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lunedì 15 agosto 2011

Prigionieri del Ferragosto!

Slave to the rhythm - G. Jones
Vi siete mai sentiti prigionieri del Ferragosto? Si, gli impotenti ostaggi di una giornata di totale abrutimento alimentare dove, nella maggior parte dei casi, si comincia a mangiare alle 10.00 del mattino senza soluzione di continuità fino alla mezzanotte? Credetemi, non sto esagerando per amore di una certa vis comica con cui spesso amo giocare. Durante la mia infanzia e tarda adolescenza, ricordo il Ferragosto trascorso al mare con tutto il parentado di Roma oppure sul Lago di Garda a casa dei miei nonni materni, ed in entrambi i casi il cibo la faceva da padrone. Per il Ferragosto al mare, partivano da casa  macchinate di borsoni e sacchetti di plastica (non esistevano allora le comode borse frigo) stracolmi di cibo, per lo più cucinato in forno (vattele a sognare insalate di riso o macedonie di frutta). E giù a mangiare sotto l'ombrellone incartapecoriti dalla salsedine e dal sole, con un'anguria di almeno 10 kg che aspettava in agguato sotto la sabbia del bagnasciuga...E poi le mamme ad urlare che non potevi fare il bagno prima di 4 ore. E tte credo! Dopo che ti eri mangiato l'impossibile, il rischio congestione non solo era una possibilità concreta, ma quasi auspicata affinché la zia della situazione smettesse di ripetere "e mangiati un'altra polpetta!". Sul lago di Garda invece c'era il rito dello spiedo. Dalla mattina presto, 4 spiedoni lunghi almeno un metro venivano farciti con un'alternanza di pollo, coniglio, maiale, superbamente intervallati da fette di patate e foglie di salvia e fatti rosolare lentissimamente per ore sul fuoco, irrorati ininterrottamente da burro fuso aromatizzato con erbe. Riuscite a focalizzare? Una delle cose più buone in assoluto mai mangiate e che tuttora mi risogno perchè in casa mia lo fa solo mia madre, ma vista la laboriosità della preparazione, spesso passa la mano! Per farla breve, anche qui la tavola veniva attaccata dalla ciurmaglia intorno a mezzogiorno e abbandonata la sera verso le 20.00, perchè poi cominciavano i festeggiamenti che terminavano con i fuochi d'artificio sul lago. 

Da quando invece sono sposata, il Ferragosto si passa in Molise. E pare che non ci sia cosa più sacra, perché se nel resto d'Italia la giornata in questione si celebra gozzovigliando ma anche no, da Roma in giù il Ferragosto è sinonimo di piedi sotto la tavola e di  "strafogata da urlo." Non che non vi fossi abituata visti i precedenti, ma le prime volte a Larino, ho avuto degli shock seri: non mi capacitavo della quantità di cibo che mia suocera - da sola! - è in grado di produrre. Notoriamente comincia a cucinare 3 giorni prima e mette tutto nel congelatore. Quest'operazione ha un'unica conseguenza: che il 15 di agosto, con una temperatura media esterna di 30 gradi, in casa si sta con 40 gradi e forno acceso dalla mattina alle 2 del pomeriggio. Sulla tavola si alternano pietanze che stenderebbero di stupore e godimento il più severo dei gastronomi, ma che io non riesco mai ad assaggiare nella totalità perché dopo i primi 3 primi in genere comincio a rantolare e do' forfait. 
Cavatelli, cannelloni, lasagne rosse o con verdure, mezzi ziti perché sono una tradizione, tagliatelle se c'è avanzato tempo...e poi parmigiana di melanzane o zucchine, pesce al forno o arrosto, carne in umido, melanzane ripiene ricetta di famiglia...e se si è trovato il pesce buono, cozze ripiene o arraganate, totani ripieni, sarde fritte il tutto costellato da fiordilatte freschissimi, mozzarelline e bocconcini. Chiusa finale: cocomero. Ovviamente la lunga lista non compone per intero il menù che varia ogni anno, ma molte delle cose citate sono presenti. Quest'anno con mia cognata Rosa stiamo cercando di boicottare la cosa, organizzando un pranzo fuori con tutta la combriccola, anche per impedire a mia suocera di massacrarsi (e massacrarci) con il cibo, ma sarà un'impresa ardua. Vi dirò al mio ritorno. Qualcuna di voi si è rivista? Vi prego ditemi che non sono l'unica prigioniera del Ferragosto


Per consolarmi, vi lascio con una pasta appetitosa e veloce da preparare al volo e con cui fare degna figura. Pochi ingredienti, semplici e saporiti. Il tutto realizzabile in 15 minuti! 
Ciriole con simil pesto alla sarda:
Per 2 persone:
- 1 scatoletta piccola del vostro tonno preferito (sceglietene uno di buona qualità)
- 6/7 pomodori datterini 
- 2/3 bei cucchiai di pesto possibilmente fresco e fatto in casa 
- 180 gr di Ciriole (pasta di grano duro tipica della zona di Terni) o la vostra preferita
- sale q.b
Mettere a bollire l'acqua. In una ampia ciotola di vetro versare la vostra scatoletta di tonno privata dell'olio e mischiarla con il pesto. Aggiungere i pomodorini tagliati a cubetti e mischiare bene. Se necessario, aggiungere una mestolatina di acqua di cottura per rendere la salsa cremosa. Cuocere la vostra pasta in abbondante acqua salata quindi scolarla, versarla nella ciotola e condirla. Impiattare e decorare con basilico fresco. 
Con questa ricetta partecipo al contest di Archook 
Fotografoodiamo

venerdì 12 agosto 2011

Di necessità virtù: crostata rustica con grano saraceno e mandorle

Breakfast in America - Supertramp:
Domenica. Voglia di dolce. Anzi, dalla regia mi arriva una richiesta specifica, tassativa: crostata con confettura di albicocche!  Ok ok, ho una marmellata fantastica di Marillen comprata durante il mio ultimo viaggio in Tirolo che verrà subito messa alla prova. Onestamente ne ho voglia anche io (e poi non ho niente per colazione domani). Perfetto! Burro, zucchero, uova, fari...eh? Guardo la dispensa e il sacchetto della farina 00 è afflosciato come un soufflè. Lo afferro ansiosa, lo peso...170 gr. 
Ahhhgggh....Tiro fuori tutto quanto, guardo dietro i vari sacchetti: grrr, solo manitoba, semola, farina di grano duro e saraceno...e un quintale di farina di mandorle protetta dentro un vaso di vetro super sigillato. Noooo, non posso rinunciare. Ormai le papille gustative  sono lì che lavorano come disperate e il l'uomo di casa mi guarda con occhi da bastardino abbandonato...come si fa? Sperimentiamo!
In realtà non ho bisogno di molto, almeno di 220 gr di composto secco. 100 ne metto di farina bianca, 50 di grano saraceno e tutto il resto di farina di mandorle. Di sicuro avrà un aspetto rustico. Aggiungo 70 gr di zucchero a velo per compensare la ruvidità dell'impasto farinoso e mischio velocemente tutte le polveri con un pizzico di sale, quindi aggiungo 110 gr di burro freddo a pezzetti e faccio sabbiare il tutto nella planetaria con la foglia. Quando il composto è granuloso, aggiungo l'uovo e in un attimo ho la mia bella palla pronta per essere messa a riposare in frigo, dove la tengo 2 ore perché è caldo ed il burro ha bisogno di riprendersi. 
Stendo la frolla con il mattarello e fodero il mio stampo di 22 cm, quindi lo buco con una forchetta e lo copro con un bello strato di confettura di albicocche lievemente diluita con acqua tiepida. Aggiusto il bordo aggiungendo un cordolo di pasta (a me piace il bordo bello spesso, in casa mia è la parte più ambita!) quindi, non avendo più molta pasta a disposizione, decoro la torta con piccole margherite. Via in forno, a 180° per 45 minuti e poi sul terrazzo, a spandere il suo buon aroma nell'aria fino a freddarsi. 
Il risultato è eccellente: diverso dal solito, lievemente ruvido, schiettamente rustico ed eccezionalmente friabile. La dolcezza delle albicocche armonizza l'insieme e con il passare delle ore emerge l'aroma delle mandorle che a mio avviso danno una nota elegante e preziosa alla torta. Si, mi è piaciuta, e a colazione si è rivelata perfetta! 


Riepilogo brevemente gli ingredienti:
- 100 gr di farina 00
- 50 gr di farina di grano saraceno
- 70 gr. di farina di mandorle
- 70 gr di zucchero a velo + un po' per lo spolvero finale
- 110 gr di burro
- 1 uovo
- 1 pizzico di sale
- marmellata di albicocche (c.ca 200 gr). 


Vi lascio con questa dolce ricetta e desidero augurare a tutte un fantastico Ferragosto, sicuramente godereccio e gastronomico come sarà il mio Molisano, ma anche rilassato, lento e nullafacente come deve essere un Ferragosto verace. Un caro abbraccio a tutti. Pat 


Con questa ricettina improvvisata, sono felice di partecipare al contest "Crostate e Crostatine" del Molino Chiavazza.