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domenica 22 gennaio 2017

I Macaron di Musetta, o dell'ostinazione, per Mtc #62

Quando m'en vo' - Mirella Freni 
Tre volte.
Li ho rifatti tre volte.
Ogni volta ho avuto l'illusione che fossero perfetti per poi scivolare lentamente nel disastro, tanto da non capire esattamente dove e come avessi sbagliato.
Una maratona ostinata alla ricerca del risultato, che mi ha lasciata stremata e decisamente insoddisfatta.
Perché sono sicura al 100% che la ricetta di Ilaria, vincitrice dell'ultima sfida sul Tiramisù, sia perfetta, osservando i meravigliosi macaron prodotti dal resto della compagine Mtc.
Ciò che invece maggiormente mi fa impazzire, è la consapevolezza che se si nasce pasticcioni, non si può pretendere di diventare pasticcieri in un giorno.
O forse si, ma con metodo, tempo e pazienza, senza l'urgenza di dover agire vicino ad una scadenza.
Considero questa la più difficile sfida affrontata in Mtc dal quando ho cominciato, perché la tecnica e la conoscenza della "chimica" degli ingredienti è per questa preparazione, rigorosa e implacabile.
Se sono riuscita ad ottenere dei macaron minimamente presentabili al terzo tentativo, è stata per una incommensurabile e salvifica botta di culo.
Alias, se avessi fallito un'altra volta, avrei passato e "ciao macaron a mai più".
Invece, adesso che ho imparato i passaggi a memoria, che riesco a riempire un sac a poche senza riverniciare di meringa tutta la cucina,  che riconosco un croutage pronto a 5 metri di distanza, adesso sicuramente proverò a rifarli con la dovuta calma, senza alcuna ansia da prestazione e senza dover per forza mostrare un lavoro di cui non sono punto orgogliosa.
Voglio anche scusarmi con Ilaria, per averla massacrata di domande durante un sabato pomeriggio di patimenti, per cercare di capire la causa dei miei fallimenti ed aver ricevuto sempre e solo incoraggiamento e sostegno. Grazie di cuore Ilaria per la tua immensa pazienza.
E siccome so che molti di voi stanno pensando "la solita Patty esagerata", vi metto qui la prova dei miei paciughi
La prima volta sono letteralmente esplosi.
La seconda volta, ho sbagliato il colore, li ho fatti troppo grandi e a cottura ultimata avevano la cellulite e non si sono cotti sotto (ma rifare i macaron due volte nello stesso giorno non è da sani di mente).
In entrambi i casi una buona mano gli è stata data dal mio forno.
Non hanno amato la botta a 180° ad inizio cottura.
Quando ho provato poi una cottura a temperatura stabile, 150°, dopo 15 minuti avevano il loro collarino ma non erano cotti sotto.
Alla fine, hanno voluto una cottura di 18 minuti  ma non erano ancora perfettamente cotti perché qualcuno non volevo proprio staccarsi dal foglio.
Al terzo tentativo sono venuti troppo alti: sembrano degli hamburger più che dei macaron, ma è il meglio che sono riuscita a fare.
Qui credo che il problema sia solo mio ovviamente, per non avere eseguito un macaronage perfetto e probabilmente perché ero davvero stanchissima.
Avevo ben in mente fin dall'uscita della sfida, il primo macaron che avrei voluto realizzare.
I macaron rappresentano Parigi, una delle città del mio cuore da sempre, ma questo dolcetto così pieno di eleganza, piccolo gioiello senza età della pasticceria d'oltralpe, a me ha sempre portato alla mente suggestioni da Belle Epoque.
Senza togliere che la Belle Epoque è il periodo storico che maggiormente mi affascina e se potessi rinascere, vorrei essere ragazza in quel pazzesco trentennio fra due secoli, che come un fascio di luce potentissima, ha illuminato l'Europa prima delle tenebre della grande guerra.
Le invenzioni, l'arte, la musica, la moda, la letteratura, tutto esprimeva un grande senso di apertura e speranza verso il nuovo secolo.
Alcuni dei miei artisti del cuore sono diventati simbolo di questo periodo, uno fra tutti il grande Giacomo Puccini.
Questi Macaron, sono quelli che avrebbe scelto per esempio, Musetta, la bellissima e spregiudicata amica di Mimì in Boheme, fermandosi in una pasticceria parigina dell'epoca: al fondente amaro con violetta candita e al cremoso bianco alla rosa con gelée di mora.
Ho scelto i sapori ed il profumi cari alle nostre bisnonne, quando la violetta era simbolo di eleganza e non poteva mancare sulle toelette delle signore. 
E' proprio alla fine dell'800 che si comincia anche la preparazione di violette candite, che all'epoca venivano servite con il caffé o con i marron glacé. 
Ho avuto l'occasione di assaggiarle in una cioccolata amara diverso tempo fa e mi ha entusiasmata così ho pensato che avrei potuto usare le mie violette candite Ladurée per la farcitura del mio primo macaron. 
Il cioccolato dovrà essere amaro in quanto un piccola quantità di zucchero viene rilasciata dalle violette. 
Il profumo del fiore arriverà solo alla fine, dietro all'aroma delle mandorle, come un ricordo. 
L'abbinamento al secondo è arrivato un po' più tardi. Ci ho pensato a lungo perché sempre in ambito fiorito volevo restare.
Regalare un bouquet di macaron a Musetta.
Ho optato per una ganache montata di cioccolato bianco al profumo di rosa ed un inserto di gelée di mora per regalare un po' di freschezza.
Rosa e mora sono perfette con la violetta, ma grazie alla gelatina l'insieme non è stucchevole e smorza la dolcezza del cioccolato bianco.
E adesso passerei alla ricetta visto che è lunghissima.
Consiglio in ogni caso la lettura dello spettacolare post di Ilaria , dove sono svelati tutti i segreti per non sbagliare e realizzare dei magnifici macaron.
Ricetta di Pierre Hermé (per circa 32-35 macaron)
150 g zucchero al velo
150g farina di mandorle
110g albumi vecchi (almeno 3 giorni) – divisi in due ciotole da 55g l’una
coloranti professionali in polvere. (in questo caso Violet e Rouge Carmoisin Colorants Breton)
NOTA: per i macaron alla violetta, ho decorato la parte superiore con briciole di violetta candita aggiunte ai gusci subito dopo il pochage. 

Lo sciroppo per la Meringa Italiana
150g zucchero semolato
50ml di acqua

Con questa quantità io ho realizzato entrambi i miei macaron. Vale a dire ho diviso tutti gli ingredienti ed ho realizzato c.ca 15 macaron alla violetta e 15 alla rosa e mora. 
Ho preparato la meringa italiana utilizzando gli ingredienti come da ricetta e l'ho divisa fra i due tpt. 

Il guscio dei macaron altro non è che meringa sostenuta da farina di mandorle. 
Ma per ottenere questo miracolo di fragile leggerezza, la quantità di zucchero utilizzato deve essere la stessa della farina di mandorle: il cosidetto Tant pour Tant (tpt). Comprate farina di mandorle tritata molto sottile. In commercio si trova senza difficoltà. 
Cominciate tostando la farina di mandorle in forno a 150° per circa 10 minuti. Fate attenzione a non bruciarla. Nel mio forno era pronta già a 7 minuti. Deve essere completamente fredda per essere utilizzata. 
Aggiungete lo zucchero a velo nella stessa quantità alla farina setacciandolo. Quindi ripassate al mixer il composto ottenendo una polvere impalpabile. Ripassate l'intero composto al setaccio. 
  
Ho diviso l'intero tpt in due ciotole con 150 g di tpt in ciascuna. 
Ho incorporato 25 g di albume in ciascuna ciotola aggiungendo una punta di colore in polvere. Con una spatola di silicone, amalgamare bene in modo da ottenere una pasta morbida, omogenea e densa.
Il colorante va versato sugli albumi e mescolo. Poi unito al TPT.
MERINGA ITALIANA 
Fate in modo di avere la planetaria a breve distanza per lavorare in velocità. 
Versate lo zucchero semolato e l’acqua in un tegame dal fondo spesso. 
Cuocete a fuoco medio e controllate la temperatura con un termometro da zucchero. 
A 115° date il via alle fruste della planetaria a massima velocità e cominciate a montare i rimanenti 55g di albume. Io ho iniziato a 114° prima perché avevo l'impressione che la temperatura salisse velocemente. 
Quando il termometro raggiunge i 118°, togliete la casseruola dal fuoco e versate lo sciroppo a filo sulla meringa (non ancora completamente montata) avendo cura di farlo scivolare sul lato della ciotola. Continuate a montare a velocità per un altro minuto. 
Diminuite la velocità e montate ancora per circa 2-3 minuti  in modo da abbassare la temperatura della meringa. Quando il composto risulterà bello gonfio, lucido e bianchissimo e la temperatura sarà scesa a 40°C. , potrete usare la meringa e passare alla fase successiva: il macaronage.

MACARONAGE
Pesate la meringa italiana (dovrebbe essere 200 g) e dividetela in due ciotole. 
Cominciate con il primo colore. 
Ammorbidite la pasta di mandorle con una piccola quantità di meringa dalla prima ciotola e mescolate con la spatola.
Aggiungete la restante meringa spalmando l'impasto dal centro verso i lati esterni e raccogliendo dalle pareti per farlo ricadere verso il centro della ciotola. Mentre fate questa operazione, ruotate la ciotola con una mano. Quando il composto comincia a diventare lucido fate la prova del MACARONNER: l’impasto è pronto quando sollevando la spatola, ricadrà sulla ciotola formando un “nastro pesante” che scende con una certa difficoltà. 
A questo punto dovete riempire il sac a poche munito di bocchetta liscia da 8/10 mm. Riempitela fino a metà circa quindi spremete bene il composto fino alla fine della tasca. Questa operazione eviterà la formazione di bolle d’aria. Chiudete con due o tre giri la tasca e fermatela con una molletta. 
POCHAGE 
E' l'operazione della formatura dei macaron dal sac a poche. 
La dimensione classica dei macaron è di 3.5 c.ca. Se non avete il tappetino di silicone preformato, potete disegnare dei cerchi che vi aiutino ad ottenere dei dischi il più possibile regolari ed identici. Fissate con un pochino di impasto i 4 lati del foglio di carta da forno alla teglia. 
Tenendo la tasca verticale posizionatevi a circa 2 cm sopra la teglia. Iniziate  a formare dei bottoncini di impasto seguendo lo stampo in silicone oppure il vostro template. Spingete la pasta torcendo ogni volta la tasca di un quarto di giro. Continuate sulle altre teglie fino all’esaurimento dell’impasto.  Picchiettate delicatamente con la mano il fondo delle teglie in modo da uniformare i macaron ed eliminare eventuali bolle d’aria.

CROUTAGE
La formazione della crosta dei macaron è fondamentale affinché non si spacchino in cottura. Lasciate riposare i gusci a temperatura ambiente, da almeno 30 minuti a 2-3hs (a me è bastata una mezz'ora). Si creerà una pellicola fine, secca e resistente sui gusci, e che diventa poi croccante in fase di cottura. L’umidità solleva il guscio senza screpolarlo e alla base si forma il collarino.
Poiché i tempi di croutage possono variare a seconda della temperatura esterna, per verificare che i gusci  siano pronti per essere infornati, sfiorate delicatamente la superficie di un guscio; la pasta non deve incollarsi al dito.
COTTURA
La ricetta di Hermes consiglia di informare a 180° per i primi 2-3 minuti fino a che si forma il collarino e il macaron si solleva leggermente. Dopodiché abbassate la temperatura a 140-150° e cuocete per ulteriori 10-12 minuti. I maggiori problemi io li ho avuti con la cottura, per cui ho deciso di cuocere a temperatura stabile, 150° per 18 minuti, aprendo il forno un paio di volte dopo il 15mo minuto, per fare uscire eventuale umidità. Le temperature e i tempi di cottura sono assolutamente indicativi e dipendono dal proprio forno. 
Una volta cotti, togliete la teglia dal forno e fate scivolare il foglio dei macaron su un ripiano fino al completo raffreddamento. E’ importante NON LASCIARE il foglio sulla teglia altrimenti continuerà la cottura.
Staccate i macaron lentamente dal foglio di carta forno  e con l’indice create un piccolo avvallamento che permetterà una farcitura più abbondante. Lasciate i gusci con la parte “piatta” rivolta verso l’alto.
I vostri macaron sono pronti per essere farciti. Oppure potete conservarli in frigorifero fino a 48hs o congelarli.
FARCITURE
Macaron con ganache montata amara alla violetta candita (per 15 macaron c.ca)
100 g di cioccolato fondente al 75%
70 g di panna fresca
20 g di violette candite ridotte in polvere + extra per rifinire 

Tritate il cioccolato finemente e mettetelo in una ciotola di acciaio.
Versate la panna insieme alla violetta in una piccola casseruola e portatela a fremere, ruotandola via via per consentire alla violetta di sciogliersi. Lasciate in infusione per un'oretta. 
Portatela nuovamente a fremere quindi versatela attraverso un setaccio sulla cioccolata (le violette, sotto lo zucchero, restano comunque fiori quindi una volta sciolte resterà una quantità di residuo vegetale che non va fatto entrare nel cioccolato per non compromettere la texture vellutata).
Attendete un paio di minuti quindi mescolate con una spatola in maniera energica, in modo che il cioccolato si sciolga e divenga lucido e cremoso. Lasciare raffreddare. 
Prima di usarlo, montarlo con una frusta e riempire un sac a poche. Spremere delle noci generose di composto sulla base di un guscio liscio, e copritelo con un guscio decorato con i cristalli di violetta, ruotando delicatamente mentre spingete per chiudere il vostro macaron. In questo modo parte della farcia apparirà graziosamente fra i due gusci. 

Macaron con cremoso bianco alla rosa e gelée di mora (per 15 macaron c.ca)

100 g di cioccolato bianco
50 ml di panna fresca 
15 g di burro morbido
1 cucchiaino di acqua di rose

Per la gelée di mora
125 g di more 
1 cucchiai di zucchero
1 cucchiaino di limone
1 foglio di colla di pesce 

Tritate il cioccolato finemente e mettetelo in una ciotola di acciaio.
Versate la panna in una piccola casseruola con il cucchiaino di acqua di rose e portatela a fremere, Versatela sulla cioccolata.
Attendete un paio di minuti quindi aggiungete il burro, mescolate con una spatola in maniera energica, in modo che il cioccolato si sciolga e divenga lucido e cremoso. Lasciare raffreddare. 
Prima di usarlo, montarlo con una frusta e riempire un sac a poche. 
Per la gelée, mettete la gelatina a sciogliere in acqua fredda in una ciotolina. 
Lavate le more e mettetele in un pentolino con lo zucchero ed il limone e fate cuocere a fuoco vivace fino a che non cominciano a disfarsi. A questo punto passatele al setaccio e raccogliete la polpa ed il succo con cura. 
Strizzate la gelatina e scioglietela nella purea di more. Mescolate bene quindi versate il tutto in un piccolo vassoio che possa consentirvi di avere una gelatina dallo spessore di 5 mm.  
Io l'ho messa in un vassoio molto piccolo dove ho ottenuto uno spessore di 1 cm e mezzo. 
Fare raffreddare e rapprendere in frigo. 
Al momento della farcitura dei macaron, roversciare la gelatina su un piatto e copparla ottenendo dei cerchi di 1,5 cm di diametro che posizionerete sul cremoso bianco, prima di richiudere il macaron (vedi foto poco sopra). 

Far riposare i macaron almeno 24 ore prima di gustarli, possibilmente in frigo, dentro un contenitore ermetico. 

Con queste due proposte, partecipo con grande piacere alla Sfida #62 dell'MTC sui Macaron di Ilaria. 

lunedì 19 dicembre 2016

Chocolate meringue cake: ho già dato, adesso basta però.

The Christmas Waltz - Doris Day
Per la prima volta dopo non so più quanti anni, forse una trentina, arrivo alla settimana di Natale senza avere pronto niente.
Non un regalo fatto, non una cena realizzata, biscotti di Natale fatti solo in parte, tortellini manco a parlarne.
Il caro colpo della strega ha portato con se un'amica, perché alle feste ovviamente non si va mai da soli: la cara influenza che non veniva a trovarmi da 3 anni.
Riemergo oggi da 4 giorni di riposo drogato e dolorante e guardo a questi giorni che mi separano dalle feste con un senso di fastidio.
Mi sento confusa, frastornata e soprattutto non ho più voglia di fare nulla.
L'idea di entrare adesso in un negozio alla ricerca di non so bene cosa da impacchettare, mi terrorizza oltre che nausearmi.
Non saranno giorni facili, così come non sarà il Natale che avrei voluto, fatto della vera serenità che ti pervade quando hai intorno a te le persone che ami e che stanno bene.
Pare che tutto abbia deciso di ricordarmelo ancora una volta.
Abbasso la testa annuendo: "si, ho capito. Adesso però ti prego basta. Se la strategia era quella di mettermi a tappeto e per farlo hai dovuto piegarmi fisicamente,  te lo confermo: ci sei riuscito!
Direi che puoi anche smettere adesso. La mia dose l'ho già avuta. Maledetto 2016."
Una torta stupenda, decadente, elegante, che ha nella sua delicata fragilità collassata, la sua vera bellezza.
Non vorrei dire che è un po' la metafora di come mi sento io adesso, ma ci vado vicina.
Mi dispiace non aver potuto mostrare una fetta, ma l'avevo preparata per una cena con amici qualche tempo fa e la trovo perfetta per questo periodo.
Una raccomandazione: rispettate i tempi di cottura.
Se conoscete bene il vostro forno, fate in modo di non tenercela più del necessario perché il rischio di seccarla è molto alto.
Se come me, utilizzerete uno stampo leggermente più grande (io 26 cm), allora avrete bisogno di minor tempo: togliete almeno 5/7 minuti sia dalla prima che seconda cottura.
Inoltre evitate di finirvi la meringa prima ancora di spalmarla sul dolce, perché quando l'assaggerete, la tentazione sarà irresistibile.
L'autrice di questa torta è la maestra indiscussa della meringa: chi se non Donna Hay?
Quando la servirete, sentirete gridolini di estasi, perché questa crosta di zucchero leggero che frana indecorosamente, è una delle cose più irresistibili contro cui combattere.
La panna è un perfetto complemento, ma se preparerete un coulis di lamponi, farete un BAM interstellare!

Chocolate meringue cake di Donna Hay 
Ingredienti per uno stampo da 24 cm
240 g di cioccolato amaro 50% tritato
180 g di burro a dadini
2 uova medie a temperatura ambiente
4 uova medie, separate a temperatura ambiente
90 g di brown sugar
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
50 g di farina 00
1/2 cucchiaino di lievito in polvere per dolci
40 g di farina di mandorle

Per la meringa 
220 g di zucchero semolato finissimo (tipo Zefiro)
1 cucchiaino di aceto di vino bianco
3 cucchiaini di maizena setacciata
25 g di cacao olandese setacciato + extra per rifinire

  • Preriscaldate il forno a 160° ed imburrate uno stampo a cerniera da 24 cm di diametro, rivestendo poi il fondo con carta da forno. 
  • Mettete il burro ed il cioccolato in una casseruola a fondo spesso e fate sciogliere a fiamma dolce mescolando di tanto in tanto, fino a che tutto non sia sciolto e cremoso. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare mentre preparate il resto. 
  • Mettete le 2 uova intere + 2 tuorli, il brown sugar e la vaniglia nella ciotola della planetaria e montate con la frusta a velocità sostenuta per 5 minuti, fino ad ottenere una montata densa e chiara. 
  • Versate a filo la cioccolata fusa nella montata di uova, quindi aggiungete la farina setacciata, il lievito e le mandorle e con una spatola di silicone, amalgamate tutto mescolando dall'alto in basso fino a che l'impasto non sarà perfettamente omogeneo. 
  • Versate il composto nello stampo e cuocete per 35/40 minuti. Non cuocete oltre. 
  • Togliete dal forno ed alzate la temperatura a 180° 
  • Si passa alla meringa: mettete i rimanenti 4 albumi in una ciotola d'acciaio pulita e montateli con la frusta elettrica o la planetaria a velocità sostenuta fino a che non si formino dei picchi morbidi. A questo punto cominciate ad aggiungere lo zucchero a cucchiaiate, senza aggiungere la successiva se lo zucchero non sarà completamente dissolto. Ci vorranno c.ca 18 secondi per ogni cucchiaio.  
  • Quando avrete terminato lo zucchero, assaggiate se potete percepire dei cristalli di zucchero. Se la meringa sarà perfettamente setosa, aggiungete l'aceto e fate montare per altri 2/3 minuti a velocità fino a che la vostra meringa non sarà lucida e spessa. 
  • Adesso potete togliere la ciotola dalla braccio e spargete la maizena miscelata con il cacao sulla meringa, utilizzando un setaccio. Con una spatola incorporate con delicatezza facendo attenzione che non restino dei grumi farinosi. 
  • Adesso versate tutta la meringa sul dolce e stendetela con una spatola in maniera armoniosa ma non troppo regolare. 
  • Rimettete il dolce in forno per 20/25 minuti al massimo fino a che la meringa non sia bella gonfia e croccante. Non sovracuocete. 
  • Lasciate raffreddare il dolce a temperatura ambiente per almeno 20 minuti prima di passare la lama del coltello con delicatezza intorno all'anello dello stampo. Una volta tolto l'anello, fate terminare il raffreddamento poi passate in frigo 2 ore prima di servire. 
  • Togliete dal frigo almeno 1 ora prima di servire, e spolverate con il cacao al momento del servizio. 
  • Servite con panna semimontata o se vi piace, con del coulis di frutti rossi. 


martedì 27 marzo 2012

Tre bastano: Crepes con meringata di ricotta e ananas arrostito

If you like Pina Colada - R. Holmes
Non sono impazzita. 2 post consecutivi a base di crepes possono essere sufficienti. Ma come dice il proverbio, non c'è due senza 3 e quello che mancava alla mia rassegna di piatti crepposi, era una crepe dolce. Dopo avere imparato a memoria la ricetta di Giuseppina, che ho fatto perdutamente mia, ho cercato di preparare un dessert ispirata da quello assaggiato l'anno scorso a Lecce creato dallo chef Donato Episcopo. Avendo a disposizione della ricotta freschissima del mio omino di fiducia, ho pensato ad un ripieno voluttuoso ma leggero e per dare corpo e volume alla ricotta, ho preparato una meringa italiana. La meringa italiana ha il vantaggio di potere essere utilizzata per qualsiasi preparazione a freddo grazie alla pastorizzazione dell'albume attraverso la cottura a mezzo dello sciroppo di zucchero ad altissima temperatura. Per la preparazione della meringa italiana vi rimando a questo post. 
Dopo avere setacciato con cura la ricotta, ho incorporato delicatamente la meringa ed il risultato...fantastico. Un composto lieve, dolce ma non stucchevole, cremosissimo e soprattutto misero in calorie. Ad accompagnare questo ripieno era necessario qualcosa di molto aromatico e fresco contemporaneamente. Mi sono innamorata dell'ananas arrostito di Ladurée, una preparazione banalmente semplice ma di grande effetto e soprattutto ricca di una tale intensità di sapori da lasciarti un sogno sulla lingua. L'ananas cotto al forno rilascia i suoi succhi che si fondono con il caramello all'arancia e rum, dando vita ad una salsa strepitosa che da sola è una meraviglia sul gelato, sulla macedonia ed oltre...Provatela, sono certa che ne sarete conquistate. 
Ingredienti per la meringata di ricotta:
- 400 gr di ricotta freschissima
- 200 gr di zucchero semolato fine (tipo Zefiro)
- 100 gr di albumi (3 albumi c.ca)
- 100 ml di acqua
Preparate la meringa italiana come indicato qui
Setacciate accuratamente la ricotta e mettetela in una ciotola capiente. Amalgamate la meringa aggiungendo un paio di cucchiaiate per ammorbidire la ricotta, quindi il resto della meringa. Valutate voi la quantità di meringa da aggiungere, se volete un composto più voluminoso e dolce potete utilizzarla tutta, altrimenti anche solo 2/3 del totale.
Preparate le vostre crepes come ci ha spiegato Giuseppina e come trovate anche qui. Riempite un sac a poche con bocchetta a stella e farcite le vostre crepes. Prima di richiudere la crepe, versare un cucchiaino di salsa d'ananas sulla meringata. Chiudetele a mezza luna quindi disponete i ventaglini di ananas a fianco della crepe ed irrorate con la salsa caramellata. 
Ananas arrostito - Ricetta Ladurée (da "Dolce")
Per 8 persone
1 ananas
1 baccello di vaniglia
4 cucchiai d'acqua + 20 cl
125 gr di zucchero semolato
1 succo d'arancia
1 cucchiaio di rum
Sbuccia l'ananas, taglialo in 6 parti uguali nel senso della lunghezza ed elimina il cuore. Disponi in pezzi in una pirofila
Con un coltello taglia a metà nel senso della lunghezza il baccello di vaniglia e raschia l'interno per estrarne i semi. Versa i 4 cucchiai d'acqua in un pentolino, aggiungi i semi della vaniglia, e scalda sino a farla fremere. Togli dal fuoco e lascia in infusione per 15 minuti.
Preriscalda il forno a 160°. In una casseruola fai cuocere lo zucchero ed i 20 cl di acqua, mescola con una spatola di legno sino ad ottenere un caramello di una bella colorazione. Togli dal fuoco e aggiungi successivamente con attenzione, per evitare di bruciarti, l'acqua vanigliata filtrata, il succo dell'arancia ed il rum caldo. Questa miscela deve essere calda per evitare esplosioni con il caramello. Versa il liquido sui pezzi di ananas, inforna e lascia cuocere per c.ca 1h45. Bagna regolarmente l'ananas con il succo di cottura. Quando ha assunto un bel colore ambrato, togli dal forno e lascia raffreddare. 
Taglia i pezzi di ananas arrostito di fettine di c.ca 5 mm e disponile con armonia a fianco della crepe, accompagnata dal suo succo deliziosamente aromatico. 
Con questa ricetta partecipo per l'ennesima volta all'MTC di marzo sulle crepes di Giuseppina.
Ed anche al contest di Donatella "Trasformiamo la ricotta"