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venerdì 28 ottobre 2022

Mini tarte con ganache cioccolato fondente e marroni, chantilly ai marroni.

Se penso alla quantità di ricette che ho in archivio e che non riesco a pubblicare, mi mangerei le mani. 
Ma ultimamente sto dando priorità ad altro. 
Diciamo che visto il poco tempo a disposizione quotidianamente, inversamente proporzionale agli anni che ho sul groppone, mi ritrovo a scegliere ogni volta, di vivere appassionatamente fuori di qui. 
Mi dispiace, e molto, ma nonostante continui a cucinare come se non ci fosse un domani, quando penso che forse dovrei alimentare anche queste pagine, mi viene un'uggia senza limiti e rinuncio per fare altro. 
D'altra parte, io non ho voglia di scrivere e molti non hanno voglia di leggere - Magda, lo vedi che la cosa è reciproca? 
La realtà è una sola: mi sono impigrita e la cosa peggiora con l'età. 
Accontentiamoci di queste piccole parentesi golose, come queste favolose tarte con ganache fondente ai marroni e chantilly ai marroni che celebrano la stagione di un meraviglioso frutto come le castagne. 
Fra parentesi, sono divine! 

Questo tipo di dolce, viene annoverato nella categoria "crostate moderne".

Gusci di frolla sottile riempiti con combinazioni di creme, frutta o cioccolato e decorazioni di grande suggestione. Per ottenere una frolla sottile, uniforme e bella croccante, si usano degli cerchi di acciaio micro forati senza base, in cui viene sistemata la frolla appoggiando direttamente su un tappetino di silicone che consente di far traspirare l’impasto durante la cottura, asciugando così il guscio, che resta croccante a lungo, anche una volta riempito di farcitura. 

E’ l’esempio delle famose tartelette francesi che ci fanno innamorare ogni volta che capita di assaggiarle. Si può ottenere lo stesso risultato senza troppi sforzi, l’importante è non surriscaldare l’impasto in fase di lavorazione. Ecco perché questa preparazione richiede il passaggio in frigo svariate volte. 

Ma in questa stagione è più semplice perché le nostre case sono più fresche e i tempi di raffreddamento diminuiscono. 

Con un guscio del genere, potrete far lavorare la vostra fantasia. Sul blog ne trovate diversi esempi come quelle alle "more e crema di limone" o "quelle frangipane alle prugne". 

Potrete farcirle una volta cotte oppure con elementi che cuociano insieme alla frolla, tipo la crema frangipane o confetture di frutta, o frutta fresca accompagnata da composte di vario genere.  Lascio a voi la scelta. 

Essendo tempo di castagne, ecco la mia interpretazione golosa, che piacerà a tutto, soprattutto ai palati più raffinati. 


Ingredienti per 6 tartelette da 8 cm di diametro

Per la frolla

140 g di burro pomata

70 g di zucchero a velo setacciato

50 g di uova 

1 g di fleur de sel 

230 g di farina 00 setacciata 

40 g di farina di mandorle 


Per la ganache al cioccolato 


150 g di cioccolato fondente 50% 

150 ml di panna fresca 

1 cucchiaino di miele millefiori

1 cucchiaino di estratto di vaniglia 

100 g di castagne bollite 

500 ml di latte parzialmente scremato 


Per la chantilly ai marroni 

200 ml di panna fresca

200 g di crema di marroni 

Foglia d’oro per uso alimentare 

Violette candite 

Cacao amaro in polvere qb


Preparate la frolla ed i gusci (potete fare questo un giorno prima) 

  • Mescolate lo zucchero con il burro usando una spatola di silicone, fino a quando il burro non avrà assorbito lo zucchero, quindi aggiungete la farina, il sale e la farina di mandorle e continuate ad incorporare fino ad ottenere un composto bricioloso. 
  • Aggiungete l'uovo ed impastate molto velocemente fino a che l'impasto non starà insieme formando una palla. Schiacciatela un poco quindi avvolgetela nella pellicola e mettete in frigo almeno per un'ora. 
  • Una volta riposata, toglietela dal frigo, tagliatela a metà ed una parte riponetela in frigo o nel congelatore per utilizzarla in altra occasione. 
  • Stendete la metà tra due fogli di carta da forno ad uno spessore di 3 mm.  Coppate la pasta con un cerchio da 8 cm di diametro e sistematelo in fondo agli stampi per tartelette già imburrati. Bucateli e mettete in frigo. Recuperate il resto della frolla e riunitelo in un palla. Stendetela sempre tra i due fogli allo stesso spessore e mettetela in frigo ben stesa per 1 ora. 
  • Quando sarà pronta e ben fredda, ricavate dal foglio steso, 8 strisce per foderare i bordi degli stampi. Premete bene in modo che la frolla si "agganci" ai bordi e con un coltellino affilato rifinite perfettamente i bordi dalla frolla in eccesso. 
  • Rimettete le tartelette in frigo per almeno 30 minuti mentre accendete il forno.  Coprite i gusci con poca carta forno su cui appoggerete dei legumi secchi per effettuare la “cottura in bianco”. 
  • Cuocete a 160° per c.ca 25 minuti, controllando che siano ben dorate ma non si scuriscano troppo. Una volta pronte, fate raffreddare i gusci su una griglia qualche minuto e sformatele.  Una volta fredde conservatele in una scatola di latta fino all'utilizzo. 

PER LA GANACHE DI CIOCCOLATO E CASTAGNE. 

  • Lessate le castagne in abbondante acqua bollente ed un paio di foglie di alloro. Sbucciatele e privatele della pellicina quindi versate il latte in una casseruola con la vaniglia e le castagne e fate cuocere fino a che le castagne non avranno assorbito buona parte del latte e saranno morbide tanto da disfarsi. 
  • Scolatele dal latte e con una forchetta schiacciatele grossolanamente lasciando anche pezzi più consistenti. Fate raffreddare. 
  • Preparate la ganache di cioccolato: Tritate bene il cioccolato e mettetelo in una ciotola di acciaio. Portate a sobbollire la panna. Quando raggiungerà il fremito, spegnetela e versatela sulla cioccolata. Aggiungete il miele e lasciatela lì senza toccare per 3/4 minuti. 
  • Con una spatola o un cucchiaio, mescolate lentamente il composto fino a che la cioccolata non si sarà completamente sciolta ed avrete ottenuto un composto lucido, uniforme e vellutato. 
  • Incorporate le castagne e mescolate bene. 
  • Versate subito la ganache ripartendola nei 6 gusci di frolla in maniera uniforme. Lasciate raffreddare completamente.

PER LA CHANTILLY AI MARRONI 

  • Mentre la ganache si solidifica, preparate la chantilly ai marroni. Montate la panna a neve ferma. Incorporate la cream di marroni che avrete fatto raffreddare in frigo prima di usarla. Con una spatola mescolate dal basso in alto fino a che il composto non sia uniforme, quindi mettetelo in un sac a poche con bocchetta tonda di 1 cm di diametro. Mettete in frigo fino ad utilizzo. 

PER IL MONTAGGIO

  • Decorate le piccole tarte con ciuffetti di chantilly come preferite. Rifinite con foglia d’oro e violette candite, ed una spolverata di cacao se gradito, solo al momento dei servire. 
  • Si conservano in frigo per 2/3 giorni. 






lunedì 22 novembre 2021

Ciambella di ricotta con cioccolato e castagne

Prima che finisse la stagione delle castagne, dovevo preparare questo dolce. 
Ho bollito, arrostito, spelato e mi sono ridotta le dita in estremità spellate e tagliuzzate, solo per avere la mia scorta congelata di castagne e prepararci diverse cosette che ho in mente da un po'.
A partire proprio da questa torta facile e un inno all'autunno. 
Sarà perfetta per la colazione o il te del pomeriggio. 
La ganache l'ho aggiunta per darle un vestito più elegante ma non è fondamentale (anche se nei dolci al cioccolato, la glassa ha sempre il suo perché). 
Io amo le castagne senza limiti. 
Cerco di mangiarne il meno possibile perché dopo sto male - lo Zeppelin in confronto a me è una bolla di sapone - quindi poche ma buone e strategiche. 
Sono golosa di Marron Glacé che praticamente non mangio mai perché costano quanto un brillante, adoro la crema di marroni e tutto quanto la contenga, mi piace scovare le castagne nei ripieni di carne perché ci stanno da Dio. 
Se anche voi le amate come me, questa torta è proprio per voi. 
Se non vi piace l'idea di trovare pezzetti di castagne nell'impasto,  schiacciate le vostre castagne con lo schiacciapatate e la polpa si dissolverà nell'impasto ed il sapore sarà più omogeneo e non concentrato sui pezzettini. 
Cercate di non cuocerla oltre il tempo previsto che è quello in cui il vostro stecchino uscirà pulito dalla prova. 
Io ho voluto che il sapore fosse rustico, schietto, quindi ho usato della farina integrale biologica, zucchero di canna integrale molto fine e cacao amaro olandese, molto tostato.  
Una goccia di rum, darà insieme alla vaniglia, un profumo intrigante. 

Ingredienti per uno stampo da 24/26 cm di diametro

4 uova grandi a temperatura ambiente 
270 g di zucchero di canna integrale 
135 g di olio di semi 
1 cucchiaino di estratto di vaniglia 
250 g di ricotta freschissima scolata dal suo siero 
150 g di farina integrale
110 g di farina 00
40 g di cacao amaro olandese 
10 g di lievito 
1 pizzico di sale 
20 ml di latte 
1 cucchiaio di rum 
120 g di castagne bollite ridotte a pezzetti grossolani 
60 g di gocce di cioccolato 

Per la copertura
200 g di cioccolato fondente al 50%
100 ml di panna fresca 
20 g di burro 

  • Fate scolare la ricotta del siero e schiacciatela bene con una forchetta
  • Accendete il forno a 180° 
  • Setacciate le farine con cacao, lievito e sale. 
  • Nella ciotola della planetaria, rompete le uova ed aggiungete lo zucchero e la vaniglia. Montante con la frusta a velocità media per 6/7 minuti per ottenere una massa gonfia, chiara e leggera. Mentre ancora la frusta monta, aggiungete l'olio a filo, lentamente. 
  • Aggiungete la ricotta a cucchiaiate poca per volte 
  • Togliete la ciotola dalla planetaria e cominciate ad aggiungere la miscela di farine poco per volta incorporandola con una frusta a mano. Quando è ben incorporata, aggiungete il latte a cui avrete incorporato il rum
  • Per ultimo aggiungete le castagne e il cioccolato e mescolate con una spatola di gomma.
  • Versate il tutto in uno stampo da ciambella imburrato e battete leggermente su un ripiano per eliminare eventuali bolle d'aria. 
  • Cuocete per 45/50 minuti verificando con uno stecchino. Sformate e fate raffreddare completamente su una gratella. 
  • Quando sarà pronta, preparate la ganache, portando la panna a fremere e versandola sulla cioccolata che avrete tritato con cura. Aggiungete il burro ed attendete 1 minuto prima di mescolare bene con un cucchiaio senza incorporare aria. Verificate che la ganache sia bella fluida ma non troppo in modo che non scivoli via dalla torta. In caso attendente qualche minuto che si addensi un poco. 
  • Versatela sulla superficie e lasciate asciugare per almeno 1 ora prima di tagliarla. 
  • Conservate coperta e consumate in 3 o 4 giorni. 

 

mercoledì 13 gennaio 2021

Torta Zebra con glassa Rocher: e sono 10!

Celebrate - Kool & The Gang

Dieci anni di blog.
Qualcuno in più di vita. 
La cosa bella è che questo spazio mi ha accompagnato per un tratto che piano piano sta diventando importante. 
Un diario che contiene buona parte di me e della mia vita. 
La decisione di aprirlo il giorno del mio compleanno, a ripensarci adesso, mi sembra coerente, visto che lui è me e viceversa. Quindi giusto festeggiare insieme. 
Se solo conto quante volte ho pensato di mollare.
Forse lo farò quando sarò troppo stanca di investire tanto tempo in una passione univoca. Al momento tengo botta. 
Una buona abitudine sarebbe quella di non contare gli anni della vita, ma la vita che è negli anni ed io ancora non ho imparato. 
Purtroppo i compleanni, i miei, da un po' mi mettono tristezza. 
Avrei voluto preparare una torta spettacolare.
Si ma le torte spettacolari vanno servite con un minimo di platea...chi se la mangia una torta grande in un periodo di tentata dieta? 
E poi mi è appena arrivato lo stampo che mi è sempre piaciuto e non ho potuto resistere. 
Sono planata su una più semplice ciambella buona per la colazione per provare il mio nuovo regalo. 
Ho comprato il mio primo stampo Nordic Ware perché l'offerta era imperdibile e perché da tempo era oggetto del mio desiderio. 
Questa azienda fa stampi bellissimi ma non propriamente economici. 
Così ecco qua, la mia prima ciambella Nordic. 
Volevo fare la famosa torta Zebra ma l'effetto che volevo ottenere non è riuscito al meglio. 
La marmorizzazione è un po' pasticciata ma tant'è...non poteva essere altrimenti data la mia innata ciatronaggine. 
In compenso la glassa Rocher è una figata pazzesca e credo che la utilizzerò prossimamente per altri esperimenti.
La ricetta è molto semplice ed il dolce si presta perfettamente per colazioni e te pomeridiani. 
Un consiglio: non abbiate fretta. 
La torta deve raffreddarsi molto bene prima di venire glassata, così come il cioccolato deve raggiungere la giusta temperatura per ancorarsi alla torta. 
Ingredienti per uno stampo Nordic Ware da 10 cup (20 cm diametro)
180 g di burro non salato a temperatura ambiente 
50 ml di olio di semi 
1 cucchiaino di sale 
1 cucchiaino di estratto di vaniglia 
280 g di zucchero semolato 
4 uova grandi a temperatura ambiente 
260 ml di latte a temperatura ambiente 
400 g di farina setacciata
8 g di lievito 

Per la variegatura
5 cucchiai di cacao amaro setacciato
10 ml di latte 

Per la glassa Rocher
100 g di cioccolato fondente al 70%
30 ml di olio di semi
30 g di granella di nocciole 

100 g di cioccolato bianco
20 ml di olio di semi
30 g di granella di nocciole 
  • Montate il burro con lo zucchero, il sale e l'olio fino ad ottenere un composto leggero e chiaro. Aggiungete le uova, una alla volta, incorporando la successiva quando la precedente sarà ben assorbita. 
  • Aggiungete il latte in cui avrete sciolto la vaniglia, a filo continuando a montare. L'impasto potrebbe "stracciarsi" se le temperature degli ingredienti non sono uniformi, ma una volta aggiunta la farina, il problema verrà superato. 
  • Setacciate la farina con il lievito ed aggiungetela a cucchiaiate al composto impastando con la foglia a media velocità. 
  • A questo punto pesate l'intero impasto e dividetelo in due ciotole. Aggiungete il cacao setacciato ed il latte ed incorporate bene con una spatola. Mettete gli impasti in due sac a poche. 
  • Imburrate ed infarinate bene lo stampo quindi cominciate a versare l'impasto formando un cerchio sulla base dello stampo. Fate in modo che il foro del sac a poche non sia troppo grande in modo da avere dei cordoncini di c.ca 2 cm di diametro. Versate dal secondo sac a poche direttamente sul cordoncino appena versato formando un nuovo anello. Proseguite così sino a che i due impasti non saranno terminati. I due colori appoggiandosi l'uno sull'altro, si adageranno un po' ma non si mischieranno. 
  • Cuocete per c.ca 50 minuti a 180° controllando la cottura con uno stecchino. 
  • Sfornate la torta quando è ancora calda. Lasciate raffreddare completamente e mettete in frigo mentre preparate la glassa Rocher. 
Per la glassa
  • Sciogliete a bagno maria la cioccolata con l'olio. Ovviamente dovrete fare sciogliere i due cioccolati separatamente. Trasferite la cioccolata in ciotole separate in cui verserete la granella di nocciole. Mescolate con cura e controllate la temperatura. Quando la cioccolata sarà a 31/32 °, sarà pronta da versare sul dolce che avrete raffreddato bene in frigo (almeno 30 minuti). 
  • Appoggiate la torta su una gratella sotto cui avrete messo un piatto 
  • Versate la cioccolata in maniera da variegare il top in bianco e nero. Al termine mettete la torta nuovamente al fresco per c.ca 30 minuti in modo che la glassa si indurisca.
  • Portate a temperatura ambiente e servite. Si conserva bene per 4/5 giorni se tenuta coperta, e migliora col tempo. 




lunedì 14 dicembre 2020

Mississippi Mud Pie: irresistibile come una sana risata.

 It's the most wonderful time of the year - Andy Williams

Mississippi Mud Pie.
Un po' come dire "torta di fango del Mississippi". 
Titolo che ha evocato nella mia memoria, quel tormentone su cui ho riso fino alle lacrime durante la mia giovinezza. 
Vi dice niente " 'A Pizza de fango der Camerun"? 
Chi non ha amato La TV delle Ragazze, trasmissione cult dei primi anni '90, non può ricordarsi della signorina Vaccaroni, fine conoscitrice di finanza e valuta, lavoratrice instancabile allo sportello dell'Ufficio delle Imposte, dalle 8.00 alle 8.00, cogli l'attimo! 
Questo per dire che le ricette spesso diventano elementi scatenanti flussi di coscienza che si diramano negli anfratti della nostra memoria e scavano fino a riportare alla luce meravigliose perle. 
Così, mentre in un momento di tranquillità sfogliavo uno dei molti libri di cucina che albergano dimenticati sulla mia libreria, ho scovato questa Mississippi Mud Pie e mi sono innamorata. 
Dell'idea di un dolce che in realtà ha la consistenza di un tartufo, con bordi croccanti e cuore scioglievole...
Dopo 5 minuti d'orologio stavo frullando i biscotti e sciogliendo il cioccolato, ridendo sotto i baffi al pensiero che la pizza de fango der Camerun, non fosse certamente attraente come questa torta. 
Il libro da cui arriva è Chocolate di Linda Collister, un piccolo scrigno di infallibili bontà da cui è stata tratta anche la fantastica Surprise Cake , diventata un cavallo di battaglia della sottoscritta quando vuole lasciare a bocca aperta amici e conoscenti. 
Lo stesso risultato ottenuto con la Mississippi Mud Pie, che è arrivata sino all'ufficio di mio marito, popolato da persone perennemente a dieta. 
Ho sentito storie di bis svergognati e fette rubate di nascosto...una ragione ci sarà 
Nella ricetta, come potete notare più in basso, l'autrice inserisce anche una panna variegata al cacao. 
Nelle foto non la notate perché non l'ho fatta. 
Avevo semplicemente finito la panna e mi sono rassegnata a servirla scevra da accompagnamento. 
Mal di poco. 
La torta è fantastica. 
Bella la crosta croccantina che si sbriciola ma non troppo, trattenendo un ripieno umido, denso e cremoso. 
Nulla a che vedere con la densità quasi eccessiva di una Torta Pistocchi, se la conoscete. 
Qui il ripieno è gentile, si scioglie come un tartufo ma è meno grasso; l'aroma dell'arancia (una mia aggiunta), pervade tutto il dolce rompendo la monotonia del monogusto, ed il gioco delle consistenze fa il resto. 
Se non sapete cosa preparare per uno dei giorni di festa che arrivano, se amate senza limiti la cioccolata, se volete un dolce a metà fra la torta ed il dessert al cucchiaio, questa meraviglia fa per voi. 

Ingredienti per uno stampo a cerniera da 23 cm di diametro 
Per il guscio biscotto 
225 g di biscotti digestive
60 g di burro non salato
60 g di cioccolato fondente al 50% 

Per il ripieno 
180 g di cioccolato fondente al 70%
180 g di burro ridotto a dadini 
4 uova grandi sbattute, a temperatura ambiente 
90 g di zucchero muscovado 
90 g di zucchero di canna integrale 
180 ml di panna fresca 
la scorza di una arancia non trattata grattugiata

Panna al cioccolato 
140 ml di panna fresca ben raffreddata
3 cucchiai di cacao setacciato
40 g di zucchero a velo 
  •  Preparate la base mettendo i biscotti in un mixer con lama e frullandoli fino ad ottenere una farina non troppo fine. Mettete quanto ottenuto in una ciotola
  • Sciogliete il cioccolato ed il burro in una ciotola di acciaio a bagno maria, facendo attenzione che l'acqua sobbolla leggermente e non tocchi il fondo della ciotola. Quando saranno sciolti, rimuovete la ciotola dalla casseruola e mescolate. Versate il tutto sulle briciole e mescolate con cura con una spatola in modo da ottenere un composto uniforme e ben avvolto da burro e cioccolato. 
  • Trasferite la miscela nello stampo che avrete imburrato. Distribuite le briciole sul fondo e sui lati cercando di dare uno spesso uniforme. Per far aderire le briciole alle pareti, utilizzate un cucchiaio. Io ho schiacciato bene il tutto con un pestacarne. Mettete in frigo mentre preparate il ripieno. 
  • Per fare il ripieno, procedente allo stesso modo che per la base biscotto: nella ciotola di acciaio, fate sciogliere dolcemente il burro ed il cioccolato a bagno maria senza che l'acqua tocchi la base della ciotola. Una volta sciolti toglieteli e lasciateli intiepidire. 
  • Mettete le uova e lo zucchero e la scorza di arancia nella ciotola dell'impastatrice o del mixer o usate una frusta a mano ed una semplice ciotola, e montate per almeno 5 minuti, sino che non otterrete un composto denso e leggero. Aggiungete la panna a filo e continuate a montare. Per ultimo aggiungete il cioccolato sciolto ed incorporate bene fino ad avere una crema omogenea. Versate il tutto nel guscio di biscotto e mettete in forno preriscaldato a 180° e cuocete per 45 minuti circa, fino a che il dolce non sarà fermo. 
  • Lasciate raffreddare per una decina di minuti quindi togliete dallo stampo. 
  • Per fare la panna al cioccolato, montate bene la panna con lo zucchero quindi versate  cacao  setacciato ed con un cucchiaio incorporatelo formando delle variegature nella panna. Servite con il dolce a temperatura ambiente. 
  • La torta potrà essere preparata 2 giorni in anticipo e tenuta in frigo. Toglietela almeno una mezz'ora prima di servirla e a piacere cospargetela di cacao amaro. 


domenica 3 dicembre 2017

Il Panpepato di Terni

The Christmas Waltz - She and Him
La mia nonna paterna Emma, di cui spesso ho parlato in questo blog, era della provincia di Rieti.
Nella fattispecie di un paesino che guardava il Terminillo e che adesso non esiste più, o meglio, è un paese fantasma: Fontefredda.
Tutta la sua famiglia era nata e cresciuta in quelle terre selvagge, così come mio padre e praticamente tutti i suoi figli: alcuni dei suoi nipoti vivono ancora nella zona, ma dopo la guerra alcuni suoi fratelli si spostarono verso l'Umbria ed in quelle aree che il terremoto ha colpito proprio non troppo tempo fa.
Il suo fratello più caro, Egisto, si sposò a Terni e lì visse fino alla sua morte.
La sua unica figlia Loretta, che io chiamo da sempre "zia",  è stata un mio idolo da ragazzina.
Giovane abbastanza perché avessi voglia di emularla, ma già troppo grande per poter sentirmi sua complice,  è sempre stata per me una donna bellissima, intelligente, piena di una vitalità scherzosa ed instancabile, con una risata argentina trascinante.
Le mie estati più belle, le ricordo nella sua casa di "montagna" a Stroncone, un paesino della provincia di Terni situato a quasi 1000 m, circondato da passeggiate da pascolo che non finivano mai di incantarmi.
Il nostri pomeriggi erano cadenzati da partite a bocce o tornei di briscola e scala quaranta.
Quando gli uomini dormivano, lei mi insegnava a mettere lo smalto o a fare il punto pieno, di cui era abilissima ricamatrice.
Per quanto tempo possa essere passato, questi ricordi mi riportano ad un'epoca di grande gioia e serenità che tengo stretta nel cuore.
A Natale, a volte scendeva a Roma da nonna ma ricordo che un paio di volte venne anche a casa nostra, a Siena, perché era molto legata a mio padre.
Una delle cose che non poteva mancare nel suo cesto dei doni, era il suo formidabile "Panpepato".
Ricordo che da più piccole, quando non avevamo ancora 10 anni, non ci era permesso mangiarlo perché era considerato un dolce da grandi.
Io invece so benissimo il perché della privazione: mio padre l'adorava e i panetti erano piccoli ed una volta a tavola, facevano il fumo. Rimpiango solo di non avere trovato il coraggio di prepararlo prima per poter far felice mio padre.
Sarà il legame ad un ricordo prezioso ed il senso di nostalgia che ne deriva, ma non credo di esagerare se dico che il Panpepato di Terni è uno dei dolci più buoni della tradizione natalizia del nostro paese.
Il Calendario del Cibo Italiano oggi celebra la Giornata del Panpepato.
I più rinomati sono ovviamente quelli di Siena, di Terni e di Ferrara e nella loro conformazione hanno tutti delle linee di collegamento e somiglianza.
Se vorrete saperne di più, vi invito a leggere la "pagina ufficiale" del calendario, che vi racconterà l'origine di questi meravigliosi dolci di Natale.
Come accade per tutte le ricette regionali profondamente legate ad uno specifico territorio, una codificazione "definitiva" è impossibile.
Anche nel caso del Panpepato di Terni (o Pampepato come in molti lo chiamano) si sconfina direttamente nella tradizione familiare ed ognuno si pregia di avere ovviamente la migliore ricetta, che viene inevitabilmente giudicata e confrontata a tavola, visto che ogni famiglia che si rispetti, ne prepara come minimo 20 pezzi per arrivare fino ad oltre 40 quando familiari ed amici sono numerosi.
Di meno, secondo le donne locali, non vale proprio la pena,
Il paradosso è che ognuno regala il proprio Panpepato, ricevendone in cambio un altro.
Mi viene da pensare con un sorriso, che in quei giorni a Terni non si mangi altro.
In ogni caso, tradizione vuole che almeno uno debba essere tenuto in dispensa almeno fino a Pasqua in attesa della festa della Risurrezione.
La preparazione è relativamente semplice e veloce, una volta che si è preparato tutti gli ingredienti, per lo più frutta secca, cioccolata e canditi.
L'ingrediente simbolo di questo dolce è il mosto cotto che ovviamente a Terni potete trovare a barili.
Io ne ho un'ampolla in dispensa, che tengo come l'oro ed usarla per preparare questa meraviglia, mi ha reso molto felice.
La lavorazione tradizionalmente avviene dentro grandi contenitori, in alcune case si passa dalla ciotola alla "bagnarola" di plastica: l'abilità sta nel amalgamare al meglio tutti gli ingredienti per fare in modo che la frutta secca ne sia ben avvolta e nel valutare il giusto quantitativo di farina che serve a "far stare insieme" il panetto.
Poca non sarebbe efficace, troppa finirebbe con rendere i panetti troppo duri.
Mia zia inoltre, non inserisce zucchero fra gli ingredienti, ma solo miele perché questo secondo lei, conferisce stabilità e aroma.
Ho ripropozionato gli ingredienti per ottenere 3 bei panetti di 280 g ciascuno.
La dimensione è quella di una "rosetta".
Devo avvisarvi che una la finirete immediatamente dopo averla assaggiata.
Gli altri restanti vi chiameranno subdolamente e continuativamente nei vostri momenti di relax, sparendo in un attimo.
Ingredienti per 3 panetti da c.ca 280 g ciascuno
100 gi di nocciole tostate
100 g di noci sgusciate e spezzate grossolanamente
100 g di mandorle spellate e tostate
80 g di cacao amaro
120 g di cioccolato fondente al 50%
50 g di canditi misti (io ho usato cedro e scorza di arancia)
50 g di uvetta sultanina
120 g di miele di acacia o millefiori (o quello che preferite, tenendo presente che il miele caratterizza molto il gusto della preparazione )
1 tazzina di caffé espresso tiepido
2 cucchiai di mosto cotto
1 cucchiaio di maraschino
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
pepe nero (mezzo cucchiaino)
farina qb (a me ne è servita c.ca 40 g)
  • Metti a mollo l'uvetta in acqua calda e lasciala per c.ca 20 minuti.
  • Spezza il cioccolato e mettilo in un recipiente d'acciaio per bagno maria sufficientemente grande per contenere anche il miele ed il caffé. Fai sciogliere bene il tutto mescolando fino ad ottenere un composto lucido e morbido. 
  • In una grande ciotola, versa tutta la frutta secca e mescolala con un cucchiaio di legno, quindi versaci sopra il composto di cioccolato e mescola molto bene per avvolgere la frutta. 
  • Aggiungi successivamente i canditi ridotti a dadini, l'uvetta scocciolata e strizzata, il cacao setacciato, la cannella, la vaniglia, il pepe, il mosto cotto ed il maraschino. Aiutandoti con un cucchiaio di legno o anche con le mani (io ho fatto così), mescola bene bene il tutto. 
  • Il composto a questo punto sarà ancora un po' "liquido" quindi dovrai aggiungere la farina per ottenere un insieme sodo ma ancora morbido. Per questa quantità di ingredienti a me sono serviti c.ca 40 g di farina. 
  • A questo punto prepara i panetti che dovranno essere sistemati su una placca da forno coperta di carta. Puoi utilizzare un mestolo per dare la forma bombata e puoi sagomarli con le mani, schiacciando bene il composto per unire al meglio tutti gli ingredienti. 
  • Metti in forno a 220° per c.ca 20/25 minuti. I Panpepati non devono asciugarsi troppo. 
  • Quando toglierai i dolci dal forno, il calore potrà avere abbassato la loro tradizionale cupola. Aiutandoti con 2 cucchiai bagnati, potrai ricompattare i panetti che riprenderanno velocemente la forma mantenendola. 
  • Lascia raffreddare su una griglia quindi conservali avvolti in carta stagnola. 
  • I sapore migliora con il tempo, sprigionando al massimo tutti gli aromi. Il contrasto di consistenze tra la base morbida del dolce e la croccantezza della frutta secca, così come la complessità dei sapori e profumi, rendono il Panpepato assolutamente meraviglioso. 

lunedì 19 dicembre 2016

Chocolate meringue cake: ho già dato, adesso basta però.

The Christmas Waltz - Doris Day
Per la prima volta dopo non so più quanti anni, forse una trentina, arrivo alla settimana di Natale senza avere pronto niente.
Non un regalo fatto, non una cena realizzata, biscotti di Natale fatti solo in parte, tortellini manco a parlarne.
Il caro colpo della strega ha portato con se un'amica, perché alle feste ovviamente non si va mai da soli: la cara influenza che non veniva a trovarmi da 3 anni.
Riemergo oggi da 4 giorni di riposo drogato e dolorante e guardo a questi giorni che mi separano dalle feste con un senso di fastidio.
Mi sento confusa, frastornata e soprattutto non ho più voglia di fare nulla.
L'idea di entrare adesso in un negozio alla ricerca di non so bene cosa da impacchettare, mi terrorizza oltre che nausearmi.
Non saranno giorni facili, così come non sarà il Natale che avrei voluto, fatto della vera serenità che ti pervade quando hai intorno a te le persone che ami e che stanno bene.
Pare che tutto abbia deciso di ricordarmelo ancora una volta.
Abbasso la testa annuendo: "si, ho capito. Adesso però ti prego basta. Se la strategia era quella di mettermi a tappeto e per farlo hai dovuto piegarmi fisicamente,  te lo confermo: ci sei riuscito!
Direi che puoi anche smettere adesso. La mia dose l'ho già avuta. Maledetto 2016."
Una torta stupenda, decadente, elegante, che ha nella sua delicata fragilità collassata, la sua vera bellezza.
Non vorrei dire che è un po' la metafora di come mi sento io adesso, ma ci vado vicina.
Mi dispiace non aver potuto mostrare una fetta, ma l'avevo preparata per una cena con amici qualche tempo fa e la trovo perfetta per questo periodo.
Una raccomandazione: rispettate i tempi di cottura.
Se conoscete bene il vostro forno, fate in modo di non tenercela più del necessario perché il rischio di seccarla è molto alto.
Se come me, utilizzerete uno stampo leggermente più grande (io 26 cm), allora avrete bisogno di minor tempo: togliete almeno 5/7 minuti sia dalla prima che seconda cottura.
Inoltre evitate di finirvi la meringa prima ancora di spalmarla sul dolce, perché quando l'assaggerete, la tentazione sarà irresistibile.
L'autrice di questa torta è la maestra indiscussa della meringa: chi se non Donna Hay?
Quando la servirete, sentirete gridolini di estasi, perché questa crosta di zucchero leggero che frana indecorosamente, è una delle cose più irresistibili contro cui combattere.
La panna è un perfetto complemento, ma se preparerete un coulis di lamponi, farete un BAM interstellare!

Chocolate meringue cake di Donna Hay 
Ingredienti per uno stampo da 24 cm
240 g di cioccolato amaro 50% tritato
180 g di burro a dadini
2 uova medie a temperatura ambiente
4 uova medie, separate a temperatura ambiente
90 g di brown sugar
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
50 g di farina 00
1/2 cucchiaino di lievito in polvere per dolci
40 g di farina di mandorle

Per la meringa 
220 g di zucchero semolato finissimo (tipo Zefiro)
1 cucchiaino di aceto di vino bianco
3 cucchiaini di maizena setacciata
25 g di cacao olandese setacciato + extra per rifinire

  • Preriscaldate il forno a 160° ed imburrate uno stampo a cerniera da 24 cm di diametro, rivestendo poi il fondo con carta da forno. 
  • Mettete il burro ed il cioccolato in una casseruola a fondo spesso e fate sciogliere a fiamma dolce mescolando di tanto in tanto, fino a che tutto non sia sciolto e cremoso. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare mentre preparate il resto. 
  • Mettete le 2 uova intere + 2 tuorli, il brown sugar e la vaniglia nella ciotola della planetaria e montate con la frusta a velocità sostenuta per 5 minuti, fino ad ottenere una montata densa e chiara. 
  • Versate a filo la cioccolata fusa nella montata di uova, quindi aggiungete la farina setacciata, il lievito e le mandorle e con una spatola di silicone, amalgamate tutto mescolando dall'alto in basso fino a che l'impasto non sarà perfettamente omogeneo. 
  • Versate il composto nello stampo e cuocete per 35/40 minuti. Non cuocete oltre. 
  • Togliete dal forno ed alzate la temperatura a 180° 
  • Si passa alla meringa: mettete i rimanenti 4 albumi in una ciotola d'acciaio pulita e montateli con la frusta elettrica o la planetaria a velocità sostenuta fino a che non si formino dei picchi morbidi. A questo punto cominciate ad aggiungere lo zucchero a cucchiaiate, senza aggiungere la successiva se lo zucchero non sarà completamente dissolto. Ci vorranno c.ca 18 secondi per ogni cucchiaio.  
  • Quando avrete terminato lo zucchero, assaggiate se potete percepire dei cristalli di zucchero. Se la meringa sarà perfettamente setosa, aggiungete l'aceto e fate montare per altri 2/3 minuti a velocità fino a che la vostra meringa non sarà lucida e spessa. 
  • Adesso potete togliere la ciotola dalla braccio e spargete la maizena miscelata con il cacao sulla meringa, utilizzando un setaccio. Con una spatola incorporate con delicatezza facendo attenzione che non restino dei grumi farinosi. 
  • Adesso versate tutta la meringa sul dolce e stendetela con una spatola in maniera armoniosa ma non troppo regolare. 
  • Rimettete il dolce in forno per 20/25 minuti al massimo fino a che la meringa non sia bella gonfia e croccante. Non sovracuocete. 
  • Lasciate raffreddare il dolce a temperatura ambiente per almeno 20 minuti prima di passare la lama del coltello con delicatezza intorno all'anello dello stampo. Una volta tolto l'anello, fate terminare il raffreddamento poi passate in frigo 2 ore prima di servire. 
  • Togliete dal frigo almeno 1 ora prima di servire, e spolverate con il cacao al momento del servizio. 
  • Servite con panna semimontata o se vi piace, con del coulis di frutti rossi. 


lunedì 6 giugno 2016

Torta al cioccolato dei "5 Minuti": il drammatico potere del riordino.

Bad Day - Daniel Powter 
Mai avuta la terribile esperienza di un week end da incubo, vissuto in casa vostra, in cui niente, assolutamente nulla è al proprio posto e dove un marito ipercinetico traffica senza sosta nella vostra cabina armadio, momentaneamente sfrattata di ogni abito, oggetto e accessorio che di conseguenza gravita sopra qualsiasi piano d'appoggio della camera da letto, letto ovviamente incluso, e dove l'insopportabile puzza della vernice antimuffa ha preso residenza ovunque compresi i vostri capelli?
E mentre suddetto marito bonifica l'oggetto del vostro incubo, voi realizzate con un moto di nausea, che a breve chi dovrà rimettere ogni cosa al suo posto sarete voi, con circa un migliaio di spostamenti, sollevamenti peso, piegamenti sulle ginocchia, il tutto in stato di apnea per non respirare la puzza di cui sopra.
Quando avete finito e la vostra percezione degli arti inferiori è identica a quella di un budino di semolino, l'unico gesto che riuscite a fare è scaraventarvi a donna morta sul divano ed è lì, nella più totale quiete, nella consapevolezza che potrete godervi le prossime brevi ore in rilassamento, che lei si presenta.
Lei: la maledetta, insopportabile voglia di una fetta di morbida, confortante, semplice torta al cioccolato, in grado di riempire quel senso di insofferenza da stanchezza atavica che neanche il più sdolcinato, appiccicoso film romantico è in grado di fare.
Allora si che si diventa irrequiete: perché nella dispensa ci sono solo biscotti secchi senza zucchero (ci illudiamo di essere a dieta), un barattolo ormai alla fine di crema al gianduia (proibita assolutamente), e poco altro.
Inutile frugare in frigo perché gli yogurt saranno anche buoni, ma che tristezza, le fragole le abbiamo finite e resta solo la panna, tutto il resto è noia.
Con la verve di un leone in gabbia, si comincia compulsivamente a cercare su web: tortechesifannodasole, tortefacilivelocissime, tortecolteletrasporto, tortesubito...
Niente.
Fermi Tutti: ma qui c'è una torta in 5 minuti.
Ok, si può fare!
E' solo grazie a lei che trascinate il vostro corpo insensibile in cucina.
Miracolosamente realizzate di avere tutti gli ingredienti, li pesate in un attimo e ecco che l'impasto è già pronto.
Non ci credo.
Speriamo almeno che sia buona.

NOTA: la foto non doveva essere proprio così.
Lo styling prevedeva 3 fette identiche, tagliate alla perfezione, ma dopo aver avvisato gli abitanti della casa di non toccare mentre preparavo il set, una fetta è misteriosamente sparita.
L'ho ritrovata nella bocca del marito, spiaggiato allegramente sul divano, che con sguardo innocente mi fa: ma lo potevi dire!

Ingredienti per uno stampo da 20 cm di diametro

180 g di zucchero di canna sottile
130 g di farina 00
20 g di maizena (in alternativa fecola di patate)
30 g di cacao amaro
40 g di cioccolato fondente al 50%
3 uova grandi a temperatura ambiente
240 ml di panna fresca
8 g di lievito in polvere
zucchero a velo per rifinire

Accendete il forno a 170°
Tritate grossolanamente il cioccolato e fatelo sciogliere a bagno maria facendo attenzione che l'acqua non tocchi il fondo della ciotola.
Una volta sciolto, toglietelo dalla pentola e lasciatelo intiepidire mentre proseguite la preparazione.
Mettete le uova nella planetaria con lo zucchero e montatele con la frusta ad alta velocità, fino a che non avranno triplicato il loro volume in un composto soffice, chiaro e leggero.
A quel punto senza togliere la frusta, aggiungete le polveri: farina, maizena, cacao e lievito il tutto ben setacciato. Accendete a bassa velocità ed impastate fino a che gli ingredienti non saranno omogenei (pochi secondi).
Aggiungete la panna continuando ad impastare e per ultimo il cioccolato.
Otterrete un composto vellutato e cremoso che verserete nello stampo precedentemente foderato con carta da forno.
Fate cuocere a 170° i primi 7/8 minuti quindi aumentate la temperatura a 180° e continuate per 30/35 minuti.
La torta si gonfierà ma si abbasserà con il raffreddamento.
L'impasto resta molto umido e fondente, la consistenza è leggera, soffice, avvolgente.
Non è eccessivamente dolce ed il giorno dopo potrebbe essere utilizzata per esser farcita con confetture o creme perché ha un ottima stabilità.
Solo che al giorno dopo non ci arriva!

lunedì 13 ottobre 2014

Brownies al cocco e amarena: una volta c'erano le parole....

La Ballata dell'amore cieco - De André
"Io non lo so, però senz'altro lei ha un matrimonio alle spalle a pezzi.
Che dice?
Forse ho toccato un argomento che non...
No...no...è l'espressione. Non è l'argomento, non è l'argomento, non è l'argomento...è l'espressione. Matrimonio a pezzi. Ma come parla...
Preferisce rapporto in crisi ? Ma è così kitch...
Kitch! Dove le andate a prendere queste espressioni, dove le andate a prendere...
Io non sono alle prime armi!
Alle prime armi...ma come parla?
Anche se il mio ambiente è molto cheap…
Il suo ambiente è molto...?
È molto cheap,
(schiaffeggiandola) Ma come parla?
Senta, ma lei è fuori di testa!
E due. Come parla! Come parla! Le parole sono importanti. Come parla!"


C'è bisogno che vi dica di che film si tratta? 
E' il momento più alto di Palombella Rossa di Nanni Moretti che vi invito a rivedere perché ogni tanto un bello schiaffone ce lo meriteremmo tutti. 
Le parole sono importanti.
"Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti"! 
Anche solo per questo vorrei abbracciare Moretti e ringraziarlo di ricordarci, facendoci sorridere (ed anche un po' soffrire) che le parole oggi sono come orfani abbandonati in un brefotrofio Dickensiano. 
Ma ve lo immaginate se ogni volta che state parlando, arrivasse qualcuno e vi schiaffeggiasse per l'uso abominevole di una parola? Per ogni "ma anche no", "laqualunque", "certo che si" o "assolutamente si", e tutte quelle forme che personalmente mi scatenano un'orticaria violentissima al solo sentirle pronunciare (lascio a voi continuare la lista).
Le parole sono importanti.
Non soltanto per l'uso che se ne fa parlando. 
Per noi che in rete bazzichiamo, diciamo la nostra e siamo "social", le parole scritte sono sacre. 
E sono come chiodi perché lasciano il segno per sempre. Nel bene e nel male. 
Ovviamente non mi riferisco solo ai meme tanto amati ai nostri giorni. Quello non è nulla, spesso è un modo di divertirsi, di fare dello spirito, dell'ironia. 
Parlo dell'uso di parole universali, importanti, che andrebbero centellinate non prima di averle pesate, maneggiate con cura come si fa con un bambino appena nato o un bicchiere di cristallo.
Dall'era di FB una delle parole più abusate, mortificate, travisate è AMICO. 
Onestamente, chiudiamo per un attimo gli occhi e cerchiamo di contare quante persone nella nostra vita scrivereste sotto questa parola. Ci siete?
Ecco: personalmente forse arrivo a 4. Neanche tutte le dita di una mano. 
E non perché io sia un'asociale. Anzi, sono forse la persona più socievole che conosca. 
E' che AMICO per me è una parola sacra. Pesante. E non la svendo con facilità. 
Invece oggi tutti sono amici. Anzi, il peso di una persona è dato dal numero di amici nella sua bacheca FB. 
Prova un po' a chiederti chi ti starebbe vicino (e non solo a parole) dopo avergli confidato il tuo dolore più grande. 
Ecco, quello è un tuo amico. 
Quindi, sull'onda di questa insofferenza, lancio oggi "La mia Campagna per la Salvezza della parola abusata" e vi invito a lasciare qui la parola che vorreste proteggere con tutti voi stessi. 
Magari per un giorno, riusciremo a riportarla alla dignità che si merita.
Una ricetta dal meraviglioso libro di Paul Young Adventures with Chocolate, già Starbookato qualche mese fa. Ma fa sempre bene ricordarsi di averlo in libreria, perché non smette mai di farmi sognate.
Cioccolato, cocco e amarene. Una combinazione pazzesca di cui difficilmente di dimenticherete.
Ingredienti per uno stampo da 24 x 24 cm
100 g di burro non salato
250 g di zucchero semolato
75 g di golden syrup (zucchero invertito)
275 g di cioccolato dark al 70% ridotto in pezzi
4 uova medie da allevamento a terra
70 g di farina 00
50 g di farina di cocco disidratato
100 g di amarene (non ciliegie candite). 
Accendete il forno a 160°.
In una larga casseruola sciogliete il burro, lo zucchero ed il golden syrup (si trova nei migliori negozi di alimenti internazionali), fino a che il composto non sarà morbido.
Togliete dal calore ed aggiungete la cioccolata, fatela sciogliere, quindi aggiungete le uova che avrete prima sbattuto bene. 
Per ultimo le due farine.
Mescolate fino ad ottenere un composto vellutato.
Versate il tutto in uno stampo quadrato foderato di carta da forno.
Fate cuocere per 25 minuti ma fate la prova stecchino perché non devono restare briciole ma non deve cuocersi troppo pena la perdita della morbidezza.
Togliete dal forno, fate raffreddare una decina di minuti quindi capovolgete su una griglia.
Fate raffreddare completamente e tagliate in quadrati.
Tenete in una scatola ermetica, si conservano morbidissimi fino a 4/5 giorni (se ci arrivano). 


venerdì 14 marzo 2014

STARBOOKS E PICCOLI DISASTRI QUOTIDIANI


Oggi è il mio turno per lo Starbooks di Martha Stewart con il suo meraviglioso Cakes.
Se volete sapere come è andata la storia di quella tortina maciullata, allora dovete andare a leggere qui.
Per il resto posso solo dirvi che nonostante l'effetto paciugo, il sapore è una roba da svenimento.
Ma ogni tanto i disastri li so fare anche io, e mi vengono benissimo!
Buon week end a tutti.

lunedì 20 maggio 2013

Torta di pan grattato, amaretti e cioccolata: odio il cambio di stagione!

Changes - D. Bowie
Vorrei riuscire a postare ricette ispirate dal sole, dai colori, dalla leggerezza che chiama l'estate. 
Ma se questa è una primavera, io sono quella figa di Gisele Bunchen!
Ieri ho finito il cambio di stagione. 
Alle 19.00 ero piegata come l'Arc de Triomphe e fuori si stava scatenando un diluvio con tutti crismi. Roba che mi sarei messa a piangere.
Ho cercato di trovare almeno un lato positivo a questa operazione allucinante che va compiuta due volte l'anno ma ne ho trovato uno solo, e neanche quello è poi tanto positivo: trovarsi tra le mani quel delizioso vestitino di cui ti eri completamente dimenticata, che ti sei comprata alla fine della fine dei saldi, quindi anche alla fine dell'estate, e che hai indossato praticamente una volta sola e gioire all'idea che potrai metterlo presto. 
Se solo ti entrasse. 
Si, perché tra un cambio di stagione e l'altro cambiano anche molte prospettive, la prima delle quali è quella del tuo giro vita/fianchi, il quale nel frattempo ha avuto un moto di orgoglio ed ha deciso che le donne di Rubens gli piacciono assai e che tu devi per forza assomigliare ad una di loro.
Se il cambio di stagione mi terrorizza e mi distrugge c'è una ragione molto semplice. 
Io abito nella casa dei Puffi. 
69 mq di superficie abitabile, compreso locale accessorio. 
Il tale spazio viviamo in 3: un uomo viaggiatore, un'adolescente con tripudio di feromoni ed una donna cronicamente disordinata. 
Ovviamente pensare di avere un armadio quattro stagioni in cui infilare tutto il necessario a coprire i tre personaggi di cui sopra, è un sogno impossibile. 
Nella mia cameretta mansardata, che fa tanto Mimì di Bohème, ho una minuscola cabina armadio dove posso permettermi di sistemare solo il necessario per una stagione. 
E il resto direte voi? 
Il resto è inscatolato, invaligiato, imbustato e sottovuotato. E per ultimo, soppalcato! 
Cosi, come direbbe Verdone dei tempi migliori, e pija 'a scatola, e scendi 'a scatola, e svuota 'a scatola, e riempie 'a scatola e risali 'a scatola....io la farei volà dal balcone 'sta scatola! 
Alla fine dei giochi, avresti bisogno di una vacanza. 
Poi guardi il comodino dove hai appoggiato i 10 euro trovati nella tasca della giacca di cotone e ti viene da ridere. 
Forse è meglio che controlli tutte le tasche! 
Per questa ricetta favolosa, devo ringraziare Mariabianca ed il suo blog su cui puntualmente arrivano ricette che mi stendono! 
Se pensate che sia il solito dolce di pane, vi sbagliate alla grande. 
La ricetta pare sia molto antica e lei l'ha recuperata da una rivista dei primi anni '90 ma da oggi è una di quelle ricette che tirerò fuori quando voglio sorprendere. 
Non c'è farina, non c'è burro. La parte grassa è sostituita da panna fresca che conferisce umidità e morbidezza al dolce.
Poi c'è l'amaretto che io amo, sposato con la cioccolata fondente ed un tutto dalla consistenza morbida e a tratti croccante (se farete come me, lasciando alcune briciole di pane un po' più grandi). 
Vi invito a provarla. 
Aiuterà lo smaltimento del vostro pane secco e la preparerete in 10 minuti di numero. Ma durerà meno di 10 minuti!
Ingredienti per uno stampo da 20 cm di diametro.
200 gr di pangrattato
200 gr di amaretti sbriciolati
200 gr di zucchero
250 gr di panna da cucina fresca
100 gr di cioccolato fondente tritato grossolanamente
3 uova (tuorli e albumi separati)
una bustina di lievito per dolci
un cucchiaino di estratto di vaniglia
zucchero a velo per finire
Mettete la panna in una ciotola, aggiungete lo zucchero e mescolate con un cucchiaio.
Aggiungete uno alla volta, i tre tuorli e mescolate con una frusta per amalgamare bene.
Aggiungere il pangrattato, gli amaretti sbriciolati, il cucchiaino di essenza di vaniglia ed il lievito setacciato. Mescolate con cura con un cucchiaio.
Montate gli albumi a neve e poi con estrema delicatezza uniteli al composto, mescolando sempre dal basso verso l'alto, utilizzando una spatola di gomma.
Per ultimo aggiungete il cioccolato e date un'ultima mescolata.
Versate in una teglia imburrata e coperta da carta da forno e cuocete a 180° per c.ca 40 minuti. Fate sempre la prova stecchino.
Lasciate raffreddare, cospargete abbondantemente con zucchero a velo quindi servite. Meravigliosa accompagnata da crema inglese o al mascarpone!