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martedì 26 agosto 2014

La "mia" Amsterdam da Anna agli Zoccoli!

Come away with me - Norah Jones
Sono stata presente a singhiozzo su questo blog negli ultimi due mesi.
Zero voglia di cucinare ma anche di stare chiusa dietro un video.
In realtà neanche tante cose da raccontare senza rischiare di annoiare.
Da giugno si ha voglia di chiudere e pensare alle vacanze, che come tutti sappiamo, finiscono in un nanosecondo.
Nel mio caso sono volate ma sono state comunque bellissime.
Negli ultimi anni siamo costretti a partire a Ferragosto mettendo insieme le esigenze di tutta la famiglia. Non è propriamente il periodo migliore per viaggiare ma non sempre si può scegliere.
Questa volta ho messo in azione l'agente di viaggio che è in me ed ho cercato di trovare una soluzione accettabile per poter andare a visitare Amsterdam nei giorni più cari della stagione.
Dopo uno sguardo ai voli diretti, ho capito che neanche quest'anno avremmo potuto permettercela. Ovviamente partire a Ferragosto non significa avere date precise e definitive con mesi di anticipo.
Purtroppo fino all'ultimo (vale a dire un mese prima), non possiamo dire di essere sicuri.
Il che significa che le occasioni di ottime tariffe aeree sono ormai sfumate da tempo.
Amsterdam è una delle destinazioni più gettonate nella bella stagione e non è propriamente una città economica dal punto di vista dell'ospitalità e del volato.
Ho provato a pensare come sarebbe stato arrivare su un altro aeroporto e raggiungere la capitale olandese via terra. In effetti, volando su Bruxelles, il costo del biglietto è decisamente un'altra storia (non abbiamo speso più di 250 euro incluse tasse, in 3). Parlo ovviamente di Ryanair e non di linea.
Arrivando dal Belgio, abbiamo potuto includere la visita nei dintorni di Amsterdam (Volendam, Marken, Zaanse Schans), il nord con l'oceano, i piccoli borghi marinari, le grandi spiagge amate dai surfers e kiters, Delft e tornando verso Bruxelles, anche Brugge.
Ad Amsterdam abbiamo dedicato 2 giorni e mezzo, giusto un assaggio, ma quello che mi dico sempre è che i luoghi stanno lì, non se ne vanno e noi possiamo sempre ritornare, no?
Difficile raccontare un luogo meraviglioso come questa città e la sua gente.
Cercherò di farlo brevemente, attraverso un ABC speciale e personalissimo.
Spero torni utile a chi di voi deciderà di partire per l'Olanda.
ANNA: è probabilmente la sua donna più celebre e rappresentativa.
Parlo della piccola Anna Frank, la cui casa in Prinsengracht 263-267 (nel Jordaan) è uno dei posti più tristemente celebri al mondo.
E' stato l'unico luogo che abbiamo voluto fortemente visitare, in una fila di due ore sotto la pioggia e con una temperatura che si aggirava intorno ai 12 gradi.
Stremati dal freddo non abbiamo neanche per un momento rimpianto quelle ore in coda. Una visita emozionante e commovente e non solo se si hanno bambini al seguito. Si può prenotare l'ingresso on line ma difficilmente si trova posto se non ci si muove con largo anticipo.
BICICLETTE: sono tante, sempre e ovunque. Pedalano tutti, giovani, vecchi, mamme con bambini, manager in abito scuro, signore eleganti con i tacchi, ragazze con cassette piene di cibo o animali da compagnia. L'intera Olanda è una pista ciclabile perfettamente organizzata. Il 50% della popolazione le usa ogni giorno per spostarsi e per piacere.
La sensazione che si ha vedendo tutta questa gente pedalare con allegria è splendida ed il senso di emulazione scatta immediatamente per qualsiasi ignaro turista. Dico ignaro della pericolosità della cosa. Non voglio spaventarvi, ma non date retta a chi vi dice: "Noleggiate una bici per visitare Amsterdam". A meno che non siate dei bravi ciclisti, con ottimi riflessi e grande destrezza nel traffico, sappiate che se come me noleggerete una bici per scoprire la città, starete l'intera giornata in tensione, concentrati esclusivamente sulla strada estremamente trafficata, e non vedrete nulla di ciò che accade intorno a voi. Dovrete fermarvi spesso per consultare la mappa e con molta probabilità, diventerete causa di incidente. Non voglio spaventarvi, ma pensateci bene. Non è così facile come sembra.
CANALI: Beh, solo qualche numero: 165 canali, 80 ponti. La presenza dell'acqua è qualcosa di estremamente romantico e rende questa città assolutamente unica.
Chiamarla "Venezia del Nord" è riduttivo. Le prime ore della mia visita le ho passate fotografando ponti e canali. Sono qualcosa di ipnotico ed emozionante. Di giorno e di notte.
Di certo troverete il vostro preferito e non smetterete di innamorarvi delle meravigliose case sui canali nelle quali avrete voglia di abitare.
DOLCI: Le pasticcerie ad Amsterdam sono numerose così come le sale da te (lasciamo stare i coffe shop, altra roba). Le torte multistrato, ricche di creme e farciture, ricordano un po' la pasticceria viennese, ma quello che posso dire per esperienza personale, è che la torta di mele resta un must da non perdere. Se dovessi descriverla, potrei dire che è una pie con il ripieno di uno strudel: davvero fantastica.
EDAM: Che è come dire formaggio. L'orgoglio della nazione ed un simbolo che troverete ovunque, lungo strade e piazze, ed all'interno di bellissimi palazzi storici. Non avrete difficoltà ad assaggiarne nelle botteghe di prodotti tipici. Personalmente non lo amo moltissimo, ma lo trovo estremamente fotogenico.
FEBO: Ovvero quando l'ingegno dello snack si fa organizzazione.
Avete fame e non avete né tempo né soldi da spendere per un pranzo completo? Entrate in un FEBO, ovvero moderne rosticcerie a gettoni. Cibo caldo e freschissimo preparato al momento e sistemato in distributori automatici simili alle nostre macchinette per gli snack. Selezionate quello che vi interessa, inserite le monete e mangiate il tutto appena fatto. Pochi euro e deliziose crocchette, panzerottini, hamburger, patatine, ecc....Una sorta di McDonald ma tutto automatico e completamente  autoctono.
GAY FRIENDLY: C'è da dire poco in proposito. Amsterdam insegna a tutta Europa la tolleranza in ogni campo ed in quello sessuale è sicuramente la capitale della libertà e del rispetto.
HARD: Prima di partire, parlando con mio marito avevo esordito dicendo: "mi raccomando, evitiamo il quartiere a luci rosse", preoccupata che mia figlia avesse un'idea della città lievemente distorta.
Il primo giorno di visita, arrivando dal nostro Hotel abbiamo fatto casino con la mappa e ci siamo finiti dentro con tutte le scarpe. Orgogliose signorine in mutande e reggiseno sorridono da dietro ai vetri, sexy shop con le dotazioni più improbabili per notti burrascose all'insegna della passione accanto a locali che pubblicizzano ogni sorta di spettacolo per l'universo maschile. Tantissimi giovani e turisti passeggiano tranquilli pensando ai fatti propri. Capire dove ci trovavamo c'è voluto un istante ma mia figlia, decisamente più saggia e composta dei suoi imbarazzati genitori, ci ha messo subito a posto esordendo: "Mamma, guarda che lo so dove siamo. Ho visto un documentario con nonna su Marco Polo". Glob!
ISOLE: Circa 90 le isole che compongono la città e c.ca 500 i ponti che le collegano. Ma contrariamente a Venezia, non è una città che muore trasformandosi lentamente in un museo accessibile solo a pochi. Questa città è un brulicante centro culturale, economico ed amministrativo e pare colpita dalla sindrome di "Benjamin Button": ringiovanisce con il passare del tempo.
JORDAAN: Uno dei quartieri più caratteristici ed interessanti che negli ultimi anni è diventata sede di numerose gallerie d'arte, negozi di antiquariato e locali tipici. E' stato il quartiere degli artigiani e lavoratori che arrivavano da tutta Europa istallando lì la propria attività. Nel secolo d'oro, ovvero in tutto il 600, era così densamente popolato da essere piuttosto malsano per le scarse condizioni igieniche. Ma oggi ha lo stesso charme che hanno acquisito i Marais a Parigi dopo il loro recupero a partire dagli anni 80. Le più belle case storiche a bordo canale sono proprio qui. Dimenticavo: è il quartiere dove risiede la casa di Anna Frank.
KO: E' come vi sentirete lasciando Amsterdam.
LUCE: Speciale, trasparente, tanta d'estate, come in tutti i paesi nordeuropei.
Per gli abitanti di questa città la luce è fondamentale e lo raccontano le grandi finestre delle case, spesso spoglie di tende o comunque con pochissima stoffa per non ostacolarne l'accesso.
Non per questo si è autorizzati a sbirciare dentro le case dalle finestre direttamente sulla strada. Che è praticamente una cosa impossibile da evitare, visto la bellezza delle abitazioni: l'occhio ce lo butti comunque. Se lo fate, almeno siate discreti.
MULINI: Forse il simbolo più noto ed amato di questo paese di terre d'acqua.
Amsterdam ne conserva ancora alcuni, 8, dentro la città e che personalmente non sono andata a cercare. Ne abbiamo contati diversi viaggiando da Bruxelles ad Amsterdam, tutti bellissimi.
Avendo la macchina, abbiamo preferito spostarci nei dintorni, nella vicina Zaanse Schans, dove un piccolo borgo contadino è diventato un museo a cielo aperto e località iper-turistica dove vedere i Mulini ancora in azione. A parte trovare schiere di giapponesi come ovunque d'altronde, verrete soggiogati dal diffuso profumo di cacao nell'aria. Non è un'allucinazione ma il vicino laboratorio dove viene prodotto. Tutto il posto è incantato. Turistico ma realmente pieno di fascino.
A soli 15 minuti da Amsterdam.
NUVOLE: I cielo di Amsterdam ne è sempre pieno. Anche con il sole. Tanto si spostano con la velocità del vento. Se hai la fortuna di imbatterti in una giornata senza pioggia (non è impossibile), non riesci a non guardare il cielo che ti sembra sempre così vicino e mobile.
Le nuvole di Amsterdam sono parte del paesaggio. Se le osservi ti rendi conto del perché di certi quadri di Van Gogh. Nuvole e vento sono un binomio che dovrai considerare una volta laggiù. E finiranno col piacerti moltissimo.
OLANDESI: cordiali, sorridenti, ospitali, disponibili, belli, easy.
Un popolo fantastico proiettato verso il futuro. Sono il riflesso della propria città e della propria storia, una civiltà che si è aperta verso il mondo e che il mondo lo ha conquistato e popolato con intelligenza. Ho invidiato l'ordine, la libertà disciplinata, gli spazi organizzati, la cura e l'attenzione per le giovani generazioni per le quali sono costruite scuole e servizi meravigliosi (se non ci credete, basta dare un occhiata al conservatorio di musica, un palazzo in vetro con auditorium immenso e sale prove affacciate sulla città).
PATATINE: Piatto nazionale, si mangiano ovunque, possibilmente camminando e possibilmente bollenti, coperte di salse. Se i miti vengono smontanti solo dal confronto, quelle che tutto il mondo  conosce come "French fries", in realtà dovrebbero chiamarsi "Dutch fries", perché buone come quelle che ho mangiato qui, ancora devo trovarle.
In particolare, andate a scovare la minuscola bottega Vlaams Friteshuits Vleminchx che si trova in Voetboogstraat 31/33, fatevi una breve fila (per altro servizio velocissimo) e gustatevi queste meraviglie magari "nature", senza troppe salse. 
Consiglio la dose piccola, che è comunque generosa. Dopo però, sarà difficile tornare alle vecchie sticks senza rimpianto.  
QUANDO: Andare ad Amsterdam sempre. In Estate, Autunno, Inverno o Primavera. 
E' sempre il momento di andarci. Non sarà mai troppo freddo o troppo ventoso o troppo caldo per rinunciare. E' la mia nuova malattia. Conterò alla rovescia il giorno per ritornare. 
RIJKSMUSEUM: Lo so, il vecchio Van Gogh è un appuntamento imperdibile se si va ad Amsterdam ma io ho fatto una scelta diversa. Ad Aprile è stato riaperto il meraviglioso Rijskmuseum dopo un lungo restauro e un'opera straordinaria come "The night watch" di Rembrandt ha fatto finalmente ritorno a casa. Però, nello stordimento generale dato da opere grandiose ed immortali come le molteplici di Rembrandt e l'immensa "Waterloo" che occupa un'intera parete, io ho lasciato il cuore tra la cornice di un piccolo dipinto dalla potenza senza limiti. E mi sono accorta di amare Vermeer senza speranze (ah, dimenticavo, nel Museo si può fotografare! ).
SINGEL: E' la Via ed omonimo canale che taglia in 2 la parte Settentrionale della città.
Vi ci imbatterete spesso, probabilmente già dal primo giorno cercando di raggiungere Piazza Dam, il cuore antico di Amsterdam. E' molto importante ed interessante in quanto praticamente tutti gli edifici che si affacciano sul canale sono stati costruiti a partire dal 1600.
TETTI: Altra meraviglia di questa città. Credo di non averne visto uno identico all'altro, o probabilmente ho perso il senno cercando di imprimermi nella memoria tutta quella sequenza di curve, riccioli, punte, pinnacoli senza soluzione di continuità.
Saranno i tetti di Amsterdam a togliervi il sonno per la nostalgia quando tornerete.
Tetti su case strette e lunghe costruite così per sottostare ad una tassa che puniva le case con facciate troppo ampie. Da qui la costruzione in altezza, vicine vicine spesso con solo 2 o massimo 3 finestre a piano.
UNIVERSITA': Ebbene si, Amsterdam è una città universitaria ed è sede di due antiche università, la prima del 1632 (UvA), per scienze umanistiche, legge, medicina, economia e scienze sociali. Accoglie studenti da tutto il mondo. La seconda è la Libera Università di Amsterdam, nata alla fine del XIX secolo fondata da ortodossi e protestanti. Ha 12 facoltà.
VENTO: C'è, non si può evitare. Ed è fonte di energia pulita. Da qui i mulini e le pale eoliche. E capelli struffati, acconciature improbabili, giacche a vento e surf/kite passion.
WAFFLE: Non pensate ai waffle che servono in Belgio, grandi, morbidi e farciti con panna, cioccolata e palla di gelato alla vaniglia. Non che manchino anche qui, ma la vera specialità sono delle cialde sottili e croccanti, accoppiate come dei piccoli sandwich farciti di sciroppo al caramello.
Le potete trovare in qualsiasi market, pasticceria e negozio di souvenir. Hanno un meraviglioso aroma di cannella e sono il regalo perfetto da portare dall'Olanda. Se riuscite a non smettere di mangiarli.
XXX: Le tre croci di Sant'Andrea, che campeggiano sullo stemma della città di Amsterdam (croci bianche su fondo nero in campo rosso). Le trovate ovunque: finestre, porte, tombini, biciclette, magneti. Insomma, prima di pensare a qualche bandiera piratesca, guardatevi intorno.
YES: I speak English. Nonostante l'olandese sia una lingua impossibile (magari se conosci il tedesco, riesci ad intuire il significato di qualche parola), chiunque in città parla Inglese. Dall'anziana signora al bambino della materna. E questo è un altro segno di enorme civiltà.
ZOCCOLI: Che Olanda è senza zoccoletti? Ho dovuto combattere contro mia figlia che voleva assolutamente portarne a casa un paio della sua misura (il 40 avete presente? Mi sarebbe servito un secondo bagaglio solo per quelli). Adesso non si trovano più persone che indossano queste calzature particolari, ma i laboratori non mancano e neanche gli estimatori. In città ci sono alcuni posti dove potrete osservare un artigiano produrre uno zoccolo sotto i vostri occhi. Noi abbiamo visitato la bottega sull'isola di Marken, assolutamente splendida, come l'isola tutta.
Potrei raccontarvi ancora molto ma credo di avervi già tediato abbastanza.
Voglio però lasciare una piccola carrellata di foto per farvi venire voglia di partire.
Mi aspetto di sentirvi raccontare la "vostra" Amsterdam.

lunedì 5 agosto 2013

UNA LETTURA PER L'ESTATE: BUONE VACANZE CON THREEF!

Come foglie - Malika Ayane
Andante con gusto chiude ufficialmente per ferie! 
Spento il gas, chiusa l'acqua, sprangate le finestre e svuotato il frigorifero dalle ultime cose deperibili, riempite le valige di costumi, libri e macchina fotografica, il bloggino e la sua proprietaria si accingono a levare il disturbo per il prossimo mese. 
Vi lascio con un nuovo stupendo numero di Threef, che potrete sfogliare direttamente cliccando sull'icona nella sidebar, uscita fresca fresca il 1 agosto scorso, perfetta per questi giorni lenti, assolati, che profumano di resina di pino e di salmastro. 
Finalmente vacanze. 
Non si cucinerà per un bel po', o se lo faremo, sarà per preparare piatti freschi e appetitosi come una panzanella, da mangiare anche in spiaggia se ci va, o da portarsi dietro per un bel picnic in piscina (per chi in ferie ancora nisba!). 
Vi prego di dare anche un'occhiata al sito di ThreeF curato magicamente dalle 3 meravigliose Fausta, Federica e Francesca, nonché dalla mano attenta di Valeria. Potete leggere di loro e di tutto il gruppo di entusiasti che hanno contribuito a realizzare, ancora una volta, un numero così bello.
A tutte voi, care amiche che passerete di qua, un forte abbraccio la raccomandazione di mollare tutto per qualche settimana.
Un po' tempo solo per voi è il regalo più grande. 
Ci rivediamo a Settembre! Pat 

martedì 21 agosto 2012

Ritorno.

Il ballo di San Vito - Vinicio Capossela
Sappiamo tutti benissimo, e lo abbiamo imparato a nostre spese, che tutte le cose belle e buone prima o poi inevitabilmente finiscono. Certo è che la fine di una vacanza non è mai un dramma, se i ricordi che ti ha lasciato ti accompagneranno per buona parte dell'inverno. 
Non ho da dire molto, se non che ho trovato quello che mi aspettavo, e forse anche di più, tra cui un carnaio di gente inenarrabile e spiagge più simili a dei grill umani che ad oasi paradisiache
La mia fortuna ha voluto che avessimo una casa bellissima, affacciata sul mare, con una veranda in cui avremmo potuto pattinare o ballare (questo lo abbiamo fatto), e che ha costituito il nostro "buen retiro" per una settimana. Mare incantevole, sorprendente e cristallino, paesini deliziosi e persone di un'ospitalità unica. Ma NON ci andate d'agosto. Pensateci bene prima. I lati negativi sono molti e non sto qui ad elencarveli altrimenti da buona agente di viaggio, non la finirei più. Giugno, luglio, settembre e tutto il resto dell'anno...lanciatevi senza rete. Ma MAI ad agosto. E' il mio spassionato consiglio.
Ciò non toglie che il Salento è e resta una terra meravigliosa, figlia di una natura ingrata e difficile e la sua commovente bellezza sta proprio nello sforzo che l'uomo fa per restarle fedele invece di fuggire altrove. 
Questo rientro svogliato parlerà solo attraverso le immagini di un innamoramento che non accenna a passare. Spero che capiti presto anche a voi.

Del Salento ti colpisce la rudezza del suolo, la terra rossa, rocciosa, ingrata. Eppure la natura sorprende con colori e grazia inaspettata.
Tanti, enormi, ovunque. Mai visti così belli e rigogliosi in vita mia. Mettono in una strana soggezione timorosa. Vorresti toccarli e senti già il dolore delle spine traditrici. Ma la loro bellezza è indubbia ed il loro fascino ipnotico.
Il re del Salento: l'olivo. Secolare, intrecciato dalle mani del tempo con arte e pazienza. Tronchi che sembrano magiche abitazioni. Fronde immense. L'olivo è l'albero saggio della nostra terra. La sua sacralità e bellezza non si discute: si ammira e si ama. Il Salento è terra d'olivo.
E c'è anche chi ha deciso di allungarsi sulla terra rossa....in attesa.


Pietre. Sulle case, nei muretti, lungo le strade. Pietre bianche e gialle che catturano la luce e la lanciano verso il mare. L'eleganza della semplicità.
Per una volta tanto nella mia vita, ho trascorso più tempo in acqua che sulla spiaggia. Una ragione c'è! 
E dopo, sulla tavola, tutto il sapore ed i colori dell'estate: di rosso, di bianco, di blu! 
Ultimo giorno rientrando a casa: Lecce. Deserta e magica. 
L'arte di trasformare la carta in piccoli miracoli...
e la pietra in capolavori.

Con questo post partecipo con piacere al Contest "Colors and Food what Else" di  Agosto 

venerdì 10 agosto 2012

SALENTO ARRIVO: buone vacanze!

Onda su onda - Bruno Lauzi
Parto! 
Ritorno in uno dei miei luoghi del cuore e non sto più nella pelle. Lo so, lo so che Ferragosto è il periodo meno indicato e che troverò la bolgia assoluta, ma che ci posso fare: a volte la perfezione è impossibile. 
Dai, però ci vado vicina: intanto ritorno a Finibus Terrae, uno dei posti più incredibili del nostro paese, dove sono già stata in due stagioni diverse, primavera e autunno, e adesso potrò osservare l'incontro di due infiniti con il sole negli occhi. 
E poi tutto il resto: un mare da turbamento, gente con sorriso nel sangue, una cucina irresistibile e non ultima...la pizzica! 
Una settimana. Non molto ma non mi lamento. Poteva essere anche niente e sarebbe stato molto peggio.
Mi preparo. Intanto non c'è nulla di meglio di una Frisella salentina per predisporre all'allegria ed al buon appetito. Solo pane essiccato lentamente in forno ed ammorbidito in acqua, pomodorini dolcissimi profumati da un'olio fruttato e giovane. Suadente origano e l'immancabile aroma della mia piantina del cuore: basilico. 
Questo è il mio assaggio di Salento per voi. 
Vi abbraccio forte e vi auguro il miglior Ferragosto possibile. Pat

Nel frattempo vi ricordo il mio Contest sulla Cinegustologia "La Commedia è Servita!". Scade il 30 Settembre quindi avete ancora tempo.
Fatemi trovare delle belle sorprese al mio ritorno! 
Sono certa che avete delle strabilianti idee che ronzano in quelle testoline! Bacione a tutte



lunedì 23 luglio 2012

Confettura di albicocche e il sogno del Lago.

Dream a little dream - The beautiful South
Il mio bioritmo ha la velocità di una lumaca impigrita
Lo so, sono egoista. Ho da poco fatto una settimana di ferie e mi vorrei lamentare a sangue del fatto che non mi è bastata. Stanca ero prima di partire, stanca lo sono adesso. Forse non proprio stanca: pigra
Sono sparita dal mondo senza dire nulla. Sono scappata in uno dei luoghi della mia infanzia e adolescenza insieme a mia figlia e mia madre ed ho oziato al suono delle cicale e del ruscello nella valle per ben 6 giorni. 
Ma l'emozione di ritornarci dopo ben 8 anni, ha fatto si che per tutta la durata del soggiorno avessi ben chiaro il fatto di dovermene andare presto. E questo non è bene. 
Infatti adesso la malinconia mi uccide e d i giorni passati mi sembrano solo un sogno. 
Perché quella che è stata la casa dei miei nonni materni che adesso non ci sono più e mi mancano intensamente, è per me uno dei posti più belli al mondo
Quel luogo e' oggettivamente bellissimo ma è magico per tutta un'altra valanga di ragioni, dette altrimenti ricordi. La casa, molto vecchia, è stata completamente recuperata da mio cugino e trasformata in una dimora deliziosa che nel tempo diventerà una casa-vacanze o un bed and breakfast. Però, nonostante nulla sia più come prima, a parte lo scheletro originario, quando sono entrata in cucina ho sentito quell'odore così familiare di camino misto a legna ed ho avuto un piccolo choc. Non esiste più il camino, né la legna, ma l'odore è ancora lì. 
La casa dei miei nonni si trova sul Lago di Garda, in collina a soli 4 km dal piccolo e splendido borgo di Gargnano sul Garda (versante bresciano). Dalla casa si vede tutto il lago e con lo sguardo puoi abbracciare il Monte Baldo, Sirmione e Riva del Garda senza sforzo. 
L'abitazione dove ho trascorso tutte le mie estati fino a che ci sono stati loro, i miei cari nonni, non aveva il bagno in casa e questo aspetto l'ha resa per noi bambini, ancora di più mitica e avventurosa, perché per fare pipì "c'era il vasino lì" (nascosto sotto il letto), oppure si correva nel bagno, situato nel retro della casa vicino alla valle, in quel gabbiotto predisposto alla bisogna, popolato di ragni e strani insetti di quella selvaggia natura. Che nel nostro ricordo si sono trasformati in piccoli mostri, belve da combattere e motivo di irrefrenabili risate. 
Incomprensibilmente, più passa il tempo più mi sento legata a quel posto. Capisco i momenti di profonda tristezza che affronta mia madre quando le viene nostalgia del suo Lago, perché essere nata e cresciuta in un posto così, con la lontananza non può che trasformassi in una ferita costantemente aperta. La promessa che mi faccio è di tornarci presto. Anche solo per un week end, anche solo per svegliarmi con il suono del ruscello che corre a valle e l'azzurro del lago tra le persiane. 
Vi lascio alcune immagini dei miei posti per farvi sognare come ho fatto io in questi giorni:


La casetta gialla che prima era grigia con le persiane rosse


La campagna dove abbiamo giocato, corso, preso il sole, combinato pasticci e ci siamo voluti bene
Il ruscello che canta giorno e notte e che corre fino al Lago. Questo è il suono che accompagna la vita in queste valli:
Un occhio vigile a protezione della casa e della campagna e di noi villeggianti distratti.
I fiori di cappero osservano il lago con amore.
Durante questi giorni di relax, ho trovato anche il modo per divertirmi dietro ai fornelli, preparando una confettura di albicocche del lago di cui sono veramente orgogliosa per la bontà ed il risultato. 
La ricetta è di Annalisa Bargagli ma devo confessare di averla "personalizzata" visto che ho praticamente preparato 5 kg di albicocche dagli alberi della campagna di nonno e l'ho fatto in 2 mattinate con quantità diverse. Questo mi ha permesso di "misurare" l'uso dello zucchero trovando l'equilibrio che ritengo perfetto con la frutta di cui disponevo, estremamente zuccherina e saporita. Quindi ho ridotto un poco la quantità da lei consigliata ottenendo comunque una composta magnifica. Però come consiglia Annalisa Bargagli, mai scendere sotto il 50% di zucchero per 100% di frutta, altrimenti si rischiano problemi di conservazione.
Vi indico qui di seguito la sua ricetta e le mie variazioni:
- 1200 gr di albicocche mature
- 700 gr di zucchero semolato (io ho usato 500 gr per ogni kg di frutta
- 1 bicchiere d'acqua
- il succo di un piccolo limone 
AROMA: per la metà dei miei vasetti, ho utilizzato i semini di una bacca di vaniglia bourbon per ottenere una confettura di albicocche vanigliate. 


Dopo avere sterilizzato i vasetti  procedete alla preparazione della confettura. Lavate con cura, eliminate i noccioli e tagliate in pezzi non troppo piccoli (io in 4 parti), le vostre albicocche. Versate l'acqua in una capiente pentola dal fondo pesante insieme allo zucchero e fate cuocere a fuoco vivo fino a che non otterrete uno sciroppo e si formeranno sulla superficie delle bolle piuttosto grosse. A questo punto aggiungete la frutta ed il succo di limone e mescolate bene. Fate cuocere sempre a fuoco vivo per una 20/30 minuti, mescolando ogni tanto. Noterete che dopo c.ca 10 minuti si formerà una schiuma chiara, che con la cottura e mescolando, si diluirà e scomparirà. Potete cuocere per il tempo utile ad ottenere la consistenza preferita ma sappiate che già dopo 20 min. la confettura è pronta per essere invasata. Io ho cotto sempre c.ca 30/35 minuti ottenendo una confettura dalla consistenza morbida (a me piace molto morbida visto che la uso spesso con dolci e crostate, e cuocendo nella frolla si indurisce al punto giusto).
Avendo fatto moltissimi vasetti, ho anche destinato una quantità ad essere passata con il mixer ad immersione, così da avere una gelatina da usare per dolcetti tipo occhi di bue o come copertura di torte da glassare. Vi confesso che ho già dato fondo ad un paio di vasetti per le mie colazioni e sono molto soddisfatta di questa ricetta. Grazie ad Annalisa Bargagli! 


E non dimenticate di partecipare al mio primo Contest "La commedia è servita!