Visualizzazione post con etichetta torte decorate. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta torte decorate. Mostra tutti i post

venerdì 13 gennaio 2023

"Take Home chocolate cake": torta al cioccolato di Ottolenghi. Un altro compleanno.

"Volver 
con la frente marchita
las nieves del tiempo platearon mi sien
sentir que es un soplo la vida
que veinte años no es nada
que febril la mirada, errante en las sombras
te busca y te nombra
vivir con el alma aferrada
a un dulce recuerdo
que lloro otra vez…”. 
(Carlos Gardel) 

Quanti compleanni su questo blog. 
Quante parole, quanti ragionamenti solitari condivisi con volti sconosciuti, quante storie piccole, sorrisi, malumori e desideri espressi mai esauditi. 
Quante ore davanti ad un forno ingolosita dall'aspettativa.  
O instancabile dietro a un treppiede sbirciando da un obbiettivo a caccia di luce e ispirazione. 
Entusiasmo e disillusione mescolati malamente, mossi come maree nell'oceano della mia irrequietezza. 
Dodici anni di tempo dedicato ad una passione che, nonostante tutto, pare non placarsi. 
Si, sono una persona diversa da quel 13 gennaio del 2011, quando intimorita, ho lanciato il primo post nell'etere della blogosfera. 
Lo sono a tal punto che per ricordarla, ogni tanto mi soffermo a leggere i miei scritti. 
Mi intenerisco e mi sorprendo e nuovamente mi chiedo "ero io?". 
Quello a cui sono arrivata dopo tanto tempo di blogging, è la certezza che quanto resterà qui dentro, servirà di certo più a me che a voi, cari amici. 
La memoria piano piano sbiadisce. 
Le parole e l'emozione che le definisce restano, come le indicazioni su una mappa da seguire per ritrovarmi. 
Tanti auguri a me. 
Tanti auguri ad Andantecongusto. 
Ho aspettato il momento buono per preparare questa torta. 
Era sulla mia lista da qualche anno, dopo l'uscita di Sweet, il libro di Ottolenghi e Helen Goh sulla pasticceria. 
Non è una torta "economica" in senso stretto. Per costi e calorie. 
Ma è una signora torta al cioccolato. Una di quelle che vi fanno ricordare da chi l'assaggia. 
L'ho offerta agli amici dell'Orchestra in cui suono, ed è scattata l'ovazione. 
Quindi non faccio riferimento al mio palato, spesso troppo esigente e critico, ma a quello di chi ha assaggiato senza sapere nulla di questo dolce, non il suo contenuto né la sua provenienza. 
Ha solo spazzolato una fetta di "pura torta al cioccolato", di quelle che ci si immaginano quando ci viene voglia: non stucchevole, non dolce, non eccessiva. 
Puro velluto da godersi in pace accoccolati sul divano. 

Ingredienti per uno stampo a cerniera da 23 cm di diametro 
250 g di burro a temperatura ambiente
200 g di cioccolato fondente al 70% sminuzzato 
1 cucchiaino e mezzo di caffè istantaneo in granuli
350 ml di acqua bollente 
220 g di zucchero semolato 
2 uova grandi a temperatura ambiente leggermente sbattute
2 cucchiaini di estratto di vaniglia 
240 g di farina autolievitante
30 g di cacao amaro 
un pizzico di sale 

Per la ganache 
200 g di cioccolata al 70% tritata finemente
200 g di panna liquida, fresca 
1 cucchiaino di miele millefiori
20 g di burro morbido

Per la farcitura (se vi piace) 
375 ml di panna fresca
190 g di mascarpone
i semi di un baccello di vaniglia
2 cucchiaini e mezzo di caffé espresso macinato finissimo
mezzo cucchiaino di cannella 
2 cucchiai e mezzo di zucchero a velo 
  • Accendete il forno a 170° C statico. Imburrate e foderate bene lo stampo cercando di isolare dall'interno la possibilità che parte dell'impasto possa fuoriuscire dalla base (sarà piuttosto liquido).
  • Mettete il burro, il cioccolato e l'acqua bollente in cui avrete sciolto il caffè, in una larga ciotola, mescolando con una spatola fino a che tutto sia perfettamente sciolto ed omogeneo.
  • Aggiungete e mescolate lo zucchero con una frusta fino a scioglimento. Aggiungete le uova e la vaniglia e proseguite mescolando bene. 
  • Per ultimo aggiungete la farina, il cacao e il sale mescolati e setacciati ed incorporate bene nei liquidi aiutandovi con una frusta o una spatola. Il composto sarà molto liquindo ma è così che deve essere. 
  • Versate tutto nello stampo ben foderato e cuocete per 60 minuti. Fate la prova stecchino, che dovrà uscire asciutto con solo pochi briciole attaccate. Non cuocete troppo. Noterete che sulla superficie si saranno formate delle crepe: è così che deve presentarsi. 
  • Una volta tolto dal forno, lasciatelo raffreddare almeno 20 minuti nello stampo prima di estrarlo. Quindi lasciatelo raffreddare completamente prima delle operazioni successive. Io l'ho fatto raffreddare e l'ho avvolto nella pellicola per terminarlo il giorno dopo.
  • Preparate la ganache. Fate scaldare la panna con il miele e toglietela dal fuoco prima che arrivi a bollore. Versatela sul cioccolato tritato che avrete sistemato in una ciotola di acciaio. 
  • Lasciate in infusione un paio di minuti quindi mescolate con una spatola senza incorporare aria. Quando il composto sarà vellutato ed omogeneo aggiungete il burro a pezzettini e mescolate fino a scioglimento. 
  • Adesso mettete la pellicola a contatto con la cioccolata e fate riposare in luogo fresco per c.ca 2 ore (dipende dalla temperatura della vostra casa o dell'esterno in cui lo lascerete. Valutate la consistenza. Se desiderate una glassatura liscia e lucida, attendete una mezz'ora. Se volete una consistenza spalmabile come ho scelto io, attendete un po' di più. 
FARCITURA 
  • Se optate per una farcitura, scegliete il vostro ripieno del cuore o seguite la ricetta, mettendo tutti gli ingredienti in una ciotola ben fredda e montateli con una frusta elettrica. Quando si formeranno dei picchi stabili, potrete farcire. Solo successivamente procedete alla glassatura. 
  • Una volta glassata, lasciate riposare fino a indurimento della glassa. La torta si conserva perfettamente per 4 o 5 giorni in frigo. Tenerla a temperatura ambiente almeno 1 ora prima di servirla. 
  • Solo un commento: da perderci la testa! 



venerdì 28 ottobre 2022

Mini tarte con ganache cioccolato fondente e marroni, chantilly ai marroni.

Se penso alla quantità di ricette che ho in archivio e che non riesco a pubblicare, mi mangerei le mani. 
Ma ultimamente sto dando priorità ad altro. 
Diciamo che visto il poco tempo a disposizione quotidianamente, inversamente proporzionale agli anni che ho sul groppone, mi ritrovo a scegliere ogni volta, di vivere appassionatamente fuori di qui. 
Mi dispiace, e molto, ma nonostante continui a cucinare come se non ci fosse un domani, quando penso che forse dovrei alimentare anche queste pagine, mi viene un'uggia senza limiti e rinuncio per fare altro. 
D'altra parte, io non ho voglia di scrivere e molti non hanno voglia di leggere - Magda, lo vedi che la cosa è reciproca? 
La realtà è una sola: mi sono impigrita e la cosa peggiora con l'età. 
Accontentiamoci di queste piccole parentesi golose, come queste favolose tarte con ganache fondente ai marroni e chantilly ai marroni che celebrano la stagione di un meraviglioso frutto come le castagne. 
Fra parentesi, sono divine! 

Questo tipo di dolce, viene annoverato nella categoria "crostate moderne".

Gusci di frolla sottile riempiti con combinazioni di creme, frutta o cioccolato e decorazioni di grande suggestione. Per ottenere una frolla sottile, uniforme e bella croccante, si usano degli cerchi di acciaio micro forati senza base, in cui viene sistemata la frolla appoggiando direttamente su un tappetino di silicone che consente di far traspirare l’impasto durante la cottura, asciugando così il guscio, che resta croccante a lungo, anche una volta riempito di farcitura. 

E’ l’esempio delle famose tartelette francesi che ci fanno innamorare ogni volta che capita di assaggiarle. Si può ottenere lo stesso risultato senza troppi sforzi, l’importante è non surriscaldare l’impasto in fase di lavorazione. Ecco perché questa preparazione richiede il passaggio in frigo svariate volte. 

Ma in questa stagione è più semplice perché le nostre case sono più fresche e i tempi di raffreddamento diminuiscono. 

Con un guscio del genere, potrete far lavorare la vostra fantasia. Sul blog ne trovate diversi esempi come quelle alle "more e crema di limone" o "quelle frangipane alle prugne". 

Potrete farcirle una volta cotte oppure con elementi che cuociano insieme alla frolla, tipo la crema frangipane o confetture di frutta, o frutta fresca accompagnata da composte di vario genere.  Lascio a voi la scelta. 

Essendo tempo di castagne, ecco la mia interpretazione golosa, che piacerà a tutto, soprattutto ai palati più raffinati. 


Ingredienti per 6 tartelette da 8 cm di diametro

Per la frolla

140 g di burro pomata

70 g di zucchero a velo setacciato

50 g di uova 

1 g di fleur de sel 

230 g di farina 00 setacciata 

40 g di farina di mandorle 


Per la ganache al cioccolato 


150 g di cioccolato fondente 50% 

150 ml di panna fresca 

1 cucchiaino di miele millefiori

1 cucchiaino di estratto di vaniglia 

100 g di castagne bollite 

500 ml di latte parzialmente scremato 


Per la chantilly ai marroni 

200 ml di panna fresca

200 g di crema di marroni 

Foglia d’oro per uso alimentare 

Violette candite 

Cacao amaro in polvere qb


Preparate la frolla ed i gusci (potete fare questo un giorno prima) 

  • Mescolate lo zucchero con il burro usando una spatola di silicone, fino a quando il burro non avrà assorbito lo zucchero, quindi aggiungete la farina, il sale e la farina di mandorle e continuate ad incorporare fino ad ottenere un composto bricioloso. 
  • Aggiungete l'uovo ed impastate molto velocemente fino a che l'impasto non starà insieme formando una palla. Schiacciatela un poco quindi avvolgetela nella pellicola e mettete in frigo almeno per un'ora. 
  • Una volta riposata, toglietela dal frigo, tagliatela a metà ed una parte riponetela in frigo o nel congelatore per utilizzarla in altra occasione. 
  • Stendete la metà tra due fogli di carta da forno ad uno spessore di 3 mm.  Coppate la pasta con un cerchio da 8 cm di diametro e sistematelo in fondo agli stampi per tartelette già imburrati. Bucateli e mettete in frigo. Recuperate il resto della frolla e riunitelo in un palla. Stendetela sempre tra i due fogli allo stesso spessore e mettetela in frigo ben stesa per 1 ora. 
  • Quando sarà pronta e ben fredda, ricavate dal foglio steso, 8 strisce per foderare i bordi degli stampi. Premete bene in modo che la frolla si "agganci" ai bordi e con un coltellino affilato rifinite perfettamente i bordi dalla frolla in eccesso. 
  • Rimettete le tartelette in frigo per almeno 30 minuti mentre accendete il forno.  Coprite i gusci con poca carta forno su cui appoggerete dei legumi secchi per effettuare la “cottura in bianco”. 
  • Cuocete a 160° per c.ca 25 minuti, controllando che siano ben dorate ma non si scuriscano troppo. Una volta pronte, fate raffreddare i gusci su una griglia qualche minuto e sformatele.  Una volta fredde conservatele in una scatola di latta fino all'utilizzo. 

PER LA GANACHE DI CIOCCOLATO E CASTAGNE. 

  • Lessate le castagne in abbondante acqua bollente ed un paio di foglie di alloro. Sbucciatele e privatele della pellicina quindi versate il latte in una casseruola con la vaniglia e le castagne e fate cuocere fino a che le castagne non avranno assorbito buona parte del latte e saranno morbide tanto da disfarsi. 
  • Scolatele dal latte e con una forchetta schiacciatele grossolanamente lasciando anche pezzi più consistenti. Fate raffreddare. 
  • Preparate la ganache di cioccolato: Tritate bene il cioccolato e mettetelo in una ciotola di acciaio. Portate a sobbollire la panna. Quando raggiungerà il fremito, spegnetela e versatela sulla cioccolata. Aggiungete il miele e lasciatela lì senza toccare per 3/4 minuti. 
  • Con una spatola o un cucchiaio, mescolate lentamente il composto fino a che la cioccolata non si sarà completamente sciolta ed avrete ottenuto un composto lucido, uniforme e vellutato. 
  • Incorporate le castagne e mescolate bene. 
  • Versate subito la ganache ripartendola nei 6 gusci di frolla in maniera uniforme. Lasciate raffreddare completamente.

PER LA CHANTILLY AI MARRONI 

  • Mentre la ganache si solidifica, preparate la chantilly ai marroni. Montate la panna a neve ferma. Incorporate la cream di marroni che avrete fatto raffreddare in frigo prima di usarla. Con una spatola mescolate dal basso in alto fino a che il composto non sia uniforme, quindi mettetelo in un sac a poche con bocchetta tonda di 1 cm di diametro. Mettete in frigo fino ad utilizzo. 

PER IL MONTAGGIO

  • Decorate le piccole tarte con ciuffetti di chantilly come preferite. Rifinite con foglia d’oro e violette candite, ed una spolverata di cacao se gradito, solo al momento dei servire. 
  • Si conservano in frigo per 2/3 giorni. 






lunedì 30 maggio 2022

Sbriciolata con crema cotta, amarene e crumble di nocciole caramellate

Never say never again - Theme Song  
Questa ricetta ha aspettato forse 3 anni prima di uscire.
Tanto che alla fine me ne sono quasi dimenticata.
Il problema non è tanto la qualità della riuscita, che vi garantisco è davvero deliziosa, quanto le foto che non mi sono mai piaciute, non so perché. 
Il problema delle foto è sempre annoso.  
Ho un archivio sovraccarico di piatti buonissimi ma la cui presentazione mi crea difficoltà. 
Decido sempre che le rifarò perché vale la pena che le conosciate, poi mi rendo conto che dovrei avere due vite per poter fare tutto.
Così stavolta ho deciso che questa torta merita di essere ricordata, alla faccia di come appare.
E' tempo di amarene, è tempo di creme deliziose e di torte senza pretese. 
Questa per altro, si può fare in qualsiasi periodo dell'anno perché le amarene sotto spirito o sciroppate, si trovano sempre. 
Quindi se fa troppo caldo per accendere il forno, salvatevela e fatela quando vorrete. 
Ho preparato questa torta in uno stampo quadrato perché mi piaceva l'idea di servirla tagliata a quadrotti ma potrete farla comunque in uno stampo da 22 cm rotondo con fondo amovibile e sarà comunque deliziosa. 
E' nata dalla mia passione per la crema pasticciera abbinata alle amarene, con il tocco micidiale delle nocciole caramellate che sentirete scrocchiare sotto i denti al primo morso. 
Stavolta non devo ringraziare nessuno, a parte Montersino per la crema cotta che arriva dal suo Peccati di Gola. 
Il resto è tutto opera della mia golosità.

Ingredienti per uno stampo quadrato da 20 cm di lato a bordi alti 

Per la crema cotta di Montersino
320 g di latte intero fresco 
160 g di panna fresca 
240 g di zucchero (io 180g)
145 g di tuorlo 
30 g di fecola di patate 

Per la base 
300 g di farina 00
150 g di burro 
80 g di zucchero 
1 uovo medio 
la scorza grattugiata di un limone 

Per le nocciole caramellate 
100 g di nocciole tostate 
100 g di zucchero 
1 cucchiaio di acqua 

Per la rifinitura 
100 g di amarene sotto spirito e qualche cucchiaino del loro sciroppo. 
  • Portare a bollore il latte con la panna in una casseruola a fondo spesso. Nel frattempo montate i tuorli con lo zucchero e la fecola. Quando il latte comincia a fremere, unite il composto montato e frustate energicamente per amalgamare e portate a cottura. Ci vorranno circa un paio di minuti e la crema avrà una consistenza piuttosto densa. 
  • Versate la crema in un contenitore di vetro e lasciate raffreddare con pellicola a contatto, quindi preparate la base. 
  • Per prima cosa dovrete preparare le nocciole caramellate: lavate stessa casseruola in cui avete preparato la crema, asciugatela bene e versatevi lo zucchero con un cucchiaino di acqua. Preparate il caramello cuocendo a fiamma media senza mai toccare. Quando lo zucchero comincerà a sciogliersi e prendere un colore ambrato scuro,  aggiungete le nocciole tostate e mescolate bene fino a che non saranno completamente avvolte dal caramello. 
  • Versate il composto su una teglia coperta da carta da forno leggermente spennellata di olio di semi e stendete il croccante con una spatola schiacciando per livellarlo. Non importa se non sarà perfettamente livellato. Lasciate  raffreddare ed indurire.
  • Una volta pronto prendete il mixer con lama, rompete il caramello a pezzetti e metteteli nella ciotola. Frullate con il pulse per ottenere una granella non troppo sottile. Tenete da parte .
  • In una larga ciotola versate la farina con lo zucchero, il burro, lo zucchero, la scorza di limone e metà della granella di nocciole. Mescolate bene con un cucchiaio di legno. Pizzicate il burro con gli ingredienti secchi cercando di formare delle briciole grossolane quindi aggiungete l'uovo sbattuto e con una forchetta mescolate senza schiacciare, cercando di incorporare l'uovo ma mantenendo il composto bricioloso. Aiutatevi con la punta delle dita se necessario, sollevando il composto per ottenere grumi di diverse dimensioni. 
  • Foderate lo stampo con carta da forno. Mettete sul fondo metà del composto di briciole che schiaccierete delicatamente con le mani in modo da uniformare la base. 
  • Versatevi la crema cotta, in uno strato di c.ca 2 cm. Se vi avanzerà, mangiatevela a cucchiaiate. Adesso scolate metà delle amarene dal proprio sciroppo e disponetele sulla crema. Irrorate la superficie con qualche cucchiaino di sciroppo di amarene. 
  • Coprite la crema con il restante crumble, a cui aggiungerete le restanti nocciole e rifinite con le amarene rimaste, come più vi piace. 
  • Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 35/45 minuti, fino a che la frolla non avrà un colore dorato e uniforme. 
  • Fate raffreddare una ventina di minuti prima di toglierla dallo stampo quindi fatela raffreddare completamente su una gratella. Servite a temperatura ambiente tagliata in quadrotti. 
  • Si conserva per 2/3 giorni al fresco. Se la tenete in frigo, servitela quando avrà ripreso la giusta temperatura. 



mercoledì 15 dicembre 2021

Fattu e cottu: la torta di Saba di Quartu Sant'Elena

Nel dicembre del 2014, qualche settimana prima di Natale, partivo per la Sardegna con un gruppo di 15 amiche blogger  per un intenso viaggio di scoperta territoriale e gastronomica nel Sud e centro di questa incredibile regione. 
In soli 4 giorni, a seguito di quel viaggio, tutte le mie certezze, la mia idea e conoscenze dell'isola, in cui mi ero già recata molte volte per lavoro ed anche per piacere, mutarono diventando un "sentimento". 
Si, un sentimento profondo, un'emozione difficile da spiegare, vicina ad un senso di appartenenza che ancora oggi, a distanza di tempo e spazio, è costantemente rinnovato grazie ad amicizie, esperienze e ritorni a cui non riesco a rinunciare. 
In quel primo viaggio nella Sardegna a me ignota, ebbi il privilegio di conoscere una parte di Sarrabus, attraverso i borghi di S. Vito, Muravera con l'incredibile Peschiera Su Feraxi, ma anche Villasalto, uno splendido borgo della provincia del Sud Sardegna. 
Essendo il periodo antecedente le feste più importanti dell'anno, gli abitanti di questi borghi, in particolare le donne, erano in frenetica preparazione di ogni tipo di delizia. 
E' proprio a S. Vito che ho assaggiato il pollo ripieno, prima bollito nel brodo quindi passato in forno per creare una crosticina croccante all'esterno. 
E' qui che ho visto preparare delle enormi Panadas ripiene di agnello, patate e carciofi e visto nascere dei culurgiones belli come gioielli dalle mani di operose signore. 
Qui ho scoperto "la saba". 
Durante la visita ad un'azienda agraria locale circondata da un agrumeto meraviglioso, ci fu servito un pranzo a base di tutti i prodotti di quella terra che per finire, si conclusero con una torta di sapa di arance che divenne il tormentone del viaggio per ognuna di noi. 
Mi sono riportata a casa la ricetta della sapa di arance che ho immediatamente riprodotto per calmare la nostalgia di quei giorni. 
Ma che cos'è la Saba, conosciuta su tutto il territorio sardo ed utilizzata per moltissime ricette? 


La saba o sapa è uno sciroppo simile alla melassa, ottenuto dalla riduzione dei succhi e quindi degli zuccheri della frutta. 
Si realizza in molti territori della nostra penisola, in varie forme e nomi: sapa, vincotto, mosto cotto, ecc, e si ricava da fichi, arance, mosto di vino, melagrana. 
Se ne conoscete altri, mi piacerebbe saperlo. 
I succhi della frutta vengono messi a cuocere con zucchero a fiamma molto dolce, per ore. 
Si riducono fino ad ottenere una salsa fluida come il miele, che viene conservata in barattoli ermetici  molto a lungo. 
E' un nettare prezioso che arricchisce piatti dolci e salati e viene utilizzato soprattutto durante il periodo delle feste, in molti ripieni. 
In Sardegna, su tutto il territorio da Nord a Sud, è conosciuta per essere l'ingrediente principale del Pan 'i saba o Pane e saba, ma studiando e documentandomi sulla ricetta, questo stesso pane dolce lievitato, ha una sua versione più semplice che diventa torta. 
In particolare nella zona a sud di Cagliari, nel paese di Quartu Sant'Elena, delizioso borgo praticamente attaccato alla città, si prepara il "Fattu e cottu", una torta di Saba che assomiglia in tutto e per tutto al pane negli ingredienti contenuti, ma che di fatto un pane non è. 
E' un dolce della tavola di Natale. 
Ogni famiglia ha la sua ricetta perché il Pane di saba o la Torta, sono chiaramente un affare privato che si tramanda da nonna a nipote, spesso senza neanche il "pizzino" con la ricetta ma con l'esperienza diretta del "cucinare a occhio" o a sentimento. 
Quindi so già che gli amici sardi che leggeranno questo post  troveranno delle differenze nella ricetta che propongo, ma io l'ho presa in prestito da una amica sarda che mi ha donato quella della sua famiglia. 
Fattu e cottu. 
Il nome fa immediatamente pensare a qualcosa che si prepara velocemente, senza l'attesa che necessita un pane e quindi sottolinea la sua differenza dal Pane di Sapa più tradizionale. 
Trattasi di una torta ricca, piena di cose preziose: la frutta secca, i canditi, le spezie e questa salsa golosa e scura come una melassa che rende l'impasto color del rame e la sua texture umida e morbidissima.  
E per finire, un trionfo di confettini colorati, codette, foglia d'oro. 
Mi direte: ma la saba o sapa dove la trovo? 
Eh, questa è una bella domanda. 
Non disperate perché se vi fate un giro on line, troverete ampia scelta ed ormai gli acquisti in rete non ci fanno paura. 
Altro ingrediente caratterizzante e imprescindibile, è la Saporita. 
Io l'ho scoperta grazie a mia suocera che la usava per profumare il ripieno di ravioli di ricotta. 
Un misto spezie "dolce" che io uso sempre, in ragù, dolci, ripieni di carne...insomma ne ho una piccola dipendenza. 
Anche qui, nessuna difficoltà a trovarla in rete ed è un prodotto economico di cui vi innamorerete. 
Veniamo ora alla ricetta: l'unica attenzione da fare è sulla cottura. 
Fate la prova stecchino: la torta non si deve asciugare troppo. 
E soprattutto usate tutta la sapa richiesta altrimenti non otterrete la morbidezza prevista. 
Ingredienti per uno stampo da 18 cm di diametro e 8/10 tortine monoporzione
2 uova medie a temperatura ambiente 
200 g di zucchero
50 g di strutto 
170 ml di latte intero tiepido 
1 cucchiaino raso di bicarbonato 
1 bustina di lievito per dolci 
80 g di uvetta 
80 g di mandorle tostate e tritate grossolanamente + qualcuna per decorare
80 g di noci sminuzzate 
50 g di arancia candita a dadini
30 g di cedro candito a dadini 
400 g di farina 00
250 ml di sapa di mosto
la scorza di una arancia non trattata grattugiata 
1 cucchiaino di estratto di vaniglia 
1 bustina di misto spezie La Saporita 
1 cucchiaino di cannella 
1 pizzico di sale

Per la finitura 
200 ml di sapa 
briciole di oro alimentare
codette e monopariglia colorata, confettini d'argento e altro vostro piacere. 
  • Mettete in ammollo l'uvetta in acqua tiepida. Se volete aromatizzatela con del succo d'arancia o liquore. Lasciatela in ammollo almeno mezz'ora. 
  • Fate sciogliere lo strutto nel latte che avrete intiepidito 
  • Setacciate la farina con lievito,  bicarbonato, spezie, sale, cannella e saporita 
  • Nella ciotola della planetaria montate le uova, la scorza di arancia e la vaniglia con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e chiaro. Lentamente aggiungete a filo la sapa che avrete leggermente scaldato
  • Quando il composto sarà omogeneo, aggiungete la farina miscelata con lieviti e spezie, in tre tempi, alternandola con il latte e strutto, cominciando e terminando con la farina. 
  • Mentre impastate con una frusta a mano, pulite bene i bordi con una spatola di silicone. 
  • Scolate l'uvetta, strizzatela bene. Mettetela in una ciotola con i canditi, miscelate il tutto e spolveratelo di farina. Incorporateli con la spatola nel composto e poi aggiungete la frutta secca. 
  • Versate il composto in uno stampo a ciambella a cerniera 18 cm di diametro ed il resto in stampini monoporzione della forma che preferite, il tutto imburrato, riempiendo a 2/3 gli stampi. 
  • Cuocete a 170 per c.ca 20/25 minuti (dipende dalla grandezza degli stampini) le monoporzioni e a 35/40 la ciambella. Controllate con lo stecchino: deve uscite pulito ma l'interno deve restare morbido e umido. 
  • Fate raffreddare su una gratella quindi spennellate con il resto della sapa intiepidita e lasciate asciugare quindi decorate con le mandorle, codette, monopariglia ecc. secondo la vostra fantasia e grazia. 




martedì 6 luglio 2021

Tarte senza cottura con mousse di yogurt al miele.

Non credevo che avrei postato una nuova ricetta prima di Settembre. 
Ormai siamo tutti molto concentrati a quello che l'estate ci porta.
Io personalmente, non paga del lungo periodo di ferie forzate, sogno delle vacanze degne di questo nome e partirei ogni minuto e mezzo, giusto il tempo di rifare la valigia. 
Sono incorreggibile, lo so, ma è nel mio DNA.
Comunque. 
Cambiamo argomento. 
Ho preparato un dolce. 
Figurati, un dolce,  tanto per cambiare. L'ultimo post non era forse una torta? E quello prima dei biscotti? 
Ho una giustificazione. 
Questa tarte non si cuoce e fa pure bene. 
Pochi zuccheri e tutti naturali, frutta fresca ed una mousse di yogurt che è una vera delizia. 
Ci vuole anche poco, solo un po' di pazienza ad attendere i tempi di raffreddamento e poi potrete mangiarla anche a colazione e a merenda, perché il guscio contiene tanti nutrienti che fanno benissimo alla salute e all'umore. 
In particolare ho scoperto le miscele di semi macinati a freddo Linwoods, che contengono magnesio, omega 3, sali minerali e tante fibre e mi sono abituata ad utilizzarli in molte preparazioni, senza scaldarli perché perderebbero le loro proprietà benefiche.  
In estate sono perfetti ma li utilizzerò tutto l'anno perché hanno un sapore fantastico e sono molto versatili grazie a miscele con semi e frutta secca diversi. 
Per questa ricetta ho usato la miscela con semi di lino, noci brasiliane, mandorle e noci e a dirla tutta sarei in grado di mangiarmela a cucchiaiate. Nel guscio di questa tarte sono strepitosi. 
Se vi interessassero, sappiate che potete trovarli nei negozi di Naturasì, CuoreBio, Biobottega ma anche on line in numerosi siti. 

Ingredienti per uno stampo rettangolare 35 x 11 cm o uno rotondo da 18/20 cm diametro

Per il guscio 

150 g di mandorle
50 g di Semi di lino, mandorle, noci brasiliane e noci macinati Linwoods
150 g di datteri secchi denocciolati
30 g di olio di cocco
un pizzico di sale

Per la Mousse
 
200 ml di yogurt greco a temperatura ambiente 
250 ml di panna fresca
2 fogli di colla di pesce
3 cucchiai di miele di cardo
la scorza grattugiata di un lime
Frutta di stagione per decorare

  • In un mixer con lama tritate mandorle e datteri in un composto fine. Miscelate con i semi Linwoods in una ciotola. Aggiungete l'olio di cocco sciolto e intiepidito e mescolate bene con un cucchiaio. 
  • Distribuite il tutto su uno stampo rettangolare, pressando bene anche sui bordi e cercando di creare uno spessore di 4/5 mm. Mettete in frigo almeno 1 ora. 
  • Preparate la mousse. Fate ammorbidire la gelatina in acqua fredda. Mescolate lo yogurt con il miele che avrete leggermente scaldato per fluidificarlo. 
  • Sciogliete la gelatina strizzata nel microonde alla massima temperatura per qualche secondo, quindi incorporatela nello yogurt mescolando bene. 
  • Montate la panna con un paio di cucchiaini di zucchero a velo se desiderate maggior dolcezza, quindi incorporatela con una spatola nella crema di yogurt. Adesso la mousse è pronta da stendere nel guscio. 
  • Aiutatevi con una spatola e distribuite uniformemente la mousse nel guscio sbattendo lo stampo lievemente sul piano di lavoro in modo che eventuali bolle spariscano. Una volta pronto, mettete in frigo per almeno 3 ore o tutta la notte. 
  • Quando sarete pronti a servirla, decoratela con la frutta estiva che preferite: io ho utilizzato pesce nettarine, albicocche, ciliegie, lamponi ed una composta di lamponi che ho fatto appositamente. Potete arricchirla con frutta zuccherina come uva, banane, melone o anguria che stanno benissimo con la base fresca e già dotata di giusta acidità. Servite ben fredda
  • Si conserva in frigo coperta per un paio di giorni. 

martedì 30 marzo 2021

Chiffon cake con namelaka al limone

You belong to me - Annie Lennox 

Per la serie "siamo già a Pasqua", voglio concentrarmi sull'idea che questa sia l'ultima Pasqua in lockdown e che certamente il prossimo anno saremo in viaggio in qualche bella località. 
Viviamo quindi il momento, consolandoci nelle nostre case insieme alla presenza delle persone più importanti per noi, con la calma rassegnazione di chi ha già vissuto questo momento e sa che non c'è nulla in più da fare che non si stia già facendo. 
Ho pensato a questa torta perché mi sembra un inno alla primavera, sia nel suo aspetto che nei suoi profumi, dove il limone trionfa sul resto. 
Avrei voluto inserirci anche delle fragole poi ho pensato che avrebbero dovuto essere perfette nel gusto ma è ancora tanto presto per quelle davvero buone e lascio la scelta a voi. 
Per me la primavera ha il profumo fresco e acidulo del limone, che il piatto sia dolce o salato. 
Lo uso spessissimo e diventa un complemento fondamentale nel condimento delle insalate e verdure.
Vorrei poter conservare il più a lungo possibile questo aroma, forse il mio preferito in assoluto dopo quello del basilico (non per niente insieme stanno da Dio). 
La chiffon è un dolce che su questo blog è molto amato. 
Con le dovute precauzioni è semplice da preparare (consigliabile avere una impastatrice o planetaria per ottenere una massa montata con i controfiocchi) ed anche piuttosto veloce, in più è versatile e si mantiene soffice per diversi giorni adeguatamente coperta. 
La texture è talmente morbida da ricordare l'ovatta ed è possibile aromatizzarla con qualsiasi liquido (io l'ho fatta anche con l'Earl Grey e cioccolata). 

La ricetta è quella della Chiffon all'arancia che trovate già su questo blog, con questa variante:
  • la quantità di succo di limone è 100 ml + 80 di acqua. 
Inoltre, per la perfetta riuscita, fate attenzione a queste indicazioni:
  • Separate le uova (tuorlo da albume) e portatele a temperatura ambiente 
  • Non aggiungete sale alla montata di albumi, ma solo il cremor tartaro ed eventualmente un mezzo cucchiaino di limone che stabilizza la montata
  • Lo stampo per questo dolce è fondamentale: stampo da ciambellone americano o Angel cake con o senza piedini, 26 cm diametro nella parte più larga 
  • Lo stampo NON SI IMBURRA pena il disastro totale. La torta deve potersi "aggrappare" all'alluminio mentre cresce ed una volta sfornata dovrà essere capovolta sui suoi piedini o infilata a testa in giù sul collo di una bottiglia. Non si sforna fino a che non sia fredda. 
  • Ogni altra spiegazione, la troverete sul post indicato. 
Qui di seguito vi metto la ricetta della Namelaka al limone, facoltativa, con cui potrete fare la decorazione. Questa quantità vi servirà per la decorazione del top ed anche se vorrete, della farcitura. Quella che vi avanza può essere congelata e riutilizzata su altri dolci tipo crostatine con frutta. 

Namelaka al Limone 
340 g di cioccolato bianco
400 g di panna fresca 
200 g di latte intero
120 g di succo di 1 limone e la sua scorza grattugiata
5 g di colla di pesce in fogli 
25 g di acqua 
  • Spezzettate i fogli di gelatina e metteteteli in una ciotolina con l'acqua
  • Sciogliete il cioccolato a bagnomaria in una ciotola abbastanza ampia
  • Portate ad ebollizione il latte e versateci la gelatina mescolando per farla sciogliere completamente
  • Versate il latte in 3 tempi sul cioccolato, mescolando di volta in volta per incorporare bene. Non aggiungete altro latte se il primo non è ben incorporato.
  • Aggiungete la panna ed emulsionate con il Minipimer avendo cura di non incorporare aria 
  • Aggiungete il succo di limone e la sua scorza e mescolate con un cucchiaio. La crema si addenserà come per magia. 
  • Mettete in frigo tutta la notte coperta con pellicola a contatto.
  • Il giorno dopo decorate con un sac a poche con la vostra bocchetta preferita. Io ho usato una tonda liscia da 1 cm di diametro. 



martedì 16 febbraio 2021

Lemon Moon Cake: l'istinto del salmone

It's only a Paper Moon - Ella Fitzgerald

Un martedì grasso senza roba fritta. 
Vado contro corrente come i salmoni. 
Questo in genere per ogni cosa della mia vita. 
Mangio il Pandoro a Ottobre (che è il più buono), friggo il primo giorno di carnevale e poi più, fino a che ho potuto, ho viaggiato sempre in stagioni impossibili e adesso chissà; detesto la colazione al bar; sono una snob che non guarda Sanremo, ecc, ecc, ecc.
Mi è sempre piaciuto non conformarmi nonostante ami ritrovarmi nei gusti della persona appena incontrata, nel libro che sta leggendo il mio sconosciuto vicino di treno, nella playlist scelta dall'amica con cui viaggio in macchina. 
Si vuole essere diversi ma non si vuole sentirsi i soli. 
Ciò che piace a tutti non è detto che piaccia anche a me ma non è per essere ostinatamente fuori dagli schemi: è che tutto ciò che è troppo "nazional-popolare" come diceva il vecchio Pippo Baudo, finisce con l'annoiarmi a morte dopo mezzo minuto. 
Ma non parlo di televisione ovviamente. 
Circa 50 anni fa, in Scandinavia uno sgamato imprenditore nel campo dei dolci industriali, si inventò una torta soffice e deliziosa dall'intrigante profumo di limone e mandorle, la coprì con una glassa al limone variegata con ghirigori bicolore e la mise in commercio tagliata esattamente a metà, come una luna crescente. 
La chiamò Lemon Moon Cake, divenne un classico delle merende per ragazzi ed il geniale signore fece una fortuna con cui gli eredi della sua famiglia camperanno per anni. 
La ricetta è tratta dal libro Fika & Hygge di Bronte Aurell che abbiamo trattato su Starbooks qualche tempo fa. 
La particolarità di questo dolce, estremamente facile nella sua realizzazione, è la presenza del marzapane, che potrete farvi in casa con 50g di farina di mandorle, 50 g di zucchero a velo, qualche goccia di estratto di mandorle amare e mezzo albume di un uovo piccolo. Impastate il tutto a lungo con le mani fino ad ottenere un panetto morbido e setoso e dategli la forma del rotolo. Impacchettatelo nella pellicola e lasciatelo riposare tutta la notte in frigo prima di usarlo.
E' importante che sia grattugiato finemente senza pezzi grossi. Eventualmente potreste anche frullarlo. Questo ingrediente regala un sapore unico alla torta, non omettetelo. 
In caso non abbiate il marzapane, potreste usare degli amaretti morbidi, tipo quelli di Mombaruzzo, frullati. 

Ingredienti per uno stampo a cerniera da 22 cm di diametro. 

200 g di burro a temperatura ambiente 
180 g di zucchero semolato
100 g di marzapane (la ricetta la trovate qui sopra)
I semi di una bacca di vaniglia 
5 uova grandi a temperatura ambiente
200 g di farina 00 setacciata
1 cucchiaino di lievito
1 pizzico di sale 
la scorza grattugiata ed il succo di un limone non trattato

Per la glassa
150 g di zucchero a velo
2 cucchiai di succo di limone spremuto fresco
1 cucchiaio di acqua bollente 
mandorle a filetti per decorare (a piacere)
  • Preriscaldate il forno a 160°. 
  • nella ciotola della planetaria montate con la frusta il burro e lo zucchero fino a che non sia pallido e leggero. Grattateci il marzapane con una grattugia a fori piccoli o un microplane, aggiungete i semi di vaniglia e mescolate nuovamente. 
  • Aggiungete le uova, una alla volta, senza procedere alla successiva se la prima non è stata ben incorporata. Dopo ogni aggiunta, pulite bene con una spatola di silicone le pareti della ciotola. 
  • Aggiungete la farina con il lievito ed il sale ed incorporate con delicatezza utilizzando la stessa spatola. Aggiungete per ultimo il limone, scorza e succo, e mescolate con delicatezza. Se il composto vi sembrasse troppo denso, aggiungete un altro cucchiaio di limone. 
  • Versate la massa nello stampo a cerniera in cui avrete coperto la base con carta da forno ed imburrato le pareti, smuovete bene in modo che l'impasto si livelli ed eventuali bolle svaniscano quindi cuocete per 50 minuti/1 ora, fino a che lo stecchino non uscirà pulito e asciutto. 
  • Fate raffreddare completamente su una gratella prima di glassare. 
  • Per fare la glassa, mettete lo zucchero setacciato in una ciotola, aggiungete limone ed acqua bollente quindi mescolate con un cucchiaio con energia, fino ad ottenere una consistenza mielosa non troppo liquida. La glassa deve potersi spalmare con facilità ma non deve colare lungo i lati. Aiutatevi con una spatolina a gomito. 
  • Rifinite aggiungendo dei filettini di limone e mandorle e lasciate asciugare.  Si conserva a lungo coperta e migliora di giorno in giorno. 
 


mercoledì 13 gennaio 2021

Torta Zebra con glassa Rocher: e sono 10!

Celebrate - Kool & The Gang

Dieci anni di blog.
Qualcuno in più di vita. 
La cosa bella è che questo spazio mi ha accompagnato per un tratto che piano piano sta diventando importante. 
Un diario che contiene buona parte di me e della mia vita. 
La decisione di aprirlo il giorno del mio compleanno, a ripensarci adesso, mi sembra coerente, visto che lui è me e viceversa. Quindi giusto festeggiare insieme. 
Se solo conto quante volte ho pensato di mollare.
Forse lo farò quando sarò troppo stanca di investire tanto tempo in una passione univoca. Al momento tengo botta. 
Una buona abitudine sarebbe quella di non contare gli anni della vita, ma la vita che è negli anni ed io ancora non ho imparato. 
Purtroppo i compleanni, i miei, da un po' mi mettono tristezza. 
Avrei voluto preparare una torta spettacolare.
Si ma le torte spettacolari vanno servite con un minimo di platea...chi se la mangia una torta grande in un periodo di tentata dieta? 
E poi mi è appena arrivato lo stampo che mi è sempre piaciuto e non ho potuto resistere. 
Sono planata su una più semplice ciambella buona per la colazione per provare il mio nuovo regalo. 
Ho comprato il mio primo stampo Nordic Ware perché l'offerta era imperdibile e perché da tempo era oggetto del mio desiderio. 
Questa azienda fa stampi bellissimi ma non propriamente economici. 
Così ecco qua, la mia prima ciambella Nordic. 
Volevo fare la famosa torta Zebra ma l'effetto che volevo ottenere non è riuscito al meglio. 
La marmorizzazione è un po' pasticciata ma tant'è...non poteva essere altrimenti data la mia innata ciatronaggine. 
In compenso la glassa Rocher è una figata pazzesca e credo che la utilizzerò prossimamente per altri esperimenti.
La ricetta è molto semplice ed il dolce si presta perfettamente per colazioni e te pomeridiani. 
Un consiglio: non abbiate fretta. 
La torta deve raffreddarsi molto bene prima di venire glassata, così come il cioccolato deve raggiungere la giusta temperatura per ancorarsi alla torta. 
Ingredienti per uno stampo Nordic Ware da 10 cup (20 cm diametro)
180 g di burro non salato a temperatura ambiente 
50 ml di olio di semi 
1 cucchiaino di sale 
1 cucchiaino di estratto di vaniglia 
280 g di zucchero semolato 
4 uova grandi a temperatura ambiente 
260 ml di latte a temperatura ambiente 
400 g di farina setacciata
8 g di lievito 

Per la variegatura
5 cucchiai di cacao amaro setacciato
10 ml di latte 

Per la glassa Rocher
100 g di cioccolato fondente al 70%
30 ml di olio di semi
30 g di granella di nocciole 

100 g di cioccolato bianco
20 ml di olio di semi
30 g di granella di nocciole 
  • Montate il burro con lo zucchero, il sale e l'olio fino ad ottenere un composto leggero e chiaro. Aggiungete le uova, una alla volta, incorporando la successiva quando la precedente sarà ben assorbita. 
  • Aggiungete il latte in cui avrete sciolto la vaniglia, a filo continuando a montare. L'impasto potrebbe "stracciarsi" se le temperature degli ingredienti non sono uniformi, ma una volta aggiunta la farina, il problema verrà superato. 
  • Setacciate la farina con il lievito ed aggiungetela a cucchiaiate al composto impastando con la foglia a media velocità. 
  • A questo punto pesate l'intero impasto e dividetelo in due ciotole. Aggiungete il cacao setacciato ed il latte ed incorporate bene con una spatola. Mettete gli impasti in due sac a poche. 
  • Imburrate ed infarinate bene lo stampo quindi cominciate a versare l'impasto formando un cerchio sulla base dello stampo. Fate in modo che il foro del sac a poche non sia troppo grande in modo da avere dei cordoncini di c.ca 2 cm di diametro. Versate dal secondo sac a poche direttamente sul cordoncino appena versato formando un nuovo anello. Proseguite così sino a che i due impasti non saranno terminati. I due colori appoggiandosi l'uno sull'altro, si adageranno un po' ma non si mischieranno. 
  • Cuocete per c.ca 50 minuti a 180° controllando la cottura con uno stecchino. 
  • Sfornate la torta quando è ancora calda. Lasciate raffreddare completamente e mettete in frigo mentre preparate la glassa Rocher. 
Per la glassa
  • Sciogliete a bagno maria la cioccolata con l'olio. Ovviamente dovrete fare sciogliere i due cioccolati separatamente. Trasferite la cioccolata in ciotole separate in cui verserete la granella di nocciole. Mescolate con cura e controllate la temperatura. Quando la cioccolata sarà a 31/32 °, sarà pronta da versare sul dolce che avrete raffreddato bene in frigo (almeno 30 minuti). 
  • Appoggiate la torta su una gratella sotto cui avrete messo un piatto 
  • Versate la cioccolata in maniera da variegare il top in bianco e nero. Al termine mettete la torta nuovamente al fresco per c.ca 30 minuti in modo che la glassa si indurisca.
  • Portate a temperatura ambiente e servite. Si conserva bene per 4/5 giorni se tenuta coperta, e migliora col tempo. 




martedì 23 giugno 2020

Mini Moelleux variegati ai mirtilli e limone: ciò che definisce una donna.

(You make me feel like) A Natural Woman - A. Franklin
"Come sei invecchiata, eri così bella".
Sono pochissimo presente su FB, giusto il tempo per postare una nuova ricetta o rispondere ai messaggi. 
Non scrollo neanche la Home perché spesso e volentieri mi viene il nervoso leggendo certe considerazioni random. ⁠
Ma ieri mi è capitato sotto gli occhi un post di Heather Parisi in cui rispondeva su IG ad una donna intervenuta con quel commento infelice. 
Una risposta esemplare ed elegantemente pacata, ma nella mia testa di protofemminista perennemente incacchiata è scattato qualcosa. ⁠
Immediata, una risata scoppiata in gola pensando alla  giovane "Commentatrice Con ⁠Convinzione di Eternità", perché è certo: lei non invecchierà, non le cadranno le tette né le si ingrosserà il culo (scusate se ho detto ingrosserà) nei secoli dei secoli. ⁠
Poi dal riso, sono scivolata nella tristezza. ⁠
Ho letto alcuni dei commenti in risposta al post, tutti elogiando l'indubbia classe della risposta, l'autenticità del suo bellissimo aspetto, la condanna alla chirurgia plastica, l'accettazione signorile del tempo che passa, l'arroganza della commentatrice...ecc. ecc 
Nessuno però ha messo il punto sulla questione. 
Ho 53 anni, pochi meno della Sig.ra Parisi. 
Non sono un personaggio pubblico né ho la fortuna di potermi concedere molti benefit per mantenere il mio corpo ed il mio volto alla ricerca dell'eterna gioventù. E allora? ⁠
Eppure anche io amo sentirmi dire che sono bella dalla persona della mia vita, specialmente dopo una giornata che mi stravolge, struccata e sfatta dalla fatica. Quello è il momento il cui certe rassicurazioni fanno bene.
Ma mai, neppure una volta nella mia vita, ho creduto che a definirmi fossero bellezza o età. 
Un commento che dice molto di quanto ancora la vita di una donna arranchi faticosamente verso l'essere realmente vista come un individuo pieno di sfaccettature e qualità a qualsiasi età. ⁠
La convinzione della nostra CCCE, prototipo di donna che andrebbe rimandato alla fabbrica per revisione del sistema centrale, è ancora quella di molte altre donne, che si sentono tali soltanto grazie al loro aspetto. 
Non investono in nient'altro e la crudeltà della loro convinzione genera commenti come quello ricevuto da una donna per altro splendida, come Heather Parisi.
Ciò che ci definisce donne in quanto esseri umani è lontano anni luce dall'essere bellezza, colore della pelle, età, religione e vale per ogni individuo. 
Inutile combattere grandi battaglie di eguaglianza quando dobbiamo ancora superare la sindrome di Barbie. 
Stagione di piccoli frutti che ho voluto mettere in un dolce tipico della tradizione francese.
Il moelleux altro non è che il "morbido" dove morbido sta per umido, soffice, insomma qualcosa di stupendo da immaginare.
La texture di questo dolce è densa ma fondente ed umida ed il sapore dei mirtilli è meraviglioso insieme al limone.
Potrete usare uno stampo tradizionale oppure 3 stampi piccoli da plumcake che risultano deliziosi a vedere.
Si mantengono morbidi ed umidi per 3 o 4 giorni se accuratamente protetti dall'aria.

Ingredienti per 3 stampi da 12 x 5 cm 
170 g di zucchero
3 uova medie temperatura ambiente
160 g di farina 00
2 cucchiaini di lievito in polvere
150 g di burro
la scorza di un limone non trattato

Per la variegatura 
200 g di mirtilli freschi
2 cucchiai di zucchero
il succo di un limone

Per la glassa (facoltativo)
125 g di zucchero a velo
2 cucchiaini di composta di mirtilli
1 cucchiaino di limone 

  • Per prima cosa preparate la composta di mirtilli che dovrà essere fredda quando la aggiungerete all'impasto. In un padellino mettete i mirtilli con lo zucchero ed il limone e fate cuocere a fiamma vivace mescolando via via, sino a che i mirtilli non cominceranno a disfarsi e formare una salsa densa e profumata. Usate un setaccio per passare la salsa e lasciatela raffreddare in una ciotolina. Può essere fatta anche il giorno prima. 
  • Fate fondere il burro a fuoco dolce o nel microonde. Lasciatelo intiepidire. 
  • Montante lo zucchero con le uova sino ad ottenere un composto bianco e gonfio. Aggiungete la farina ed il lievito setacciati, a poco a poco, incorporando con delicatezza con una spatola.
  • Aggiungete a filo il burro e le zeste di limone ed incorporate sempre con la spatola fino ad ottenere una massa lucida e gonfia. 
  • Imburrate gli stampi e foderateli con carta da forno quindi riempiteli per metà. Con un cucchiaino distribuite in ogni stampo un po' della composta quindi coprite con il resto dell'impasto. Tenete da parte un paio di cucchiai di composta se volete glassare. 
  • Sulla superficie aggiungete altra composta ed al termine con uno stecchino lungo infilato completamente nell'impasto, formate dei ghirigori lungo tutto lo stampo. 
  • Infornate in forno preriscaldato a 180° e cuocete per c.ca 30 minuti. Fate la prova stecchino che dovrà uscire pulito.
  • Una volta cotti, fateli raffreddare su una gratella. Dopo c.ca 10 minuti, aiutatevi con la carta e togliete i cake dagli stampi in modo che non si formi condensa. 
  • Se vi piace l'idea di glassarli una volta freddi, preparate la glassa al mirtillo mettendo 2 cucchiaini di composta ed uno di succo di limone nello zucchero a velo e mescolate bene con un cucchiaino. Se vedete che è troppo densa aggiungete del limone o acqua. Dovrà essere sufficientemente morbida da poter essere distribuita senza spatola. Decorate con mirtilli e lasciate indurire.  


martedì 5 febbraio 2019

Surprise cake: l'appassionata intesa tra arancia e cioccolato

Creep - Radiohead 
Tornare a scrivere su questo spazio dopo molto tempo, mi mette in uno stato di malinconia pervasa da sensi di colpa.
Ho come la percezione di avere abbandonato un figlio...neanche averlo lasciato andare per la sua strada, no: proprio averlo messo su una zattera ed averlo spinto alla deriva.
Sono sparita da un po' e quella che un tempo era una delle cose che più mi faceva sentire bene, "alive and kicking", negli ultimi mesi mi causa un continuo dibattito interno.
Ha ancora senso avere un blog?
Ha ancora senso cucinare e scrivere per nutrire uno spazio che nessuno ha più tempo di leggere?
La gente legge ancora i blog?
Ma soprattutto, che senso ha fare qualcosa solo per se stessi quando quella cosa nasce proprio per un senso di condivisione e confronto?
Se dovessi ascoltare le mie risposte, considerato che il tempo a mia disposizione è ridotto a lumicino, saprei già cosa fare, visto che per questa ragione ho smesso di seguire molti dei blog che amavo.
Credo che questo sarà un anno cruciale. La crisi dell'ottavo anno.
Questo senso di smarrimento e difficoltà nel decidere se fare un passo che assomiglia molto ad un'eutanasia, non è solo mio.
Parlando con molte amiche blogger della prima ora, quelle con cui ho instaurato un rapporto di profonda amicizia ed intesa, trovo la mia stessa domanda.
E' davvero arrivata la fine di un'avventura?
I blog di cucina sono ancora a servizio del racconto del cibo o Instagram ha definitivamente soppiantato questo ruolo, fagocitando il rapporto con il lettore attraverso momenti flash vuoti e veloci come purtroppo è la vita reale?
Credo di si.
Mi piacerebbe sapere se coloro che resistono strenuamente, lo fanno perché credono ad un ritorno della lentezza o perché non ce la fanno a decidere, proprio come me.
Non so se avrò delle risposte a queste domande, ma intanto mi mangio una fetta di torta.
Non è la solita quattro quarti.
E' una tortina facile facile che si trasforma in un dolce favoloso grazie alla presenza dello sciroppo d'arancia che è il senso vero di questo dolce.
Provatela, non omettete neanche una goccia dello sciroppo di arancia e godete di questa fusione perfetta. Ve ne innamorerete (PS - non è troppo dolce come si può pensare).
La ricetta è tratta dal libro Cioccolato di Linda Collister.

Ingredienti per uno stampo da 20 cm di diametro
175 g di burro a temperatura ambiente
175 g di zucchero semolato fine (tipo Zefiro)
le zeste grattugiate di due arance non trattate
3 uova grandi a temperatura ambiente, sbattute
175 g di farina 00 setacciata
1 cucchiaino e mezzo di lievito
2 cucchiai di succo di arancia spremuto fresco

Per lo sciroppo di arancia
100 ml di succo d'arancia spremuto fresco
1 o 2 cucchiai di liquore (tipo Grand Marnier - opzionale)
85 g di zucchero semolato

Per la glassa di cioccolato
150 g di cioccolato fondente tritato finemente
55 g di burro morbido tagliato a dadini
  • Montate il burro con la frusta nella ciotola della planetaria (o di un robot), fino a che non sia cremoso. Aggiungete lo zucchero nel quale avrete versato le zeste di arancia e le avrete mescolate bene (anche strofinandole con la punta delle dita nello zucchero per aromatizzarlo al massimo), e continuate a montare fino a che non otterrete una massa chiara, leggera e soffice (5/8 minuti). 
  • Aggiungete le uova, poco alla volta, montando bene dopo oggi aggiunta. Al termine, aggiungete la farina setacciata con il lievito, in tre tempi, mescolando bene con una spatola, ed all'ultimo inserimento aggiungete il succo di arancia ed incorporate bene. 
  • Versate il composto nello stampo a cerniera imburrato e foderato con carta da forno. Livellatelo bene con una spatola. 
  • Cuocete in forno preriscaldato a 180° per c.ca 35/40 minuti, facendo la prova stecchino. 
  • Mentre il dolce cuoce, preparate lo sciroppo di arancia mettendo il succo di arancia, il liquore (se deciderete di usarlo, togliete 2 cucchiai di succo dal totale ed aggiungete il liquore) e lo zucchero in una casseruola e portando il tutto a ebollizione. Fate bollire fino a che lo zucchero non si sarà sciolto ed il liquido avrà preso una consistenza "sciropposa". Tenete pronto. 
  • Una volta cotto il dolce, appoggiatelo su una gratella senza toglierlo dallo stampo e con uno stecchino da spiedino, bucate il dolce su tutta la superficie. Quindi con un cucchiaio versate lo sciroppo avendo cura di bagnarlo uniformemente utilizzandolo tutto. Lasciate raffreddare completamente senza sformarlo. 
  • Una volta freddo, potrete toglierlo dallo stampo ed appoggiarlo su una griglia dove lo glasserete. 
  • Preparate la glassa facendo sciogliere a bagno maria il cioccolato con il burro. Mescolate bene per ottenere una glassa lucida e setosa quindi quando avrà una consistenza spalmabile, coprite bene tutto il dolce aiutandovi con una spatola. Lasciate al fresco per farla solidificare (ci vorrà c.ca 1 ora - se la lasciate in terrazza, anche meno :D) 
  • Potrete preparare il dolce e congelarlo senza sciroppo, procedendo alla "bagna" e glassatura solo quando vorrete servirlo. 
  • E' incredibilmente buono, perfetto per un te o un fine cena se accompagnato con della panna o gelato.