domenica 22 gennaio 2017

I Macaron di Musetta, o dell'ostinazione, per Mtc #62

Quando m'en vo' - Mirella Freni 
Tre volte.
Li ho rifatti tre volte.
Ogni volta ho avuto l'illusione che fossero perfetti per poi scivolare lentamente nel disastro, tanto da non capire esattamente dove e come avessi sbagliato.
Una maratona ostinata alla ricerca del risultato, che mi ha lasciata stremata e decisamente insoddisfatta.
Perché sono sicura al 100% che la ricetta di Ilaria, vincitrice dell'ultima sfida sul Tiramisù, sia perfetta, osservando i meravigliosi macaron prodotti dal resto della compagine Mtc.
Ciò che invece maggiormente mi fa impazzire, è la consapevolezza che se si nasce pasticcioni, non si può pretendere di diventare pasticcieri in un giorno.
O forse si, ma con metodo, tempo e pazienza, senza l'urgenza di dover agire vicino ad una scadenza.
Considero questa la più difficile sfida affrontata in Mtc dal quando ho cominciato, perché la tecnica e la conoscenza della "chimica" degli ingredienti è per questa preparazione, rigorosa e implacabile.
Se sono riuscita ad ottenere dei macaron minimamente presentabili al terzo tentativo, è stata per una incommensurabile e salvifica botta di culo.
Alias, se avessi fallito un'altra volta, avrei passato e "ciao macaron a mai più".
Invece, adesso che ho imparato i passaggi a memoria, che riesco a riempire un sac a poche senza riverniciare di meringa tutta la cucina,  che riconosco un croutage pronto a 5 metri di distanza, adesso sicuramente proverò a rifarli con la dovuta calma, senza alcuna ansia da prestazione e senza dover per forza mostrare un lavoro di cui non sono punto orgogliosa.
Voglio anche scusarmi con Ilaria, per averla massacrata di domande durante un sabato pomeriggio di patimenti, per cercare di capire la causa dei miei fallimenti ed aver ricevuto sempre e solo incoraggiamento e sostegno. Grazie di cuore Ilaria per la tua immensa pazienza.
E siccome so che molti di voi stanno pensando "la solita Patty esagerata", vi metto qui la prova dei miei paciughi
La prima volta sono letteralmente esplosi.
La seconda volta, ho sbagliato il colore, li ho fatti troppo grandi e a cottura ultimata avevano la cellulite e non si sono cotti sotto (ma rifare i macaron due volte nello stesso giorno non è da sani di mente).
In entrambi i casi una buona mano gli è stata data dal mio forno.
Non hanno amato la botta a 180° ad inizio cottura.
Quando ho provato poi una cottura a temperatura stabile, 150°, dopo 15 minuti avevano il loro collarino ma non erano cotti sotto.
Alla fine, hanno voluto una cottura di 18 minuti  ma non erano ancora perfettamente cotti perché qualcuno non volevo proprio staccarsi dal foglio.
Al terzo tentativo sono venuti troppo alti: sembrano degli hamburger più che dei macaron, ma è il meglio che sono riuscita a fare.
Qui credo che il problema sia solo mio ovviamente, per non avere eseguito un macaronage perfetto e probabilmente perché ero davvero stanchissima.
Avevo ben in mente fin dall'uscita della sfida, il primo macaron che avrei voluto realizzare.
I macaron rappresentano Parigi, una delle città del mio cuore da sempre, ma questo dolcetto così pieno di eleganza, piccolo gioiello senza età della pasticceria d'oltralpe, a me ha sempre portato alla mente suggestioni da Belle Epoque.
Senza togliere che la Belle Epoque è il periodo storico che maggiormente mi affascina e se potessi rinascere, vorrei essere ragazza in quel pazzesco trentennio fra due secoli, che come un fascio di luce potentissima, ha illuminato l'Europa prima delle tenebre della grande guerra.
Le invenzioni, l'arte, la musica, la moda, la letteratura, tutto esprimeva un grande senso di apertura e speranza verso il nuovo secolo.
Alcuni dei miei artisti del cuore sono diventati simbolo di questo periodo, uno fra tutti il grande Giacomo Puccini.
Questi Macaron, sono quelli che avrebbe scelto per esempio, Musetta, la bellissima e spregiudicata amica di Mimì in Boheme, fermandosi in una pasticceria parigina dell'epoca: al fondente amaro con violetta candita e al cremoso bianco alla rosa con gelée di mora.
Ho scelto i sapori ed il profumi cari alle nostre bisnonne, quando la violetta era simbolo di eleganza e non poteva mancare sulle toelette delle signore. 
E' proprio alla fine dell'800 che si comincia anche la preparazione di violette candite, che all'epoca venivano servite con il caffé o con i marron glacé. 
Ho avuto l'occasione di assaggiarle in una cioccolata amara diverso tempo fa e mi ha entusiasmata così ho pensato che avrei potuto usare le mie violette candite Ladurée per la farcitura del mio primo macaron. 
Il cioccolato dovrà essere amaro in quanto un piccola quantità di zucchero viene rilasciata dalle violette. 
Il profumo del fiore arriverà solo alla fine, dietro all'aroma delle mandorle, come un ricordo. 
L'abbinamento al secondo è arrivato un po' più tardi. Ci ho pensato a lungo perché sempre in ambito fiorito volevo restare.
Regalare un bouquet di macaron a Musetta.
Ho optato per una ganache montata di cioccolato bianco al profumo di rosa ed un inserto di gelée di mora per regalare un po' di freschezza.
Rosa e mora sono perfette con la violetta, ma grazie alla gelatina l'insieme non è stucchevole e smorza la dolcezza del cioccolato bianco.
E adesso passerei alla ricetta visto che è lunghissima.
Consiglio in ogni caso la lettura dello spettacolare post di Ilaria , dove sono svelati tutti i segreti per non sbagliare e realizzare dei magnifici macaron.
Ricetta di Pierre Hermé (per circa 32-35 macaron)
150 g zucchero al velo
150g farina di mandorle
110g albumi vecchi (almeno 3 giorni) – divisi in due ciotole da 55g l’una
coloranti professionali in polvere. (in questo caso Violet e Rouge Carmoisin Colorants Breton)
NOTA: per i macaron alla violetta, ho decorato la parte superiore con briciole di violetta candita aggiunte ai gusci subito dopo il pochage. 

Lo sciroppo per la Meringa Italiana
150g zucchero semolato
50ml di acqua

Con questa quantità io ho realizzato entrambi i miei macaron. Vale a dire ho diviso tutti gli ingredienti ed ho realizzato c.ca 15 macaron alla violetta e 15 alla rosa e mora. 
Ho preparato la meringa italiana utilizzando gli ingredienti come da ricetta e l'ho divisa fra i due tpt. 

Il guscio dei macaron altro non è che meringa sostenuta da farina di mandorle. 
Ma per ottenere questo miracolo di fragile leggerezza, la quantità di zucchero utilizzato deve essere la stessa della farina di mandorle: il cosidetto Tant pour Tant (tpt). Comprate farina di mandorle tritata molto sottile. In commercio si trova senza difficoltà. 
Cominciate tostando la farina di mandorle in forno a 150° per circa 10 minuti. Fate attenzione a non bruciarla. Nel mio forno era pronta già a 7 minuti. Deve essere completamente fredda per essere utilizzata. 
Aggiungete lo zucchero a velo nella stessa quantità alla farina setacciandolo. Quindi ripassate al mixer il composto ottenendo una polvere impalpabile. Ripassate l'intero composto al setaccio. 
  
Ho diviso l'intero tpt in due ciotole con 150 g di tpt in ciascuna. 
Ho incorporato 25 g di albume in ciascuna ciotola aggiungendo una punta di colore in polvere. Con una spatola di silicone, amalgamare bene in modo da ottenere una pasta morbida, omogenea e densa.
Il colorante va versato sugli albumi e mescolo. Poi unito al TPT.
MERINGA ITALIANA 
Fate in modo di avere la planetaria a breve distanza per lavorare in velocità. 
Versate lo zucchero semolato e l’acqua in un tegame dal fondo spesso. 
Cuocete a fuoco medio e controllate la temperatura con un termometro da zucchero. 
A 115° date il via alle fruste della planetaria a massima velocità e cominciate a montare i rimanenti 55g di albume. Io ho iniziato a 114° prima perché avevo l'impressione che la temperatura salisse velocemente. 
Quando il termometro raggiunge i 118°, togliete la casseruola dal fuoco e versate lo sciroppo a filo sulla meringa (non ancora completamente montata) avendo cura di farlo scivolare sul lato della ciotola. Continuate a montare a velocità per un altro minuto. 
Diminuite la velocità e montate ancora per circa 2-3 minuti  in modo da abbassare la temperatura della meringa. Quando il composto risulterà bello gonfio, lucido e bianchissimo e la temperatura sarà scesa a 40°C. , potrete usare la meringa e passare alla fase successiva: il macaronage.

MACARONAGE
Pesate la meringa italiana (dovrebbe essere 200 g) e dividetela in due ciotole. 
Cominciate con il primo colore. 
Ammorbidite la pasta di mandorle con una piccola quantità di meringa dalla prima ciotola e mescolate con la spatola.
Aggiungete la restante meringa spalmando l'impasto dal centro verso i lati esterni e raccogliendo dalle pareti per farlo ricadere verso il centro della ciotola. Mentre fate questa operazione, ruotate la ciotola con una mano. Quando il composto comincia a diventare lucido fate la prova del MACARONNER: l’impasto è pronto quando sollevando la spatola, ricadrà sulla ciotola formando un “nastro pesante” che scende con una certa difficoltà. 
A questo punto dovete riempire il sac a poche munito di bocchetta liscia da 8/10 mm. Riempitela fino a metà circa quindi spremete bene il composto fino alla fine della tasca. Questa operazione eviterà la formazione di bolle d’aria. Chiudete con due o tre giri la tasca e fermatela con una molletta. 
POCHAGE 
E' l'operazione della formatura dei macaron dal sac a poche. 
La dimensione classica dei macaron è di 3.5 c.ca. Se non avete il tappetino di silicone preformato, potete disegnare dei cerchi che vi aiutino ad ottenere dei dischi il più possibile regolari ed identici. Fissate con un pochino di impasto i 4 lati del foglio di carta da forno alla teglia. 
Tenendo la tasca verticale posizionatevi a circa 2 cm sopra la teglia. Iniziate  a formare dei bottoncini di impasto seguendo lo stampo in silicone oppure il vostro template. Spingete la pasta torcendo ogni volta la tasca di un quarto di giro. Continuate sulle altre teglie fino all’esaurimento dell’impasto.  Picchiettate delicatamente con la mano il fondo delle teglie in modo da uniformare i macaron ed eliminare eventuali bolle d’aria.

CROUTAGE
La formazione della crosta dei macaron è fondamentale affinché non si spacchino in cottura. Lasciate riposare i gusci a temperatura ambiente, da almeno 30 minuti a 2-3hs (a me è bastata una mezz'ora). Si creerà una pellicola fine, secca e resistente sui gusci, e che diventa poi croccante in fase di cottura. L’umidità solleva il guscio senza screpolarlo e alla base si forma il collarino.
Poiché i tempi di croutage possono variare a seconda della temperatura esterna, per verificare che i gusci  siano pronti per essere infornati, sfiorate delicatamente la superficie di un guscio; la pasta non deve incollarsi al dito.
COTTURA
La ricetta di Hermes consiglia di informare a 180° per i primi 2-3 minuti fino a che si forma il collarino e il macaron si solleva leggermente. Dopodiché abbassate la temperatura a 140-150° e cuocete per ulteriori 10-12 minuti. I maggiori problemi io li ho avuti con la cottura, per cui ho deciso di cuocere a temperatura stabile, 150° per 18 minuti, aprendo il forno un paio di volte dopo il 15mo minuto, per fare uscire eventuale umidità. Le temperature e i tempi di cottura sono assolutamente indicativi e dipendono dal proprio forno. 
Una volta cotti, togliete la teglia dal forno e fate scivolare il foglio dei macaron su un ripiano fino al completo raffreddamento. E’ importante NON LASCIARE il foglio sulla teglia altrimenti continuerà la cottura.
Staccate i macaron lentamente dal foglio di carta forno  e con l’indice create un piccolo avvallamento che permetterà una farcitura più abbondante. Lasciate i gusci con la parte “piatta” rivolta verso l’alto.
I vostri macaron sono pronti per essere farciti. Oppure potete conservarli in frigorifero fino a 48hs o congelarli.
FARCITURE
Macaron con ganache montata amara alla violetta candita (per 15 macaron c.ca)
100 g di cioccolato fondente al 75%
70 g di panna fresca
20 g di violette candite ridotte in polvere + extra per rifinire 

Tritate il cioccolato finemente e mettetelo in una ciotola di acciaio.
Versate la panna insieme alla violetta in una piccola casseruola e portatela a fremere, ruotandola via via per consentire alla violetta di sciogliersi. Lasciate in infusione per un'oretta. 
Portatela nuovamente a fremere quindi versatela attraverso un setaccio sulla cioccolata (le violette, sotto lo zucchero, restano comunque fiori quindi una volta sciolte resterà una quantità di residuo vegetale che non va fatto entrare nel cioccolato per non compromettere la texture vellutata).
Attendete un paio di minuti quindi mescolate con una spatola in maniera energica, in modo che il cioccolato si sciolga e divenga lucido e cremoso. Lasciare raffreddare. 
Prima di usarlo, montarlo con una frusta e riempire un sac a poche. Spremere delle noci generose di composto sulla base di un guscio liscio, e copritelo con un guscio decorato con i cristalli di violetta, ruotando delicatamente mentre spingete per chiudere il vostro macaron. In questo modo parte della farcia apparirà graziosamente fra i due gusci. 

Macaron con cremoso bianco alla rosa e gelée di mora (per 15 macaron c.ca)

100 g di cioccolato bianco
50 ml di panna fresca 
15 g di burro morbido
1 cucchiaino di acqua di rose

Per la gelée di mora
125 g di more 
1 cucchiai di zucchero
1 cucchiaino di limone
1 foglio di colla di pesce 

Tritate il cioccolato finemente e mettetelo in una ciotola di acciaio.
Versate la panna in una piccola casseruola con il cucchiaino di acqua di rose e portatela a fremere, Versatela sulla cioccolata.
Attendete un paio di minuti quindi aggiungete il burro, mescolate con una spatola in maniera energica, in modo che il cioccolato si sciolga e divenga lucido e cremoso. Lasciare raffreddare. 
Prima di usarlo, montarlo con una frusta e riempire un sac a poche. 
Per la gelée, mettete la gelatina a sciogliere in acqua fredda in una ciotolina. 
Lavate le more e mettetele in un pentolino con lo zucchero ed il limone e fate cuocere a fuoco vivace fino a che non cominciano a disfarsi. A questo punto passatele al setaccio e raccogliete la polpa ed il succo con cura. 
Strizzate la gelatina e scioglietela nella purea di more. Mescolate bene quindi versate il tutto in un piccolo vassoio che possa consentirvi di avere una gelatina dallo spessore di 5 mm.  
Io l'ho messa in un vassoio molto piccolo dove ho ottenuto uno spessore di 1 cm e mezzo. 
Fare raffreddare e rapprendere in frigo. 
Al momento della farcitura dei macaron, roversciare la gelatina su un piatto e copparla ottenendo dei cerchi di 1,5 cm di diametro che posizionerete sul cremoso bianco, prima di richiudere il macaron (vedi foto poco sopra). 

Far riposare i macaron almeno 24 ore prima di gustarli, possibilmente in frigo, dentro un contenitore ermetico. 

Con queste due proposte, partecipo con grande piacere alla Sfida #62 dell'MTC sui Macaron di Ilaria. 

59 commenti:

  1. patty ma sono meravigliosi! A parte che c'è una intera categoria di pasticceri che ama il macaron alto, i tuoi abbinamenti sono strepitosi! Sì, anche a me ha fatto quel lavoro con 180, dipende dal nostro forno! orami lo sai quindi puoi fare tutti i macaron che vuoi:DDD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ne sono sicura Caris, ma di certo devo riprovare, con la totale serenità e facendo le cose senza la pressione della sfida. Perché a me i macaron piacciono da morire, da sempre. Li farei con le mie farce del cuore, che girano intorno alle creme caramellate e salate. Grazie della tua approvazione. Dopo aver visto i tuoi, c'è poco da dire.
      Un abbraccio gigante.

      Elimina
  2. Se non fosse bastato il colpo di fulmine avuto per te a Napoli, questi macaron sono il simbolo della tua eleganza, che riesci a trasferire ad ogni cosa che fai. Dalla scrittura dei post che accompagnano ricette meravigliose corredate di foto ancora più belle. Quando poi tutto questo ha i "miei" colori non mi resta che giurarti amore eterno! Sono stupendi Patty.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Epperò così mi metti in imbarazzo. Che ti dovrei fare adesso? Beata te che sei lontana, sennò uno strapazzone abbraccioso non te lo toglierebbe nessuno!
      Grazie di cuore Valentina, sei un tesoro.

      Elimina
  3. Chi "l'ha" dura, la vince. E te ce l'hai tosta, la capa, no? Prova ne è il fatto che non hai mollati fino a quando hai sfornato questi capolavori. E comunque a me piacciono così alti, i miei sembrano frittelle! Bravissima.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ero certa che non sarebbero venuti neanche alla terza. Ormai mi sono detta: o la va o la spacca. Però ancora non sono come dico io, quindi c'è qualcosa che va aggiustato. In ogni caso è stata una faticaccia. Ma li rifarò di certo.
      Grazie mia cara.

      Elimina
  4. Superbi Patty!!! Io voglio il macaron rosa a merenda tutta la vita perché quella gelée lì che sprofonda nel cremoso al cioccolato bianco mi fa impazzire: letteralmente!!!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, quelli sono i preferiti di Alice, il morso in quello della foto è stato dato da lei, che non poteva aspettare la loro "maturazione".
      Grazie tesorona, non vedo l'ora di leggere i tuoi che mi hanno già ingolosito!

      Elimina
  5. complimenti da un'altra pazza che ha dovuto rifare tutto tre volte, di cui due in un giorno, come te. Non sono contenta dei miei, ma non demordo, senza scadenze e senza ansia li rifarò, chi la dura la vince...

    I tuoi macarons sono una meraviglia, colorati e profumati come l'estate!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Giuliana, li rifarò anche io non dubitare. Una volta segnato il sentiero, la via è più semplice.
      E mi sembra che fra pazze, in questo gruppo, siamo in buonissima compagnia. Un forte abbraccio cara Giuliana.

      Elimina
  6. Pasticciona a rapporto! Quanto ti ho pensata mentre rifacevo i macarons per la seconda volta, il giorno dopo... Pensavo che avrei di gran lunga preferito disossare un pollo intero, ebbene sì! Eppure, alla fine è andata (piú o meno) e la soddisfazione è stata immensa. Penso che tu possa dire la stessa cosa: il risultato della terza prova è davvero bellissimo! Splendidi i colori, raffinati i sapori. Non trovo che tu sia la solita esagerata, ma credo che alla fine tu ti possa ritenere soddisfatta dai! Un bacione

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ehhh cara Sara, mi conosci ancora poco. Diciamo che sono "soddisfattina" e che ci sono ampi termini di miglioramento. Comunque per me è stata più dura del pollo, te lo dico, perché con la precisione millimetrica la sottoscritta va poco d'accordo.
      Però ho rotto il ghiaccio con uno dei miei tabù e di questo sono grandemente felice.
      Un forte abbraccio bella panciona mia.

      Elimina
  7. Riesci a farmi ridere ed incantare sempre.... È un piacere leggerti!!! Da pasticciona che ha scoperto con i Macaron che il suo forno possiede un termostato ( al secondo tentativo...Ecco perché al primo il collarino non so è alzati) ...Immagino perfettamente la scena..La meringa indisciplinata che si rifiuta di entrare nella sacca preferendo la parete...Ahahah
    Ma poi arriva la spiegando di tutta la preparazione r mi incantare perché l'eleganza è la tua caratteristica ...I colori dei tuoi Macaron sono meravigliosi e le farce....Proverò sicuramente la gelee...complimenti..Sono incantata....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Lucia, sono felice che ti piacciano. Non posso dire di non essermi impegnata :D, e ho ancora una mezza giornata per sistemare la cucina come si deve prima che arrivi il coniuge ghghghggh.
      Ti ringrazio di cuore per queste belle parole. Un fortissimo abbraccio mia cara.

      Elimina
  8. Chi l'ha dura (la capoccia) la vince. Bravo! con l'accento sulla o come dicono i francesi perché sì, questa è una robina chic, molto frrrrrranscese, oui!!
    Ps: a proposito di fuori di melone ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tanto ma tanto fuori, eh già.
      Grazie cara, anche tu del club dei capocciduri eh? Un bel bacione pazzerella.

      Elimina
  9. Sono stupendi, colori bellissimi e farce favolose, tutto splendidamente accostato, più che ostinazione parlerei di determinazione che ha dato ottimi risultati :-)
    Anch'io ho avuto problemi col forno, ma assodato che è da riparare, mi sono fermata al secondo decoroso tentativo ... ma poi li rifaccio :-)
    Buona serata

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sui colori, quello posso dire di essere molto felice, visto che erano quelli che volevo ottenere, ma se hai notato dalle foto, sono riuscita a sbagliare una volta anche lì :D
      In ogni caso siamo tutte pronte a riarmarci di sac a poche, mi sembra di capire.
      Un bacione carissima.

      Elimina
  10. Ma alla fine hai capito dov'era l'errore? Realmente solo botta di culo? Temo il mio terzo tentativo! L'hai scampata...e la prossima che si lamenta del disosso la infilzo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, Cristiana. Non ho capito completamente perché anche il terzo tentativo non è stato perfettamente riuscito, soprattutto dal versante della cottura. E siccome sono venuti alti, ho capito che l'impasto era un po' troppo denso, non so se a causa di una meringa italiana troppo dura o di un macaronage fatto male (sono stata lì ad impastare a lungo ma non cedeva...rabbia). Quindi per me l'incognita resta ed avrà bisogno di un ulteriore prova con maggiore attenzione scientifica, perché adesso volevo solo arrivare in fondo!
      E comunque, chi si lamenta del disosso, è un ragazzo! ahahahaha
      Un abbraccione gigante (i macaron li vorrei fare insieme a te, sai le risate?)

      Elimina
  11. Guarda, la primissima volta che ho preparato i macarons, dopo quel rocambolesco corso a Milano, sono riusciti al terzo e dico terzo tentativo. Questa volta, si, al terzo tentativo.
    Ergo, i macarons hanno una forma di intelligenza artificiale che ci obbliga a cuocerli tre volte, prima del risultato quanto meno corretto.
    I tuoi sono davvero belli, alti come li volevo io, ben farciti.
    E si, primo o terzo non conta, l'importante è un risultato del genere!
    Un abbraccio, Lidia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ahahahahahahaha...ma sai che forse hai ragione? Io dico che invece necessitano di altri numerosi tentativi, perché sono davvero tanto tecnici ed ormai abbiamo percorso una strada e non si torna indietro. Anzi, perché siamo forti, li rifaremo.
      Un abbraccione gigante cara Lidia.

      Elimina
  12. Se non fosse che lo hai capito perfettamente che sbagliando si impara, e se non fosse che ora sai anche come deve essere il tuo forno quando fai i macaron..beh dai aggiungiamoci che ti sei davvero impegnata ....verrei lì...ma non a picchiarti eh, ma obbligarti a rifare ste meraviglie (alti, hamburger, a che dici???) sotto stress con me che ti chiedo: sono pronti?? sono pronti??? Bellissimi colori, favolose farce....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, si, il forno a questo punto l'ho capito abbastanza bene. Ma il resto ce ne vuole. Hai visto la perfezione dei tuoi? Ecco, io vorrei riuscire a farli così. E poi io ti aspetto, però per farli insieme promesso?
      Ti abbraccio forte forte forte cara Flavia.

      Elimina
  13. Veramente splendidi e soprattutto bellissimi, con dei colori favolosi non come i miei che fanno pena
    Buonissime le farce è complimenti per la tenacia ed è proprio vero che provando e riprovando si affina la tecnica soprattutto con la pasticceria
    Bravissima come sempre

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Manu sei gentilissima. Alla fine i colori sono la cosa che mi da maggiore soddisfazione.
      E la pasticceria, mio amore di sempre, con questa prova mi sta dicendo che non è una ragazza facile. E noi continueremo a corteggiarla.
      Un abbraccione

      Elimina
  14. Eh, Parigi e la Belle époque non potevano proprio mancare, cara mia. Nemmeno il profumo di fiori e l'eleganza di un riferimento musicale che permea tutto il post, e che riequilibra il concerto di bestemmie che sicuramente avrà contraddistinto l'estenuante ricerca del macaron perfetto!
    Però direi che "buona la terza" si adatta perfettamente.. mi piacciono da morire i tuoi macaron romantici nel gusto e nel colore, semplicemente incantevoli.
    Un abbraccio, mia cara (e questa volta sì, ho proprio riso sotto i baffi :P )

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tu hai la capacità di sintetizzare in poche righe, il delirio di tre giorni, con particolare riferimento alla selezione creativa di vaffa generata ad ogni debacle.
      Potremmo anche sembrare delle temibili amazzoni, ma sotto sotto siamo dei donnini romantici.
      Baci giganti cara Giulia.

      Elimina
  15. Ma davvero separate alla nascita! 😁😁😁
    Per i gusti, per le difficoltà incontrate e non ultimo per la tigna!! Splendido il richiamo alla Parigi della Belle Epoque, rende tutto più romantico e affascinante. E ti confesso che a me è rimasta la voglia di rifare i macaron. Magari tra qualche giorno, però ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche a me. Però prima mi riprendo eh.
      #intignavirtus
      Ti abbraccio forte piccola Alice <3

      Elimina
  16. Non vedevo l'ora di finire i miei per venire a leggere un po' di meraviglie. Inizio da qui, quasi alle 2 di notte, x farmi accompagnare in un ballo elegante di inizio 900. Chi non avrebbe vissuto volentieri quegli anni di raffinata libertà? Ti ci sono voluti 3 tentativi x creare una coloratissima e profumatissima esplosione di gusto. Io vi amo, te e i macaron.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahhh la Belle Epoque...vorrei essere dentro un quadro di Toulouse Lautrec, in quella follia colorata per spiare di nascosto la vita di quei giorni.
      Ce l'ho messa tutta: nella testa avevo esattamente l'immagine di come dovessero essere, ma sono usciti come volevano loro. Solo nei colori ho centrato l'obbiettivo.
      Sarà per la prossima volta. Grazie tesoro bello. Passo a leggerti presto.

      Elimina
  17. Te lo devo dire che i miei primi macaron erano identici ai tuoi e che il problema era la cottura a 180 gradi, nel mio forno? Adesso son qui di fronte al forno nuovo, che non ho il coraggio...
    E comunque: ennesima prova superba, per risultato, abbinamenti, eleganza, golosita', originalita' e tutto quello di bello e di buono che ti viene in mente. Adoro anche i colori, questa volta- e le forme tonde, a casa mia, son sempre un plus :)
    Bravissima!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ahahaah. Grazie Ale, ci voleva l'MTC per darmi la spinta a rompere la soggezione nei confronti di questa ricetta. Adesso, dopo le spiegazioni di Ilaria, ci riproverò con maggiore serenità. Magari diventerò anche brava....
      Ti abbraccio forte. Voglio vedere i tuoi però!

      Elimina
  18. Sono meravigliosi Patty ! E sono felicissima per la loro sofferta riuscirà perché ho partecipato alla preparazione mentale...sei una leonessa . I miei primi n assoluto erano come i tuoi..spaccati. Ma ho aspettato questa gara per rifarli, altro che una giornata !!
    Bravissima !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tu sai tutto. Perché hai vissuto l'agonia della prima debacle. Alla secondo non ho avuto il coraggio di sfogarmi con te per paura di essere presa per scema. Alla terza, sono venuti quasi per miracolo. Ma tu, quando potrò leggere i tuoi che li aspetto da mo'?
      Un abbraccione cara la mia psyco coach personale.

      Elimina
    2. Domani sera...ho scritto i post ma sono bloccata inCalabria dal maltempo...si riparte domani 😊

      Elimina
  19. Visto che un po' l'ho vissuta insieme a te, non so davvero come ringraziarti per la tenacia che hai dimostrato. Nonostante non siano venuti bene ai primi due tentativi, hai tenuto duro e sei passata la terzo. Forse tu non sarai contenta, e posso capirlo perché siamo sempre molto esigenti con noi stesse, ma ti garantisco che non hanno nulla da invidiare a tanti preparati da nomi altisonanti della pasticceria. E poi, come dice Caris, c'è tutta una corrente che vuole i macaron più gonfi perciò vanno benissimo così. Il tema che hai scelto, ça va sans dire, è stupendo. Amo la Belle Époque, ci sarà un motivo se si chiama "belle" no?!? Amo i suoi colori, i tessuti, gli abiti, l'architettura, la musica, l'arte tutta e vogliamo parlare dei "passage couvert" di Parigi che ne sono l'emblema e la raffigurazione? Questi tuoi macaron sono perfetti per rappresentarla e io li adoro, davvero. La scelta della violetta, la mia preferita, è perfetta. Anche a me è capitato di assaggiare una cioccolata alla violetta e confermo che il sapore è superlativo. E quella gelatina di more affogata nel cremoso al cioccolato bianco e rosa, ah la rosa...insomma superlativa altroché!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Ilaria, lo ribadisco: senza la tua presenza incoraggiante questi macaron non sarebbero qui. Stamattina li ho portati in ufficio e soltanto dopo avere osservato gli occhi spalancati delle persone a cui li ho offerti, ho capito di avere prodotto qualcosa di buono. Adesso sicuramente riproverò con maggiore fiducia, lasciando spazio al vero divertimento, perché la tensione è passata. Ma credimi, solo grazie a te.
      Un gigantesco abbraccio, PAt

      Elimina
  20. viva Puccini, viva la Patty!
    il resto l'hanno già detto gli altri...
    un supermegaabbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Viva Puccini, che te lo dico affà!
      Un abbraccio grande anche a te tesorona.

      Elimina
  21. ome sempre sono una bestia e quindi la prima cosa che esce dal post è la mia preferenza...ecco la ho ed è per i macarons con cremoso bianco alla rosa e gelée di mora.
    Penso che con Pasqualina abbiate assestato un uno-due a tanti professionisti, si, non sono 'mbriaco o sotto psicofarmaci, nulla centra che ti voglio bene come persona, ancor di meno che abbiamo un bel rapporto diretto. Qui si tratta di essere oggettivi, di levarsi il cappello e di far chapeau.
    L'MTC è anche questo, si parte con un perimetro di bravura ma poi c'è sempre chi lo supera, marcando nuove linee di gusto e di padronanza della materia.
    Faccio fatica ad essere "esterno" con te (come altre anche....) ma è sotto gli occhi di tutti che qui c'è uno step oltre.
    I superlativi nemmeno li uso, i tvb nemmeno, solo un inchino alla tua perenne umiltà partecipativa....salvo poi prenderci a schiaffi tutti con la tua bravura.
    PS
    Dichiariamo guerra in pasticceria ai franzosi...dai dai....:D...umiliamo i cugini sul (loro) campo :P hehheheheeheheh

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Mario, le tue parole mi scaldano il cuore ma contemporaneamente mi imbarazzano. La tua preferenza è stata di molti in ufficio, probabilmente perché è una super farcia, ed inevitabilmente quella gelée sorprende da dietro il cremoso.
      Se posso dirla tutta, ho trovato questa sfida di una difficoltà estrema. Non tanto nel cercare degli abbinamenti con farce e affini (potrei farti una lista infinita di idee che mi sono arrivate nel frattempo), ma dal punto di vista tecnico, perché in questo microscopico dolcetto, ci sono cattedrali gotiche di preparazioni di cui vorrei tanto essere padrona.
      E non puoi neanche avvicinarmi a quelle meraviglie prodotte da Pasqualina ( che se tu ancora non sapessi, non è una persona vera, è un avatar di qualche pasticciere d'oltralpe, un ologramma inarrivabile), perché io devo ancora cominciare.
      Ma sulla guerra ai franzosi, sul loro stesso campo, penso che vinceremmo noi, perché di fantasia e allegria ne abbiamo da vendere.
      Ti abbraccio forte Marione e ti aspetto a Siena, mi raccomando (ma quella volta non ti faccio avere dei macaron...piuttosto un bel piatto di pici!).

      Elimina
    2. Se sorridi mi va bene anche il panino al Mc :)

      Elimina
  22. Cara Patti, anche io ho cannato la prima prova ma me lo sentivo quasi quando ho visto come veniva fuori il composto dopo il macaronage, troppo denso, non mi piaceva, non era quello giusto secondo me. E difatti in cottura si sono rotti e altre schifezza del genere. Idem la cottura a 180 non va bene per il mio forno, ho abbassato pure io a 160 per i primi minuti poi a 130/140 per il tempo restante, avevo troppa paura che si crepassero di nuovo!
    Buona la seconda, stremata ma felice ed abbastanza soddisfatta. Pure io avevo già in mente i ripieni, la difficoltà è stata nella tecnica dei gusci.
    I tuoi sono bellissimi secondo me, e con abbinamenti di gusto deliziosi.
    Sempre grande, anche nelle avversità!
    Un bacione!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è per niente facile. Per niente. Anche perché quello che a me aiuta più di tutto è guardare dal vivo. I video sono utili ma vedere lavorare qualcuno di fronte a te vale più di mille libri di teoria. Quindi questa prova è stata come buttarsi nel buio e senza paracadute.
      L'importante è non lasciarsi abbattere. Chi la dura la vince cara Francy. Grazie per le tue parole. Bacione.

      Elimina
  23. Pat, io non ci ho ancora provato, mai nemmeno una volta e se non mi dò una mossa salto anche stavolta il giro (non me lo posso permettere sigh)... quindi, a parte i fallimenti, che ci possono anche stare (dato il livello di tecnica richiesto) devo dire che i tuoi abbinamenti sono nel mio mood preferito: i colori e i sapori (profumi per meglio dire), tutto è molto simile a quanto avrei in mente io-per-me.
    Ma per ora mi accontento di guardare i tuoi. E mi sa che li farò liscissimi semplici al minimo per non rischiare di topparli, perché per rifarli tre volte ahimé non avrò tempo!
    Un bacio enorme, sei grande Patty!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Provaci provaci provaci assolutamente. Cerca di esserci, anche solo per dire che ci hai provato.
      Ti aspetto mi raccomando!

      Elimina
  24. Ma lo sai che avendo avuto un'anteprima ogni tanto pensavo: chissà a che punto sarà con i suoi pasticcini?
    Brava per la costanza e per la riuscita. Però mai avrei detto che ti avrebbero fatto penare così. La stanchezza in cucina gioca brutti scherzi. Sui profumi ci siamo dette. Continuo a essere curiosissima di quello alla rosa. La farcia doppia è una vera sorpresa!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, sono delle spine nel fianco, ma una volta che ti vengono, vorresti rifarli da capo tanta è la soddisfazione e la gioia.
      Quelli con la gelatina di mora hanno fatto il fumo, i preferiti di mia figlia e degli animi romantici E poi al morso sono incredibilmente voluttuosi.
      Quelli viola sono piaciuti moltissimo agli uomini. Ma l'amaro si sa, vuole degli intenditori.
      Mi piacerebbe offrirtene.
      Un fortissimo abbraccio

      Elimina
    2. Mia cara, puoi dubitare di quanto a me piacerebbe assaggiarli? Violetta compresa, perché come puoi immaginare il cioccolato amaro e profumato non mi spaventa anzi lo trovo follemente sofisticato. E poi la foto con loro in primo piano è bellissima. La rosa, per me, in cucina è avvolta da un'aura magica dovuta al suo uso nei piatti esotici mediorientali che adoro - anche lì lo zucchero, ehm... poi un tempo mangiavo della marmellata di petali con i petali veri dentro, oggi introvabile, che non ho mai dimenticato. Bulgara. Forse l'unica cosa buona, con lo yogurt dello stesso paese, sparite insieme al muro di Berlino.
      Quindi l'idea della rosa m'incanta!

      Elimina
  25. Si, ok. Confermo che i primi tentativi non ti sono venuti benissimo.
    Grazie per la documentazione fotografica perchè nessuno ti avrebbe creduto!
    Poi però, secondo me ti sono venuti bellissimi e belli rotondi e cicciotti, come invece non sono i miei...tanto per dire
    anche gli abbinamenti fioriti, gli inserti di gelatine e il cioccolato, sono un'idea a cui non avrei mai pensato ma che mi incuriosisce molto.
    Ma te n'è avanzato qualcuno o alle fine te li hanno fatti fuori tutti?

    RispondiElimina
  26. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  27. Patty per me era la prima volta con i macarons, ma i tuoi macarons, a parte quelli che poverini si sono crepati forse per il calore del forno, mi sembrano perfetti. Sono bellissimi, colorati, delicati e la farciture super golose ed invitanti. Cremoso bianco alle rose e gelee alle more vorrei tanto assaggiarle. Me le sono appuntate perchè meritano davvero, molto originali, e prima poi in qualche torta o dolce proverò. Ad ogni modo tu sei sempre strepitosa e questi macarons ne sono la prova, davvero per me sono magnifici!

    RispondiElimina
  28. Patty per me la vincitrice indiscussa di questa sfida sei tu! Hai fatto dei macaron perfetti, se non avessi messo le foto degli insuccessi non ti avrei creduto, e la spettacolarità dei tuoi ripieni non ha eguali! Sarebbero da assaggiare entrambi! Magnicifi, non aggiungo altro...

    RispondiElimina
  29. Ohhhh la violetta....che ricordi ho delle caramelline di questo gusto...
    Mi pare di sentire il profumo inebriante di questi scrigni di dolcezza!
    Ottima interpretazione del tema cara Patty <3
    In bocca al lupo per la sfoda!
    Bacissimi

    RispondiElimina
  30. Non trovo più il mio commento. A parte i complimenti per la tenacia, la professionalità, l'eleganza, ecc. mi piacciono da morire !

    RispondiElimina
  31. ciao, ieri prima (tragica) esperienza e dalla rabbia mi sono mangiata quasi tutti i piccoli mostri. Poi ho visto la tua foto dei primi insuccessi, ti ho letto e ho detto 'vedi che non sono sola?' Stavolta do la colpa al forno, tra qualche settimana ci riprovo e ti faccio sapere. Comunque grazie per la tua simpatia e per condividere con il popolo del web cotanta bellezza. Patrizia (anch'io!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma lo sai che io a suo tempo, ero così arrabbiata che li ho fatti volare tutti nella rumenta? A pensarci adesso, li mangerei anche spatasciati, per quanto mi piacciono. Mai lasciarsi abbattere. Un forte abbraccio cara Patrizia.

      Elimina

Ciao! Grazie per esserti fermato nel mio angolino. Se ti va, lascia un pensiero, un commento, una critica. Ti risponderò con piacere. La tua opinione è importante.
Ti ricordo che se commenti con un account registrato ACCONSENTI a pubblicare il link al tuo profilo tra i commenti. Prima di commentare consulta la PRIVACY POLICY per ulteriori informazioni.