A volte mi chiedo se mia figlia proverà mai l'emozione di ricevere una lettera d'amore.
Che diamine, certo che si: nel mondo si scrive ancora (almeno così pare).
Io sto parlando di una vera lettera: di carta preziosa chiusa dentro una busta sigillata, affrancata e spedita con timore e palpitazione, nell'ansiosa attesa di una risposta che potrebbe arrivare fra giorni oppure mai...
Chi ha superato i 40 forse sa di cosa parlo.
Forse conosce il piacere dell'attesa, la gioia di raggiungere l'amato vicino o lontano su delle ali di carta reggendosi stretta ad un filo di inchiostro.
Scrivere una lettera, ma soprattutto scrivere una lettera d'amore è un atto attraverso il quale dovremmo passare tutti nella nostra vita.
Ma dovremmo farlo come si deve: non dietro l'anonimato di una tastiera su cui viaggiano veloci le nostre dita, quasi dimenticandosi che le parole hanno un'anima.
L'anima delle parole non sta solo nel loro senso e nella nostra capacità di renderle vive, ma anche nella loro forma sulla pagina, quella che la nostra mano munita di penna, riesce a dare loro.
Il segno, la grafia, le lettere vergate di fretta o con meditata attenzione...ogni segno parla di noi. Racconta la nostra passione, i nostri dolori, il dubbio, la speranza.
Credo di aver scritto centinaia di lettere anche solo per il semplice piacere di vedere scivolare l'inchiostro sulla carta, di osservare la mia scrittura tonda, ordinata, chiara.
Ho comprato fogli, quaderni, scelto buste, penne colorate, matite morbide con cui tracciare disegni fra le righe; ho frugato fra i banchi delle cartolerie scegliendo ceralacca rossi carminio ed un timbro fiorato con una P al centro; ho collezionato sticker, ex libri, adesivi di ogni forma e colore che appiccicavo ostinatamente sul retro delle buste a proteggerle dall'apertura di mani estranee.
Ho una scatola gigantesca piena di lettere scritte a mio marito, allora ancora "il mio ragazzo", e le sue riposte, che segnano gli anni del nostro fidanzamento e dei momenti in cui stiamo stati lontani.
Non le ho mai rilette perché non credo di poter reggere l'emozione: anche solo sentirne l'odore mi fa girare la testa.
Lasciamo stare S. Valentino: proviamo ancora a scrivere una lettera a chi amiamo, in qualsiasi momento.
Non consegniamola a mano, spediamola.
Per me aprire una busta è sempre stato come scartare un regalo: medesima eccitazione ma sempre maggior piacere dello scoprire un oggetto qualsiasi.
Magari i nostri figli avranno voglia di imitarci.
Prima di parlare di questi deliziosi biscotti, voglio rivolgere un pensiero ad una persona mancata esattamente un anno fa e che conobbi grazie alla rete.
Silvia era una blogger appassionata e vitale con cui ho avuto occasione di condividere dei bei momenti legati alla comune passione per il cibo.
Ci siamo scambiate mail, messaggi, chat anche vivaci e non sempre ci siamo trovate d'accordo ma lo scambio è sempre stato denso di ironia e rispetto reciproco, come dovrebbe sempre essere nella normalità. La sua personalità gigantesca ed avida di vita veniva spesso scambiata per egocentrismo ma io vedevo il lei solo un gran desiderio di essere apprezzata e riconosciuta.
Il suo desiderio di dedicarmi un post sul suo blog La Masca in Cucina, mi riempì di sorpresa mista ad imbarazzo (come sempre mi succede quando ricevo attestati di stima).
La sua scomparsa repentina mi ha colpito come uno schiaffo in pieno viso, incredula che una persona così vulcanica e vivace potesse mai soccombere alla malattia.
Il mio pensiero va a lei spesso ma oggi voglio mandarle un ciao speciale anche da qui!
Ciao Silvia, ad maiora!
Tornando ai biscotti, questa è una personale interpretazione dei frollini orzo e miele di Alice , il cui blog cresce ogni giorno di ricette meravigliose e foto mozzafiato.
Le ho chiesto se potessi utilizzare una parte di farina di avena che avevo in dispensa, tagliandola con farina 0 e lei mi ha risposto tranquilla: "perché no".
Ho aumentato le sue dosi originali di mezza dose perché in casa siamo in tre e 16 biscotti non durano neanche il tempo di dire: pronti!
Non aspettatevi i soliti frollini croccanti: la presenza del miele rende la frolla più morbida.
Non sono dolci ma l'aroma del miele, se vi piace, li rende davvero buoni nella loro semplicità.
Ingredienti per c.ca 40 biscotti
150 g di farina 0
150 g di farina di avena
135 g di miele (io ho usato del miele sardo di agrumi molto profumato ma voi scegliete il vostro preferito, magari non di castagno, un po' amaro).
135 g di burro
1 uovo grande
1 cucchiaino di estratto di vaniglia naturale
1 pizzico di sale
- Setaccia e miscela le due farine quindi mettile nella ciotola di un mixer con la lama. Aggiungi il sale. Taglia a dadini il burro quindi fai sabbiare usando la velocità pulse in modo che il burro non si surriscaldi. Quando si saranno formate briciole sottili, l'impasto sarà pronto ad accogliere il miele.
- In una ciotola versa l'uovo e sbattilo leggermente. Aggiungi la vaniglia ed il miele (se risultasse troppo duro, fallo scaldare appena per renderlo più fluido). Con una forchetta amalgama miele ed uovo quindi versa il tutto nella ciotola del mixer ed dai il via all'impasto fino a quando non si formerà una palla.
- Versa il tutto su una spianatoia: l'impasto sarà piuttosto morbido. Avvolgilo nella pellicola, appiattiscilo un po' con le mani e metti in frigo a riposare (io l'ho tenuto 2 ore).
- Una volta pronto, infarina leggermente il piano di lavoro e stendi l'impasto ad uno spessore di 5 mm. Taglia i biscotti con lo stampo che preferisci: io ho utilizzato un foglio di silicone decorato che avevo già utilizzato per questa ricetta, ed ho coppato i biscotti a forma di cuore.
- Disponi i biscotti su una teglia coperta di carta da forno, distanziati ma non troppo (non cresceranno in cottura) e mettili in frigo, almeno per 30 minuti.
- Mentre aspetti, accendi il forno e porta a temperatura di 180°.
- Inforna a 180° per 10 minuti quindi abbassa a 170° e prosegui per altri 7/8 minuti. Rispetto ai biscotti di Alice, ho tenuto la cottura leggermente più lunga perché tostandosi maggiormente, il sapore del miele emerge in maniera più evidente e la frolla diventa più croccante. Dovranno prendere un bel colore dorato
- Una volta pronti, toglili immediatamente dalla placca e falli raffreddare su una gratella. Conservali in una scatola di latta o a chiusura ermetica.
- Non sono biscotti dalla spiccata croccantezza ed amabilmente dolci. Sono perfetti con il te o la mattina a colazione...peccato che io me li stia finendo da soli!
Hai saputo cogliere l'essenza di Silvia. Grazie per il tuo ricordo.
RispondiEliminaDi lettere ne ho ricevute tante. Sono dell'epoca delle amiche di penna: quante lettere conservate. Le ultime ricevute quelle di mio marito, anche se in realtà abbiamo vissuto insieme dal primo giorno, ma di lettere ce ne sono state e mi mancano. Quanto più facile l'sms mandato al volo...Bello il pensiero per Silvia. Non credevo che oggi ci saremmo stati in tanti a ricordarla. In un modo o nell'altro ha lasciato un segno e da quando ho visto Coco, piangendo l'ultima mezzora, credo che il ricordo sia il modo migliore per tenere in vita chi non c'è più.
RispondiEliminaTu sei più giovane di me ma che bello le "pen palls". Ricordo che a scuola la professoressa di inglese ci portava dei bigliettini con gli indirizzi di ragazzi di tutto il mondo che reperiva attraverso EF. Per anni mi sono scritta con Patrick, un ragazzo francese che mi mandava i giornalini di Topolino tascabili...quanto ci siamo scritti. E poi fu la volta di una ragazza pachistana che viveva a Londra, e che mi introdusse al delirante mondo dei Duran Duran. Ma poi tanti altri di cui non ricordo il nome. Ognuno di loro mi mandava piccoli doni e tanta compagnia. Hai aperto un vaso di ricordi!
EliminaHai ragione sul valore del ricordo ma quanto è difficile da gestire in certi momenti, credimi.
Ti abbraccio
Quand'ero piccola per farmi contenta era sufficiente regalarmi della carta da lettere.
RispondiEliminaAll'epoca mi tenevo in contatto con le amiche lasciate in Liguria, con altre che si erano trasferite in un'altra regione, durante le vacanze estive con le amiche che avevano la fortuna di trascorrere via dalla città tutti i tre mesi di riposo scolastico.
Crescendo ho iniziato a scrivere altri tipi di lettere...sempre perché è così che riesco ad aprirmi, raccontarmi, spiegarmi. E che emozione l'attesa di un riscontro, è vero!! Controllare ogni giorno la buca delle lettere nella speranza di trovare una busta indirizzata a me :-).
Che bella forma hanno questi biscotti! A leggere la ricetta e le tue indicazioni sembrano fatti appositamente per me: non troppo croccanti e non troppo dolci.
Li proverò!
Eh, come ti capisco.
EliminaUn forte abbraccio mia cara.
Quella di ricevere una lettera da una persona che amiamo è un'emozione impagabile, sempre e comunque. E impagabile è anche l'attesa che si colora spesso di ansie, titubanze, speranze e sogni.
RispondiEliminaMa mi fa sognare anche l'ambientazione che fa da cornice ai tuoi biscotti con un antico diario e una tovaglietta ricamata.
Grazie di tanta delicatezza!!!
Ma come sono felice che tu abbia associato questi biscotti ad un post sull'arte di scrivere lettere! Ne ho scritte tante, per anni, e ne ho consegnate (non inviate) solo poche. Ed effettivamente scrivere di proprio pugno ha una poesia e un significato che niente può uguagliare. Ma temo che sia una cosa persa per sempre, e me ne dispiace un sacco.
RispondiEliminaGrazie per aver rifatto questi biscotti, che sono bellissimi, e per le tue parole.
Ti abbraccio forte e spero di vederti presto :-)