere a bagnomaria controllando con un termometro che raggiunga la temperatura di 50°. A quel punto togliete la ciotola dalla casseruola, aggiungete il resto del cioccolato che avrete tritato molto finemente, e fate abbassare la temperatura a 28°, mescolando con una spatola per facilitare l'operazione. Quando il cioccolato sarà pronto avrà raggiunto quella temperatura, riportatelo a 31° su un bagnomaria molto delicato e sempre mescolando. A quel punto potrete glassare i vostri biscotti. 
  • Con un cucchiaino versate sul retro della Florentine la quantità giusta per coprire la superficie in uno strato di un paio di millimetri. Attendente che si sia leggermente rappreso e con una forchetta, disegnate delle onde o decorate come preferite. 
  • Lasciate raffreddare completamente prima di chiuderli in una scatola e servirli con un ottimo caffè o vino dolce.