Una cara amica, che ultimamente mi ha accusata di portare pioggia e tempesta dove passo, tranne poi trovarsi a dover guadare una strada vicinale a bordo di un trattore laddove io non ero presente (a questo punto bisognerebbe farsi venire dei dubbi su chi è l'uomo della pioggia!), mi ha gentilmente trascinata in un tunnel dal quale sarà ben difficile uscire: il tunnel dei grani antichi! E con me ha trascinato questa folla di entusiaste!
La curiosità si è accesa questa estate durante l'evento Siena & Stars, grazie al famoso Grano Verna di cui ho parlato ampiamente qui.
Ma grazie a questa amica misteriosa e ad un uomo che del grano e dell'amore per la sua terra, ne ha fatto praticamente il suo mestiere, ho avuto l'onore di entrare a far parte di un progetto molto bello dal nome che è tutto un programma: Mangiare Matera.
Questa realtà commerciale ha anche e soprattutto lo scopo di valorizzare prodotti di grandissimo pregio (dalle farine, al grano, al pane meraviglioso e la pasta che non può mancare, ma anche alla pasticceria da "credenza") attraverso il forte legame con un territorio ancora non conosciuto nella sua completezza, la Basilicata o Lucania che dir si voglia.
In un prossimo post vi parlerò di un libro che dovrete leggere assolutamente, perché di una bellezza senza eguali e soprattutto una dichiarazione d'amore a questa terra che molti, a gravissimo torto, considerano abbandonata da Dio.
Spesso ci dimentichiamo che la natura è il più grande artista dell'universo ma che dove la natura non è arrivata, ci ha pensato la mano dell'uomo.
Ed il genio italico, in questo, non è secondo a nessuno.
Purtroppo un piatto di pasta fatta a regola d'arte, ha la capacità di farci dimenticare l'immenso lavoro che rappresenta, fermandoci alla creatività ed alla tecnica di chi quella pasta l'ha preparata. Ma la pasta ha una storia e la sua storia è legata a quella del suo grano.
Qualche tempo fa, dopo aver ricevuto uno splendido campione di prodotti da Mangiare Matera, in cui trionfavano semola rimacinata, farina e grano Senatore Cappelli, oltre che un pane di semola da commozione, ho realizzato di non sapere praticamente nulla di questo grano.
Che esiste grazie agli studi ed all'incessante lavoro di un genetista, Nazareno Strampelli, sconosciuto ai più, che agli inizi del '900 cominciò a lavorare sul miglioramento genetico del grano tenero.
A questo proposito vi invito a leggere questo splendido articolo di Dario Bressanini che percorre i momenti salienti della vita di Strampelli e di come ottenne il grano Senatore Cappelli.
Il nome di questo grano, che oggi è sinonimo di altissima qualità e prestigio, fu dedicato al deputato del regno d'Italia Raffaele Cappelli, che consentì al genetista di utilizzare i propri terreni in Puglia per semine sperimentali.
Fu proprio sui campi di Cappelli che Nazareno Strampelli riuscì a perfezionare i suoi studi, stabilizzando l'incrocio di grani autoctoni con una varietà tunisina resistente e molto adattabile al clima italiano.
Nel 1923 il grano che otterrà da questi tentativi, prenderà il nome di Senatore Cappelli (nel frattempo il deputato era diventato Senatore) e diventerà un successo senza precedenti fra i coltivatori e produttori italiani.
Adesso, quando infilzerete con la vostra forchetta un bel piatto di pasta Senatore Cappelli, avrete probabilmente tutta un'altra gratitudine.
Io personalmente, mi inchino al lavoro di Nazareno Strampelli.
Un'area splendida, in parte ancora selvaggia, dove si coltiva e si produce una grande quantità di farro.
Ho modificato la ricetta, eliminando il farro ed aggiungendo il grano Senatore Cappelli, ed ho ricavato questa minestra che ha un sapore fantastico e che, accompagnata da una porzione di verdure saltate, può essere considerata senza problemi, un piatto unico.
Facilissima, non richiede preparazioni lunghe, se non i tempi di cottura. Non avrete bisogno neanche dell'ammollo se userete varietà di legumi piccoli.
Ingredienti per 4/6 persone
500 g di misto legumi. Non comprate quelli già pronti, preparatelo voi con:
100 g di grano Senatore Cappelli (al posto del tradizionale farro).
100 g di ceci piccoli (io ho usato quelli di Navelli)
100 g di fagioli bianchi piccoli (cannellini o di Sorana o se li trovate, Zolfini)
100 g di lenticchie di Castelluccio
100 g di piselli secchi
1 cipolla
1 carota
2 coste di sedano
1 porro
1 piccola patata
1 spicchio d'aglio
3 o 4 foglie di salvia
un rametto di rosmarino
1 bicchiere di pomodori pelati o salsa di pomodoro
sale e pepe
peperoncino a piacere
Miscelate tutti i legumi e sciacquateli con cura.
Metteteli in una pentola capiente e copriteli con acqua fredda. Aggiungete la patata, la cipolla e la salvia. Fate cuocere a fiamma media.
In una padella antiaderente, fate soffriggere a fiamma dolcissima l'aglio ed io porro triati, la carota ed il sedano a tocchetti, la salvia ed il rosmarino.
Mescolate e fate in modo che le verdure cuociano lentamente senza bruciare. Quando saranno morbide, aggiungete la salsa di pomodoro e se necessario un mestolino di acqua. Aggiustate di sale e pepe, eliminate il rosmarino quindi aggiungete il tutto alla pentola della mescola.
Continuate la cottura per c.ca 2 ore facendo sobbollire lievemente.
Quando i legumi saranno morbidi ma non sfatti, eliminate la patat e la cipolla, servite con un filo d'olio, una macinata di pepe fresco e del pane tostato.
Grazie a Mangiare Matera e a Giovanni Schiuma per questa stupenda opportunità!
ahhh ma allora sei venuta a trovarmi......sai che questa zuppa era nel menù del mio pranzo di nozze? Brava Patty, un giorno però devi venire di persona. Un bacio.
RispondiEliminaE io mi inchino davanti a te Patty per tutte le info che ci hai regalato su questi prodotti e questi personaggi...la zuppa è una coccola. un bacio
RispondiEliminaInformazioni preziose, hai chiarito alcune ? che avevo in testa ultimamente, grazie Pat. Una zuppa favolosa
RispondiEliminaMica lo sapevo che questa cara amica ti imputava doti di annaffiatrice cosmica. Insomma, fra tutte e due. L'altro giorno tu con gli stivali di gomma, lei su un trattore. Venite a vivere a Roma e non se ne parla più. Buona questa minestra calda, parla di tavole apparecchiate dopo una lunga giornata di lavoro nei campi, di pane spezzato, di vino rosso. Da gustare nelle giornate di pioggia :)) Ti abbraccio. Brava come sempre nel raccontare le virtù di prodotti pregiati e nel farli parlare. Sabina
RispondiEliminaUn bellissimo piatto perchè ricco non solo di proteine e fibra ma della storia del nostro bellissimo paese, unico in quanto patria di prodotti eccezionali!
RispondiEliminagrazie a Strampelli per il grano e a te per gli approfondimenti!
In questi giorni vedo che anche tu c'hai il mood per i fagioli ed il grano ;))
RispondiEliminaPerò qui si parla di Italia vera a tutto tondo. Pensa che quell'articolo lo ho letto proprio poco fa grazie alla segnalazione di un'altra blogger.
Un bacione, bella;)
E' da tanto che sento parlare del grano Senatore Cappelli, ma mai in un modo tanto sentito e tanto bello come dalla tua penna (bocca, tastiera?! Beh, ci siamo capite).
RispondiEliminaNe ho assaggiato solo il pane e l'ho adorato, ma sarei curiosissima di assaggiare il grano in una zuppa.. se poi è una zuppa di legumi come questa, datemene subito una scodella!
Le zuppe che preferisco... Di Senatore Cappelli ho solo mangiato pane e pasta, il chicco mi manca. Rimedierò!!!
RispondiEliminale zuppe di legumi, quelli veri, quelli che hanno bisogno di attenzioni, sono una delle poche coccole che mi concedo, sono il mio rifugio quando sono stanca, distrutta, triste, io non mangio dolci, ma le zuppe sono un dolce per me e questa è un tripudio!
RispondiEliminaMeravigliosa questa zuppa e te lo dice una che è garfagnina ^_-
RispondiEliminabaci
Grazie Patty per tutte le informazioni che ci hai regalato oggi! Non ho mai provato il grano Senatore Cappelli...credo sia arrivato il tempo di cercarlo qui da me e cucinarlo perché no riproponendo la tua mescola!
RispondiElimina(Adoro i fagioli Zulfini che i miei parenti di Lucca hanno donato a mio padre)
Un abbraccio
Silvia
Meraviglia! Questa è una di quelle zuppe che amo mangiare quando fuori c'è freddo!
RispondiEliminaPatty cara, ma lo sai che mi sto acculturando da quando ti frequento? Non conoscevo la storia di questi chicchi di grano Cappelli! Li cercherò.
P.S. Non mi arrivano le notifiche dei tuoi post. :-( Vado a leggere cosa mi sono persa...
questo post è un colpo al cuore. perché una delle cose che ho sempre amato di più nella mia vita alimentare è la minestra di farro e fagioli, e in generale il farro, un cereale davvero buono. e non poterlo più mangiare, e non poter più mangiare una minestra come questa, che con il senatore cappelli dev'essere una signora minestra, mi procura una piccola ma vera sofferenza
RispondiEliminase penso poi che prima di diventare celiaca ero sì appassionata di cucina e mangiar bene ma ne sapevo molto meno di ora, e mi sono persa un sacco di cose perché semplicemente non le conoscevo... mannaggia!
intanto mi inchino a questa splendida minestra e a queste foto meravigliose...
sei bravissima patty. ed è tutto.
Adoro queste zuppe. Fra meno di un mese avremo anche l'olio "NOVO" ed il piatto sarà perfetto! E' la tipica cena per le fredde serate invernali. Perfetto!
RispondiEliminaCon questi prodotti d'eccellenza poi, è la fine del mondo!
A presto Patty.
GiuseB
ah ma ci sei pure tu dietro a questa nuova avventura!!! Che bello!! tanto tanto felice :)
RispondiEliminawow...adoro queste preparazioni!
RispondiEliminabacio
Grazie Patty x tutte questa interessanti informazioni! Avevo proprio voglia di zuppe e questa mi pare molto buona x far mangiare i legumi ai miei piccoli piu' spesso! Un bacione Luisa
RispondiEliminadici Garfagnina? con me sfondi una porta aperta abito a lucca da anni e mio marito e mia mamma sono quasi..garfagnini!
RispondiEliminaamo la garfagnana, i suoi paesaggi, i suoi abitanti i suoi prodotti
fantastica, io ho fatto la zuppa lucchese proprio ieri!
gnamgnam!
Patty ti renderai conto di quanto crei dipendenza impastare e lievitare.... benvenuta nel club delle panificatrici seriali!
RispondiEliminaBaci, enormissimi
Sandra
Un post edificante. Posso definirlo così?
RispondiEliminaUn abbraccio
simo
Io adoro questo tipo di preparazioni "alla toscana" seppur con le sagge modifiche che hai apportato tu. Non conoscevo la storia di questo grano, davvero molto interessante. C'è un mondo da scoprire.
RispondiEliminaFabio
Pensa a te, un inchino non solo al genetista ma anche a quel senatore (toh un politico intelligente) che ci ha visto lontano e ha saputo essere altruista.
RispondiEliminaRiesci a rendere bella anche una minestra marrone. Va che sei proprio brava :-)
che meraviglia, che meraviglia... ha ragione la robi qui sopra: tu trasformi tutto in positivo :)))) non parlarmi di garfagnana và... abbiamo una casa da ristrutturare lì e non ci andiamo mai! :(
RispondiEliminati mando un abbraccio fortissimo!
Patty, ti confesso che sono corsa qui a vedere com'era fatta questa zuppa (visto che sono un'amante del genere)... ma non immaginavo di ritrovarmi immersa in un racconto, in una storia, in una ricchezza così belli!
RispondiEliminaGrazie, davvero, per avermi trasmesso tante cose... con una "semplice" zuppa! :**