Sei partito per un viaggio.
Hai preparato tutte le tue cose, ci hai salutate e sei andato via con la tua vita dentro un bagaglio a mano.
Siedo alla finestra ed attendo il tuo ritorno.
Guardo fuori l'orizzonte, cerco il tuo profilo ma sono gli alberi mossi dal vento.
Conto i giorni, uno dopo l'altro.
Dovrebbero essere alla rovescia perché stai per tornare ed invece i giorni passano, il numero cresce e va verso l'infinito. Tu non torni.
Nel silenzio della casa, mentre sbuccio una mela, sento la tua voce.
La sento forte, chiara, il tuo accento familiare, il tuo tono tra il brusco e il pacato.
Alzo la testa, mi hai fatto uno scherzo, nel viaggio ti allontani.
La tua assenza è il vento freddo dell'inverno che si avvicina, il vuoto che lascia la fame quando è vera e crudele.
Sei partito e non tornerai, ora lo so.
Pensandoti, sfiorerò la tua foto con un bacio lieve.
Se starai guardando, allora capirai tutto l'amore che hai lasciato qui.
Fai buon viaggio papà.
Non è passato un mese, tutto è ancora così difficile per me.
Continuo a cucinare perché è un modo per distrarmi e le regole impongono ordine, che io non ho in questo momento, nella testa e nel cuore.
Ma in qualche modo questo buco nero dovrò pur riempirlo.
Ho scelto una ricetta casualmente vegana.
Casualmente perché in realtà volevo dare una degna fine a del cavolfiore, ortaggio assai umile e spesso noioso.
Ho preso ispirazione da Food Marabout nel numero autunnale di quest'anno, ma ho rimaneggiato la ricetta alla mia maniera e fidatevi, queste polpettine pseudo Falafel, sono favolose.
Semplici, gustose, e anche gluten free.
Non vi fate spaventare dal fritto. Una volta ogni tanto si può osare, via.
E non tralasciate di accompagnare il tutto con dell'ottimo hummus (ceci, cannellini, lenticchie, vedete voi quello che vi piace di più) fatto in casa.
Ingredienti per 2 persone
50 g di semi di zucca
35 g di semi di girasole
18 g di semi di sesamo
1 cucchiaio di semi di lino
350 g di cavolfiore ridotto a cimette
60 g di farina di ceci
1 spicchio d'aglio
la punta di un cucchiaino di semi di cumino
la punta di un cucchiaino di semi di coriandolo
un mazzetto di prezzemolo
1 cucchiaino colmo di Tahini chiara
1 cucchiaio di succo di limone
35 ml di acqua
80 ml di olio extravergine + quello per friggere
Sale - pepe qb
- In una larga padella antiaderente ben riscaldata, fate tostare tutti i semi per un paio di minuti, smuovendola in continuazione in modo che siano tutti dorati uniformemente.
- Mettete in un mixer i semi, il cavolfiore, l'aglio, le spezie, la tahini, il prezzemolo, l'acqua, il limone e l'olio e frullate fino ad ottenere un impasto omogeneo e non troppo fine.
- Versate il composto in una ciotola. Aggiungete la farina di ceci e mescolate con cura. Se vi sembrasse troppo umido, aggiungetene ancora poca alla volta.
- Aiutandovi con due cucchiai, formate delle quenelle che terrete da parte.
- In una pentola di ferro a bordi alti, adatta alla frittura, versate 2 dita di olio extravergine e fate scaldare bene. Friggete 4/5 Falafel alla volta e girateli con delicatezza affinché siano dorati in maniera uniforme.
- Scolate e fate asciugare su carta assorbente.
- Servite subito ben caldi, accompagnati con hummus ed un insalata di pomodori.
sai dar voce alle tue emozioni in modo così poetico e preciso da togliere il fiato! E strafoghiamoci di fritto, vai!!! :-)
RispondiEliminaStrafoghiamoci di fritto va che è meglio....Grazie tesoro bello.
EliminaLa ricetta è fantastica. Intima. Il trionfo della semplicità. Una coccola calda come un abbraccio. La famiglia. Gli affetti più cari. Quelli che sono venuti a mancare...troppo presto.
RispondiEliminaI tuoi scatti meravigliosi riassumono tutto questo...qualcosa ben oltre una semplice ricetta.
Ti abbraccio forte Patty e, lo sai, Lui è proprio lì con te <3
Grazie cara Monica per le tue parole. Un abbraccio fortissimo.
EliminaColpita e affondata anche questa mattina ❤
RispondiEliminaE non parlo della ricetta, tanto lo sai che adoro tutto quello che fai...
Ti abbraccio stretta e ti aspetto
Preparami qualcosa che arrivo presto <3
EliminaPatti, non riesco a dire niente. Ho solo lacrime che scendono da sole.
RispondiEliminaSo, e so anche che non passa, non passa mai.
Ti abbraccio stretta, e in questo abbraccio ci metto tutte le parole che non riesco a dire.
Giuliana, non hai bisogno di dire nulla. Grazie per l'abbraccio, mi serve proprio.
EliminaCiao cara.
Vivo ogni tua parola come un triste presagio. Patti, ho tanta paura... ti abbraccio fortissimo ❤️
RispondiEliminaTi ho scritto. Lo sai.
EliminaAh, le polpettine anzi le meravigliose quenelles devono essere buonissime, oltre che bellissime
RispondiEliminaToccante e avvolgente.. come il profumo di questa ricetta..ti abbraccio
RispondiEliminaGrazie infinte carissima.
EliminaRicetta spettacolarmente "semplice" consolatoria e appagante.
RispondiEliminaTi capisco lettera dopo lettera. Mi hai commosso. Il mio in pratica è morto con le sue mani nelle mie. Ho sentito il cuore strapparsi. Erano le 19. Ho aspettato 10 minuti prima di chiamare le infermiere,e l'arrivo di mio marito ha evitato che fosse per un tempo più lungo. Sapevo che una volta avvisati medici ecc. me lo avrebbero portato via. Non ti dico altro. Ancora piango, mi domando mi rispondo non capisco....non è vero che il dolore si affievolisce col tempo. Dipende. Tu cerchi di riempire i tuoi vuoti con queste meraviglie. Io, per tanti altri accadimenti ho perso lo smalto di un tempo. Magari questi falafel sono un "inizio" anche per me. Potrebbero. Un abbraccio grande e pieno d'amore cara Patty. E non ti dico forza su ecc... Un abbraccio stretto stretto e silenzioso. Dove a parlare sono i pensieri i ricordi e i battiti dei nostri cuori.
Mi dispiace di avere riaperto una ferita, ma credo che non si rimargini mai. Al momento sto ancora imparando a fare un passo dopo l'altro, fra un po' magari sarò in grado di dire parole consolatorie. Per il momento posso solo dirti che ti sono vicina e che un giorno anche il tuo papà tornerà a te portandoti sorrisi e non più lacrime. Un bacio cara Antonella.
EliminaNon dispiacerti. Ci accomuna questo dolore. Col tempo forse si impara a conviverci "serenamente ".... un bacione
EliminaCara Patty, che parole profonde, semplici e a loro modo leggere hai saputo trovare, per far uscire questo dolore. Penso che il tempo, che sa essere grande amico in queste circostanze, potrà solo trasformarlo, a modo suo, ma azzerarlo mai.
RispondiEliminaResta sempre di (grande) conforto il calore di "stare", nella cucina come nei ricordi.
Ti abbraccio, con affetto Pat, con affetto.
Grazie Cinzia, con tutto il cuore.
Eliminaun viaggio difficile da accettare ma che purtroppo fa parte della nostra vita. stupende le tue pseudo falafel. ti abbraccio forte cara. Spero la cucina ti aiuti ad andare avanti. Ale
RispondiEliminaCiao tesoro. Lei mi aiuta sempre, ma anche voi <3
EliminaAndrò controcorrente per ciò che sto per scrivere, ma ognuno vive un'esperienza diversa tanto sono gli essere umani sulla Terra. Sono trascorsi 6 anni e pochi mesi da quel giorno e oggi non rammento più la sua voce e i ricordi svaniscono e diventano solo dei brevi istanti della memoria, perché sostituiti da altri ricordi più recenti che fortunatamente ci fanno capire di essere vivi. Ma non fa male, perché la morte è parte della vita e saperla accettare è l'educazione che manca a noi occidentali; la morte ci coglie impreparati perché ne restiamo lontani, sempre scaramantici, come se non ci riguardasse e invece arriva quando meno te l'aspetti e ci colpisce in faccia, come uno schiaffo che fa bruciare la guancia.
RispondiEliminaPerò resta una cosa ben più importante al mondo: tu. I tuoi geni che sono parte di lui, la tua educazione, le tuoi abitudini, il tuo modo di essere e di pensare. In tutte queste cose c'è anche lui, ogni giorno te ne renderai sempre più conto, e ti sorprenderai quanto tu sei anche un po' Lui.
E' dura, ma andrà meglio :-*
Cara Roberta, credo che accadrà anche a me di ricordare nella serenità e sentire la vita più pulsante che mai. Adesso mi sento debole e senza forze e se potessi mi chiuderei dentro una grotta illuminata da una candela. Ma sulla cultura della morte e della sua accettazione, la penso esattamente come te.
EliminaChe in me ci siano i geni di papà è palese, è per questo che lo sento così vicino, giustamente lui è in me in tutti i sensi.
Grazie per le tue parole. Un forte abbraccio.
Cara Patty, da oramai un anno, ho trascorso più di metà della mia vita senza mio padre. Una consapevolezza che mi ha atterrita. Il dolore cambierà forma, ma non peso. Però hai tanto altro amore nella tua vita che saprà aiutarti nei momenti più difficili. Ti abbraccio forte.
RispondiEliminaCarissima Patty, ti abbraccio forte forte, non riesco a trovare nessun'altra parola...
RispondiElimina<3
Non so come tu faccia con poche, semplici parole ad esprimere sentimenti così forti e difficili. Sei bravissima anche nel dolore. Ti abbraccio forte.
RispondiEliminaE poi ti leggo e non riesco più a dire nulla.
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