L’Autunno arriva
sulle nostre tavole come una sorta di malinconica nostalgia.
Ha i profumi della
terra, del bosco, della prima pioggia sulla terra secca e ci costringe a
ricercare la casa come viaggiatori in cerca di un rifugio.
Però l’Autunno è
anche il momento più amato da chi il cibo lo celebra con passione: è l’arrivo
dell’olio nuovo, del vino novello, del tartufo e dei funghi; è il ritorno della
carne in tavola, dal sacrificio del maiale all’abbondanza della selvaggina.
Finalmente
è il momento delle zuppe: calde, dense, confortanti. E’ la celebrazione del cece, dei fagioli, dei legumi e cereali nella loro pienezza e semplicità.
Per me è l'occasione per ritornare al rito dell'ammollo: la sera, all'ora di cena, riempire una grande ciotola d'acqua con un pizzico di sale e lasciare questi semi della terra rinvenire nell'elemento più prezioso.
Attendere che siano pronti al secondo passaggio, quello della bollitura, grazie alla quale manifesteranno in pieno il loro straordinario sapore e consistenza.
La Mes-ciuà, che in italiano significa semplicemente "mescolanza", fa capire immediatamente di cosa stiamo parlando: l'insieme di molti legumi e cereali diversi che finiscono per essere serviti tutti insieme previa cottura separata.
L'origine di questo piatto pare sia Tosco-Ligure, esattamente dell'area al confine fra le due regioni (Lunigiana e La Spezia) e secondo quanto si narra, pare che nasca dalla parsimonia delle donne che si prodigavano a raccogliere quanto perso o versato dai sacchi che dalla campagna venivano poi imbarcati sulle navi per il trasporto in altre destinazioni.
La cosa interessante è notare come anche in altre aree si possano trovare preparazioni che prevedono questa mistura di diversi semi: pensiamo alla Mescola Garfagnina (per altro poco lontano dalle zone di origine della mes-ciuà, oppure alla Capriata lucana che al suo interno vede anche fave secche e cicerchia.
Il principio è esattamente lo stesso: non si butta via niente.
Radunano i piccoli avanzi di cereali, si mischia tutto insieme e si mangia con grande soddisfazione.
Voglio considerare la Mes-ciuà un piatto di grande potenza simbolica: tante diverse tipologie di legumi e cereali che convivono in una stessa preparazione in perfetta armonia, portando come unico risultato una bontà innegabile.
Ingredienti per 4/6 persone
250 g di facioli
cannellini
100 g di
grano/frumento
250 g di ceci
piccoli
2 foglie di alloro
1 piccola cipolla
2 foglie di salvia
olio extra vergine
d’oliva Riviera Ligure Dop
Sale
Pepe nero macinato
fresco
Mettete in ammollo i
cannellini, i ceci ed il grano in ciotole diverse, per almeno 12 ore.
L’indomani sciacquate bene i legumi ed il grano che avrà perso parte della pellicina.
Mettete i ceci ed il
grano insieme in una larga casseruola e copriteli con almeno 3 dita acqua fredda.
Aggiungete le foglie di alloro.
Fate lo stesso con i
cannellini in una casseruola a parte.
Aggiungete la piccola cipolla pulita ed
intera, e le foglie di salvia.
I ceci ed il grano
hanno più o meno lo stesso tempo di cottura che si aggira intorno alle 2 ore,
mentre i cannellini cuociono più velocemente.
Contate il tempo di
cottura dal momento dell’ebollizione dell’acqua.
Via via che i legumi
cuociono, eliminate la schiuma che si formerà usando una schiumarola.
Quando non faranno
più schiuma, aggiungete il sale e proseguite la cottura sempre a fiamma dolce.
Assaggiate per
verificare il grado di cottura. Il grano avrà sempre una consistenza piuttosto
croccante anche quando ben cotto.
Quando gli
ingredienti saranno cotti, scolate i ceci ed il grano, eliminate le foglie di
alloro ed aggiungete legumi ai fagioli.
Mescolate con
delicatezza con un cucchiaio di legno e fate cuocere per altri 20 minuti in
maniera che i sapori si amalgamino.
Servite in scodelle
con abbondante olio extravergine ed una generosa manciata di pepe nero.
Profumate con rametti di rosmarino.
L'altra sera sfogliavo dei vecchissimi libri di cucina ligure e pensavo proprio a questo piatto, grazie per le spiegazioni, molto interessanti, adesso non mi resta che provare a cucinare questa meraviglia!
RispondiEliminaPiatto spezzino!!! la mia città di origine
RispondiEliminaMeraviglia della cucina Slow, quella lenta, fatta di pensieri, di tempo e di tanto Cuore :)
RispondiEliminaGrazie bella ragazza, ti stritolo in un abbraccio
Mi ha toccato il cuore quell'accenno alla simbolicità.
RispondiEliminaTutto quello di cui parli in questo post mi è caro, e il tuo modo di raccontarlo, quasi di evocarlo, me ne ha fatto venire un desiderio infinito.