Mi pare davvero impossibile che sia già arrivato.
Se dovessi scegliere un mese che non vorrei veder finire mai, è proprio questo.
Giugno è l'allegria di scoprire che è finalmente venerdì.
E' il giorno prima di partire, l'aperitivo che apre il banchetto nuziale, l'ouverture della mia opera preferita.
Giugno è un vestito che non ho mai messo, ma che mi piace così tanto che vorrei indossarlo solo per una occasione speciale, e quell'occasione capita proprio quando decido che l'indosserò.
E' il ricordo di una strada di campagna, percorsa a ritroso per tornare a casa mentre il sole del tardo pomeriggio cala dipingendo alberi, colline, vallate di grano maturo con il suo oro liquido.
E' una passeggiata sulla spiaggia poco prima di scoprire di portare nel ventre la vita.
Sono le cene nell'aria tiepida della sera, su una terrazza costellata di candele e gelsomino.
E' la fine della scuola ed i giorni lunghi di libri letti a pancia in giù sull'erba del giardino.
Giugno è l'attesa del tramonto seduta sulle scale di casa; è mio padre che torna dall'orto con cesti di insalata e le prime fragole; le finestre aperte all'imbrunire da cui entrano le lucciole.
E' il canto delle rane che gracidano nell'erba umida, le mie Espadrillas rosse, il costume sotto i vestiti per il primo viaggio al mare.
E' la sensazione che tutto possa succedere e la certezza che succederà e sarà bellissimo.
E' l'urgenza di vivere, i miei 15 anni, la capacità intonsa di sognare e la bellezza di quello strano sconosciuto dolore intrappolato tra sterno e diaframma.
Giugno è il rullare di tamburi in lontananza, il grido dei bimbi che giocano in cortile, un'allegria senza ragione, la mia prima milonga all'aperto.
Non Marzo non Aprile, né Maggio sono i mesi in cui esplode la vita.
E' Giugno soltanto quel tempo in cui dovremmo essere grati per tanta bellezza.
E' sempre più difficile per me concentrarmi sullo scrivere senza indulgere in ricordi e nostalgia.
Una malattia, quella dell'età di mezzo, da cui non si guarisce.
Rasento il patetico, lo so, ma certe emozioni a volte mi travolgono e non so come tenerle a bada.
Mi arrendo e lascio che questo flusso di coscienza esca indisturbato dalle mie dita a scapito vostro.
Per dare benvenuto a Giugno, un piatto che sa di estate, qualcosa che si più mangiare anche tiepida ed è sempre buonissima.
Protagoniste seppie e calamari su una montagna di cous cous.
Facile da fare e ancor più buono da mangiare.
Ingredienti per 4 persone
· 1 mazzetto di prezzemolo fresco tritato
· 2 spicchi di aglio
· 30 g di olio extravergine di oliva
· 6 filetti di acciuga sott'olio
· 8 seppie pulite (c.ca 600 g)
· 500 g di calamari puliti
· 150 g di pane raffermo ammollato e strizzato
· 1 uovo
· 600 g di polpa di pomodoro
· 300 g di Cous Cous
· 1 bicchiere di vino bianco
· 50 g di olive nere denocciolate
· 20 g di capperi sotto sale, dissalati
· Olio extravergine qb
· Sale, pepe qb
- Lavate bene le seppie, privatele della pellicina che hanno sul corpo e separate i tentacoli. Tritate grossolanamente i tentacoli. In una larga casseruola (la stessa in cui cuocerete il guazzetto) fate imbiondire uno spicchio d’aglio con 3 cucchiai di olio quindi cuocetevi i tentacoli delle seppie a fiamma vivace, mescolando continuamente per 3 o 4 minuti, aggiustate di sale e alzate la fiamma, quindi sfumate con mezzo bicchiere di vino. Fate tirare e spegnete.
- Raccogliete i tentacoli lasciando i succhi nella casseruola e metteteli in una larga ciotola. Aggiungete il pane ammollato e ben strizzato, 4 filetti di acciuga sminuzzati, la metà dei capperi, il prezzemolo, 1 uovo ed aggiustate di sale e pepe. Mescolate bene con le mani in modo che il composto sia ben omogeneo quindi farcitevi le seppie, che dovranno essere riempite solo per 2/3 (durante la cottura si riducono e se sono troppo piene si rompono). Chiudete l’estremità con uno stuzzicadenti.
- Lavate i calamari che saranno stati privati della sacca di nero, quindi separate i tentacoli e tagliateli ad anello o a striscioline se preferite, e tenete da parte.
- Nella casseruola fate scaldare altri 3 cucchiai di olio, uno spicchio d’aglio ed i filetti di acciuga rimasti. Fateli sciogliere nell’olio quindi aggiungete le seppie ripiene. Alzate la fiamma a fuoco medio e fatele insaporire su entrambi i lati per una decina di minuti. Aggiungete i calamari, alzate la fiamma e cuocete per un paio di minuti, sfumando con il vino. Salate e pepate quindi aggiungete le olive, i capperi ed il pomodoro. Assaggiate ed aggiustate di sale e mescolate bene. Abbassate la fiamma e coprite. Fate cuocere una ventina di minuti.
- Nel frattempo preparate il cous cous seguendo le indicazioni della confezione. Non appena pronto, sgranatelo con una forchetta e versatelo su un piatto di portata.
- Una volta pronte le seppie e i calamari, adagiateli sul cous cous con metà del loro sughetto. Rifinite con del prezzemolo fresco o foglioline di basilico. Il resto potrete servirlo in una ciotola a disposizione dei commensali.
Anche se sono una (ex) ragazza autunnale, da sempre, questa tua ode al giugno mi ha fatto venire i brividi e anche un po' di commozione.
RispondiEliminaE sì, l'età di mezzo ci frega alla grande con i ricordi ☺️
La ricetta me la mangerei stasera, quanto a cucinare... cucinerei solo dolci😒, per il resto mai stata così basica. Chissà se il periodaccio ci ha messo lo zampino?