mercoledì 31 ottobre 2018

Quattro quarti alle mele verdi: nostalgia canaglia.

Galway Girl - Ed Sheeran
Cara Alice,
lo so che mai ti passerà per l'anticamera del cervello l'idea di venire a leggere questo post.
So anche che non è perché non mi vuoi bene, anzi, il contrario, ma il "blog della mamma" è pieno di cose che notoriamente non fanno parte dei tuoi interessi primari ed è giusto che sia così.
Mi nascondo dietro questo paravento fatto di dosi di farina, zucchero, ingredienti strani, per pensare a te e parlare di te, cercando di tenere a bada questo senso di mancanza profondo che mi ribalta il cuore ogni volta che sento la tua voce, vedo il tuo nome lampeggiare sul telefono, ricevo un tuo messaggio.
Come una ragazzina innamorata, aspetto tutto il giorno il momento in cui parlerò con te, ti farò le mie solite millemila domande, ti annoierò a morte con le mie assurde raccomandazioni e ti farò innervosire insistendo sullo studio: che mamma rompiscatole!
Eppure tu sei lì lontana e non puoi capire quanto il mio cuore si stringa sapendoti indisposta, o raffreddata o semplicemente stanca.
Questa avventura ti sta facendo diventare grande: lo sento dalla tua voce al telefono, più sicura, più matura.
Rido di tenerezza e orgoglio ascoltando i tuoi "yeah" inconsapevoli che dicono tanto, raccontano di quanto tu ti stia adattando a quella nuova dimensione.
Sono passati due mesi e mi sembra un eternità.
"Ma mammaaa, mancano solo 50 giorni a Natale!" - E meno male mi dico in silenzio, così potrò riabbracciarti, annusarti come un bracco, fare un'indigestione di te per i mesi a venire.
Però, per quanto tu mi possa mancare, non riesco a trovare una ragione per cui tu non debba stare lì, esattamente dove ti trovi, a vivere questa incredibile esperienza che ti resterà dentro per l'intera vita. Quella che spero diventi una chiave in grado di chiudere fuori le tue insicurezze ed aprirti le porte alla curiosità per il mondo, perché tu sappia sempre pensare che oltre la tua piccola dimensione, c'è molto altro, molto di più.
Quando sarai grande e ti guarderai indietro, penserai a quanto questo anno lontana abbia contribuito a farti la persona che sarai.
Penserai ai tuoi genitori vecchietti che a posteriori ti sembreranno un'icona della modernità.
Quando sarai mamma, penserai a me e per un attimo capirai il coraggio che c'è voluto a lasciarti partire; penserai alla mia voce allegra al telefono che celava un tremore emozionato e capirai che ogni battuta, ogni gioco sul tema "quando torni" oppure "vengo lì", tanto gioco poi non era e fra le righe nascondeva una sola frase: "ti voglio bene amore mio".
Forse questa lettera non la leggerai mai o forse un giorno, quando sarai grande, ti verrà la curiosità di frugare tra le mie storie.
Ecco, spero che queste parole d'amore ti trovino nel momento del bisogno, quando tutto ti sembrerà scontato e vuoto: al mondo mai nessuno ti ama, ti ha amato e ti amerà come babbo e mamma.
Forever and ever.
Scusate, è impossibile non precipitare in una bolla di glucosio quando si pensa ai nostri figli.
E siccome questo blog prima che per voi, è la mia memoria per lei, mia figlia, una lettera in questo momento gliela dovevo.
Mai le dirò che l'ho scritta perché so che se vorrà, la troverà.
Invece alcune parole su questo dolce devo dirle, le prime delle quali sono: non lo date per scontato.
Nel suo aspetto mite e semplicione, ha necessità di buona tecnica.
L'attenzione al montaggio delle uova e l'inserimento del resto degli ingredienti sono fondamentali.
Per avere un risultato che sia morbido come una piuma, dovete seguire i consigli e stare molto attenti alle temperature.
Il burro per esempio, non deve essere inserito caldo perché precipiterebbe sul fondo del dolce formando degli strati più densi e antiestetici.
Avendo la stessa temperatura della massa, invece, verrà incorporato in maniera armonica e contribuirà a rendere la massa uniforme e splendidamente soffice.
Questo vale per qualsiasi 4/4 che farete, è la regola base.
Per il resto, è di una bontà unica. Le mele Granny conferiscono quella freschezza acidula che è così deliziosa una volta cotta.
In più, è una torta perfetta per colazione e per il te ed il giorno dopo, è se possibile, ancora più buona.

Ingredienti per uno stampo da 22/24 cm
Ricetta di Maurizio Santin da "I dolci di casa mia"
3 uova grandi a temperatura ambiente
180 g di zucchero semolato fine
180 g di burro
180 g di farina 00
1 semi di un baccello di vaniglia
3 mele Granny Smith di media grandezza
  • Sbuccia le mele e tagliale a dadini non troppo grandi. Mettile in una ciotola e versaci un paio di cucchiai di succo di limone, mescola bene e coprile con pellicola per prevenire l'ossidazione mentre prepari il resto. 
  • Fai fondere il burro e lascialo raffreddare mentre prepari il resto. 
  • Nella planetaria monta le uova con lo zucchero ed i semi di vaniglia. Le uova dovranno essere a temperatura ambiente per ottenere una montata soffice, chiara e leggera. Dovrà quasi triplicare il suo volume. 
  • Una volta pronta la montata, setaccia due volte la farina quindi incorporala un cucchiaio alla volta, alla montata di uova, utilizzando una spatola di gomma e facendo movimenti delicati dall'alto al basso affinché non si smonti. 
  • Quando tutta la farina sarà incorporata, sarà la volta del burro che questo punto dovrà essere a temperatura ambiente: fai un prova mettendo un mignolo nel burro fuso. Se senti ancora calore, attendi qualche minuto, altrimenti la temperatura giusta sarà quando sarà quella del tuo corpo, quindi non sentirai alcuna sensazione di calore toccandolo. Comincia a versarlo a filo poco per volta incorporandolo con movimenti molto delicati. 
  • Una volta terminata l'operazione, aggiungi le mele poche alla volta e mescolando sempre con la spatola. 
  • Versa il tutto il una tortiera foderata con carta da forno sul fondo e ben imburrata e infarinata sulle pareti. Cuoci il tutto a 175° per c.ca 45 minuti. Fai la prova stecchino: dovrà uscire pulito e asciutto. 

lunedì 29 ottobre 2018

Torta di Spaghetti per Starbooks

Life in technicolor - Coldplay
Ultima ricetta del mese di Ottobre per Starbooks.
E siccome il libro di Melissa Clark non prevede dolci, ho deciso di fare la sua Carbonara Spaghetti Torte, così, tanto per non perdere l'allenamento.
Questo è un piatto sfiziosissimo che con qualche accorgimento potrebbe diventare perfetto anche per una cena di Halloween, metteteci un po' di immaginazione!
In ogni caso, come sempre, per avere la ricetta e scoprire tutti i segreti, dovrete andare a leggere il post ufficiale sul sito Starbooks.
Vi auguro una settimana piena di energia e non troppo "umida".
Buon lunedì.


venerdì 26 ottobre 2018

Riso Biryani con gamberi e verdurine arcobaleno: che fatica fare la spesa.

Over the Rainbow - Eva Cassidy
La parte più divertente del cucinare, spesso è andare alla ricerca degli ingredienti.
Fare la spesa è un po' come una caccia al tesoro e la lista che ci portiamo dietro quando entriamo in un negozio della grande distribuzione, finisce con l'allungarsi deragliando verso prodotti di cui non abbiamo bisogno, presi solo dalla frenesia di provare.
Per quanto mi riguarda, andare a fare la spesa è quasi sempre fonte di angoscia.
Spesso sono sola, perdo intere mattinate tra spostarmi in macchina, girare come una pazza tra corridoi e scaffali che sembrano dotati di vita propria (ma perché ogni tanto gli cambiano posizione?) e finendo col dover trasportare con la "potenza dei bracci" tutti i pesi per i tre piani del palazzo in cui vivo, casse d'acqua incluse.
Insomma, capite ammé.
Più di una volta ho pensato a quanto mi piacerebbe vedermi recapitare a casa tutto il necessario per il menù settimanale senza muovere un dito, ed è anche per questa ragione che confesso di avere il congelatore stipato di roba non solo preparata da me, ma già surgelata e pronta da usare.
In particolare verdure e pesce, possibilmente al naturale perché più semplici da trasformare in qualcosa di buono.
In questi giorni mi sono trovata tra le mani il catalogo bofrost* ed ho messo in pratica il desiderio di fare la spesa seduta da casa.
Appena sposata, con mio marito ci divertivamo a farci recapitare a casa da questa azienda ogni tipo di ghiottoneria, dai dolci ai gelati, fino alle pizze, quindi conoscevo già la qualità dei loro prodotti. All'epoca (parlo di almeno 15 anni fa) era praticamente un servizio ancora a porta a porta.
Si sceglieva da catalogo e si lasciava l'ordine al corriere.
Alla consegna dei prodotti, potevi lasciare l'ordine successivo e così via.
Adesso, ho fatto l'ordine direttamente sul loro sito, scegliendo diversi preparati al naturale tra cui delle code di gamberoni ed un wokmix di verdure arcobaleno (taccole, germogli di fagiolo, carote arancioni, gialle e viola), ho indicato il giorno e l'ora della consegna e, tadaaaa....il corriere è arrivato puntuale ed io sono scesa in tuta e ciabatte a prendere il tutto.
Ma la vita, non potrebbe essere sempre così facile?
Dalla spesa consegnata direttamente a casa è nato questo piatto.
Un Riso Biryani con verdure colorate e code di gamberi.
La Biryani è una miscela di spezie indiana composta per lo più da cannella, chiodi di garofano, pepe nero e cardamomo, a cui va aggiunto del Garam Masala, semi di coriandolo e curcuma.
Io ho la fortuna di avere una miscela che arriva da Singapore grazie a quella gran maga delle Spezie di Alessandra, e l'ho voluta provare in questo piatto.
So però che non è difficile da trovare nei negozi di prodotti etnici.
La miscela di spezie viene spesso utilizzata con riso basmati e verdure (le più svariate a vostro piacimento), ma può essere arricchita anche da pesce, in particolare crostacei.
Reperita la spezia, la preparazione è decisamente facile e veloce e qui vi lascio la mia ricetta.
Liberamente interpretata.

Riso Biryani con gamberi e verdure arcobaleno 
Ingredienti per 4 persone
200 g di riso Basmati
600 g di Wokmix arcobaleno
500 g di code di Gamberoni
1 porro
3 cucchiaini di mix spezie Biryani
1 cm di zenzero fresco grattugiato
una manciata di prezzemolo tritato
olio extravergine qb
sale qb
  • Togli le code di gamberone dal freezer 1 ora prima di cominciare a cucinare e lasciale scongelare a temperatura ambiente. 
  • Fai bollire abbondante acqua salata in una casseruola e cuoci il riso Basmati secondo le indicazioni della confezione (in genere una decina di minuti). Scolalo accuratamente e lascialo raffreddare da parte. 
  • Affetta finemente il porro anche nella parte verde e mettilo in un wok con due cucchiai di olio extravergine e lo zenzero grattugiato finemente. Aggiungi il mix di spezie e fai passire il porro a fiamma dolce, magari aggiungendo un cucchiaio d'acqua se necessario. Quando il porro sarà passito, versa le verdure ancora surgelate e alza la fiamma facendole saltare per una decina di minuti. Aggiusta di sale. 
  • Toglie le verdure dal Wok. Priva metà dei gamberi della propria coda (l'altra metà ti servirà a decorare i piatti). Versa due cucchiai d'olio nel Wok e fallo scaldare poi fai saltare velocemente i crostacei. Quando saranno pronti, aggiungi le verdure ed il riso e salta il tutto insieme, rifinendo con il prezzemolo tritato. Assaggia ed aggiusta di sale se necessario. 
  • Servi caldissimo rifinendo con le code di gamberoni e peperoncino fresco se gradito. 




mercoledì 24 ottobre 2018

Pollo alla paprika con ceci, cavolo riccio e limone arrostito oggi per Starbooks

Spaghetti a Detroit - F. Bongusto 
Come ogni settimana, una ricetta direttamente dal blog di Starbooks, che vede protagonista una delle mie carni preferite, il pollo.
Stavolta croccante, accompagnato da un contorno diverso e speciale, come solo Melissa Clark dal suo libro "Dinner changing the game", poteva studiare.
Se volete una ricetta facile e creativa al tempo stesso, non perdete tempo e leggetevi il post di oggi 
Buona giornata a tutti


lunedì 22 ottobre 2018

Torta Paradiso: ai pazienti il Ciel l'aiuta.

Paradise - Coldplay
Non è per niente facile orientarsi nel mare magnum delle ricette in rete quando si cerca la perfezione.
Che non è una perfezione oggettiva, ma puramente emozionale.
Il ricordo di qualcosa che ci ha fatto stare bene, che in quel momento ci ha visto felici e che per questa ragione ovviamente, non esiste più, è impossibile da riprodurre se non nel nostro cuore.
Il perché lo sapete già: non esistono più gli ingredienti principali di quel ricordo.
Non ci siete più voi bambina, né alcune persone che in quel momento contribuivano a farvi felice e quella fetta di torta così speciale poteva essere anche la peggiore dell'universo: voi non ve ne sareste accorte.
Quindi, quando cerchiamo un sapore perduto, è inutile, sappiate che è perduto per sempre.
Non è perduta però la voglia di continuare la ricerca, di incaponirsi all'inseguimento di un aroma, di una consistenza, di quella perfezione.
Ma se come le nostre nonne nessuno è in grado di cucinare (e probabilmente per i nostri nipotini esisterà la stessa percezione - speriamo almeno), il nostro sforzo ci premia nel modo più bello: mantenere vivo il loro ricordo, rinnovarlo dentro di noi spingendoci a cercare dettagli che via via si sbriciolano come polvere dalla nostra memoria.
Questo ovviamente vale per tutti i nostri cari perduti e che cerchiamo di tenere legati a noi.
La ricerca della Torta Paradiso perfetta è ovviamente un po' come la ricerca del Santo Graal: una chimera. Ma alla perfezione ci si può avvicinare quando si ha l'aiuto di qualcuno che sa raccontartela senza invenzioni pindariche o scorciatoie.
Dopo una vita di tentativi, ho voluto provare la ricetta di Simona, e per la prima volta ho ottenuto, se pur con alcuni difetti (tutti dovuti a me, sottolineiamo), una Torta Paradiso di grande soddisfazione.
Guidata con consigli preziosi ed un passo passo chiarissimo, è impossibile sbagliare.
Ma se volete andare in Paradiso, dovrete avere pazienza.
Un passo alla volta, senza correre.
Intanto partiamo con le raccomandazioni:

  1. Fatela quando siete tranquilli, quando non avete impegni paralleli, magari nessuno in casa a cui dovete badare. Insomma la prima volta, cercate di non avere distrazioni e preparate gli ingredienti con cura
  2. Preparare gli ingredienti significa: cercare un ottimo burro, magari di panna affiorata o se proprio non esiste da voi, prendete un burro Danese o Bavarese, ce ne sono di ottimi in qualsiasi supermercato. I nostri, purtroppo, non sono di eguale qualità. Fatelo ammorbidire per qualche ora a temperatura ambiente. Tiratelo fuori la mattina e procedete dopo un paio d'ore o più 
  3. Stessa cosa fate per le uova. Freschissime e devono essere della stessa temperatura del burro. Se userete uova fredde, al momento di inserirle nella montata di burro, il composto si straccerà miseramente. E addio Paradiso. 
  4. Per gli aromi, limone tutta la vita. Un bel limone di Amalfi non trattato e grattugiato finemente, evitando la parte bianca che vira all'amaro. 
  5. Lievito: non va nella ricetta. Quando la montata del burro è ben fatta, la torta cresce in maniera autonoma. Però concordo con Simona: una puntina di lievito aiuta la stabilità del dolce e 3 grammi sono davvero un nulla. Io personalmente l'ho messo. 
  6. Cottura: delicatissima. La torta non deve essere cotta troppo altrimenti si secca perdendo quella sua caratteristica texture avvolgente e lievemente umida, diventando sbriciolosa. La superficie si crepa e la crosticina si stacca. Quindi quando sarete ai 30 minuti di cottura, aprite e fate velocemente la prova stecchino. In caso, proseguite di 5 minuti alla volta. Non eccedete. Io ho cotto fino a 40 minuti ma forse a 35 sarebbe stata perfetta. 

Ingredienti per uno stampo a cerniera da 22/24 cm di diametro
130 g di farina 00
130 g di fecola di patate
200 g di burro morbido (a temperatura ambiente)
250 g di zucchero a velo
5 tuorli grandi (75 g di tuorlo in totale)
2 uova intere grandi
la scorza grattugiata di un limone non trattato
3 g di lievito per dolci (facoltativo)
1 pizzico di sale

Per la farcia 
200 g di panna a lunga conservazione
60 g di latte condensato
1 cucchiaio di miele millefiori

  • Nella planetaria con il gancio a foglia, montate a lungo il burro con il burro e la scorza di limone. Ci vorranno intorno ai 20 minuto affinché il burro diventi gonfio e leggero come panna. Non abbiate fretta. Ogni tanto con una spatola di gomma, ripulite i bordi della ciotola e proseguite. Lo zucchero deve essere perfettamente incorporato e il composto deve avere un aspetto estremamente leggero, soffice, lucido e chiaro. 
  • Quando il burro sarà pronto, sbattete uova e tuorli con una forchetta e continuando a montare a bassa velocità, aggiungete un cucchiaio di uova alla volta, aggiungendo il successivo solo quando il precedente non sarà completamente amalgamato. Non abbiate fretta. Qui vi giocate la texture perfetta della vostra torta. 
  • Una volta terminate le uova, si passa all'aggiunta della farina. Anche in questo caso con estrema pazienza perché si procede un cucchiaio alla volta, solo dopo aver setacciato le farine insieme per almeno due volte. Nel caso decidiate di aggiungere il lievito, setacciate anche questo con le farine. Mescolate sempre a bassa velocità e procedete come per le uova: un cucchiaio alla volta, ed il successivo solo dopo a completo assorbimento del precedente. 
  • Preparate la vostra teglia imburrando bene i lati ed infarinandoli leggermente e sulla base mettendo un foglio di carta da forno dopo aver imburrato la base in modo che stia ben aderente. Stendete il composto aiutandovi con una spatola di gomma e cercando di distribuire la massa in maniera omogenea. 
  • Mettete la torta in forno a 175° statico e cuocete per 40 minuti. Sulla cottura dovrete stare molto attenti perché in base alla dimensione dello stampo ed al vostro forno, potrebbe essere necessario cuocerla meno o leggermente di più. La torta non deve cuocere troppo: una Paradiso troppo asciutta non si può mangiare. Non aprite il forno prima dei 30 minuti ed osservate la superficie. Quando comincia ad avere un colore biscotto, siamo vicini alla cottura. Dopo i 30 minuti potrete fare la prova stecchino. Una volta pronta sentirete lo stecchino uscire senza attrito e senza segno di briciole o impasto. A me sono serviti 40 minuti perfetti. E forse ero già un po' in là con la cottura. Quindi, occhio. 
  • Se nella vostra torta dovesse formarsi una piccola cupola, come spesso succede, un consiglio è sformarla immediatamente una volta fuori dal forno, e con la massima delicatezza, capovolgetela su un piatto largo e piatto. Lasciatela lì una decina di minuti quindi rimettetela in posizione corretta aiutandovi con un piatto e fatela raffreddare sulla gratella fino a che non sarà completamente fredda. A questo punto, potrete coprirla con lo zucchero a velo. 
  • Una volta fredda, potrete tagliarla a metà e farcirla con la crema di latte: se deciderete di farcire la vostra Paradiso, rifinitela con lo zucchero a velo solo dopo averla farcita in modo da non impataccare tutta la cucina e rovinare la decorazione. 
Per la farcia ecco la ricetta:
Simona consiglia di usare la panna a lunga conservazione in quanto una volta montata è più stabile e non si smonta con facilità. Personalmente l'ho trovato utile, ma non userei quella già zuccherata. Il latte condensato ed il miele sono già abbastanza dolci. Nel caso aggiungete uno o due cucchiaini di zucchero a velo. Inoltre, se potete, rifuggite come la peste quelle panne a base vegetale: hanno un retrogusto amaro terribile. Se dovete usare una panna a lunga conservazione, cercate la migliore in commercio.  
  • Montate la panna, che dovrà essere ben fredda di frigo così come il latte condensato, a neve fermissima. Aggiungete il latte condensato ed il miele e con una spatola incorporate delicatamente in modo da ottenere un composto ben omogeneo. Conservate in frigo fino all'utilizzo. 




mercoledì 17 ottobre 2018

Uova e verdure per Starbooks

In the morning - Norah Jones 
Il nuovo libro Starbooks di Ottobre, è un ricco contenitore di proposte per rendere vivaci e diverse le nostre cene (ma anche pranzi ovviamente), con una carrellata di piatti creativi ed originali, ma anche qualcosa di tradizionale con un guizzo di fantasia.
Melissa Clark con il suo Dinner changing the game, è di continua ispirazione per piatti semplici ma intriganti, come queste uova "verdi", piccantine e filanti grazie alla presenza di ingredienti speciali.
Ovviamente non starò qui a raccontarvelo.
Leggetevi il post di oggi su Starbooks e coprirete tutto quello che c'è da sapere su questo piatto.
Buona giornata amici!


martedì 16 ottobre 2018

Il pane è oro per Avanzi Tutta!

Don't leave me this way - Andy Abraham
Questa volta abbiamo scomodato pure Massimo Bottura, giusto qualcuno che di cucina non se ne intende.
Per trovare nuovi modi di recuperare il pane vecchio  ci siamo affidate al libro Il Pane è Oro scritto dal grande chef e ne sono uscite ricette straordinarie.
La mia scelta è caduta su certi passatelli che mi hanno incantato al primo sguardo.
Ma non vi lascio qui la ricetta perché insieme alla mia ve ne solo altrettante magnifiche che vi invito ad andare a leggere direttamente sulla rubrica di Mag About Food: Avanzi Tutta! 
So che troverete ispirazione.
Il pane è una risorsa d cui possono nascere dei capolavori.
Buona giornata a tutti e buon recupero.


lunedì 15 ottobre 2018

Blondies ai lamponi, cioccolato bianco e mandorle salate: il senso di un luogo.

Heart of glass - Blondie 
Sono rientrata da un luogo in cui ho trovato un'estate perenne.
Temperature che rasentavano i 32° C, cieli di un azzurro sfacciato, turisti arrossati e sfiancati dalle file sotto il sole.
Se avrò tempo, vi racconterò dell'Andalusia poco a poco, perché da dire c'è veramente tanto, ma ogni volta che viaggio, rientro poi con un carico di riflessioni che mi perseguitano per giorni.
La prima della quale è che molte persone viaggiano perché devono e non perché amano farlo.
E per dovere, intendo quel meccanismo che lega uno status symbol alla percezione che gli altri hanno di te.
Purtroppo il viaggio è considerato prima di tutto uno status symbol che un mezzo di crescita individuale, di godimento, di cultura.
Questo terribile ingranaggio travolge la maggior parte del turismo che arriva da Oriente, per il quale non c'è differenza tra l'essere nei giardini del Generalife o sulla torre della Giralda: conta soltanto scattare millemila fotografie per riempire l'album di figurine.
Celo, manca.
Questa volta ho avuto modo di osservare da vicino le dinamiche di questi popoli in viaggio, provando un profondo senso di disagio e un latente desiderio di far partire gomiti appuntiti sotto le costole di malcapitati.
Ormai nell'era di Instagram, non si scattano più fotografie.
Si selfeggia con brutale arroganza, roteando mazze su cui campeggia l'ultima meraviglia della telefonia mobile, assumendo posizioni indecenti e impedendo a chiunque voglia godere di un qualunque paesaggio, l'attimo d'estasi.
Per affacciarmi al belvedere dell'Alhambra ho dovuto attendere 10 minuti che un vichingo di due metri finisse di fotografare la sua dolce metà sdraiata sul muretto come la maya desnuda, ammiccando alla platea.
Ovviamente se viaggi seguendo i classici circuiti turistici negli orari canonici, non hai scampo.
Accompagnando un gruppo ho sùbito tutto questo.
L'unico istante in cui ho apprezzato realmente il concetto di viaggio/scoperta, è stato quando ho potuto abbandonare il gruppo mezz'ora ed addentrarmi nella parte più "popolare" di Siviglia, attraverso corti e giardini nascosti dove non passava un'anima.
Capisco anche che nessuno ha la possibilità di restare in un luogo quanto vorrebbe, ma il mio personale modo di vedere l'esperienza del viaggio è di non porsi mai il limite di "tanto non ci tornerò".
Provate per una volta a visitare una città senza l'ansia di vedere tutto, di provare tutto e cercare di lasciarsi del tempo per "perdersi", letteralmente, fra strade sconosciute.
Staccate le mani dal cellulare, dalla macchina fotografica,  e guardatevi intorno.
Osservate la gente, osservate la vita che scorre intorno a voi. Ascoltate i suoni ed i rumori.
Annusate l'aria.
Riempitevi del "senso" di un luogo e non solo del suo aspetto. Forse, avrete cominciato a viaggiare veramente.
Ma come glielo spiego questo a 50 coreani intruppati?
Mi avevano detto che in Italia era brutto tempo.
Sono rientrata e a casa mia c'erano 24°.
Anche oggi che scrivo, un sole rovente fuori dalla finestra.
Ho sperato che fosse freddo, magari anche un po' di grigiore: troppo sole mi aveva provata.
Niente. L'autunno qui si fa beffe di noi.
Ma la voglia di preparare un dolce, veloce veloce non me l'ha tolta nessuno.
Da una vita voglio preparare dei Blondies, che altro non sono che la versione "chiara" dei Brownies, dove la cioccolata fondente è sostituita da quella bianca.
In più, ho voluto osare un piccolo gioco di gusto rubato ad Ottolenghi, che se ne intende, ed ho aggiunto alla ricetta una manciata di mandorle tostate e salate, portate a casa da Malaga (buone da perderci la testa).
Insomma, ne è uscito un dolce irresistibile e qui vi metto la ricetta.
Mi saprete dire.

Blondies con lamponi, cioccolato bianco e mandorle salate
150 g di burro fuso
90 g di light brown sugar (sostituibile con muscovado)
90 g di zucchero semolato
210 g di farina 00
2 uova grandi
1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia
1/2 cucchiaino di lievito in polvere per dolci
150 g di lamponi freschi
120 g di cioccolato bianco di buona qualità tritato grossolanamente
80 g di mandorle tostate e salate tritate grossolanamente

  • Preriscalda il forno a 180° e fodera uno stampo quadrato da 20 cm di lato alto almeno 4 cm
  • Sciogli il burro e fallo intiepidire. Mescolalo con gli zuccheri in una larga ciotola
  • Aggiungi le uova e la vaniglia e con una frusta incorpora al composto di burro
  • Aggiungi la farina setacciandola dall'alto insieme al lievito quindi mescola tutto con la frusta. 
  • Con delicatezza, utilizzando una spatola di silicone, aggiungi i lamponi, la cioccolata e le mandorle. Lascia una manciata di lamponi per decorare la superficie. L'impasto sarà piuttosto sodo quindi la frutta resterà in superficie. 
  • Versa l'impasto nello stampo e livellalo con la spatola quindi fai cuocere per 25/30 minuti. Fai la prova stecchino che dovrà uscire pulito. 
  • Fai raffreddare prima di tagliare: ti riuscirà più semplice e preciso ed il dolce non si sbriciolerà.
  • Servi a temperatura ambiente e conserva in una scatola ermetica per 4/5 giorni. 



mercoledì 3 ottobre 2018

Cosa ci faccio con le nocciole? Ravioli di zucca con burro noisette per Mag about Food

Harvest moon - Neil Young 
E' la stagione delle nocciole.
Chi non le ama?
Io ne sono praticamente dipendente. Nella mia dispensa non mancano mai.
E se spesso e volentieri sono apparse su queste pagine all'interno di dolci golosi, la nocciola dimostra di essere perfetta per piatti salati, dai primi ai secondi, basta avere un po' di fantasia.
E se quella scarseggia, non vi resta che sfogliare Il Mag di Mtc, ed in questo splendido articolo, troverete un mare di proposte irresistibili.
Non vi dico altro.
Correte a leggere.


lunedì 1 ottobre 2018

Pie di prugne rosse: l'età dell'esperienza.

Every day is winding road - Sheryl Crow
Ultimamente non ho avuto granché tempo di scrivere se non per ricette destinate a Starbooks, che faccio sempre con grande piacere, ancora di più se si trovano libri come How to Eat a Peach.
Mi manca però l'abbandonarmi a quel flusso di coscienza che all'inizio di questa avventura di blog, era la molla che mi spingeva a scrivere.
Pare che sempre di più sia la vita ad avere ragione su di me.
Da una parte un lavoro che richiede impegno e concentrazione e dall'altra la corsa frenetica al voler fare di tutto e di più, mentre contemporaneamente il corpo mi dice: "Ahò, sarà ora che la smetti?"
Il corpo ha una ragione che la ragione non vuole stare a sentire.
Questa mattina, mentre state leggendo queste poche righe, io mi dirigo verso la Spagna, là dov'è ancora estate: Andalusia.
Ogni tanto ritorno a fare il quello che ho fatto per molti anni appena ho aperto l'agenzia: accompagnare i gruppi durante i loro viaggi.
Non capita più molto spesso, perché negli ultimi 25 anni il turismo è davvero molto cambiato. Direi radicalmente.
Resiste qualche sparuto gruppo di highlander del viaggio in bus.
Sono quelle persone che non amano viaggiare da sole per età o inesperienza.
Stavolta accompagnerò questo gruppetto di baldi giovani, le cui età messe insieme, fanno cc.a 18 secoli.
Un bel pacco di esperienza, gente! Credo che al mio ritorno avrò delle storie da raccontare.
Nell'attesa, vi lascio la ricetta di questa torta, la cui frolla è davvero formidabile e perfetta per accogliere ripieni morbidi di frutta.
L'autore non poteva che essere quel diavolo della cucina che è Jamie Oliver.
Potrete aromatizzare l'impasto come più preferite: arancia, cannella, anice....io ho scelto il classico limone e vaniglia.
Ma sperimenterò, promesso.
Ingredienti per uno stampo da pie di 23 cm di diametro
Frolla old fashioned di Jamie Oliver

500 g di farina 00 più extra per infarinare
100 g di zucchero a velo setacciato
250 g di ottimo burro freddo, tagliato a cubetti
la scorza grattugiata di un limone non trattato
2 uova grandi sbattute
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (mia aggiunta)
1 goccio di latte freddo
1 tuorlo +  cucchiaio di latte per lucidare
zucchero di canna per rifinire

Per il ripieno
1 kg di prugne rosse mature ma non molle
80 g di zucchero di canna
15 g di maizena
  • Nella ciotola dell'impastatrice, setaccia la farina dall'alto in modo che prenda aria e successivamente aggiungi lo zucchero a velo sempre setacciandolo. Mescola con una frusta quindi aggiungi i cubetti di burro.
  • Con la foglia, impasta per sabbiare il burro con la farina, fino a quando non otterrai un composto di briciole piuttosto fini. Aggiungi la scorza di limone grattugiato e mescola velocemente. 
  • Aggiungi le uova sbattute in cui avrai versato la vaniglia ed il goccio di latte e impasta velocemente fino a che l'impasto non diventerà una palla. 
  • Toglilo dalla ciotola e schiaccialo leggermente quindi avvolgilo nella pellicola e fallo riposare in frigo per il tempo in cui prepari il ripieno. 
  • Lava le prugne e tagliale a metà eliminando il nocciolo. Taglia le due metà in spicchi non troppo grossi. Mettile in una ciotola con lo zucchero e copri con la pellicola. Fai riposare per almeno mezz'ora. 
  • Mentre le prugne riposano, taglia la frolla in due parti. Stendi una parte ad uno spessore di 3/4 millimetri. Imburra uno stampo da pie e foderalo con la pasta lasciandola sbordare. Taglia quella in eccesso. 
  • Rimetti la frolla in frigo mentre prepari la farcitura. Prendi le prugno e appoggia un setaccio su una ciotola vuota. Versa le prugne nel setaccio e raccogli il liquido che avranno rilasciato.
  • Versa il liquido in una casseruola con lo zucchero ed accendi il fuoco a fiamma dolce. Setaccia la maizena sul liquido e con una frusta mescola continuamente per un paio di minuti fino a che il liquido comincerà ad addensarsi come una crema. A questo punto lascia raffreddare qualche minuto poi versa il succo sulle prugne e mescola bene prima di versare il tutto nel guscio di frolla. 
  • Adesso stendi la rimanente frolla per creare il coperchio. Potrai lasciare la frolla intera, praticando un foro al centro per fare uscire il vapore, oppure creare delle strisce e formare una griglia classica oppure a cestino come ho fatto io. 
  • Avvolgete i bordi in modo da sigillare bene la torta e potrete poi formare delle piccole decorazioni come in foto. Sbattete il tuorlo con il latte e spennellate bene tutta la superficie. Per finire cospargete tutto bene di zucchero di canna.
  • Cuocete a 180° per 45 minuti/1 ora fino a che la torta non sia ben dorata e vedrete il succo della frutta sobbollire attraverso le losanghe. Un consiglio: coprite la griglia su cui appoggerete lo stampo, con della carta forno, in modo che se dovesse fuoriuscire del succo (è possibile) in modo che non coli sulla vostra piastra forno e bruci. 
  • Se notate che la superficie si colora troppo, copritela con un foglio di alluminio.
  • Lasciate raffreddare prima di sformarla.