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mercoledì 14 ottobre 2020

Viennesi al miele per il COOKIE SHARE

Honey Pie - The Beatles 

Improvvisamente è arrivato il freddo. 
Ero qui che aspettavo una di quelle meravigliose ottobrate tutto sole e vento ma la storia è molto diversa.
Piove ed in casa c'è quella temperatura che ti fa venire voglia di vestirti da palombaro, ovvero l'uniforme casalinga che abitualmente indosso durante tutto l'inverno. 
Non la vivo benissimo visto che sto seduta quasi tutto il giorno davanti al computer: già dopo un'oretta comincio a sentire le spalle che si contraggono verso il collo, in una rigidità tipica del rigor mortis. 
Il problema è che ho una certa età. 
L'illusione di essere ancora una ragazza mi fa fare cose strane, tipo comprare un corso di ginnastica on line che promette risultati mirabilissimi ed un fisico da lap dancer. 
Ho incominciato subito, lo confesso, e mi sono pure divertita. 
Peccato che il giorno dopo avevo dolori dappertutto e per un momento ho creduto che mi fosse passato sopra un camion durante la notte. 
E' un vero dramma amiche mie. 
Si perde la percezione della realtà convincendosi che il nostro corpo risponda fedelmente ai comandi della mente quando invece è esattamente il contrario. 
Provate a chiedere al vostro bacino di roteare sinuosamente disegnando un otto senza scappottamento delle teste dei femori. 
Oppure a piegarvi in posizione accucciata e rialzarvi con un piccolo agile balzo. Nella mente avrete ben chiaro questo comando, ma in pratica al via, sarete ancora là che raspate per terra come una gallina. 
Se state leggendo ed avete meno di 40 anni, fate finta che non abbia detto niente, ma ricordate queste parole: un giorno vi sveglierete nel corpo di un'altra. 
Non è metempsicosi. Non è possessione diabolica. Non è rapimento alieno. 
Sono i 50 amiche! 
Per il secondo appuntamento con il COOKIE SHARE di cui vi ho parlato in questo post , ho preparato dei Viennesi di frolla montata al miele, quindi senza zucchero saccarosio aggiunto, dal libro Golosi di Salute di Luca Montersino. 
Li volevo fare da molto tempo ma ho sempre un po' di soggezione nei confronti della frolla montata. 
Posso garantirvi che questa è assolutamente perfetta. 
Non si smonta, mantiene perfettamente la forma ed il sapore è delicatissimo, con una texture friabile ma fondente al tempo stesso. 
Sono biscotti meravigliosi per il te ma anche da regalare in una bella scatola. 

Ingredienti per c.ca 40 biscotti 

300 g di burro morbido
120 g di miele di acacia
85 g di uova a temperatura ambiente
270 g di farina di farro
100 g di farina di avena 
30 g di fecola di patate 
5 g di scorza di arancia non trattata grattugiata
i semi di una bacca di vaniglia 
1 pizzico di sale 
  • Montate il burro nella planetaria con la frusta, insieme al miele, alla scorza di arancia ed alla vaniglia. Quando il composto sarà bello gonfio e areato, aggiungete lentamente a filo le uova e continuate a montare sino a quando il composto non sarà omogeneo 
  • Aggiungete allora le farine ben setacciate con il sale ed impastate con la foglia fino a quando non sarà tutto ben amalgamato. 
  • Versate parte del composto in un sac a poche con bocchetta a stella di 1 cm e modellate i biscotti su una teglia coperta di carta da forno. Potrete effettuare lo stesso motivo oppure degli anelli o quanto la fantasia vi ispiri. 
  • Via via che i biscotti sono pronti su una teglia, fate passare la teglia in frigo almeno uno decina di minuti. 
  • Cuocete a forno preriscaldato a 150° per 150/20 minuti. I biscotti dovranno dorarsi ma non scurirsi. Fate attenzione alla cottura perché una temperatura più alta, impedisce all'impasto di cuocere completamente all'interno. Verificate la cottura dividendo a metà un biscotto nel punto delle ondulazioni sovrapposte. 
  • Fate raffreddare su una griglia e conservate in scatole ermetiche. Si conservano per un paio di settimane. 


 

domenica 13 gennaio 2013

Cosa c'è di meglio di una colazione a letto per festeggiare un anno che passa?

Due - Raf
Non sono una donna ad "alto mantenimento" (vi ricordate Harry ti presento Sally? Alto mantenimento ma convinta del contrario).
Non sono una da feste a sorpresa (orrore), da pacchetti da scartare per l'occasione, da cene speciali o altre formalità insomma. 
Il compleanno è generalmente un giorno come un altro, reso speciale dagli abbracci teneri e sinceri dell'uomo che amo e della principessa di casa. 
Sono le piccole cose fuori programma, intermezzi inattesi che non richiedono impegno ma che ti fanno sentire privilegiata a regalarmi euforia e buonumore. 
Come una colazione a letto.
Da quanto non ve ne concedete una?
Oggi è il mio compleanno e lo festeggio insieme ad Andante con Gusto, nato anche lui nello stesso giorno due anni fa
La colazione a letto è un grande privilegio: è sinonimo di lentezza, di coccole, è una minuscola vacanza dagli impegni della nostra vita. Qualcosa che ci fa bene perché è un gesto amorevole solo per noi. 
Vorrei che questo mio nuovo anno assomigliasse ad una fragrante colazione a letto. 
Vorrei riuscire a prendere la mia vita con più calma, ridere più spesso delle mie miserie e delle persone stupide, non preoccuparmi troppo delle difficoltà che incontro ogni giorno e saperle affrontare con lo sguardo sfrontato che hanno i bambini pronti alla sfida. 
Vorrei non dimenticarmi di questi propositi.
E poi c'è lui, questo blog. 
Anche per lui auspico un andamento lento, rilassato. L'anno passato è stato intenso e divertente ma ho bisogno di un ritmo diverso e soprattutto di continuare a divertirmi facendo solo quello che mi piace. 
La cosa più bella degli ultimi mesi è stato l'incontro con molte di voi che stanno dietro ad un blog. 
Come dire: le cose più belle succedono sempre fuori di qui! 
Niente torte lussuriose per questo compleanno
Solo un semplice, delizioso e morbido cake all'olio extravergine tanto per ricordarsi che si possono mangiare cose buonissime e sorprendentemente sane. 
La ricetta è stata tratta dal libro "Golosi di Salute" di Luca Montersino, con alcune mie sostituzioni di ingredienti.
Plum Cake all'olio extra vergine d'oliva
Premessa: L'olio extra vergine può essere usato come elemento grasso per moltissime preparazioni di pasticceria. La sua struttura liquida, può essere modificata e resa semi solida, attraverso l'emulsione con parte dei tuorli necessari alla ricetta. Si prepara in pratica una "maionese" che poi verrà utilizzata alla stregua del burro durante la lavorazione del dolce. Questo procedimento è fantastico soprattutto se si vogliono realizzare frolle ma anche una più complessa sfoglia, avendo cura di raffreddare a sufficienza l'emulsione. 
Ingredienti per uno stampo classico da cake (io ho usato 4 mini stampi). 
Per l'emulsione:
75 gr di olio extra vergine d'oliva (io ho usato olio di Taggiasche)
75 gr di olio di semi
30 gr di tuorli
15 gr di uova
Per il cake
210 gr di zucchero a velo
190 gr di albumi
85 gr di uova (cc.a 2 medie)
300 gr di farina 00
60 gr di fecola di patate
12 gr di lievito in polvere per dolci
120 gr di latte di avena (io ho usato latte parzialmente scremato)
20 gr di pasta di limone (io le zeste di un limone biologico)
75 gr di semi di girasole (io granella di nocciole tostate)
75 gr di uvetta sultanina
Con un mixer ad immersione emulsionate le uova intere ed i tuorli in una caraffa alta e stretta, aggiungendo a filo i due oli. 
Trasferite l'emulsione nella planetaria (o impastatrice) e montatela con lo zucchero a velo. Quando l'impasto sarà spumoso, aggiungete a filo le uova intere (precedentemente sbattute) e a seguire gli albumi. Montate a velocità media fino ad aumentare il volume. 
Continuate a montare, aggiungendo la farina, la fecola ed il lievito setacciati, alternando gli ingredienti secchi con il latte. 
Terminare aggiungendo la scorza di limone, l'uvetta precedentemente ammollata in acqua tiepida e la granella di nocciole. 
Versare l'impasto nello stampo imburrato ed infarinato e fate cuocere in forno a 200° per 15/20 minuti (nel mio forno 25). Controllate la cottura con uno stecchino. Lasciate intiepidire e sfornate. 





mercoledì 12 ottobre 2011

Non più colpi di testa! Diamantini di cioccolato, riso e caffè di Montersino

Aquarius - Hair - G. Mac Dermot
Eh si ragazze, con i nostri capelli non si scherza
Davanti ad un giudice potrei affermare senza temere di essere smentita, di essere una donna "a basso mantenimento" (ricordate Harry ti presento Sally e la famosa distinzione tra donne ad alto e basso mantenimento?). Dico questo perché non ho bisogno di molto per me stessa, non sono una fashion addicted, amo le scarpe ma visto che non sono un millepiedi, posso portarne solo un paio alla volta e allora a che mi servono 850 paia come qualcuna afferma di possedere? Non mi attraggono le gioiellerie (a parte Cartier a Parigi e Tiffany a N.Y., in sola visione premetto), non faccio uso estremo di estetista a parte periodiche deforestazioni, mi piace lo shopping ma dove c'è caos mi scatta il "lupo" e finisco con lo scappare a gambe levate e tornare a casa a mani vuote o con la solita maglia che mi sta piccola e che dovrò regalare. Non spendo patrimoni per creme, cosmetici e profumi; indulgo mortalmente nei negozi di casalinghi o nelle librerie ma qui dentro alzi la mano chi non ha la mia stessa malattia. Ebbene, non vado neanche troppo spesso dal parrucchiere, nonostante abbia trovato quello della vita (un po' come il marito o l'analista), che fortunatamente mi accontenta e dal quale entro senza provare il minimo panico. Cosa che ho smesso di provare solo da quando l'ho trovato, ovvero circa 3 anni. Si, perché non c'è stata al mondo persona più temeraria e sfigata della sottoscritta sull'argomento capelli, tagli e dintorni. Non riesco a capire se questo dipendesse da me o dal professionista che mi trovavo di fronte, ma la mia chioma ha passato dei momenti di puro medioevo. Credo di avere battuto tutti i saloni della provincia arrivando fino a Firenze. L'illusione era che un taglio o un colore avrebbero potuto cambiarmi la vita e farmi diventare una strafiga come sempre accade nei film. Troppo cinema, troppa televisione, me lo dico sempre!  
Premetto che i miei capelli sono più stecchiti di quelli di Olivia di Braccio di Ferro. Nelle giornate umide si animano di vita propria e dallo spaghetto scotto prendono vigore onde insulse che risalgono dalle punte fino alla radice, trasformando la mia testa in quella della vagabonda che razzola nei bidoni della spazzatura. Nelle occasioni importanti, ho sempre sbagliato pettinatura. Sul capello lungo qualche bel movimento è perfetto: su, diamo volume, vedrai come stai bene. Peccato che dopo un paio d'ore, le belle onde sono già sedute quelle che prima sembravano cavalloni imbizzarriti, adesso assomigliano ad una calma piatta. A me Bridget Jones mi fa un baffo. Per illudermi di poter avere una testa come quella di Julia Roberts in Pretty Woman, ho anche ricorso più volte alla permanente. Anzi, negli anni '80 vi ero abbonata. Il problema è che il mio capello, pur essendo sottile e mortalmente liscio, è ostinatamente recettivo e quella che il parrucchiere ti propina come un leggerissimo sostegno, sulla mia testa si trasforma in un effetto "casco di motocicletta"! Ricordo ancora con orrore la permanente che feci a 20 anni e che mi è durata quasi un anno e mezzo. I capelli mi arrivavano sotto le spalle ma all'uscita dal salone erano talmente ricci che sembravo Marcella Bella dei giorni migliori! Credo di aver pianto per una settimana. Mia cognata conserva ancora delle foto con le quali spiritosa, periodicamente mi minaccia (come rovinarsi la reputazione in un lampo!). Dopo l'ultima permanente sulla quale sono ricaduta c.ca 3 anni fa (l'esperienza non insegna nulla) e che ha avuto il risultato di cui sopra, ho tagliato i capelli cortissimi e li ho lasciati ricrescere a oltranza, senza visitare un parrucchiere per più un anno. Sembravo una scopa di saggina ma ero troppo provata: astinenza forzata! Adesso ho fatto tesoro dell'esperienza e mi sono rassegnata al mio spaghettino scotto. Quando sono gentile con lui, non reagisce poi troppo male e mi da un aspetto decente.  E voi? Recidive da colpi di testa?