lunedì 3 ottobre 2011

Briciole della mia Val d'Orcia e pici!

Sunrise - Norah Jones
Il settembre più caldo degli ultimi 150 anni...e l'ottobre? Un sabato azzurro come non ricordo da tempo ed una domenica se possibile, ancora più bella. Roba che verrebbe subito voglia di scappare al mare a toccare per l'ultima volta quest'anno, la sabbia con i piedi nudi. Molti lo hanno fatto, fortunati. Neanche noi però siamo rimasti in casa. Avremo tempo. Vengono i sensi di colpa quando fuori è così maledettamente sorridente. Un cielo così terso che ogni cosa a contrasto sembra ritagliata ed incollata lì, come sopra un collage. I contadini si strofinano le mani: il vino quest'anno sarà eccezionale. Però, se non comincia a piovere, non vedremo porcini, se non  dalla Romania o zone limitrofe, e neanche ci toglieremo la voglia di castagne, visto che anche loro vogliono l'acqua ed agosto e settembre sono stati i più avari di sempre. Non saprei dire se preferisco avere il sole fino a fine ottobre o rimpiangere le pappardelle ai porcini. Que sera sera, a questo punto mi va bene tutto. 
Oggi desidero lasciarvi qualche immagine della Val d'Orcia, questa straordinaria zona della provincia di Siena che amo con tutto il cuore, per la dolcezza delle sue linee e modestia dell'apparire. Visto che è ancora così bello, venite a farci un giro. Vi avviso però: c'è rischio che vi venga voglia di restare! 

Fare la pasta in casa è per me sempre un momento catartico. E' una sensazione di incredibile completezza, come se  attraverso le mie mani passassero voci ed esperienze di donne che fanno parte della mia vita anche se non ci sono più. E' un segno di continuità e lo trovo un gesto quasi religioso, sacro, per quello ho una sconfinata ammirazione per coloro che ancora si cimentano e si impegnano a preservare questo messaggio di vita. Un po' come chi fa il pane in casa, una delle azioni più belle inventate dall'uomo. Fare i pici in casa è veramente molto semplice. Dimenticate la chitarra, dimenticate le macchine. I pici si fanno a mano e si fanno in un attimo. Qualcuna mi chiederà: ma cosa sono i pici? Quando si dice pici, si dice Val d'Orcia perchè questi spaghettoni di acqua e farina nascono nella zona più a sud della provincia di Siena, quasi a confine con l'Umbria. Li troverete a Montepulciano, a Pienza, a Montalcino (ma lì si chiamano "pinci") ed anche a Siena perché ormai è un piatto della tradizione. Li troverete all'aglione, al cacio e pepe, al cinghiale ma forse quelli più tradizionali e tipici sono quelli alle briciole. Purtroppo nella maggior parte dei ristoranti e trattorie della zona vengono utilizzati ormai solo quelli "industriali". La cosa che mi fa enorme piacere, è che anche una grande chef con la Annie Feolde dell'Enoteca Pinchiorri li ha sulla carta e i suoi sono fatti a mano! Ecco quindi la ricetta dei "miei" pici alle briciole che vi invito a provare:
- Per 4 persone:
300 gr di farina 00 
un mestolo d'acqua (ovvero quanta ne prende la farina per ottenere una palla di consistenza elastica e non dura)
sale 
- 3 fette di pane raffermo privato della crosta
- 2 spicchi di aglio
- 3 filetti di acciuga
- un rametto di timo, origano fresco, timo limoncello, 2 foglie di salvia, un rametto di maggiorana
- olio extra vergine (se potete, di Sarteano o Cetona)
- pecorino di Pienza semi stagionato
Preparate la pasta mettendo la farina a fontana sulla spianatoia e versando al centro l'acqua ed un pizzico minimo di sale (fate attenzione perchè il sale tende ad indurire la pasta). In alcune case della zona si aggiunge anche un uovo per dare più struttura alla pasta, ma vi posso garantire che anche solo con acqua e farina sono assolutamente perfetti. Lavorate a lungo con forza e soddisfazione. Lasciate stare la planetaria per una volta e sentite bruciare le vostre braccia. Quando la pasta sarà liscia ed elastica, lasciatela riposare una decina di minuti sotto una ciotola di vetro. Quindi tagliate la pasta in piccoli pezzi che stenderete sulla spianatoia e taglierete per ottenere dei serpentelli come nella foto
Prendete un pezzetto di pasta e stiratelo con le mani in maniera non troppo regolare. Ben vengano schiacciature e bozzetti. Non devono essere perfetti e viene da qui la loro bontà. Tenete la pasta da stirare sotto il vetro in maniera che non si secchi e mettete i pici pronti su un panno di lino cosparso di farina. 
Una volta pronti i vostri pici, preparate le briciole. Togli la crosta alle fette di pane ed usa solo la mollica. Passa nel mixer il pane con tutte le erbe aromatiche e frulla fino ad ottenere un composto grossolano e profumato. Metti il mix in una padella saltapasta antiaderente a cui avrai buttato un bel pizzico di sale (io ho usato fiocchi di sale nero di Cipro) e fai abbrustolire ben bene, senza olio mi raccomando.  Togli le briciole croccanti e mettile da parte.
Nella stessa padella versa 3 cucchiai generosi di olio evo e l'aglio con i filetti di acciuga e falli sciogliere insaporendo bene l'olio. Versa la pasta in acqua bollente salata e segui con attenzione la cottura perché quando i pici saliranno a galla, saranno pronti. Ci vogliono pochi minuti. Scolali e mantieni un po' di acqua di cottura qualora si asciughino, quindi saltali nella padella con l'olio profumato. Impiattatali   e cospargili di briciole aromatiche un filo d'olio a crudo e, a piacere, una grattugiata di Pecorino di Pienza. 


Con questa ricetta partecipo al bellissimo contest di Pan di Ramerino "La Toscana nel Piatto"

31 commenti:

  1. Mammina che spettacolo Pat! Ma lo sai che i pici da che sono a Siena non li ho mai mangiati? Quelli secchi impiegano una vita e mezzo a cuocere e rinuncio prima, quelli freschi che vedo al supermercato hanno un colorino giallognolo tutt’altro che invitante e sembrano quasi di plastica! Nella tua torretta ci infilerei invece la forchetta anche subito :) E poi mi piace un sacco il condimento con i bricioloni di pane aromatico. Grazie per la spiegazione dettagliata sulla formatura, non sapevo si facessero così. Un po’ di pazienza ma largamente ricompensata. Prossimo week end intrappolo la talpa alla spianatoia :)) Un bacione, buona settimana

    P.S. io preferirei il sole fino a fine ottobre e ripiegare sul fungo surgelato. Ma a quanto pare a giorni arriverà l’acqua!!!

    RispondiElimina
  2. i pici non li conoscevo (e me ne vergogno)... però prometto che li farò quanto prima!
    grazie per questa dettagliatissima "spiega" :)))
    ma quanto sono belle le tue foto???????
    baci e buona settimana

    RispondiElimina
  3. Faccio spesso i gnocchi, ma con la pasta non mi sono mai cimentata, potrei cominciare con questa ;)

    RispondiElimina
  4. io adoro i pici...pensa che li mangiavo sempre in toscana e mi sono fatta dare le ricetta x rifarli a casa :D (sono anche nel blog...valli a vedere che mi piacerebbe il tuo giudizio)...cosi sono bellissimi...echissà che buoni!

    RispondiElimina
  5. Cara Patty che meraviglia!!! Sei diventata proprio una fotografa ad alti livelli sai? E questi pici, che dire? Meravigliosi anche questi che solo a guardarli fa venire voglia di farli...anche io adoro impastare la pasta in casa ed ogni volta è un'emozione!! Il condimento è delizioso ed io qui a Roma lo utilizzo spesso con gli spaghetti! Un bacio e bravissimissimissima!!!!!!!!

    RispondiElimina
  6. Li ho mangiati qualche anno fa a Pienza, una notte di Capodanno...pensa un po'. Da allora mai piu' avuto il piacere, ma con una spiegazione simile mi viene voglia di cimentarmi.
    Ciao :-)

    RispondiElimina
  7. Io ho sempre quella voglia di restare, ancora prima di arrivarci..ciao Pattyyyyy

    RispondiElimina
  8. Conosco bene la val d'Orcia e conosco i pici che però non ho mai gustato così, ma sempre con del ragù...una meraviglia!!!!!!
    Mi salvo anche la tua ricettina...un bacio e grazie

    RispondiElimina
  9. ma che belle quelle manine...e che buoni questi pici...eppoi norah Jones è una delle mie cantanti preferite!
    un abbraccio loredana

    RispondiElimina
  10. trovo che il fiore della pianta di cappero sia uno tra i più belli.
    ottimi i pici!

    RispondiElimina
  11. Mi hai fatto venire voglia di pici! Credo di averli mangiati solo una volta (ed ero in provincia di Siena) ed erano ottimi.
    Dubbio sole/funghi? Non saprei... io sono ghiotta di funghi... propongo un bel temporale autunnale in settimana e poi il sole sabato e domenica, che dici? eheheh!

    RispondiElimina
  12. Mi piacciono molto i pici e con quel condimento sono buonissimi.

    RispondiElimina
  13. ma sono una favola Patrizia!!!! Grazie per averci dato la ricetta, li proverò senz'altro!!!! Un bacione

    RispondiElimina
  14. Buonissimi i tuoi pici, complimenti e buona settimana I cuochi di Lucullo

    RispondiElimina
  15. non li ho mai mangiati, ma vedendo le foto mi è venuta voglia di assaggiarli, complimenti come sempre sei bravissima. aspetto di andare in Toscana o provo a farli io, ma sono un pò pigra ultimamente

    RispondiElimina
  16. Ciao, piacere di conoscerti! Mi sono subito salvata il tuo cake farina di riso ed agrumi! Bellissima la foto dei capperi, io ho un rapporto di amore ed odio con questa pianta che cresce ovunque, tranne che nel mio giardino! Un saluto, a presto...sorvolerò i tuoi complimenti alla signorina Fausta...!!!

    RispondiElimina
  17. La pianta del cappero non la conosco forse qua da noi fa troppo freddo..
    Bellissime le immagini e splendida la pasta, sicuro sarà buonissima!

    RispondiElimina
  18. Adori i pici, non solo li ho mangiati quando sono andata in vacanza a Siena, ma li ho pure portati a Roma come scorta...ora però finita purtroppo...eheheheh CIAO SILVIA

    RispondiElimina
  19. ma che meraviglia!!! i tuoi pici sono bellissimi e sicuramente buonissimi..e le foto di Bagno Vignoni mi fanno venire in mente il mio primo fine settimana romantico post matrimonio...quale posto migliore della Val d'Orcia?!!

    RispondiElimina
  20. Io ho dei ricordi fantastici di pici home-made in Umbria, sul Trasimeno, guarniti con un sugo d'anatra grasso, ma così grasso... che bontà!
    Però non li ho mai fatti... e bisogna rimediare subitissimo!
    La versione con le briciole è particolarissima: li ho sempre visti al sugo!!
    Per i funghi, sarà contenta mia madre, che ha sviluppato una strana allergia.. ma io una tagliatella ai funghi me la farei volentieri!!!
    Un abbraccio, e buona settimana! (ieri sera sono andata a cena fuori... 3 ottobre in vestitino e sandaletti O__O)

    RispondiElimina
  21. com'è bella la Val d'Orcia e quante informazioni dalla tua ricetta! E quelle mani abili che lavorano di chi sono??? OK, tue... ma non sei mica Kali, no???
    Io mangiai i pici a Chiusi in un'ottima "trattoria" che mi è rimasta nel cuore, tanto da tornarci poi una seconda volta.
    Questa ricetta, con la sua semplicità, ha tutto il sapore di un buon piatto casalingo, fatto come una volta...
    Buono. Un bacione

    RispondiElimina
  22. @tutte: grazie davvero per essere passate e per il vostro entusiasmo. Vi invito a provare, sono davvero facili da preparare e buonissimi in ogni versione. Le manine che vedete sono le mie e quelle della mia asparagina, che in realtà non ha delle mani, ma delle pale da forno.Quindi, chiamarle manine.....Vi abbraccio tutte caramente e alla prossima. Pat

    RispondiElimina
  23. mamma..sto per svenire, ma sono meravigliosi!!! non posso attendere troppo per assaggiarli, bellissimi, buonissimi !!!!!ti abbraccio
    ciao Reby

    RispondiElimina
  24. Mai mangiato i pici! Prometto che rimedierò.....voglio rimediare! Bacione e buona serata

    RispondiElimina
  25. Bene, bravissima hai fatto un grandissimo post su i pici.
    Nei negozi e nei ristoranti della nostra città si vedono solo pici industriali
    e si dà sicuramente un' immagine sbagliata di questo piatto e della sua bontà. Si fa un grandissimo torto a indicare in pici quelli che sono soltanto
    un falso. Grazie mi ha fatto molto piacere vedere il tuo post con delle bellissime foto.

    RispondiElimina
  26. Crocchettabbella. ho un minuto solo che sono dal cel. mi chiedevo, ma tu domani per caso sei alla fiera del ttg a rimini? se si batti un colpo, 345-6416621.

    RispondiElimina
  27. Pat, questa meraviglia me la stavo perdendo cavoli! Che belle foto, bellissime parole, così coinvolgenti e piene di "radici" che vengono dal cuore. Non so se mi metterò mai a fare i pici, sono bergamasca e le mani in pasta a noi non vengono naturali, però non dispero, questo tuo racconto mi prende quasi per mano.
    E pensare e che son venuta da te apposta per lasciarti un link che mi ha ricordato il tuo commento sul fatto che con il pane non hai feeling... e queste tue mani meravigliose allora, solo per i pici?!?! Naaaaaaaaa!ecco qui, per iniziare, una cosa che ti darà grandi soddisfazioni, cara, prova a farlo e non ti pentirai
    http://lazuccacapricciosa.blogspot.com/2011/10/ciabatte-rustiche-senza-impasto.html
    buon WE un abbraccio affettuoso :)

    RispondiElimina
  28. mi hai fatto venir voglia di provare a farli a mano, questi pici!
    ;-)

    RispondiElimina
  29. Mi inchino alla maestria della signoria vostra!
    Patty, è bello averti come amica di blog, la tua disponibilità verso le persone deve essere enorme, riesci a trasmetterla anche solo con un commento.... ciao cara!

    RispondiElimina
  30. Li rifaccio, li rifaccio, li rifaccio. Bagno Vignoni...che poesia...e poi c'è un'erboristeria dove trovo i fiori di finocchio che a Roma sono praticamente introvabili...il mio pusher è il mio papà e se non va lui a raccoglierli sono fritta!!!
    Baci grandi

    RispondiElimina
  31. Vedo soltanto oggi la ricetta che proverò al più presto. I pici mi piacciono tantissimo e non credo siano difficilissimi da fare, che ne dici? Salutami la Toscana e la bellissima provincia di Ssiena (con 2 esse, come dite voi).

    RispondiElimina

Ciao! Grazie per esserti fermato nel mio angolino. Se ti va, lascia un pensiero, un commento, una critica. Ti risponderò con piacere. La tua opinione è importante.
Ti ricordo che se commenti con un account registrato ACCONSENTI a pubblicare il link al tuo profilo tra i commenti. Prima di commentare consulta la PRIVACY POLICY per ulteriori informazioni.