lunedì 29 ottobre 2012

E dopo il Salone del Gusto, ma quanto danno fastidio 'sti foodblogger?


Torino. Salone del Gusto 2012. 
Cibo, tanto cibo in tutte le forme. Chilometri nelle gambe per annusare, assaggiare, ammirare prodotti da tutto il mondo senza mai stancarsi. 
Una folla oceanica di curiosi, appassionati, professionisti, golosi cronici. E nel mezzo dell'oceano, un'onda anomala di strani individui, armati di macchine fotografiche, block notes, sporte piene di qualsiasi cosa e sorriso stampato sulla faccia. Senza soluzione di continuità. 
Perché se metti un foodblogger in una stanza piena di cibo, quello prima ride, va in estasi e poi tira fuori la macchina fotografica. 
Torino. Salone del Gusto 2012: invasione di foodblogger. 
Questa è stata la mia prima esperienza di condivisione di un evento così grande ed importante con amici foodblogger, tanti. 
Il tutto fortemente voluto e realizzato con precisione millimetrica da Emidio Mansi, Mr Gente del Fud/Garofalo, che ci ha generosamente ospitato e dal suo fantastico staff sempre presente. 
Al di là dell'esperienza in sé, che mi ha lasciato tantissimo umanamente e di cui potrei parlare per i prossimi 20 post, i 3 giorni a Torino mi hanno spinto ad una riflessione, una sorta di sedimentazione di sensazioni e domande che mi giravano nella testa da un po'. 
L'effetto innesco è stato il convegno su Gastronomia 2.0 tenutosi nella sala blu del Lingotto all'interno del Salone, sabato 27 ottobre, qualche minuto prima che partissi. Ci sono andata con alcune care amiche e ho ascoltato con reale interesse. Tra i relatori, lo stesso Emidio Mansi, Marco Bolasco Direttore Editoriale di Slow Food, Anna Maria Pellegrino,La Cucina di QB in rappresentanza della categoria Food Blogger, la giornalista di Repubblica Licia Granello e Giuseppe Cavalcanti, responsabile del Canale Terra e Gusto Ansa.it. 
Non mi dilungo troppo sul contenuto del convegno perché alla fine ha girato esclusivamente intorno ad un concetto essenziale: la comunicazione sul cibo e gastronomia oggi passa dal web. 
Il problema principale è che per chi la comunicazione la fa di mestiere, la/il foodblogger è colui che fa disinformazione sul cibo nascondendosi dietro ad un mare di ricette. 
Eloquente è stato l'intervento di Licia Granello che, se pur ampiamente condivisibile, mi è sembrato un coup de theatre anche un tantinello demagogico. Ma io sono una foodblogger e un po' mi dispiace sentirmi dire che prima di parlare di ricette (" prendi un chilo di pomodori"? Che significa un chilo di pomodori? Da dove vengono? Chi li coltiva? e così via andare), bisogna sapere di cosa si parla, bisogna sapere con cosa è fatto un dado, bisogna conoscere chi produce una certa farina. Mi infastidisce un certo modo accalorato di rivolgersi alla platea come se si parlasse a bambini della prima elementare, alzando la voce e sfogando una frustrazione tutta personale: "Dobbiamo fare guerra all'ignoranza che gira intorno al cibo. Abbiamo il diritto di sapere come e dove un prodotto è fatto". Vero, condivisibilissimo...ma a chi fare guerra?
La rete oggi è un mare magnum di ricette e di voci spesso strampalate e superficiali. La "nebulosa" foodblogger, come la chiama la Stampa in un articolo di ieri 28 Ottobre, è effettivamente un fenomeno impressionante se si pensa che la stima del numero di blog sul cibo si aggira in Italia intorno ai 3500 (ma non si hanno dati certi). 
Quello che però non mi è chiaro è il perché la Sig.ra Granello e una buona parte del mondo della comunicazione di massa, siano così inveleniti contro i foodblogger
Tenendo presente che:
- I foodblogger non vogliono e non ambiscono ad essere giornalisti. Gli bastano quelli già presenti. 
- I foodblogger si aspettano di ricevere informazioni dettagliate ed approfondite sul food e gastronomia dalla stampa ufficiale e quando non le ricevono, se le cercano e trovano da soli. Anche dove si produce il pomodoro Siccagno. 
- I foodblogger amano il cibo, amano la cucina, amano condividere molto più che comunicare ed amano la libertà che offre loro la rete. Dietro la quale non si nascondono.
- I foodblogger sono liberi di dire quello che pensano perché nessuno li paga per questo. Se scrivono di un prodotto, nella maggior parte dei casi è perché il prodotto vale lo spot. Il foodblogger che si rivolge all'azienda è libero di fare quello che vuole se l'azienda risponde, così come l'azienda che si rivolge al foodblogger più sentirsi rispondere "no, grazie". 
- I foodblogger quando vanno al ristorante, pagano all'uscita. E se sono stati male, sono liberi di dire che fa schifo senza dover per forza piegarsi a 90° solo perché è un ristorante di grido. O perché sono pagati per questo. E questa è una gran bella soddisfazione. 
- I foodblogger sono persone. Nella maggior parte dei casi sono donne. Nella grande maggioranza dei casi sono donne istruite, laureate, libere professioniste, lavoratrici e madri di famiglia. Sono donne curiose, di grande spirito e sterminata passione. Sono donne con capacità di spesa. 
Il blog è spesso ragione di shopping da ogni punto di vista: dal cibo all'attrezzatura fotografica, all'oggettistica per il food styling e per la cucina. Per i viaggi che le portano a cercare quell'ingrediente strano e prezioso o a scoprire una cultura lontana principalmente attraverso quello che viene portato in tavola. Sono le donne che alimentano il blog e non viceversa. 
L'unico ritorno che queste donne hanno dal blog, è un volume di sincere amicizie e piccole soddisfazioni personali. Perché di denaro neanche a parlarne. E solo per questo, per essere l'unico settore sociologico che in questo periodo alimenta l'economia stagnante, dovrebbero essere rispettate e riverite! 
- I foodblogger non fanno paura a nessuno. Sono una nebulosa che scrive di ricette e di vite personali e a volte fa anche informazione. 
Ci mettono la faccia e non hanno ambizioni secondarie. 
Stia tranquilla Sig.ra Granello. 






106 commenti:

  1. Cara Patty, un bel ragionamento il tuo...e trattasi di verità...certo, il fenomeno dei foodblogger è scoppiato come una bomba e come sempre, quando si ragiona non più in 10 ma in 1000 allora sì che i primi 10 si sentono in difficoltà...manca un pò loro l'esclusività...visibilità...come se tutto dovesse diventare una "guerra fra i poveri" purtroppo...Santa presunzione della signora Granello...molta piccolezza anche...ma si capisce...i fenomeni "culturali" e "sociali" hanno sempre messo paura...
    p.s.io sempre un minuto in ritardo...
    un salutone, Marina

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  2. Condivido su tutta la linea e le food blogger sono anche quelle che fanno informazione sui cibi, su come farli e si mettono in discussione (non tutte, ma la maggior parte sì) e fanno comunque cultura sul cibo... Perché non si scaglia contro chi non fa cultura del cibo e del buon cibo, ma inneggia al pronto, subito e senza sapere ciò che si mangia e pure ci fa milioni?
    Sei grande e quello che hai detto è ben detto! :*

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  3. Questo tuo post meriterebbe il Pulitzer! Me lo stampo e lo faccio leggere a chiunque mi chiede:
    Hai un blog di cucina? E quanto guadagni??
    Il tutto detto con il naso storto e aria di sufficienza. A chi non capisce che non vogliamo insegnare nulla ma solo condividere informazioni ed abitudini, il più delle volte famigliari, con altre famiglie... e la cultura e le tradizioni si sono sempre tramandate per passa-parola.... la nostra è scritta: embè?!
    Ci mettiamo le facce, le nostre tavole, i nostri pensieri e pure le nostre famiglie.
    Alcuni di noi ne fan diventare un lavoro? Sono sinceramente contenta per chi fa di una passione il proprio lavoro... :-) è ciò che auguro a tutti i giovani. Chi lavora con passione guadagna anni di vita.
    Ergo: viva il mondo delle passioni, del buon cibo, ... dei foodblogger... anche quelli scarsi come me! :-)
    Nora

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  4. Tesoro, ho saputo di questo dibattito dalla Robi (Il senso gusto) e avendo letto qualcosa qua e là ora mi prudono parecchio le dita: ciò che mi frena dallo scrivere un post è solo il fatto che non ho assistito direttamente all'incontro (ma non è detto che mi freni del tutto eh :P). Hai detto tutto ciò che penso anche io, senza contare che hanno toccato dei punti che possono valere per ogni argomento affrontato sul web: lo strumento internet, in quanto libero, è vario all'inverosimile e sta al lettore saper scindere tra la porcheria e le giuste informazioni. Ci saranno anche blogger che non sanno quello che scrivono, ma a parte che il blog è un diario che non ha vincoli editoriali (e per fortuna direi!) e quindi ognuno è libero di scrivere ciò che vuole, ma poi sta a me che cerco la ricetta saper individuare la corretta informazione in mezzo al mare di blog...
    Cara signora Granello, davvero è convinta che delle blogger appassionate di cibo (e molto spesso alla ricerca del prodotto di altissima qualità) facciano cattiva informazione, più di una Benedetta Parodi in tv?
    Un bacio Pat, mi dispiace non averti incontrata di persona :*

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  5. brava Patty!
    non ho seguito il dibattito non essendo sabato al salone ma condivido in pieno il tuo pensiero!
    lo facciamo per passione e amore del buon cibo ma spesso e volentieri questo non viene "capito"!
    un bacio

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  6. non è che per caso facciamo un po paura? siamo davvero in molti ormai ...conoscere è capire quindi saper valutare e magari capire chi merita e chi no...condivido appieno tutto ciò che hai scritto brava!!!la mia passione per la cucina forse è nata com me perchè sin da piccola amavo stare con le mie nonne in cucina gurdarle cucinare mi rendeva felice!!!!ho trasmesso questa passsione anche alle mie figlie e ne sono orgoglosa e condividere con altri questo mio amore mi rende felice quindi viva tutti i foodblogger!!!!!!

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  7. uh uh uh!!! non ho capito scusami cara Pat? il senso ultimo di questo intervento della sig. Granello sarebbe che la 'nebulosa food-blogger' fa cattiva informazione??? noooo...non mi dire??? prudono le mani anche a me come Elisa e siccome nemmeno io ero presente, faccio mie le tue considerazioni, consigliando alla sig. Granello di fare un 'giro' nel sito di Gente del Fud, perchè con queste affermazioni dimostra di non conoscere affatto il fenomeno, di leggersi tutte le raccolte dell'MTChallenge e i relativi dibattiti e approfondimenti dei vari bloggers che vi partecipano...grazie a voi, colleghi foodblogger ho conosciuto una parte d'Italia attraverso prodotti, preparazioni culinarie, che ignoravo...ammiro enormemente chi riesce a fare di questa passione un lavoro, io lo sogno solo, non ho i numeri per provarci. Credo fortemente anche io che questa categoria contribuisca a smuovere un'economia che ci descrivono stagnante e fenomeni come la partecipazione di 150 food bloggers che si sono mossi da tutta Italia per il Salone del Gusto di Torino, lo dimostra ampiamente...perciò merita rispetto e considerazione...tutto ciò Garofalo lo ha capito ... rifletta su questo sig, Granello...

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  8. Prima di commentare ho letto e riletto più volte il post. Non capivo e non capisco ancora, alla terza lettura, l'accanimento contro il 'fenomeno' delle foodblogger e non invece contro chi in maniera ufficiale e autorizzata entra nelle case degli italiani attraverso la televisione, propinando consigli a volte molto discutibili 'prendi i funghi surgelati.... aggiungi il dado....ecc..'. Invece noi che magari spieghiamo come pulire i funghi freschi e ad usarli nel migliore dei modi, o diamo indicazioni su come preparare un dado fatto in casa, noi no, noi vendiamo sciocchezze non professionali.
    Lo spazio del blog è AUTOgestito e in quanto tale uno spazio LIBERO dove poter dire la propria.
    Se anche la Parodi curasse un blog, solo allora accetterei il consiglio sul dado comprato, perchè libera interpretazione di un gusto personale, ma in tv no.
    ti ringrazio per questo bellissimo post e per la posizione chiarissima che hai assunto.
    Condivido su fb e spero che si sparga la voce nella 'blogosfera'.
    un abbraccio
    Anna

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  9. Mi piace quello che hai scritto tu e quello che ha scritto Elisa che mi ha preceduto.
    Per quanto mi riguarda, posso assicurare la Sig.ra Granello che, pur non scrivendolo sul blog, uso prodotti di ottima qualità che vado a cercarmi dai piccoli produttori, possibilmente biologici e a km O e non mi faccio comprare né da un invito a pranzo né da una fornitura di prodotti.
    Oggi, per esempio, ho usato la zucca, per l'esattezza la zucca barucca ma non ritengo di doverlo precisare e di dover fare divulgazione scientifica sulle cucurbitacee a margine delle ricette. Se questo, secondo la suddetta signora, sminuisce il mio blog, permettimi di metterci un bel chissenefrega.

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  10. Brava Patty, tutte cose che penso anche io. Poi, come dici tu, chi lo dice che siamo stupide e non ci informiamo su cosa consumiamo? Avrei proprio voluto sentirla questa relatrice preoccupata..

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  11. 'azz...senza peli sulla lingua eh?! oh brava la mia senese!
    attenzione però che purtroppo, come ben sai, ci sono foodbloggers ridicoli che si atteggiano e scatenano queste reazioni da parte dei professionisti, come sempre, il buon senso insegna di non fare di tutta un'erba un fascio, comunque bene, facciamo paura? hihihihi....

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  12. in effetti mi sento offesa! io non c'ero ma se ci fossi stata mi sarei sentita insultata. Noi foodblogger non sappiamo magari che il tal prodotto che cuciniamo due volte al giorno è stato fatto, prodotto, allevato in tot posto ma sappiamo benissimo se è di qualità e soprattutto come cucinarlo. A volte per delle ricette facciamo ricerche su ricerche e prove su prove come dici tu aggratis! Spesso per i prodotti locali sappiamo meglio della suddetta signora da dove vengano ...mi sa di frustrazione...forse non sa cucinare? ;-)
    mi sei strapiaciuta!

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  13. c'è food blogger e food blogger.
    e c'è giornalista e giornalista.
    ma di patty, ce n'è una sola :-)

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  14. Concordo assolutamente con quello che hai scritto!
    Non mi sembra di fare assolutamente disinformazione, anzi ... tramite il blog raccontiamo e parliamo anche delle nostre tradizioni culinarie, e poi sta signora, un giro nel nostro portale,di gente del Fud se lo è mai fatto?
    Che fastidio diamo, perchè forse a noi, non ci paga nessuno, e nel nostro spazio, grazie a Dio, siamo ancora liberi di scrivere quello che pensiamo, e vogliamo, senza vincoli di sorta?
    Mi spiace solo di non essere stata presente... causa eseguire una ricetta in diretta presso lo stand Garofalo, usando degli ingredienti della montagna pistoiese, che in pochi conoscono, e la mia collega di fornello, ha portato addirittura delle olive dalla sua terra, la Puglia, sconosciute alla maggior parte dei presenti... la varietà mela! Ma forse la signora, Granello... certamente le conosce!
    Tanto per far capire, che tanto ignoranti...poi, non siamo!
    Bravissima Patty, condivido il tuo post

    Aurelia

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  15. Pat, potrei dire tante cose a commento, ma il mio pensiero si può definire "il nostro" pensiero condiviso. E dato che "io c'ero", posso solo concordare e sostenerti in ogni riga. Meglio anzi... "sostenerti a vita" ahahah!
    Se le foodblogger danno fastidio, un motivo ci sarà pure, no? ;)

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  16. Cara Patty, un post appassionato, sincero, realistico e ben scritto.. vale più di mille ricette.
    Permette di comprendere, per chi ha orecchie per 'ascoltare' e occhi per 'guardare' quello che siamo... persone curiose che hanno una passione e cercano di condividerla..
    Niente di male, forse questo mondo non è abituato a tanta sana vitalità.
    Grazie!
    Laura

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  17. Pat stracondivido... noi AMIAMO il cibo e non mettiamo sulle nostre tavole/post cibo spazzatura, mi pare! Fra l'altro da non dimenticare che collaboriamo,la maggior parte di noi, con Gente del Fud, che ha messo su un enciclopedia sul web, meravigliosa, su tantissimi prodotti Italiani e ricercati... ma è lo spirito che è importante, come dici tu, non miriamo a diventare nessuno! Peccato non esserci potuta venire al Salone, avrei voluto incontrare molte di voi! un abbraccio!

    Vevi :)

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  18. Mi sei piaciuta, e condivido in pieno.
    amarituda di http://solopergusto.myblog.it

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  19. Io davvero queste polemiche non riesco proprio a capirle: fanno paura i foodblogger???... che si limitano a "chiacchierare" online con una manciata di lettori affezionati, a condividere ricette ed esperimenti ed impressioni personali, e a nessuno disturba il fenomeno Parodi, che disinforma, tratta il cibo con superficialità, promuove ricette chiamate "ciccionate", il tutto rivolgendosi a una platea enorme… Grazie Patty per aver sollevato la questione e aver raccontato le tue impressioni sull'evento. Smack

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  20. ottimo post...sono dalla tua parte!
    un bacio

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  21. Per la serie "Chi ha paura del lupo mannaro"? Bah, come si fa a dire certe cose?!

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  22. ma cosa mi sono persa! :P
    Posso sdrammatizzare?? Ormai mi conosci e si, mi spiace sentire tutto questo, ma io credo che abbiano semplicemnte paura.
    Paura perchè non essendo pagate per fare quello che facciamo non siamo controllabili, gestibili da qualcosa di più grande.
    Noi, usciamo dal sitema!
    A noi non spingono i soldi ma la passione, il cibo è parte della nostra vita e la condivisione è nella natura del cibo quindi come impedirci di farlo?
    Le tavole sono per natura, fatte per accogliere più persone, per chiaccherare, ridere, scherzare e scambiarsi opinioni.
    La tavola, il pranzo, la cena, il tavolino del bar, ma anche il gradino delle scale della scuola, la panchina del parco, ogni luogo dove è possibile mangiare un morso è un luogo di scambio e condivisione.
    Oggi purtroppo o perfortuna la realtà non è più locale ma globale e internet è il nuovo tavolo, la nostra nuova panchina, un nuovo mezzo per conoscersi, informarsi, scambiarsi le idee.
    NOi blogger giochiamo leali con le regole di internet. Siamo sincere e questo fa paura.
    Ma personalmente non mi importa di che dice la gente, prima o poi, anche il più scettico e il più ignorante capirà chi siamo e cosa facciamo... e allora riusciranno ad apprezzare. E forse, non avranno più paura di noi.
    Un bacio carissima, ti voglio bene.
    B.

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  23. Cara Patty, mi incuriosisce sapere la reazione della platea a simili affermazioni, nessun pomodoro volante?' Uovo? Piattino acquistato proprio per poterlo lanciare su chi dice tali str...stupidaggini?
    E' molto più semplice demonizzare che cercare di capire un fenomeno, come sempre non si può generalizzare nè in un caso, nè nell'altro.
    Ci saranno pessimi blog, così come ci sono pessimi ristoranti, pessimi, professionisti, pessimi politici, ecc...perchè sparare solo sulle foodblogger?

    Concordo e sottoscrivo ogni parola!
    Un abbraccio

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  24. be' è arrivata anche nel settore food la polemica violentissima che sta scuotendo il settore fashion. per me è un po' difficile commentare anche perché starei in mezzo - sono una giornalista e ho un blog, ma non di food - però appunto perché sto in mezzo tendo a dare ragione un po' qua e un po' là.
    i giornalisti sono ancorati a logiche antiche, carta, articolo scritto con calma che se va bene leggi il giorno dopo, logiche di redazione molto rigide, gerarchie a cui rendere conto, difficoltà a capire che oggi la notizia è "cotta e mangiata". e che su FB ho in diretta tutto il consiglio comunali sulle dimissioni del sindaco molto difficilmente comprerò il quotidiano locale che mi racconta la stessa cosa 24 ore dopo.
    il web sta scardinando abitudini, consuetudini e una intera categoria.
    nel fashion hanno gridato allo scandalo perché nelle prime file delle sfilate ora siedono le fashion blogger.
    ma qui viene il punto. c'è modo e modo.
    ora io che non sono una lettrice di moda adoro il blog di Garance Doré. ben scritto, ben fatto, arguto, intelligente. come molti altri. poi ci sono quelli che è meglio dimenticare. compresi gli errori di ortografia, la sintassi incerta e l'evidenza che a Natale si devono far regalare il dizionario dei sinonimi e dei contrari.
    Idem per il food - che leggo con passione pur cucinando pochissimo - ci sono blog meravigliosi, eleganti, semplici, casalinghi, professionali. poi altri che si insomma, lasciamo perdere.
    questo perché il web è libero e la libertà porta anche a questo. una soluzione? non ce l'ho. certo la discussione si sta espandendo e andranno chiariti certi aspetti.
    perché si è vero il blogger teoricamente non è un giornalista, ma il blogger comunica, veicola informazioni e notizie, esattamente come il giornalista. qualche volta lo fa meglio del giornalista, qualche volta no. con la differenza che il giornalista conosce questa professione, il blogger spesso no. con tutti i rischi e i problemi del caso.
    ecco il mio pensiero e mi scuso per il lenzuolo.
    :-)
    MarinaM

    ps il mio blog è www,altezzareale.com questo che appare con la registrazione di google è solo un esperimento fatto insieme ad un'amica, ma non sono assolutamente una foodblogger.

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  25. finalmente tanta schiettezza, mi dispiace non essere venuta al dibattito ho poi seguito Emidio nello spazio Garofalo quando appunto parlava di piccola 'divergenza' in conferenza a tale proposito e l'ho condiviso in pieno, mi ritrovo perfettamente in quello che tu scrivi e...secondo me facciamo "paura" a qualcuno per le nostra verità sul cibo, sull'alimentazione giornaliera nelle nostre famiglie, sulla capacità che abbiamo di condividerci e sul fatto che il nostro é uno spazio libero e raccontiamo la nostra sana quotidianità.
    Ti abbraccio e aggiungo che sono stata felisissima di conoscerti!

    http://www.myviadellerose.wordpress.com

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  26. @MarinaM posso? Il giornalista conosce la professione e il blogger spesso no, perché il giornalismo è una professione e il blogging non lo è. Secondo me è qui che sta la differenza.
    Inoltre se facciamo queste polemiche, il problema si potrebbe estendere a ben altre informazioni che si trovano in rete: wikipedia vs enciclopedie, forum sulla salute vs medici, ecc. O si cambia il modo di pubblicare su internet, controllandolo, vincolandolo (e spero proprio che questo non accada mai perché si snaturerebbe il concetto di opensource) o lo si accetta per quello che è, educando le persone a farne un utilizzo ponderato e consapevole, insegnando a far attenzione e a scindere tra le informazioni corrette e quelle scorrette.

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  27. .......ho letto e mi sono unita a TE...Grazie per tanta informazione....un abbraccio!!!

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  28. Bravissima!!! Condivido ogni parola.... Noi non siamo pagate, quindi siamo LIBERE....di fare, provare, scrivere, dire.....e questo sicuramente a qualcuno da molto fastidio!

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  29. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  30. Condivido pienamente tutto quello che scrivi mia cara!!

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  31. Grandissima Patty!!! Io non c‘ero, il discorso non l‘ho sentito, faccio parte di questo mondo da poco, ancora non capisco molte cose ma un‘idea penso di essermela fatta. Io credo che questo mondo dei foodblog faccia paura a molti del mestiere semplicemente perché ingestibile e incontrollabile. Chi si è costruito una professione in questo campo forse vede con sospetto persone, come giustamente le chiami tu, che sono semplicemente animate dalla passione e non, come sempre più spesso succede, dal vil denaro. Baci. Mari

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  32. @ Elisa mi sembra che il blogging stia in alcuni casi diventando una professione. i blog sono nati come diario personale e sono diventati anche un canale di informazioni, quindi il blogger è anche giornalista? inoltre se il blogger non è un giornalista come mai gode - spesso e volentieri - degli accredi stampa, degli inviti ai press day e via discorrendo?
    ci vorrebbe serenità nell'affrontare la discussione, ci vorrebbe anche chiarezza che nessuno ha voglia di fare.

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  33. Spero tanto che la signora Granello legga il tuo post ( hai dato voce a tutte noi e di questo ti ringrazio di cuore).

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  34. Brava Patty. io non sono una foodblogger, ma il tuo discorso non fa una grinza, anzi neanche una piegolina!

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  35. @MarinaM sì è vero ci sono blogger che stanno cercando di farne una professione, ma sull'enorme quantità di cui si parlava in questo intervento quanti saranno questi aspiranti pseudo-giornalisti? Io credo che dei 3500 blog stimati, la maggior parte si limiti al diario personale e quasi nessuno cerchi di aggiudicarsi accrediti stampa e cose simili. Ma poi qual è il problema di fondo? La cattiva informazione? E chi lo dice che sia cattiva? E se lo è rioeto ciò che ho detto prima: internet è così, basta saper scindere. O il problema è la paura che il blogger soffi posto e soldi al giornalista? Se è questo beh...personalmente credo sia impossibile, inoltre trovo veramente triste creare questa "guerra" tra due categorie che potrebbero convivere civilmente senza che l'una metta i piedi in testa all'altra.

    p.s. sto affrontando la discussione con serenità eh ;) non vorrei che attraverso un pc si percepisse rabbia o aggressività perché non ce n'è affatto ^^

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  36. Mamma mia che post amica mia!!!!! Condivido in pieno tutto quello che hai detto e sono orgogliosa di essere una blogger appassionata e libera di scrivere quello che voglio.... e se a qualcuno da fastidio, sono problemi suoi!!! Sono felice di averti abbracciata dal vivo e di aver conosciuto tante altre amiche che fino all' altro giorno erano solo amiche virtuali!!! Ti abbraccio!

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  37. Ti risparmio un commento chilometrico....grazie, sottoscrivo ogni parola.

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  38. Grazie per aver scritto, come tu solo sai fare, ciò che ogni foodblogger "per passione" avrebbe voluto esprimere, grazie!
    Un abbraccio

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  39. Mi ritengo una delle poche blogger senza un bannerino pubblicitario, una alla quale nessuna azienda ha proposto gite presso i loro siti, alla quale non hanno regalato mai un grammo di farina per fa qualche ricetta dicendo di averla usata...il mio umile,blog è davvero una agenda intima e personale condivisa con persone che hanno in comune con me passioni e gusti...approvo ogni virgola del tuo post più di chiunque altro...certo è ch anche il mondo delle food blogger non è proprio composto solo di ..." Sante " senza macchia :D !!!! Bacissimi

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  40. Pattyyyyyy, sei una omba! Il sindacato dei foodlogger, ecco cosa dobbiamo fare!!! Bravissima! Hai detto giusto! E poi, susa eh, ma nei libri di cucina costosi, con copertina rigida e tutto il redto, tipo c*cin* ital*an* (asterischi per non farmi denunciare!!!), non liene frega nulla della provenienza della farina e della natura dei poodori. E poi, se vuole cose così, vada a leggere i blog giusti!!!
    Brava tesoro!!!

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  41. Sono d'accordo al 100% con il tuo post, non voglio dilungarmi troppo anche perchè già tante persone prima di me hanno più o meno detto tutto quello che penso anch'io. Leggendo il tuo resoconto, traspare una certa superficialità e populismo nelle parole di questa giornalista, che con le sue accuse sulla mancata informazione riguardante la qualità e provenienza delle materie prime ha cercato di far leva su una paura comune a molte persone.

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  42. come sempre generalizzare non va bene, molte accuse sono veramente assurde, ma è vero che le cose stanno cambiando molto in fretta e adattarsi alle situazioni nuove non è facile, bel post interessante!

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  43. Ma che bello finalmente un po' di luce sul fenomeno dei food blogs in Italia. Il mio food blog nasce in UK e per quasi 1 anno mi sono RIFIUTATA di connettermi con la rete Italiana, perche'? Perche' avevo proprio paura di incontrare queste discussioni senza senso dell'Italia "intellettuale" che ancora pensa che il Bel Paese abbia un primato mondiale esclusivo di saggezza culinaria. Grazie Patty, ora che mi sono connessa con i blogs Italiani ho scoperto tante persone che scrivono e fotografano per passione senza l'arroganza della signora Granello. ritacooksitalian

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  44. Standing ovation!
    E ora che ti ho conosciuta di persona, sei anche meno nebulosa :-D
    Fabio

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  45. Mi unisco anche io al coro dei consensi qui sopra. Hai scritto in modo così chiaro e diretto ciò che una foodblogger è (o dovrebbe essere)insomma, hai difeso la categoria, a ragion veduta!
    Non posso che dirti grazie per le tue parole e speriamo che la Sig.ra Granello le capisca!
    bacioni!
    Francy

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  46. Grande Grande Grande.
    Incominciano ad avere paura, ma non si capisce di che cosa.
    Condivido appieno quello che hai scritto.
    A Presto

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  47. condivido le tue parole, la tua schiettezza e la tua libertà di pensiero...La differenza fondamentale è che noi condividiamo gratuitamente le nostre esperienze e loro vengono pagati per scrivere spesso cose che nemmeno pensano....Un abbraccio...

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  48. Cara Patty, concordo in pieno quanto hai scritto. Una food blogger scrive per passione, non certo per voglia di fama. In genere chi alza la voce ed attacca è una persona insicura. Problema suo. Un abbraccio.

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  49. Meraviglio articolo!!!!! Grande Patty .. mi domando "Hanno paura di noi???" ... Sarà così!!! noi lo facciamo con il cuore e senza stipendio, e a dirla tutta molteeeeee lo fanno anche meglio di chi ha studiato tanti anni...
    Bacioni LA
    http://www.profumodisicilia.net/

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  50. Sono d'accordo con te su tutta la linea!
    Forse un po' di fastidio lo diamo proprio perché siamo libere di esprimerci secondo il nostro pensiero! Ma probabilmente se facciamo un po' di paura è parlano di noi in un certo modo, è perché: "LA LINGUA BATTE DOVE IL DENTE DUOLE!"

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  51. Da foodblogger mi sento libera di cercare le informazioni ovunque. Su un foodblog, su una rivista specializzata, su un sito, in una fiera enogastronomica, al mercato sotto casa parlando con il fruttivendolo. Da foodblogger io non ho un capo sopra di me a cui dover rendere conto. Ma ho una coscienza (e tu lo sai quanto parla il mio grillino! :)). E ora che ci penso, anche una reputazione da mantere viva per poter portare avanti il proprio blog. E questo anche in ufficio è la spinta che mi permette di dare il meglio di me.
    Organizzo gite domenicali alla ricerca del piccolo produttore, mi spingo in zone che non conosco a chiacchierare con il contadino. Sono cresciuta in campagna, e ne sono tanto felice: facevo crescere i pulcini nelle scatole delle scarpe quando le chioccie morivano e davo il biberon ai coniglietti. Ma non ho una laurea in scienze delle comunicazioni, all'epoca ho optato per un'altra strada. Ma non per questo mi sento minacciata nel mio lavoro da qualcuno che arriva e si improvvisa. E allora, perchè questi Signori Giornalisti si sentono così minacciati? Loro in fondo hanno studiato per fare il loro mestiere, noi no. Noi studiamo alla sera, andando a scuola di cucina. Studiamo alla sera, andando ai corsi di fotografia. Studiamo anche nel weekend (pensa un pò!) andando in giro a scovare nuovi prodotti. Ne parliamo? Si ne parliamo. Sai una cosa? Talvolta, ne parliamo meglio di loro. Sto preparando anche io un post, e ti assicuro che svelerò che i Signori Giornalisti molte volte danno aria alla bocca. Quindi, se si sentono così superiori a noi (ed alcuni lo sono, e di gran lunga, ma non solo per la laurea che hanno in tasca, ma per la passione e dedizione con cui si dedicano al loro lavoro) non dovrebbero avere paura di noi. O mi sbaglio? Sono tutti liberi di scegliere il blog da cui attingere le informazioni. Sono tutti liberi di accendere il neuorone, e di SCEGLIERE. Perchè se ci sono blog spazzatura (e non mi sto riferendo a nessuno in particolare) ci sono sicuramente blog eccellenti (e anche in questo caso non mi riferisco a nessuno in particolare), con menti affidabili dietro allo schermo. Patty, ti adoro. un bacino, Sere

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  52. Mi sei piaciuta parecchio. Ti ho scritto un mega commento ma ripetevo gli stessi tuoi concetti ... cancellato. Siamo quello che siamo, faccia cuore e spese comprese!
    Brava

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  53. Patty, dalla mia piccola, nebulosa, infima realtà di "avente-blog" mi unisco alla tua ineccepibile arringa.
    Forse la Signora Giornalista in questione ha qualche scheletro nell'armadio che deve nascondere con questa sua "inquisizione" spietata nei confronti dei foodbloggers??
    Ma che stia tranquilla davvero; che faccia il suo, che dal canto loro i foodbloggers vanno avanti per la loro strada di condivisione anche senza i suoi sproloqui!!!

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  54. Io ero presente al convegno, io MI SONO ALZATA IN PIEDI IN DIFESA DELLE FOODBLOGGER (cito l'articolo su La Stampa "...e non sono mancati gli scambi di accuse: «Ci sono blogger - ha detto Emidio Mansi, direttore commerciale della Garofalo - che ci scrivono per chiederci un pacco di pasta promettendoci che ne parleranno». «Ma ci sono anche aziende - HA REPLICATO UNA FOODBLOGGER - che ti mandano i loro prodotti senza che tu glielo chieda proprio perché tu ne parli, facendogli indirettamente pubblicità».) La foodblogger anonima che si è alzata in piedi per controbattere le 'accuse' velate verso le FB, ero io. Ma l'intervento non si è limitato solo a quello riportato dal giornalista, ho anche precisato che le FB prima di essere FB sono delle consumatrici che a proprie spese mangiano, viaggiano, seguono corsi di cucina, acquistano materie prime e che non vogliono rubare il lavoro ai giornalisti. Che poi godono di accrediti stampa, questo è il mercato signori miei! Se Gente del Fud invita decine di FB al Salone un motivo ci sarà e non penso sia per beneficienza o simpatia. Quindi abbandoniamo ogni ipocrisia, non esiste la professione di FB ma per molti addetti del settore la FB è un efficace mezzo per divulgare informazioni.
    Grande Patty per la divulgazione.

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  55. Grande grande grande!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Questo sì che è parlare (anzi scrivere) chiaramente :)
    Fantastica Patty ^_^

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  56. faccio prima una considerazione per chi non era al convegno perche' su La Stampa hanno estratto un pezzettino del mio discorso. Stavo difendendo a spada tratto il mondo del food blogging dicendo che molti food blogger hanno competenze di gran lunga superiori di quelle dei "giornalisti", cosi' come ce ne sono altri che, come e' stato pubblicato, per un pacchetto di pasta parlano di te. Quello non bisogna mai dimenticare un punto che rende ogni blog unico nel bene e nel male. l'errore di chi parla del food blogging impropriamente e pensare che siano siti di ricette. il blog non racconta ricette, ma storie personali cui e' legato un piatto. questo da ad ogni storia una dignita' che e' quella della esperienza personale. quello che ritengo sbagliato da entrambi i punti di vista e' ergersi in posizione di giudizio. il giudizio deve restare in chi decide di leggere e seguire un giornale, un sito o un blog perche' a questo si sente affine. questo e' quello che non ho detto perche' mi sono incazzato ma e' quello che mi porta a vedere tutti dallo stesso punto di vista, poi scelgo io dove andare a leggere e dove cercare informazioni. il dove vado a farlo restera' un segreto segretissimo... ;-)

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  57. @Emidiomansi: giusta precisazione. Da come è stato scritto l'articolo sembra che GDF bacchetti le FB e la sottoscritta abbia criticato Emidio Mansi/GDF. Come già scritto nella pagina Facebook di Patty, ho voluto ringraziare pubblicamente il lavoro che sta portando avanti Garofalo con le FB, oltre al fatto che mentre affermavo che non solo le FB contattano le aziende per un pacco di pasta, anche molte aziende contattano le FB per offrirgli 1 kg di farina in cambio di pubblicità gratuita. E tra le due offerte c'è una grandissima differenza.

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  58. Grazie di cuore cara Patty, per questa tua bellissima riflessione... come la penso, ;) lo sai già! Un abbraccio stretto!
    ^__^ Any
    P.S. Ma quanto sono stata felice di abbracciarti??? Bella giraffella ^__^

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  59. pienamente d'accordo con te. io non sono una foodblogger ma sono solo una persona che condivide le sue ricette. Io ho frequentato l'istituto alberghiero anche se non il ramo di cucina ma il mio professore di sal bar diceva semrpe ...per sapere dove mangiar bene in un luogo bisogna sempre chiedere alla gente no alle riviste!!! Facile andare a mangiare fuori e poi a seconda di chi c'è in cucina dare le stelle o buone recensioni. Hanno paura perchè prima erano solo loro che decidevano il luogo si o no ora è la gente e le poltrone tremano!!!

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  60. signori, ma quanta classe ha questa donna?? ed è amica miaaaaaaaaa!!!
    grande, grandissima patty :)))

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  61. TU-SEI-UN-GENIO-!
    Grande Patty, fatti sentire anche da parte nostra!
    è una vergogna... "Siete semplici food blogger, che ne sapete voi di cibo?!" questa è una delle tante frasi che ho sentito e che mi da tremendamente sui nervi. Noi portiamo avanti una passione, un sogno, ma a loro che gliene frega! Oltretutto, non si rendono conto che food blogger è anche "professione non retribuita". Ci alziamo la mattina presto per preparare un dolce, fotografarlo e la sera andiamo a letto con le occhiaie perchè non abbiamo concluso il nostro articolo. I fan ci chiamano, gli amici si trovano e la nostra passione e il nostro amore per il cibo viene nutrito sempre di più.
    Noi, amiamo fare ciò: cucinare, fotografare e scrivere. E loro non devono permettersi di criticarci.

    A presto Patty!
    Noemi

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  62. Io sono in questo mondo da poco, ma non ci vedo tutta questa disinformazione, sarò forse cieca? non credo proprio... Hai ragione su tutto... E di certo non ci faremo scoraggiare! Un bacione

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  63. Pienamente d'accordo su tutto! Sarà anche vero che non sempre si parte da "solide basi" scolastiche quando si scrive su un blog, ma non ciò non significa che chi sta dietro quei post non studi, non legga, non cerchi i prodotti migliori. Ero anch'io in quell'esercito di blogger e continuo a pensare che l'iniziativa sia lodevole e parta da un'idea di fondo che è proprio quella di promuovere la qualità, la provenienza e la conoscenza di quello che mangiamo!

    Da oggi ti seguo anch'io!
    a presto
    Marta

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  64. Io arrivo soltanto adesso in coda alla fila, ma non dire la mia opinione non è da me...quindi, cercando come al solito di scomporre e ridurre ai minimi termini filippiche di ore, ti dico che chi giudica una passione personale senza indagarne tutti gli aspetti, ma riducendola ad una piccolezza è di una meschinità da far spavento! Ecco l'ho detto!

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  65. Condivido in pieno quello che dici e anche il modo pacato in cui lo dici....Non capisco perchè si debbano sempre creare conflitti tra categorie diverse come se non ci potesse essere posto per tutti...Il foodblog è una cosa, il giornalismo enogatronomico è un'altra..Il giornalista, come giustamente sottolinei, spesso è anche pagato per un certo tipo di recensioni, mentre il blogger il più delle volte parla dei prodotti per esperienza personale e senza dover rendere conto a nessuno proprio per la libertà data dal fatto che non viene retribuito e dunque non ha padroni...C'è da dire però, per essere equi e obiettivi, che anche nel mondo dei blog di cucina c'è chi lavora bene e onestamente, proponendo ricette curate, testate e ben costruite, cercando l'ingrediente particolare, la ricetta innovativa o proponendo quella tradizionale ma fatta a regola darte, ma c'è anche chi propone ricette di scarsa qualità, non affidabili, scritte male o magari costruite attorno a una serie di ingredienti che deve pubblicizzare...Ed è vero che si potrebbe obiettare che uno nel proprio spazio fa quello che vuole e usa l'ingrediente che gli pare, fosse pure l'hambuger del McDonald's, però è vero anche che se fai una cosa che poi viene pubblicata e possono leggerla tutti secondo me hai anche la responsabilità, se non verso te stessa, magari verso i lettori, di fare il tuo "lavoro" in modo onesto e ben fatto...altriemnti perchè non fare un diario privato per se stessi e basta? Ad esempio, non ho nulla contro la Parodi, lei fa il suo lavoro e si rivolge a un certo target, però se un personaggio come lei, di cui molti hanno estrerma fiducia, ti dice che il pan di spagna si fa col lievito, si diffonde un concetto gastronomico sbagliato che col tempo finisce per minare quella che è un'arte e un vanto italiano..Ecco, questo è il mio pensiero...Ovviamente non mi riferisco a nessuno in particolare, ma in generale....Grazie del bel post...

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  66. @ emidiomansi non ho capito per quale motivo metti la parola giornalisti fra virgolette;
    @ Trattoria da Martina, il giornalista NON è pagato per le recensioni, cioè non è pagato da chi recensisce, riceve uno stipendo dalla testata per la quale lavora, ma non certo da chi recensisce.

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  67. @MarinaM: mi scuso allora per l'inesattezza di quello che ho scritto; però ti chiedo...La testata giornalistica però che interesse ha a parlare di un certo prodotto? Perchè se è la testata giornalistica che parla di un certo prodotto perchè quello lo paga per farlo allora la cosa cambia ma solo in parte, perchè poi la testata credo non dia piena libertà al giornalista di parlare male del tal prodotto...Però chiedo a te perchè non so bene come funzioni

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  68. quando ce vò ce vò... brava!

    :*
    roberta

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  69. @ Trattoria da Martina si mi pare che in questo senso la confusione sia notevole. cerco di spiegare un po' anche a rischio di scrivere una cosa lunga e un po' noiosa. in un giornale - grande o piccolo che sia - redazione giornalistica e pubblicità sono due settori molto ben distinti e separati. due settori che vivono esistenze diverse, ognuna per conto suo con poche intromissioni e il direttore e i capi redattori e tutti i giornalisti ci tengono moltissimo a che ci sia questa separazione netta, ne va dell'autonomia professionale.
    faccio un esempio concreto. io ho lavorato a lungo - dieci anni - per un quotidiano locale nel quale spesso una nota grande azienda locale acquistava pagine di pubblicità. quando questa azienda ha avuto problemi legati alla sicurezza ambientale o quando ci sono stati scioperi per via di una serie di licenziamenti, non è che abbiamo messo tutto a tacere perché loro sono stati acquirenti della pubblicità.
    idem se il Comune paga uno spazio pubblicitario per promuovere chessò un concerto e sto concerto è una pena non è che si tace, si scrive. ovvio. per coerenza e perché sennò i lettori direbbero "ma che sei scemo e anche sordo?".
    inoltre generalmente qui in ambito locale noi tutti evitiamo il più possibile di incorrere in equivoci e così ad esempio io non ho mai accettato omaggi, non vado a cene, pranzi, merende perché voglio essere libera.

    comunque vorrei segnalare a tutti un post interessante sulla questione scritto da un blogger-giornalista che si occupa di eno-gastronomia

    http://blog.stefanotesi.it/?p=1681

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  70. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  71. @MartinaM: ho letto, ma allora qui si parla solo di accrediti stampa? E' questo quindi il problema? Mah...
    Io continuo a non vedere tutte queste blogger che si lamentano e che piangono perché non ricevono accrediti stampa...forse sarò ingenua, forse ho una visione limitata al mio modo di fare blog e di quelli che seguo, forse stiamo parlando di qualcosa che è ben più grande di me perché io possa capire, però mi lascia perplessa. E comunque non capisco qual è il problema: se anche un blogger beneficia di accrediti stampa, per qual motivo un giornalista di professione deve sentirsi minacciato? A lui mica viene tolto nulla no? Per farti un esempio, una volta sono entrata al Salone del libro con un accredito per bibliotecari, pur non essendo bibliotecaria vera e propria, perché non ho mai vinto un concorso, ma prestando servizio civile in una biblioteca ho potuto usufruire di tale agevolazione: i bibliotecari veri e propri mica si saranno risentiti no?
    E poi tornando alla mia prima domanda, non credo (e sinceramente lo spero) che il problema sia limitato agli accrediti ;)

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  72. secondo me teme solo di perdere il lavoro eh eh eh
    a parte le polemiche (ci sarebbe da discutere molto anche sulle frustrazioni personali) volevo dirti
    cara Patty che mi ha fatto molto molto piacere conoscerti e spero di vederti presto!
    un grande abbraccio

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  73. Ciao Patty, mannaggia che non ci siamo incontrate! O forse si e non ti ho riconosciuta...Bellissimo il tuo post, avevo intuito che era successo qualcosa a quella conferenza e ti ringrazio di avermi spiegato tutto il discorso. Non so, credo in effetti sia perchè si sentono in qualche modo spodestati e minati da persone comuni, che da semplici appassionate (e con mezzi propri, sacrificando le poche ore libere extra lavoro ecc.) muovono critiche, muovono click di milioni di lettori e non si piegano a 90°. Poi se parliamo di castronerie, le dicono i blogger come i giornalisti o i critici gastronomici, sia ben chiaro! Bacio

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  74. Patty sei la Celentano dei foodblog tu =)
    Scateni dei deliri... brava, mi piaci. Ma tanto lo sapevi già...

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  75. Bravissima Patty!
    Conoscendomi penso proprio che se fossi stata lì anche io, sarei sbottata di brutto e le avrei detto qualcosa. E in ogni caso ti riporto quello che ho scritto anche da Elisa:
    "Credo davvero che nel mondo del cibo sarebbe il caso di ritrovare un po' di leggerezza e piantarla con questo atteggiamento da ricercatori scientifici alle prese con provette e alambicchi.
    In cucina bisogna sentirsi felici e se ognuno trova la sua via per la felicità in modo diverso ben venga, che non si uccide mica qualcuno!"
    Scusa se mi sono autocitata, ma si sa che noi foodblogger ce la sentiamo un casino ;o)
    Un bacione.

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  76. Dico la mia Patty, posso?
    Io sono una donna che lavora part-time, sono una casalinga a tempo pieno, sono mamma di 2 figli ormai grandicelli, sono la compagna di vita da 20 anni del MIO 1/25 pompelmo: sono una donna normale di 48 anni come ce ne sono milioni in Italia. Ho un blog, un blog di cucina aperto su blogger GRATIS, mi diverto come una matta a pubblicare ricette "normali" come me, sto pensando di comprarmi una macchina fotografica decente ma non è mai il momento. Se questi signori hanno la coda di paglia SE LA SPENGANO DA SOLI e non buttino ...cacca... su di noi che come dici anche tu non facciamo lucri su niente. L'unico vantaggio che ho da quando ho aperto il blog è stato l'invio di qualche pacco di farina del Molino Chiavazza per i contest vinti, tante amiche nuove, tanti scambi di opinioni. Forse ho fatto a meno dell'analista, il blog secondo me è curativo per la mente e stimolante, quindi, non si dovrebbero risentire i giornalisti ma i dottori in psicologia!!! A ME MI FANNO RIDERE questi signori, se hanno paura di 3500 bloggheresse saranno affari loro. Io me ne stò qui e pubblico i miei sproloqui insieme alle mie ricette. Cara Patty, .... se ne andassero a fare un bel giro!!!!
    Che la vita e la cucina siano sempre con noi!!!
    Baci e abbracci
    Sandra

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  77. evviva Patty!!! possiamo prendere questo a statuto delle foodblogger, e tutto quello che dici dei giornalisti come differiscono in interesse dai suddetti. Se prima ti amavo adesso ti adoro! Sei una grande! un bacio e che bello essere inserita nel tuo quadro d'autore! un abbraccio fortissimo. mony

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  78. p.s. non sarà questa un pò di sana invidia!? la libertà è merce assai rara...

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  79. bellissimo post che condivido in pieno, purtroppo per altri impegni non sono potuta venire con tutti voi (e con Gente del Fud) al Salone e mi è, ovviamente, dispiaciuto molto. Ormai i blogger sono diventati una grande realtà, e che ne se dica, molto importante di questo paese (ma questo lo sappiamo già, diciamo pure che ad alcuni chef diamo fastidio) anche perchè fanno informazione sul cibo free e quindi chiedono rispetto, per tutto il tempo e la fatica che ci mettono a portare avanti una passione...un abbraccio SILVIA

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  80. vi ho seguite un pò su fb e poi in blogger. che invidia ;-)
    ma chissà che bella esperienza ^_^
    un bacione Patty!

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  81. Condivido.Le generalizzazioni di questo tipo mi fanno sorridere.Basta guardarsi in giro, la disinformazione puo' essere dappertutto:dalla mitica Nigella che ci dice che il latte condensato e' un ingrediente italiano (ma de che...) a Tom Norrington che scrive che i broccoli arriminati sono cosi chiamati perche' originari di Rimini!! Guerra all'ignoranza? Vogliamo parlare del pesto di Jamie Oliver fatto coll'olio di semi in vendita alla Coop nel Regno Unito? Chiaramente gli scrittori/giornalisti di qualita' esistono eccomeIdem per i bloggers...
    Cattiva? Siamo ad Halloween!
    Un bacio e a presto.

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  82. Si rendesse anche solo conto per un attiomo di quanta passione e di quanto tempo investiano noi solo per quello che amiamo....
    peccato si non esserci di nuovo incontrate, chissà forse la prossima volta, che dici magari in onore del mio nuovo contest?ti aspetto!

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  83. Io ho aperto il blog da pochissimo tempo, ma non mi sembra che chi ci scrive attenti alla salute di qualcuno o danneggi gli interessi di qualcun altro. Ci vedo invece tanta passione ed anche competenza. Ma un foodblog non è e non deve essere, credo, solo un elenco di ricette; dentro ci stanno i sentimenti del blogger, la sua passione, le sue esperienze e talvolta -perché no?- anche i suoi insuccessi che condivide con gli altri. Poi sta ad ognuno di noi prendere ciò che ci interessa e trascurare il resto. La conoscenza dei cibi, delle loro proprietà, la provenienza, ecc. ecc. sono tutte cose sicuramente molto utili, ma la buona cucina non è solo conoscenza, ci deve essere anche il sentimento!
    Forse la giornalista ha dimenticato che la preparazione del cibo è una necessità che serve alla nostra sopravvivenza e moltissimi lo fanno egregiamente pur non avendo grandi conoscenze di scienza dell’alimentazione. D'altronde le nostre nonne facevano ottimi cibi anche senza avere studiato tanto.

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  84. "L'unico ritorno che queste donne hanno dal blog, è un volume di sincere amicizie e piccole soddisfazioni personali." ....mi piace questa frase a volte precisa fotografia di alcune persone, a volte una chimera ...però io vorrei fosse così, della povera giornalista che ha paura dei blogger non mi interessa :)

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  85. contenta che tu faccia parte di quel volume di sincere amicizie Pat! ti conoscevo poco ma sei davvero una delle tante scoperte di questi tre giorni, mi ha fatto un piacere immenso conoscerti! :)

    e sul post? ovviamente hai fatto una sintesi precisa e perfetta!

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  86. Sei stata grande Patty Pat....avevamo dubbi???
    Ti abbraccio e ti cito nel post che sto scrivendo. Non infierisco più di tanto sulla signora...solo un tantino...a questo punto, dopo il tuo splendido post e altri contributi (hai letto Anna Maria Pellegrino?) mi sembrerebbe di sparare sulla croce rossa.
    Ti abbraccio
    Sabina

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  87. Chissà che meravigliosa esperienza Patty!! E che nervoso invece che mi hai fatto venire con la storia "anti - foodblogger"... C'é chi teme per la propria sedia.. Ma poi chi la vorrà?? :)

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  88. Mi dispiace che non ci siamo incontrate al salone..io ci sono andata il lunedì, giorno di chiusura e non ho partecipato a nessun incontro o seminario.
    A breve pubblicherò un secondo post al riguardo..non ti dico il tempo per ridurre e allegare le foto..
    E condivido quanto hai scritto nel post relativo alla nostra categoria e in pieno... noi food blogger siamo animate solo dalla passione e quando il tempo manca e quest'ultima ( la passione voglio dire)tende a scemare si si concede un periodo sabbatico o decisamente ci si dedica ad altro e magari più remunerativo ( forse) perchè, come giustamente dici tu,.non abbiamo alcun riscontro economico!!
    Un bacione

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  89. Ciao cara!
    Elisa del blog I sapori di Elisa ha linkato il tuo post e ci tenevo quindi a dire la mia (Così come ho scritto anche da Elisa).
    Per la polemica dei giornalisti credo che la loro paura probabilmente sia reale e basta fare un paragone con i blog di moda ... è lampante l'esempio di chi solo indossando dei capi firmati e scattandosi alcune foto e' diventata con il tempo esperta di moda e viaggia in tutto il mondo, in prima fila a tutte le sfilate e sempre presente a party esclusivi ... è li per quali meriti??
    Forse stà capitando la stessa cosa anche nel mondo del food ...
    E' un pensiero su cui si possono fare delle riflessioni!
    Un bacioneee

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  90. Cara Patty,mi sono ritrovata in ogni tua parola...noi foodblogger non togliamo il posto a nessuno e siamo semplici persone appassionate di cucina e gastronomia...non capisco davvero tutto questo accanimento! ciao cara...

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  91. cara Patty, prima di tutto è stato bello conoscerti e grazie ancora per le foto che hai scattato a me e Monica durante lo show cooking. Peccato che sabato io non ero presente al Salone e i sono persa il dibattito ma il tuo post lo condivido in pieno e sarebbe da incorniciare. Per il resto è stato già detto tutto non aggiungo altro. spero di rivederti presto un bacione

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  92. Beh, la rete e i blog sono un fenomeno di democrazia straordinaria, un'insidia per i giornalisti con il tesserino dell'ordine. Ma la sfida va accettata o forse non hanno l'asso nella manica.
    Ad maiora, cara Patty

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  93. sono foodblogger da poco e sono venuta qui per caso dopo aver visto la tua ricetta per il contest di arricciaspiccia e quindi curiosa sono venuta a leggere!
    mi trovo pienamente d'accordo con quello che dici, io sul mio blog cerco di riscoprire un po' di tradizione ove i piatti lo consentono, e usare prodotti stagionali e del territorio.
    Certo è una piccola goccia in un oceano, ma non mi ritengo una persona che dà della cattiva informazione (ma poi per cosa? come dici tu.. a quale interesse?)
    anzi se mai sono le cattive pubblicità che ci martellano tutti i giorni con prodotti confezionati e pieni di conservanti, che passano come merende sane e genuine per i nostri figli..ma quando mai?
    quindi la sigra Granello anche secondo me, può dormire sonni tranquilli ;)

    ciao e a presto!

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  94. cara mia....un portento sei!!!!
    concordo su tutto quello che dici!!!
    la parte più bella di noi tutte è che prepariamo le nostre ricette con amore per condividerle soprattutto con i nostri cari e perchè no anche con il mondo virtuale dove si incontrano davvero persone speciali e sensibili, ci mettiamo passione e amore senza togliere niente a nessuno!!!
    e la Sig. Granello lasciala cantar!!!
    bacioni

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  95. Ciao, se sono la 101 esima, vinco qualche cosa ? Scherzoooo. Non scherzo invece con la considerazione che segue: il fatto che Internet, grazie al cielo, non si possa controllare, e consenta a tutti, proprio a tutti di esprimersi dà fastidio molto, molto fastidio. Allora ci si inalbera, ci si nasconde dietro il velo della "competenza", ci si arrampica e si diventa più superficiali di noi che veniamo tacciate di esserlo. Perchè di questo in fondo si tratta. Chi lo dice che chi scrive un blog non possa avere una laurea in comunicazione? Una specializzazione in scienze alimentari? O una esperienza concreta di cucina più di quanto questi giornalisti non abbiamo mai accumulato nel corso della vita? E la signora Granello, prima di occuparsi di cucina, prima di "occuparsi di alimentazione sulle pagine della cronaca nazionale e curare il paginone de I Sapori nella sezione La Domenica di Repubblica" di cosa si occupava? Per finire, vorrei sottolineare che non sono solo i blogger, a fare (eventualmente) disinformazione alimentare, vogliamo parlare di Rugiati che fa la pubblicità per Coca Cola, o della Clerici che la faceva del Grand Soleil? Baci!!

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  96. condivido le tue idee e onestamente anche a me danno un po' fastidio certe illazioni su di noi fodblogger. la realtà e che temono forse la concorrenza qualificata di molti di noi e pensano che possiamo offuscare, la luce fioca di qualche giornalista gastronomo. noi ci scambiamo idee, ricette, emozioni e tutto quello che ci pare! su cucina italiana di novembre hanno scritto che sui blog di cucina al maschile "si fa pettegolezzo "! e gossip, si vede che chi ha scritto l'articolo conosce solo quei pochi blog al femminile e non certo "amatoriali" ma veri e propri strumenti di lavoro. Mi fermo qui, ma la sostanza si è capita. un caro saluto e piacere di averti conosciuta. Peppe.

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  97. Quoto con ammirazione e naturale condivisione dalla prima lettera all'ultima.
    Brava ;-)

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  98. Ciao Patrizia! È stato entusiasmante condividere l’esperienza di Gente del Fud al Salone del Gusto anche se non ho avuto il piacere di conoscerti di persona. Spero ci saranno future occasioni. Intanto complimenti per il tuo blog e da oggi ti seguo anch’io… ;) Se vuoi passare a trovarmi e seguirmi anche tu questo è il link del mio blog: http://gustorie.blogspot.it/ A presto! Daniela

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  99. Più leggo il tuo post e più mi piace. Grazie davvero. Ancora una volta grazie.

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  100. Più leggo il tuo post e più mi piace. Grazie davvero. Ancora una volta grazie.

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