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giovedì 30 gennaio 2025

Lasagne ai carciofi ed animali domestici

Mi voleva Bene - Quartetto Cetra
Alla fine di gennaio vi auguro un Buon Anno! 
Riprendo da dove mi ero interrotta, ovvero da una pasta al forno, questa volta in formato lasagna con uno degli ortaggi di stagione da me più amati. 
Nei giorni scorsi ho avuto come ospite un'amica di mia figlia e la casa era piena di quel friccicore luminoso che hanno le ragazze in fiore. 
Il momento della cena, tutte intorno alla tavola, era il tempo delle condivisioni, dei racconti e delle confessioni: i tic, le paure, il terrore comune per i rettili, ecc. 
Sulla questione rettili e repellenza personale, ci ho scritto diversi post, ma in questa occasione ho ascoltato una storia divertente arrivata da questa ragazza, che vi riporto fedelmente. 

Il Sig. Marco era molto orgoglioso del suo pitone albino. Lo aveva acquistato che era ancora un cucciolo: sistemato in una grande teca con tutti comfort, lo accudiva con amorevole attenzione. Il pitone, che appena giunto nella nuova casa, stava acciambellato nelle due mani del suo nuovo amico, cresceva felice.
Lo seguiva ovunque, si lasciava nutrire: piccoli topi, cavie, animaletti vivi. 
Il Sig Marco lo osservava pieno di orgoglio paterno. Dopo mesi il pitone non entrava più nella teca e trovava i suoi spazi nell'appartamento dell'amico.
Al raggiungimento dei due metri il Sig. Marco lo portò dal veterinario per un controllo di routine. Mentre si vantava dell'affetto dell'animale: "mi vuole così bene che mi segue ovunque", il veterinario lo ascoltava incuriosito - "si figuri che da quale giorno, la notte lo trovo accanto a me nel letto, sdraiato per tutta la sua lunghezza come una persona. E' incredibile quanto mi ami".
Dopo averlo ascoltato con attenzione, il veterinario guardandolo negli occhi, lo rassicurò: "il pitone gode ottima salute e certamente lei le piace moltissimo, infatti sta cominciando a prendere le misure per mangiarla."
Morale della storia, mai confondere l'amore con l'appetito ;)

Ricetta che adoro e che faccio spesso perché è velocissima. Se non preparerete la sfoglia in casa, ancora di più. La parte più impegnativa è la pulitura dei carciofi ma io mi diverto anche in quella operazione. 

Una volta preparati tutti gli ingredienti davanti a voi, montare la lasagna sarà un attimo. 

Il risultato è di grande godimento e piacerà a grandi e piccini. 

Ingredienti per 4 persone 


C.ca 400 g di sfoglia, fatta in casa o acquistata fresca 

10 carciofi freschi e tenaci al tatto con i propri gambi

1 spicchio d’aglio 

Un mazzetto di prezzemolo

Qualche rametto di menta fresca 

500 ml di latte fresco 

50 g di farina 00

50 g di burro

500 g di scamorza fresca 

150 g di parmigiano reggiano grattugiato 

Noce moscata qb

Olio extravergine 

Sale - pepe qb 

  • Per prima cosa preparate la besciamelle: fate sciogliere a fiamma media il burro in una casseruola a fondo spesso fino a che non comincerà a sfrigolare. Buttate la farina in un colpo solo e con una frusta a mano continuate a mescolare per qualche minuto fino a che il roux non prenderà un color nocciola. 
  • A questo punto versate il latte freddo lentamente continuando a rimestare energicamente con la frusta per evitare grumi, Mentre il latte prenderà calore, aggiungete una bella grattugiata di noce moscata ed il sale e portate a cottura. 
  • La besciamelle non dovrà addensarsi troppo. Una volta pronta coprite con la pellicola a contatto e lasciate riposare fuori dal frigo
  • Preparate i carciofi: lavateli ed eliminate le foglie più dure. Pulite i gambi della parte esterna e tagliate le punte dei carciofi. Mettete in abbondante acqua acidulata mentre finite di pulire il resto. 
  • Tagliate i carciofi a metà e a fettine sottili mezzo cm. In una larga padella fate imbiondire uno spicchio d’aglio in 3 cucchiai di extravergine quindi aggiungete i carciofi. Mescolate bene, salate e continuate a cuocere aggiungendo poca acqua fino a che non saranno teneri ma ancora al dente. Finite con una manciata di prezzemolo e menta tritati. 
  • In una padellina a parte farete cuocere i gambi allo stesso modo. Una volta pronti, frullateli con due cucchiai di acqua e uno di extravergine quindi versate questa crema nella besciamelle. 
  • Prendete una pirofila 20x30, distribuite sulla base la besciamelle ai carciofi e cominciate a stratifica: la sfoglia, la besciamelle, i carciofi, la scamorza grattugiata grossolanamente ed il parmigiano fino a terminare con la copertura, una sfoglia con un leggero strato di besciamelle e qualche carciofo. Spolverate con parmigiano e cuocete per c.ca 35/40 minuti a 180°. Servite ben calda. 




 

lunedì 13 marzo 2023

Vellutata di carciofi e patate: la stagione dei miei fiori

Cynara era una splendida giovane Ninfa dal volto lucente, gli occhi verdi con riflessi violetti, i lunghi capelli color della cenere. Passeggiava spesso su una spiaggia della Sicilia osservando il suo mare, ma un giorno Zeus, che andava a trovare il fratello Poseidone, viaggiando sulla sua barca la vide e se ne innamorò. 

A nulla valsero i suoi tentativi di sedurla: Cynara non ne voleva sapere. 

All'ennesimo rifiuto, Zeus infuriato, la trasformò in un carciofo, un ortaggio con spine e dure foglie a simboleggiare la resistenza della fanciulla, ed un cuore tenero e delicato come la virtù che lei era riuscita a preservare. 

Fortunati noi che possiamo godere ogni stagione invernale e primaverile, di questi meravigliosi fiori dell’orto.

Il carciofo è un ortaggio pieno di poesia. 

Come diceva Neruda, nella sua Ode al Carciofo, sembra un soldato protetto dalla sua armatura. 

Ma soltanto le mani di una donna riescono a domarlo e a trasformarlo nella più deliziosa delle pietanze. In effetti il suo aspetto è minaccioso, svettante verso l'alto coperto da un elmo puntuto. 

Verrebbe da chiedersi le ragioni della natura, per "traverstire" in maniera così efficace un ortaggio...ma la risposta è semplice: la bontà e la bellezza rendono facili prede.

Pensiamo alla Rosa. 

Il suo profumo inebria gli insetti che l'aiutano a prosperare ma le spine la difendono da mani rapaci. 

Il carciofo difende il suo ambito cuore, dietro una corazza robusta e piena di spine

Nella stagione dei miei fiori più amati, vi regalo una vellutata facile e deliziosa, che può diventare anche un finger food se servita in piccoli bicchieri o coppette. 

A me non basta una ciotola grande perché ne vado pazza. 

Dimenticavo: è naturalmente vegan 


Ingredienti per 4 persone

200 g di cipollotto 

300 g di patate 

6 carciofi moretti 

4 fette di pane fresco tipo toscano

1 mazzetto di prezzemolo

qualche rametto di Nipitella e fogliolina di menta 

700 ml di brodo vegetale 

1 cucchiaio di semi di girasole 

Olio extravergine 

Sale - pepe nero qb 

  • Sbucciate le patate e tagliatele a dadini. Pulite con cura 4 carciofi, eliminando le foglie più tenaci ed eventuale fieno. Pulite anche il gambo eliminando la parte esterna e tagliatelo a pezzetti. Mettete a mollo in acqua acidulata con succo di limone fino al momento di utilizzarli. 
  • Affettate finemente il cipollotto e fatelo rosolare dolcemente in 2 cucchiai di olio extravergine. Quando sarà traslucido, aggiungete le patate ed i carciofi tagliati a fettine e mescolate con cura. Aggiungete il prezzemolo tritato quindi coprite le verdure con il brodo vegetale caldo. 
  • Il brodo dovrà coprire le verdure di c.ca 1 cm. Fate cuocere a fiamma media, lasciando sobbollire dolcemente per 15/20 minuti. 
  • Una volta pronte, con un mixer a immersione, frullate il tutto per ottenere un composto denso e vellutato. Se fosse troppo fluida, potrete continuare la cottura a raggiungimento della consistenza preferita. 
  • Mentre la vellutata cuoce, preparate gli elementi per rifinire il piatto. Pulite i restanti carciofi e tagliateli a fettine sottili. Tagliate il pane a dadini. 
  • In una padella per fritto, versate poco olio extra vergine per coprire il fondo. Scaldate l’olio e friggetevi le fettine di carciofo. Scolatele su carta assorbente.  Nello stesso olio, rosolatevi il pane fino a che non sarà bello dorato. Scolate e salate leggermente. 
  • Aggiustate la vellutata di sale e pepe. 
  • Porzionatela ben calda nelle ciotole e rifinitela con i carciofi dorati, il pane croccante, la nipitella e la menta, i semi di girasole e un bel giro d’olio nuovo. Servite immediatamente.





mercoledì 10 febbraio 2021

Rotolo ai carciofi

You don't own me - Saygrace

Cynara era una splendida giovane Ninfa dal volto lucente, gli occhi verdi con riflessi violetti, i lunghi capelli color della cenere. Passeggiava spesso su una spiaggia della Sicilia osservando il suo mare, ma un giorno Zeus, che andava a trovare il fratello Paseidone, viaggiando sulla sua barca la vide e se ne innamorò. 
A nulla valsero i suoi tentativi di sedurla: Cynara non ne voleva sapere. 
All'ennesimo rifiuto, Zeus infuriato, la trasformò in un carciofo, un ortaggio con spine e dure foglie a simboleggiare la resistenza della fanciulla, ed un cuore tenero e delicato come la virtù che lei era riuscita a preservare. 
Fortunati noi che possiamo godere ogni stagione invernale e primaverile, di questi meravigliosi fiori dell'orto. 
Dalla scorta dei magnifici Spinosi Sardi di cui vi ho parlato nell'ultimo post, ho preparato una nuova ricetta. Si tratta di un rotolo di sottilissima pasta sfoglia che avvolge un ripieno morbido e rico di ricotta e spinaci. Arrotolato su se stessa, diventa un lunghissimo "strudel" che dovrete arrotolare come una chiocciola e cuocere in forno. 
Servito caldo o tiepido, diventa un buon antipasto, o un piatto unico se accompagnato da una bella insalata di stagione. 
Provate questa sfoglia che è molto particolare ed ha una elasticità incredibile che vi consentirà di tirarla fino a diventare quasi trasparente. 

Ingredienti per 6 persone
Per la sfoglia 
250 g di farina 00 più extra per spolverare
10 ml di olio di girasole
1 uovo 
100 ml di latte a temperatura ambiente  

Per il ripieno 
500 g di ricotta
50 g di parmigiano grattugiato 
1 uovo
6 carciofi con i gambi 
un mazzetto di prezzemolo 
1 spicchio d'aglio 
1 limone
Olio extravergine qb
sale - pepe nero 
  • Per prima cosa pulite i carciofi, eliminando le foglie più tenaci, le punte e verificate tagliandoli a metà, che non abbiano il fieno, nel caso eliminatelo e mettete a bagno in acqua acidulata con il succo del limone. 
  • Affettate finemente i carciofi e fateli cuocere in una larga padella con 3 cucchiai d'olio ed uno spicchio d'aglio per una decina di minuti. Aggiungete un paio di cucchiai d'acqua via via e mescolate bene. Salate e pepate generosamente. Poco prima di finire la cottura (dovranno restare un po' al dente) aggiungete una bella manciata di prezzemolo. Tenete da parte e fate raffreddare completamente. 
  • Mettete la ricotta in un setaccio e fatela sgocciolare su un lavandino per una ventina di minuti, in modo che perda il siero. 
  • Preparate la pasta, impastando tutti gli ingredienti su una spianatoia per una decina di minuti, con energia. L'impasto dovrà risultare liscio, setoso ed elastico. Copritelo con una ciotola e fatelo risposare mentre preparate il ripieno  
  • In una larga ciotola, mettete la ricotta, il parmigiano, un pizzico di sale e pepe e mescolate bene. Aggiungete i carciofi con il proprio liquido ed incorporate molto bene il tutto. Lasciate riposare mentre stendete la sfoglia. 
  • Mettete un canovaccio di 65x50 cm su una spianatoia con il lato lungo di fonte a voi e cospargetelo di farina. Con un matterello stendete la pasta fino a che non sia davvero molto sottile e copra completamente il canovaccio. Potrete utilizzare le mani e gli avambracci per aiutarvi a tirare la sfoglia, che è estremamente elastica e duttile. Fate molta attenzione a non strapparla. 
  • Prendete 30 ml di olio  e spennellate l'intera superficie della sfoglia quindi spalmate il ripieno aiutandovi con un cucchiaio o una spatola su tutta la superficie. 
  • Aiutandovi con il canovaccio cominciate ad arrotolare la sfoglia ottenendo uno strudelone lungo quanto il canovaccio. Arrotolate su se stesso il vostro rotolo per ottenere una grande chiocciola. sigillate bene i bordi. 
  • Preparate uno stampo rotondo con fondo amovibile e mettetevi un foglio di carta da fondo. Senza ancora aggiungere il cerchio, trasferite con delicatezza il rotolo sul fondo quindi inserite il cerchio. 
  • Spennellate con olio extravergine tutta la superficie e mettete in forno a 200° per c.ca 30 minuti. 
  • Controllate la superficie che dovrà ben colorarsi, nel caso prolungate la cottura di qualche minuto. 
  • Togliete da forno, eliminate il cerchio e fate scivolare il rotolo su una gratella. 
  • Servite caldo o tiepido tagliato a fette. 





mercoledì 3 febbraio 2021

Coniglio in Carciofaia: il Carciofo Spinoso Sardo

Guerriero - M. Mengoni

Non ho mai nascosto la mia passione per un ortaggio che ho spesso celebrato su questo blog: il Carciofo.
Ho cominciato a cucinarlo relativamente tardi nella mia vita ma sono orgogliosa di affermare che sono stata consumatrice appassionata sin da piccola, quando grazie ad una nonna laziale, ho potuto crescere apprezzandolo a fondo. 
Da adulta poi, è stato amore incondizionato. 
A nulla valgono i dolori addominali che spesso si presentano nelle ore successive alla consumazione (e che so colpiscono molte persone che soffrono di colon irritabile o particolare sensibilità alla "cinarina", un acido contenuto nelle foglie di carciofo). 
Non riesco a resistere e in stagione li mangio spessissimo. 

Il carciofo è un ortaggio pieno di poesia. 
Come diceva Neruda, nella sua Ode al Carciofo, sembra un soldato protetto dalla sua armatura. 
Ma soltanto le mani di una donna riescono a domarlo ed a trasformarlo nella più deliziosa delle pietanze.
In effetti il suo aspetto è minaccioso, svettante verso l'alto coperto da un elmo puntuto. 
Verrebbe da chiedersi le ragioni della natura, per "traverstire" in maniera così efficace un ortaggio...ma la risposta è semplice: la bontà e la bellezza rendono facili prede.
Pensiamo alla Rosa. Il suo profumo inebria gli insetti che l'aiutano a prosperare ma le spine la difendono da mani rapaci. 
Il carciofo difende il suo ambito cuore, dietro una corazza robusta e piena di spine.
Ho potuto sperimentarlo personalmente nel mio incontro con il Carciofo Spinoso Sardo. 

TENEREZZA SPINOSA
Ho avuto la fortuna di ricevere una cassetta di freschissimi Carciofi Spinosi prodotti dall'Azienda "Sa Marigosa" promossa e sostenuta da "Insula", società di valorizzazione di prodotti sardi.  
L'azienda risiede nella provincia di Oristano. La zona del Campidano è in effetti una delle aree di maggiore produzione di questo prodotto anche se è possibile trovarlo in quasi tutte le province sarde.
Non avevo mai visto questo carciofo, pur avendone sentito parlare tantissimo anche da mio marito e quando ho aperto il pacco, sono rimasta senza parole. 
Gambo lunghissimo, robusto, carnoso e avvolto da lunghe foglie dalle estremità spinate. 
Il gambo stesso è protetto da numerose spine e per maneggiarlo è consigliabile indossare dei guanti spessi e antiurto. 
La testa è grande, ovale con estremità a ogiva e foglie larghe di un verde intenso che vira al magenta, sormontante da grandi spine gialle, che ricordano le unghie di gatto...impressionanti. 
Ho trascorso un'intera mattinata a fotografarli perché la loro bellezza è indiscutibile. 
Poi è arrivato il momento di pulirli e son cominciati i dolori, anche perché ho affrontato la prova senza guanti ed ho ancora qualche spina conficcata nelle dita. 
Ne ho preparata una bella quantità spadellata per il ripieno del coniglio: mentre controllavo la cottura, ho dovuto smettere di assaggiare perché stavo dando fondo alla padella. 
Tenerissimi, cuociono in pochi minuti ed hanno un sapore dolce e poco tannico, anzi, con mia grande sorpresa, quel retrogusto minerale che ricorda il metallo, è pressocché inesistente. 
Vanno puliti con acqua abbondantemente acidulata con limone perché si ossidano immediatamente. 

UN ORTAGGIO PIENO DI VIRTU'
In una dieta salutare, dovremmo tutti ricordarci dei grandi benefici contenuti in questo fiore spinoso. 
La cinarina infatti, è un ottimo aiuto per riportare il colesterolo LDL a livelli accettabili. Inoltre la gran quantità i flavonoidi, fibre e sali minerali proteggono da rischi cardiovascolari, abbattono i trigliceridi ed aiutano il nostro intestino a lavorare nel modo giusto. 
Non dimentichiamo poi le vitamine A, C ed E di cui è ricco.
Per dare una fine onorevole a questo bellissimo bouquet, ho deciso che avrei preparato un Coniglio in carciofaia, che ho già proposto in questo blog, ma con una versione completamente diversa.
Oggi vi offro un coniglio ripieno di una deliziosa farcia di carciofi prosciutto e pane, al profumo di menta. 

Ecco qui di seguito la ricetta

Ingredienti per 4 persone

800 g di coniglio intero disossato 
8 carciofi spinosi sardi 
100 g di prosciutto crudo di Parma 
3 fette di pane raffermo (80 g cc.a)
1 manciata di foglioline di menta
1 mazzetto di timo 
1 bicchierino di vino bianco secco
olio extravergine 
sale - pepe nero macinato fresco
2 spicchi d'aglio 
  • Prendete il coniglio disossato e mettetelo a bagno in una ciotola con acqua ed un bicchiere di aceto. Lasciate riposare per un paio d'ore. 
  • Nel frattempo preparate il ripieno. Pulite tutti i carciofi, privandoli delle foglie più dure e coriacee. Tagliateli a metà ed eliminate l'eventuale fieno e mettete a bagno in acqua acidulata. Pulite anche i gambi eliminando la parte esterna e tenendo la parte più chiara centrale. Riducete i gambi a dadini o fettine. 
  • Affettate finemente 4 carciofi e lasciate gli altri 4 a bagno. In una larga padella mettete 2 cucchiai abbondanti di olio extravergine ed 1 spicchio d'aglio che lascerete rosolare a fiamma dolce. Versate i carciofi, alzate la fiamma e rosolateli mescolando con cura. 
  • Abbassate la fiamma, salate e versate un mestolo d'acqua, coprite e cuocete per c.a 5 minuti, mescolando di tanto in tanto. 
  • Scoprite e assaggiate. I carciofi dovrebbero già essere teneri. Nel caso continuate la cottura per ancora un paio di minuti. Prima di spegnere la fiamma, versate un cucchiaino di menta tritata e mescolate bene. Lasciate raffreddare. 
  • Ammollate le fette di pane in acqua. Nella ciotola di un mixer con lama, versate i carciofi cotti con i propri succhi,  il pane ammollato, strizzato e sbriciolato, il prosciutto crudo e frullate, fino ad ottenere un composto bricioloso ma non troppo fine. 
  • Togliete il coniglio dall'acqua ed asciugatelo con cura. Sistematelo su un foglio di carta da forno ed apritelo completamente.  Salate e pepate massaggiando la polpa. Stendete il ripieno su tutta la parte centrale in maniera uniforme. Richiudete le zampe verso l'interno e arrotolate in modo che i due lembi della sella si tocchino. 
  • Cercate di dare una forma uniforme al rotolo e chiudete aiutandovi con uno spago da cucina su tutta la lunghezza. Una volta chiuso, salate e rifinite con rametti di timo. 
  • Sistematelo in una pirofila in cui avrete messo un filo d'olio ed il bicchiere di vino e fate cuocere in forno preriscaldato a 180° statico, per c.ca 50/60 minuti (dipende dal peso - 1 kg di rotolo ci metterà c.ca 1 ora). 
  • Ogni 15 minuti, irrorate il coniglio con i propri succhi e giratelo. 
  • Mentre il coniglio cuoce, preparate il resto dei carciofi. Una volta puliti, tagliateli in grossi spicchi e cuoceteli in padella esattamente come quelli per il ripieno, insaporendoli con la menta e tenendoli in caldo sino che il coniglio non sarà pronto. 
  • Lasciate riposare il coniglio per una decina di minuti coperto con un foglio di alluminio, quindi servitelo con i suoi carciofi tagliato a fette spesse. 








mercoledì 16 dicembre 2020

Tagliolini agli agrumi con scampi e carciofi croccanti

Non si vive solo di dolci.
Lo so, qualcuno mi taccerà di essere ripetitiva postando un dolce dopo l'altro, ma siamo sotto Natale e l'idea è anche quella di poter regalare qualcosa di buono agli amici senza devastare le proprie finanze già messe a dura prova da un anno da disoccupata. 
Così si abbonda in biscotti e robe simili.
Però vi garantisco che in casa mia mangiamo.
Pasta, carne, pesce, uova, tante verdure. 
Dolci, qualcuno, magari la sera dopo cena per una coccola di fine giornata. 
Che io faccia dolci tutti i giorni è una mitologia, una notizia falsa e tendenziosa messa in giro da qualcuno che non mi vuole bene. 
E poi, noi sedicenti blogger, tendiamo ad adagiarci su foto di dolci solo perché sono più fotogenici. 
Vaglielo a dire ad una trippa di fare la figa mentre la inquadro. Non mi ascolta, fa quello che le pare. 
Ma giustamente lei è una di carattere...mica come certe torte, tutto zucchero a velo e ghirigori che poi, al primo morso non sanno di niente. 
Prometto che il 2021 vedrà questo blog molto più salato del solito. 
Ed oggi, per chiudere questo mese in bellezza vi presento loro! 
Un classicone.
Ho giusto aggiunto i carciofi croccanti per dare un po' di verve all'insieme, ma tagliolini al limone o agli agrumi è un piatto che vince sempre. Se poi ci aggiungiamo degli scampi polposi e saporiti, allora ecco che la festa è in tavola. 
Provateli. 
Sono facili facili facili. 
Non devo neanche insistere. Si preparano davvero velocemente e la porca figura è assicurata! 

Ingredienti per 4 persone 
350 g di tagliolini all'uovo freschi 
4 carciofi morelli 
12 scampi freschi 
60 mll di succo d'arancia spremuta fresca
30 ml di succo di limone
1 spicchio d'aglio
1 carota 
1 gambo di sedano
1 mazzetto di prezzemolo 
olio extravergine
sale - pepe nero 
  • Sgusciate gli scampi tenendo da parte le teste. 
  • In una larga casseruola, versate due cucchiai d'olio, aggiungete le teste degli scampi, insieme alla carota ed al sedano tagliati a pezzetti. Fate rosolare a fiamma media per 5/6 minuti quindi versate acqua a coprire il tutto e fate sobbollire per una ventina di minuti. Durante la bollitura, schiacciate  bene le teste con un cucchiaio di legno in modo da estrarre tutto il sapore.  Salate e lasciate al caldo.
  • Pulite i carciofi privandoli delle foglie più dure, le punte ed eventuale fieno centrale, e metteteli a mollo in acqua acidulata con il succo di un limone. 
  • Scolateli, asciugateli ed affettateli finemente. In una padella per frittura, versate due dita di olio extravergine e friggetevi i carciofi a più mandate, scolandoli quando saranno ben dorati e croccanti. 
  • Filtrate il brodetto di scampi. 
  • Saltate gli scampi in poco olio girandoli via via per un paio di minuti, quindi irrorateli con il succo degli agrumi e continuate a cuocere per un'altro paio di minuti. Salate e pepate. 
  • Togliete gli scampi dalla salsa e tagliateli a pezzetti non troppo piccoli. Versate il fondo di cottura degli scampi nel brodetto. 
  • Cuocete i tagliolini in abbondante acqua bollente salata. Ci vorrà c.ca un minuto. 
  • Trasferiteli in un ampia padella saltapasta dove avrete portato a ebollizione il brodetto. Terminate la cottura saltandoli con i carciofi e gli scampi in modo che la pasta sia ben mantecata nel brodo. Servite immediatamente. 






 


giovedì 10 dicembre 2020

La Panada (Sa Panada) e la "Pentola di Pane"

Oh Holy Night - Matt Nickle Music 

Non appena questo periodo di eremitaggio forzato terminerà e prenderò coscienza che il mondo è tornato un posto sicuro in cui muoversi, la mia voglia e necessità di viaggiare deflagherà come una supernova. 
Il viaggio è una delle ragioni per cui la vita merita di essere vissuta e non per niente l'ho scelto come lavoro. 
So per certo che cercherò di viaggiare nel nostro paese: la tendenza generale sarà quella dei viaggi di prossimità prima che la situazione possa tornare alla completa normalità.
Magari già da questa primavera potrò tornare in Sardegna, a Cagliari, una città di una bellezza decisamente sottovalutata. 
Dalla Toscana abbiamo la fortuna di volare direttamente da Pisa in meno di un'ora e con il trenino metropolitano dall'aeroporto, in un attimo si è nel cuore di questa fantastica città. 
Ci sono stata svariate volte negli ultimi cinque anni ed ogni volta è stata una vera sorpresa.
In un intenso moto di nostalgia, voglio parlarvi di un piatto tradizionale sardo che è un po' una metafora del viaggio: Sa Panada.
Un mondo di sapori racchiuso in una crosta croccante: non sai mai cosa aspettarti fino a quando non avrai dato il primo morso. 
Il viaggio è così: non sai mai cosa ti attenda sino a che non parti. 
I luoghi della Panada
La panada più cara ai cagliaritani è indubbiamente quella di Assemini, piccolo borgo a c.ca 10 km a sud di Cagliari. 
La leggenda vuole che la panada sia nata qui, sui bordi del grande stagno di Santa Gilla, vicino al quale sorge il paese. In queste acque dolci si pescano rinomate anguille che vengono cucinate in molti modi e che spesso finiscono in crosta. Pare che durante una ricca giornata di pesca, i pescatori non avendo un utensile adatto per cuocere questo pesce, lo abbiano avvolto nella onnipresente pasta di pane creando una sorta di pentola e così cotto sul fuoco. 
Il risultato fu talmente sorprendente da diventare presto un piatto molto amato, dal variegato ripieno che oggi possiamo trovare a base di agnello, manzo, carciofi, funghi e quanto la fantasia proponga. 
Altri luoghi in cui gustare la panada sono Cuglieri, Oschiri (una delle poche che viene lucidata con l'immersione nell'acqua bollente), Berchidda e Pattada. 

La "Pentola di pane" 
Nei giorni di festa e spesso sotto Natale, la panada vive il suo momento di gloria. 
Sopra ad una tavola riccamente imbandita, si servono grandi "pentole di pane" ripiene di ogni bontà, eliminando il coperchio con un coltello affilato una volta presentata. 
Nella vita quotidiana, sono apprezzatissime le mono porzioni: panadine riccamente farcite che diventano un facile cibo da strada da consumare in pausa pranzo o mini panade grandi come un boccone servite in aperitivi eleganti. 
Il concetto di "pentola di pane" ovvero contenitore di cibo mangiabile con le mani grazie all'ausilio della crosta, è molto antico e risale già ad epoca romana ma con maggiore utilizzo nel Medioevo, in cui il "pasticcio" non poteva mancare sia sulle nobili tavole dei signori che più in basso, al desco dei meno abbienti, diventando un cibo nutriente e piuttosto bilanciato in quanto conteneva allo stesso tempo, quando disponibili, proteine, carboidrati e fibre. 
Mentre il termine panada, pare rifarsi alla tradizione di influenza iberica dove ancora oggi troviamo la celebre Empanada Gallega o le Empanadas presenti in molti luoghi del Sud America, soprattutto in Argentina. 

Acqua, semola e strutto.
L'impasto che crea la panada, è di semplice semola rimacinata, in parte tagliata con farina 0, strutto ed acqua. L'olio extravergine ha quasi del tutto sostituito lo strutto, ma nel mio caso ho voluto mantenere la tradizione utilizzando come elemento grasso lo strutto aggiungendo anche 2 cucchiai d'olio buono come consigliato da una amica. Inoltre pur essendo una pasta di pane, non vi è alcun agente lievitante. 
Potrei dire che  stiamo parlando di una sorta di frolla salata molto resistente ed elastica, chiamata anche "pasta violata" ed utilizzata anche per la preparazione delle pardulas. 
Le versioni tradizionali della panada sono due: con anguille e con agnello e carciofi. 
Il ripieno deve essere ricco e abbondante per bilanciare con la crosta che lo serve. Inoltre non può mancare la presenza del celebre pomodorino secco sotto sale, il tradizionale insaporitore di molti piatti sardi.
La ricchezza della panada ha fatto nascere anche un simpatico detto originario di Assemini: Sesi tunda comendi una Panada", un modo bonario e carino per indicare una persona florida. 
La "mia" Panadina vegetariana
Non me ne vogliano i puristi, ma essendo la prima volta che mi cimento in questa ricetta, ho voluto provare un ripieno semplice e di mio gusto, utilizzando solo carciofi di stagione (purtroppo non il celebre Spinoso, ma solo dei Morelli toscani comunque saporiti), patate, pomodorini secchi sotto sale e aromi. 
Il risultato mi ha sorpreso moltissimo, soprattutto per la resa della pasta, così duttile, setosa e croccante una volta cotta.
Di certo sperimenterò nuovi ripieni, portando nel cuore il mio infinito affetto per questa isola meravigliosa. 
Per le informazioni storiche sulla Panada devo ringraziare la cara Dr.ssa Alessandra Guigoni che con il suo libro "Cibo Identitario della Sardegna" - Istituto Superiore Regionale Etnografico (Regione Sardegna) - mi ha aiutata a mettere chiarezza sulle origini ed i luoghi di questa importante ricetta. 

Ingredienti per 6 panadine 

Per la pasta di pane 
300 g di semola rimacinata
200 g di farina 0
100 g di strutto ammorbidito 
250 ml c.ca di acqua a temperatura ambiente
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva  
1 cucchiaino di sale 

Per il ripieno 
5 carciofi spinosi (io ho usato dei Morelli toscani)
3 patate medie 
50 g di pomodorini secchi sotto sale 
1 spicchio d'aglio
1 mazzetto di prezzemolo 
qualche rametto di timo
1 limone
olio extravergine qb 
sale - pepe a piacere 

  • Miscelate le farine insieme al sale e formate una fontana su una spianatoia. Al centro mettete lo strutto ammorbidito e l'olio extravergine. Versate metà dell'acqua e con una forchetta cominciate ad incorporare la farina all'acqua e ai grassi. Continuate ad aggiungere acqua via via in base a quanta ne incorporano le farine e dopo poco cominciate a lavorare l'impasto con le mani. 
  • Quando la massa starà insieme e sarà morbida ma non molle, lavoratela con energia per una decina di minuti. La texture dovrà essere morbida ma non umida o appiccicosa, ma bella asciutta e setosa. Una volta pronta avvolgetela nella pellicola e fatela riposare al fresco mentre preparate il ripieno. 
  • Sbucciate, lavate e lessate le patate per 20 minuti. Non dovranno essere completamente cotte perché termineranno la cottura nella panada. Fate raffreddare completamente. 
  • Private i carciofi delle foglie più dure e le parti dei gambi più coriacee quindi metteteli in acqua acidulata con il succo di un limone. Successivamente tagliateli a metà, privateli dell'eventuale fieno e affettateli finemente. Pulite i gambi e sminuzzateli.
  • In una larga padella, scaldate 3 cucchiai di olio con lo spicchio d'aglio, aggiungete tutti i carciofi e fate cuocere 7/8 minuti, mescolando via via ed aggiungendo poca acqua se necessario. Salate ed insaporite con un cucchiaio di prezzemolo tritato quindi fate raffreddare. 
  • Stendete l'impasto con un mattarello ad uno spessore di 4/5 mm. Con due coppapasta, uno di 15 cm ed uno di 8 cm di diametro. I ritagli potranno essere reimpastati con facilità. 
  • Al centro del cerchio grande, che sarà il contenitore del ripieno, formate una montagnetta di carciofi e patate intervallati dai pomodorini secchi tagliati a filletti. Condite con un filo d'olio e poco sale, qualche fogliolina di timo ed appoggiate il cerchio piccolo sulla cima. 
  •  Sollevate il lembo della base su un lato e portate a toccare il lembo del coperchio unendoli per attaccarli. Fate lo stesso con il lembo opposto, quindi con quello in alto e quello in basso. A questo punto chiudete bene il tutto schiacciando il bordo con le dita verso l'alto (v. foto seguente). 
  • Il passo successivo sarà realizzare la "spighetta" ovvero la decorazione che assomiglia ad una piccola treccia. Basterà pizzicare il lembo con il pollice e sovrapporlo verso l'indice con una sequenza sempre uguale e continuativa, fino a completare la circonferenza. 
  • Una volta realizzate le vostre panadine, mettetele una ventina di minuti in frigo mentre accendete il forno a 180° C. Sistemate le panadine su una placca coperta con carta da forno e fate cuocere per almeno 1 ora fino a che non saranno ben dorate sopra e sotto, girando la teglia a metà cottura. 
  • Servitele ben calde. 
  • Si conservano a lungo, al fresco coperte con dell'alluminio. Basterà riscaldarle in forno perché tornino buone come appena fatte. 



lunedì 16 marzo 2020

Tortelloni di carciofi su crema di patate e prosciutto croccante: isolamento.

Are you lonesone tonight - E. Presley
Si apre una nuova settimana di isolamento.
Cancellare qualsiasi appuntamento sull'agenda, impegni, programmazione. 
Ritrovarsi a vivere giornate come pagine completamente bianche. 
Perdere il senso del tempo, della vita che scorre. 
Questo è l'isolamento. 
Probabilmente deve essere così, sentirsi estraniati e senza riferimenti. 
Perdere la routine per lasciare spazio alla totale improvvisazione. 
Dovrebbe essere divertente poter essere padrone del proprio tempo, ma non è così: abbiamo perso la capacità di vivere la lentezza, di rapportarci alla solitudine, di fermarsi a guardarsi dentro invece di fissare fuori.
Questa quarantena è la vittoria dei social che forse per una volta hanno avuto un ruolo veramente "sociale". 
Eppure è solo l'inizio. 
Avremo ancora due settimane come quella appena trascorsa, ma nessuno sa se saranno le ultime e probabilmente questo inizio ordinato e paziente comincerà a sfilacciarsi lasciando intravedere l'insofferenza ed il disagio, specialmente per tutti coloro che vivono da soli.
Bisogna avere un carattere di ferro per riuscire a superare l'emergenza nella solitudine e non so se tutte quelle persone anziane o chi ha perso di recente compagni o familiari, in questo momento possano superare una simile crisi senza l'aiuto dei propri cari. 
Ricorderemo questi giorni con sentimenti contrastanti: l'euforia del ritrovarsi a casa a vivere una vita lenta e comoda; l'incertezza del dopo e del quando; l'irrequietezza dell'energia non incanalata e la sensazione di perdere occasioni di vita e opportunità di divertimento (questo per i giovani); la necessità di riflettere sull'importanza di un cambiamento che la crisi sta richiedendo a gran voce. 
Chiuderò questo pensiero con il grande Saramago: "Bisogno ritornare sui passi già dati, per ripeterli, per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre." 
Il tempo lo avete per dedicarvi alle cose che amate ed è adesso.
Anche per fare la pasta in casa, per chiamare a gran voce la Primavera che già fa capolino oltre la finestra. 
Questi tortelloni con carciofi e ricotta sono un canto al tepore che arriva e che ci dice che la vita ricomincia nella sua vivacità colorata. 

Ingredienti per 4 persone
Per la sfoglia
300 g di farina 0
3 uova grandi
1 pizzico di sale

Per il ripieno 
4 carciofi morelli puliti e affettati finemente
300 g di ricotta di pecora
1 uovo grande
1 spicchio d’aglio
1 ciuffo  generoso di prezzemolo tritato finemente.
80 g di pecorino toscano DOP media stagionatura grattugiato
sale - pepe nero macinato fresco qb
olio extravergine qb

Per la crema di patate
300 g di patate sbucciate e tagliate a dadini
1 rametto di rosmarino
1 spicchio d'aglio
sale - pepe qb
Olio extravergine Chianti Dop

Per rifinire
50 g di Prosciutto crudo di Parma a fettine sottili.
Ilio extravergine Toscano Dop
Qualche rametto di timo.
  • Versa la farina su una spianatoia e fai la fontana. Al centro rompi le uova e metti un pizzico di sale. Con la forchetta sbattile leggermente e comincia ad incorporare piano piano la farina. Cominciare a lavorare con le mani, aiutandoti a raccogliere la farina con un tarocco, quindi lavora l'impasto non meno di 15 minuti, fino ad ottenere una palla liscia e setosa che farai riposare avvolta dalla pellicola per almeno 30 minuti. 
  • In una larga padella fai insaporire 3 cucchiai d’olio con lo spicchio d’aglio, quindi versa i carciofi e fai cuocere una decina di minuti, aggiungendo dell’acqua se necessario, fino a che non saranno morbidi ma ancora al dente. Sala e aggiungi una manciata di prezzemolo quindi tieni da parte. 
  • Fai  lessare  le patate in acqua fredda con lo spicchio d’aglio ed il rosmarino fino a che non saranno morbide. Tieni da parte e fai raffreddare. 
  • In un blender, frulla i carciofi in una crema grossolana.
  •  Prepara il ripieno. In una larga ciotola versa la ricotta che avrai fatto scolare del siero, li carciofi frullati, il pecorino toscano, l'uovo ed un filo d’olio e mescola tutto molto bene per ottenere un composto omogeneo. Aggiusta di sale e pepe. 
  •  Stendi la pasta ad uno spessore di c.ca 1,5 mm.(se usi la macchinetta, spessore 7).  Non deve essere troppo sottile ma sostenere bene il ripieno senza risultare grossolana. Versa il ripieno in un sac a poche e taglia la punta in modo da avere una apertura di c.ca 2 cm di diametro. Ritaglia dei quadrati di c.ca 5 cm di lato e metti al centro una noce di composto. Chiudi il quadrato sovrapponendo due vertici opporti in modo da ricavare un triangolo. Salda bene i lati quindi, con la base del triangolo verso di te, ripiega all’interno la punta e chiudi il tortello tenendo fra pollice ed indice un angolo della base e facendo girare intorno all'indice l'altro angolo, che andrà a richiudersi sul primo. Otterrai così il tuo tortello. Prosegui fino a terminare gli ingredienti. Dovresti ottenere tra 6/7 tortelli a persona.  
  •  Metti a bollire l'acqua per i tortelli. Nel frattempo prepara la crema di patate. Passa le patate cotte nel passaverdure un paio di volte, quindi aiutandoti con il liquido di cottura, ripassale al setaccio per ottenere una crema fine e vellutata. Non usare un mixer a immersione perché svilupperebbero l’amido e diventerebbero collose. Versa la crema in una casseruolina, aggiungi il liquido di cottura (da cui sarà stato eliminato l’aglio ed il rosmarino) per ottenere una crema fluida. Se hai poco liquido, scalda del brodo vegetale. Versala calda sul fondo dei piatti di portata in uno strato sottile. 
  •  Scalda 4 o 5 cucchiai di Extravergine con i rametti di timo per profumarlo e tieni pronto.
  • Rendi croccanti le fette di prosciutto facendole cuocere su una padella antiaderente, asciugale fra carta assorbente e sminuzzale al coltello.
  • Disponi i ravioli sulla crema e rifinisci con le fettine di prosciutto croccanti ed un filo di olio aromatico e servi immediatamente.

lunedì 10 aprile 2017

Crostata di riso con carciofi ricotta e pomodorini Pachino: ragione e insensatezza

Why - Annie Lennox
Sto pensando che la Pasqua si avvicina e che sarà senza dubbio, la più difficile della mia vita.
Voglio aggrapparmi al simbolo primario di questa celebrazione, ovvero la speranza della rinascita, e credere che, se questi ultimi mesi di difficoltà e paura sono giunti al proprio capolinea proprio in questo periodo, una ragione ci sarà.
Cercare ragioni nell'insensato è un esercizio al quale il genere umano tende ad indulgere ogni qualvolta non trova risposta.
Quindi il più spesso possibile.
E' un esercizio pericoloso, che va di pari passo con il "Se avessi...", altro genere di tortura alla quale riusciamo ad abbandonarci senza alcuna riserva.
Quando qualcosa di grande come una malattia incurabile od una perdita repentina si abbatte sulle nostre vite, nulla di ciò che conoscevamo sembra trovare una dimensione accettabile nella nostra quotidianità.
Facciamo tutto come prima, secondo il vecchio detto "the show must go on", ma è come se il nostro io fosse seduto in un angolo ed osservasse dall'esterno ogni azione di quello sconosciuto che ci assomiglia, senza per altro provare il minimo interesse per tutto quel movimento.
Si resta in disparte, prigionieri di una bolla nella quale non si riesce a fare nulla se non continuare a chiedere risposte ad una sola ed unica insulsa domanda: "perchè".
Il voler a tutti i costi trovare la risposta all'evidente mistero universale, ci rende più piccoli e fragili di quanto già non ci sentiamo, ed anche molto stupidi, visto che la risposta invece dovremmo averla già capita.
E' la vita Bellezza!
Che la si voglia accettare o meno, abbiamo ricevuto il pacchetto all inclusive nel momento esatto in cui la nostra testa è uscita dal più sicuro nido del ventre di nostra madre, ed abbiamo urlato il nostro buongiorno al mondo. Non si può mica scegliere.
Ciò che invece fa la differenza, è la nostra capacità di accettare la prova, di saltare oltre il cerchio di fuoco, di reagire al dolore senza che questo finisca con l'avilupparci tra le sue spire.
Non so come si faccia.
Al momento, sono ancora lì, seduta in quell'angolo che mi osservo da fuori.
Ricetta che ha trovato ispirazione da un vecchio numero di Sale e Pepe (settembre 2014), adeguatamente rivisitata per la stagione visto che di mangiare carciofi non mi stanco mai, e che avvicinandosi il tempo dei pic nic si rivela perfetta.
L'aggiunta dei pomodorini, in questo caso gli imprescindibili ciliegini di Pachino IGP, apre le porte all'estate, già in vista all'orizzonte.
Facilissima e veloce, ve la consiglio di cuore

Ingredienti per uno stampo da 10x26 

Per il guscio
250 g di riso Arborio
3 uova
40 g di parmigiano grattugiato
30 g di caciocavallo stagionato
2 cucchiaini di pesto
qualche fogliolina di menta
un pizzico di sale
Una macinata di pepe a piacere

Per il ripieno
250 g di ricotta di pecora freschissima
4 carciofi morelli o similari
1 grappolo di pomodori Pachino ciliegino IGP
1 spicchio d'aglio
un mazzetto di prezzemolo
sale - pepe qb

  • Cuocete il riso in abbondante acqua salata quindi scolatelo molto al dente e passatelo sotto l'acqua fredda per bloccare la cottura. Fatelo sgocciolare bene quindi versatelo in una ampia terrina.
  • Aggiungete le uova, i formaggi grattugiati, la menta tritata ed il pesto. Mischiate tutto molto bene con un cucchiaio quindi aggiustate di sale e pepe.
  • imburrate lo stampo con fondo amovibile e foderate la base con carta da forno bagnata e strizzata. Con un cucchiaio cominciate a stendere il riso schiacciandolo bene alle pareti in uno spessore di 1 cm mentre la base in uno spessore di 5 mm. 
  • Coprite adesso il tutto con un foglio di alluminio o carta forno e riempitelo di legumi secchi. Cuocete in bianco in forno preriscaldato a 180° per c.ca 20/25 minuti. Quindi togliete la carta e rimettete in forno per altri 15 minuti o comunque fino a che il riso non sia dorato sui bordi. 
  • Mentre il riso cuoce, preparate il ripieno: pulite i carciofi privandoli delle foglie dure esterne e della punta. Metteteli a bagno in acqua acidulata con il succo di limone nel tempo in cui pulirete tutti i carciofi. Scolateli e tagliateli a metà ricavando 4/5 spicchi da ogni metà. 
  • Scaldate 3 cucchiai di olio extravergine in una larga padella con lo spicchio d'aglio e fatevi cuocere i carciofi a fiamma media, per 10/12 minuti, fino a che saranno cotti ma ancora croccanti. Se necessario aggiungete piccole quantità di acqua durante la cottura. 
  • Ad un paio di minuti dalla fine cottura, aggiustate di sale ed aggiungete una manciata generosa di prezzemolo tritato e foglioline di menta. 
  • Sulla base del guscio di riso, versate adesso la ricotta che avrete fatto scolare, e distribuitela grossolanamente lungo la superficie. 
  • Aggiungete i carciofi riempiendo il guscio.
  • Lavate i pomodorini Pachino mantenendo il picciolo. Passateli nella stessa padella dei carciofi, in un filo d'olio caldo e copriteli con un coperchio per un paio di minuti in modo che la pelle si ammorbidisca o si apra. Salateli abbondantemente quindi disponeteli con grazia sulla crostata. 
  • Rifinite con un filo d'olio extravergine e foglioline di menta fresca. Servite subito.
  • E' deliziosa anche a temperatura ambiente.