venerdì 10 luglio 2015

Precoche sciroppate: ricordo di vacanze laboriose e felici.

Always the sun - The Stranglers
Come diligenti formichine, affrontiamo l'estate lavorando alacremente per imprigionare i sapori del sole e delle cose buone che questa stagione meravigliosa ci mette a disposizione.
E' faticoso, è impegnativo, è fonte giornaliera di incasinamento e botte di calore.
Eppure i nostri barattoli sono lì, belli in fila e pronti ad accogliere i frutti del nostro indefesso lavoro.
All'orecchio vi confido che una volta tanto vorrei essere "cicala" e stare spaparanzata al sole cantando la mia gioia oziabonda.
Le pesche sono un frutto capace di trascinarmi indietro nel tempo, alle vacanze che passavo con la mia famiglia all'Ansedonia.
Trascorrevamo il mese di agosto in una tenuta a poca distanza dal mare.
Un luogo incantevole con una ricco frutteto.
Il nostro soggiorno coincideva con la maturazione dei frutti per cui anche noi bambini aiutavamo i grandi a raccogliere le pesche, le lavavamo improvvisando guerre d'acqua in giardino ed alla fine eravamo i primi ad assaggiare le pesche pronte per essere versate nello sciroppo o la marmellata bollente da invasare.
Erano pesche rosse, così profumate e succose che credo di non averne più mangiate di così buone.
La pelle si toglieva incidendo con un'unghia alla fossetta del picciolo, e veniva via docile senza rompersi, lasciando il frutto nudo, perfetto, lucido e ancora caldo di sole.
Con un coltello e facendo molta attenzione, dividevamo le pesche a metà e queste si staccavano croccanti dal nocciolo che cadeva pulito e asciutto nel piatto.
Il resto passava alle mamme che procedevano alla cottura.
Ricordo che per ogni tre pesche sbucciate, la quarta finiva nella mia bocca, sgocciolando generosa lungo il mento ed attirando stormi di api pronte a gettarsi su quel nettare profumato.
Il divertimento di partecipare a quella catena laboriosa ci faceva sentire grandi e indispensabili. L'attenzione durava molto più del normale, ma il premio finale era troppo ghiotto.
Pagherei perché mia figlia avesse ricordi del genere.
Le pesche cotogne o precoche come le chiamano al sud, non sono così facili da trattare.
Purtroppo la loro buccia è ostinatamente attaccata alla polpa e vanno necessariamente pulite con uno spelucchino.
Inoltre il nocciolo è radicato nel cuore del frutto ed anche lì bisogna avere pazienza e scavare con la lama al fine di recuperare più polpa possibile.
Ma il loro sapore è unico e ricorda davvero tutto il sole dell'estate.
Quello che vi lascio è il procedimento per sciroppare le precoche utilizzato dai miei parenti in Puglia. E queste pesche arrivano proprio da lì.

Ingredienti per 3 vasi da 500 ml
PESCHE COTOGNE (PRECOCHE) SCIROPPATE
1 KG DI pesche cotogne o precoche a metà maturazione
440 g di zucchero
1 litro d’acqua
1 baccello di vaniglia
1 bicchierino di ruhm

Prendete le pesche e pelatele accuratamente con uno spelucchino. 
Tagliatele poi a pezzi grandi, spicchi o metà, anche se sarà difficile staccarle dal nocciolo.
In un litro d’acqua fate bollire lo zucchero con il baccello di vaniglia inciso sulla lunghezza per almeno 10 minuti fino a quando non si formeranno delle bolle grandi in superficie.
A questo punto versateci le pesche, il ruhm e fate bollire per non più di 5 minuti.
Prendete dei vasi grandi distillati in precedenza, in cui potrete mettere tutte le pesche.
Filtrate velocemente lo sciroppo e riempite i vasi comprendo bene le pesche. Chiudete ermeticamente.
Lasciatele al buio e fresco per almeno 3 mesi.
Potrete consumare le pesche e conservare lo sciroppo come bagna per dolci e farciture.

7 commenti:

  1. Hanno il colore del sole.
    Sono perfette in tutti i sensi.
    buona serata

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  2. Cara Patty, leggere i tuoi post è sempre un grande piacere:)) così densi di ricordi come anche questo..che meraviglia avere tali ricordi, sono indelebili e li porteremo sempre dentro di noi in quanto carichi di valori affettivo, legati a persone a noi tanto care ormai avanti negli anni o che magari non ci sono più...bellissime le Estati trascorse tutti insieme a preparare le percoche sciroppate, come si può
    dimenticare uno scenario di questo tipo che significa stare tutti insieme, condividere momenti di
    vita....oggi è difficilissimo partecipare o assistere a eventi simili, la vita è completamente cambiata così come le persone...
    queste pesche sciroppate sono sicuramente buonissime, non appena le trovo devo assolutamente provare questa splendida ricetta che mi piace troppo:)) grazie mille per la condivisione:))
    un bacione:))
    Rosy

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  3. Ciao Patty queste pesche le mangiavo da piccola dai miei nonni e loro in dialetto le chiamavano "perecoche" pronunciate alla calabrese ;) e per me corrispondeva al nome in italiano di "pesca" appunto. Invece crescendo ho scoperto che è' proprio un tipo diverso dalla pesca classica, più grosso e decisamente giallo, ed il suo sapore intenso mi fa tornare bambina e a quel sapore di vacanza. Da me l'abitudine delle confetture e marmellate e' arrivata solo da grande...da bambina invece si metteva più facilmente in vasetto la verdura, zucchine e melanzane a gogo' oltre ai pomodori! Grazie per questi bei racconti di vita, buon inizio settimana baci Luisa

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  4. Le percoche non mancano mai a casa mia per tutta l'estate perché io ne sono particolarmente ghiotto, ma non mi sono mai cimentato nella sciroppatura. Un ottimo modo per poterle gustare anche quando l'estate sarà finita.

    Fabio

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  5. Vedi come son diverse le esperienze: io mi ricordo come una rottura infinita il finesettimana "dei pomodori", in cui anche io e mio fratello venivamo precettati per la catena di montaggio. Mi ricordo ancora il frizzore alle mani di quando sbucciavo gli odiati sanmarzano, dato che giocando sempre fuori ero piena di taglietti e sbucciature. Santa Mutti tutta la vita! :-D

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  6. domani le faccio.
    baci bella sbarbina

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