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giovedì 6 aprile 2023

Charlotte di Colomba con fragole: Buona Pasqua!

Ultimo rush prima della Pasqua. 
La mia sarà domestica, senza viaggi parentali ma con la mia famiglia intorno alla tavola di casa mia. 
A dirla tutta, la cosa che preferisco. 
Oddio, non è che non mi sarebbe piaciuto andare da qualche parte, ma considerando la ressa ed i prezzi, ed il mio livello di stanchezza, l'alternativa mi va benissimo.
Inoltre si prospetta una Pasqua freddina e forse anche piovosa. 
Per augurarvi una buona festa, ho preparato una ricetta che andrà bene per quando le feste saranno finite e vi ritroverete con una montagna di Colomba svolazzante tra un pensile e l'altro. 
Se proprio non ne potete più, questo è un modo carino per riproporla.
Intanto vi auguro dei giorni sereni e riposanti. Come più preferite. 
Buona Pasqua a tutti voi. 

La Colomba Pasquale è un dolce che si presta a numerose varianti di riciclo spesso molto semplici nella preparazione. 

La mia preferita è certamente il “pain perdu”, un escamotage tutto francese per utilizzare la brioche un po’ rafferma e trasformarla in una merenda deliziosa. 

Basta passare una fetta di colomba in una padella antiaderente con poco burro e farla tostare su entrambi i lati servendola con confettura o frutta fresca. 

Oppure il classico pudding all’inglese: basta preparare una crema con uova, zucchero e latte, versarla sugli avanzi di colomba in una pirofila aggiungendo frutta o pezzettini di cioccolata e passarla in forno fino a che la crema non sarà rappresa e la superficie dorata e via, il dessert è pronto da essere servito accompagnato a del gelato o panna. 

Questa ricetta invece si rifà alla tradizione dello zuccotto Toscano, dove il guscio di pan di Spagna diventa a base di colomba ed il ripieno un cuore di crema alla ricotta fresca di stagione che in primavera vive il suo trionfo. 

Fragole e cioccolata o anche la vostra fantasia fanno il resto. 

Facile, veloce e di grande effetto. 


Ingredienti per uno stampo da savarin di 24/26 cm di diametro

600 g c.ca di Colomba classica 

500 g di ricotta fresca

250 ml di panna fresca 

100 g di formaggio spalmabile tipo quark

50 g di zucchero a velo 

80 g di zucchero semolato fine 

600 g di fragole 

80 g di gocce di cioccolato 

8 g di gelatina in fogli 

La scorza grattugiata di un limone non trattato

La scorza grattugiata di un arancia non trattata 


Per il coulis di fragole

250 g di fragole 

2 cucchiai di zucchero

Il succo di 1 limone 


  • Foderate lo stampo a ciambella con pellicola trasparente ed affettate la colomba in fette regolari spesse mezzo cm quindi sistematele nello stampo in maniera da foderarlo completamente. Pressate con le dita verso le pareti per farle aderire. 
  • In una larga ciotola mettete la ricotta ben scolata ed il formaggio cremoso e con una spatola lavorateli fino ad ottenere una crema. Aggiungete lo zucchero semolato e la scorza degli agrumi e continuate a lavorare con energia. 
  • Mettete la gelatina a mollo in acqua fredda per 10 minuti. Nel frattempo scaldate la panna rimasta quasi a bollore quindi scolate la gelatina e strizzatela bene quindi versate la panna in una ciotola e fatevi sciogliere la gelatina. Aggiungete il composto alla crema di ricotta e mescolate bene.
  • Montate 200 ml di panna a neve ferma con lo zucchero a velo ed aggiungetela alla crema di ricotta mescolando delicatamente per incorporare. 
  • Per ultimo aggiungete le fragole ben lavate e tagliate a dadini insieme alle gocce di cioccolato e mescolate un’ultima volta. 
  • Versate il composto cremoso nello stampo pressando con una spatola quindi una volta raggiunti i bordi, chiudete tutto con fettine di colomba sulla superficie. Appoggiate un piatto piano o un vassoio con un peso sopra e mettete in frigo per almeno 2 ore o tutta la notte.
  • Preparate il coulis di fragole cuocendo le restanti fragole tagliate a pezzi, con il limone e zucchero. Quando le fragole saranno morbide, dopo c.ca 10 minuti di cottura, versatele in un bicchiere per mixer a immersione e frullatele. Potete passare il coulis ancora caldo al setaccio se preferite. Servite la Charlotte con la salsa di fragole fredda  
  • Si conserva in frigo massimo 3 giorni. Si può congelare. 





lunedì 3 aprile 2023

Supplì al telefono Cacio e Pepe: la malattia del sonno.

Arriviamo di rincorsa alla Pasqua dopo un Marzo meteora che ci ha lasciato così in fretta da trovarci sgomenti al pesce di Aprile. 
Non so più a cosa devo aggrapparmi per rallentare questa vita, un cavallo imbizzarrito che non sente più neanche il morso e le redini. 
La mia primavera è cominciata con un unico sentimento: desiderio di dormire. 
Il mio corpo cade in una sorta di catalessi verso le 14.00. 
In alcuni momenti, cado svenuta sul divano per quella mezzora che riesce a risollevarmi il morale e la lucidità. E' una sensazione di vero panico, il bisogno di dormire. 
Un'urgenza più forte della fame. 
Spero che questo "cambio di stagione" passi presto perché è imbarazzante sbadigliare come se non ci fosse un domani. La malattia del sonno.
Ditemi che non sono la sola. 
Ditemi che è normale e che è come il jat lag: dopo un po' ci si adatta. 
Al momento la cosa pare piuttosto ostinata. 

Un grande classico che valorizza formaggi come il pecorino (Romano, Toscano o Sardo) è la Cacio e Pepe. 

Un tripudio di sapori intensi e fondenti che richiede maestria e anche qualche piccolo trucco.

Ma trasferire una cacio e pepe in un supplì non è assolutamente difficile, anzi anche molto divertente, sia nel momento della preparazione che quando queste delizie verranno portate in tavola. 

Tutti impareranno cosa sia un “suppli’ al telefono” al momento in cui questa dorata polpetta verrà divisa in due ed il suo cuore di mozzarella filerà tra una metà e l’altra. 

E’ il momento della verità: ecco perché i supplì vanno serviti caldissimi, ma non subito, una volta tirati fuori dall’olio bollente. 

Dovrete attendere 2/3 minuti, perché la temperatura al cuore renda il ripieno perfetto per essere filante a dovere senza colare miseramente. 

Potrete riciclare ogni vostro risotto avanzato nello stesso modo. 

E i vostri cari vi ringrazieranno


Ingredienti per c.ca 20 supplì


400 g di Riso Vialone Nano

100 g di Pecorino romano grattugiato

80 g di Pecorino Toscano fresco a dadini 

50 g 

1 cucchiaio di pepe nero macinato fresco 

1 1/2 litro di brodo vegetale 

250 g di mozzarella non troppo acquosa

2 uova 

250 g di pan grattato 

100 g di farina 00

Olio per frittura 

  • Preparate il risotto in maniera tradizionale: in una larga padella tostate a fiamma media il pepe insieme al riso senza olio. Quando il riso comincia ad essere traslucido, abbassate la fiamma e cominciate a versare il brodo ben caldo comprendo il riso fino al suo livello. Mescolate. Lasciate che il riso assorba i liquidi prima di aggiungerne nuovamente e mescolate via via. 
  • Togliete il riso dal calore 2 minuti prima che arrivi a cottura. Aggiungete i formaggi, il burro e mantecate bene mescolando con cura quindi versatelo in un contenitore largo in modo che stendendolo si raffreddi velocemente. Copritelo e mettete in frigo almeno 3 ore o tutta la notte. 
  • Quando sarete pronti a friggere, preparate i supplì prendendo una cucchiaiata di impasto. Inumiditevi le mani e stendete il riso formando una piccola conca al cui centro metterete un rettangolo (2 cm x 1 cm) di mozzarella e richiuderete il riso intorno alla mozzarella formando un ovale. Proseguite fino a esaurimento degli ingredienti. 
  • In un piatto versate la farina, in un altro le uova sbattute e nell’ultimo il pan grattato. 
  • Fate scaldare l’olio in una padella di ferro stretta ed alta sui bordi e nel frattempo, passate il supplì prima nella farina, poi nell’uovo e per finire nel pan gettato. Se volete una crosta più spessa ripassate nuovamente nell’uovo e pan grattato. 
  • Fate cuocere pochi supplì alla volta in olio profondo a 170/180° per qualche minuto, girandoli via via in modo che risultino ben dorati e la mozzarella si sciolga completamente. 
  • Scolate su carta assorbente e serviteli ben caldi attendendo 2 o 3 minuti una volta tolti dall’olio. 
  • Si possono congelare una volta formati prima di procedere alla panatura.


lunedì 13 marzo 2023

Vellutata di carciofi e patate: la stagione dei miei fiori

Cynara era una splendida giovane Ninfa dal volto lucente, gli occhi verdi con riflessi violetti, i lunghi capelli color della cenere. Passeggiava spesso su una spiaggia della Sicilia osservando il suo mare, ma un giorno Zeus, che andava a trovare il fratello Poseidone, viaggiando sulla sua barca la vide e se ne innamorò. 

A nulla valsero i suoi tentativi di sedurla: Cynara non ne voleva sapere. 

All'ennesimo rifiuto, Zeus infuriato, la trasformò in un carciofo, un ortaggio con spine e dure foglie a simboleggiare la resistenza della fanciulla, ed un cuore tenero e delicato come la virtù che lei era riuscita a preservare. 

Fortunati noi che possiamo godere ogni stagione invernale e primaverile, di questi meravigliosi fiori dell’orto.

Il carciofo è un ortaggio pieno di poesia. 

Come diceva Neruda, nella sua Ode al Carciofo, sembra un soldato protetto dalla sua armatura. 

Ma soltanto le mani di una donna riescono a domarlo e a trasformarlo nella più deliziosa delle pietanze. In effetti il suo aspetto è minaccioso, svettante verso l'alto coperto da un elmo puntuto. 

Verrebbe da chiedersi le ragioni della natura, per "traverstire" in maniera così efficace un ortaggio...ma la risposta è semplice: la bontà e la bellezza rendono facili prede.

Pensiamo alla Rosa. 

Il suo profumo inebria gli insetti che l'aiutano a prosperare ma le spine la difendono da mani rapaci. 

Il carciofo difende il suo ambito cuore, dietro una corazza robusta e piena di spine

Nella stagione dei miei fiori più amati, vi regalo una vellutata facile e deliziosa, che può diventare anche un finger food se servita in piccoli bicchieri o coppette. 

A me non basta una ciotola grande perché ne vado pazza. 

Dimenticavo: è naturalmente vegan 


Ingredienti per 4 persone

200 g di cipollotto 

300 g di patate 

6 carciofi moretti 

4 fette di pane fresco tipo toscano

1 mazzetto di prezzemolo

qualche rametto di Nipitella e fogliolina di menta 

700 ml di brodo vegetale 

1 cucchiaio di semi di girasole 

Olio extravergine 

Sale - pepe nero qb 

  • Sbucciate le patate e tagliatele a dadini. Pulite con cura 4 carciofi, eliminando le foglie più tenaci ed eventuale fieno. Pulite anche il gambo eliminando la parte esterna e tagliatelo a pezzetti. Mettete a mollo in acqua acidulata con succo di limone fino al momento di utilizzarli. 
  • Affettate finemente il cipollotto e fatelo rosolare dolcemente in 2 cucchiai di olio extravergine. Quando sarà traslucido, aggiungete le patate ed i carciofi tagliati a fettine e mescolate con cura. Aggiungete il prezzemolo tritato quindi coprite le verdure con il brodo vegetale caldo. 
  • Il brodo dovrà coprire le verdure di c.ca 1 cm. Fate cuocere a fiamma media, lasciando sobbollire dolcemente per 15/20 minuti. 
  • Una volta pronte, con un mixer a immersione, frullate il tutto per ottenere un composto denso e vellutato. Se fosse troppo fluida, potrete continuare la cottura a raggiungimento della consistenza preferita. 
  • Mentre la vellutata cuoce, preparate gli elementi per rifinire il piatto. Pulite i restanti carciofi e tagliateli a fettine sottili. Tagliate il pane a dadini. 
  • In una padella per fritto, versate poco olio extra vergine per coprire il fondo. Scaldate l’olio e friggetevi le fettine di carciofo. Scolatele su carta assorbente.  Nello stesso olio, rosolatevi il pane fino a che non sarà bello dorato. Scolate e salate leggermente. 
  • Aggiustate la vellutata di sale e pepe. 
  • Porzionatela ben calda nelle ciotole e rifinitela con i carciofi dorati, il pane croccante, la nipitella e la menta, i semi di girasole e un bel giro d’olio nuovo. Servite immediatamente.





venerdì 8 aprile 2022

Crostata di ricotta e visciole

Fine di una storia d'amore.
C'era una volta un forno a microonde che viveva sullo steso pianerottolo di un tostapane. 
Una vita rilassata, di comune accordo. Entrambi accomunati dalla stessa capacità di trasformare animi algidi in caldi appassionati protagonisti di cene improvvisate. S'intendevano a meraviglia. 
Una sera piuttosto movimentata, il forno ebbe un moto di tristezza e smise di far girare il suo piatto di vetro lasciando scendere un freddo glaciale nel suo cuore. 
Nessuno era in grado di fargli tornare il buonumore. 
Il dirimpettaio allora cercò di alleggerire la tensione cercando di farlo ridere: e giù a bruciare pizze, focacce, fette di pane congelate trasformate in tizzoni ardenti. 
Niente. 
Il piccolo forno era ormai senza vita. 
Colto da disperazione, il giovane tostapane decise che non sarebbe resistito molto in solitudine. 
Le sue resistenze cominciarono a scaldarsi a dismisura, bruciando qualsiasi cosa gli si avvicinasse. 
Toast, pain brioche, colazioni e spuntini andati in cenere come il suo piccolo cuore. 
A distanza di un giorno dall'altro, i due amici smisero di lavorare insieme e prendendosi per il manico, si avviarono verso il paradiso degli elettrodomestici, insensibili ormai, agli smadonnamenti dei loro proprietari. 
Si fa per ridere eh. 
Però è una storia vera. 
Di quelle che accadono quando proprio vorresti tenere ben chiuso il portafoglio invece ti capita il due per uno della disgrazia e puoi solo che riderci sopra. 
E magari accompagnare la sventura casalinga con una signora torta preparata in un forno che ancora, e speriamo a lungo, funzioni come si deve. 

Una crostata che è un inno alla primavera: ricotta e visciole. 
Tipica della tradizione ebraica romanesca. 
Potrete assaggiare l'originale nelle panetterie e ristoranti del Ghetto a Roma, oppure, se avete la fortuna di trovare dell'ottima ricotta vaccina e confettura di visciole o amarene fatta in casa, cimentarvi con le vostre mani. 
E' davvero qualcosa di splendido. Profumata, ricca e mai stucchevole grazie alla fresca acidità delle visciole che ben si sposa dall'avvolgente dolcezza della ricotta aromatizzata con la scorza di limone. 
Qui di seguito vi lascio la ricetta che cerca di rispettare al massimo la tradizione. 

Ingredienti per uno stampo da 23 cm con fondo amovibile
Per la frolla 
440 g di farina 
200 g di burro 
170 g di zucchero 
1 uovo grande + 1 tuorlo 
la scorza grattugiata di un limone 
un pizzico di sale 

Per il ripieno
400 g di ricotta vaccina 
100 g di zucchero 
la scorza di un limone non trattato
2 uova medie 
350 g di composta di visciole o amarene
zucchero a velo per rifinire 
  • Tagliate il burro freddo a dadini. Versatelo nella ciotola dell'impastatrice con il gancio a foglia insieme alla farina, la scorza del limone ed il sale ed impastate velocemente fino ad ottenere delle briciole grossolane. Aggiungete quindi lo zucchero continuando ad impastare fino a che le briciole si ridurranno e quando saranno minute come chicchi di riso, aggiungete le uova ed impastate fino a che si formerà una palla. 
  • Dividetela in due parti, una due terzi dell'altra ed avvolgete il tutto in pellicola lasciando riposare in frigo per 1 ora mentre preparate il ripieno. 
  • Setacciate la ricotta dopo averla lasciata scolare dentro un setaccio. Versate il tutto in una ciotola, aggiungete lo zucchero, il limone ed aggiungete le uova. Mescolate con una frusta fino ad ottenere un composto cremoso ed omogeneo. 
  • Imburrate lo stampo e coprite la base con carta forno. Stendete l'impasto più grande in una sfoglia rotonda spessa 2/3 mm. Sistematela con delicatezza nello stampo lasciando sbordare l'impasto in eccesso. 
  • Adesso bucherellate con una forchetta e stendete la composta di visciole sul fondo, livellandola con un cucchiaio. Copritela con la crema di ricotta. 
  • Stendete il rimanente impasto ad uno spessore di 2 cm e appoggiatelo con delicatezza sul ripieno. Schiacciate i bordi in modo da sigillare come un coperchio e con un coltello affilato, tagliate l'eccesso seguendo il bordo della tortiera. Potrete pizzicare la pasta per creare un bordo carino oppure aiutarvi con una forchetta e schiacciare in modo da sigillare bene il tutto. 
  • Mettete in forno a 180° per c.ca 45/50 minuti fino a che la frolla abbia un bel colore dorato. Il coperchio tenderà a gonfiare durante la cottura e potrà pure spaccarsi. Non è un problema. 
  • Lasciate raffreddare su una griglia per 10/15 minuti quindi togliete il dolce dallo stampo e lasciate raffreddare completamente. 
  • Si conserva bene fuori dal frigo per 3/4 giorni. 






lunedì 28 marzo 2022

Mezzelune di borragine con ragù di primavera: forse è colpa di Mozart.

Latito.
Mi sono resa conto con orrore che a marzo non ho pubblicato ancora una sola ricetta. 
Il mese è finito e sono qui con qualcosa che tenevo da parte ma non avevo il tempo per sistemare e pubblicare. Povero mio blogghino, morirà di inedia. 
E' incredibile come nella vita si ritorni spesso sui propri passi. 
Ultimamente ho ritrovato attività che avevo abbandonato ed è come un déjà vu lievemente scombussolante.
Sono tornata in orchestra. Non lo facevo da quando è mancato mio padre. 
Ho avuto una sorta di rifiuto che mi ha spinto ad allontanarmi da molte cose che conoscevo bene e mai avrei pensato di trovare il coraggio di ricominciare a suonare. 
Per un lungo momento ho avuto paura che non sarei neanche riuscita a leggere lo spartito, invece il nostro corpo sa bene cose che a noi sembrano svanite negli anni.
Le dita, se pur rigide e timorose, si muovevano senza colpo ferire sulla tastiera del mio strumento. 
Dopo qualche minuto di musica insieme, ho capito il vero significato di "potere curativo della musica": la mia mente era completamente svuotata, il corpo morbido, leggero, lo spirito gioioso. 
Forse è colpa di Mozart, della sua Sonata da Chiesa K 145, o forse semplicemente, tutto questo mi è mancato e la musica resta la mia alleata più sincera. 
Non so, per adesso accolgo questa opportunità con leggerezza. Domani, si vedrà.



Si apre la stagione delle erbe spontanee. 

La borragine è quella che per prima entra nella mia cucina. E' anche una delle mie preferite e nonostante sia un po' fastidiosa da maneggiare, nei ripieni è assolutamente strepitosa. 

Questo piatto è davvero facilissimo ma anche molto gustoso. 

Se avete voglia di pasta ripiena che sa di primavera, questa fa al caso vostro.  


Ingredienti per 4 persone 


Per le mezzelune 

400 g di farina 00

40 g di borragine cotta 

sale 

3 uova grandi e 1 tuorlo

500 g di ricotta di pecora

400 g di borragine cotta 

100 g di Pecorino toscano grattugiato + per rifinire

qualche fogliolina di mentuccia

1 uovo 

sale – pepe qb 


Per il "ragu" di primavera

400 g di asparagina 

200 g di pisellini novelli

1 cipolla bianca 

100 g di pancetta di Cinta Senese a fettine sottili 

1 mazzetto di prezzemolo tritato

Olio extravergine Chianti Dop 

Sale - pepe nero macinato fresco qb 

  • Preparate le mezzelune: versate la farina su una spianatoia e formate la fontana. Al centro mettete le uova un pizzico di sale e la borragine che avrete lessato, strizzato e frullato in modo da ottenere un purè morbido ma non troppo liquido. Con una forchetta sbattete le uova incorporando la borragine e poca farina via via, fino ad ottenere una pastella densa. A questo punto cominciate ad incorporare il resto della farina con le mani, impastando con energia. Se l’impasto risultasse morbido o umido, aggiungete ulteriore farina sino ad ottenere una palla sostenuta e liscia. Fate riposare avvolta nella pellicola mentre preparate l ripieno 
  • In una ciotola versate la ricotta ben scolata, il pecorino grattugiato, la borragine lessata, strizzata e sminuzzata al coltello, la menta, l’uovo, il sale e pepe. Mescolate molto bene e fate riposare in frigo mentre preparate il ragù di verdure. 
  • Pulite l'asparagina eliminando le estremità più coriacee, passandola sotto acqua corrente e tagliandola a rondelline di 5 mm di spessore. 
  • In una larga padella, scaldate 3 cucchiai d'olio e fate rosolare la cipolla affettata sottilmente, su fiamma dolce. Quando sarà passita e traslucida aggiungete l'asparagina e i piselli e fate cuocere a fiamma media, aggiungendo un mestolo di acqua calda e smuovendo la padella via via. Salate, aggiustate di pepe ed aggiungete il prezzemolo tritato. Cuocete per 8/10 minuti fino a che le verdure non saranno cotte ma ancora croccanti. Tenete da parte 
  • Stendete la pasta non troppo spessa e ricavate dei cerchi di 8 cm di diametro con un coppapasta di acciaio. Al centro mettete una noce di ripieno. Chiudete a mezzaluna e sigillate bene. Continuate fino a terminare gli ingredienti. 
  • Poco prima di cuocere la pasta, fate abbrustolire la pancetta su una piastra bollente, asciugatela con carta assorbente e sbriciolatela con la mani o aiutandovi con una forbice. 
  • Cuocete in abbondante acqua bollente salata per 4 o 5 minuti mentre farete scaldare il ragù. Scolate le mezzelune direttamente nella padella e fatele saltare con delicatezza con il ragù aggiungendo poca acqua di cottura se necessario. Servite subito, cospargendo ogni piatto con abbondante pancetta croccante e rifinendo con pecorino grattugiato a parte, se gradito ed un filo d'olio extravergine.  

NOTA: Tutta la pasta ripiena si può congelare. Prima di congelarla, fatela sbianchire in acqua bollente per 30 secondi, lasciatela asciugare su un canovaccio pulito e trasferitela in congelatore su un vassoio di carta coperto con carta oleata. Una volta congelata, riponetela in sacchettini per il freddo. Consumarli entro 3 mesi. 



venerdì 26 marzo 2021

Crostata salata di primavera e la tristezza della moderazione.

Primavera - Marina Rei 

Ultimamente ho dovuto prendere una decisione che mi ha creato un moto di tristezza.
Piegata dalla quantità di spam, riversata sui commenti di qualsiasi post pubblicato in passato o recentemente, ho deciso di mettere la moderazione ed impedire quindi l'imbrattamento di questo spazio con questa pratica avvilente. 
I vostri commenti verranno pubblicati non prima di essere vagliati da me. 
In passato cancellavo quei pochi messaggi spam al momento della ricezione, ma si contavano sulla punta delle dita ed erano per lo più messaggi in lingua straniera creati ovviamente da macchine. 
Negli ultimi due mesi invece, sono stata investita da messaggi provenienti da account fake in cui si inveiva contro una persona in particolare, di cui si faceva nome e cognome, un tale avvocato, accusato di pratiche ignobili. Una sorta di gogna mediatica attraverso pagine ignare. 
Siccome questa cosa è andata avanti per settimane nonostante il mio alacre cancellare, aumentando esponenzialmente giorno dopo giorno, ho dovuto prendere questa decisione, che vivo come una mutilazione della mia e vostra libertà di comunicare senza "censura". 
Ho anche deciso di decidere se rendere pubblici o meno i commenti "anonimi" in cui chi scrive e mi conosce, non si palesi con un nome, perché dietro l'anonimato c'è una forma di vigliaccheria insopportabile che mi fa venire voglia di perdere il mio aplomb capricorniano e lanciarmi in invettive senza moderazione. 
Perché io adoro il confronto se costruttivo, perché non sono perfetta e se c'è una critica e questa viene fatta con educazione, l'accetto di buon grado e la considero fonte di crescita personale. 
Invece, l'anonimato nella rete, è solo una maniera ignobile di offendere e colpire a tradimento persone di cui si è invidiosi, facendosi forti di questa invisibilità che invece ci fa solo piccoli. 
Quindi "cari" anonimi lettori che venite qui per mortificare me ed i miei amici attraverso commenti sgradevoli ed inutili, non troverete pane per i vostri denti su queste pagine, ma solo uno sguardo pietoso sulla vostra  triste e futile  esistenza. 
Scusate amici per l'introduzione necessaria, ma in qualche modo bisogna pur difendersi.
Pensiamo a cose belle come la primavera e prepariamo una ricetta che più facile di così non ce n'è. 
A metà tra una Pasqualina ed una torta salata, la differenza la fa la freschezza degli ingredienti. 
Scegliete i migliori mi raccomando. 

Ingredienti per 6/8 persone 
Stampo da 24 cm diametro 

2 rotoli di pasta sfoglia rotonda 
300 g di ricotta di pecora freschissima
200 g di fave sgusciate 
200 g di bieta erbetta novella
50 g di parmigiano grattugiato 
2 uova medie + 1 tuorlo 
la scorza di un limone grattugiato 
sale - pepe qb 
1 cucchiaio di olio extravergine 
  • prepara il ripieno: fate scolare bene la ricotta su un setaccio e mettetela in una larga ciotola 
  • lavate accuratamente la bieta erbetta. Tenete da parte una manciata di quelle più tenere e belle ed il resto scottatela per 3 minuti in acqua bollente. Scolatela, strizzatela bene e sminuzzatela al coltello. 
  • Scolate le fave 1 minuti in acqua bollente e privatele della pellicina 
  • Versate favette, bietola nella ciotola con le uova, il parmigiano, la scorza di limone e l'olio. Mescolate bene quindi aggiustate di sale e pepe.
  • Coprite lo stampo con carta da forno quindi sistemate il primo rotolo di sfoglia con cura. Bucatelo con i rebbi di una forchetta. Versate il ripieno livellandolo con una spatola. Cospargete la superficie con le foglioline di bieta rimasta. 
  • Dal secondo rotolo, ricavate delle strisce larghe a vostro piacimento e disponetele sul ripieno in maniera creativa o creando una griglia come per una crostata. Spennellate il tutto con il tuorlo rimasto sbattuto con poca acqua. 
  • Fate cuocere a 180° per 35/40 minuti o comunque fino a che tutto non sia ben dorato. 
  • Servite calda o tiepida accompagnata da una bella insalata mista, favette sgusciate o crudité di stagione. 












martedì 26 maggio 2020

Caramelle agli asparagi: una sfida nuda e cruda.

Naked - James Arthur
Che la programmazione televisiva sia un pianto antico tanto da essere stata ormai surclassata dalle piattaforme on line come Netflix e compagnia cantante, lo sappiamo da tempo.
Io riesco a guardarla solo se c'è qualche film decente o trasmissioni come Propaganda (meravigliosa).
Tutto il resto è zapping.
Durante la quarantena il mio compito era quello di selezionare il film della serata sulle piattaforme on line ma il dominio del telecomando è sempre stato di mio marito.
Il quale mi ha fatto scoprire alcuni programmi che sono diventati ragione di incubi notturni per la sottoscritta.
Quella peggiore in assoluto è "Nudi e Crudi" .
Io non ce la faccio, credetemi, non riesco a capire cosa possa spingere un essere umano ad affrontare una sfida in solitudine, nella natura selvaggia, nudo come un verme.
Nella maggior parte dei casi affronta il tutto con un compagno di sventura messo come lui, armato di bastone appuntito per catturare impossibili prede nell'acqua putrida di una palude o costruendosi un giaciglio su un terreno giustamente cosparso di formicai che durante la notte pasteggiano con le sue caviglie o con la ciccia  (quella poca rimasta) del fondoschiena.
Ogni santa volta che il telecomando incappa su una di quelle puntate, mio marito si paralizza ed ipnotizzato dalle immagini, non riesce proprio a passare oltre.
E' curioso di scoprire se i novelli Robinson Crusoe, verranno finalmente sbranati da pirana o finiranno risucchiati dalle sabbie mobili. Il che non mi dispiacerebbe almeno forse, la produzione deciderebbe di interrompere la trasmissione.
"Non riesco ad andare avanti, questa esperienza è più difficile di quanto credessi"!
Ma chi ti ha costretto, dico io, chi ti c'ha mandato?
Sul patimento dei poveri concorrenti ormai scarnificati dalla malnutrizione, non riesco a non farmi delle crasse risate.
Ma basterebbe molto meno per mettersi alla prova in questo mondo assurdo.
Qualche mese in cassa integrazione e vedi come lo spirito tira fuori le unghie.
E poi, se proprio vuoi recuperare un forma da silfide, basta seguire questa nuova dieta molto efficace: non mangi niente e quando stai per svenire butti giù un cubetto di formaggio.
Poi se ti arriva una colite, eccoti il peso ideale (cit)
Non c'è cifra che mi convincerebbe ad affrontare una sfida come quella di Nudi e Crudi, per molte ragioni, la prima della quale è il non desiderare condividere l'intimità dei miei genitali con parassiti tipo la Tunga Penetrans o similari.
Inoltre ho serie difficoltà ad entrare nell'acqua del mare quando non si vede bene il fondale....ma siamo pazzi? Ribadisco: perché?
Brrrr...rimuovo questi pensieri disgustosi e mi concentro su qualcosa che mi riappacifica con il mondo: queste caramelle di pasta ripiene di asparagi.
Un piatto semplice semplice, ma che grida la parola felicità!

Ingredienti per 4 persone 

Ingredienti per 4 persone
Per la sfoglia
400 g di farina 0
4 uova grandi
1 pizzico di sale

Per il ripieno 
500 g di asparagi puliti e tagliati a rondelle lasciando le punte integre
400 g di ricotta di pecora
1 uovo grande
una piccola cipolla rossa 
1 ciuffo  generoso di prezzemolo tritato finemente.
80 g di parmigiano grattugiato 
sale - pepe nero macinato fresco qb
olio extravergine qb

Per la finitura
200 g di burro di ottima qualità
qualche rametto di timo 
  • Versa la farina su una spianatoia e fai la fontana. Al centro rompi le uova e metti un pizzico di sale. Con la forchetta sbattile leggermente e comincia ad incorporare piano piano la farina. Cominciare a lavorare con le mani, aiutandoti a raccogliere la farina con un tarocco, quindi lavora l'impasto non meno di 15 minuti, fino ad ottenere una palla liscia e setosa  non troppo morbida, che farai riposare avvolta dalla pellicola per almeno 30 minuti. 
  • In una larga padella fai insaporire 3 cucchiai d’olio con la cipolla tritata finemente, quindi versa gli asparagi e fai cuocere una decina di minuti, aggiungendo dell’acqua se necessario, fino a che non saranno morbidi ma ancora al dente. Aggiusta di sale. 
  • Togli la metà degli asparagi e tienili da parte mentre metti il resto in un blender. Frulla gli asparagi per ottenere una crema granulosa. 
  •  Prepara il ripieno. In una larga ciotola versa la ricotta che avrai fatto scolare del siero, la crema di asparagi, il parmigiano,  il prezzemolo, l'uovo, un filo d’olio e mescola tutto molto bene per ottenere un composto omogeneo. Aggiusta di sale e pepe. 
  •  Stendi la pasta ad uno spessore di c.ca 1,5 mm (se usi la macchinetta, spessore 7).  Non deve essere troppo sottile ma sostenere bene il ripieno senza risultare grossolana. Versa il ripieno in un sac a poche e taglia la punta in modo da avere una apertura di c.ca 2 cm di diametro. Ritaglia dei quadrati di c.ca 5 cm di lato e metti al centro una noce di composto. 
  • Richiudi la pasta sul ripieno in modo da formare un rettangolo (foto 3) e ritaglia la pasta con una rotella. Successivamente per formare la caramella, potrai stringere i lembi laterali in modo da ottenere le pieghe di una caramella (foto 4), oppure arrotolare su se stessi i lembi come si fa quando si incarta una caramella, usando la massima delicatezza. Una volta pronte le caramelle, falle riposare su un canovaccio cosparso di farina di riso o semola. 
  • Fai bollire abbondante acqua salata in una casseruola e cuoci le caramelle per c.ca 5/6 minuti, ovvero fino a che non saliranno a galla e l'acqua non avrà ripreso a bollire. 
  • Mentre le caramelle cuociono, sciogli il burro in una larga padella, aggiungi gli asparagi rimasti e fai insaporire. Scola la pasta e mettila con delicatezza nella padella. Cerca di farla insaporire ruotandola in modo che la pasta sia avvolta dal burro e dagli asparagi. Impiatta e servi con del parmigiano grattugiato a piacere.