Più avanti nel tempo, probabilmente tra i miei 15 e 17 anni, mi resi conto che nel mio cuore Gene Kelly aveva preso definitivamente il posto di Fred. Non per niente "Brigadoon" resta ed è uno dei miei musical preferiti, anzi per me è Il Musical, una sorta di film feticcio, un simbolo dell'unione tra me e mio marito, qualcosa di intimamente condiviso che spesso rivediamo insieme e che ci fa sognare.
Insomma, Gene Kelly, con la sua sfacciata fisicità, la sua agilità d'atleta e la sua grazia inaspettata, la sua voce soffiata e lievemente roca mi aveva definitivamente conquistato, facendomi riporre quelle immagini in bianco e nero nella mia fantasia di bambina. Ve lo ricordate in "Un americano a Parigi"? E in "Due Marinai e una ragazza" con un giovanissimo ed incredibile Frank Sinatra? E poi, in veste avventurosa nella più bella versione mai prodotta dei "Tre Moschettieri"? Maurice Bejart, uno dei più grandi coreografi del secolo scorso, parlando di Gene Kelly, disse che il suo meraviglioso talento non aveva nulla da invidiare a Nurejev.
Perché non abbiamo la fortuna di godere nuovamente della visione di queste pellicole insieme ai nostri bambini? Perché non possiamo condividere la famosa scena di "Cantando sotto la pioggia", un vero e proprio inno alla felicità, forse il più bello mai proposto dal cinema, in una serata in famiglia?
E voi, per chi batteva il vostro cuore tra Fred e Gene, se amate il genere?
Quando penso due dei nostri pasticcieri più famosi, quelli che godono maggiormente il privilegio della visibilità televisiva come Montersino e Santin, mi viene in mente la storica competizione tra Fred Astaire e Gene Kelly, i due ballerini che hanno fatto la storia del musical americano. In piccolo, ovviamente, i nostri due artisti del dolce, hanno creato due vere e proprie fanzine, sostenitori appassionati che li adorano e li seguono con grande interesse cercando di riprodurre i loro capolavori.
Spero che non me ne vogliate, ma faccio un gioco: io vedo Montersino come Fred Astaire, ballerino dalla tecnica ineguagliabile, capace di coreografie difficilissime ed estremamente elaborate mentre Santin è il Gene Kelly dei pasticceri, più fisico, terreno, di grandissima tecnica e sensualità nel gesto. Entrambi sull'Olimpo della pasticceria italiana.
Un dolce terreno, facile ma non scontato come si può immaginare. La ciambella classica di Santin mi ha fatto desiderare di essere già a colazione per provare l'inzuppo nel latte. Non ho resistito però alla tazza di te e golosamente l'ho accompagnata da una composta di fragoline di bosco. Un sogno di morbidezza. Eccovi la ricetta pubblicata sul suo ultimo libro "Pasticceria, le mie ricette di base"
300 gr di Farina
250 gr di zucchero
4 uova
1 bicchiere di olio di semi
1/2 bicchiere di latte
7 gr di lievito per dolci
5 gr di sale fino
zeste di limone o arancio o vaniglia (a vs. preferenza).
Battere i tuorli con lo zucchero, il sale e l'aroma scelto. Montateli fino a renderli spumosi. Aggiungete l'olio ed il latte e mescolate. Per ultimo unite la farina setacciata con il lievito. Montate gli albumi a neve ferma ed uniteli al composto con molta delicatezza. Versate in uno stampo da ciambella imburrato ed informate a 180° per 40/45 minuti. Fate raffreddare bene prima di sformarla.