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giovedì 7 luglio 2016

Spanakopita. Per sognare di partire.

Ventura Highway - America 
La mia città si svuota dopo il Palio del 2 luglio.
Stamattina prestissimo ho accompagnato il consorte in stazione per un viaggio di lavoro e tornando a casa mi sono goduta il fresco e le strade vuote dell'alba.
Non un'auto, né bar o negozi aperti.
Ho osservato scorrere una città addormentata in silenzio e tutto mi è sembrato incantevole.
Lasciando la stazione, ho incrociato due ragazzi giovanissimi, short, maglietta, zaini e valigioni al seguito ed ho provato un tuffo al cuore.
Senza alcun preavviso, mi sono rivista a 17 anni partire da sola per la Germania, in un viaggio inaspettato (i miei mi avevano dato il permesso di raggiungere ad Heidelberg un'amica di penna che pochi mesi prima avevo ospitato a casa mia), e cavalcando la maledetta corrente di ricordi, ho rivissuto i miei viaggi da ragazzina con un senso di malinconia e di perdita che avrei preferito francamente risparmiarmi.
Scrivo con la sensazione di essere vittima degli effetti del fuso orario (ma è solo la levataccia) ed invidio profondamente chi è già partito ed è in qualche meraviglioso luogo nel mondo.
La necessità di staccare da mesi ininterrotti di lavoro, adesso si fa sentire con un'urgenza quasi vitale. Personalmente non mi interessa il dove ma il come.
E per me il "come" è essenzialmente: silenzio, calma, libri, buon cibo, dormire.
Queste sono le cinque parole d'ordine della mia vacanza ideale.
Vade retro spiagge incarnite.
Vade retro luoghi affollati ed urlanti.
Vade retro il dover fare ed il dover vedere.
Il tutto non coincide assolutamente con il periodo in cui potrò dirmi in ferie: la quindicina più terribile ed infelice dell'anno.
Pensare che da quando lavoro, ho sempre guardato con compassione quei clienti da Ferie d'Agosto. Come si dice: il potere del contrappasso?
Ma questa è un'altra storia.
Questa ricetta proviene dal meraviglioso libro Vefa's Kitchen, bibbia indiscussa della cucina greca, che ho seguito in maniera piuttosto fedele se non per 2 varianti che i puristi mi criticheranno, ma che al risultato finale hanno fatto felici un nugolo di ospiti affamati e poco propensi a novità di tipo esotico o esterofilo.
Avendo a disposizione un meraviglioso formaggio di capra della Valsassina, per altro vincitore del World Cheese Award 2016, il Capricciolo Carozzi, ho deciso di utilizzarlo nel ripieno, certa che non mi avrebbe deluso.
La sua pasta infatti, è morbida ed aromatica e tende a sbriciolarsi proprio come avviene con la Feta. Ha un gusto delicato, un'acidità piacevole e non aggressiva che ho pensato potesse sposarsi perfettamente con le verdure.
All'insieme ho voluto aggiungere anche della ricotta, per dare maggiore cremosità e morbidezza al risultato finale. Diciamo che la mia è una Spanakopita del tutto personale ma se vorrete seguire pedissequamente la tradizione, basterà eliminare la ricotta e raddoppiare la quantità di feta.
Mi dispiace non poter aver messo una foto della fetta, ma è stato praticamente impossibile.

Ingredienti per una teglia da 30x20 (6/8 persone)

80 ml di olio extravergine Riviera Ligure Dop
10 fogli di pasta fillo della grandezza di un foglio A4
300 g di spinaci lessati
2 scalogni finemente tritati
un mazzetto fresco di aneto finemente tritato
un mazzetto di prezzemolo finemente tritato
300 g di feta
300 g di ricotta (mia aggiunta)
2 uova medie
2 cucchiai di latte
una macinata di noce moscata
sale - pepe

  • Accendete il forno a 180° e spennellate lo stampo con olio extravergine.
  • Foderate la teglia con i fogli di pasta fillo. La pasta dovrà sporgere dai bordi per poi essere arrotolata in modo da sigillare il tutto al momento della chiusura del guscio. LA fillo che si trova in commercio è divisa generalmente in fogli dalla dimensione di un A4, quindi vi serviranno 2 fogli per ogni strato. Tenendo la teglia con il lato corto di fronte a voi, dovrete posizionare i fogli con il lato lungo che ricopra metà della teglia. Posizionate il secondo foglio leggermente sovrapposto al primo e completate il primo strato. Spennellate bene il tutto con l'olio extravergine e proseguite l'operazione per 3 strati. (vi serviranno in totale 6 fogli)
  • Preparate il ripieno insaporendo prima gli spinaci nello scalogno che avrete fatto passire a fiamma dolce in un cucchiaio di olio e salate al termine.  
  • Mettete gli spinaci in una ciotola. Aggiungete i formaggi, le erbe aromatiche, le uova il latte e la noce moscata. Mescolate bene per ottenere un composto omogeneo. Salate e pepate. 
  • Riempite il guscio con il composto e distribuitelo bene lungo tutta la teglia. 
  • Adesso dovrete coprire il guscio con i restanti fogli e potrete usarne solo 4 perché saranno grandi come la teglia e sborderanno leggermente in modo da poter essere poi fissati con ifogli sottostanti. Mettete ogni foglio e spennellatelo sempre con l'extravergine.
  • Adesso con una forbice arrotondate gli angoli della fillo in modo che arrotolando il bordo non diventi troppo "massiccio". Spennellate bene i foglie procedete alla sigillatura. 
  • Con un coltello molto affilato dividete la torta in 10 fette quindi mettete in forno e fate cuocere per c.ca 1 ora e comunque fino a quando la pasta non sarà bella dorata e croccante. 
  • Fate riposare e servite calda, tiepida o a temperatura ambiente: è sempre deliziosa. 

mercoledì 23 luglio 2014

I MAGNIFICI 6 - IL CONTEST DELL'ANNO

GO - Moby

Ci tengo tantissimo a farvi partecipi dell'apertura di questo magnifico contest, pensato per i soci dell'Associazione Italiana Food Blogger. 
Una sfida di grande contenuto, che ripercorre la storia di una cultura gastronomica inserita all'interno di un diktat che è quello della Dieta Mediterranea. La sfida è stata pensata e realizzata insieme all'Associazione Nazionale Città dell'Olio, che da vent'anni si fa difensore e promotore della cultura dell'extravergine e che da due anni sostiene un progetto europeo sulla MedDiet.
Così, per i nostri Soci, ma anche per tutti quelli che vorranno diventarlo (e rinnovo l'invito a venirci a trovare sul sito www.aifb.it per seguire la moltitudine di attività ed esperienze in divenire e ad oggi realizzate), ecco un contest ricco, importante e di grande spessore.
Uno spessore che troverete anche nella giuria che selezionerà le ricette e decreterà il vincitore.
Tutto il regolamento così come i dettagli del Contest, sono pubblicati qui .
Mi aspetto di vedervi partecipare numerosi e con grande entusiasmo.
Avete tempo fino al 1 Novembre!

venerdì 10 gennaio 2014

Fave e cicoria e lo splendore di un borgo antico: Bitonto.

Lu pollo cusutu 'culo - Checco Zalone
Fave e cicoria ovvero: l'ode alla semplicità! 
Se esiste un piatto povero che potrei mangiare fino a sentire uno strappo nei pantaloni, quello è proprio il modestissimo Fave e Cicoria.
Che se potessi, chiamerei in dialetto nella bella lingua della sua terra, la Puglia.
Pugliese non sono, ma fortemente innamorata si, per cui oggi farò una piccola immersione in quella regione, che ho potuto riabbracciare proprio prima del Natale, in una tre giorni intensa e soleggiata nella piccola e poco conosciuta città di Bitonto.
Insieme a tre amiche speciali ed a persone che ti aprono la porta della loro casa come si fa con un parente che non si vede da lungo tempo, che ti accolgono con gli occhi sempre sorridenti, con la battuta pronta e la voglia di scherzare che non manca mai.
I pugliesi sono così e non si può non perderne la testa.
Se poi, dietro allo scherzo, ci sta anche una bella fetta di "fugazza", allora non c'è proprio nulla che li batta!
A Bitonto sono tornata dopo 4 anni, grazie all'ultima tappa di Girolio 2013, organizzato dall'Associazione Nazionale Citta dell'Olio  ed il Comune di Bitonto.
L'ultimo di una serie di interessanti eventi all'interno del progetto MedDiet di cui ho già parlato qui.
Non vi tedierò con troppe parole ma mi farò aiutare dalle immagini, come sempre, perché sono quelle che poi ci trascinano in luoghi lontani anche solo con la fantasia.
Vi parlerò di Bitonto come una turista, una che ama viaggiare e che del viaggio ha fatto il suo lavoro, così magari, un giorno non molto lontano, deciderete anche voi di fare una tappa tra queste mura di pietra chiara.
Bitonto è piccola, ma neanche tanto se si pensa che gli abitanti sono c.ca 56.000, poco meno di quelli della mia città, e si trova nella provincia di Bari.
Da qui, l'unico mare che si vede, è quello degli oliveti che la circondano quasi a proteggerla dietro una barriera argentata.
Il centro storico è un reticolato di viuzze, passaggi stretti, gallerie vicinali, corti e palazzi cinque/seicenteschi in pietra chiara dalla bellezza travolgente.
Non ci siamo perse nel nostro girovagare, grazie alla presenza di una guida bravissima, la simpatica Chiara Cannito, che non ci ha abbandonato un attimo, mostrandoci gli angoli più incantevoli della città.
La cosa più incredibile è stato apprendere che il centro città si è lentamente spopolato negli ultimi 40 anni, lasciando disabitati la maggioranza di questi eleganti palazzi.
Ma negli ultimi anni stanno riprendendo vita grazie alla lungimiranza di appassionati.
Se deciderete di pernottare a Bitonto, sappiate che non ci sono Hotel ma una rete di b&b assolutamente splendidi, molti dei quali situati all'interno di queste strutture storiche.
E per essere coccolati con un costo medio di € 40 a notte, credetemi il gioco vale la candela.
Arrivando a Bitonto, accederete al centro storico dalla Porta Baresana, imponente porta in pietra bianca che guarda in direzione di Bari.
Chiara ha visto bene di aprire le danze prendendoci per la gola, con la sosta ad una delle pasticcerie artigianali storiche del centro città: Boccabò, proprio a due passi dalla porta. Come dire: i bocconotti più buoni della storia!
Giusto per spiegare a chi non è della zona: i bocconotti sono delle pastarelle di frolla tirata molto sottile e dalla ricetta segreta, ripiene di ricotta freschissima e cotte al forno. Di una bellezza delicata e antica.
Non mancano mai sulle tavole della festa a Bitonto, ma la storia vuole che anche i contadini che in passato lasciavano la casa per lavorare la terra restando in campagna tutta la settimana, portassero con se un bocconotto al giorno, che restava fresco per tutto il periodo (è vero, sono buonissimi anche dopo 3 o 4 giorni).
Siamo arrivate che stavano cuocendo, e li abbiamo visti palpitare da dietro il vetro del forno....
Ovviamente ditemi voi come si possa restare indifferenti a questa magia! 
La colazione era già stata fatta ma dire di no a tale bellezza, è un vero sacrilegio!
Ne sa qualcosa la famiglia proprietaria del forno, Amedeo e Mariella Savoni, che con il figlio adolescente, gestiscono con successo questa attività artigianale, fatta di grande attenzione alla qualità, alla storia della tradizione ed anche alle tasche dei loro clienti.
Ed ovviamente, secondo un rito immancabile, il primo bocconotto che esce dal forno, è per il proprietario (ma non abbiamo scoperto chi, tra Mariella ed Amedeo, sia il fortunato!).
Tutto questo per dirvi che perdere una sosta a Boccabò arrivati a Bitonto, è peccato mortale!
Ripartire per la visita dopo una così dolce sosta, non è tanto complicato.
Si attraversa il centro storico in direzione della cattedrale e ciò che si incontra è davvero incantevole.

E' incredibile pensare di essere a Dicembre con un cielo di questo colore.
La Puglia è davvero il paese del sole!
La cattedrale di Bitonto è un vero gioiello e fa parte del trittico delle cattedrali in stile romanico pugliese insieme a quelle di Ruvo e di Minervino.
Soltanto questi tre meravigliosi esempi architettonici della presenza normanna in Puglia, varrebbero un viaggio in questa regione. Vi consiglio di farlo con una guida esperta come la nostra Chiara, per apprezzare in pieno il grande valore di questo monumento, la cui visita richiederà almeno un'ora.


Essere foodblogger ha un unico neo: non ci si può esimere dall'assaggiare ciò che ti viene presentato con grande gentilezza.
Quindi quando Chiara ci ha condotto in uno dei forni più antichi della città (si parla del 1800), è ovvio che tutte noi abbiamo fatto le personcine educate e sorridendo, abbiamo detto si.
Che poi, diciamocela tutta, quanto sarà mai difficile dire di si a questo?
Il Forno di San Giovanni (U' furn de San Giuann), è un'altra realtà a completa gestione familiare.
Le deliziose sorelle Rosa ed Enza Marinelli, insieme al padre che è il "capitano" alla bocca del forno, sono i proprietari di un luogo dove restare senza fiato. Non si tratta di un forno qualsiasi.
Se vi affacciate alla bocca del forno, vi si apre una vera e propria stanza di oltre 50 mq in cui vengono ordinatamente sistemate con l'ausilio di una pala lunghissima e sostenuta da un argano ingegnoso, un numero impressionante di teglie per taralli, focacce, dolci tipici, pani, e tutto quello che la vostra fantasia riesce ad immaginare.
Questa meravigliosa famiglia, tieni in piedi una tradizione secolare, ovvero il forno ad uso conto terzi.
Vale a dire che un tempo non si andava al forno a comprare il pane, ma a cuocere quello che si preparava in casa. Un concetto ed un uso assolutamente magnifico, tutt'ora ancora valido al Forno San Giovanni, ma che sarebbe bello ripristinare in molte zone della nostra penisola.
Non c'è bisogno che vi dica che la focaccia è fantastica vero?

Dopo molte fatiche (che sono quelle di assaggiare), siamo entrate sfacciatamente in casa di una adorabile signora di Bitonto, la suocera della nostra Chiara, e l'abbiamo osservata preparare delle favolose orecchiette, con religioso silenzio (solo il rumore degli scatti era percepibile! )

Vi tranquillizzo: non abbiamo mangiato le orecchiette, purtroppo non queste, però di cose buone lungo il nostro cammino ce ne sono state tante, ma tante che se vi facessi l'elenco, vi verrei a noia!
O no?
Il pomeriggio è volato in un attimo all'interno di una splendida azienda olivicola e produttrice di mandorle nonché ciliegie ferrovia.
Si tratta del Feudo dei Verità , un'antica masseria che apparteneva in origine ad una famiglia nobile di origine spagnola e che adesso invece, è di proprietà della famiglia Delorusso.
La sorpresa più piacevole è stata scoprire che l'azienda viene intelligentemente guidata dall'abilità di una  donna, una ragazza in verità, Francesca Delorusso, che si occupa della qualità del prodotto e del settore commerciale e che ha portato l'azienda verso una direzione dinamica e di successo con l'apertura del settore di trasformazione delle mandorle prodotte, vendute ed esportate anche fuori Italia.
Per altro di una bontà unica: possono spedirle ovunque ed il costo è assolutamente onesto.
Abbiamo brindato a Francesca con l'olio appena spremuto! Evviva le donne!
Le mie stupende amiche Benedetta, Anna e Cristiana con cui ho trascorso un week end di emozione e di risate, mi hanno abbandonata la mattina della domenica, sfuggendo allo show cooking che era stato previsto dall'organizzazione insieme allo chef Emanuele Natalizio del ristorante Il Patriarca Natalizio.
Emanuele è una forza della natura, cucina da Dio e domina la scena alla grande.
Quando ho saputo che avrei dovuto cucinare con lui davanti a tutti, sono entrata modalità stand by.
Poi come al solito, è emersa la faccia a gomitolo della sottoscritta e mi sono buttata.
Prima di me però si sono esibite due belle ragazze di Bitonto, entrambe grandissime cuoche ed ho scoperto con mio grande piacere che una di loro, Elena Piscopo, è anche una bravissima blogger!
In meno di mezz'ora ha preparato un tortino di patate e polpo con pesto di rucola e crema al balsamico da leccarsi i baffi.
Anche nella splendida presentazione, ha dimostrato di essere veramente molto brava.
La mia partecipazione a Girolio si è conclusa con questo gioco sul palco, in cui ho "fatto finta" di cucinare a fianco di questo omone simpatico e pieno di energia e mi sono divertita come non mai.
Le mie facce probabilmente lo raccontano.
 Mi porto ancora nel cuore il ricordo di questi splendi tagliolini con gamberi, cime di rapa, funghi cardoncelli e pomodorini: di una facilità estrema ma di un sapore unico e pieno come il carattere dei pugliesi!
Grazie Bitonto!
E per finire, sperando che non siate svenute stremate sul computer, vi lascio la ricetta delle fave e cicoria con la speranza che vogliate provarle: sarà un colpo di fulmine anche per voi, ne sono certa!
Ingredienti per 4 persone
300 g di fave secche decorticate (le mie non lo erano)
1 patata media
1 o 2 foglie di alloro
700 g di verdura come cicoria o catalogna o cicoria selvatica
olio extravergine Terre d'Otranto Dop
Sale
Mettete le fave secche in una grande ciotola e copritele abbondantemente con acqua fredda ed un pizzico di sale. Lasciatele a bagno tutta la notte.
Il giorno dopo scolate le fave.
Sbucciate e tagliate la patata a fette di c.ca 1 cm di spessore, riponetela sul fondo di una pentola, possibilmente di coccio (io ho usato il mio coccio toscano), versatevi sopra le fave e coprite il tutto con acqua fredda. L'acqua deve coprire le fave di almeno un paio di cm.
Aggiungete la foglia di alloro e cominciate a cuocere a fuoco dolce per almeno 1h30.
All'inizio dovrete schiumare le fave perché cuocendo, il bordo si coprirà di schiuma.
Cercate di non mescolare il composto nei primi 45 minuti di cottura.
Aggiungete acqua calda quando questa raggiungerà il livello delle fave: dovranno essere sempre lievemente sommerse dall'acqua.
Aggiungete il sale una decina di minuti prima della fine della cottura, e mescolate energicamente.
Le fave si trasformeranno in una purea granulosa.
Possono essere servite frullate con un mixer a immersione o anche nella loro consistenza di fine cottura. L'arte di questa ricetta è far si che il purea di fave non sia troppo asciutto e duro, ma neanche brodoso.
Mentre cuociono le fave, lavate bene e pulite la cicoria.
Cuocetela in abbondante acqua salata per 5/6 minuti affinché resti croccante.
Scolatela.
Versate la purea di fave nel fondo di una scodella.
Prendente una forchettata di cicoria, realizzate un piccolo nido e disponetelo sul pure.
Servite irrorando con abbondante olio extravergine pugliese ed aggiungete pepe macinato fresco o peperoncino a piacere.

NOTA: scusate l'irriverenza della colonna sonora: non ho potuto esimermi. 
Un pugliese che si prende gioco dei suoi conterranei è da sentirsi male dal ridere! Vedetelo

DIMENTICAVO: NON MANCATE LUNEDI' - 
C'E' UNA FESTA DA ANDATE CON GUSTO! 

lunedì 7 ottobre 2013

Dieta Mediterranea Ambasciatore cercasi: Meddiet Camp Cagliari 2013

Nel blu dipinto di blu - D. Modugno 
Questo post vuole essere un invito e una preghiera. Ma anche un auspicio. 
Spero mi perdonerai se oggi parlo con te, faccia a faccia. 
Con te lettrice silenziosa che a volte passi di qui, ti fermi e magari sorridi o storci la bocca leggendo le mie parole. 
Ma anche con te amica, che ti palesi commentando con grazia, interesse e con obiezioni intelligenti.
Si, desidero parlare con te che sei una donna. 
Una chiacchierata a tu per tu con la migliore ambasciatrice di un movimento che deve crescere e farsi ogni giorno più forte, stabile e consolidato. 
Così da portare la vittoria della Dieta Mediterranea nelle nostre vite. 
Parlare di Dieta Mediterrane in questo paese non è così scontato. 
L'italia che ne è la culla e la portavoce primaria, ha visto negli ultimi cinque anni  crescere il tasso di obesità con 1 obeso ogni 10 abitanti e 3 persone sovrappeso ogni 10. La curva di crescita più preoccupante è quella che riguarda i bambini e gli adolescenti con ben il 12% di obesi sull'intera popolazione infantile nazionale, con punte che arrivano al 24% nel meridione. Si parla di cifre impressionanti. 
Da dove deve partire questa presa di coscienza? 
In casa nostra principalmente. 
Parte da noi madri e figlie consapevoli. 
Da me e da te e da ogni piccola attenzione che mettiamo nel pensare alla nostra tavola ed al nostro vivere quotidiano. 
Se ci prodighiamo nel proteggere i nostri beni artistici (non sempre nel migliore dei modi), un bene immateriale proclamato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, merita la stessa medesima importanza ed attenzione, perché la sua preservazione preserva le nostre vite.
Quindi oggi ti parlerò come una donna che ha riscoperto da ragazza il piacere della cucina fatta in casa con le proprie mani, utilizzando prodotti possibilmente freschi, stagionali ed autoctoni, ma anche come mamma che cerca di nutrire sua figlia secondo l'insegnamento delle mie nonne, che la dieta Mediterranea l'avevano stampata nel Dna senza troppo bisogno di ricordarsene i precetti. 
E per finire anche come foodblogger, visto che di cibo ho deciso di scriverne e parlarne qui, con la speranza di condividerne il piacere con te. 
Allora considera queste mie parole come un invito, come una preghiera. E come un auspicio.    
Il giornalista e mattatore del Meddiet Camp, Carlo Cambi
1) Noi siamo ciò che mangiamo: nulla è più vero. E' ormai provato da studi approfonditi, che il cibo è la prima causa di malattie e la ragione della nostra salute. La cura di noi stessi comincia dal piatto che abbiamo davanti. 
2) Pensa verde: il colore più acceso della piramide alimentare della Dieta Mediterranea. Frutta, verdura ma anche cereali, ortaggi e legumi. L'italia ha una varietà di questi alimenti da far girar la testa. Non facciamo mancare questo colore nella nostra vita né in quella dei nostri cari.  
3) Ama pure il Macaron, ma celebra il Maccherone. Non dimenticare che vivi in Italia e che la pasta rappresenta l'alimento più versatile nella tua cucina. Accompagnata da legumi o verdure, diventa un perfetto piatto unico e risorsa inesauribile di buonumore.
Il grande chef Carlofortino Luigi Pomata, all'opera
4) Quante volte signora? Carne e pesce non devono mancare nella tua dieta, ma fanne un uso moderato prediligendo il pesce quando possibile, magari fresco e preparato con cotture semplici e senza grassi. Ok, una frittura di pesce ogni tanto non ha mai ucciso nessuno! 
5) Non salterò mai la staccionata a bandiera! Tanto vale usare il meraviglioso oro liquido che ci dona il nostro territorio per condire e cuocere le nostre pietanze. Olio extravergine d'oliva, fonte preziosa di polifenoli che combattono le malattie che colpiscono le nostre arterie. Non demonizzare il burro ma prediligi l'olio extravergine. Non c'è grasso più sano in natura e in cottura. 
6) Le caprette ti fanno ciao! Vivrei di formaggi e forse anche tu e certamente il nostro paese è fonte di continua tentazione grazie alle centinaia di varietà di cui possiamo disporre. Io cerco di mangiare quei formaggi a basso contenuto di grassi, ma una scaglia di Parmigiano non si nega a nessuno ed una sosta di devozione al caseificio che produce mozzarella di Bufala, quando capita, ti fa sentire che il divino esiste! 
La cucina Mediterranea declinata in italiano, tunisino, libanese ed egiziano.


















7) Usa il tuo naso: la bontà di una pietanza ci arriva per prima attraverso i suoi profumi. Le spezie, le erbe aromatiche, l'aglio e la cipolla sono i nostri primi alleati per costruire una sinfonia di profumi e dimenticarci quel pizzico di sale in più che tanto non serve. 
8) Cerca il convivio: nessun piatto è perfetto se consumato soli. 
Ritroviamo il piacere di sederci intorno ad un tavolo con la nostra famiglia almeno una volta al giorno. Bandiamo il televisore dalle nostre cucine e ritroviamo il gusto di raccontarci la giornata appena trascorsa. Riempiamo la casa di amici e cuciniamo per loro. Condividere il cibo migliora il nostro essere "animali sociali". 
Il sanguigno chef egiziano Moustafa El Rafaey
9) Se puoi, cucina! Non è così scontato. Cucinare richiede tempo, spazio e testa. La tua attività in cucina comincia quando vai a fare la spesa. Nessuno verrà a bussarti ad una spalla se con il carrello trascorrerai più tempo nel reparto surgelati. Ma ricorda che per preparare un semplice piatto di pasta al pomodoro ti servono al massimo 25 minuti. Se invece salterai direttamente in padella dal reparto freezer, pensando di risparmiare tempo e fatica, forse ti avanzeranno una decina di minuti. Il tempo che ti serve per renderti conto di aver mangiato malissimo. 
L'abilità col coltello dello chef tunisino Jaoudet Turchi





10) Se ti ami, seguila! La Dieta Mediterranea è la nostra cultura, la nostra storia, il nostro futuro. Non dimenticare che ti appartiene e fanne la tua bandiera. Insegnalo ai tuoi bambini affinché crescano adulti consapevoli. 
Siamo noi donne le prime vere ambasciatrici di questo Patrimonio dell'Umanità.
Le Ambasciatrici della Dieta Mediterranea a Cagliari 



Il MedDiet Camp è il primo dei cinque grandi eventi pianificati daMedDiet, progetto strategico finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma ENPI CBC Bacino del Mediterraneo 2007-2013. Con un budget complessivo pari a circa 5 milioni di euro e una durata di 30 mesi, il progetto mira a promuovere e valorizzare la Dieta Mediterranea, riconosciuta Patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco nel 2010.  Oltre all’Italia, che partecipa con Unioncamere in qualità di capofila, il Centro Servizi per le imprese della Camera di Commercio di Cagliari, il Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio e l’Associazione nazionale Città dell’Olio quali partners, il progetto coinvolge altri 5 Paesi del Mediterraneo (Egitto, Grecia, Libano, Spagna e Tunisia).

Per questa esperienza che difficilmente dimenticherò e che mi ha permesso di condividere una comune passione con donne splendide e piene di sole, di osservare grandi chef al lavoro, di ascoltare un grande giornalista, Carlo Cambi ed il coinvolgente intervento di Alessandra Guigoni, antropologa dell'alimentazione, ma anche di scoprire anche se in minima parte, un città che non conoscevo e che ha una delle luci più belle viste nella mia vita, Cagliari, desidero ringraziare di cuore l'Associazione Città dell'Olio, artefice di uno dei più begli eventi food a cui abbia partecipato negli ultimi tempi. Ancora grazie.