School of Rock - Zach's Song
Questa è la settimana di rientro scolastico per milioni di ragazzi.
Guarda mia figlia affrontare il suo primo giorno in una nuova scuola, da grandi.
Percepisco la sua emozione, la sua preoccupazione per cose banalissime ma che a lei sembrano epocali.
Non è tanto il "come saranno i miei nuovi professori, le nuove materie", quanto "come faccio a non perdermi dentro quel labirinto di corridoi e scale"? "E se arrivo tardi il primo giorno"?
Mi viene da sorridere.
Per ironia della sorte mia figlia frequenterà la mia stessa scuola, il mio vecchio, fatiscente liceo linguistico.
Con un po' di vergogna, ammetto che per anni, dopo la maturità, ho continuato a sognare quella scuola, immaginando di dovere salire decine di rampe di scale, che nel sogno diventavano di legno via via sempre più scricchiolanti e malandate come quelle di un vecchio avamposto medievale. Con il terrore di volare di sotto, nel vuoto.
Quindi non posso e non devo prendermi gioco di lei.
La capisco e so per certo che le basterà poco per ambientarsi e prendere sicurezza.
In questi giorni precedenti al grande evento mi sono trovata spesso a ripensare a quegli anni e ad invidiarla: io tornerei immediatamente indietro.
Allo studio, ai compiti in classe, alle interrogazioni, ai timori e le paure di un brutto voto.
Alla totale mancanza di responsabilità se non quella di essere una brava studentessa.
Penso a quello che facevamo senza internet, cellulari, tablet, gruppi su "uozzap".
Penso a quello che i ragazzi di oggi con un po' di immaginazione e volontà potrebbero fare.
Vorrei che soltanto un poco del nostro rimpianto di quanto fosse bello e gratificante studiare a quell'età, potesse arrivare ai nostri ragazzi in modo che, come in quel meraviglioso film feticcio della nostra generazione, "cogliessero l'attimo che fugge".
Eravamo giovani con una voglia infinita di divertirci e la scuola, col senno di poi, era parte di questo.
Questa è una ricetta che ho costruito su misura per me, nella ricerca di trovare zuccheri alternativi nella preparazione di dolci e nella necessità di eliminare il glutine per quanto possibile.
Sono biscotti completamente gluten free, senza uova e senza zucchero. Io li ho amati dal primo morso.
Avrei potuto trasformarli anche in vegani ma semplicemente non ho voluto.
Sarebbe bastato sostituire il burro con olio extravergine (ci ho pensato moltissimo su), ma poi ho deciso altrimenti.
La farina di grano saraceno è un concentrato di fibre ed ha, una volta cotta, un sapore deciso e tostato che l'extra vergine avrebbe finito con l'evidenziare.
Mentre io avevo bisogno di una gratificazione, che arrivasse dall'aroma avvolgente del burro sposato ad una texture rustica e friabile.
La dolcezza viene regalata dalla frutta secca.
Le bacche di Goji, fantastici antiossidanti naturali, hanno un sapore acidulo piacevolissimo che viene valorizzato dalla farina stessa.
Il mostro di vino cotto regala un lontano sentore caramellato all'impasto che emerge con il passare del tempo.
Per finire ho inserito qualche gheriglio di noce, per avere un contrasto croccante (e poi perché le adoro nei dolci rustici).
L'esperimento mi è piaciuto così tanto che ho deciso che sono i miei biscotti del cuore. Ma sono anche biscotti perfetti e ricchi di nutrienti per i nostri ragazzi impegnati a studiare.
La prossima volta ometterò anche il lievito così saranno ancora più croccanti.
Ingredienti per c.ca 30 biscotti
150 g di farina di grano saraceno
125 g di burro
50 g di farina di mandorle
50 g di farina di riso
30 g di bacche Goji Nuova Terra
20 g di cranberries
20 g di uvetta sultanina
30 g di gherigli di noci
3 cucchiai di mosto di vino cotto
1 cucchiaio di acqua gelata
la punta di un cucchiaino di lievito ( si può omettere)
la scorza grattugiata di mezzo limone
1 pizzico di sale
Accendete il forno a 180°.
Mettete le bacche, i cranberries e l'uvetta in una ciotola e coprite con acqua bollente. Lasciate ammorbidire per 15/20 minuti.
Scolate e strizzate molto bene la frutta
Miscelate le farine con il sale ed il lievito e mettetele su una spianatoia.
Mescolatevi la frutta secca e le noci.
Formate una fontana al centro e grattugiatevi la scorza di limone, mettetevi il burro non troppo freddo a dadini e cominciate a sabbiare con la punta delle dita, pizzicando insieme il burro con la farina.
Quando il composto avrà assunto un aspetto bricioloso, fate al centro una piccola fontana e versatevi il mosto di vino cotto e l'acqua gelata e lavorate il tutto velocemente fino a che non otterrete una palla. Se necessario aggiungete un ulteriore cucchiaio di acqua.
Mettete la palla in frigo e fate riposare almeno 45 minuti.
Stendete l'impasto su una spianatoia allo spessore di 1 cm e tagliate dei biscotti larghi 3 cm ed alti 7 cm e sistemateli distanziati su una placca ricoperta di carta da forno.
Fate cuocere per cc.a 25 minuti, controllando che assumano una colorazione dorata.
Fate raffreddare su una gratella e conservate in una scatola di latta. Migliorano con il passare del tempo e durano bene fino ad una settimana.
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lunedì 14 settembre 2015
lunedì 25 maggio 2015
Cous Cous vegetariano al profumo di lime e menta: quanto mi piace il cinema.
Flying - The Beatles
Oggi un post di pubblica utilità per gli appassionati di cinema.
E' un po' che non parlo di questa mia passione ma ultimamente mi sto dando al cinema casalingo guardando film in streaming perché la tv generalista non produce nulla che valga la pena di essere seguito se non in orari impossibili.
Così sono riuscita a vedere alcuni film che avevo perso e qualcosa di nuovo veramente carino, che piace a noi donne piene di romatiche fantasie.
Il primo che vi segnalo è "La teoria del tutto". La vita dello scienziato Stephen Hawking e della moglie Jane, dagli anni del loro incontro (primi anni 60) fino ai giorni nostri.
Fermo restando che i due attori principali danno vita ad una performance di commovente bravura, tutto il film è pervaso da una palpabile dolcezza che emerge dalla figura di Stephen, uomo geniale messo alla prova dalla terribile malattia che pur non è riuscita a fermare la sua mente sempre in movimento. Il dolore, le difficoltà, la previsione di una morte precoce non impediscono a quest'uomo di mantenere viva una costante positività, un sorriso sempre presente sotto la smorfia della malattia, un umorismo inossidabile e sincero. Qualsiasi donna avrebbe rischiato di soccombere affrontando la prova di Jane ma in questa storia è proprio lei che giganteggia al suo fianco, che si fa carico della decisione più difficile che è quella di mantenerlo in vita dopo un ulteriore peggioramento, ma che nonostante tutto mostra le sue fragilità di donna senza vergogna. Un film che parla d'amore, di fede, di volontà e speranza e la cui visione fa meglio di una medicina.
La famiglia Belier : negli ultimi anni mi è capitato di vedere alcuni film francesi assolutamente adorabili. La Francia sta producendo delle ottime pellicole da cui noi italiani ricaviamo remake di successo, come il campione di incassi "Benvenuti al sud". Che personalmente mi ha molto divertito ma mai quando l'originale "Giù al nord" (vedetelo). Ma potrei citarvi la bellissima "Quasi amici", o "Emotivi Anonimi" oppure "Piccole Bugie fra amici" o "Un sapore di ruggine ed ossa" con la meravigliosa Cotillard.
La famiglia Belier è una commedia deliziosa per tutta la famiglia e la storia è originale e del tutto inaspettata: cosa può succedere se in una famiglia dove c'è un padre, una madre ed un fratello sordomuti, è presente anche una sorella normodotata e per di più con una voce straordinaria? Non voglio svelarvi la trama che comunque potete leggere ovunque, ma vi invito a vederlo perché è un film delicato e divertente, dove si tocca il tema della discriminazione in maniera assolutamente ironica e dove il senso di "famiglia" emerge forte e prepotente in ogni immagine. Si ride, ci si commuove, ed anche la musica ha il suo bel perché.
Adaline e l'eterna giovinezza. Il titolo originale è The age of Adaline e questo è veramente il titolo perfetto. Sulla capacita tutta italiana di mortificare i titoli dei film magari scriverò un post a parte, fatto sta che questa pellicola uscita da pochissimo è un film da donne.
Non voglio dire che esistano film da donne o da uomini, ve lo dice una che gongola guardando Tarantino, ma la fantasia proposta dalla trama è assolutamente femminile. Per un incredibile incidente, Adaline, nata alla mezzanotte del 1901, smette di invecchiare, e conserva integra la bellezza dei suoi 29 anni per decenni. Il film ha la struttura narrativa del più noto "Lo strano caso di Benjamin Button" e ci fa percorrere un secolo di storia inseguendo le avventure di Adaline. Quello che ho adorato di questo racconto, a parte l'idea su cui ho continuato a fantasticare per ore, sono le ricostruzioni storiche, i costumi meravigliosi indossati dalla protagonista, le sue pettinature, il personaggio così denso, intelligente e ricco di esperienze che però si nasconde al mondo per svariate ragioni.
Ve lo consiglio, sono certa che vi piacerà. E stasera me lo riguardo con mia figlia.
E voi, mi consigliate qualcosa con cui riempire le prossime serate?
Un piatto strafacile.
Ma anche rivisto forse e versatile.
Io il cous cous lo faccio praticamente una volta a settimana da quando comincia la bella stagione.
A me piace da impazzire ed ogni volta lo preparo in maniera diversa.
Qui sopra è presentato alla maniera marocchina, senza miscelare gli ingredienti ma tutto appoggiato sul letto di cous cous che sostituisce il pane.
Voi ovviamente potete mescolare il tutto ottenendo un piatto multicolor che riempie sempre gli occhi.
Questa è la velocissima ricetta
Ingredienti per 4 persone
250 g di cous cous (io ho usato quello bio di Nuova Terra)
200 g di zucchine novelle
2 carote grandi
1 cipolla bianca
200 g dei vostri ceci preferiti già cotti ed insaporiti con una foglia di alloro
8 pomodori piccadilly
un mazzetto di foglie di menta fresca
il succo di un lime
4 cucchiai di olio extravergine
2 cucchiaino di misto spezie Ras El Hanout (potete trovarlo nei negozi di prodotti magrebini o nordafricani)
Sale
Tagliate le zucchine e le carote in dadini.
In una larga padella fate passire la cipolla tritata con un filo d'olio extravergine e quando sarà bella morbida e trasparente, aggiungete le verdure e cuocete a fuoco medio saltandole per 7/8 minuti, in modo che cuociano ma restino belle croccanti. Mentre cuocete, aggiungete le spezie ed il sale.
Tenete da parte.
Tagliate il pomodoro in pezzettini non troppo piccoli.
Scaldate il ceci nella loro acqua con una foglia di alloro. Salateli se necessario.
Scaldate lo stesso peso del cous cous di acqua in una casseruola con un pizzico di sale e un filo d'olio. Portate a ebollizione quindi versate il cous cous e spegnete. Smuovete la casseruola in modo che il cous cous si disponga in maniera uniforme sul fondo e lasciate a riposto per 5 minuti.
Una volta gonfiato, sgranatelo con una forchetta e versatelo nel piatto di servizio. Se necessario eliminate i grumi più grossi con le dita e passate le mani più volte nel cous cous per sciogliere eventuali grumi di semola.
Versate le verdure sul cous cous.
Tagliate le foglie di menta a julienne sottile.
Mettetele in una ciotolina con il succo di lime, 4 cucchiai d'olio ed il sale. Sbattete bene per ottenere una citronette. Versatela sul cous cous e servite decorando con foglioline di menta.
E' un po' che non parlo di questa mia passione ma ultimamente mi sto dando al cinema casalingo guardando film in streaming perché la tv generalista non produce nulla che valga la pena di essere seguito se non in orari impossibili.
Così sono riuscita a vedere alcuni film che avevo perso e qualcosa di nuovo veramente carino, che piace a noi donne piene di romatiche fantasie.
Il primo che vi segnalo è "La teoria del tutto". La vita dello scienziato Stephen Hawking e della moglie Jane, dagli anni del loro incontro (primi anni 60) fino ai giorni nostri.
Fermo restando che i due attori principali danno vita ad una performance di commovente bravura, tutto il film è pervaso da una palpabile dolcezza che emerge dalla figura di Stephen, uomo geniale messo alla prova dalla terribile malattia che pur non è riuscita a fermare la sua mente sempre in movimento. Il dolore, le difficoltà, la previsione di una morte precoce non impediscono a quest'uomo di mantenere viva una costante positività, un sorriso sempre presente sotto la smorfia della malattia, un umorismo inossidabile e sincero. Qualsiasi donna avrebbe rischiato di soccombere affrontando la prova di Jane ma in questa storia è proprio lei che giganteggia al suo fianco, che si fa carico della decisione più difficile che è quella di mantenerlo in vita dopo un ulteriore peggioramento, ma che nonostante tutto mostra le sue fragilità di donna senza vergogna. Un film che parla d'amore, di fede, di volontà e speranza e la cui visione fa meglio di una medicina.
La famiglia Belier : negli ultimi anni mi è capitato di vedere alcuni film francesi assolutamente adorabili. La Francia sta producendo delle ottime pellicole da cui noi italiani ricaviamo remake di successo, come il campione di incassi "Benvenuti al sud". Che personalmente mi ha molto divertito ma mai quando l'originale "Giù al nord" (vedetelo). Ma potrei citarvi la bellissima "Quasi amici", o "Emotivi Anonimi" oppure "Piccole Bugie fra amici" o "Un sapore di ruggine ed ossa" con la meravigliosa Cotillard.
La famiglia Belier è una commedia deliziosa per tutta la famiglia e la storia è originale e del tutto inaspettata: cosa può succedere se in una famiglia dove c'è un padre, una madre ed un fratello sordomuti, è presente anche una sorella normodotata e per di più con una voce straordinaria? Non voglio svelarvi la trama che comunque potete leggere ovunque, ma vi invito a vederlo perché è un film delicato e divertente, dove si tocca il tema della discriminazione in maniera assolutamente ironica e dove il senso di "famiglia" emerge forte e prepotente in ogni immagine. Si ride, ci si commuove, ed anche la musica ha il suo bel perché.
Adaline e l'eterna giovinezza. Il titolo originale è The age of Adaline e questo è veramente il titolo perfetto. Sulla capacita tutta italiana di mortificare i titoli dei film magari scriverò un post a parte, fatto sta che questa pellicola uscita da pochissimo è un film da donne.
Non voglio dire che esistano film da donne o da uomini, ve lo dice una che gongola guardando Tarantino, ma la fantasia proposta dalla trama è assolutamente femminile. Per un incredibile incidente, Adaline, nata alla mezzanotte del 1901, smette di invecchiare, e conserva integra la bellezza dei suoi 29 anni per decenni. Il film ha la struttura narrativa del più noto "Lo strano caso di Benjamin Button" e ci fa percorrere un secolo di storia inseguendo le avventure di Adaline. Quello che ho adorato di questo racconto, a parte l'idea su cui ho continuato a fantasticare per ore, sono le ricostruzioni storiche, i costumi meravigliosi indossati dalla protagonista, le sue pettinature, il personaggio così denso, intelligente e ricco di esperienze che però si nasconde al mondo per svariate ragioni.
Ve lo consiglio, sono certa che vi piacerà. E stasera me lo riguardo con mia figlia.
E voi, mi consigliate qualcosa con cui riempire le prossime serate?
Un piatto strafacile.
Ma anche rivisto forse e versatile.
Io il cous cous lo faccio praticamente una volta a settimana da quando comincia la bella stagione.
A me piace da impazzire ed ogni volta lo preparo in maniera diversa.
Qui sopra è presentato alla maniera marocchina, senza miscelare gli ingredienti ma tutto appoggiato sul letto di cous cous che sostituisce il pane.
Voi ovviamente potete mescolare il tutto ottenendo un piatto multicolor che riempie sempre gli occhi.
Questa è la velocissima ricetta
Ingredienti per 4 persone
250 g di cous cous (io ho usato quello bio di Nuova Terra)
200 g di zucchine novelle
2 carote grandi
1 cipolla bianca
200 g dei vostri ceci preferiti già cotti ed insaporiti con una foglia di alloro
8 pomodori piccadilly
un mazzetto di foglie di menta fresca
il succo di un lime
4 cucchiai di olio extravergine
2 cucchiaino di misto spezie Ras El Hanout (potete trovarlo nei negozi di prodotti magrebini o nordafricani)
Sale
Tagliate le zucchine e le carote in dadini.
In una larga padella fate passire la cipolla tritata con un filo d'olio extravergine e quando sarà bella morbida e trasparente, aggiungete le verdure e cuocete a fuoco medio saltandole per 7/8 minuti, in modo che cuociano ma restino belle croccanti. Mentre cuocete, aggiungete le spezie ed il sale.
Tenete da parte.
Tagliate il pomodoro in pezzettini non troppo piccoli.
Scaldate il ceci nella loro acqua con una foglia di alloro. Salateli se necessario.
Scaldate lo stesso peso del cous cous di acqua in una casseruola con un pizzico di sale e un filo d'olio. Portate a ebollizione quindi versate il cous cous e spegnete. Smuovete la casseruola in modo che il cous cous si disponga in maniera uniforme sul fondo e lasciate a riposto per 5 minuti.
Una volta gonfiato, sgranatelo con una forchetta e versatelo nel piatto di servizio. Se necessario eliminate i grumi più grossi con le dita e passate le mani più volte nel cous cous per sciogliere eventuali grumi di semola.
Versate le verdure sul cous cous.
Tagliate le foglie di menta a julienne sottile.
Mettetele in una ciotolina con il succo di lime, 4 cucchiai d'olio ed il sale. Sbattete bene per ottenere una citronette. Versatela sul cous cous e servite decorando con foglioline di menta.
martedì 28 aprile 2015
Quando si smette di essere eterni. Insalata tiepida di finocchiella, pere e feta.
Eternity - Robin Williams
La primavera è tempo di pulizia.
In casa, intorno e dentro di noi.
Pulizia in tutti i sensi ed in particolare dal superfluo o dall'eccessivo, decidete voi.
Sono appena rientrata da un week end all'insegna dello "stile di vita" come attenzione a noi stessi ed alla nostra salute, elemento che si tende a dimenticare o trascurare per tutto quel periodo in cui ci si sente eterni. Mai provata questa sensazione?
Io si.
Se non fosse per i dolori, per le malinconie, per il ritmo vitale improvvisamente rallentato, vi direi che mi ci sento ancora, ma non è così.
Siamo eterni ed imbattibili con l'energia dei nostri venti/trent'anni, con le tasche vuote ma la testa piena di idee, obbiettivi, sogni.
Siamo eterni ogni volta che ci innamoriamo e non solo di qualcuno, ma di qualcosa, di un luogo, di un progetto, una canzone, un quadro, una poesia.
Il nostro senso di eternità ci sostiene e ci fa fare cose mai credute possibili, dal capolavoro alla figura barbina, ma siamo eterni e ce ne dimentichiamo un attimo dopo.
Più ci scontriamo con il dolore, con la morte, più crediamo all'eternità, le siamo fedeli, ci rifugiamo in lei. Usciamo, corriamo, mangiamo, facciamo l'amore. Gridiamo alla morte: non ci fai paura perché noi, noi siamo eterni.
Mai, per un momento, ci abbandoniamo al compiacimento dell'idea della fine, perché siamo certi di essere immortali. Siamo giovani, belli, forti e immortali.
Poi qualcosa cambia. Non so dire quando e come, ma improvvisamente si comincia a contare alla rovescia. Si contano anni, persone che mancano, le cose non fatte, i luoghi mai visti.
Paradossalmente ogni mancanza non sembra così atroce se quando eri eterno hai messo da parte esperienze ed affetti. Ti dici solo che ci saranno altre storie a riempire quei buchi e va bene così.
Senti vibrare ancora quel senso di eternità negli occhi scuri di tua figlia, nel suo agile corpo di cavallina ribelle. Lo riconosci ed il cuore ti batte ancora forte.
Un giorno si smette di essere eterni ma non è poi così male.
Si assapora ogni cosa come se fosse l'ultima , si sceglie perché si vuole e non perché capita, si riesce anche a dire dei "no" che ci danno autostima.
Si diventa grandi, mortali e si smette di preoccuparsi della cellulite. :)
Ora, perchè si diventa mortali non vuol dire che si debba morire domani.
Magari se continuiamo a volerci bene, campiamo fino a cent'anni e qualche altra soddisfazione possiamo pure levarcela.
Le mie ultime analisi mi hanno riportato con i piedi per terra e sul fronte colesterolo and co., sono stata moooolto moooolto cattiva.
Da qui cominciamo a ragionare e comincerò a postare qualche piatto un pochino meno lussurioso ed un po' più morigerato, senza dimenticare che a me mangiare piace, ancor più di cucinare.
Una non ricetta per oggi, perché è talmente facile che non dovete far altro che lavare ed affettare due ingredienti vegetali, metterli su una placca da forno e lasciare cuocere il tempo sufficiente.
Un'insalata buona, ma buona, di quelle che piacciono tanto a me, con un sapore inedito e gustoso ed una parte croccante deliziosa composta da un mix di semi pieni di buone proprietà, principalmente Omega 3 che mantengono giovani e frizzantini.
Ho scoperto una linea di prodotti Bio nati in Toscana che mi ha lasciato a bocca aperta per la varietà e qualità delle proposte. Se volete saperne di più, andate a leggere cosa vi racconta Nuova Terra.
Qui di seguito la mia ricetta velocissima.
Ingredienti per 4 persone
4 finocchielle femmine non troppo grandi
2 pere abate IGP
250 g di feta
3 cucchiai di olio extra vergine
1 cucchiaino di aceto balsamico tradizionale.
3 cucchiai di Mix Omega (semi di girasole, semi di zucca, semi di lino) Nuova Terra
1 cucchiaio di semi di finocchio Nuova Terra
Sale - pepe a piacere
Lavate e affettate le finocchielle ottenendo dei ventagli non più spessi di 5 mm.
Lavate le pere con la buccia e tagliate a fette longitudinali alte 1 cm.
Disponete pere e finocchi su una placca coperta di carta da forno quindi miscelate l'olio, l'aceto balsamico ed il sale in una ciotolina e versatelo sulle verdure.
Spargete il mix omega sulle verdure con i semi di finocchio, che avrete parzialmente schiacciato con un mortaio.
Mettete in forno a 180° per 45 minuti fino a che i finocchi non saranno dorati e le pere cotte ma non sfatte.
Disponete le verdure in una insalatiera.
Sbriciolatevi sopra la feta e condite con un filo d'olio a crudo e se vi piace, aggiungete ancora il mix Omega per rifinire. Servite subito.
La primavera è tempo di pulizia.
In casa, intorno e dentro di noi.
Pulizia in tutti i sensi ed in particolare dal superfluo o dall'eccessivo, decidete voi.
Sono appena rientrata da un week end all'insegna dello "stile di vita" come attenzione a noi stessi ed alla nostra salute, elemento che si tende a dimenticare o trascurare per tutto quel periodo in cui ci si sente eterni. Mai provata questa sensazione?
Io si.
Se non fosse per i dolori, per le malinconie, per il ritmo vitale improvvisamente rallentato, vi direi che mi ci sento ancora, ma non è così.
Siamo eterni ed imbattibili con l'energia dei nostri venti/trent'anni, con le tasche vuote ma la testa piena di idee, obbiettivi, sogni.
Siamo eterni ogni volta che ci innamoriamo e non solo di qualcuno, ma di qualcosa, di un luogo, di un progetto, una canzone, un quadro, una poesia.
Il nostro senso di eternità ci sostiene e ci fa fare cose mai credute possibili, dal capolavoro alla figura barbina, ma siamo eterni e ce ne dimentichiamo un attimo dopo.
Più ci scontriamo con il dolore, con la morte, più crediamo all'eternità, le siamo fedeli, ci rifugiamo in lei. Usciamo, corriamo, mangiamo, facciamo l'amore. Gridiamo alla morte: non ci fai paura perché noi, noi siamo eterni.
Mai, per un momento, ci abbandoniamo al compiacimento dell'idea della fine, perché siamo certi di essere immortali. Siamo giovani, belli, forti e immortali.
Poi qualcosa cambia. Non so dire quando e come, ma improvvisamente si comincia a contare alla rovescia. Si contano anni, persone che mancano, le cose non fatte, i luoghi mai visti.
Paradossalmente ogni mancanza non sembra così atroce se quando eri eterno hai messo da parte esperienze ed affetti. Ti dici solo che ci saranno altre storie a riempire quei buchi e va bene così.
Senti vibrare ancora quel senso di eternità negli occhi scuri di tua figlia, nel suo agile corpo di cavallina ribelle. Lo riconosci ed il cuore ti batte ancora forte.
Un giorno si smette di essere eterni ma non è poi così male.
Si assapora ogni cosa come se fosse l'ultima , si sceglie perché si vuole e non perché capita, si riesce anche a dire dei "no" che ci danno autostima.
Si diventa grandi, mortali e si smette di preoccuparsi della cellulite. :)
Ora, perchè si diventa mortali non vuol dire che si debba morire domani.
Magari se continuiamo a volerci bene, campiamo fino a cent'anni e qualche altra soddisfazione possiamo pure levarcela.
Le mie ultime analisi mi hanno riportato con i piedi per terra e sul fronte colesterolo and co., sono stata moooolto moooolto cattiva.
Da qui cominciamo a ragionare e comincerò a postare qualche piatto un pochino meno lussurioso ed un po' più morigerato, senza dimenticare che a me mangiare piace, ancor più di cucinare.
Una non ricetta per oggi, perché è talmente facile che non dovete far altro che lavare ed affettare due ingredienti vegetali, metterli su una placca da forno e lasciare cuocere il tempo sufficiente.
Un'insalata buona, ma buona, di quelle che piacciono tanto a me, con un sapore inedito e gustoso ed una parte croccante deliziosa composta da un mix di semi pieni di buone proprietà, principalmente Omega 3 che mantengono giovani e frizzantini.
Ho scoperto una linea di prodotti Bio nati in Toscana che mi ha lasciato a bocca aperta per la varietà e qualità delle proposte. Se volete saperne di più, andate a leggere cosa vi racconta Nuova Terra.
Qui di seguito la mia ricetta velocissima.
Ingredienti per 4 persone
4 finocchielle femmine non troppo grandi
2 pere abate IGP
250 g di feta
3 cucchiai di olio extra vergine
1 cucchiaino di aceto balsamico tradizionale.
3 cucchiai di Mix Omega (semi di girasole, semi di zucca, semi di lino) Nuova Terra
1 cucchiaio di semi di finocchio Nuova Terra
Sale - pepe a piacere
Lavate e affettate le finocchielle ottenendo dei ventagli non più spessi di 5 mm.
Lavate le pere con la buccia e tagliate a fette longitudinali alte 1 cm.
Disponete pere e finocchi su una placca coperta di carta da forno quindi miscelate l'olio, l'aceto balsamico ed il sale in una ciotolina e versatelo sulle verdure.
Spargete il mix omega sulle verdure con i semi di finocchio, che avrete parzialmente schiacciato con un mortaio.
Mettete in forno a 180° per 45 minuti fino a che i finocchi non saranno dorati e le pere cotte ma non sfatte.
Disponete le verdure in una insalatiera.
Sbriciolatevi sopra la feta e condite con un filo d'olio a crudo e se vi piace, aggiungete ancora il mix Omega per rifinire. Servite subito.
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