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lunedì 26 gennaio 2015

Torta di mele rosa dei Monti Sibillini al Brandy: ma chi ha paura di invecchiare!

As time goes by - Diana Krall
Qualche giorno fa, proprio dopo la scadenza non proprio indolore del mio nuovo compleanno, sono ricaduta nella solita elucubrazione sul tempo che passa.
Che passa troppo in fretta. Che passa senza controllo.
Insomma, a me è sembrato che la decade dei 30 anni sia volata in un attimo, ma quella dei 40 è come se fosse durata niente, in particolare da quando è nata mia figlia.
Il colpo di grazia me lo ha dato un film sul quale ho riso fino alle lacrime e che consiglio vivamente a tutte le mie amiche e le mie lettrici che si avviano alla ferale celebrazione del mezzo secolo: Ci vuole un gran fisico, con la strepitosa Angela Finocchiaro.
Se non lo avete ancora visto, fatelo. E non perché sia un film magistrale, di stupenda scrittura o di particolare profondità.
Ma perché fa ridere, tanto, su qualcosa che invece a noi donne provoca momenti di depressione convulsa: invecchiare.
Se per gli uomini invecchiare è direttamente proporzionale all'idea di perdere la propria potenza di maschio impollinatore, per noi donne tutto è legato all'esteriorità, alla bellezza che sfiorisce lasciando spazio solo ad un lontano ricordo di ciò che siamo state.
A partire dai rituali mattutini (una decina di creme e cremine spalmate, massaggiate, schiaffate, picchiettate sulla faccia e dintorni), la ginnastica facciale nei tempi morti (in macchina al semaforo con smorfie esilaranti), l'indagine su cedimenti corporei e volumi non richiesti, le nottate insonni, le caldane violente al limite dell'autocombustione (esiste, vi giuro), i malumori e la rabbia controllati con respirazioni da partoriente, i rapporti con figlia adolescente ribelle e madre settantenne con atteggiamenti da liceale, guardando questo film ho riso tanto, ma tanto, fino alle lacrime ed al singhiozzo, in presenza di un marito basito ed una figlia che ogni tanto sgomitava il padre chiedendo "ma cosa le prende"?
Forse era un momento particolare, ero stanca e un po' giù, ma la Finocchiaro con questo film, si è trasformata nel mio "angelo della menopausa"(e se guarderete il film capirete di cosa parlo).
Ci vuole grande intelligenza e sensibilità nel prendersi gioco di sé con la stessa leggerezza con cui questa attrice si è buttata in questa parte. Che certamente la rappresenta, ma che rappresenta tutte noi, senza distinzione di ceto sociale, colore o conto in banca.
Non solo noi nel mezzo del cammin di nostra vita, ma anche voi, belle, fresche, polpose ed atletiche 20/30enni, perché nessuna scampa a questo difficile passaggio.
Il mio invito di oggi è quindi di guardare Ci vuole un gran fisico se vi vengono le paturnie da compleanno in arrivo e di farlo in compagnia di qualche cara amica e qualcosa di buono da mangiare, come questa torta di mele assolutamente strepitosa.
Facendo un esercizio di meditazione concentrato su un unico, saggio, liberatorio mantra: ECCHISENEFREGA.
Ingredienti per una tortiera di 26 cm 
220 g di burro morbido
200 g di farina 00
200 g di zucchero
4 uova medie
1 cucchiaino di lievito
5 mele rosa dei Monti Sibillini
gelatina di mele cotogne
3 cucchiai di Brandy
Sbucciate le mele, dividetele a spicchi e quindi riducetele a fettine dallo spessore di 5 mm.
Mettetele in una ciotola, versatevi il Brandy e mescolate con un cucchiaio. Coprite con la pellicola e fate riposare il tempo che preparate l'impasto.
Separate i tuorli dagli albumi.
Sbattete i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e pallido.
Incorporate il burro che deve essere ben morbido ma non sciolto, e lavorate la cream fino a che non sarà uniforme.
Successivamente unite piano alla volta, la farina setacciata con il lievito.
Per ultimo aggiungete gli albumi, che avrete montato a neve ben ferma. Prima un cucchiaio per ammorbidire l'impasto, quindi successivamente il resto che dovrete incorporare con una spatola, mescolando dall'alto in basso.
Foderate la tortiera con carta da forno quindi versate la metà dell'impasto e distribuitelo su tutta la base aiutandovi con una spatola.
Sgocciolate le mele e distribuitene metà sulla superficie in senso circolare non troppo vicine l'una dall'altra, infilandole leggermente nell'impasto in maniera obliqua.
Coprite le mele con il resto dell'impasto e ripetete l'operazione con il resto delle mele, sistemandole con grazia sulla superficie, senza spingerle troppo nell'impasto.
Cuocete a 180° per c.ca 45/50 minuti (fate la prova stecchino), e fino a che la superficie non sia bella dorata.
Lasciate intiepidire su una gratella quindi sformate e spennellate la superficie con gelatina (io di mele cotogne) o con marmellata di pesche o albicocche diluita con una goccia di brandy.


giovedì 2 ottobre 2014

Cannelloni alle tre carni: quando la musica si fa film

Across the Universe soundtrack
Oggi ho voglia di parlare di un film uscito un po' di tempo fa ma che ho scoperto solo quest'anno, casualmente.
Se come me amate indiscriminatamente The Beatles e non li considerate un revival ma musica immortale, adorerete Across the Universe.
Realizzato dalla felice mano di una regista cresciuta a pane e musical, Julie Taymor, il film non racconta la storia dei Beatles come molti hanno pensato leggendo il titolo, ma costruisce la storia di un gruppo di ragazzi alla fine degli anni 60, attraverso le stupende canzoni dei Fab Four.
Ogni canzone diventa un quadro attraverso il quale si sviluppa il racconto della vita di Jude e Lucie, legati da una storia d'amore inevitabilmente segnata dai drammatici avvenimenti storici del periodo, alias guerra nel Vietnam, le lotte giovanili e pacifiste, il disagio di una generazione che osserva il proprio futuro minacciato dalle incognite della violenza ed evade dalla paura con droghe ed espedienti diversi.
Il tema vi sembrerà rivisto, ma vi garantisco che l'intera trama è magistralmente costruita proprio grazie alle canzoni che diventano trama esse stesse: il canovaccio su cui si delinea il carattere dei personaggi, le loro emozioni, il loro destino.
Gli attori sono giovani artisti oggi molto conosciuti, come Jim Sturges (La migliore offerta, Cloud Atlas,  Upside down) e Evan Rachel Woods (Le idi di marzo, Basta che funzioni), veramente bravissimi, e da cammei sorprendenti come quelli di Bono Vox e Joe Cocker.
Ognuno di loro, anche i co-protagonisti, recitano ed interpretano le canzoni in maniera personale ed indimenticabile.
Alcune scene per altro stupende, ricordano le copertine dei dischi dei Beatles, con utilizzo del colore ampiamente saturato e dai toni psichedelici, l'uso del cartoon e del rallenty, come la meravigliosa scena del Teatro di Dr K e di Strawberry Field Forever.
La bravura della regista nel tramutare la musica in film, ci regala quasi due ore di immagini intense, malinconiche, divertenti e mai noiose.
Non sorprendetevi di ritrovarvi a cantare o a trattenere il groppo in gola in certi momenti, perché l'intero film ha una grande forza emotiva e visiva.
Per finire, le mie scene preferite sono indubbiamente "Come together", splendida panoramica su una NY "inquadrata" nel lavoro ma anche alla ricerca di risposte e cantata da Joe Cocker; la dolcissima "If i fell in love" cantata da Lucie quando scopre che sta innamorandosi di Jude; "I want you so bad" cantata dal fratello di Lucie, Max, durante la sua chiamata alla leva per il Vietnam (quadro stupendo); una disperata e straziante "Strawberry Fields forever" cantata da Jude che sta perdendo Lucie, ed ovviamente la scena finale che non vi racconto.
All you need is love.
Vedetelo, vi prego.
La ricetta di oggi non c'azzecca proprio nulla con l'apertura di questo post.
Il cannellone è quanto di più lontano si possa immaginare dal mondo Beatles, e soprattutto da questo film ma come sempre divago e salto di palo in frasca.
Se proprio devo trovare un collegamento, è il rosso del pomodoro che fa il paio con queste fragole inchiodate al muro....per il resto,  da noi cannellone vuol dire casa, domenica e qualche volta anche festa.
Cannelloni alle 3 carni 
Ricetta per 4/6 persone
250 g di macinato magro di manzo
250 g di macinato di maiale o salsiccia cruda
250 g di macinato di pollo
1 carota piccola tritata
1 cipolla piccola tritata
mezza gamba di sedano tritato
mezzo bicchiere di vino rosso
70 g di parmigiano grattugiato + 50 g per spolverare
120 g di crescenza
un cucchiaino di misto spezie Saporita (Semi di coriandolo, cannella, noce moscata, semi carvi, chiodi di garofano e anice stellato)
Sale - pepe
Olio extravergine
1 spicchio d'aglio
500 ml di salsa di pomodoro
300 g di pasta fresca
Preparate il ripieno.
In una larga casseruola dal fondo spesso, mettete 3 cucchiai di olio extravergine e la carota, cipolla e sedano tritati e fare passire dolcemente, aggiungendo acqua se necessario.
Fate cuocere 5/7 minuti fino a che non saranno morbidi.
Aggiungete tutta la carne macinata e fate rosolare a lungo, fino a che non avrà rilasciato i liquidi e non sarà cotta (ci vorrà una decina di minuti).
Quando il liquido sarà completamente evaporato, alzate la fiamma e bagnate la carne con il vino facendo sfumare.
Aggiungete a questo punto il sale, il pepe e il misto spezie Saporita, che spero riusciate a trovare in giro. A me arriva direttamente dalla suocera, che me l'ha fatta scoprire e che per i ripieni di carne è favolosa.
Mescolate bene e togliete dal fuoco.
Versate la carne in una larga ciotola.
Aggiungete il parmigiano e la crescenza e mescolate fino a che il tutto non sarà amalgamato con cura.
Lasciate raffreddare.
Preparate la pasta usando se preferite delle sfoglie da lasagna secche oppure facendo la pasta a mano come ho spiegato qui, e ricavando dei rettangoli di 8x10 cm c.ca.
Fate asciugare la pasta quindi scottatela in acqua bollente salata per 2/3 minuti e lasciate asciugare su un canovaccio pulito.
Preparate la salsa di pomodoro molto semplicemente cuocendola in poco olio profumato d'aglio e qualche foglia di basilico.
Cominciate a preparare i cannelloni mettendo il ripieno al centro del rettangolo di pasta ed arrotolandolo con cura su se stesso.
Posizionate i cannelloni ben stretti uno vicino all'altro in una pirofila sporcata di salsa di pomodoro.
Coprite i cannelloni con il resto della salsa.
Spolverate con abbondante parmigiano e cuocete in forno a 180° per 30/40 mintui.
Servite ben caldi.
NOTA BENE: Questi sono cannelloni meridionali alla maniera di mia suocera. Per principio non amo e uso pochissimo la bechamelle e non la metto mai in questo genere di piatti, così come nelle lasagne.  Uso solo carne ed in questo caso la presenza della crescenza nell'impasto, che lo rende cremoso e pieno. Anche mia nonna paterna, originaria di Roma, li faceva così.

lunedì 16 luglio 2012

Tempo di Contest: CINEGUSTOLOGIA...La commedia è servita!

Crazy World - Julie Andrews


Lo scorso settembre mio marito mi portò in regalo un piccolo libro autografato dall'autore: "Cinegustologia - Ovvero come descrivere i vini ed i cibi con le sequenze della settima arte" di Marco Lombardi
Conoscendo il mio amore per il cinema e per la cucina, sapeva esattamente che questo libro mi avrebbe appassionato. E così è stato. 
Spiegare il contenuto del libro non è complicato ma per fare questo e capirne le origini, occorre conoscere qualcosa dell'autore. 
Marco Lombardi è prima di tutto un uomo che ha inseguito una passione, anzi due: quella per il cinema e quella per il buon cibo/vino ed ha trasformato questa passione in lavoro. E' una persona che ha avuto il coraggio di lasciare un'occupazione di routine per dare forma concreta ad suoi più grandi interessi (quante di noi non lo sognano?), per cui da direttore di personale in azienda, si trova a fare il giornalista per una piccola rivista indipendente. Comincia a scrivere di cinema, a condurre programmi radiofonici in Rai, a dirigere festival cinematografici ed a selezionare le opere prime per la Mostra del Cinema di Venezia. Attualmente scrive per il Sole 24 ore (cinema) e sul Messaggero (arte ed enogastronomia) ed insegna all'Università di Suor Orsola a Napoli, alla Scuola Nazionale di Cinema di Milano ed al Master del Gambero Rosso a Roma. Vi consiglio di dare un'occhiata al suo sito per capire l'entusiasmo e la poliedricità di questo originale giornalista.  
Tutta questa energia creativa è sfociata nella pubblicazione del libro sulla Cinegustologia, dove Marco Lombardi ci invita a liberarci dagli stereotipi che imprigionano le nostre percezioni gustativo/olfattive in formule irrigidite e impersonali, un esempio per tutti quelle in ambito enologico, e cercare di esprimere il proprio sentire attraverso un linguaggio libero e popolare come quello del cinema. In poche parole, attraverso la Cinegustologia, potrete raccontare un piatto o un vino associandolo liberamente ad un film e descrivendo le emozioni che vi arrivano direttamente dalle scene di quell'opera d'arte, visto che, come dice Lombardi "sia i film, sia i vini, sia i piatti lo sono, o almeno dovrebbero! 
La Cinegustologia, in maniera più strutturata, ricorda quel gioco che facevamo da bambini: " e se fosse?". Ve lo ricordate? Se fossi una ricetta, sarei una crostata di amarena! 
Ecco: la Cinegustologia utilizza tutti i generi cinematografici, dall'horror al giallo, dalla commedia al western, e così via, per "interpretare" un piatto o un vino così che lo spettro delle possibilità interpretative si allarga all'infinito. 
Ma siccome io adesso vi chiederò di giocare con me e con la Cinegustologia, semplificherò il tutto è vi inviterò a fare una cosa molto semplice: raccontatemi la vostra Commedia preferita in un piatto! Ovvero, quale piatto potrebbe rappresentare la vostra commedia del cuore? 

Intendiamoci bene: potete anche non parlare del vostro film preferito ma di una commedia che vi piaccia e che a livello sensoriale vi riporti ad un determinato piatto. Senza limiti di preparazione: dall'antipasto al dolce, avete totale libertà di scelta per esprimervi al meglio! E soprattutto potete riferirvi a piatti classici e della tradizione gastronomica italiana ed internazionale, ma anche lavorare di creatività e proporre il vostro piatto/commedia. Non ci sono limiti alla possibilità di esprimere le vostre emozioni provate alla visione del vostro film attraverso il libero uso di ingredienti e sapori. Ricordate: non vi chiedo di propormi una ricetta vista o mostrata all’interno di un film, o un film famoso per scene di cucina. 
Questo non c'entra nulla con la Cinegustologia! 

Per quanto riguarda la scelta del genere Commedia, mi riferisco a quella "leggera" e a quella "sofisticata" e su questi due generi dovrete cimentarvi in cucina. 
La commedia leggera ha in genere una base comica, disimpegnata, vivace che spesso si mescola con elementi di equivoco ma anche sentimentali. Posso pensare a film come "Una poltrona per due", "A qualcuno piace caldo", "Tutto può succedere", "Quando la moglie è in vacanza", ma anche commedie italiane tipo "immaturi" o "Amici di scuola", e così via.
La commedia sofisticata invece ha contenuti elegantemente intellettuali, un po' snob e spesso fortemente ironici, con dialoghi molto curati e spesso indimenticabili, come molti film di Woody Allen o Blake Edwards, ma anche dello splendido Billy Wilder o di Vincent Minnelli. 
In ogni caso nessuno vi giudicherà sul genere ma sulla vostra capacità di descrivere attraverso gli ingredienti e la scelta del piatto, il film del vostro cuore. 
Per semplificare le cose e per darvi un aiuto, vi faccio un esempio.

Una delle mie commedie preferite da sempre è "Victor Victoria" di Blake Edwards. Lo riguardo quando posso e tutta la sua struttura mi entusiasma, dalla scelta del cast alla stupenda regia, per non parlare delle musiche indimenticabili di Henry Mancini. 
Si tratta di una classica commedia sofisticata, in cui una dotatissima ma spiantata soprano nella Parigi anni '30, interpretata da una fantastica Julie Andrews (l'adoro!), cerca di sbarcare il lunario senza grossi successi. Sull'orlo della miseria, Victoria incontra Toddy, un intrattenitore gay che intuisce il grande talento della donna e la convince ad esibirsi "en travesti" in uno dei più esclusivi locali di Parigi, spacciandola per un conte polacco omosessuale. Il successo di "Victor", una donna che "finge di essere un uomo, che finge di essere una donna" è immediato e straordinario. E tutto filerebbe liscio se nella storia non incombesse l'inevitabile sentimento. Infatti quando al termine di uno spettacolo, "Victor" incontra il gangster americano King Marchan, tra i due l'attrazione è immediata, anche se l'americano rifiuta l'idea di essere attratto da un uomo, per giunta gay ed è convinto che Victor sia in realtà una donna.
Da questo momento in poi le situazione divertenti e paradossali si moltiplicano, fino ad un finale imprevedibile. Victor Victoria svelerà la sua vera identità solamente all'uomo che ama, lasciando al pubblico tutta l'illusione del suo personaggio. 
Beh, per me Victor Victoria è una splendida "Tarte Tatin", un dolce che disvela la sua vera natura solamente a fine cottura. La pasta brisé, sapida e croccante ha caratteri maschili e ruvidi che abbracciano un'anima dolce e fondente assolutamente femminile, rappresentata dalle mele rosolate nel burro e successivamente caramellate. L'insieme è complesso e falsamente semplice, con una struttura delicata, friabile, ricca di toni amarognoli regalati dal caramello e che assomigliano a certi sguardi disincantati sul "vivere gaio" raccontato da Toddy. La Tatin inoltre, quando viene rovesciata, esprime la sua natura di "torta ripiena" o "en travesti" ed ama accompagnarsi a della crème anglaise o gelato alla vaniglia. Il tutto ha un equilibrio perfetto come il Mi di petto di Victoria, in grado di frantumare il cristallo. 


Eccovi le regole per partecipare:
  • Possono partecipare solo coloro che hanno un blog purtroppo per motivi di organizzazione 
  • Potrete partecipare con un piatto per ogni genere, quindi con un massimo di due piatti.
  • Il piatto dovrà essere corredato da almeno due foto di presentazione ma la qualità della presentazione fotografica non è fondamentale per la vittoria del contest
  • Il piatto dovrà essere pensato esclusivamente per questo Contest e la sua pubblicazione non deve essere precedente alla data di inizio del Contest.
  • Il piatto non dovrà partecipare ad altri contest o raccolte
  •  L’elaborato non dovrà superare le 3000 battute (spazi inclusi) ed essere corredato, alla fine dell’articolo, dalla ricetta inerente il piatto (la ricetta non deve essere conteggiata nelle 3000 battute e la sua lunghezza non ha limiti). 
  • Se avrete piacere, potrete diventare mie follower se già non lo siete, ma non è assolutamente obbligatorio
  • Per partecipare, dovrete inserire il banner del Contest sulla pagina di apertura del vostro blog con link a questo post e sul post di partecipazione.
  • Il contest avrà inizio oggi e terminerà il 30 settembre prossimo.
Giudice unico della contesa sarà proprio lui, Marco Lombardi, autore di Cinegustologia e fine gastronomo, che si è subito mostrato entusiasta di partecipare e di leggere le vostre proposte. 
E adesso veniamo ai premi. L'idea del contest è partita grazie anche alla Lagostina che mi ha contattato per farmi testare alcuni suoi prodotti e che ringrazio caldamente per questa opportunità. Si tratta della nuova linea casa per la cottura "leggera" e "croccante" e dopo aver potuto ammirare e provare queste splendide pentole, mi si è accesa la lampadina. 
I premi saranno quindi i seguenti:
  1. Uno splendido WOK con rivestimento in ceramica della linea SINUOSA per cucinare in maniera salutare con apporto minimo di grassi. Ho voluto abbinare questo premio alla ricetta della categoria COMMEDIA SOFISTICATA 
  2. Un elegantissimo TEGAME con due maniglie, in alluminio con rivestimento antiaderente della linea ESPERTA, per cotture brevi e rosolature, perfetta per una cucina leggera e senza grassi. Il tegame h 24 cm di diametro ed è dotato dell'ingegnoso indicatore di calore che avvisa quando puoi cominciare la cottura. Questo premio invece sarà abbinato alla ricetta della categoria COMMEDIA LEGGERA
  3. Inoltre, le due vincitrici riceveranno in regalo dalla sottoscritta, una copia del libro CINEGUSTOLOGIA e entrambe le ricette verranno pubblicate sul sito di Marco Lombardi nella sezione "Racconta il tuo piatto con la cinegustologia"
Vi piace l'idea? Spero che avrete voglia di giocare con me e vi lascerete trasportare dai vostri sensi in piena libertà. Vi aspetto con grande gioia. Lasciate il link della vostra ricetta su questo post. La lista delle ricette partecipanti verrà aggiornata periodicamente. Se avete dubbi o incertezze scrivetemi qui. Allora, in bocca a lupo a tutte voi e... LA COMMEDIA E' SERVITA!

ECCO I PARTECIPANTI:

PER LA COMMEDIA SOFISTICATA:
  1. Monica di "Dolci Gusti" con Sliding Doors e la Torta Rovesciata
  2. Sandra di "Indovina chi viene a Cena" con Indovina chi viene a cena e i Profitteroles alla crema di mascarpone e cioccolato fondente al peperoncino
  3. Lara de "La barchetta di carta di zucchero" con Sabrina e Il pesto verde alle olive
  4. Norma Maroe de "La Mela Nera" con Arsenico e Vecchi Merletti e Tortine al cioccolato con frosting al Philadelphia
  5. Giulietta di "Alterkitchen" con Little Miss Sunshine e Piccoli soli ripieni di ricotta, menta e zafferano, con crema di zucchine
  6. Betelgeuse de "Il cigno di feltro" con Harold and Maude e la Caponata di verdure in bianco e pane bruscato
  7. Silvia di "Chef ma non impegna" con Signore e Signori e Pasta e Fasioi co' sgiànsò
  8. Loredana de "La cucina di mamma" con Hollywood Party e Spuma al Pompelmo con tartare di fragole con briciole di macarons
  9. "Lasagnapazza" con Donne sull'orlo di una crisi di nervi e Cozze al roquefort e patate fritte
  10. Caris di "Cooking Planner" con Matrimonio all'italiana e la sua Frittata di pasta
  11. Monica de "L'emporio 21" con Midnight in Paris e le Brioches parigine
  12. Roberta di "La valigia sul letto" con Hellzapoppin' e l'Insalata di Riso
  13. Stefania di "Cardamomo & co." con Donne sull'orlo di una crisi di nervi e La crema cornuta 
  14. Mapi di "La apple pie di Mary Pie" con La Rosa Purpurea del Cairo e Cous Cous Trapanese
  15. Elisa di "I sapori di Elisa" con Zelig e gli Spaghetti alla chitarra integrali con aglio olio e peperoncino
  16. Valentina di "Il gusto divino" con 4 Matrimoni e un Funerale e Calamarata di Fichi e cacioricotta fresco
  17. Antonella di "Sapori in Concerto" con Shall we dance e Ravioloni alla crema di tartufo bianco con ripieno di ricotta
  18. Valeria di "Murzillo Saporito" con The boat that Rocked e Victoria Sponge cake eretica
  19. "Acquolina" con Susanna e Madera cake leopardata
  20. Eleonora di "Burro e miele" con Speriamo che sia femmina e Torta di ricotta e cioccolato fondente
  21. "L'Albero della Carambola" con Amarcord e le finte pesche ripiene. 
  22. "Pupaccena" con La costola di Adamo e le Costolette di maiale alla brace marinate in aceto di mele con ripieno di mele. 
  23. Antonella di "Cioccomela" con Sabrina e Soufflé au Chocolat
  24. Patrizia de "La Melagranata" con Stregata dalla Luna e Timballo di Maccheroni con polpette e salsa al vino rosso
  25. "Staffetta in cucina" con La Signora Mia zia, zia Mame e Macarons salati alla mousse di fichi e caprino con velo di S. Daniele
  26. Silvia di "La gelida anolina" con Come sposare un Milionario e Torta di noci e burro al caffè
  27. Serena di Sere in Cucina con Julie and Julia e Boeuf bourguignonne 
  28. Satsuki di "Stregatto cuciniero" con Bianca e Torta cioccolato su cacao

PER LA COMMEDIA LEGGERA:
  1. Simona di "La peste impasta" con Ghost e il Ghost cake di cuor sablé con polpa di ananas e fior di lavanda 
  2. Elisa di "SaporidiElisa" con Colazione da Tiffany e Perle rosse per Holly
  3. Carmela di "Profumo di Semplicità" con Pretty Woman e Pretty pomodori spumeggianti
  4. Petunia di "Zenzero Candito e Uncinetti" con Pretty Woman e Cinnamon Rolls
  5. Batù di "Batuffolando" con Mrs Doubtfire e Gallette Bretoni
  6. Valentina di "Le Pentole di Falentina" con Chicago e Connubio di riso Venere e Gamberi 
  7. Lasagnapazza con Travolti da un insolito destino e Spaghetti ai ricci di mare
  8. Ale di "I pasticci di Ale" con Compagni di Scuola e Torta Cacao e Amarene con coulis di limone
  9. Silvia di "Chef ma non impegna" con Operazione Sottoveste ed i Soba noodles del marinaio Hornsby
  10. Caris di "Cooking planner" con Tutti insieme Appassionatamente e Torta di Mele 
  11. Rita di "Sarti del Gusto" con Un pesce di nome Wanda e Hamburger di Tonno e lamponi
  12. Simona e Claudia de "Le Pellegrine Artusi" con Harry ti presento Sally e Apple pie con panna alla cannella 
  13. Teresa di "Scatti Golosi" con Ricomincio da tre e la Parmigiana di Melanzane in barattolo 
  14. Claudette di "Fiordisambuco" con Green Card e Dolce alle prugne
  15. Stefania di "Araba felice in cucina" con Sitting Pretty e La torta di mele perfetta
  16. Satzuki di "Lo stregatto cuciniero" con La fame e la sete e Crostata con gelo di mellone
  17. "Pennaeforchetta" con The Rocky Horror Picture Show ed il Lecca Lecca all'uva fragola
  18. Elena di "A pancia piena si ragiona meglio" con Amici Miei e la Zuppa di funghi e patate
  19. Raffaella di "Il Sorriso vien mangiando" con Miseria e Nobiltà e le Chiacchiere di Carnevale
  20. Fujiko di "La ricetta della felicità" con Pretty Woman e Piccole Angel cake di Montersino
  21. Annarita de "Il bosco di Alici" con Quasi amici e Mini cake al cioccolato, basilico e pepe
  22. Laura di "Laura made" con Julie and Julia ed i maritozzi alla panna
  23. Vaty di "A Thai Pianist" con Serendipity e Mango e sticky rice al latte di cocco.
  24. Isabel C. di Wolf's Lair con Non ci resta che piangere e Rostinciana con patate.
  25. "L'Avvocato nel fornetto" con Dirty Dancing e Il Cannolo
  26. Mapi di "La apple pie di Mary Pie" con Ma papà ti manda sola e Ali di pollo con cozze al curry. 
  27. Stefania di "Noi due in cucina" con Benvenuti al Sud e Gelo di limone
  28. Giusy di Gli amori di Dida con Grease e La pizza-parmigiana
  29. "CorradoT" con Benvenuti als Sud e gli Scialatielli con gamberoni e origano
  30. Nora di "TataNora" con Miracolo a Milano e Risotto zafferano e salsiccia 
  31. Sabina di "Cook'n Book" con La Famiglia Passaguai e Filetto di Manzo in crosta di sale ai peperoni cruschi, maionese light capperi e origano, chips di yuka e farina di mandorle e semola
  32. "Una zebra a pois" con Bridget Jones e Dutch pancake con uva fragola
  33. "Cucina con me" con Nonna Sabella e Ziti, zucchine e besciamella
  34. Muffin di "Dolci idee e non solo" con Tutti pazzi per Mary e Torta al cioccolato bianco
  35. "Anima e cioccolato" con L'amore non va in vacanza e Tartare di melone, pompelmo e pesca con crema di yogurt allo zucchero d'uva e succo di mango
  36. "Scamorze ai fornelli" con Pane e Tulipani e Brioches farcite 
  37. Antonella di "Sapori in concerto" con Il Diario di Bridget Jones e Crostata cioccolato e pere
  38. Marilena di "La dolcezza nel cuore" con Chiedimi se sono felice e Gnudi di carote su crema di piselli
  39. Gaia di "La Gaia Celiaca" con Parenti Serpenti e Fagiolini serpenti in umido
  40. Cecilia di "Frizzi e pasticci" con Il mio grasso grosso matrimonio greco ed il Cassatone
  41. Gianni di "Cocogianni o Cuocogianni" con C'è posta per te e L'uovo nel raviolo
  42. "Forchettina giramondo" con Ovosodo e il Cacciucco alla Livornese
  43. Mai de "Il colore della Curcuma" con Priscilla la regina del deserto e Il rotolo regina
FUORI CONCORSO

  1. Batu' di Batuffolando con Nuovo Cinema Paradiso e la Torta Margherita
  2. Roberta de "Il senso del gusto" con Star Wars e Drops of blood
  3. Alessandra di "Menu Turistico" con Anche gli Angeli mangiano Fagioli e Salamini coi fagioli
  4. Marina di "Q.Cne" con La gatta sul tetto che scotta e Torta di pane al cioccolato  






venerdì 22 giugno 2012

Prodigi della memoria e la Apple Pie più buona del mondo

American Pie - Don Mclean
"Pie, pie, me oh my
Nothing tastes better, wet, salty and dry
all at once - oh well it's pie.
Apple and pumpkin and mince and black bottom,
I'll come to your place every day if you've got 'em
Pie, me oh my, I love piiiiieeeeeeee"
Ve la ricordate? Forse no, perché non siete malate di film come me. 
Mio marito mi dice che non si spiega come io possa ricordarmi certi particolari, nomi, attori, registi, musica...Io non lo faccio mica apposta. Mi succede. Mi resta tutto in mente. Mi ricordo cose assurde, impossibili, dettagli piccolissimi. Anche sul lavoro. Mi ricordo clienti, date in cui sono arrivati o partiti, i programmi che hanno fatto, dove sono andati...e questo a distanza di anni. 
Mi dico che avendoci dovuto lavorare per diverso tempo, alla fine non può che restarmi in mente, ma vedo che i miei colleghi non si ricordano da qui a lì quindi magari tanto normale non è. Però, attenzione, la mia memoria è selettiva, perché io mi ricordo solo le cose che mi piacciono o che mi sono piaciute, che mi hanno emozionato. Allora lì si fissa tutto come un tatuaggio e non se ne va. Il resto scivola via come acqua e finisce nello scarico delle cose inutili. 
Ritornando a bomba, ve la ricordate quella canzoncina? 
La canta una giovane e capelluta Andy McDowell nel film "Michael", con John Travolta nelle vesti di un angelo un po' sui generis, panciuto e goloso di dolci, in particolare di zucchero. La Andy, aspirante cantautrice Country, di fronte ad una meravigliosa fetta di Pie, viene invitata da Michael a cantare questa canzoncina. Ed in poche semplici parole, riassume la meraviglia di questo dolce americano. 
Da quando ho in casa il libro della Hummingbird Bakery, sono tentata da una moltitudine di ricette, ma il forno lavorerà sempre meno nelle prossime settimane per cui per ora penso di fermarmi qui. In ogni caso ho voluto provare questa Apple Pie perché già dalla lettura della ricetta, mi aveva incatenata alla pagina. 
L'ho fatta e portata ad un pranzo dai miei genitori domenica scorsa. E' durata il tempo di un attimo. 
Ricetta base della pasta - per uno stampo da 23/24 cm - 
PER LA PIE IN QUESTIONE USATE LA QUANTITA' RADDOPPIATA
260 gr di farina 00
1/2 cucchiaino di sale
110 gr di burro non salato
acqua q.b.
Questa ricetta è la base per la maggior parte delle pie servite al Hummingbird Bakery di Londra. E' talmente perfetta che la userò per le prossime torte ripiene di frutta e volendo anche per torte salate. 
Per il ripieno:
150 gr di burro non salato
3 cucchiaini di cannella in polvere
1,5 kg di mele - preferibilmente Granny Smith, pelate e tagliate in fettine non troppo sottili
200 gr di zucchero semolato + extra per spolverare la superficie
1 uovo mescolato a poco latte
Mettete la farina, il burro freddo a tocchetti ed il sale nella planetaria o nel mixer quindi mescolate a velocità media con la foglia fino ad ottenere una consistenza sabbiosa. A questo punto abbassate la velocità ed aggiungete un cucchiaio d'acqua fredda, e continuate ad aggiungere acqua, con molta attenzione, senza esagerare. Alzate la velocità e mescolate brevemente fino a che l'impasto non comincerà a stare insieme e formerà una palla. Avvolgete il tutto in un foglio di pellicola e mettete in frigorifero per almeno un ora.
Mentre la pasta riposa, preparate le mele. Mettete il burro in una larga padella antiaderente insieme alla cannella (personalmente io ho utilizzato solamente 90 gr di burro) e quando sarà sciolto aggiungete le mele a fettine e fatele insaporire bene nel burro. Una volta belle lucide, aggiungete lo zucchero (anche in questo caso ho usato esattamente la metà di quantità di zucchero). Fate cuocere a fiamma bassa fino a che le mele saranno morbide ma ancora cotte completamente. A questo punto spegnete e fate raffreddare completamente. 
Una volta pronta la pasta, infarinate il piano di lavoro e tagliatela a meta. Stendete una metà della pasta a 3/4 mm di spessore. Foderate lo stampo per la pie precedentemente imburrato quindi affilate i bordi con precisione. Bucate il fondo con i rebbi di una forchetta. 
Riempite lo stampo con le mele fredde. Stendete la seconda metà di pasta allo stesso spessore quindi con attenzione coprite completamente il ripieno facendo sbordare la pasta. Con il coltello eliminate la pasta in eccesso e sigillate bene il contorno decorandolo con una forchetta o le dita. Con l'avanzo della pasta ricavate delle decorazioni per abbellire il guscio superiore ricordandovi di lasciare "un camino" da cui possa uscire il vapore che si formerà in cottura. Sbattete l'uovo con il latte e spennellate bene la superficie ed i bordi della pie. Quindi spolverate con lo zucchero semolato. Fate cuocere in forno preriscaldato a 180° per 30/40 min. e comunque fino a che la crosta sia bella dorata. 
Fate raffreddare. Servite ancora tiepida con una pallina di gelato alla vaniglia. 
Io ho aggiunto un tocco personale cospargendo il ripieno con delle cucchiaiate di confettura di albicocche....posso dire da urlo?
Il giorno dopo, fredda, è assolutamente magnifica. 









lunedì 18 giugno 2012

Brividi di paura per i primi caldi e Pound loaf al latticello dalla Hummingbird Bakery

Thriller - Michael Jackson
Cosa fare la sera quando il primo caldo dell'estate incombe sulla casa e sul tuo salotto? 
Guardarsi un bel film "de paura"I brividi sono assicurati e la spesa è minima. Sempre che si riesca a dormire la notte, ovviamente! 
Ieri sera, in un meraviglioso momento di relax di coppia, con l'asparagina dai nonni a giocare con le sue cuginette venute dalla montagna, mentre facevamo zapping su una programmazione domenicale pigra e noiosissima, siamo incappati in "SHINING". Era cominciato da pochissimi minuti. 
Una premessa è doverosa: io amo i film di paura ma solamente quel genere dove 1) non si vedono sbudellamenti di nessun genere e non c'è violenza gratuita ma solo finalizzata al racconto; 2) il gioco della tensione è tutto nel non mostrato, non evidente ma sospeso e lasciato immaginare; 3) la storia contiene elementi soprannaturali o inspiegabili; 4) la regia è fatta con tutti i crismi; 5) nulla è dato per scontato (anche se spesso, forse a causa di una mente contorta, arrivo alla soluzione finale a metà film). Tanto per spiegare il genere, vi elenco qualche film che mi ha spaventato a morte e che tutt'ora rivedo con grande piacere: "Il sesto senso", "The Others", "Psycho", "Rosemary's baby", "L'Esorcista" (questo mi rifiuto di vederlo perché mi ha talmente terrorizzato che tutt'ora evito accuratamente di nominarlo), "La casa dalle finestre che ridono" (horror all'italiana del grande Pupi Avati), "Il presagio", "Ringu" (versione rigorosamente giapponese), ecc...
SHINING è per me un capolavoro. Rivisto decine di volte, adesso riesco a guardarlo come si guarda un quadro, con lieve distacco ed un occhio più vicino all'aspetto tecnico che non alla storia. Ma il senso di oppressione e tensione crescente, quelli restano nonostante io conosca a memoria lo sviluppo della trama. Sulla genialità di Kubrik è già stato detto tutto. Un regista che si è confrontato praticamente con tutti i generi cinematografici e che con l'horror ha raggiunto la perfezione. In questo film non ha avuto bisogno di molti elementi per trascinare lo spettatore nell'incubo della follia. Sono bastati un Hotel immenso isolato sulla cima di una montagna, la faccia di Jack Nicholson, maschera imbattibile al servizio della pazzia, gli occhi sgranati e disperati di un bambino con un taglio di capelli impossibile ed una bufera di neve provvidenziale. 
Questa volta ho guardato il film nella versione originale in lingua inglese e se possibile mi è piaciuto ancora di più, perché nonostante il nostro doppiaggio sia imbattibile, ascoltare le voci reali e la recitazione magnifica di attori come Jack Nicholson, è assolutamente da non perdere. 
Nella prima scena del film, una macchina che si arrampica lungo una stupenda strada di montagna verso l'Hotel del destino, ripresa con un'incredibile inquadratura a volo d'uccello, ti blocca sul divano. Il resto è un crescendo di tensione. L'immenso hotel completamente vuoto che ti crea un senso di claustrofobia allucinante, i flash back con personaggi stranissimi, inquietanti, terrificanti, le riprese in steady cam del bambino che corre in triciclo lungo i corridoi infiniti dell'albergo o del volto di Nicholson dal basso a deformare uno sguardo folle ornato di sopracciglia diaboliche. Tutto questo è paura bianca, pura, cristallina. Pochi dialoghi ma fondamentali. Scene lunghe e lentissime per esasperare l'attesa ed il desiderio di fuga. E poi il finale liberatorio che naturalmente non vi racconterò, neanche sotto tortura. 
Tanto so già che molte di voi lo hanno già visto. 
"All work and no play makes Jack a dull boy". Mi raccomando! 
Interrompiamo il momento "de paura" con un momento di golosità! 
Qualche settimana fa ho acquistato su Amazon un libro che mi incuriosiva da tempo e che si sta rivelando fonte di interessantissime ricette, tutte riuscite alla perfezione fino ad oggi. Ne pubblicherò altre prestissimo, ma intanto godetevi questo meraviglioso Buttermilk Pound Loaf della Hummingbird Bakery , il celeberrimo regno del cupcake londinese. Il libro  non è voluminoso ma contiene le ricette dei classici che vengono serviti in questo stupendo luogo. Le ricette sono spiegate molto bene con dovizia di dettagli. Alcuni dolci a mio avviso sono carichi di zucchero e burro ma l'origine nordamericana delle ricette ne spiega il motivo. Per questo Loaf, da non confondere con un cake perché non gli assomiglia neanche all'assaggio, io ho diminuito di 50 gr la dose di zucchero lasciando invariato tutto il resto, e nonostante tutto era STUPENDO!
Per quanto riguarda il latticello, se non riuscite a trovarlo, potete farlo in casa 1) utilizzando latte con succo di limone (250 ml di latte fresco scremato a temperatura ambiente con un cucchiaio di succo di limone - questo aiuta il latte ad inacidirsi e cagliarsi lievemente in modo da diventare più spesso - non ho mai usato questo metodo); 2) miscelando l'esatta quantità di latte scremato con yogurt magro liquido. In questo caso usate 60 ml di latte scremato con 60 ml di yogurt ed otterrete un valido sostituto del latticello). 
Ingredienti per uno stampo da 23x13 cm
120 gr di burro a temperatura ambiente 
330 gr di zucchero 
3 uova
200 gr di farina 00
1/2 cucchiaino di bicarbonato di soda
1/2 cucchiaino di sale
120 ml di latticello
1/4 di cucchiaino di estratto di vaniglia
Montate il burro con lo zucchero con le fruste elettriche fino a che non otterrete un composto lucido e gonfio. Aggiungete le uova, una alla volta, non aggiungendo il successivo fino a che il precedente non sia perfettamente incorporato. Mescolate il bicarbonato, il sale ed il lievito alla farina. Aggiungete quindi un terzo della farina al burro montato e mescolate. Aggiungete la metà del latticello incorporando bene. Proseguite aggiungendo la farina quindi il resto del latticello, terminando con la farina. Mescolate sempre con una spatola di gomma, pulendo bene i bordi della ciotola dagli eventuali residui. Per ultimo aggiungete l'essenza di vaniglia e mescolate bene fino a che tutti gli ingredienti non siano ben amalgamati.
Versate il composto nello stampo imburrato ed infarinato quindi passate in forno preriscaldato a 180° e fate cuocere per c.ca 40 minuti. Fate sempre la prova dello stecchino che deve uscire asciutto e completamente pulito.
Non è un cake quindi non avrà la classica forma gonfia al centro. Anzi, al centro tende a gonfiarsi durante la cottura ed a scendere una volta tolto dal forno. 
Appoggiate lo stampo su una grata e fate raffreddare. La prova della cottura perfetta è data dalla pasta che, schiacciandola lievemente con un dito, torna nella sua forma precedente. La consistenza è estremamente soffice, una delle cose più morbide mai assaggiate, leggera ed umida. Si conserva umida e morbidissima anche nei 2 giorni successivi (sempre che ci arrivi). La Hammingbird Bakery consiglia anche l'aggiunta di frutta secca, chocolate chips o frutti di bosco. E' il dolce perfetto per l'ora del te. 






lunedì 2 aprile 2012

Fresa y Chocolate: ricordo della Isla Grande. Muffin cioccolato e fragole

Chan Chan - Buena Vista Social Club
Io non so voi, ma ci sono delle parole che pronunciate insieme hanno il potere di  evocare immagini immutabili. E' come se al loro ascolto o eventuale lettura, nella mia testa si accendesse una lampadina e la luce manifestasse sempre quel ricordo, quell'immagine o quel sapore. Le Madelaines proustiane, direte voi. Non è proprio così, perché la "Madelaine" scatena attraverso il gusto, un ricordo ancestrale, qualcosa di molto lontano, di cui si hanno dei contorni sfumati ma che a livello sensoriale è potentissima.
Nel mio caso si tratta di un'associazione che non riesco a disinnescare a meno che un'emozione più forte arrivi a sostituirsi a quella che ha provocato l'effetto. Per il momento non è accaduto e non credo che potrà succede.
Parlo dell'associazione "Fragole e Cioccolato" che per me è assolutamente "Fresa y Chocolate", in una parola: Cuba. Avrete cominciato a conoscermi e sapete che chi scrive non è poi tanto normale. Vi ho confidato dei miei periodi di "fissa", delle passioni maniacali monotematiche che non sono soltanto legate ad alcuni ingredienti in ambito gastronomico, ma anche a luoghi, autori, musica, generi letterari....Ecco, posso confessare di avere avuto il mio periodo cubano. Per periodo cubano, intendo gli anni tra il '97 e 2000, quando per me non esisteva che Compay Segundo, la Salsa, il nuovo cinema de la Isla Grande ed il Che era un ragazzo che avrei voluto conoscere. Tra il 98 e 99 frequentai un corso di Salsa trascinando con me mio marito con il quale, in previsione di un viaggio a Cuba,  ero arrivata ad un compromesso: io gli avrei fatto fumare tutti i sigari che desiderava se lui mi avesse portato a ballare la salsa nella "Casa de la Musica" a l'Havana. Il 1 primo gennaio 2000 eravamo su un volo Cubana de Aviacion diretti a l'Havana con una coppia di amici ed i 10 giorni successivi sono stati uno dei viaggi più belli della mia vita. Tutto quello che avevo letto, che avevo immaginato, che avevo sentito non era lontanamente paragonabile a quello che trovammo a Cuba. Da buona agente di viaggio, non organizzai nulla a parte le prime 2 notti a l'Havana, ma ogni giorno sull'Isola fu davvero una avventura esaltante. 
Ma non vi parlerò di Cuba in questa sede. Devo spiegare perché Fresa y Chocolate mi riportano a Cuba. Qualcuna di voi avrà capito, perché Fresa y Chocolate è il titolo di un delizioso film cubano del '93, che racconta l'amicizia tra 2 ragazzi, David, che arriva dalla campagna e che crede ancora nel sogno castrista ed Diego, un fine intellettuale omosessuale che gli insegnerà il significato della parola libertà.  I due protagonisti si incontrano nel tempio del gelato cubano, "Coppelia" e la loro amicizia sembra impossibile come l'unione dei due gusti fragola, adorato dagli omossessuali e cioccolato, il gusto per i veri macho. 
Quando per la prima volta vidi questo film, ero già stata a Cuba ed il ricordo dell'Isola era così vivo che rivedere i luoghi presenti nel film, il carattere e le situazioni ironiche e paradossali, ha finito con lo stamparmi nella testa questa associazione. Fragola e Cioccolato nel mio cuore sanno nostalgicamente di Cuba.
Una ricettina veloce e cioccolatosa perché tanto in questi giorni di cioccolato non ne sentiremo parlare abbastanza. Che dite?
Muffin con Fragole e cioccolato - per c.ca 20/24 muffin:
- 300 g di farina 00
- 60 gr di cacao amaro
- 5/6 belle fragole 
- 120 gr di burro
- 250 gr di zucchero semolato
- 1 cucchiaio di miele
- 2 uova
- mezza bustina di lievito
- 1,8 ml di latte 
- un pizzico di sale
Preriscaldate il forno a 180°. Montate a crema il burro con lo zucchero ed il miele. Unite le uova amalgamandole al composto una alla volta. Aggiungete la farina, il cacao, il lievito ed un pizzico di sale setacciati, alternandoli con il latte. Mescolate bene ma non troppo. Aggiungete le fragole e date un'ultima mescolata. Mettete l'impasto nei pirottini riempiendoli fino a 2/3 quindi fate cuocere per 25 min. (controllate la cottura con uno stecchino). I muffin dovranno apparire chiari e spugnosi con piccole crepe sulla cima. Se vi piace, serviteli con della panna semi montata. 


lunedì 12 marzo 2012

Fred Astaire o Gene Kelly? La ciambella classica di Santin

Go home with Bonnie Jean - Brigadoon
Quando ero ragazzina ricordo che alla televisione passavano spesso dei meravigliosi film in grado di risucchiarti in un attimo dentro un sogno. Ve li ricordate Fred Astaire e Ginger Rogers? E che mi dite di Gene Kelly e Cyd Charisse? Ci fu un periodo che la Rai passò l'intera produzione dei film di Fred Astaire che io adoravo letteralmente: da "Cappello a Cilindro" a "Papà Gambalunga", passando da "Cenerentola a Parigi" a "Seguendo la Flotta"...solo alcuni dei titoli che ricordo e che onestamente rivedrei con grande gioia. Questi film erano per lo più in bianco e nero ma non mi impedivano di immaginare tutti i colori di quelle storie così lievi, divertenti, pulite, fatte di abiti di chiffon e bastoni con il pomello di madreperla, saloni eleganti ed orchestre impegnate a suonare una musica così incantevole da strapparti i passetti dai piedi. E poi c'era lui: quel fuscello d'uomo in grado di sfidare la forza di gravità a colpi di tip tap. Quel viso scarno, un corpo minuto ed agile come un giunco, un sorriso malandrino che conquistava tutte le ragazze della storia senza difficoltà. 
Più avanti nel tempo, probabilmente tra i miei 15 e 17 anni, mi resi conto che nel mio cuore Gene Kelly aveva preso definitivamente il posto di Fred. Non per niente "Brigadoon" resta ed è uno dei miei musical preferiti, anzi per me è Il Musical, una sorta di film feticcio, un simbolo dell'unione tra me e mio marito, qualcosa di intimamente condiviso che spesso rivediamo insieme e che ci fa sognare. 
Insomma, Gene Kelly, con la sua sfacciata fisicità, la sua agilità d'atleta e la sua grazia inaspettata, la sua voce soffiata e lievemente roca mi aveva definitivamente conquistato, facendomi riporre quelle immagini in bianco e nero nella mia fantasia di bambina. Ve lo ricordate in "Un americano a Parigi"? E in "Due Marinai e una ragazza" con un giovanissimo ed incredibile Frank Sinatra? E poi, in veste avventurosa nella più bella versione mai prodotta dei "Tre Moschettieri"? Maurice Bejart, uno dei più grandi coreografi del secolo scorso, parlando di Gene Kelly, disse che il suo meraviglioso talento non aveva nulla da invidiare a Nurejev. 
Perché non abbiamo la fortuna di godere nuovamente della visione di queste pellicole insieme ai nostri bambini? Perché non possiamo condividere la famosa scena di "Cantando sotto la pioggia", un vero e proprio inno alla felicità, forse il più bello mai proposto dal cinema, in una serata in famiglia? 
E voi, per chi batteva il vostro cuore tra Fred e Gene, se amate il genere? 
Quando penso due dei nostri pasticcieri più famosi, quelli che godono maggiormente il privilegio della visibilità televisiva come Montersino e Santin, mi viene in mente la storica competizione tra Fred Astaire e Gene Kelly, i due ballerini che hanno fatto la storia del musical americano. In piccolo, ovviamente, i nostri due artisti del dolce, hanno creato due vere e proprie fanzine, sostenitori appassionati che li adorano e li seguono con grande interesse cercando di riprodurre i loro capolavori. 
Spero che non me ne vogliate, ma faccio un gioco: io vedo Montersino come Fred Astaire, ballerino dalla tecnica ineguagliabile, capace di coreografie difficilissime ed estremamente elaborate mentre Santin è il Gene Kelly dei pasticceri, più fisico, terreno, di grandissima tecnica e sensualità nel gesto. Entrambi sull'Olimpo della pasticceria italiana. 
Un dolce terreno, facile ma non scontato come si può immaginare. La ciambella classica di Santin mi ha fatto desiderare di essere già a colazione per provare l'inzuppo nel latte. Non ho resistito però alla tazza di te e golosamente l'ho accompagnata da una composta di fragoline di bosco. Un sogno di morbidezza. Eccovi la ricetta pubblicata sul suo ultimo libro "Pasticceria, le mie ricette di base" 
300 gr di Farina
250 gr di zucchero
4 uova
1 bicchiere di olio di semi
1/2 bicchiere di latte
7 gr di lievito per dolci
5 gr di sale fino
zeste di limone o arancio o vaniglia (a vs. preferenza).
Battere i tuorli con lo zucchero, il sale e l'aroma scelto. Montateli fino a renderli spumosi. Aggiungete l'olio ed il latte e mescolate. Per ultimo unite la farina setacciata con il lievito. Montate gli albumi a neve ferma ed uniteli al composto con molta delicatezza. Versate in uno stampo da ciambella imburrato ed informate a 180° per 40/45 minuti. Fate raffreddare bene prima di sformarla. 

lunedì 5 marzo 2012

The Help: Canapè con frittino di carciofi e tapenade di olive

Blowin' in the wind - Joan Baez
Marzo è un mese che amo molto. E' come se si emergesse dal Medio Evo delle nostre stagioni per affrontare un nuovo Rinascimento, quello che ci conduce luminoso verso la primavera e di conseguenza a sognare l'estate. E' anche il mese di nascita di mio padre quindi fondamentale nella la mia vita. 
Non ultimo è il mese delle donne. Capisco che sia anacronistico parlare di una "festa della donna" quando ormai quella ricorrenza altro non è che la festa dei fiorai e la dannazione dei poveri alberi di mimosa, eppure non riesco a restare indifferente perché in molti luoghi del mondo, quando si parla di donne si toccano ancora argomenti sanguinosi ed iniqui. 
A proposito di donne, qualche sera fa ho avuto la fortuna di vedere un film davvero splendido. Devo assolutamente parlarvene invitandovi ad andarlo a vedere, se ancora non lo avete fatto perché è uno di quei film dove si tocca l'arte e dove la bravura di tutte le interpreti regala due ore di pura emozione in grado di scuoterti dal profondo. Si tratta di "The Help" di Tate Taylor, un film corale, tutto al femminile, ambientato a Jackson, Mississippi nei primi anni sessanta, gli anni di Martin Luther King e di un sogno ancora lontano a venire. 
Una giovane appena laureata ritorna alla propria città e riesce a trovare lavoro al giornale locale. Dovrà rispondere alle lettere delle casalinghe che chiedono consigli di vario genere sull'economia domestica. Non avendo ovviamente nessuna esperienza come donna di casa, pensa di chiedere aiuto ad una cameriera di colore che lavora per una sua amica. Ma questa domanda di aiuto la spingerà a seguire le proprie emozioni, in particolare il senso di rabbia ed ingiustizia di fronte all'ipocrisia di un razzismo greve di cui è intrisa l'intera città, in particolare quello delle donne della buona borghesia i cui figli vengono cresciuti dall'amorevole e sincera dedizione delle cameriere di colore. Skeeter, la protagonista, decide di intervistare le cameriere per "raccontare" la vita dei signori bianchi attraverso gli occhi di queste fondamentali collaboratrici. E' una sfida molto pericolosa, contro la legge del paese che impedisce ai neri qualsiasi rapporto personale con i bianchi, anche la semplice conversazione di piacere. Attraverso i racconti clandestini di queste silenziose donne, a cui la dignità di essere umano è quasi negata, emerge una terribile realtà di soprusi e mortificazioni che valorizza contemporaneamente figure femminili meravigliose, intense, di grande intelligenza e orgoglio, in grado di strapparti sorrisi e lacrime al tempo stesso. Al termine del film la domanda resta: i drammi di ieri saranno stati superati? Questa tanto decantata uguaglianza razziale, non solo negli States, sarà stata raggiunta? La risposta purtroppo resta sospesa nel vento come nella celebre canzone di Joan Baez. 
Chi mi conosce, sa della mia grande passione per il cinema: questo film è splendidamente realizzato ed non può che alimentare questo amore a piene mani.  Spero che vorrete condividerlo con me presto. 
Ancora carciofi per l'annuncio di un primavera prematura ma comunque tanto attesa.
Canapè con frittini di carciofi, tapenade di olive e rose di prosciutto crudo.
Ingredienti per 4 persone:
4 carciofi toscani morelli.
150 gr di tapenade di olive
8 fette prosciutto di Parma 
8 fette di pancarrè senza crosta
olio extra  vergine per friggere
limone
sale nero in fiocchi - pepe 
Pulire i carciofi, tagliarli a fettine sottilissime e metterle in acqua acidula molto fredda con un limone. Ricavate dei dischi dal pancarrè con un coppa pasta e tostateli in forno o in un tostapane. 
Scolate ed asciugate bene i carciofi quindi friggeteli in olio extra vergine ben caldo. Scolateli quando saranno dorati e croccanti, quindi passateli su carta assorbente. 
Spalmate con un bello strato di tapenade i dischi di pane e posizionateci sopra i carciofi fritti. Salate con del sale nero ed una macinata di pepe. Completate i canapè con una rosellina di prosciutto crudo e servite immediatamente. 
MI RACCOMANDO: Non mancate l'appuntamento di mercoledì con un nuovo libro Starbooks. Una grandissima pubblicazione che vi entusiasmerà senza ogni dubbio! 


Con questa ricetta partecipo al contest Piccolo Ma Buono di Scamorze ai Fornelli