Sono un’agente di viaggio.
Potrei usare mille definizioni ma alla fine qui si ritorna. Ho un' agenzia di viaggio, vendo e organizzo viaggi ovvero: il nulla fatto sogno. Da quasi 20 anni faccio questo lavoro e mi sembra una vita perché il vantaggio di questa professione è che cambia ogni giorno ed un anno di lavoro ti sembran dieci tanto i giorni sono diversi l’uno dall’altro. La mia fortuna principale è che da tempo non ho più il contatto con il pubblico, se non in sporadiche occasioni, ma mi dedico completamente alla “creazione” di viaggi per clienti stranieri che vengono in Italia. Lavoro dietro le quinte. Naturalmente è inutile dire che adoro farlo, soprattutto perché il mio campo è l’eno-gastronomia: i miei viaggi sono pieni di cose buone, di corsi di cucina, di cantine e frantoi, di ristoranti spettacolari, di castelli, masserie, hotel de charme e di luoghi indimenticabili del nostro paese. I miei clienti sono per lo più americani, ovvero bambini troppo cresciuti, pieni di curiosità ed entusiasmo, che quando arrivano in Italia trovano la Disneyland del gusto e diventano matti. E’ divertente, è faticoso, a volte è un incubo.
Questa settimana, mancando la mia collega al front office, ho spesso trascorso il mio tempo al banco con un ritorno alle origini ovvero “la guerra con il cliente”.
Perché non si pensi che il lavoro di chi vende viaggi sia una professione romantica e piena di avventure. Le avventure effettivamente ci sono, non mancan mai, ma sono quelle che ti fanno venire l’ulcera e ti amareggiano la vita.
La cosa più complicata di vendere il nulla è che devi essere molto bravo a farlo.
E quando ti rendi conto che sei diventato bravo, devi organizzarti e dotarti di: una laurea in psicologia, geografia planetaria, meteorologia, storia dei trattati internazionali, ingegneria civile, medicina e malattie infettive, lingue orientali e nordiche, senza dimenticare un master in astrologia comparata con lettura della sfera di cristallo.
Una volta acquisite tutte queste competenze (e si acquisiscono, ve lo posso garantire), affrontare il cliente è ancora difficile.
Perché se ti viene un cinese in agenzia per acquistare un biglietto aereo e alla domanda “Con che compagnia vuole volare?” ti senti rispondere “ No compagnia, io volale solo!” – capisci che qualsiasi risorsa tu possa tirare fuori dalla manica, non servirebbe.
Ma anche quando il cliente distinto, con prosopopea si siede di fronte a te ed annuncia serio che lui “vuole fare una vacanza balneare in Austria” e tu vorresti dirgli che forse si è sbagliato con l’Australia, che ancora in Austria il mare non ce l’han portato ma una soluzione potrebbe esserci allagando la Svizzera, capisci proprio in quel momento di essere un professionista con i controfiocchi perché non ti sei lanciato in una risata oscena davanti agli occhi del carciofo rivestito, ma lo hai difeso dall’umiliazione con un rispettoso silenzio.
Alla fine ti viene il dubbio se tutta questa educazione e rispetto del cliente ripaghi la maleducazione ed arroganza di molti individui che entrano in agenzia con la convinzione che tu stia lì per hobby, perché questo "è un lavoro da ragazzi e da stagiste e tanto io prenoto su internet"….
Mah, al diavolo i carciofi rivestiti e consoliamoci con una caponatina di primavera!
Appena aperto il frigorifero, la vide.
La caponatina! Sciavuròsa, colorita, abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro pirsone. Erano mesi che la cammarera Adelina non gliela faceva trovare. Il pane, nel sacco di plastica, era fresco, accattato nella matinata. Naturali, spontanee, gli acchianarono in bocca le note della marcia trionfale dell'Aida.
(La gita a Tindari - A. Camilleri - pag. 219)
Questo è il primo libro sul commissario Montalbano che ho letto ed è stato amore a prima lettura. Le avventure di Montalbano non sono semplici gialli ma vere e proprie immersioni in una cultura magnifica e ricca di contraddizioni come quella siciliana. Camilleri ha l'abilità di trascinarci in situazioni, colori, sapori e persino profumi con una potenza evocativa senza eguali, aiutata dal una scrittura sinuosa e musicale dove il dialetto è l'abbellimento e l'acciaccatura sopra lo spartito della narrazione.
Con "La gita a Tindari" mi sono sentita un po' presa in causa, e siccome da buona agente di viaggio in genere organizzo le gite per le comitive preferibilmente in primavera ed in autunno, ho immaginato questo viaggio a Tindari nella primavera inoltrata. La ricetta che propongo, non è la tradizionale caponata estiva, con le melanzane, ma una più leggera caponata con i carciofi, di grande tradizione nel periodo invernale e primaverile. Sicuramente il commissario Montalbano l'avrebbe gradita in ugual misura.
Ingredienti per 4 persone:La caponatina! Sciavuròsa, colorita, abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro pirsone. Erano mesi che la cammarera Adelina non gliela faceva trovare. Il pane, nel sacco di plastica, era fresco, accattato nella matinata. Naturali, spontanee, gli acchianarono in bocca le note della marcia trionfale dell'Aida.
(La gita a Tindari - A. Camilleri - pag. 219)
Questo è il primo libro sul commissario Montalbano che ho letto ed è stato amore a prima lettura. Le avventure di Montalbano non sono semplici gialli ma vere e proprie immersioni in una cultura magnifica e ricca di contraddizioni come quella siciliana. Camilleri ha l'abilità di trascinarci in situazioni, colori, sapori e persino profumi con una potenza evocativa senza eguali, aiutata dal una scrittura sinuosa e musicale dove il dialetto è l'abbellimento e l'acciaccatura sopra lo spartito della narrazione.
Con "La gita a Tindari" mi sono sentita un po' presa in causa, e siccome da buona agente di viaggio in genere organizzo le gite per le comitive preferibilmente in primavera ed in autunno, ho immaginato questo viaggio a Tindari nella primavera inoltrata. La ricetta che propongo, non è la tradizionale caponata estiva, con le melanzane, ma una più leggera caponata con i carciofi, di grande tradizione nel periodo invernale e primaverile. Sicuramente il commissario Montalbano l'avrebbe gradita in ugual misura.
- 4 bei carciofi non "rivestiti" (siciliani se si trovano)
- 300 gr. di polpa di pomodoro
- 2 gambi di sedano
- olive verdi denocciolate (io ho usato le mie nere di Kalamata, splendide)
- capperi sotto sale
- 2 cucchiaiate di pinoli
- cipolla, sale, pepe q.b
- foglioline di basilico
- Olio extra vergine d'Oliva di Castelvetrano
Pulire i carciofi, ridurli a spicchi e metterli in una bacinella con acqua acidulata con 1 limone.
In una padella scaldare 3 cucchiai d'olio, quindi mettere i carciofi, salare e pepare e lasciare cuocere per 8/10 min. Devono restare croccanti. Se necessario aggiungere un paio di cucchiai d'acqua. Al termine della cottura, mettere da parte.
Pulite e tagliate il sedano a rondelle
In una piccola casseruola fate imbiondire la cipolla tritata con un po' d'olio quindi aggiungete il sedano e la polpa di pomodoro e fate cuocere per una decina di minuti. Aggiungete successivamente le olive, i capperi dissalati e qualche fogliolina di basilico. Salate e pepate e fate cuocere per altri 10 minuti.
Sistemate i carciofi su un piatto di portata e copriteli con la salsa che avrete preparato. Lasciate riposare almeno 2 ore prima o per l'intera notte. Prima di servire, decorate con foglioline di basilico ed i pinoli tostati.