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lunedì 5 dicembre 2022

Churros al timo: gioie e dolori del Natale

Dicembre è già cominciato da qualche giorno ed io ho già ben chiaro che questo mese sarà complicato. 
Ieri sono riuscita a fare l'albero, completamente da sola. 
Non è stato esaltante come in altri momenti. Figlia e marito in giro per il mondo non aiutano l'umore ad essere festivo. 
Comunque ho agito. 
Ho portato tutta l'attrezzatura su dalla cantina al terzo piano dell'edificio senza ascensore in cui vivo, montato l'albero e sistemato tre metri di lucine tutte intorno sperando che le mie braccia potessero allungarsi come ad Elastic girl, senza successo. 
E dopo un paio d'ore, quando ho messo l'ultimo addobbo, ho sentito uno strano suono - "crik" - e l'albero con i suo 2 metri di altezza carico di gingilli, si è accasciato tra le mie braccia in un drammatico casqué. 
Da quel momento, il mio salotto si è trasformato nel set di una comica in bianco e nero, con la protagonista impanicata che cercava di tenere in equilibrio l'albero, pesantissimo, calcolando i tempi necessari per raggiungere la cucina dove trovare spago, forbici e tutto il necessario per aggiustare la situazione. 
I primi dieci minuti sono trascorsi facendo inutili esercizi di smaterializzazione. 
I successivi cinque, smadonnando come un turco ubriaco con raptus omicida, seguiti dalla rassegnazione che mi consigliava di sdraiare l'albero a mo' di cadavere nel centro del tappeto e abbandonarlo al suo destino. 
Poi mi sono calmata. 
Ho respirato e abbracciata all'albero come una cozza, sono riuscita piano piano ad abbassarmi ed a cercare di capire il problema sul piede. L'ho rimesso in equilibrio, sapendo che non sarebbe durato a lungo, e sono corsa a prendere tutto il materiale per fissarlo al muro. 
Adesso il mio albero è in piedi, collegato ad un gancio sulla finestra grazie da uno spago. 
Una roba orrenda a vedersi, ma sono riuscita a salvare tutte le mie  fragilissime decorazioni collezionate negli anni. 
Se il mio Natale comincia così, annamo bene. 
I churros sono una di quelle ricette da nulla, fatte con i pochi ingredienti che tutti abbiamo in casa: uova, zucchero, burro e farina.  
Con forma diversa, li associo a piatti come crepes, pancakes, Kaiserschmarrn e via andare, con la unica variante che i churros vanno fritti. Per il resto, l'effetto consolatorio è lo stesso. 
In più questo è un ottimo periodo per prepararli, perché tradizione vuole che vengano fatti quando fuori è freddo e consumati inzuppati in una tazza di cioccolata bollente. 
Questa ricetta che arriva dal libro di Benjamina Ebuhei "A good day to bake", uno degli Starbooks degli ultimi mesi e nonostante abbia provato altre ricette di churros in passato, questa è quella che maggiormente mi ha convinto per la perfetta consistenza e densità dell'impasto. 
Spesso questo risulta troppo duro per essere spremuto da un sac a poche mentre qui, la fatica non esiste e la forma si mantiene meravigliosamente. 
In più il sapore è splendido, con la nota agrumata ed il timo sul finale, che regala una bellissima freschezza erbacea. Io ho voluto usare del timo limone per dare una spinta maggiore sui toni agrumati. 

Ingredienti per 6 persone 
200 ml di acqua
75 g di burro salato 
la scorza grattugiata di un limone non trattato 
2 cucchiaio di zucchero semolato 
160 g di farina 00
3 uova 
1 litro di olio per frittura 

Per lo zucchero al timo 
150 g di zucchero semolato 
2 cucchiai di foglioline di timo fresco 
  • Per prima cosa preparate lo zucchero al timo. Pestate lo zucchero con il timo in un mortaio fino a che non sarà fragrante, umido e sabbioso. Versatelo in una fondina e tenete da parte. Se non avete un mortaio potrete strofinare timo e zucchero con la punta delle dita fino a che il tutto non sembrerà sabbia bagnata. 
  • Procedete con i churros: scaldate l'acqua con il burro, la scorza di limone e 2 cucchiai di zucchero in una casseruola e portate a bollore. Buttate la farina tutta insieme mentre mescolerete con continuità. All'inizio vi sembrerà granuloso ma continuate a mescolare fino ad ottenere una densa e morbida palla di impasto. Abbassate la temperatura e continuate la cottura per 1 minuto continuando a mescolare. 
  • Rimuovete l'impasto dal calore in una ciotola pulita a raffreddare per cinque minuti (può essere anche quella della planetaria). Rompete le uova in una caraffa e sbattatetele con una forchetta. 
  • Accendete l'impastatrice con il gancio a foglia e cominciate ad impastare versando piccole quantità di uova alla volta, mescolando bene dopo ogni aggiunta. Vi sembrerà che l'impasto non stia insieme all'inizio e si sfaldi, ma piano piano, incorporando l'uovo, diventerà omogeneo. 
  • Potreste non aver bisogno di usare tutto l'uovo: la consistenza deve essere quella di una crema molto densa che sia in grado di essere versata attraverso un sac a poche senza perdere la forma. Fate la prova con un cucchiaio: dovrà scivolare giù dopo qualche secondo 
  • Scaldate l'olio in una padella di ferro per frittura a bordi alti fino ad una temperatura di 170° (usate il termometro). Se non avete un termometro, fate la prova con poca pasta: dovrà risalire a galla abbastanza velocemente e impiegare dai 30 secondi a 1 minuto per scurire. Se scurisce velocemente ma dentro è ancora cruda, abbassate la temperatura. 
  • Mettete l'impasto in una sac a poche con bocchetta a stella da 1 cm. Quando l'olio è a temperatura,  create i churros direttamente sulla padella e tagliateli con una forbice ad una lunghezza di 8/10 cm. Ripetete fino a che non avrete 3 o 4 churros nella padella. Fateli friggere 1 o 2 minuti su ogni lato, fino a che non saranno belli gonfi e dorati. Toglieteli con delle pinze e sistemateli su carta assorbente. 
  • Passateli nello zucchero al timo e serviteli accompagnandoli con dell'ottima cioccolata calda.


martedì 29 novembre 2022

Sablé al cioccolato e fior di sale

Quasi un mese fa, i primi di Novembre, mio marito mi ha fatto una sorpresa, regalandomi un weekend inaspettato nella nostra città del cuore: Parigi. 
Erano anni che non tornavamo. 
Per un lungo periodo dal nostro matrimonio, ogni anno avevamo l'abitudine di trascorrere lì un weekend fino a che mia figlia, ormai ragazzina, ci ha fatto capire che la sua città era un'altra, Londra, e noi ci siamo adattati. 
Tornare a Parigi è stato capire che in realtà non ce n'eravamo mai andati via e quell'innamoramento devoto era tutt'altro che scemato. 
In effetti tornare a casa è stato complicato e nei giorni successivi abbiamo vissuto in una sorta di bolla romantica e malinconica che ha ancora degli strascichi tutt'oggi. 
La realtà è che questo weekend è stato il nostro primo viaggio all'estero dal 2019 e ci è sembrato davvero un momento speciale, perfetto. 
Proprio come questi biscotti che oggi vi regalo. 
La ricetta arriva da un numero raccolta di Saveurs, rivista di cucina francese tra le più belle in circolazione. Ho fatto incetta in edicola, per avere qualcosa su cui sognare al mio ritorno, e questi sablé mi hanno fatto immediatamente l'occhiolino. 
Come si fa a resistere a delle frolle costellate da pepite di cioccolato super fondente? Io non l'ho fatto e vi garantisco che sarà lo stesso per voi.

Una raccomandazione: utilizzate dell'ottimo burro e cioccolata al 70%: faranno la differenza. 

Ingredienti per c.ca 40 pezzi

170 g di farina 00
160 g di zucchero
150 g di cioccolato fondente al 70%
75 g di burro morbido non salato
75 g di burro morbido salato 
35 g di cacao amaro in polvere 
5 g di fior di sale (io ho usato quello di Camargue)
5 g di bicarbonato di sodio
  • Tritate grossolanamente il cioccolato cercando di non fare pezzi troppo piccoli. In una ciotola mescolate la farina con il cacao ed il bicarbonato e setacciate bene il tutto
  • In un altro recipiente, lavorate il burro morbido con lo zucchero ed il fior di sale per ottenere un impasto plastico ed omogeneo. Aggiungete gli ingredienti secchi ed il cioccolato tritato grossolanamente ed amalgamate il tutto.
  • Formate due rotolo di c.ca 4 cm di diametro. Avvolgeteli nella pellicola alimentare quindi passateli in frigo per almeno 1 ora (o anche tutta la notte). 
  • Preriscaldate il forno a 170°. Affettate i rotoli con una lama affilata ottenendo dei dischi di 1 cm di spessore ciascuno e disponeteli su due placche coperte di carta da forno, distanziandoli almeno un paio di cm l'uno dall'altro.
  • Infornate per 12 minuti: i biscotti si allargheranno e creperanno leggermente. Non cuoceteli troppo. 
  • Fateli raffreddare sulla placca quindi passateli su una griglia e conservateli in una scatola di metallo o di vetro ermetico. 
  • Assaggiateli appena freddi, quando ancora il cioccolato non avrà ripreso la sua consistenza croccante: sono la fine del mondo.



lunedì 30 maggio 2022

Sbriciolata con crema cotta, amarene e crumble di nocciole caramellate

Never say never again - Theme Song  
Questa ricetta ha aspettato forse 3 anni prima di uscire.
Tanto che alla fine me ne sono quasi dimenticata.
Il problema non è tanto la qualità della riuscita, che vi garantisco è davvero deliziosa, quanto le foto che non mi sono mai piaciute, non so perché. 
Il problema delle foto è sempre annoso.  
Ho un archivio sovraccarico di piatti buonissimi ma la cui presentazione mi crea difficoltà. 
Decido sempre che le rifarò perché vale la pena che le conosciate, poi mi rendo conto che dovrei avere due vite per poter fare tutto.
Così stavolta ho deciso che questa torta merita di essere ricordata, alla faccia di come appare.
E' tempo di amarene, è tempo di creme deliziose e di torte senza pretese. 
Questa per altro, si può fare in qualsiasi periodo dell'anno perché le amarene sotto spirito o sciroppate, si trovano sempre. 
Quindi se fa troppo caldo per accendere il forno, salvatevela e fatela quando vorrete. 
Ho preparato questa torta in uno stampo quadrato perché mi piaceva l'idea di servirla tagliata a quadrotti ma potrete farla comunque in uno stampo da 22 cm rotondo con fondo amovibile e sarà comunque deliziosa. 
E' nata dalla mia passione per la crema pasticciera abbinata alle amarene, con il tocco micidiale delle nocciole caramellate che sentirete scrocchiare sotto i denti al primo morso. 
Stavolta non devo ringraziare nessuno, a parte Montersino per la crema cotta che arriva dal suo Peccati di Gola. 
Il resto è tutto opera della mia golosità.

Ingredienti per uno stampo quadrato da 20 cm di lato a bordi alti 

Per la crema cotta di Montersino
320 g di latte intero fresco 
160 g di panna fresca 
240 g di zucchero (io 180g)
145 g di tuorlo 
30 g di fecola di patate 

Per la base 
300 g di farina 00
150 g di burro 
80 g di zucchero 
1 uovo medio 
la scorza grattugiata di un limone 

Per le nocciole caramellate 
100 g di nocciole tostate 
100 g di zucchero 
1 cucchiaio di acqua 

Per la rifinitura 
100 g di amarene sotto spirito e qualche cucchiaino del loro sciroppo. 
  • Portare a bollore il latte con la panna in una casseruola a fondo spesso. Nel frattempo montate i tuorli con lo zucchero e la fecola. Quando il latte comincia a fremere, unite il composto montato e frustate energicamente per amalgamare e portate a cottura. Ci vorranno circa un paio di minuti e la crema avrà una consistenza piuttosto densa. 
  • Versate la crema in un contenitore di vetro e lasciate raffreddare con pellicola a contatto, quindi preparate la base. 
  • Per prima cosa dovrete preparare le nocciole caramellate: lavate stessa casseruola in cui avete preparato la crema, asciugatela bene e versatevi lo zucchero con un cucchiaino di acqua. Preparate il caramello cuocendo a fiamma media senza mai toccare. Quando lo zucchero comincerà a sciogliersi e prendere un colore ambrato scuro,  aggiungete le nocciole tostate e mescolate bene fino a che non saranno completamente avvolte dal caramello. 
  • Versate il composto su una teglia coperta da carta da forno leggermente spennellata di olio di semi e stendete il croccante con una spatola schiacciando per livellarlo. Non importa se non sarà perfettamente livellato. Lasciate  raffreddare ed indurire.
  • Una volta pronto prendete il mixer con lama, rompete il caramello a pezzetti e metteteli nella ciotola. Frullate con il pulse per ottenere una granella non troppo sottile. Tenete da parte .
  • In una larga ciotola versate la farina con lo zucchero, il burro, lo zucchero, la scorza di limone e metà della granella di nocciole. Mescolate bene con un cucchiaio di legno. Pizzicate il burro con gli ingredienti secchi cercando di formare delle briciole grossolane quindi aggiungete l'uovo sbattuto e con una forchetta mescolate senza schiacciare, cercando di incorporare l'uovo ma mantenendo il composto bricioloso. Aiutatevi con la punta delle dita se necessario, sollevando il composto per ottenere grumi di diverse dimensioni. 
  • Foderate lo stampo con carta da forno. Mettete sul fondo metà del composto di briciole che schiaccierete delicatamente con le mani in modo da uniformare la base. 
  • Versatevi la crema cotta, in uno strato di c.ca 2 cm. Se vi avanzerà, mangiatevela a cucchiaiate. Adesso scolate metà delle amarene dal proprio sciroppo e disponetele sulla crema. Irrorate la superficie con qualche cucchiaino di sciroppo di amarene. 
  • Coprite la crema con il restante crumble, a cui aggiungerete le restanti nocciole e rifinite con le amarene rimaste, come più vi piace. 
  • Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 35/45 minuti, fino a che la frolla non avrà un colore dorato e uniforme. 
  • Fate raffreddare una ventina di minuti prima di toglierla dallo stampo quindi fatela raffreddare completamente su una gratella. Servite a temperatura ambiente tagliata in quadrotti. 
  • Si conserva per 2/3 giorni al fresco. Se la tenete in frigo, servitela quando avrà ripreso la giusta temperatura. 



lunedì 28 febbraio 2022

Graffe Napoletane

Questa è una delle ricette che da giorni attende di essere postata. ⁠
Domani è martedì grasso poi entreremo ufficialmente in quaresima. ⁠
Direi che l'animo è in quaresima da tempo e con quello che sta accadendo negli ultimi giorni, del Carnevale, porello, non importa proprio a nessuno. ⁠
Un effetto immediato la questione Ucraina lo ha avuto: si è smesso di parlare di Covid. ⁠
La cosa potrebbe far sorridere se la notizia in prima pagina non fosse una delle più terribili dalle Torri Gemelle. ⁠
Spesso mi è capitato di pensare quanto l'essere nata a cavallo di due secoli, di cui uno che segna la fine di un millennio e l'altro l'inizio di una nuova era, fosse un dono speciale, un osservatorio di cambiamenti epocali, di mutamenti che rendessero la mia generazione un testimone speciale della storia. Pensavo. ⁠
Ma quando da piccola immaginavo il 2000 come la porta di ingresso al "futuro", tutto quello che riuscivo a visualizzare nella mia candida mente, era una civiltà evoluta, tecnologica ed intelligente. Guerre non contemplate. ⁠
Fantasie di bambina, purtroppo. ⁠
Questa è una ricetta d'autore. 
Arriva direttamente dalle cucine dello chef Peppe Guida ma chi me l'ha consegnata è stata lei, la mia cara amica Pasqualina , dispensatrice di molte ricette che sono in questo blog, tra cui una delle Pastiere più buon che io abbia mai mangiato (e preparato). 
Se cerco l'autenticità della tradizione campana, mi rivolgo a lei e so di non sbagliare. 
Per di più è una delle cuoche più brave che io conosca e questo la dice lunga dell'origine della mia affezione per lei. 
Avevo voglia da tempo di provare questa preparazione.  
Con la scusa del carnevale ed il desiderio di impellente di fritto, eccoci alla ragione di queste Graffe. 
Siete ancora in tempo a prepararle per domani. 
E a farle di nascosto in altri momenti. 

Ingredienti per 4 persone
300 g di patate 
500 g di farina W260
110 g di zucchero 
130 g di burro morbido
5 g di lievito disidratato 
25 g di latte 
2 uova grandi 
la scorza grattugiata di un limone

10 g di sale 

Zucchero semolato per rifinire 
Olio di semi di arachidi (o extravergine) per friggere (frittura in olio profondo)
  • Lessate le patate con la buccia. Una volta pronte, sbucciatele e schiacciatele calde.
  • Nella ciotola dell'impastatrice, versate la farina e fate la fontana. Al centro mettete le patate schiacciate con lo schiacciapatate, le uova, lo zucchero e la scorza grattugiata e cominciate ad impastare fino a che l'insieme non comincerà a stare insieme.  Aggiungete il sale e mescolate ancora. 
  • Aggiungete adesso il latte tiepido in cui avrete sciolto il lievito e continuate ad impastare fino a che la ciotola non risulterà pulita sulle pareti. Cominciate ad aggiungere il burro morbido a pezzetti senza aggiungere il pezzo successivo se il precedente non è stato ben incorporato. Al termine dovrete avere un impasto liscio,  elastico e lucido e tirandolo, dovrete riuscire ad ottenere il velo. 
  • Mettete l'impasto in una ciotola oleata e coprite con pellicola, facendolo lievitare fino al raddoppio in un luogo tiepido.  Ci vorranno c.ca 2h30 - 3h 
  • Quando l'impasto sarà pronto, sgonfiatelo e stendetelo su una spianatoia ad uno spessore di 2 cm c.ca e coppatela con un cerchio d'acciaio di 8 cm, bucandolo al centro con un altro cerchio di un paio di cm. 
  • Sistemate le ciambelle su teglie foderate con carta da forno. Copritele con pellicola e fate lievitare sino al raddoppio per un'altra ora. 
  • Scaldate l'olio in una padella di ferro a bordi alti. La temperatura deve essere di 170° in modo che le ciambelle si cuociano senza scurirsi troppo in fretta. Giratele quando saranno dorate su un lato, scolatele una volta pronte e fatele asciugare su carta assorbente. Passatele nello zucchero ancora calde. 
  • Fate in modo di friggere poche ciambelle alla volta, 3, massimo 4. Consumatele tiepide o a temperatura ambiente. Sono perfette il giorno di preparazione ma molto buone anche il giorno successivo. 



giovedì 27 gennaio 2022

Pains aux raisins: le spirali ipnotiche della sfogliatura

La ricetta di oggi è uno dei dolci del mio cuore, una brioche sfogliata che mi ricorda tante cose, la prima delle quali i miei viaggi in Francia, dove l'arte della "boulangerie" non finirà mai di incantarmi.
I pani all'uvetta, questa è la traduzione letterale di queste brioche, appartengono alla famiglia delle brioche sfogliate come i pain au chocolat o i croissant, ma vengono spesso messe in ombra da i suoi cugini più famosi. 
Io però adoro queste spirali morbide e croccanti tra le cui volute si scopre una vena cremosa vivacizzata dalla dolcezza dell'uva sultanina mirabilmente aromatizzata. 
Se mi capita di trovarle sul banco del bar, è certo che finisca con l'ordinarle,  tranne poi restarne quasi sempre delusa. 
E' moltissimo tempo che desideravo provare a farle cercando la ricetta il più possibile vicina a quelli che sono i sapori tatuati nella mia memoria ed in questo mi è venuta in aiuto una bravissima panificatrice, la cara Valentina Venuti del blog "Non di solo pane"
Se non la conoscete, vi invito a visitare il suo blog, di grande ispirazione per gli appassionati di lieviti e dell'arte bianca.  Sono certa che troverete cose splendide su cui cimentarvi. 
A partire dalla sua strepitosa focaccia Ligure. 
Lo so, non è una preparazione veloce. 
I lievitati chiedono di scalare le marce e rallentare. In particolare i lievitati sfogliati, che hanno maggiori tempi di lavorazione e di riposo di un più semplice pane o brioche. 
Ma avvicinarsi a preparazioni "sfogliate" con pazienza e curiosità senza dire "io non ce la farò mai" e lasciare spazio alla possibilità, è in grado di regalare straordinarie sorprese. 
E diventare una pratica molto divertente e di soddisfazione che vorrete fare e rifare. 

Ingredienti per cca 12/14 pezzi 
Per il pastello
250 g di farina W300 (potrete tagliare il totale con 190 g di farina W320 e 60 g di farina W260) 
50 g di zucchero 
25 g di burro morbido
10 g di lievito di birra 
1 uovo intero 
90 g di latte 
5 g di sale 

Per la sfogliatura
125 g di burro (possibilmente danese o tedesco per la plasticità)

Per la crema pasticciera
250 g di latte 
2 tuorli
50 g di zucchero
20 g di amido di riso o maizena
Scorza di limone o vaniglia per aromatizzare 

Per la finitura
100 g di uvetta 
2 cucchiai di rum o Grand Marnier
1 albume
1 cucchiaio di latte 
zucchero in granella e gelatina di albicocche a piacere

La sera prima procedete alla preparazione della crema e del pastello. 
  • Per il pastello metti la farina nella ciotola della planetaria e fai la fontana. Al suo incavo versa il lievito sbriciolato ed il latte appena tiepido (c.ca 30°) quindi mescola con una forchetta fino ad ottenere una pastella densa su cui spingerai la farina intorno ai bordi per coprirla. Lascia riposare fino a che non noterai sulla superficie che si saranno formate delle crepe. Il lievito sarà attivo. 
  • Aggiungi a questo punto lo zucchero, l'uovo, il burro morbido e comincia ad impastare con il gancio. Dopo qualche istante versa anche il sale e continua ad impastare fino a che il tutto non sarà liscio, omogeneo e ben incordato. 
  • Trasferisci l'impasto in una ciotola, copri con pellicola e lascia maturare in frigo per tutta la notte. 
  • Per la crema, fai scaldare il latte con gli aromi. Lascia in infusione mentre in un'altra ciotola sbatti le uova con la miscela di zucchero ed amido.  Rompi la crema con poco latte caldo quindi versa il tutto nella casseruola del latte e porta a cottura a fiamma dolcissima. La crema sarà molto densa. Versala in una ciotola, coprila con pellicola a contatto e fai raffreddare per poi lasciare in frigo fino ad utilizzo.
Il secondo giorno 
  • Metti a mollo l'uvetta in acqua tiepida con il liquore e lasciala ammorbidire per c.ca un'ora quindi scolala con cura ed asciugala. Lasciala all'aria fino al momento di utilizzarla. 
  • Prendi il burro ben freddo e stendilo tra due fogli di carta da forno cercando di stenderlo ad uno spessore di 5 mm in un rettangolo di c.ca 12x9 cm. Una volta pronto rimettilo in frigo fino al tempo di riutilizzarlo.
  • Adesso stendi il pastello in un rettangolo alto 9 cm e largo 24 cm. Metti il lato lungo dell'impasto di fronte a te. Prendi il burro che non dovrà essere freddissimo (16°) e mettilo al centro dell'impasto in modo che l'altezza del burro corrisponda esattamente a quella della pasta e tu possa richiudere il pastello sul burro arrivando con i due lati corti proprio sulla verticale centrale del burro e coprendolo completamente. Salda la chiusura dell'impasto sul burro aiutandoti con il matterello e procedi con una serie di 3 pieghe da 3. 
  • Prima piega: Stendi l'impasto con il lato corto di fronte a te in modo da ottenere uno spessore di 1 cm.  Ruota l'impasto di 90°. Piega il lato destro dell'impasto fino al centro del rettangolo e ripiega il lato sinistro completamente sull'impasto ottenendo una sorta di portafoglio rettangolare. 
  • Stendi l'impasto con il matterello seguendo verticalmente il senso delle pieghe quindi ruota l'impasto di 90° e effettua nuovamente una piega a 3 come spiegato sopra. Copri con pellicola e metti in frigo per 30 minuti.
  • Fai l'ultima piega a 3, stendendo l'impasto come fatto in precedenza e metti in frigo per 1 ora. 
  • Ultima stesura: stendi una sfoglia rettangolare di c.ca 28/30 cm di lunghezza e 15/18 cm di altezza ed uno spesso di cc.a 8 mm. Spalmalo di uno strato sottile di crema e cospargi l'uvetta, quindi arrotola la sfoglia dal lato lungo in modo da ottenere un rotolo che avvolgerai nella pellicola e lascerai riposare in frigo almeno 30 minuiti per facilitare il taglio. 
  • Taglia delle fette alte 2 cm con una lama molto affilata e sistemale su un paio di teglie foderate di carta da forno ben distanziate l'una dall'altra. Mettile a lievitare in luogo tiepido per almeno 90/120 minuti, fino al raddoppio.
  • Accendi il forno a 180°. Spennella le girelle con un albume sbattuto con 2 cucchiaio di latte e cospargi con poco zucchero a granella. 
  • Cuoci in forno per 15/20 minuti, ruotando la teglia a metà cottura in modo che siano ben dorate. Se ti piace, spennellale con gelatina di albicocche appena tolte dal forno. 
Si possono congelare appena raffreddate e scaldarle in forno all'utilizzo, 180° per 4/5 minuti, e saranno come appena fatte. 







lunedì 13 dicembre 2021

Cantucci con fichi e datteri e le sue mille varianti

Christmas - Darlene Love  
Ci sono ricette a cui non si può rinunciare perché sono talmente perfette che funzionano sempre. 
Una di quelle sono i Cantucci della mia amica Aurelia che preparo nella versione originale ma che di tanto in tanto vario in termini di "farcitura" per accontentare amici e parenti in fase di regalini. 
Questi posso considerare questi biscotti un evergreen proprio grazie a lei che me li ha insegnati. 
Per l'occasione vi ho scritto una lista di varianti se vorrete stupire con effetti speciali ma rispettando la base dell'impasto,  che è meravigliosa, potrete inventare la vostra versione sperimentando come più vi piace. 
Questa mia con fichi e datteri è orami un must durante il periodo di Natale. 
Il cantuccio della tradizione è un biscotto che chiama la mandorla. 
Per i talebani di questo dolce, esiste solo una versione ed è quella con sole mandorle. 
Ne qual caso, nella ricetta qui sotto, basterà togliere fichi e datteri e utilizzare soltanto 400 g di mandorle tostate con pelle. 
Però siccome a me piace variare e dopo un po' mi stufo di fare sempre la solita ricetta, quelle che ho già provato e che non compaiono su questo blog, sono versioni creative che potrete provare anche voi e di cui vi lascio qui di seguito alcune idee, indicando la quantità degli ingredienti alternativi e tenendo in rigoroso rispetto la base da cui questi ingredienti sono avvolti. 
Una raccomandazione che faccio è di inserire sempre un elemento croccante dato da mandorle o noci o pistacchi o nocciole e altro che la vostra fantasia possa partorire. 

Ecco le varianti: 
  • Cantucci "Mille e una notte": Base + aromi invariati + 1 cucchiaino di acqua di rose + 250 g di Cranberries ammollati e strizzati + 150 g di pistacchi, metà in granella e metà interi.
  • Cantucci "Strudel": Base + aromi invariati + 2 cucchiaini di cannella in polvere + 150 g di uvetta ammollata + 150 g di noci tostate e sminuzzate + 100 g di mela disidratata tagliata a fettine. 
  • Cantucci Gianduia: Base + 1 cucchiaio di pasta di nocciole + 200 g di nocciole tostate + 200 g di cioccolato al gianduia sminuzzato grossolanamente. 
  • Cantucci "Sacher": modifica la base con 600 g di farina + 100 di cacao amaro. Aromi invariati + 200 g di albicocche disidratate + 200 g di cioccolato fondente sminuzzato grossolanamente. Niente frutta secca 
  • Cantucci "Provence": Base + scorza di 1 limone grattugiata + mezzo cucchiaino di lavanda polverizzata + 1 cucchiaino di estratto di vaniglia + 200 g di albicocche disidratate tagliate a fettine + 100 g di mandorle tostate + 100 g di pinoli 
  • Cantucci "Mon Cheri":  Modifica la base con 600 g di farina + 100 di cacao amaro. 150 g di amarene sciroppate ben scolate + 150 g di cioccolato fondente sminuzzato grossolanamente + 150 g di nocciole tostate 
Il resto lo lascio a voi e alla vostra fantasia. 

Ingredienti per c.ca 70/80 pezzi (dipende dalla grandezza in cui li taglierete)

700 g di farina 00
400 g di zucchero semolato + per spolverare 
200 g di mandorle con la pelle tostate 
80 g di fichi secchi tagliati a fettine 
80 g di datteri denocciolati e tagliati a tocchetti 
6 uova medie + 1 tuorlo 
120 g di burro ammorbidito 
la scorza grattugiata di una arancia non trattata (anche due se vi piace)
1 cucchiaino di estratto di vaniglia 
1 cucchiaino di lievito per dolci 
1 pizzico di sale 
  1. Ammollate i fichi secchi se sono molto duri in acqua calda per 45 min/1 ora quindi scolateli, asciugateli bene e tagliateli a fettine. Sminuzzate i datteri 
  2. Setacciate la farina con il lievito ed il sale direttamente su una spianatoia. Aggiungete lo zucchero e miscelate con le mani quindi fate la fontana. 
  3. Al centro della fontana rompete le uova, aggiungete la scorza di arancia e la vaniglia. Per ultimo il burro ammorbidito.
  4. sul bordo della fontana mettete tutta la frutta secca distribuendola in maniera uniforme quindi, utilizzando un tarocco grande, cominciate a impastare gli ingredienti muovendo i bordi della fontana verso il centro con un movimento dall'alto verso il basso. 
  5. Quando gli ingredienti cominceranno a stare insieme, cominciate ad impastare con le mani velocemente, in modo da formare una palla ma non tanto da scaldare il burro. 
  6. A questo punto dividete il composto in 5 o 6 parti e cominciate a formare dei rotolini aiutandovi con poca farina sparsa sulla spianatoia (l'impasto sarà leggermente appiccicoso). I rotolini dovranno avere un diametro di c.ca 2 cm e cresceranno in cottura. 
  7. Via via che li fate, sistemateli su teglie coperte con carta da forno, distanti 3 cm l'una dall'altra. 
  8. Cuocete in forno preriscaldato a 180° per c.ca 20 minuti.
  9. Togliete dal forno e appoggiate i rotoli sulla spianatoia. Con un coltello a lama molto affilata, tagliate il biscottone in tanti pezzetti con un taglio netto obliquo, in modo da formare tante losanghe larghe c.ca 2 cm. Rimettete i vostri cantucci sulla placca e ripassate in forno per 10/15 minuti fino a che non saranno ben dorati e asciutti. Attenzione: la seconda cottura potrebbe avere necessità di maggiore tempo in quanto dipende dalla grandezza con cui avrete tagliato i vostri biscotti. Controllate e ricordate che raffreddandosi diventano più croccanti. 
  10. Lasciateli raffreddare e conservateli in scatole di latta o ermetiche. Durano tantissimo. 









sabato 11 dicembre 2021

La Pizza Rentorta: una ricetta di famiglia

Certe ricette sono così importanti nella memoria di ognuno di noi, che ritornano come pietre miliari nei racconti di famiglia, quasi fossero entità dotate di vita propria. 
Sono citate e raccontate come si fa per quello zio un po' strano e misterioso o per quella nonna che aveva poteri paranormali perché riusciva a capire in anticipo tutto quello che avresti fatto da lì ai successivi dieci minuti. 
Ricette che vorremmo riassaggiare fatte dalle mani dei suoi autori, piatti mitici e lontani che spingono la tenerezza ed il rimpianto ai massimi livelli. 
Per quanto mi riguarda, la Pizza Rentorta, o così la chiamano i miei parenti (io non credo di avere mai sentito mia nonna pronunciare questo nome), è uno di quei piatti. 
Non crediate che non abbia fatto ricerche in rete, chiesto ad amici, conoscenti, paesani di mia nonna. Questi piccoli strudel di pasta croccante li faceva solo lei. 
Vai a sapere da dove arrivasse, visto che nella sua terra di origine, la Sabina, esiste una versione salata molto conosciuta ma non questa, che vuole essere un dolce di festa e servito a Natale insieme ai molti altri da lei prodotti. 
Il tutto è stato ricostruito a memoria, cercando di ricordare i sapori, le sfumature. 
Come sarà successo anche a voi, non è mai la stessa cosa. Mai. 
Allora dentro di me pensavo che forse dovrei tenere stretto il ricordo e cercare di dare a questi "biscotti" il mio, di sapore. 
Quello che le mie mani riescono a ritrovare e creare una nuova tradizione che tenga in vita questo ricordo. 
La ricetta di oggi la riporto a nuova vita, perché su questo blog è già presente, anzi, vi dico che è proprio una delle prime che ho pubblicato, sull'onda della nostalgia e del diario familiare. 
Per onorare questo "dolce" che amo spassionatamente, ho pensato di rifare delle foto che rendano giustizia e che incuriosiscano qualcuno di voi.
Chissà che non trovi qualcuno che mi racconti che conosce questa versione di Pizza Rentorta. 

Per la sfoglia:
350 g di farina 00
3 uova grandi 
1 cucchiaio di olio extravergine 
1 pizzico di sale 

Per il ripieno
100 g di noci sgusciate 
100 g di mandorle non pelate e tostate 
100 g di nocciole tostate
25 g di pinoli 
100 g di uvetta ammollata
100 g di fichi secchi a fettine sottili 
1 cucchiaio di pepe nero macinato 
1 grattata di noce moscata 
1 pizzico di sale 
olio extravergine qb 
  • Preparate la sfoglia come fate abitualmente per la pasta fresca. Impastate a lungo per ottenere una palla liscia e vellutata quindi fate riposare mezz'ora coperta. 
  • Preparate il ripieno. Tritate non troppo finemente noci, mandorle e nocciole e mettete il tutto in una larga ciotola
  • Ammollate l'uvetta in acqua tiepida per una 20na di minuti. Affettate i fichi. 
  • Aggiungete il pepe, la noce moscata ed il sale alla granella di noci e mescolate bene. 
  • Tagliate la pasta in due parti uguali e formate due palline. Stendete la prima con il il matterello su una spianatoia leggermente infarinata, in modo da ottenere una bella sfoglia rotonda e sottile (1 mm cca). Spennellatela bene con l'olio e cospargete tutta la superficie con la miscela di frutta secca (non dovrete finirla ma formare uno strato leggero con quella necessaria) in modo da coprirla e poi distribuite metà uvetta, fichi e pinoli in modo armonico. 
  • Con delicatezza arrotolate su se stesso la sfoglia come si fa come uno strudel, cercando di ottenere volute piuttosto strette, schiacciando leggermente l'impasto via via che procedete. Una volta giunti a fine rotolo, ripiegate le estremità sotto al rotolo. Fate lo stesso con il resto della sfoglia. 
  • Appoggiate i rotoli su una placca coperta di carta da forno e spennellate bene con l'olio extravergine. 
  • Mettete in forno a 180° per 10 minuti. 
  • Togliete il rotolo/i e tagliatelo con taglio obliquo per ottenere delle losanghe non più larghe di 2 cm. 
  • Rimettete in forno i pezzetti e fate cuocere ancora per 10/15 minuti. La superficie dovrà essere dorata ma non scura. 
  • Lasciate raffreddare e conservate in una scatola ermetica. 
  • Lasciateli riposare qualche giorno prima di servirli in modo che tutti gli aromi si amalgamino. E' molto più buono con il passare del tempo. 





lunedì 4 ottobre 2021

Mini tarte alle prugne e frangipane

Continua il trip per la frolla in forma "moderna".
La stagione aiuta perché le prugne o susine, altro frutto versatilissimo, ottimo per dolci e piatti di carne (l'avete mai provata la mia arista alle prugne? ) che ci seguirà fino a novembre inoltrato e che io consiglio a tutti di valorizzare. 
Sono state loro a ispirarmi per queste piccole tarte deliziose. 
La crema frangipane, che cuocendo si trasforma in un soffice e fondente cuscino al profumo intenso di mandorla, si esalta con l'abbinamento a frutti aciduli: lamponi, albicocche, mirtilli rossi. Non stona neanche con pere e cioccolata, ma quella è un'altra storia. 
Insieme alla prugna crea un contrasto favoloso perché l'acidità del frutto è appena accennata e si sviluppa soprattutto in cottura, che è proprio quello che noi vogliamo.
Insomma: croccantezza leggera della frolla, morbidezza della frangipane, dolcezza, acidità...che vi devo dire, me ne sono innamorata. 
In più si conservano in maniera spettacolare per 3/4 giorni dando il loro meglio proprio dal giorno dopo in poi. 
Se volete omettere la decorazione con le prugne fresche, potrete farlo e servirle così come escono dal forno. A me le fettine di prugna sono piaciute molto perché danno proprio un tocco di freschezza ed umidità in più al dolce. Ma voi siete liberi di crearle a vostro piacimento. 
Allora buon lavoro e buona settimana. 

La bellissima alzata che vedete in foto, mi è stata donata dagli artigiani del vetro borosilcato Blue Side di Perugia. Andate a vedere i capolavori che riescono a realizzare con questo materiale di una leggerezza aerea. 
Come per la ricetta delle tartelette di cui vi ho messo il link sotto, la quantità della frolla vi avanzerà esattamente per la metà. Potrete quindi utilizzarla per altre preparazioni, dai biscotti ad altre tortine utilizzando la vostra fantasia. 
Potrete anche surgelarla per 3 mesi ed utilizzarla quando avrete bisogno. 
Ingredienti per 6 tarte 
 
Per la frolla seguite la ricetta nel post delle tartelette al limone e more 

Per la frangipane 
40 g di burro a pomata
30 g di zucchero a velo 
1 uovo medio 
1 pizzico di sale 
40 g di farina di mandorle 

Per la rifinitura
200 g di confettura di prugne 
6/8 prugne rosse o sangue di drago 
Granella di pistacchi 
  • Preparate la frolla come indicato nella ricetta delle tartelette al limone e more fino alla formatura dei gusci, senza cuocere. Quando avrete realizzato i gusci, metteteli in frigo insieme alla teglia, mentre preparate la frangipane. 
  • Sbattete il burro morbido con lo zucchero a velo fino ad ottenere una crema leggera e chiara. Aggiungete l'uovo e mescolate bene fino ad incorporarlo completamente. Aggiungete la farina di mandorle ed il sale ed incorporate perfettamente. Versate la crema in un sac a poche con bocchetta liscia da 1 cm e mettetelo in frigo mentre fate scaldare il forno a 160°  
  • Togliete le tartelette dal frigo. Ricoprite il fondo con uno strato di 3 mm di confettura di prugne.  Distribuite la frangipane formando un nastro a spirale sopra la confettura coprendola completamente. 
  • Tagliate le prugne a metà e poi a fettine sottili. Mettete 3 o 4 fettine di prugna affondandole delicatamente nella frangipane quindi mettete in forno e cuocete per c.ca 30 minuti, fino a quando la crema non sarà ben gonfia e dorata ed il guscio ben cotto.  Togliete dal forno e fate raffreddare quindi liberate le tarte dal loro anello. 
  • Quando saranno ben fredde procedete alla finitura: passate uno strato sottile di confettura di prugne sulla superficie. Disponete le fettine di prugna in maniera elegante e cospargete al centro un pizzico di granella di pistacchio. 
  • Potete conservare le tarte senza la finitura di prugne fresche, dentro una scatola ermetica per 3/4 giorni. Miglioreranno col tempo. 


lunedì 24 maggio 2021

Il Bensone modenese: un dolce che sa di casa

In questo week end appena trascorso, abbiamo fatto un salto a Firenze con l'idea di visitare gli Uffizi. 
Poi ci siamo resi conto di essere partiti troppo tardi, di non avere prenotato come da procedure anti Covid ed abbiamo lasciato perdere per dedicarci ad una passeggiata fra le vie di questa incredibile città.
Sembrava un normale giorno di piena stagione turistica, stracolmo di gente ovunque, a piedi, in auto, in bicicletta, in monopattino...diciamo che forse era anche la prima vera giornata di primavera, con un caldo davvero presente nonostante il vento. 
Ogni tanto nel caos percepivo voci straniere, soprattutto tedesche e dentro il cuore sentivo che un'idea di normalità cominciava a prendere forma. 
Se non fosse stato per i volti coperti da mascherine, avremmo potuto credere che nulla fosse mai accaduto. 
Quanto è strano.
Un anno e mezzo in cui il mondo si è capovolto, è successo di tutto, abbiamo perso cari, amici, pezzi di cuore. Però come sempre, la vita si fa spazio e va avanti. 
La vita che va avanti ha un nome: speranza. 

Questa ricetta vagola nel mio archivio da tempo immemore e solo da poco ho ritrovato le foto e mi sono ricordata di averla. 
Un dolce di casa così buono a confortante che è un peccato non condividerlo. 
Il Bensone o Bensoun, come lo chiamano nella provincia di Modena, è una sorta di pagnotta di pasta frolla lievitata molto morbida e profumata, che originariamente non prevedeva alcun ripieno.
Nel tempo, grazie alla fantasia delle casalinghe, nell'impasto è finita dell'ottima confettura di amarene, spesso miste a prugne ed oggi ognuno lo arricchisce con fantasia, secondo il proprio gusto. 
In realtà questo era il dolce della domenica, che nei periodi di festa veniva portato in Chiesa per essere benedetto e da qui pare derivi il suo nome, ovvero da "benedizione" a "bensone" il passo è stato breve. 
La prima volta che ho avuto occasione di assaggiarlo, accompagnavo un gruppo a visitare la zona. 
Pranzavamo a Nonantola, presso il Ristorante Il Patriarca,  e alla fine del pasto ci fu portato questo semplice dolce casalingo accompagnato da un bicchierino di Nocino, liquore di cui questa provincia è grande custode e produttrice. 
Morbido, friabile, confortante e così piacevolmente casalingo, senza pretese né trucchi ma solo ingredienti semplici che tutti abbiamo in casa. 
Sfacciatamente ebbi il coraggio di chiedere la ricetta al gestore con cui orami lavoravo da tempo e quella che vi lascio è la versione della sua famiglia, quindi affidabile al 100%.
Le mie colazioni sono così piacevoli con una fettina di bensone e la sera, dopo cena, una perfetta chiusura avvolgente come una carezza. 
Siccome la cosa più complicata è trovare la consistenza della frolla, che deve comunque restare malleabile e non sostenuta come quella delle crostate, ed anche per capire la formatura, vi lascio un video molto chiaro dove è spiegato bene tutto il procedimento. Spero vi sia utile. 
Provatelo e saprete dirmi. 

Ingredienti per 2 Bensoni
500 g di farina 00
200 g di zucchero semolato 
250 g di burro morbido 
2 uova piccole + 1 per spennellare 
la scorza ed il succo di un limone piccolo 
12 g di lievito 

Per la farcitura
500 g di confettura di amarene (oppure potete mischiare amarene con prugne) 

Per rifinire
Granella di zucchero qb 
  • In una larga ciotola, versate lo zucchero con il succo di limone e la scorza. Con una spatola mescolate con energia in modo che lo zucchero si sciolga leggermente nel limone quindi aggiungete il burro ed incorporate bene con una spatola. 
  • Aggiungete le uova e mescolate ancora in modo da incorporarle bene quindi setacciate la farina con il lievito sul composto e cominciate ad impastare con una spatola cercando di aggregare gli ingredienti. 
  • A questo punto rovesciate il tutto su una spianatoia bene infarinata. Questa frolla morbida che si va formando, va lavorata velocemente con le mani impastandola con cura. Nel caro vi risulti troppo morbida sotto le mani, aggiungete una manciata di farina. Quando avrete ottenuto una palla liscia e duttile ma non eccessivamente morbida, dividetela in due parti identiche, appiattitele, avvolgetele nella pellicola e mettetele in frigo per 20 minuti. Non deve diventare dura. 
  • Preparate una teglia coperta con carta da forno e scaldate il forno a 180°.
  • Sulla spianatoia spargete una manciata di farina e schiacciate con le mani la prima pallina. Mettetela su un foglio di carta da forno. Aiutandovi con le mani o utilizzando un matterello, stendete un cerchio spesso 5/7 mm. Al centro versate la metà della confettura e spargetela con una spatola lasciando 3 cm di bordo, 
  • Arrotolate l'impasto su se stesso aiutandovi con la carta da forno con la chiusura verso l'alto. Mettete in frigo il primo Bensone e preparate il secondo allo stesso modo, che lascerete riposare per almeno 30 minuti. 
  • Una volta trascorso il tempo in frigo, trasferite i due bensoni sulla teglia distanziati almeno 5/7 cm l'uno dall'altro. Rovesciateli sulla teglia facendo in modo che la chiusura vada sotto. Schiacciate le estremità a 3 cm dal fondo in modo che non fuoriesca la confettura e piegandole sotto al bensone. 
  • Spennelateli con l'uovo sbattuto e cospargeteli con granella di zucchero. In senso longitudinale praticate un taglio lungo una decina di cm al centro dell'impasto e fateli cuocere per 40/45 minuti fino a quando non saranno dorati ma non troppo scuri. Il taglio aiuterà la lievitazione e farà in modo che l'impasto non si spacchi in maniera irregolare. In ogni caso, siccome la frolla è molto morbida, è possibile che durante la cottura vi si apra proprio come è successo a me. Mal di niente,  e' buono lo stesso.
  • Fate raffreddare sulla teglia e spostateli su una gratella solo quando saranno quasi freddi perché l'impasto sarà comunque morbido e molto friabile. 
  • Si conservano per una settimana coperti o tagliati e conservati in una scatola di latta. 


lunedì 3 maggio 2021

Muffin brownies: una miscela entusiasmante.

Dopo sette mesi di chiusura coatta, oggi riapriamo l'agenzia. 
Quasi un parto. 
Una sensazione strana, di lieve euforia, nonostante io sappia che probabilmente non vedrò nessuno. 
Però rispetto alla riapertura dello scorso giugno, c'è una differenza. 
La consapevolezza che non siamo sul versante in salita ma che abbiamo appena superato la vetta e stiamo lentamente scendendo verso valle, in un ritorno "a casa" che sa di speranza. 
Per mia natura, non riesco ad essere completamente possibilista: questo capricorno avvocato del diavolo è sempre sull'allerta nel valutare con realismo se è il caso di gioire o meno. 
Al momento aspetto. 
Anche perché il mio lavoro vero, che è quello che mi porta a interagire con clienti d'oltre oceano, è comunque al momento fermo. 
Ma è comunque un giorno felice e questo lo voglio dire. 
Mi auguro davvero che questi prossimi mesi anticamera dell'estate, possano consentire alla gente di realizzare i loro sogni di viaggio senza troppe difficoltà. 
Nel frattempo noi aspettiamo e continuiamo a sperare. 
 
La colazione del lunedì deve essere più incoraggiante di ogni altro giorno della settimana. 
Deve darci energia ma anche entusiasmo, risolutezza ed allegria. 
Insomma, un piccolo turbo per farci muovere convinti per il resto della settimana. 
Non lo pensate anche voi? 
Questi sono un ibrido interessante. Non veri muffin, non veri brownies. 
Un incontro fra i due che come in ogni miscela fra anime diverse, si rivela entusiasmante. 

Buona giornata amici. 

Ingredienti per 10 muffin medi
45 g di farina 00
2 uova a temperatura ambiente 
35 g di cacao amaro 
150 g di zucchero tipo zefiro 
113 g di burro 
80 g di cioccolato 70% 
20 g di gocce di cioccolato per rifinire. 
1 pizzico di sale 
  • Preriscaldate il forno a 180°. Preparate lo stampo per i Muffin con dei pirottini e tenete pronto. 
  • Fate sciogliere il cioccolato tritato grossolanamente con il burro a bagnomaria. Una volta sciolto togliete dal calore e tenete da parte. 
  • Setacciate la farina con il cacao ed il sale in una piccola ciotola e tenete da parte. 
  • Montante con una frusta elettrica le uova con lo zucchero per almeno 5/8 minuti, in modo da ottenere una massa gonfia, che abbia raddoppiato di volume e bella chiara. Questo aiuterà ad ottenere una crosticina lucida sulla superficie del vostro muffin, tipica dei brownies. 
  • Quando la massa sarà pronta abbassate la velocità della frusta ed aggiungete il cioccolato sciolto con il burro, incorporando bene. 
  • Con una spatola di silicone, aggiungete le polveri in due o tre tempi, mescolando sempre dal basso in alto per non smontare il composto. Una volta incorporata, ma senza mescolare oltre, distribuite l'impasto nei pirottini riempiendoli per 2/3 e decorandoli con le gocce di cioccolato. 
  • Cuocete per 15/17 minuti, facendo la prova stecchino che dovrà uscire con qualche briciola umida e non asciutto. L'interno deve mantenere una consistenza fondente ed umida. 
  • Togliete i pirottini dagli stampi e fate raffreddare su una gratella. 
  • Conservateli coperti sotto una campana fino a 3 giorni (se durano). 




domenica 6 dicembre 2020

Les Nonnettes di Digione e ben tornato San Nicola

Nonnetta Nonnetta, ritmo ritmo...

Eh no, non confondiamoci, non è il cavallo di battaglia di Alberto Sordi. 
Con le Nonnettes di cui sopra, ce ne andiamo in Borgogna, nel capoluogo gastronomico di una delle regioni più ricche di bontà della Francia. 
Forse vi dice qualcosa la Crème de Cassis, o il Pain d'Epice, o l'immancabile Moutarde che altro non è la Senape che tutti amiamo. Oltre ad essere una regione di grandissimi vini. 
Ebbene, le Nonnettes nascono qui, nel 1300 in pieno Medioevo, all'interno di un Convento di Suore (la "nonne" in francese è la suora). 

Dal Pain d'Epice alla Nonnette il passo è breve 

La caratteristica di questi dolcini, che a Digione si consumano tutto l'anno ma che in genere vengono celebrati a partire dal 6 Dicembre in occasione della festa di San Nicola che apre ufficialmente la corsa verso il Natale, è la loro morbidezza profumatissima, una glassa leggera che garantisce alle tortine di restare morbide a lungo, ed un cuore fondente di marmellata di arance (ma anche di albicocche, mele cotogne, susine, ecc). 
Il loro straordinario profumo è dato da una miscela di spezie dal quale emerge l'anice stellato, oltre che le quattro classiche spezie del Pain d'Epice: zenzero, cannella, noce moscata, pepe garofanato o chiodo di garofano (ma nel nostro caso useremo del classico misto spezie reperibile con facilità). 
Il pain d'epices era già in auge in Francia dal XIV sec. 
Possiamo senz'altro dire che le Nonnettes sono un'evoluzione gentile e più delicata di qualcosa già molto apprezzata.

La Nonnette va attesa con pazienza come si fa con la donna amata. 

Lo straordinario carico di aromi di questo dolce si apprezza soltanto tempo dopo l'uscita dal forno. 
Quindi tenete a bada le fauci anche se il profumo vi toglierà di sentimento e aspettate il giorno dopo. 
Le cose migliori si ottengono con un po' di sacrificio e ci vuole tempo per ottenere delle perfette Nonnettes. 
Oggi, le migliori Nonnettes si possono gustare presso la Maison Mulot a Digione, che ha celebrato ben 224 anni di produzione tra pain d'epices e Nonnettes. 
Basti pensare che ogni anno soltanto in questa pasticceria, ne vengono prodotte e consumate oltre due milioni. 
Non ho la pretesa di condividere la ricetta originale perché credo che sia ben custodita dalle pasticcerie che producono questi dolci. 
Ma ho provato diverse versioni disponibili dalla rete, e quella che mi ha convinto maggiormente resta quella di Mercotte, che per altro ne fa un versione personale. 
L'occasione per proporvi queste tortine me l'ha data la cara Mary del blog Un'americana tra gli orsi invitandomi a partecipare ad una giornata dedicata al Ginger Bread 

Ingredienti per 8 Nonnettes in stampi da soufflé

100 g di farina di segale
100 g di farina 00
75 g di farina di avena
200 g di miele millefiori
35 g di zucchero 
200 ml di acqua
75 g di burro 
1 cucchiaino di bicarbonato
la scorza grattugiata di una arancia non trattata
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere 
1/2 cucchiaino di anice stellato in polvere 
1 cucchiaino di spezie per pain d'épices (o misto spezie)
50g di marmellata di arance 
  • In una casseruola, fate scaldare l'acqua con il miele, lo zucchero, il burro e la scorza di arancia, rimestando continuamente. Non appena il burro si è sciolto togliere dal fuoco. 
  • Setacciare le farine con il bicarbonato e tutte le spezie in una larga ciotola. Versare al centro il composto al miele e mescolare con una frusta in modo da sciogliere eventuali grumi ed ottenere un impasto ben omogeneo. 
  • Imburrare ed infarinare gli stampi (potrete usare anche degli stampi classici da muffin) e distribuire il composto riempiendo gli stampi per 2/3. Metterli in frigo per una mezz'ora. 
  • Accendete il forno a 190°. Con un cucchiaino formate una fossetta al centro di ogni stampo e riempitela con la marmellata di arancia. Fate cuocere per c.ca 14/18 minuti, sorvegliando con attenzione e fate la prova stecchino che dovrà uscire asciutto. Lasciateli raffreddare quindi sformateli e teneteli su una gratella fino a che non saranno freddi. Copriteli fino al giorno dopo e gustateli dopo il riposo. 









mercoledì 11 novembre 2020

Biscotti lunghi vegani

With or without you - U2 

Ormai questo blog ospita solo biscotti.
In effetti se non ci fosse il Cookie Share che imperversa su Instagram, non pubblicherei neanche. 
Ma voi come state? 
Non è questo il periodo più sottosopra che ricordiate? 
Si, perché anche se nelle nostre vite abbiamo incontrato il disagio, la paura, il dolore, lo sconforto, per lo meno il mondo continuava ad essere un luogo riconoscibile e relativamente sicuro in cui potersi muovere. 
Adesso, dentro di noi si scatena un'ansia ed una confusione senza limiti ma fuori è decisamente molto peggio. 
La gente è impazzita. 
Individui dall'egoismo ipertrofico agiscono impunemente negando la pericolosità di questo virus che ormai è completamente fuori controllo. 
Gli ospedali sono vicini al collasso e le persone hanno completamente dimenticato gli sforzi fatti nel primo semestre per arginare il rischio di deflagrazione....cosa che invece sta avvenendo proprio adesso. 
Da una Toscana arancione che a breve diventerà rossa, vi abbraccio tutti virtualmente e vi chiedo di stare al sicuro se potete. 
Non rischiate, che l'immunità di gregge, purtroppo, ci stanno già pensando certe pecore a realizzarla. 
Oggi comincia la settimana dei biscotti "Senza". 
Senza uova, latte, burro, zucchero, glutine, insomma...scegliete voi. 
Io ho praticamente tolto tutte le proteine animali ed ho tirato fuori dei biscotti Vegani, con pochissimo zucchero e la dolcezza leggermente acidula delle amarene nella confettura che farcisce questi sticks croccanti e buonissimi. 
Perché dei biscotti lunghi e sottili? Boh, non so perché...sono fatti miei :D 
Comunque se li proverete sono certa che vi piaceranno assai! 

Ingredienti per c.ca 18/20 biscotti 
120 g di farina di farro
60 g di farina integrale 
50 g di farina di avena 
50 g di zucchero muscovado 
25 g di olio extravergine d'oliva Riviera Ligure Dop
80 g di latte di mandorla 
la scorza grattugiata di un'arancia non trattata
100 g di confettura di amarene (per me fatta in casa)
1 pizzico di sale 
la punta di un cucchiaino di bicarbonato 
  • Setacciate le farine nella ciotola della planetaria con il sale ed il bicarbonato. Aggiungete la scorza di arancia e lo zucchero e con una frusta a mano miscelate bene in modo da sciogliere eventuali grumi. 
  • Fate la fontana ed aggiungete l'olio quindi cominciate ad impastare con la foglia e lentamente aggiungete il latte. Fate attenzione a quando aggiungerete il latte perché le farine possono assorbirne anche una quantità minore. Quando vedete che si forma la palla ed è sufficientemente morbida, non ne aggiungete oltre. 
  • Fate il panetto e mettetelo in frigo avvolto da pellicola per c.ca 1 oretta (o meno).
  • Quando sarà pronta all'uso dividete la frolla in due parti uguali e stendete la base su un foglio di carta da forno in un rettangolo alto c.ca 12/15 cm. Lo spessore della frolla sarà di 3/4 mm, la lunghezza quindi varia all'altezza che darete. Una volta stesa, distribuite la confettura con una spatola su tutta la superficie e coprite con il secondo strato di frolla che avrete steso alla stessa maniera. Una volta coperta la confettura, schiacciate decisi ma con delicatezza quindi con un coltello affilato, incidete i biscotti senza separarli (c.ca 1,50 cm di larghezza). 
  • Mettete in forno a 180° per c.ca 40 minuti, fino a che tutto non sarà bello dorato.
  • Fate raffreddare completamente quindi staccate i biscotti uno dall'altro aiutandovi con una lama e conservate in una scatola ermetica. Si conservano a lungo. 


 

mercoledì 4 novembre 2020

Pepatelli molisani al miele per il COOKIE SHARE

Oggi una ricetta della tradizione Molisana.
Non pretendo di avere la ricetta originale perché in un paese fatto di Campanili, ogni famiglia rivendica il proprio sapere in fatto di cucina, come assoluto. 
Quindi posso dire che questa ricetta è quella della famiglia di mio marito, ovvero quella di mia suocera, che in passato li faceva, come tradizione comanda, per le feste di Natale. 
Ho fatto una ricerca in rete ed ho trovato che nella maggior parte dei casi viene utilizzata l'ammoniaca. 
Ecco, in questo caso proprio no. 
I pepatelli (o mbepatiell' come vengono chiamati in dialetto), devono essere spaccaganasse. 
Duri e croccanti, come dei torroni. 
In effetti ho sentito mia suocera chiamarli torroncini più di una volta, proprio perché la presenza del miele e la mancanza di agenti lievitanti, li rende duri come il torrone. E cosi mi piacciono. 
Tanto poi diventeranno morbidi inzuppandoli in un buon vino dolce, e cosa c'è di meglio?
Fanno parte della famiglia dei "biscotti", quelli che vengono cotti due volte, come i cantucci, i tozzetti e molte altre derivazioni declinate regionalmente. 
Dolci semplici, di casa, fatti con ingredienti di facilissima reperibilità e soprattutto con la qualità di conservarsi a lungo. 
Tra l'altro i Pepatelli sono anche biscotti senza grassi, né uova né zucchero saccarosio. 
Meglio di così. 

Ingredienti per c.ca 2 kg di biscotti 

450 g di farina 0
200 g di mandorle tostate con la buccia
300/350 g di miele mille fiori 
la scorza di due arance non trattate
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 pizzico di chiodo di garofano in polvere
un cucchiaino di pepe nero macinato fresco 
  • Su una spianatoia, fate la fontana con la farina e le mandorle, versate al centro il miele che avrete scaldato per farlo fondere, la scorza di arancia, le spezie. 
  • Impastate con cura in modo che tutti gli ingredienti siano perfettamente amalgamati quindi formate dei filoncini larghi 4/5 cm c.ca e sistemateli su una placca coperta con carta da forno. 
  • Infornate a 180° e cuocete per c.ca 25/30 minuti fino a quando la superficie non sarà dorata e ferma. 
  • Toglieteli dal forno e fateli raffreddare fino a che non saranno tiepidi, quindi con un coltello bel affilato, tagliate delle fettine di 5 mm di spessore e rimettetele sulla placca. 
  • Fate tostare per c.ca 15 minuti a 160° e fateli raffreddare perfettamente prima di metterli in una scatola ermetica.