lunedì 15 ottobre 2018

Blondies ai lamponi, cioccolato bianco e mandorle salate: il senso di un luogo.

Heart of glass - Blondie 
Sono rientrata da un luogo in cui ho trovato un'estate perenne.
Temperature che rasentavano i 32° C, cieli di un azzurro sfacciato, turisti arrossati e sfiancati dalle file sotto il sole.
Se avrò tempo, vi racconterò dell'Andalusia poco a poco, perché da dire c'è veramente tanto, ma ogni volta che viaggio, rientro poi con un carico di riflessioni che mi perseguitano per giorni.
La prima della quale è che molte persone viaggiano perché devono e non perché amano farlo.
E per dovere, intendo quel meccanismo che lega uno status symbol alla percezione che gli altri hanno di te.
Purtroppo il viaggio è considerato prima di tutto uno status symbol che un mezzo di crescita individuale, di godimento, di cultura.
Questo terribile ingranaggio travolge la maggior parte del turismo che arriva da Oriente, per il quale non c'è differenza tra l'essere nei giardini del Generalife o sulla torre della Giralda: conta soltanto scattare millemila fotografie per riempire l'album di figurine.
Celo, manca.
Questa volta ho avuto modo di osservare da vicino le dinamiche di questi popoli in viaggio, provando un profondo senso di disagio e un latente desiderio di far partire gomiti appuntiti sotto le costole di malcapitati.
Ormai nell'era di Instagram, non si scattano più fotografie.
Si selfeggia con brutale arroganza, roteando mazze su cui campeggia l'ultima meraviglia della telefonia mobile, assumendo posizioni indecenti e impedendo a chiunque voglia godere di un qualunque paesaggio, l'attimo d'estasi.
Per affacciarmi al belvedere dell'Alhambra ho dovuto attendere 10 minuti che un vichingo di due metri finisse di fotografare la sua dolce metà sdraiata sul muretto come la maya desnuda, ammiccando alla platea.
Ovviamente se viaggi seguendo i classici circuiti turistici negli orari canonici, non hai scampo.
Accompagnando un gruppo ho sùbito tutto questo.
L'unico istante in cui ho apprezzato realmente il concetto di viaggio/scoperta, è stato quando ho potuto abbandonare il gruppo mezz'ora ed addentrarmi nella parte più "popolare" di Siviglia, attraverso corti e giardini nascosti dove non passava un'anima.
Capisco anche che nessuno ha la possibilità di restare in un luogo quanto vorrebbe, ma il mio personale modo di vedere l'esperienza del viaggio è di non porsi mai il limite di "tanto non ci tornerò".
Provate per una volta a visitare una città senza l'ansia di vedere tutto, di provare tutto e cercare di lasciarsi del tempo per "perdersi", letteralmente, fra strade sconosciute.
Staccate le mani dal cellulare, dalla macchina fotografica,  e guardatevi intorno.
Osservate la gente, osservate la vita che scorre intorno a voi. Ascoltate i suoni ed i rumori.
Annusate l'aria.
Riempitevi del "senso" di un luogo e non solo del suo aspetto. Forse, avrete cominciato a viaggiare veramente.
Ma come glielo spiego questo a 50 coreani intruppati?
Mi avevano detto che in Italia era brutto tempo.
Sono rientrata e a casa mia c'erano 24°.
Anche oggi che scrivo, un sole rovente fuori dalla finestra.
Ho sperato che fosse freddo, magari anche un po' di grigiore: troppo sole mi aveva provata.
Niente. L'autunno qui si fa beffe di noi.
Ma la voglia di preparare un dolce, veloce veloce non me l'ha tolta nessuno.
Da una vita voglio preparare dei Blondies, che altro non sono che la versione "chiara" dei Brownies, dove la cioccolata fondente è sostituita da quella bianca.
In più, ho voluto osare un piccolo gioco di gusto rubato ad Ottolenghi, che se ne intende, ed ho aggiunto alla ricetta una manciata di mandorle tostate e salate, portate a casa da Malaga (buone da perderci la testa).
Insomma, ne è uscito un dolce irresistibile e qui vi metto la ricetta.
Mi saprete dire.

Blondies con lamponi, cioccolato bianco e mandorle salate
150 g di burro fuso
90 g di light brown sugar (sostituibile con muscovado)
90 g di zucchero semolato
210 g di farina 00
2 uova grandi
1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia
1/2 cucchiaino di lievito in polvere per dolci
150 g di lamponi freschi
120 g di cioccolato bianco di buona qualità tritato grossolanamente
80 g di mandorle tostate e salate tritate grossolanamente

  • Preriscalda il forno a 180° e fodera uno stampo quadrato da 20 cm di lato alto almeno 4 cm
  • Sciogli il burro e fallo intiepidire. Mescolalo con gli zuccheri in una larga ciotola
  • Aggiungi le uova e la vaniglia e con una frusta incorpora al composto di burro
  • Aggiungi la farina setacciandola dall'alto insieme al lievito quindi mescola tutto con la frusta. 
  • Con delicatezza, utilizzando una spatola di silicone, aggiungi i lamponi, la cioccolata e le mandorle. Lascia una manciata di lamponi per decorare la superficie. L'impasto sarà piuttosto sodo quindi la frutta resterà in superficie. 
  • Versa l'impasto nello stampo e livellalo con la spatola quindi fai cuocere per 25/30 minuti. Fai la prova stecchino che dovrà uscire pulito. 
  • Fai raffreddare prima di tagliare: ti riuscirà più semplice e preciso ed il dolce non si sbriciolerà.
  • Servi a temperatura ambiente e conserva in una scatola ermetica per 4/5 giorni. 



11 commenti:

  1. Parole sante cara Patty!! È una vera piaga questo stile di turismo bove. Ogni volta che mi capita di girare in periodi obbligati, consapevole di trovare il mondo intero concentrato negli stessi luoghi, parto già nervosa, non riesco a rassegnarmi ma cerco, come te, di sgattaiolare via dai percorsi preconfezionati a cercare un angolo nascosto, uno sguardo sincero. Baci, Cris

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    1. Tristezza per chi fa il nostro lavoro Cristina, è notare la superficialità imperante che è esattamente ciò che domina qualsiasi ambito della nostra esistenza (o società). Il voler fuggire l'attimo con la costante attenzione rivolta a se stessi. Nulla di più. Io detesto sempre di più tutto questo. Un forte abbraccio.

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  2. Da ex collega ricordo che mi facevano sorridere i clienti che entrando in agenzia turistica chiedevano di posti "non turistici", da amante dei viaggi mi piace molto tornare in luoghi che mi sono piaciuti e credo che senza l'ansia di dover vedere tutto e in poco tempo ma tralasciando le attrazioni principali anche in periodi affolati si fanno scoperte inaspettate.

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    1. Posti non turistici.....esatto. Fa molto ridere. Il posto non turistico lo creiamo noi, con la nostra curiosità, ed è quello che la gente non riesce a capire. Basta solo girare l'angolo e camminare via dalla pazza folla. Una volta tanto se lo provassero, avrebbero l'illuminazione.
      Un abbraccio carissima.

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  3. Sottoscrivo ogni tua parola...pure le virgole. E, potendo, ai 50 coreani dovresti spiegarglielo con queste esatte parole!

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    1. ahahahaah, guarda, ne ho trovati così tanti che avrei voluto avere un lanciafiamme per le mani....oddio cosa ho detto!
      Un abbraccio mia cara.

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  4. E io mi sono letta volentierissimo il post e altrettanto volentieri rifarò la ricetta! Un bacio Patty!

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  5. Ogni volta che ti leggo il
    Primo sentimento che provo è il desiderio di conoscerti di persona. Sei mitica!!
    Anche io sottoscrivo ed evidenzio ogni tua parola

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    1. Cara Lalla, non sono irraggiungibile. Chissà che davvero non si possa incontrarci prima o poi!
      Un bel bacione.

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  6. Non lo sopporto. Vivendo a Firenze poi, puoi immaginare. Ormai in centro ci metto piede solo se costretta perché mi innervosisco subito. E anche quando visito altre città "turistiche" mi fanno passare la voglia. Che tristezza...mi viene da pensate che era meglio quando i posti non erano così facilmente raggiungibili.
    Però questi blondies sono la fine del mondo!

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