I ritmi di questo blog sono cadenzati da svariate ricorrenze tra cui il compleanno dell'asparagina che ormai è diventato un monito sul tempo che passa e se ne va.
Quell'esserino implume che faceva la sua apparizione su queste pagine festeggiando il suo nono compleanno con scarpette di pasta di zucchero, ne ha appena compiuti quindici.
Roba da far tremare le vene ai polsi.
E ricordarmi che io, 15 anni, li ho avuti ben 35 anni fa, nel lontano ed indimenticato 1982.
Per un attimo mi si è fermato il cuore.
Si tratta dei suoi 15 anni, mica della bomba atomica.
Passeranno, aumenteranno e non ci faremo più caso.
In realtà non è vero nulla.
Si tratta dei miei 15 anni.
Di quello che ne è rimasto nella mia memoria, ovvero, praticamente nulla.
Così, per proseguire nell'autolesionismo spicciolo, mi sono messa a ravanare su Google, per cercare di rimettere insieme qualche ricordo di ciò che il mondo era in quei miei giorni fuggevoli e spensierati, e quello che mi si è aperto è stato una sorta di vaso di Pandora di emozioni e nostalgie devastanti.
Esercizio pericolosissimo da fare in solitaria, ma da praticare con insistenza e dovizia di dettagli con i vostri amici più cari.
Il rischio "Grande Freddo" è in agguato dietro l'angolo, ma almeno vi accerterete di non essere in piena demenza senile. Non ancora.
Così, per il solo gusto di vantarmi di quanto speciale fosse quell'anno e di quanto sia stato un privilegio essere ragazza degli anni '80, comincerò con una frase: "Campioni del Mondo!"
Pochi giorni dopo la vittoria dell'Italia di Bearzot, Rossi e Pertini (vi risparmio la formazione che so comunque a memoria) sulla Germania nella finalissima dei Mondiali di Spagna, mia madre, mia sorella ed io raggiungevamo mio padre a Marbella dove avremmo passato i tre mesi successivi di un'estate meravigliosa. Non c'è stato istante in cui, ordinando un gelato o passeggiando sul lungomare di Puerto Banus, che qualcuno ci gridasse dietro "Viva Cabrini, Viva Rossi"...una roba da sentirsi padroni dell'universo.
Contemporaneamente Michael Jackson regalava al mondo il suo capolavoro indiscusso, l'album Thriller ed al cinema piangevamo con ET e ci innamoravamo di un replicante con il cuore pieno di rimpianto.
Gli smanettoni si finivano sul Commodore 64 mentre noi ci chiedevamo che fine avrebbero fatto i vinili di fronte a quel mini disco chiamato Compact Disc...anzi eravamo convinti che il vinile "will never die", ed in effetti ad oggi, avevamo ragione.
L'italia era tenuta in scacco da un mostro che nelle campagne fiorentine faceva strage di innocenti coppiette, e da un altro mostro tentacolare che invece, più a sud, faceva strage di una scorta, di un generale e della sua amata moglie.
Generazioni di ragazze romantiche piangevano la morte della Principessa più charmante della storia, la stupenda Grace Kelly, e noi ci chiedevamo se veramente la felicità stesse in un panino e un bicchiere di vino.
E per quanto mi riguarda? Ero persa nella piena adolescenza, nella mia musica, in problemi esistenziali quali "come eliminare i peli delle gambe" o "non innamorarmi ogni 2 ore del primo sconosciuto che vedevo passare". Ero felice ed infelicissima, piena di energia con punte di pigrizia titanica, avevo voglia di conquistare il mondo e terrorizzata di uscire di casa.
Insomma una ragazza normale.
Che tanto mi ricorda la quindicenne che oggi abita questa casa.
Ancora una volta soggiogata dalla semplicità delle ricette di Donna Hay con un cake super facile e delizioso, umido, e morbidissimo.
Non è la stagione dei mirtilli quindi i miei non avevano gran che sapore, ma mi riprometto di farlo tra agosto e settembre quando queste bacche saranno nel pieno del loro splendore.
La base del dolce però è perfetta per varianti creative con la frutta che preferite, possibilmente fresca.
Ingredienti per uno stampo da 22 x 8 cm
150 g di burro non salato, sciolto
180 g di zucchero semolato
2 uova
140 g di yogurt greco
1 cucchiaio di scorza grattugiata di limone non trattato
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
225 g di farina autolievitante, setacciata
125 g di mirtilli freschi + altri per servire
zucchero a velo per rifinire
- Preriscaldate il forno a 160°
- Mettete il burro, lo zucchero, le uova e lo yogurt con gli aromi (vaniglia e scorza di limone) in una ciotola e mescolate per rendere il composto omogeneo
- Aggiungete la farina e mescolate ancora fino a che tutti gli ingredienti formino un composto uniforme e morbido.
- Lavate, scolate e passate i mirtilli in un leggero strato di farina quindi incorporateli con delicatezza al composto quindi versate il tutto nello stampo che avrete foderato con carta da forno.
- Livellate la superficie con una spatola quindi fate cuocere per 1h/1h10. Fate la prova stecchino, che dovrà uscire pulito e asciutto.
- Fate raffreddare lo stampo su una gratella per 10 minuti, quindi aiutandovi con la carta da forno, sollevatelo e toglietelo dallo stampo, facendolo raffreddare completamente sulla gratella.
- Spolveratelo con zucchero a velo a piacere e servite con mirtilli freschi e se vi piace, yogurt fresco. Si conserva 3/4 giorni sotto una campana di vetro. Perfetto con te a colazione e nel pomeriggio.
Hai aperto il vaso di Pandora! Anche io in questo periodo sono in vena di ricordi adolescenziale e non passa giorno che non mi volti indietro, anche solo per un minuto, per abbracciare con un sospiro tutto quello che è stato. Sarà che con l'eta (che avanza) è ancora più forte la consapevolezza che ogni giorno che passa è un giorno in meno che si ha davanti (mentre da giovani si tende all'infinito) e così a volte è più facile rifugiarsi nei ricordi per ricaricare le batterie e capire che abbiamo fatto molta strada :-) Un abbraccio e auguri ad Alice :-*
RispondiEliminaCara Roberta, come te è un continuo. Penso che sia proprio la vita. Dai 6 ai 40 è tutto un fast forward e poi si comincia con uno slow rewind e dai 50 in su non c'è giorno in cui io non mi fissi su un qualsiasi ricordo consapevole che sarà sempre peggio. Pensare che dentro questo costume da Gabibbo c'è ancora il cuore della 15enne.
EliminaStai su eh, che siamo in due.! Bacione gigante.
Fantastica rievocazione degli anni 80...risento in sottofondo Careless whispers e Trough the Barricades tra le tante arie musicali ..
RispondiEliminaDici il dolce si presta quindi anche al lampone invece del mirtillo? ����
Io ero già più grande. Carless whispers è stato il mio primo ballo con il ragazzo di cui ero perdutamente innamorata (e futuro marito), Through the Barricades invece mi ricorda un viaggio con la scuola a fine liceo. Insomma, sempre di colpi al cuore si tratta!
EliminaCerto, con lamponi, ma anche con fragole che arriveranno, con l'ananas (perché no) e ovviamente con mele o pere, magari preventivamente caramellate.
Un abbraccio.
Ormai alla demenza senile ci sto facendo il callo; d'altra parte tra un paio di settimane ne avrò +20 di te. Però del passato ricordo tutto, o quasi; il problema è stabilire quali cose sono venute prima e quali dopo, ma vabbè l'importante è ricordarsele.
RispondiEliminaIl dolce così fresco e morbidoso mi piace tanto. Un abbraccio
Sei un ragazzo! E sei più in gamba di me, almeno tu ti ricordi tutto. Anche io ho lo stesso problema. Confondo l'ordine delle cose. Ma è sempre pericolosissimo abbandonarsi ai ricordi.
EliminaTi mando un forte abbraccio caro Andrea.
è bello leggere post come il tuo. ho gli stessi ricordi, il mondiale, i gelati, i motorini, i dischi, la testa fra le nuvole...
RispondiEliminanel tuo post leggo una leggerezza e una gioia di vivere piene di sole.
Io invece ho un ricordo sgradevolissimo di quegli anni. parecchie cavolate che potevano costarmi care, e parecchie cose alcune semplicemente stupide altre proprio cattive di cui mi vergogno ancora adesso. un periodo in cui ho venduto l'anima e per ritrovarla non è stato semplice.
adesso guardo i miei figli con un misto di stupore e ammirazione, perché vedo che loro sono diversi. tutto sommato più forti nella loro identità. spero di non sbagliarmi.
Questo tuo lato ribelle poi me lo devi raccontare perché adesso sono curiosa.
EliminaI nostri figli sono migliori di quanto noi pensiamo.
Un grande abbraccio
Anche io sono allibita dal tempo che passa quando realizzo che le mie piccole cuginette stanno iniziando l'Università o addirittura l'hanno finita...ogni volta è un trauma. Ma deve essere davvero bello osservare Alice e rivedere te, simile e diversa al tempo stesso. E l'amarcord...per me è una costante della vita! :-)
RispondiEliminaTu sei ancora una pischelletta ed alla tua età il pensiero vagava sfiorando appena la sensazione della fuggevolezza.
EliminaSull'amarcord siamo d'accordo. Non c'è giorno in cui non mi guardi indietro. Non so se è un bene, ma non posso farne a meno.
sono dovuta andare a guardare. Mi ricordo più l'82 che l'89: muro di Berlino e rivolta in Romania, quello sì, ma poco altro eppure fu un anno pieno di cambiamenti...pazzesco quanto sembri lontano eppure così vicino allo stesso tempo.
RispondiEliminaE' vero? Incredibile. E soprattutto tante le cose successe a cui noi, ragazzi, non davamo importanza, tutti concentrati sulla nostra esistenza e sui nostri progetti.
EliminaPensavo che fosse solo una mia mancanza, ma vedo che è così per tutti.
tra poco metterò su un'altro anno sulla panza... e il tuo post mi ha fatto veramente altro che sentire tremare le vene sotto i polsi!
RispondiEliminatrovo che questo cake ai mirtilli vada proprio bene per 15 di adesso ma anche di "allora"!
besitos!
Cara Mai, la cosa importante è riuscire a tenerci stretti i ricordi con un sorriso.
EliminaTi abbraccio forte.
Io invece i miei quindici anni (poco dopo il 1982) non li ricordo volentieri : bruttina , timidissima e imbranata, insicura e timorosa ero la vittima perfetta dei miei compagni di liceo. Addolcisco il ricordo con una fetta di dolce. ...
RispondiEliminaSe è per questo, timida ed imbranata lo ero anche io. Piena di insicurezze ma anche di voglia di fare. Di amici stronzi ce n'erano ma io stavo solo con chi mi faceva star bene. Già allora avevo imparato a svicolare strategicamente. Ti abbraccio cara Claudette.
Eliminaleggerti apre voragini di nostalgia.
RispondiEliminaI mie 15 anni erano nel 1964, tempi non tanto facili anche se all'inizio del boom economico, lavoravo in un ufficetto scalcinato in fondo al mondo, dentro a un cortile dove degli straccivendoli tenevano un sacco di magazzini e piccoli topolini a volte venivano a farmi compagnia, mi alzavo alle 6 della mattina per essere puntuale alle 8, apprendista impiegata, un lavoro che avevo trovato finiti i due anni da corrispondente in lingue estere all'Istituto Dardi, pur non avendo ancora l'età per lavorare. Ma funzionava così. Timida lo ero, imbranata anche, parecchio, mi sentivo il brutto anatroccolo rispetto alle mie amiche, non avevamo grosse possibilità in famiglia, mia madre mi comprava cappotti più grandi di due taglie perchè mi durassero più a lungo e mi mandava in giro coi calzettoni mentre le mie amiche portavano già le calze di nylon. Mi vergognavo tantissimo. Libertà poca, e quando c'era era ad orologeria, quasi sempre sotto tutela. Capitava che la domenica qualche amica o qualche vecchia compagna di scuola facesse la festa in casa, come si usava in quegli anni, i genitori di lei nell'altra stanza, e noi col mangiadischi appena arrivato in commercio, ricordo che era color aragosta, e i 45 giri che portava chi poteva averne. I balli del mattone con i ragazzi più timidi di me che al massimo mi accompagnavano a casa tenendomi per mano, salvo lasciarmi un po' prima di arrivare al portone per non essere visti da mia madre. Sognavo di andarmene da casa, mi sentivo oppressa da una madre poco incline alla comprensione e alle manifestazioni d'affetto, ma era più o meno la situazione che vivevano tutte le quindicenni di allora. La beat generation stava arrivando e di lì a poco ci sarebbe stato il '68, con tutto quello che avrebbe comportato. Beatles, Rolling Stones, Who, Creedence, Doors, Pink Floyd, Jimi Hendrix, Janis Joplin erano la colonna sonora della nostra vita. I miei quindici anni sono stati davvero faticosi, rimpiango la giovinezza e anche quella voglia di ribellione, di emancipazione che circolava sotterranea e che ha fatto emergere una maggiore libertà e consapevolezza, soprattutto per le donne. Ma hai perfettamente ragione, tornare indietro è un esercizio pericolosissimo da fare in solitaria...
Oh cara Giuliana, che emozione leggerti e leggere come tu abbia recuperato nel tempo, ciò che ti è mancato da ragazza. Quante donne della tua generazione possono dire di essere "moderne" ed attive come lo sei tu? Sarai pure una nonna, ma io trovo in te un'anima così giovane e fresca che ne batte molte di mia conoscenza, che alla tua età neanche ci arrivano. Tu sei stata ragazza nel periodo più effervescente della storia del nostro secolo ed un giorno mi racconterai a voce. Ti abbraccio fortissimo.
Eliminaun bacione Patty. Hai il gran dono di far sentire le persone a casa, avvolte in un caldo abbraccio. Grazie, di tutto.
EliminaCiao cara Patty auguri con qualche gg di ritardo alla tua meravigliosa quindicenne. Qui cominciano a tremare i polsi perché in fase preadolescenziale con un nanetto di quasi dieci anni ma già alto come me...devo ricominciare a mettere i tacchi :). Ricordo benissimo tutti i particolari da te vissuti in quell'anno, anche se di anni i miei erano 7...ma Cabrini è rimasto sempre ben impresso :). Così come le musiche di allora...per il Commodore abbiamo aspettato qualche anno per averlo. Ho provato nei gg scorsi una ricetta sperduto di Donna Hay e anche questa mi sembra perfetta da replicare ;). Buona serata baci Luisa
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