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venerdì 22 giugno 2012

Prodigi della memoria e la Apple Pie più buona del mondo

American Pie - Don Mclean
"Pie, pie, me oh my
Nothing tastes better, wet, salty and dry
all at once - oh well it's pie.
Apple and pumpkin and mince and black bottom,
I'll come to your place every day if you've got 'em
Pie, me oh my, I love piiiiieeeeeeee"
Ve la ricordate? Forse no, perché non siete malate di film come me. 
Mio marito mi dice che non si spiega come io possa ricordarmi certi particolari, nomi, attori, registi, musica...Io non lo faccio mica apposta. Mi succede. Mi resta tutto in mente. Mi ricordo cose assurde, impossibili, dettagli piccolissimi. Anche sul lavoro. Mi ricordo clienti, date in cui sono arrivati o partiti, i programmi che hanno fatto, dove sono andati...e questo a distanza di anni. 
Mi dico che avendoci dovuto lavorare per diverso tempo, alla fine non può che restarmi in mente, ma vedo che i miei colleghi non si ricordano da qui a lì quindi magari tanto normale non è. Però, attenzione, la mia memoria è selettiva, perché io mi ricordo solo le cose che mi piacciono o che mi sono piaciute, che mi hanno emozionato. Allora lì si fissa tutto come un tatuaggio e non se ne va. Il resto scivola via come acqua e finisce nello scarico delle cose inutili. 
Ritornando a bomba, ve la ricordate quella canzoncina? 
La canta una giovane e capelluta Andy McDowell nel film "Michael", con John Travolta nelle vesti di un angelo un po' sui generis, panciuto e goloso di dolci, in particolare di zucchero. La Andy, aspirante cantautrice Country, di fronte ad una meravigliosa fetta di Pie, viene invitata da Michael a cantare questa canzoncina. Ed in poche semplici parole, riassume la meraviglia di questo dolce americano. 
Da quando ho in casa il libro della Hummingbird Bakery, sono tentata da una moltitudine di ricette, ma il forno lavorerà sempre meno nelle prossime settimane per cui per ora penso di fermarmi qui. In ogni caso ho voluto provare questa Apple Pie perché già dalla lettura della ricetta, mi aveva incatenata alla pagina. 
L'ho fatta e portata ad un pranzo dai miei genitori domenica scorsa. E' durata il tempo di un attimo. 
Ricetta base della pasta - per uno stampo da 23/24 cm - 
PER LA PIE IN QUESTIONE USATE LA QUANTITA' RADDOPPIATA
260 gr di farina 00
1/2 cucchiaino di sale
110 gr di burro non salato
acqua q.b.
Questa ricetta è la base per la maggior parte delle pie servite al Hummingbird Bakery di Londra. E' talmente perfetta che la userò per le prossime torte ripiene di frutta e volendo anche per torte salate. 
Per il ripieno:
150 gr di burro non salato
3 cucchiaini di cannella in polvere
1,5 kg di mele - preferibilmente Granny Smith, pelate e tagliate in fettine non troppo sottili
200 gr di zucchero semolato + extra per spolverare la superficie
1 uovo mescolato a poco latte
Mettete la farina, il burro freddo a tocchetti ed il sale nella planetaria o nel mixer quindi mescolate a velocità media con la foglia fino ad ottenere una consistenza sabbiosa. A questo punto abbassate la velocità ed aggiungete un cucchiaio d'acqua fredda, e continuate ad aggiungere acqua, con molta attenzione, senza esagerare. Alzate la velocità e mescolate brevemente fino a che l'impasto non comincerà a stare insieme e formerà una palla. Avvolgete il tutto in un foglio di pellicola e mettete in frigorifero per almeno un ora.
Mentre la pasta riposa, preparate le mele. Mettete il burro in una larga padella antiaderente insieme alla cannella (personalmente io ho utilizzato solamente 90 gr di burro) e quando sarà sciolto aggiungete le mele a fettine e fatele insaporire bene nel burro. Una volta belle lucide, aggiungete lo zucchero (anche in questo caso ho usato esattamente la metà di quantità di zucchero). Fate cuocere a fiamma bassa fino a che le mele saranno morbide ma ancora cotte completamente. A questo punto spegnete e fate raffreddare completamente. 
Una volta pronta la pasta, infarinate il piano di lavoro e tagliatela a meta. Stendete una metà della pasta a 3/4 mm di spessore. Foderate lo stampo per la pie precedentemente imburrato quindi affilate i bordi con precisione. Bucate il fondo con i rebbi di una forchetta. 
Riempite lo stampo con le mele fredde. Stendete la seconda metà di pasta allo stesso spessore quindi con attenzione coprite completamente il ripieno facendo sbordare la pasta. Con il coltello eliminate la pasta in eccesso e sigillate bene il contorno decorandolo con una forchetta o le dita. Con l'avanzo della pasta ricavate delle decorazioni per abbellire il guscio superiore ricordandovi di lasciare "un camino" da cui possa uscire il vapore che si formerà in cottura. Sbattete l'uovo con il latte e spennellate bene la superficie ed i bordi della pie. Quindi spolverate con lo zucchero semolato. Fate cuocere in forno preriscaldato a 180° per 30/40 min. e comunque fino a che la crosta sia bella dorata. 
Fate raffreddare. Servite ancora tiepida con una pallina di gelato alla vaniglia. 
Io ho aggiunto un tocco personale cospargendo il ripieno con delle cucchiaiate di confettura di albicocche....posso dire da urlo?
Il giorno dopo, fredda, è assolutamente magnifica. 









lunedì 18 giugno 2012

Brividi di paura per i primi caldi e Pound loaf al latticello dalla Hummingbird Bakery

Thriller - Michael Jackson
Cosa fare la sera quando il primo caldo dell'estate incombe sulla casa e sul tuo salotto? 
Guardarsi un bel film "de paura"I brividi sono assicurati e la spesa è minima. Sempre che si riesca a dormire la notte, ovviamente! 
Ieri sera, in un meraviglioso momento di relax di coppia, con l'asparagina dai nonni a giocare con le sue cuginette venute dalla montagna, mentre facevamo zapping su una programmazione domenicale pigra e noiosissima, siamo incappati in "SHINING". Era cominciato da pochissimi minuti. 
Una premessa è doverosa: io amo i film di paura ma solamente quel genere dove 1) non si vedono sbudellamenti di nessun genere e non c'è violenza gratuita ma solo finalizzata al racconto; 2) il gioco della tensione è tutto nel non mostrato, non evidente ma sospeso e lasciato immaginare; 3) la storia contiene elementi soprannaturali o inspiegabili; 4) la regia è fatta con tutti i crismi; 5) nulla è dato per scontato (anche se spesso, forse a causa di una mente contorta, arrivo alla soluzione finale a metà film). Tanto per spiegare il genere, vi elenco qualche film che mi ha spaventato a morte e che tutt'ora rivedo con grande piacere: "Il sesto senso", "The Others", "Psycho", "Rosemary's baby", "L'Esorcista" (questo mi rifiuto di vederlo perché mi ha talmente terrorizzato che tutt'ora evito accuratamente di nominarlo), "La casa dalle finestre che ridono" (horror all'italiana del grande Pupi Avati), "Il presagio", "Ringu" (versione rigorosamente giapponese), ecc...
SHINING è per me un capolavoro. Rivisto decine di volte, adesso riesco a guardarlo come si guarda un quadro, con lieve distacco ed un occhio più vicino all'aspetto tecnico che non alla storia. Ma il senso di oppressione e tensione crescente, quelli restano nonostante io conosca a memoria lo sviluppo della trama. Sulla genialità di Kubrik è già stato detto tutto. Un regista che si è confrontato praticamente con tutti i generi cinematografici e che con l'horror ha raggiunto la perfezione. In questo film non ha avuto bisogno di molti elementi per trascinare lo spettatore nell'incubo della follia. Sono bastati un Hotel immenso isolato sulla cima di una montagna, la faccia di Jack Nicholson, maschera imbattibile al servizio della pazzia, gli occhi sgranati e disperati di un bambino con un taglio di capelli impossibile ed una bufera di neve provvidenziale. 
Questa volta ho guardato il film nella versione originale in lingua inglese e se possibile mi è piaciuto ancora di più, perché nonostante il nostro doppiaggio sia imbattibile, ascoltare le voci reali e la recitazione magnifica di attori come Jack Nicholson, è assolutamente da non perdere. 
Nella prima scena del film, una macchina che si arrampica lungo una stupenda strada di montagna verso l'Hotel del destino, ripresa con un'incredibile inquadratura a volo d'uccello, ti blocca sul divano. Il resto è un crescendo di tensione. L'immenso hotel completamente vuoto che ti crea un senso di claustrofobia allucinante, i flash back con personaggi stranissimi, inquietanti, terrificanti, le riprese in steady cam del bambino che corre in triciclo lungo i corridoi infiniti dell'albergo o del volto di Nicholson dal basso a deformare uno sguardo folle ornato di sopracciglia diaboliche. Tutto questo è paura bianca, pura, cristallina. Pochi dialoghi ma fondamentali. Scene lunghe e lentissime per esasperare l'attesa ed il desiderio di fuga. E poi il finale liberatorio che naturalmente non vi racconterò, neanche sotto tortura. 
Tanto so già che molte di voi lo hanno già visto. 
"All work and no play makes Jack a dull boy". Mi raccomando! 
Interrompiamo il momento "de paura" con un momento di golosità! 
Qualche settimana fa ho acquistato su Amazon un libro che mi incuriosiva da tempo e che si sta rivelando fonte di interessantissime ricette, tutte riuscite alla perfezione fino ad oggi. Ne pubblicherò altre prestissimo, ma intanto godetevi questo meraviglioso Buttermilk Pound Loaf della Hummingbird Bakery , il celeberrimo regno del cupcake londinese. Il libro  non è voluminoso ma contiene le ricette dei classici che vengono serviti in questo stupendo luogo. Le ricette sono spiegate molto bene con dovizia di dettagli. Alcuni dolci a mio avviso sono carichi di zucchero e burro ma l'origine nordamericana delle ricette ne spiega il motivo. Per questo Loaf, da non confondere con un cake perché non gli assomiglia neanche all'assaggio, io ho diminuito di 50 gr la dose di zucchero lasciando invariato tutto il resto, e nonostante tutto era STUPENDO!
Per quanto riguarda il latticello, se non riuscite a trovarlo, potete farlo in casa 1) utilizzando latte con succo di limone (250 ml di latte fresco scremato a temperatura ambiente con un cucchiaio di succo di limone - questo aiuta il latte ad inacidirsi e cagliarsi lievemente in modo da diventare più spesso - non ho mai usato questo metodo); 2) miscelando l'esatta quantità di latte scremato con yogurt magro liquido. In questo caso usate 60 ml di latte scremato con 60 ml di yogurt ed otterrete un valido sostituto del latticello). 
Ingredienti per uno stampo da 23x13 cm
120 gr di burro a temperatura ambiente 
330 gr di zucchero 
3 uova
200 gr di farina 00
1/2 cucchiaino di bicarbonato di soda
1/2 cucchiaino di sale
120 ml di latticello
1/4 di cucchiaino di estratto di vaniglia
Montate il burro con lo zucchero con le fruste elettriche fino a che non otterrete un composto lucido e gonfio. Aggiungete le uova, una alla volta, non aggiungendo il successivo fino a che il precedente non sia perfettamente incorporato. Mescolate il bicarbonato, il sale ed il lievito alla farina. Aggiungete quindi un terzo della farina al burro montato e mescolate. Aggiungete la metà del latticello incorporando bene. Proseguite aggiungendo la farina quindi il resto del latticello, terminando con la farina. Mescolate sempre con una spatola di gomma, pulendo bene i bordi della ciotola dagli eventuali residui. Per ultimo aggiungete l'essenza di vaniglia e mescolate bene fino a che tutti gli ingredienti non siano ben amalgamati.
Versate il composto nello stampo imburrato ed infarinato quindi passate in forno preriscaldato a 180° e fate cuocere per c.ca 40 minuti. Fate sempre la prova dello stecchino che deve uscire asciutto e completamente pulito.
Non è un cake quindi non avrà la classica forma gonfia al centro. Anzi, al centro tende a gonfiarsi durante la cottura ed a scendere una volta tolto dal forno. 
Appoggiate lo stampo su una grata e fate raffreddare. La prova della cottura perfetta è data dalla pasta che, schiacciandola lievemente con un dito, torna nella sua forma precedente. La consistenza è estremamente soffice, una delle cose più morbide mai assaggiate, leggera ed umida. Si conserva umida e morbidissima anche nei 2 giorni successivi (sempre che ci arrivi). La Hammingbird Bakery consiglia anche l'aggiunta di frutta secca, chocolate chips o frutti di bosco. E' il dolce perfetto per l'ora del te.