lunedì 1 maggio 2017

Fave e pecorino pull apart bread e i miei 1 Maggio bandistici

L'internazionale - Armata Rossa
Buon 1 Maggio a tutti!
Ieri, durante una camminata nella campagna insieme a mio marito, ricordavamo come il 1 Maggio della nostra adolescenza e giovinezza sia sempre stato costellato dalla presenza di amici e fughe alla scoperta dei luoghi ameni della nostra provincia.
Fino ai 15/16 anni però, quando nessuno della mia compagnia aveva ancora la patente, il primo maggio era rigorosamente "bandistico".
La prassi era l'uscita per festeggiare i lavoratori del mio paese, dalla piazza principale fino ai poderi più lontani.
In perfetta formazione con le divise ed il cappello d'ordinanza, la Filarmonica Giuseppe Verdi (di cui facevo parte) ci dava dentro con orgoglio, eseguendo l'Internazionale intervallata dall'Inno Nazionale ed altre marce onorevolissime.
Erano previste numerose tappe lungo il percorso, una Via Crucis al contrario, e ad ogni tappa c'era il famigerato tavolino con il "rinfresco": salumi, formaggi, qualche pasticcino e tanto, tanto vino.
La parte "giovane" della Banda, dopo le prime due o 3 tappe, era perfettamente rinfocillata e tendenzialmente piuttosto stufa di quella lungagnata.
Ma la generazione over 60, di cui era costituita la metà del complesso, ad un certo punto smetteva di mangiare, continuando a bere in allegria, e sarebbe andata avanti ad oltranza.
Se non che la natura ad un certo punto richiedeva il conto, e tutto quel vino cominciava a dare il suoi effetti.
In particolare nella sezione percussioni e bassi, dove la gran cassa si lanciava in variazioni sul tema non richieste ed i piatti dietro, in un duetto irresistibile.
Dalle prime file i clarinetti (tra cui la sottoscritta), venivano presi da risate inconsulte smettendo quasi di suonare e tutto il controtempo, corni, bombardini e tromboni, finivano con l'eseguire qualcosa di irriconoscibile.
Il povero maestro, così orgoglioso all'inizio del servizio, rientrava alla base trascinando dietro di sé una banda di sbandati.
Nelle scampagnate che imperverseranno oggi lungo la nostra penisola, non possono mancare certo Fave e Pecorino.
Io ho pensato di metterli direttamente dentro un pane che è perfetto per la condivisione, in quanto non va tagliato ma strappato con le mani, come richiede il nome inglese (che significa appunto "smontare").
Un pane che sta tranquillo nel cesto del pic nic e che ha tutto il sapore della primavera, con il pecorino che si fonde meravigliosamente nell'impasto e le favette e emergono tra strato e strato.
Per altre golosissime idee, non potete trascurare il sito del Calendario del Cibo Italiano dove oggi si celebra appunto la Giornata Nazionale delle Fave Pecorino. 

Ingredienti per uno stampo da plum cake lungo 30 cm

Per il pane
200 g di farina forte 330 w
180 g di farina 0
2 uova grandi
110 ml di birra bionda tiepida
60 g di burro morbido
1 cucchiaino di zucchero di canna
1 cucchiaino di sale
4 g di lievito di birra disidratato

Per la farcitura
100 g di favette (quelle grandi private della pellicina)
200 g di pecorino di Pienza fresco (tipo marzolino)
50 ml di olio extravergine Trequanda Dop
un ciuffetto di maggiorana fresca
sale - pepe
  • Nella ciotola della planetaria setacciate le farine mischiandovi anche il lievito e lo zucchero
  • Intiepidite la birra quindi versatela al centro delle farine e con il gancio ad L cominciate ad impastare a velocità bassa. 
  • Uno alla volta, aggiungete le uova e quando saranno state incorporate, aggiungete il sale e fate andare per 5/6 minuti fino a che l'impasto non avrà formato una palla e lasciato le pareti lucide. 
  • A questo punto cominciate ad aggiungere il burro morbido a tocchetti alzando la velocità della planetaria ( 2 o 3) ed impastate fino a che l'impasto non avrà incorporato tutto il burro, incordandosi (ci vorranno c.ca 10 minuti)
  • Una volta incordato, continuate ad impastare a velocità 4 per altri 5/6 minuti. Avrete ottenuto un impasto morbido, lucido e leggermente appiccicoso.
  • Trasferitelo in una ciotola di acciaio leggermente unta e fatelo lievitare in luogo tiepido non meno di 1h30. 
  • Mentre l'impasto cresce, preparate la farcia: sbucciate le favette e tritatele grossolanamente al coltello. Mettetele in una ciotolina, conditele con olio, sale pepe e le foglioline di maggiorana. Mescolate bene con un cucchiaio e lasciate lì.
  • Tagliate il pecorino a dadini grandi mezzo cm di lato.
  • Una volta al raddoppio, togliete l'impasto dalla ciotola aiutandovi con un tarocco di plastica, e versatelo su una spianatoia infarinata. Sgonfiatelo con le mani e con l'aiuto di un matterello, stendetelo ricavando un rettangolo di 40x 30 cm (il lato lungo di fronte a voi). L'impasto sarà molto morbido quindi potrete allargarlo con le mani, facendo bene attenzione che non si attacchi alla spianatoia. 
  • Una volta steso, distribuite in maniera armoniosa le favette su tutta la superficie e tagliate la pasta in perpendicolare al lato lungo, con un coltello affilato ottenendo 4 strisce verticali di c.ca 7,5 cm di larghezza ciascuna. 
  • Sulla prima striscia distribuite iil pecorino quindi sollevate la seconda e sovrapponetela sulla prima, con la base inferiore a contatto con la farcia. Proseguite così sovrapponendo tutte le strisce ed ottenendo un rettangolo lungo con 4 strati. 
  • Adesso tagliate questo rettangolo in perpendicolare al lato lungo, ottenendo 7 rettangoli di cc.a 3/4 cm di larghezza ciascuno.
  • Foderate lo stampo con carta da forno e disponete ogni rettangolo uno accanto all'altro (lasciate poco spazio fra l'uno e l'altro) in verticale, con la parte del taglio verso l'alto.
  • Lasciate lievitare per altri 40/45 minuti sempre fino al raddoppio. 
  • Una volta pronto, mettete in forno preriscaldato a 180° e fate cuocere per 40/50 minuti, fino a che la superficie non sia ben dorata e battendolo sul fondo, non di un suono "a vuoto"
  • Fate intiepidire per c.ca 15 minuti prima di servirlo. 
  • E' perfetto con salame tirato, affettati speziati tipo finocchiona e salsicce secche. Da servire con ottima birra a vostro gusto.
  • Si conserva morbidissimo se avvolto in pellicola o protetto in sacchetti di cellofan per alimenti. 




19 commenti:

  1. Il pecorino di Pienza!!!! Adoro Pienza ... che voglia di andarci!!!! Questo pane è fantastico proprio come Pienza :-) Un abbraccio Patti . Laura

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    1. Ma che aspetti a venire? Dai che ti porto in un posticino....Un bacione

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  2. Uhm che meraviglia.. ricetta da mettere nella cartellina " sà da fà"
    Buon 1 Maggio anche a te;)

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    1. Grazie mille. Direi anche la tua focaccia con le fave e pecorino....è già nella lista.

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    1. Ciao Valeriaaa...ma che bello risentirti!
      Dai provaci, non è complicato! E poi mi fai sapere. Un grande abbraccio.

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  4. Patrizia è una meraviglia, questa la copio molto presto, sono anni che ho un pull apart parcheggiato copiato da Valentina Venturato ma una brutta foto troppo scura mi ha fatto sempre desistere, però la voglia di farlo è sempre stata tanta, aesso mi copio il tuo, adoro gli ingredienti e sono i preferiti anche di boccuccia di rosa (il marito!!!, belle foto con quel salamino che ha tutta l'aria di essere del contadino vero? Brava come sempre :-*

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    1. Gli ingredienti sono i nostri ma questo è un pane che si presta ad essere "inventato" come più ci pare. Mi sembrava una bella idea infilarci le fave ed il pecorino per averlo già pronto da abbinare a dell'ottimo salamino...ed effettivamente ci hai azzeccato (è una salsiccia nostrale secca affettata fina fina). Un bacione.

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  5. Patrizia questa è la versione più gustosa e invitante che io abbia mai visto del pull apart bread. Mi piace perchè è un classico in un pane non troppo classico, anche se ormai conosciuto, qui da noi!! Sa di buono e di casa come tutto quello che cucinano le tue sante manine!

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    1. Ma io ti ringrazio ed si, è un morbidissimo e confortevole pane da mangiare in compagnia. Poi quello che avanza si tosta e non avanza mai!
      Sei sempre molto cara e ti abbraccio forte.

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  6. I miei 1° maggio, quando avevo 16 anni, volevano dire uscire di casa con i miei, garofano rosso all'occhiello o appuntato sulla camicetta o sul maglione e andare in manifestazione. Camminando dai bastioni di Porta Venezia fino a piazza Duomo, con le bandiere, cantando l'Inno dei lavoratori, oltre che l'Internazionale con un sentimento di partecipazione e di solidarietà... Mannaggia Patty, sai sempre come aprire i cassetti del cuore! Il tuo pane è meraviglioso, sa di amicizia, visto che va strappato con le mani e condiviso. Lo farò sicuramente.

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    1. Cara Giuliana, proprio non ce la faccio a non abbandonarmi ai ricordi. E' un continuo da quando ho aperto il blog e sempre di più andando in là con gli anni.
      Ed il significato di questa festa lo conosco bene, banda a parte, perché per me ha sempre contato moltissimo. Sono felice che questo pane ti piaccia e detto da te mi emoziona tanto.
      Un bacio sincero.

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    2. è lo stesso per me. Ho aperto il blog per raccontare la storia della mia famiglia attraverso le persone, i ricordi e le ricette che hanno fatto e fanno parte tuttora della mia vita. Le memorie con uso di cucina, sono i miei racconti....se avrai voglia di leggerli, sono nel blog. Un abbraccio

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  7. Il senso di questa festa è tutta nel tuo post e nel tuo pane: un misto di memoria e condivisione. Mi piace molto, e lo provo di sicuro.

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  8. Patty, che scena esilarante! Allegra, bella, solare. Residuo di un tempo che fu, neanche troppo lontano, eppure sembra un'altra era. Grazie per questi ricordi, mi viene nostalgia anche a non esserci stata. E il pull apart bread lo adoro, ora lo voglio rifare! :-)

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  9. io andavo in gita col prete.
    e non aggiungo l'altro particolare ricorrente, perche' sono una signora :)
    Ma diciamo che sarei stata bene, nelle ultime file della tua banda.
    E comunque, vorrei iniziare una nuova tradizione, con il tuo pulla part, ci credi? E' meraviglioso...

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  10. Io mi sa che non ho mai fatto niente il primo maggio, non ho neanche ricordi di scampagnate. Però adesso le scampagnate mi piacciono da morire, quando andiamo in Valle Imagna non perdiamo occasione x preparare un paio di panini e metterci lo zaino in spalla. Questo pane, così saporito, entrerà presto nel nostro zaino.

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