In qualche momento mi trovo a sbuffare quando mia figlia mi chiede "Dai mamma raccontami quando eri piccina", perché credo di averle ripetuto le mie avventure fino allo sfinimento, però poi mi rendo conto che io provo lo stesso piacere quando mio padre o mio suocero si tuffano nelle profondità del passato per portare alla luce vicende che ricordano ancora con una freschezza ed una emozione tali da metterci tutti muti da una parte.
Le storie di mio suocero in particolare, mi colpiscono fortemente perché provengono da un vissuto che non riconosco e che arriva da una terra che ho imparato ad amare con sincero attaccamento. Mio suocero Francesco è pugliese e potrei dire che lo è fino alla punta dell'ultimo capello, nel suo spirito, nella veracità, nell'attaccamento alla sua terra lasciata da ragazzo, nel suo animo burlone e sempre pronto allo scherzo, cosa che ritrovo in molti pugliesi incontrati dopo di lui. Inoltre mio suocero è un vero melomane ed un grande appassionato di Puccini. Credo che sia l'unica persona che conosco a sapere a memoria le opere del Maestro. Come possono non adorarlo?
La mia prima volta in Puglia è stata proprio nella sua casa a Palo del Colle. Ero appena ventenne, fidanzata da poco e con imbarazzo potevo affermare a quei tempi di non essere mai scesa più giù di Napoli. Era un agosto tropicale: ho ancora negli occhi l'immagine del cartellone della temperatura che a mezzanotte, nel cuore di Bari segnava 33°. Appena arrivata mi ammalai per il gran caldo. Mi sembrava di essere su un'altro pianeta. La lingua incomprensibile mi provocava moti di riso irrefrenabile. Tutto il parentado pugliese che girava intorno a quella casa era irresistibilmente gioviale, scherzoso, avvolgente. Io non capivo niente ma ogni tanto, grazie ad un naturale orecchio per accenti e suoni, lanciavo là un "ciccosa ié 'ddò" (perdonate ma non ho idea di come si scriva) scatenando l'ilarità generale. E' laggiù che ho imparato a giocare a Tressette, che ho mangiato il mio primo panzerotto fritto sul tetto di casa appena scendeva il sole, che ho visto il primo riccio di mare, che ho assaggiato le pesche (precoche) più buone della mia vita, che ho fatto il mio primo bagno nello Ionio, che sono impazzita per la Burrata e che ho scoperto fave e cicoria. Fave e cicoria. Perdonatemi, ma nel mio cuore questo duo produce un'armonia celestiale. Non c'è piatto che nella sua estrema povertà e semplicità sappia produrre nel mio palato, una tale commozione e gratitudine. Ho imparato questa ricetta grazie a mia suocera, la quale l'ha imparata da suo marito. E per questa e molte altre cose, io gli sono grata.
Ingredienti per 4 persone:
Per le Crepes
Ho usato la ricetta di Giuseppina, vincitrice dello scorso MTC con una variazione sulla tipologia di farina ma mantenendo le proporzioni da lei indicate, come segue:
- 100 gr di farina di ceci
- 50 gr di farina 0
- 350 ml di latte
- 50 ml di acqua
- 2 uova medie
- 1/2 cucchiaino di sale.
Ho preparato la pastella come lei spiega perfettamente qui la mattina ed ho cotto le crepes a pranzo. Avendo provato anche la ricetta originale per una seconda ricetta che posterò nei prossimi giorni, posso dire che la farina di ceci contribuisce ad ottenere una crepe più "croccante" ed il sapore è lievemente dolce, tipico di questo legume che io adoro. Ho cotto le crepes come indicato da Giuseppina, utilizzando del burro ghee o chiarificato, che perdonatemi, ma ho trovato ottimo nel mio negozio di fiducia. Onestamente ho preferito saltare questo passo per guadagnare tempo visto la lunga preparazione della farcitura.
Per quanto riguarda la farcitura, la preparazione del purea di fave bianche richiede del tempo, quindi potrete prepararlo in anticipo scaldandolo al momento di servire le crepes.
Questa è la ricetta che mi ha dato mia suocera:
Per 4 persone
PER LA PUREA
500 gr di fave bianche secche
Una piccola patata
Una piccola cipolla bianca
Uno spicchio d'aglio intero
Una costa di sedano
Un pomodoro maturo
Sale
PER LE CIME DI RAPA
500 gr di cime di rapa freschissime
uno spicchio d'aglio
Olio extra vergine d'oliva
Peperoncino piccante
Sale
Sciacquarle bene sotto acqua corrente e mettetele in una casseruola di ghisa o meglio, se la possedete, una pentola di coccio. Copritele con acqua fredda e sempre a freddo aggiungete gli odori: aglio, cipolla affettata grossolanamente, il sedano intero, il pomodoro a metà e la patata sbucciata a dadini. Regolate di sale e fate cuocere a fiamma alta fino a che non comincerà la bollitura, quindi abbassate la fiamma ed eliminata la schiuma via via che si forma. Mescolate con attenzione e se il liquido si riduce, aggiungete acqua calda o brodo vegetale mantenendo il tutto morbido. Quando vedrete che le fave cominciano a sfarsi, eliminate dalla casseruola, lo spicchio d'aglio, il pomodoro (eventualmente le bucce), ed il sedano. Con un cucchiaio di legno mescolate con vigore fino a ridurre il tutto in una purea morbida ed omogenea. Mettete da parte.
Fate cuocere le cime di rapa ben pulite, in abbondante acqua salata e toglietele ancora al dente (5/7 minuti).
Scolatele con attenzione e tenete da parte l'acqua di cottura.
Su una larga padella fate rosolare l'aglio in 3 cucchiai di olio d'oliva quindi buttateci le cime di rapa e fate insaporire. Aggiungete acqua di cottura in modo che non si asciughino troppo e coprite con un coperchio. Fate cuocere per 5 min. c.ca quindi spolverate con un po' di peperoncino e lasciate cuocere per un altro paio di minuti sempre coperte. Se ci fosse bisogno di liquido, aggiungetelo.
Assemblate adesso le crepes: spalmate senza avarizia la superficie delle crepes con la purea di fave e chiudetele a fazzoletto. Adagiate le cime di rapa calde sui due fazzoletti e servite su un letto di lattughini freschi.
Con questa ricetta partecipo all'MTC di marzo sulle Crepes
Ed alla raccolta sulla Puglia ospitata dalla Melagranata
Un post bellissimo, pieno di emozioni e di semplicità :)
RispondiEliminaNon sai quanto mi stuzzicano queste crepes :)
Buon fine settimana, un bacione :*
ma dài, quasi in contemporanea!!! però io me la sono cavata con molto meno lavoro, sfaticata che sono...
RispondiEliminastupendissime le tue crepes e, come sempre, un racconto meraviglioso! in puglia ci sono stata solo una volta, da ragazzina, e mi ricordo anch'io questa parlata assolutamente incomprensibile, i "prumbitori" buonissimi, il tabacco steso al sole e uno dei mari più belli che avessi mai visto...
un bacio grandissssssssssimo
Bellissimo racconto e in barba anche alla più forte delle crisi di panico da MTC bellissima ricetta! Cucina autentica...romantica come mi piace definirla...bella bella, bella!
RispondiEliminaGrazie a te, ho imparato ora anche io qualcosa sulla Puglia. Come te, tavolta sbuffo quando la piccola mi chiede di raccontarle qualche storia ed e' proprio vero che non c'è emozione piu bella di quella di ascoltare le belle storie di un volta ...
RispondiEliminaQuindi, cercherò anche io di trasmetterle ciò che mi hanno trasmesso le persone a cui sono grata :)
Mi spiace per il malore di agosto... Mi immagino i commenti del tenore "povera ragazza del nord" ;)
Crepe : la farina di ceci la fa da padrona da noi (noi mangiamo spesso senza glutine ) e queste crepe saranno la prossima prova domenicale !
Ti abbraccio e ti ringrazio ancora per avermi presentata Marina di QC :-))
che bello anche io ho una grande stima di mio suocero pugliese al 100%...pensa che io invece di ridere piangevo la prima volta che sono scesa a conoscerli perche' non ci capivo un accidenti!!!!Mio figlio crede che quando parla il padre con il nonno sia l'arabo!!!ma quando inizi a capirli,anche nella loro cultura,l'attaccamento alla terra alle radici non puoi fare a meno di amarli....
RispondiEliminameravigliose le tue crepes...in bocca al lupo!
tesoroooooooooooo!! che bella ricetta...hai onorato come si deve la Puglia, bravissima...
RispondiEliminasplendide ,ma... con la farina di ceci.... :-(.. Però ancora un po' di tempo c'è...
RispondiEliminaBacioni dispiaciuti
Dani
Ci feci un tema una volta a scuola su questo argomento, sui racconti dei nostri padri, sui loro ricordi che ci davano anche la possibiltà di vederli sotto una luce diversa..adoravo sentirlo raccontare.
RispondiEliminaBella terra la puglia e tanta ammirazione per ch, come tuo suocero, rimane attaccato alle sue radici! Crepes molto invitanti, quella crema di fave la vorrei tanto provare
Bellissimi ricordi...
RispondiEliminaOttime queste crepes, non ho mai pensato di usare la farina di ceci per l'impasto. La farina di ceci la relego ad un piccolo angolino dedicato alla farinata e, guardandole, mi accorgo che sbaglio! Un abbraccio, buon wee.
Buonissime queste crepes!!!!
RispondiEliminaNooooo, peccato che parteciperai fuori concorso, ma io già le adoro. Pensa che la mia prima ricetta per l'mtc è stato il danubio con farina di ceci, ripieno di cime di rapa e burrata. Adoro gli ingredienti che hai usato. Brava.
RispondiEliminacarissima...mi hai fatto morire dalle risate...il tuo primo giorno in Puglia con il "ciccosa ié 'ddò"...!
RispondiEliminama lo sai che Palo del Colle è vicinissimo al mio paese??? ma pensa....!
credo che "cicorie e fave" non scompariranno mai dalla nostra tavola! troppo buone!
le tue crepes con rape e fave sono sublimi!
abbracci
Un post molto interessante gustoso.Bravissima,delle crepes perfette.
RispondiEliminaUn abbraccio e buona serata cara.
Che bello il tuo post sicuramente tuo suocero sarà ogoglioso di te....molto interessante anche la ricetta deve essere squisita..buon w.e.!!
RispondiEliminaPatty, tesoro hai scritto un post bellissimo a volte dolce e a volte divertente. Queste crep sono deliziose, in bocca al lupo per l'MTC.
RispondiEliminabaci e buon WE
Alice
Bella descrizione Patty! La cucina pugliese e una delle mie preferite;)
RispondiEliminacerto la Puglia è una terra dai colori forti e dai grandi contrasti, e le crepes ai ceci, che pure ho già testato, mi tornano con grandissima curiosità se le penso vicine alle cime di rapa con le fave.. i cibi più semplici a volte mi mandano in estasi anche me, forse è proprio il pensiero di tanta perfezione tutta nella natura e nel sapiente lavoro dell'uomo.
RispondiEliminabrava Patty, bellissime parole come sempre!
BRAVA BRAVA BRAVA BRAVA! Stupenda citazione, ricetta perfetta, sento odore di podio.....
RispondiEliminache bel post pieno d'affetto sincero e di foto stragolose! buon fine settimana...
RispondiEliminaperchè fuori concorso???
RispondiEliminaInteressantissima ricetta (:
RispondiEliminaBellissima ricetta , belle foto ...il tuo blog mi piace proprio tanto !
RispondiEliminaPatty te le quoto senza se e senza ma.
RispondiEliminaMi piace l'abbinamento, il colore, la foto... mi piace fino la farina di ceci!!!! Dai, rincorri il coniglio e fallo uscire dal cappello (lo so che è lì nascosto!!)
Baci
Nora
spettacolo: le voglio mangiare! fantastiche Patty..
RispondiEliminaQueste crepes sono a dir poco meravigliose... pugliesi fino al midollo e assolutamente speciali, come le tue storie :)
RispondiEliminaChe spettacolo!
RispondiEliminaGrazie Patty, una ricetta fantastica!
E la sintonia tra noi continua ;D
Grazie per aver partecipato alla nostra tappa pugliese! Trovi tutte le ricette che hanno partecipato qui: http://abcincucina.blogspot.com.es/2012/07/o-come-otranto.html.
RispondiEliminaE ora tutti in Lombardia!!!
Aiu'
PS Ho visto che sei nuova dell'abbecedario, se vuoi continuare il viaggio con noi sei la benvenuta!