giovedì 12 settembre 2019

Melanzane ripiene alla casereccia

Shake Shake Shake Senora - Harry Belafonte
Il primo vero ricordo che ho delle melanzane ripiene è legato al mio primo viaggio in Molise.
La "vacanza" a casa dei suoceri a conoscere la nonna del mio allora fidanzato (ed oggi marito), in una terra di cui avevo sentito a malapena parlare.
Nonna Angela era una donna piccola, alta poco più di un metro, silenziosa, segnata dall'asma e da una vita di sacrifici, con una testina bianca coronata da una crocchia intrecciata.
Non credo di averla mai vista indossare qualcosa che non fosse nero, ma il suo lutto non era una formalità, piuttosto il modo per ricordare quotidianamente i suoi morti.
Il primo incontro con lei fu complicato: io ero intimidita, lei parlava solo in dialetto, con un fil di voce.
Negli anni che è stata in vita, credo di non avere mai capito fino in fondo quello che stesse dicendomi.
Il mio sguardo implorante passava dalla sua bocca al viso di mio marito con la speranza di poter essere aiutata nella comprensione, ma l'unica cosa che era chiarissima a tutti, erano i suoi piatti.
Nonna Angela era una donna pragmatica: la prima frase che mi disse fu:"che vu' magna'?"
Seguita poi, ogni volta che c'era occasione (quindi sempre) da un:"e magna ma' ".
La sua cucina onesta e saporita, raggiungeva l'apice con la lasagna bianca in brodo in inverno e con melanzane ripiene d'estate, di cui ricordo ancora il sapore e che, nonostante gli sforzi, mia suocera non riesce ad eguagliare.
Erano melanzane piccole e ovali che da noi non si trovano.
Lei le svuotava completamente, con una maestria tale da lasciare la buccia talmente sottile da sembrare un velo.
Le riempiva fino all'orlo della propria polpa insaporita dal pane e da chissà quali delizie (ed una buona quantità di aglio tagliato a pezzetti),  le legava con un filo sottile affinché il ripieno non uscisse e le cuoceva a lungo, dolcemente nel pomodoro.
L'intingolo che ne restava era in grado di farti sterminare un intero filone di pane fresco senza rendertene conto, mentre le melanzane, perfettamente integre, erano tenere e fondenti, una delizia da stato di grazia.
Non ho neanche mai provato a pensare di riprodurle, la trovo una sfida impossibile.
Ma se ho imparato ad amare la melanzana,  è certamente grazie a lei ed alla sua cucina.
Ancora per poco potremo trovare quest'ortaggio principe della cucina estiva e prima di poter rassegnarsi alla rinuncia, facciamo scorta nelle nostre papille gustative.
Una ricetta alternativa potrete trovarla sempre su questo blog, questa volta preparata con melanzane variegate, in genere più tenere di quelle viola.
E veniamo alla ricetta: ingredienti semplici, ma eccellenti, come il caciocavallo di Agnone e dell'ottimo pane casereccio.
MELANZANE RIPIENE ALLA CASARECCIA

Ingredienti per 4 persone
4 melanzane oblunghe non troppo grandi
150 g di pane casereccio raffermo, privato della crosta
100 g di prosciutto arrosto in una sola fetta
100 g di caciocavallo di Agnone grattugiato
100 g di scamorza dolce
6/7 pomodorini secchi sotto sale
1 spicchio d’aglio
una manciata di prezzemolo
olio extravergine
sale – peperoncino in polvere
  • Accendete il forno a 190°.
  • Lavate ed asciugate le melanzane.
  • Mettete il pane raffermo ad ammollare in acqua tiepida per 10 minuti.
  • Dividetele esattamente in due parti senza privarle del picciolo. Scavatele incidendole lungo la circonferenza con uno spelucchino o un coltellino ricurvo ed aiutandovi con un cucchiaio, svuotatele della loro polpa (tenendola da parte). Fate in modo che le barchette ottenute non abbiano uno spessore superiore ai 3- 4 mm, perché uno spessore troppo grande richiede tempi di cottura molto lunghi. Inoltre fate attenzione a non bucare la pelle durante lo svuotamento.
  • In una larga padella fate rosolare lo spicchio d’aglio con 3 cucchiai di extravergine ed i pomodorini sotto sale ridotti a filetti (che avrete dissalato passandoli sotto acqua corrente), quindi aggiungete la polpa della melanzana che avrete sminuzzato grossolanamente al coltello. Fatela insaporire bene mescolando e lasciate cuocere per 10/15 minuti fino ad ottenere una specie di purea. Aggiustate di sale (non dovreste averne bisogno perché i pomodorini danno sapidità), aggiungete il peperoncino in maniera misurata (basta giusto un pizzico per non aggredire il ripieno), ed il prezzemolo precedentemente tritato. Tenete da parte mentre strizzate bene e sbriciolate il pane in una ciotola.
  • Aggiungete il prosciutto arrosto tagliato a dadini piccoli, il caciocavallo grattugiato (tenete da parte una manciata per rifinire), la scamorza sminuzzata grossolanamente e per finire la polpa di melanzana e mescolate tutto con cura.
  • Riempite le barchette di melanzana con il composto,  sistematele su una teglia coperta di carta da forno; rifinite con il formaggio grattugiato quindi condite con un filo d’olio ed infornate coprendo le melanzane con un foglio di alluminio per il primi 45 minuti.
  • Passato questo tempo, eliminate il foglio e continuate la cottura fino quando tutto sia perfettamente gratinato e dorato e le melanzane ben morbide.
  • Servite immediatamente.

3 commenti:

  1. Che bello il tuo racconto! Grazie della condivisione :-)
    Non sono una grande fan delle melanzane ma al forno le mangio sempre volentieri. Questa ricetta è molto golosa: mi piace, tra gli altri, l'utilizzo del caciocavallo di Agnone.
    A presto

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  2. Accidenti, la tua narrazione fa venire l'acquolina in bocca! Non l'ideale mentre sono su un treno di primo mattino :) grazie per aver condiviso storia e ricetta! Sara

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  3. Mi piacciono tantissimo Patty! E tantissimo mi piace il ricordo della nonna Angela, che mi ricorda un po' la mia nonna Maria, anche lei regina delle melanzane in un modo che nessuno, in casa, è più riuscito ad eguagliare.
    Le melanzane da me sono quel che sono, ma me le farò andar bene :)

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