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lunedì 17 settembre 2012

Di nuovo, sfacciatamente cioccolato: Brownies al doppio cioccolato e waferini

 The Oompa Loompa song  -  Willy Wonka and the Chocolate Factory
Io sono una "chocolate addicted" periodica e sui generi. 
Adoro il cioccolato, lo amo profondamente. Ma ho delle riserve (anche se piccole). 
Non mi piace il gelato al cioccolato. Mi  stucca, mi stufa praticamente subito quindi non lo prendo mai. Inoltre non mi attirano per niente i nuovi gusti del tipo super dark, amarissimo o super fondente che vengono via via proposti da audaci gelatai. Passo grazie, preferisco mordere
Per le tavolette di cioccolato ho un amore feticista, da contemplazione. 
Ho spesso visitato laboratori di cioccolato artigianale, uno meraviglioso a Perugia e ho trattenuto una lacrima osservando il rito del temperaggio e la colatura negli stampi di cioccolatini sbattuti con forza sul marmo per eliminare l'eccesso. Quel marmo avrei voluto esserlo io. 
Al sesto mese di gravidanza, mentre guidavo un gruppo di agenti di viaggio americani in educational in Umbria all'impianto della Perugina, sulla passerella sopraelevata da cui si può ammirare l'intera produzione, mi son sentita male per l'eccessivo profumo, e mi hanno portata via di corsa. All'epoca, con mio estremo stupore, non potevo sentirne neanche l'odore.
Ma se doveste osservare il mio approccio al cioccolato, potrei sembrarvi assolutamente anormale. Il mio desiderio è prima celebrale che sensoriale. Un quadratino di cioccolato perfetto mi fa gioire, il secondo mi sazia definitivamente. Per finire un quadratino mi ci vuole la bellezza di 3/4 minuti: devo gustarlo con la massima lentezza. E poi non posso assaggiare nient'altro subito dopo, perché desidero che ogni sfumatura sul mio palato duri il più a lungo possibile. 
Non mi faccio però nessuno scrupolo di fronte a tarte, fondant, mousse, creme, crostate, layers cake, macarons, praline, cioccolatini ripieni, tazze fumanti con panna, ecc, ecc,ecc. Per fermarmi dovete sparare al mio piatto! 
La mia voglia di cioccolato si spegne con il primo caldo. Se da Settembre a fine Aprile sono sfacciatamente dipendente, da Maggio difficilmente indulgo (a parte la Nutella a cui non resisto neanche ad Agosto, però rigorosamente solo a colazione). 
E voi, che "chocolate addicted" siete? 


Ingredienti per 16 brownies al doppio cioccolato e waferini
165 gr di burro
100 gr di ottimo cioccolato al latte
100 gr di ottimo cioccolato fondente
4 uova
75 gr di zucchero semolato
75 gr di zucchero muscovado
1 cucchiaio di cacao amaro
3 cucchiai di farina 00
un pizzico di sale
25 quadrotti di wafer (tipo i quadratini Loacker) al cioccolato o nocciola
Preriscaldate il forno a 180°. Imburrate e foderate con carta da cucina uno stampo quadrato di 20x20.
Fate sciogliere il burro in un padellino a fiamma moderata e togliete dal fuoco. Sminuzzate finemente la cioccolata quindi versatela nel burro fuso e mescolate fino a che non otterrete un composto morbido e vellutato.
Montate le uova nella planetaria con la frusta a file, fino a che non abbiano triplicato il loro volume. A questo punto aggiungete la metà degli zuccheri mescolati, versandolo con un cucchiaio delicatamente lungo il bordo della planetaria (per non smontare l'impasto di uova) e continuando a mescolare fino a che i cristalli di zuccheri non si saranno sciolti. Aggiungete la rimanente parte con la stessa procedura e continuate a mescolare per alcuni minuti a scioglimento dello zucchero.
Aggiungete il cioccolato sciolto nel burro e mescolate bene per incorporare il tutto. Con una spatola, aggiungete gli ingredienti secchi (la farina, il cacao il sale) setacciati ed amalgamante cercando di non smontare il composto. 
Versate il tutto nello stampo e disponete i waferini disordinatamente sulla superficie, alcuni premendoli nell'impasto. Fate cuocere per 30/35 min. Il centro  deve restare umido. 
Fate raffreddare su una griglia ed una volta freddo, con delicatezza toglietelo dallo stampo. Con un coltello affilato dividete prima in 4 parti uguali (fate una croce centrale) quindi ogni quadrato in altri 4 quadratini più piccoli ed otterrete i vostri 16 brownies e waferini. Perfetti con un bel bicchiere di latte freddo. 
Potrete trovare questa ricetta anche su Donne sul Web di questa settimana. 

lunedì 25 giugno 2012

La tensione rotola dietro un pallone: Panzerotti ripieni di acciughe, bufala e briciole aromatiche

Mas que Nada - Jorge Benjor
Notti gollose! 
No, non sto dando i numeri e non ho problemi con le doppie. 
Scrivo questo post esattamente a 1 minuto e 30 del primo tempo di recupero di una estenuante Italia - Inghilterra, con mio marito sdraiato sul divano, i piedi che vivono di vita propria (secondo me cercano di correre dietro il pallone o tirare qualche pallonetto) e lo sguardo fisso sullo schermo. Premetto: mio marito non ama il calcio. Non guarda le partite durante l'anno, non segue il campionato e non gioca a calcetto. Insomma, baciata dalla fortuna! 
Ma entrambi, durante i mondiali o gli Europei, veniamo posseduti da una strana ansia calcistica e tutte le nostre energie positive vanno alla Nazionale. 
Quindi, mentre scrivo non so ancora come finirà e forse quando leggerete, tutta questa eccitazione sarà andata a farsi benedire. O forse, verrà rinnovata da una vittoria e rinvigorita fino a sperare ad un finale decisamente inaspettato. 
Quando ero ancora fidanzata, i mondiali e gli europei erano l'occasione perfetta per ritrovarsi con amici e amiche facendo il giro delle case a turno, per guardare le partire di fronte a dei buffet stratosferici di insalate di riso, tramezzini giganti, crostini, ciotole esagerate piene di patatine, pop corn e birra ghiacciata a completare il tutto. Allora non avevamo molta fantasia: bastava la quantità e un po' di junk food e la festa era garantita. Poi il resto lo faceva un tifo sfegatato e le urla di noi ragazze che ancora oggi fanno finta di aver capito cosa sia un fuori gioco. 
Adesso invece mi piacerebbe allestire un bel tavolo con cose sfiziose, piccoli finger food e cose fresche per alleggerire la tensione invece di appesantirla. Che ne dite di questi deliziosi panzerotti ripieni di acciughe freschissime, briciole aromatiche e ottima mozzarella di bufala? Il goal è assicurato! 
Alici, Acciughe, sardine, il vero gusto del mare nei nostri piatti senza dare fondo alle nostre finanze. l pesce azzurro è un pesce povero, ricco di benefiche proprietà e intensamente saporito. 
Dovremmo imparare ad usarlo e prepararlo spesso perché oltre ad essere sano e gustoso, è un valido aiuto per la crescita dei nostri bambini. Così, se all'aspetto di una acciuga sott'olio i vostri piccoli dovessero storcere il naso, con questi panzerotti manterrete il segreto e li vedrete mangiare con allegria e appetito fino all'ultima briciola. L'ispirazione mi è arrivata dai tradizionali Panzerotti pugliesi, che notoriamente si fanno fritti, ripieni di mozzarella e pomodoro o verdure, ma che così, cotti in forno, regalano una valida alternativa con pochi sensi di colpa. 
Troverete questa proposta su Donne sul Web, che dedicherà la settimana al Pesce Azzurro con stupende ricette.
PANZEROTTI CON RIPIENO DI ACCIUGHE FRESCHE, TRITO AROMATICO E BUFALA
Ingredienti per 4 persone:
2 rotoli di pasta per pizza confezionata (o potete preparare la vostra)
c.ca 200 gr di acciughe fresce, deliscate e aperte a libro
4/6 taralli pugliesi al finocchio
1 mozzarella di bufala di c.ca 250 gr
un mazzetto di prezzemolo
un rametto di origano fresco
1 spicchio d'aglio
Olio extra  vergine 
Poco sale
Eviscerate e deliscate le vostre acciughe aprendole a libro con delicatezza. Tritate i taralli in briciole grossolane e mescolateli con un trito ri prezzemolo, aglio e origano. Tagliate la bufala a tocchetti di media grandezza e strizzateli bene tra le mani cercando di eliminare quanto più possibile il siero. 
Stendete la pasta della pizza su un piano di lavoro infarinato e con un coppapasta si c.ca 12/15 cm di diametro, tagliate dei cerchi e stendeteli con le dita infarinate.  Panate le  acciughe con delicatezza nelle briciole aromatiche su ogni lato quindi prendete una piccola quantità di bufala e mettetela al centro dell'acciuga. Arrotolatela come un piccolo involtino e mettetela al centro del cerchio di pasta. Chiudete la pasta a mezzaluna e sigillatela bene con le dita.  Appoggiate il panzarotto su una teglia coperta di carta da forno e  continuate così fino a esaurimento degli ingredienti. Non salate le acciughe, sono già sapide naturalmente e la burrata con i taralli contribuiranno ad insaporire bene il ripieno
Mettete in forno a 200 ° per c.a 15 minuti, o fino a quando la superficie della pasta sia ben dorata.  Togliete dal forno e spennellate i panzarotti con olio extra vergine. Servite subito, ben caldi. 
Un aperitivo perfetto da servire con un bel bicchiere di rosato del Salento freschissimo. 
LA PARTITA E' FINITA: L'ITALIA E' IN SEMIFINALEEEEEEEEEEE!!!! 

lunedì 21 maggio 2012

Quando scivola la torta: Tatin integrale (non integra!) di pomodori ripieni a sorpresa!

Crush - Jennifer Paige
Lo so, lo so, non è roba da presentare ma io non sono poi così pignola. 
Cioè, da buon Capricorno testa dura, un po' lo sono ma su certe cose riesco pure a sorvolare. Perché può capitare a tutti di avere le mani di ricotta e far scivolare la torta dal piatto proprio nel momento in cui la stai capovolgendo. Ci sono precedenti per la sottoscritta ma anche per chef con tanto di stelle sulla testa. Quindi perché affliggersi? Semmai guardare sempre il lato positivo: meno male che il piatto era sopra la tavola perché se l'ispirato prodotto di tanto amore si fosse catapultato sul pavimento, adesso starei raccontandovi un'altra storia. 
La potevi rifare, direte voi! Ehhhh? Macchessiamo tutti matti? 
Ma che stiamo qui a curare l'otite a Dumbo, come dice il mitico Crozza imitando Bersani? 
Qui, ogni roba che passa su questi schermi, esce senza rete e senza prova generale. 
Qui si suona dal vivo e se sul più bello viene fuori una stecca, la sentono tutti, e lo spettacolo continua. Show must go on, con le sue stecche e le sue imperfezioni. Lo sottolineava anche la meravigliosa Julia Child, quando durante i suoi cooking show, faceva volare la frittata ovunque tranne che sulla padella o combinava altri disastri. Lei semplicemente, risistemava il cibo sul piatto e lo ricomponeva alla bell'e meglio e andava avanti dicendo: In cucina ci siete solo voi, non vi ha visto nessuno....Che meraviglia. Non è questa una stupenda rete di protezione? 
La mia Tatin sconocchiata è risalita faticosamente sul piatto, si è data una sistemata e si è messa in posa. Quel vestito rosso era così tentatore e sensuale che non potevo rinunciare a farvelo vedere. Quelle cupolette perfette e lucide, carnose...una vera golosità. Si, lo so, non è bellissima, ma quanto a bontà, potete credermi sulla parola: è buonissima! 
 

Il riso non manca mani nella mia dieta settimanale. Lo adoro perché è versatile e spesso lo utilizzo per accompagnare anche piatti di carne, semplicemente bianco, magari cercando qualità inusuali come il “long and wild” che ben si adatta alla carne alla brace, o il basmati che adoro per accompagnare la fondue bourguignonne al posto del pane.
Per questa ricetta ho invece pensato al riso come complemento a sorpresa, per una Tatin di pomodori. Il sapore è veramente irresistibile. Pomodori svuotati e riempiti di riso bianco, condito con erbe aromatiche, olio e scamorza di bufala grattugiata, avvolti da un guscio di brisé preparata con farina integrale e burro salato (lo so che non è il massimo della leggerezza, ma ci stava troppo bene). Da servire ancora calda, per godere al massimo del cuore filante dei pomodori e della fragranza della brisé. 
Scusatemi: tale era l’entusiasmo che non ho saputo evitare la caduta miseranda.
Come ogni lunedì, questa ricetta è anche su "Donne sul Web", questa settimana con un capitolo tutto dedicato al riso. Buon lunedì! 
Ingredienti per una tortiera da 24 cm
Per la brisé (dalla ricetta di Michel Roux)

250 gr di farina integrale macinata in pietra

150 gr di burro salato
1 pizzico di zucchero
1 uovo
1 cucchiaio di latte freddo
Per il ripieno
15 pomodori a grappolo non troppo maturi
150 gr di riso (va benissimo il parboiled)
100 gr di provola di bufala non troppo morbida
un mazzetto di basilico
un mazzetto di maggiorana
un mazzetto di origano fresco
alcune foglioline di menta
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
un cucchiaio di zucchero di canna 
Preparate la brisé . Mescolate velocemente tutti gli ingredienti, cominciando con il burro, lo zucchero e l’uovo al centro della fontana di farina e utilizzando la punta delle dita. Incorporate piano piano la farina ottenendo una consistenza granulosa. In fine aggiungete il latte e formate una palla. Avvolgetela nella pellicola e mettetela in frigo per almeno 1 ora. Io ho fatto tutto con la planetaria utilizzando la foglia ed ho impiegato 2 minuti.
Lavate i pomodori, incidete una croce sul dorso e metteteli qualche istante in acqua bollente. Scolateli e passateli sotto acqua fredda quindi pelateli.
Eliminate la calotta superiore e svuolateli, quindi salateli dentro e fuori e metteteli su uno scolapasta rovesciati per almeno una 10 di minuti.
Nel frattempo lessate il riso e cuocetelo al dente, quindi scolatelo e passatelo sotto acqua fredda. Tritate le erbe aromatiche in maniera grossolana ed unitele al riso. Grattuggiate la provola con la grattugia a fori grandi e mischiatela bene al riso. Condite con abbondante olio d’oliva e regolate di sale e pepe.
Riempite i pomodori con il riso quindi sistemateli sulla tortiera dove avrete versato un filo d’olio ed il cucchiaio di zucchero, con la parte aperta verso l’alto, facendo in modo che stiano più compatti e stretti possibile, riempiendo bene  in maniera armoniosa tutto lo spazio. Copriteli con la pasta brisé, inserendo i bordi della pasta all’interno della teglia e spingendoli delicatamente verso il basso.
Mettete in forno preriscaldato a 200° per c.ca 40/50 minuti quindi sfornate. Attendete 5 minuti, quindi capovolgete la tatin sul piatto di portata facendo attenzione all’eventuale liquido che dovesse rilasciare. Servite calda.




CON QUESTA RICETTA partecipo al Contest di Dauly "Ricette Ripiene"


lunedì 14 maggio 2012

Mini Quiche di focaccia con fave, pecorino e Finocchiona Toscana

All of me - Billie Holiday
Per ancora qualche puntata niente dolci su questi schermi! 

Lo so, lo so che nella dinamica del mondo blogger, la pubblicazione di un dolce attira quanto il miele le api, ma la mia vita in questo periodo è incasinata, girovaga e soprattutto tende al frettoloso. Non ho tempo di stare lì a vedere lievitare, montare a neve, assemblare, farcire e tutto quello che viene dopo. 
In più ho ricevuto l'aut aut dalla regia per cui il prossimo dolce che riuscirò a postare (quando, non lo so), sarà assolutamente innocuo (ma non faccio promesse da marinai). 
In compenso vago su altri tipi di ghiottonerie ed in questo ci mette lo zampino la Redazione di Donne Sul Web che da qualche settimana mi ha amorevolmente adottata, chiedendomi di pensare ad una ricetta con i salumi. 
I SALUMIIIII? Ma tu mi inviti a nozze! 
Quando si parla di salumi, in Toscana si apre un mondo. 
Non c’è piccola trattoria, vinaio o osteria che si rispetti che non abbia pronto un ottimo tagliere di affettati e formaggi per ingannare l’attesa della portata principale in maniera golosa e spesso fin troppo generosa. 
Salame e prosciutto nostrali, la preziosa Cinta Senese regina della norcineria della mia provincia, salsicce fresche e secche, rigatino, capocollo e buristo e su, su, fino ad arrivare alla rinomata Mortadella di Prato ed al sublime lardo di Colonnata.
Devo ammettere con un certo imbarazzo che di fronte a si tanta varietà meravigliosa, io ho decisamente la mia preferita. Quella che spesso compro se ho voglia di una cena veloce, che mi piace da sola ma mi fa morire tra due fette di pane di Altopascio e per la quale mio marito è capace di assalti notturni al frigorifero (sempre giustificati). 
E’ lei, la Finocchiona Toscana. Per me è la regina dei nostri insaccati, il perfetto equilibrio tra sapidità ed aromi, tra il pepe nero e quei semi di finocchio selvatico che la rendono elegante e perfetta per ogni occasione ed il cui profumo è in grado di riempire una stanza in un attimo. Quell'impasto morbido, quella grana vellutata...ora che ci penso, me ne sono avanzate un paio di fette. Scusate, io vado! 
E’ tempo di fave e pecorino. Da noi si servono con alcune fettine di salamino e pane ovviamente non salato. Io ho pensato di metterle in un guscio di focaccia con dadini di Pecorino di Pienza fresco, sposandole alla Finocchiona per dare un aroma più intenso al ripieno. Servite calde su un letto di insalatina di misticanza, sono assolutamente irresistibili. Una ricettina facile e velocissima, credetemi! 
RICETTA PER 4/6 MINI QUICHE
1 rotolo di pasta per focaccia confezionata
300 gr di fave sgranate
2 uova medie + 1 tuorlo
200 gr di pecorino di Pienza fresco
100 gr di Finocchiona tagliata a fette
4 foglie gradi di salvia
100 ml di latte
un rametto di foglie di origano fresco
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
Sgranate in baccelli e mettete le fave in acqua bollente salata per 5 minuti. Fate raffreddare e togliete la pellicina a quelle grandi. Le piccole saranno ugualmente tenere. Tagliate il pecorino fresco a dadini piccoli. Tagliate la finocchiona a strisce larghe 3 cm.
Stendete la focaccia e con un mattarello. Assottigliatela (3/5 mm). Con un pennello da cucina, oleate bene 6 stampi da tortina quindi con un coppa pasta da 10 cm tagliate la pasta e sistematela negli stampi tirandola come si fa con la pizza, lasciando il bordo che fuoriesca un po’ dai lati. Versate uno strato di fave sul fondo degli stampi, quindi copritele con il pecorino a dadini. Aggiungete delle striscioline di salvia e qualche fogliolina di origano. Arrotolate una striscia di finocchiona a formare una rosellina e sistematela nel centro degli stampi, sostenuta dalle fave ed dal pecorino. Aggiungete pezzettini di finocchiona a coprire il tutto. Con un mestolino versate il composto di uova sul ripieno, lasciando qualche millimetro dal bordo. Spennellate i bordi con il tuorlo appena sbattuto con un goccio di latte.
Mettete le quiche in forno preriscaldato a 180° per almeno 30 minuti o fino a quando non saranno belle dorate. Servirle calde.


Con questa ricetta partecipo al contest di Patrizia "Oggi pranzo fuori" 



lunedì 7 maggio 2012

Il terrore corre sul taxi: Spaghetti al "mio" pesto

I'm scared - Duffy
In tanti anni di viaggi per piacere e per lavoro, non ricordo di essermi trovata mai davanti a situazioni complicate o spiacevoli sorprese, se non vogliamo considerare come tali l'aver perso il bagaglio enne volte, l'aver visto cancellare il proprio volo ed essere stata riprotetta su un aeroporto a 2 ore di distanza da quello previsto, l'aver dovuto attendere oltre 9 ore in un minuscolo terminal la partenza del volo bloccato per una tempesta di ghiaccio, ecc, ecc, ecc,
Beh, tutte queste situazioni fanno parte del vissuto di chi viaggia molto, ma anche di chi viaggia una tantum. Io mi riferisco a situazioni complicate o in cui vi siete spaventate un tot, incontrate nella destinazione prescelta. 
Non ricordo nulla che mi abbia davvero messa in difficoltà o fatta sentire in balia del pericolo come quella corsa in un taxi Parigino nel novembre di un anno fa. Finchè viaggio da sola non me ne importa nulla, ma mia figlia era con me e questo ovviamente cambia tutto.
Ho raccontato più volte che Parigi è la mia città del cuore e che con mio marito dobbiamo tornarci almeno una volta l'anno, foss'anche solo per 3 giorni rubati, così, per devozione! Stessa cosa abbiamo fatto un anno fa ed il week end appena trascorso.
"Uffa piove mamma, dai prendiamo un taxi, noooo, la metro noooo" - 
Mia figlia non ama la metropolitana. In compenso adora il taxi e dopo una giornata di cammino estenuante sotto la pioggia, l'idea di ritornare in Hotel in taxi non dispiace neanche a me. Chiamiamo il nostro taxi che ci raggiunge in un baleno. Saliamo di corsa, sotto la pioggia inclemente, e ci sistemiamo su questa Mercedes bianca, alla cui guida sta un franco-cinese. Mia figlia si mette in mezzo tra me e mio marito ed appoggia i piedi su quella specie di gradino che si rialza tra i sedili posteriori. Il tassista si gira di scatto e le intima con stizza di togliere i piedi da lì. Io invito immediatamente mia figlia a mettersi composta e lei in silenzio ubbidisce. Al che, improvvisamente ho un colpo di tosse violento e mentre cerco di farmelo passare frugando nella borsa in cerca di una qualche caramella, sento il cinesino mormorare qualcosa. Penso che si rivolga a me così alzo lo sguardo e sento che ripete come un mantra " Reste tranquille, reste tranquille, reste tranquille"....Ora, io il francese l'ho studiato ed amato per anni e lo capisco anche molto bene e questo "reste tranquille" non mi piace per nulla. Guardo mio marito con gli occhi più grandi di quelli che già sono al naturale  e senza dire nulla, gli faccio gesto di ascoltare. "Reste tranquille....pas d'agressivité dans la volture....".  Il cinesino continua il suo mantra ipnotico con voce atona e meccanica, ma stavolta aggiunge un elemento che, se un minuto prima mi faceva sentire lievemente inquieta, adesso mi fa entrare nel più totale panico. Comincio a scivolare sempre più in basso nel sedile e con il braccio cingo le spalle di mia figlia tirandola a me. Intanto prego il Signore che non mi faccia tossire perché se il tipo soffre di psicosi da malattia contagiosa, io sono finita! Guardo mio marito che adesso ha una faccia da "vendicatore della notte" e fissa tutti i punti chiave dell'auto pronto ad una fuga estrema. Io sono già lì che penso ai titoli dei giornali "famiglia italiana sterminata da taxi driver impazzito con la sindrome da Sars" e nell'abitacolo piomba il silenzio più assoluto. Sento solo il mio cuore battere come un martello pneumatico! 
"Vous savez messieurs, que le chauffeur de taxi est subjet au stress le plus total"! Il cinese non mormora. Il cinese adesso parla. E dopo un attimo di silenzio, mio marito risponde e parla pure francese, lui che il francese non l'ha mai neanche studiato! Ma lo parla e bofonchia e sbuffa come fanno tutti i francesi da che mondo è mondo e tiene il cinesino sul pezzo conversando allegramente di crisi, di tasse e pensioni e anche della pioggia,("il pluve, il pluve!!!" - già, proprio così) fino a che non arriviamo a destinazione. Alla fine, il nostro Taxi Driver in astinenza da Valium, ci guarda mortificato ripetendo "scusatemi, scusatemi", essendosi accordo chiaramente di aver tolto qualche anno di vita a quella stranita famiglia italiana. 
"Io avevo già un piano: con la sciarpa lo immobilizzo, gli do una golinata con il gomito e gli sbatacchio la testa sul volante. Lui per forza si ferma, tu prendi Alice e usciamo di corsa dalla macchina". Mio marito ed io ci guardiamo: io con qualche capello bianco in più, lui con gli occhi ancora spiritati. Penso che è bello avere un marito in grado di trasformarsi in un super-eroe alla bisogna e comincio a ridere come una pazza. Seguita a ruota da lui. Ridiamo per 10 minuti, ma forse stiamo piangendo, non ci capisco più niente. E Alice in silenzio fino ad allora, che in un fil di voce ci fa: "Basta taxi, eh mamma?"


E voi, mi raccontate qualche vostra disavventura viaggiante finita bene? Spero di non avervi terrorizzate, in genere i tassisti sono persone carine e disponibili quando gli gira bene, ma se potete, non tossite! 
"Maccherone, tu m'hai provocato e io te distruggo, me te magno!" Questa frase è la mia ispirazione, il mio mantra inespresso, e mentre dentro, ogni volta che la sento, rido come una bambina, al momento giusto mi ricorda che gli spaghetti, o "maccheroni" come frequentemente li chiamano al sud, sono la perfetta tela bianca su cui dipingere i nostri gusti ed azzardare gli abbinamenti di sapori più arditi. Evviva dunque gli spaghetti, il nostro simbolo, il nostro passaporto e direi anche il nostro alter ego. Italiani "mangiaspaghetti"? Si, e con orgoglio! 
Potrete trovare questa ricetta anche su "Donne sul Web" per tutta la settimana, con una stupenda collezione dedicata agli spaghetti in mille gusti diversi! 
Ingredienti per 4 persone:
360 gr di spaghetti Garofalo
2 uova 
un ciuffetto di origano fresco
un ciuffetto di basilico
un ciuffetto di maggiorana
2 cucchiai di mandorle sgusciate e tostate
12 olive di Kalamata
8 fiori di cappero di Pantelleria
un cucchiaio di Colatura di Alici di Cetara
4 cucchiai di Olio Extra vergine d'Oliva di Taggiasca 
Sale
Mettete a bollire abbondante acqua salata. Nel frattempo mettete le uova in un pentolino con acqua fredda, portate a ebollizione e fate cuocere 6 minuti. Una volta pronte, sgusciatele e mettetele in un bicchiere da mixer ad immersione insieme alle mandorle, alle erbe aromatiche, ai capperi, la colatura di alici, l'olio extra vergine ed un cucchiaio di acqua di cottura. Frullate bene il tutto, aggiustate di sale e mettete nella ciotola dove scolerete gli spaghetti. Fate cuocere la pasta e nel frattempo denocciolate le olive e tagliatele a striscioline larghe come un petalo. Scolate la pasta e conditela con il pesto d'uovo, aggiungete le olive e mescolate bene aggiungendo un po' d'acqua di cottura se necessario. Servite subito decorando con qualche rametto di origano fresco.  






Con questa ricetta partecipo al contest di Sississima "Te li fai DUSPAGHI"?





lunedì 16 aprile 2012

Il ladro di biscotti e la Lasagnetta fresca con asparagi, mazzancolle e pomodorini confit

Cant' take my eyes off you - Damien Rice
Aspettava il treno che l'avrebbe riportata a casa dopo l'ennesima giornata da cancellare sul calendario della sua esistenza. Era seduta nella gremita sala d'attesa ed avrebbe atteso ancora mezz'ora perché, come al solito, il treno era in ritardo. Sentiva la rabbia montarle dentro ripensando alla faccia del suo capo mentre illustrava l'idea che lei stessa gli aveva presentato giusto una settimana prima e che questa mattina, chissà per quale spontanea magia, veniva generata in pubblico con sceneggiata da lampo di genio da quell'essere meschino dalla vaga parvenza d'uomo. Continuava a darsi silenziosamente della cretina mentre infilava la mano nella scatola dei Ritz che aveva appena comprato per placare la fame nervosa. Non avrebbe mai più condiviso le sue intuizioni con quel verme per vedersele soffiare così impunemente. 
Meno male che qualcuno aveva inventato questi salatini, così sfiziosi, così confortanti...Mentre si attardava su questo pensiero, l'uomo al suo fianco prese un Ritz dalla scatola appoggiata sul tavolino di metallo che collegava le due sedie. Stava leggendo e senza neanche guardare, infilava la mano con sicurezza nel pacchetto e si portava lentamente il cracker alla bocca. 
Non vide chiaramente il movimento e le sembrò di avere sognato. "Non è possibile, mi sto sbagliando". Aprì il libro che teneva sulle ginocchia e prese un altro biscotto. Lo sgranocchiava con piacere, sentendo che stava recuperando la tranquillità, ma nell'istante in cui abbassò gli occhi sul libro, vide con la coda dell'occhio l'uomo prendere un altro salatino. Questa volta lo vide chiaramente. Era vero allora! Il suo primo pensiero fu: sono dentro una Candid Camera! Strizzò gli occhi e si guardò intorno con estrema calma per capire se ci fosse qualcosa di strano e diverso all'interno della sala d'attesa che conosceva a memoria, chessò piccole telecamere malcelate, personaggi originali, stranezze. Le batteva il cuore e un po' le veniva da ridere. Niente. Tutto era uguale a sempre. L'unica stranezza era quell'uomo che le rubava i biscotti con la faccia tosta di un giocatore d'azzardo. Così si mise a fissarlo e quando lui alzò il viso dal giornale e la vide, le sorrise con grazia e tornò a leggere prendendo un altro cracker. "Oh, ma questo è davvero impunito. Eccheccavolo!!". Afferrò con stizza una manciata di Ritz e cominciò a mangiarli con voracità rumorosa, mugugnando tra i denti parole incomprensibili. Ma che sfacciataggine, pensava. Io non mi permetterei mai....ma che gli dico, che faccio? Adesso lo guardo male così magari capisce. E sfoderò il suo peggior sguardo da cerbero con sopracciglio interrogativo a mo' di "Su, riprovaci adesso?". L'uomo era tranquillo, immerso nel suo quotidiano. Sembrava che nulla potesse toccarlo e la sua mano destra si immergeva sinuosa nel pacchetto senza vergogna alcuna, con delicatezza e decenza. "Ma tu guarda se tutti i pazzi devono capitare a me!". Ormai shoccata dalla sfrontatezza dell'uomo, non sapendo più cosa fare, pensò bene di infilare la mano nel pacchetto e tenercela in segno di possesso, avvicinando la scatola il più possibile al suo fianco. 
L'uomo alzò lo sguardo verso il display sulla parete e piegò il giornale. Raccolse le sue cose ed esitò un momento di fronte alla ragazza. Poi sorrise in cenno di saluto e si diresse con passo spedito verso i binari. "Ahhhhh, finalmente! Se n'è andato se Dio vuole. Ma che cavolo di situazione, tu guarda se mi ci mancava il mangiatore compulsivo di Ritz." L'altoparlante chiamò il suo treno. Afferrò la scatola ed aprì la borsa per sistemare il libro e prendere il biglietto. Con orrore vide emergere un pacchetto di Ritz identico a quello che aveva saccheggiato pochi minuti prima. Sentì le gambe cederle ed il respiro mancarle, mentre tutto il sangue defluiva dal suo viso. Avrebbe voluto morire: era lei la maledetta ladra di biscotti!


Cara Sandra, eccola. Una storia piccola piccola che riassume una delle mie paure principali: quella di fare gaffes apocalittiche in pubblico. Io ci sono portata sai, ma tanto e ne ho fatte di alcune che chiunque al mio posto, preferirebbe dipingersi la faccia di blu piuttosto che comparire nuovamente in mezzo alla gente. La cosa più incredibile è che spesso là, dove noi manchiamo di decenza, infognandoci in situazioni gaffose che neanche la più sfrenata fantasia è in grado di partorire, c'è comunque qualcuno più intelligente, educato e gentile di noi in grado di far finta di niente ed aprirci il portone attraverso cui scappare a gambe levate. Questa piccola storia ha molto poco a che vedere con la mia ricetta ma molto con la mia vita ed è un tentativo un po' goffo di invitarci a vivere con leggerezza, con levità, come gli strati di questa lasagnetta fresca e terribilmente deliziosa. 
















Questa primavera pazzerella ha fatto una veloce apparizione, come le prime donne che vogliono essere acclamate e desiderate, e si è ritirata dietro le quinte in attesa di un nuovo applauso. 
In compenso ha lasciato una scia di vittime malconce ed acciaccate come la sottoscritta, che si riprenderanno con un po' di fatica e molto lentamente.
Ma la voglia di giornate tiepide, luminose e profumate è comunque forte e presente. E in un istante la voglia di primavera fa già l'occhiolino all'estate! 
Sono veramente felice ed orgogliosa di comunicarvi che da oggi potrete trovare le mie ricette anche su "Donne sul Web". Una collaborazione inaspettata ma che mi rende davvero entusiasta. 


Lasagnetta con asparagi, mazzancolle e pomodorini confit - per 4 persone
- 8 fogli di lasagna secca. 
- 300 gr di asparagi baby (asparagina)
- 28 code di mazzancolle
- 200 gr di pomodorini ciliegini
- un rametto di timo e una foglia di alloro
- sale - pepe - pepe bianco in grani
- olio extra vergine d'oliva
- 2 spicchi d'aglio 
- 1 bicchierino di brandy


Pulire e privare della parte fibrosa il gambo degli asparagi. Legarli e porli in una casseruola con bordo alto, in acqua bollente salata. L'acqua dovrà coprire gli asparagi solo fino a metà. Far cuocere per 10 minuti. Una volta pronti, toglieteli dall'acqua, conservando l'acqua di cottura, e tagliare le teste di asparagi che metterete da parte. Tagliare grossolanamente i gambi, metterli in un bicchiere da mixer a immersione con 2 mestoli di acqua di cottura, 2 cucchiai di olio d'oliva, sale e pepe. Frullare con il mixer fino ad ottenere una crema molto vellutata e fluida. Tenere in caldo. 
Preparate i pomodorini confit: Tagliate a metà i pomodorini e privateli dei semi. Scaldate 250 ml di olio d'oliva leggero in una pentola fino a 70°C, poi aggiungete i pomodori, uno spicchio d'aglio tagliato a metà, un pizzico di grani di pepe bianco schiacciati, un rametto di timo ed una foglia di alloro. Cuocete a fuoco dolce a 70° per 10/15 minuti finche sono teneri ma non molli. Più i pomodori sono maturi, meno tempo impiegheranno. Mettete da parte in caldo.
Cuocere i fogli di lasagna in abbondante acqua salata per 5 minuti. Scolare e fare asciugare su un canovaccio pulito. Con un coppapasta di diametro 12 ricavate da ogni foglio 2 dischi. Mettete da parte. 
Sgusciate le mazzancolle, privatele del filo intestinale se presente, quindi sciacquatele sotto acqua fredda. Versate un filo d'olio in una padella antiaderente e fatelo scaldare, buttateci le mazzancolle facendole saltare velocemente ed al termine fatele flambare con un bicchierino di brandy fino ad esaurimento della parte alcolica. Spegnete, coprite e tenete al caldo. 
Fate sciogliere il burro in una padella e saltateci le teste di asparago per qualche istante. Tenete da parte in caldo. Per finire, fate scaldare uno spicchio d'aglio in 2 cucchiai d'olio fino a profumarlo e passateci i dischi di lasagna per insaporirli e cominciate l'assemblamento del piatto. Per realizzare la lasagnetta potrete aiutarvi con il coppapasta con cui avete tagliato le lasagne: disponete il primo disco di lasagna all'interno del coppapasta, su cui verserete un cucchiaio di crema di asparagi, 2 mazzancolle e 2 asparagi continuando così fino all'ultimo disco, su cui disporrete una mazzancolla, un asparago ed un pomodorino confit con qualche goccia di crema d'asparagi. Eliminate delicatamente il coppapasta. Una macinata di pepe fresco ed a piacere un filo d'olio extra vergine. Continuare così per gli altri 3 piatti. Servire decorando i piatti con pomodorini confit, punte di asparago ed un po' di crema. 


Con questa ricetta partecipo alla raccolta About Food sul Crostacei e Molluschi






Ed al bellissimo contest di Lucy I Colori della Primavera