Con il primo giorno di scuola coincide il mio ritorno alla routine lavorativa ed alla sensazione che l'estate sia definitivamente finita.
Nonostante non possa dire di avere trascorso delle vere vacanze estive quest'anno, la possibilità di concedersi qualche minuto in più di sonno al mattino, mi da' quella sensazione di privilegio speciale che cambia il volto della giornata: sveglia alle 8.00 ma anche 8.30, giornate lunghe e serate con tempo a disposizione per leggere o guardare un bel film, leggera euforia procurata dalle endorfine animate dalla luce del giorno che sembra non finire mai.
Allo scoccare dell'apertura delle scuole, la sveglia si piazza inesorabilmente sulle 7.00.
Gli occhi si aprono con difficoltà, la postura è quella dello zombie con la reattività di un bradipo.
Figlia e marito si muovo silenziosi come fantasmi, consumano la colazione senza proferire verbo e alle 8,30 mi ritrovo sola con la voglia di ritornare a letto e dormire a oltranza.
Cosa che ovviamente è impossibile, perché il resto del mondo è già sveglio, in particolare il mio telefono, che comincia a squillare come se non avesse un domani.
L'ultima stagione lavorativa poi, è stata segnata da costanti contrattempi e disavventure dei miei poveri viaggiatori americani: cancellazioni di voli (problema rituale), ritardi dei mezzi pubblici (un classico), richieste cambi di programma in corso viaggio (capricci seriali), ricoveri al pronto soccorso locale (sfiga incombente).
L'ultimo, freschissimo, è stato proprio il ricovero di una gentile signora over 70, ad un pronto soccorso della mia regione avvenuto ieri durante un transfer.
La poverina si è sentita male ed il mio autista ha chiamato un'ambulanza che l'ha portata immediatamente all'ospedale, tranne poi dimenticarsi il nome del centro medico.
Dopo una veloce ricerca su internet, sono riuscita ad individuare il luogo e trovare un numero di telefono. Ho atteso circa 20 minuti per riuscire a parlare con il reparto in cui era stata ricoverata la signora e la conversazione che ne è seguita potrebbe essere registrata sugli annali degli incubi Kafkiani:
"Buongiorno, vorrei parlare con la signora americana Pincopallo appena arrivata al pronto soccorso con un'ambulanza"
"Lei è una parente"?
"No..guardi sono..."- "Non possiamo dare informazioni telefoniche"
"Mi scusi, telefono da Siena e non posso fisicamente venire da voi, se non prima di 3 ore. Ho solo bisogno di sapere se la signora sta bene e se passerà la notte in ospedale"
"Senta, chi mi dice che lei non sia una giornalista e la signora una famosa americana e domani mi esca una giornalata che parla dell'incompetenza degli ospedali italiani?"
"???...ehm, guardi, magari fossi una giornalista scandalistica....purtroppo sono solo la sfigatissima agente di viaggio che ha organizzato il soggiorno della signora e vorrei poterla aiutare a preservare un ricordo positivo della sua vacanza. "
" Eh, lo so, lo so, ma noi non possiamo dare informazioni. La signora passerà la notte qui e le ho già detto troppo".
Fine della conversazione.
Così, per stemperare il nervosismo provocato dall'assurdità di un sistema, ed evitare di farsi venire l'ulcera che non è il caso, una torta resta sempre una buona idea.
Proprio lei, una facilissima, semplice, modesta torta di carote.
Che pare essere il dolce che mi rappresenti.
Ve lo ricordate il gioco del "Se fosse"? Se fossi una ricetta sarei...molto tempo fa l'ho raccontato in questo post . Anche all'epoca mi vedevo come un dolce, ma una più rustica e tradizionale crostata di amarene.
Nei giorni scorsi mi è capitato di incappare in un divertente test dedicato ai dolci per occasioni speciali dove mi si chiedeva invece "Che dolce sei"? Cinque brevi domande, alcune con alternative molto divertenti sulla scia del “se fossi un dolce sarei…”.
Il risultato individua il dolce che rispecchia la tua personalità o magari quella di una persona cara, così poi da realizzarlo proprio per una ricorrenza speciale.
Mumble mumble.
Ci ho pensato su prima di fare il test, per capire se il risultato avrebbe coinciso con l'idea che ho di me in quanto "dolce", ma non mi sarei certo aspettata questo: sono una torta di carote.
Che a pensarci bene mi somiglia davvero: ingredienti semplici e naturali, un impasto morbido, non dolcissimo, che a cottura ultimata regala profumi intensi e speziati che sanno di casa e famiglia. Poche impalcature, magari una leggera farcitura nei momenti speciali. Il test mi ha sgamata in pieno!
Così mi è venuta voglia di preparare una nuova torta ad alta densità di carote, con tanta frutta secca e possibilmente senza glutine così da piacere veramente a tutti.
Ho modificato quasi radicalmente una ricetta trovata su un vecchio numero di Saveur, che al primo tentativo è fallita miseramente a causa di evidenti errori nella temperatura di cottura e nella dimensione dello stampo (che spesso viene sottovalutata ma che è foriera di terribili debacle).
Così ho rivisto le proporzioni degli ingredienti, il calore del forno (la ricetta indicava 210° per un tempo lunghissimo ma la torta finisce per bruciarsi), usando uno stampo di 20 cm anziché 18 ed il risultato è quello che vedete. Ah dimenticavo, la torta è de li zio sa!
Ingredienti per uno stampo a cerniera da 20 cm di diametro
380 g di carote al netto degli scarti
100 g di burro
120 g di zucchero muscovado
3 uova grandi a temperatura ambiente
80 g di mandorle tostate e pelate
20 g di armelline
70 g di nocciole tostate
80 g di fecola di patate
8 g di lievito per dolci
1 cucchiaino di cannella in polvere
Per la finitura con glassa di cream cheese
150 g di cream cheese a temperatura ambiente
50 g di burro morbido
80 g di zucchero a velo
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
- Riscaldate il forno a 190°.
- Pelate con cura le carote, lavatele ed asciugatele. Grattugiatele con una grattugia a fori piccoli
- In un mixer a pulse, riducete la frutta secca precedentemente tostata, in farina.
- Fate fondere il burro a fiamma bassissima e lasciatelo intiepidire
- Montate le uova con lo zucchero con la frusta elettrica a velocità media, fino a che il composto non avrà raddoppiato di volume e sarà chiaro, soffice e sostenuto.
- Cominciate ad aggiungere delle manciate di carote che strizzerete bene prima di versarle nella montata di uova. Amalgamate con un cucchiaio delicatamente per non smontare.
- Aggiungete adesso la farina di frutta secca e mescolate per amalgamare con cura.
- Aggiungete il burro fuso a filo e mescolate.
- In ultimo aggiungete le polveri setacciate: fecola, lievito e cannella. Mescolate bene ottenendo un composto piuttosto cremoso che verserete nello stampo precedentemente imburrato e coperto di carta da forno.
- Fate cuocere per c.ca 1 h10 minuti facendo la prova dello stecchino. Se dovesse uscire sporco di impasto, continuate la cottura per altri 5/10 minuti. L'impasto resterà comunque umido grazie alle carote.
- Fate raffreddare una decina di minuti quindi sformate e fate raffreddare completamente su una gratella
- Mentre la torta raffredda preparate la glassa di cream cheese: in una ciotola mescolate con una frusta la cream cheese fino a che non avrete un composto cremoso. Aggiungete il burro morbido e la vaniglia e mescolate fino ad amalgamare bene il tutto. Aggiungete lo zucchero setacciato e sbattete bene il composto fino a che lo zucchero non sia incorporate perfettamente quindi mettete in frigo per una mezz'oretta.
- A torta fredda, decorate la torta come preferite e servite.
- Con la glassa, dovrete consumare la torta in un paio di giorni conservandola in frigo. Senza glassa, si conserva bene per qualche giorno a temperatura ambiente, coperta con pellicola.
Su questo blog trovate un'altra interessante torta di carote limone e mandorle rigorosamente gluten free, ma se non avete tempo e volete comunque utilizzare ingredienti freschi, cameo vi da una mano con le basi per creare la vostra torta di carote del cuore.
Molto bella anche la tua versione di questa sempre buona e coccolosa torta!!!
RispondiEliminaL'ennesima torta di carote...ma sempre buona in verità :) GRazie Mila.
EliminaDiciamo che la diffidenza italica nel comunicare informazioni si somma al terrore anglosassone di violazione della privacy. Si è ripresa la signora? troppo caldo?
RispondiEliminaHo fatto anche io il giochino con un risultato diverso. Se posso confessarlo la torta di carote passo. Non questa, in generale. Non mi sembra neanche una torta. Ecco, l'ho detto.
Invece contrariamente a te, mi strafogherei di gnocchi di patate di qualunque tipo. Però hai ragionissima: quelli veri sono solo quelli delle nonne, tutte patate (non fiocchi, orrore!!!) e poca farina. Indimenticabili.
Ma non saprei proprio dove trovare delle patate a pasta bianca.
La signora aveva una bella bronchite e disidratazione. Ripresa ma ancora sotto osservazione.
EliminaSulla torta di carote ti farò cambiare idea un giorno, magari quando vieni a trovarmi. Perché se tu l'assaggiassi, prima di capire che dentro ci sono le carote, mi faresti una lista infinita di ingredienti.
Sugli gnocchi spero di imparare perché ancora non sono convinta della mia capacità. Le patate a pasta bianca bisogna cercarle, più facile dal contadino.
Un bacione mia cara.
Bronchite in piena estate? da aria condizionata?
EliminaQuanto alla torta, mai dire mai, e poi se la cucini tu... :-)
ma non è la presenza delle carote, il punto! gli ingredienti insoliti non mi fanno esitare, anzi. Bacioni.
oggi ti ho pensata, perché ero "vicino" a casa tua: Chianciano.
EliminaAvrei detto che tu fossi qualcosa di più di una torta di carote...questo test non mi convince in pieno ;-)
RispondiEliminaDeliziosa, e la decorazione della glassa ricorda tanto i ghirigori che si fanno sulla sabbia bagnata. Si vede che ancora pensi all'estate! :-D
Un abbraccio cara Patty.
Troppo gentile Alice...magari si, forse non sono neanche una torta di carote...alla fine viene fuori che non sono neanche un dolce ma una bella lasagna, chissà. All'estate diciamo che ho pensato, visto che vissuta...proprio poco.
EliminaUn abbraccione.
le ricette " a modo tuo" sono sempre una garanzia, splendida e da provare!
RispondiEliminaSei un tesoro cara Lisa. Bacionissimo.
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