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venerdì 21 febbraio 2025

Strepitosa Pie di pere e cioccolato

Il mio anno lavorativo è partito come una fucilata nel buio. 
Mi ritrovo fissa come una sfinge davanti al mio computer a rispondere a mille richieste osservando le mie giornate sciogliersi come neve al sole. 
Credevo di essere ancora alla fine di ottobre e fra poco marzo farà capolino. 
Questi sono i ritmi in cui si muove la mia vita. 
Lavorando poi con programmazioni avanti di un anno, io sono già al 2026 con la testa, mentre aspetto gli arrivi del 2025. Poi uno dice che si invecchia velocemente! 
Non so più dire se amo o se odio il mio lavoro. 
Vivo in perenne sensazione di agguato e la cosa peggiore è che ne sento il bisogno. 
Se qualcuno di voi conosce un farmaco per sedare questa mania, vi prego, fatemi sapere. 

Pere e cioccolato è uno di quei matrimoni in cui ci si promette amore eterno e la promessa viene mantenuta.  

In pasticceria, questi due fantastici ingredienti, vengono spesso inseriti in torte soffici, umide e dense ma da tempo avevo voglia di realizzare una sorta di pie all’americana in cui, al posto delle mele avrei inserito delle pere saporite e del cioccolato fondente in grado di sciogliersi in cottura e creare un ripieno denso e aromatico. 

Siccome il rischio di una tale farcitura è quella di risultare troppo dolce con una frolla tradizionale, ho sostituito la frolla con una brisé senza zucchero, molto duttile (in quanto permette di fare decorazioni che non perdono la forma in cottura) e ricca di burro che regala una straordinaria sfogliatura una volta cotta. In più bilancia perfettamente il ripieno. 

Il risultato finale è uno dei dolci più buoni fatti negli ultimi anni e che invita al bis ma anche al ter. 

Strepitosa. Vi invito caldamente a provarla ancora tiepida. Il giorno dopo è ancora buonissima, basta scaldarla un po' per vivacizzare il burro. Provatela vi prego.


Ingredienti per una torta di 18/20 cm di diametro 


Per la pasta 

420 g di farina 00

1 cucchiaio di cannella in polvere

1/2 cucchiaino di sale

220 g di burro non salato tagliato in dadini grandi cm 2,5 di lato, congelati 

120 ml di acqua gelata 

1 cucchiaino di aceto bianco 

1 tuorlo sbattuto con poco latte

5/6 pere Williams non troppo mature 

Il succo di mezzo limone 

2 cucchiai di zucchero di canna 

30 g di burro 

150 g di cioccolato fondente al 70% tritato grossolanamente

2 o 3 biscotti tipo Lotus 

  • Preparate la sfoglia. Può essere realizzata anche un giorno prima e lasciata in frigo tutta la notte per poi tirarla fuori almeno 20 minuti prima per stenderla. 
  • In una larga ciotola miscelate la farina con la cannella ed il sale quindi aggiungete il burro molto freddo tagliato a dadini. Sabbiate con la punta delle dita fino ad ottenere delle briciole della dimensione di un chicco di mais. 
  • Versate l'uovo nell'acqua ghiacciata insieme al cucchiaino di aceto, sbattete leggermente con una forchetta ed aggiungete alla farina, impastando velocemente fino ad ottenere una palla omogenea. Non la lavorate tanto o diventerà dura. Appiattitela un poco con le mani ed avvolgetela nella pellicola. Fatela riposare non meno di 1 ora. 
  • Mentre la sfoglia riposa, pelate ed affettate le pere a fettine di 5 mm e cuocetele in una larga padella in cui avrete fatto sciogliere il burro. Aggiungete lo zucchero ed il limone e mescolatele con delicatezza cuocendole fino a quando il succo non si sarà asciugato e le pere saranno morbide ma ancora al dente. Fate raffreddare completamente. 
  • Stendete metà impasto ad uno spessore di mezzo cm e sistematelo nella tortiera facendo sbordare la pasta. Bucate il fondo e sbriciolatevi i biscotti. Con delicatezza distribuite la metà frutta nel guscio e coprite con metà cioccolato. Adesso il resto della frutta e della cioccolata. 
  • Stendete il resto dell’impasto per il coperchio, leggermente più sottile della base. Schiacciate bene i bordi e tagliate l’eccedenza. Decorate come più vi piace e praticate dei piccoli fori in superficie per il vapore. Spennellate infinte con il tuorlo sbattuto. 
  • Cuocete in forno a 180° per 1 ora/1h10 fino a che la torta non sarà bella dorata e la pasta sfogliata. Servite ancora tiepida con panna montata o gelato alla vaniglia. 





mercoledì 18 settembre 2024

Pound Cake alla vaniglia con prugne speziate al mosto cotto

E' ufficiale: ho riacceso il forno e non ho nessuna intenzione di spegnerlo da qui a breve.
Questa arietta friccicarella fa venire voglia di brioche, crostate e festival di focacce e non sono certo io quella che si negherà questo piacere. 
Sono rientrata da una fiera sulla riviera Adriatica, la Italian Bike Festival, che si svolge completamente all'aperto, nel weekend più disastroso di questa estate, meteorologicamente parlando. 
Ho preso tanto di quel freddo che da quando ho rimesso piede in casa, vado in giro vestita come un Teletubbies per cercare di riprendere la circolazione alle estremità.
Insomma, dopo mesi di lamentazione sull'inferno estivo, eccoti l'autunno arrivare prima del tempo, imperiosamente, come un calcio nel sedere. 
La reazione allo shock è stata un desiderio sfrenato di fare una torta ed ecco qua una pound cake al burro e vaniglia da servire con prugne di stagione, speziate al mosto cotto. 
Ho deciso che me lo meritavo, et voilà!
Con questa base di dolce, potrete fare le versioni che più vi piacciono, aromatizzandola con agrumi (in quel caso sostituite il late con la stessa quantità di succo di arancio o limone e la loro scorza). 
Il segreto per un pound cake perfetto, è avere tutti gli ingredienti alla stessa temperatura. In questo modo l'impasto non si "straccerà" e la texture del dolce sarà densa, uniforme e soffice. 

Ingredienti per uno stampo classico da plum cake da 1 litro. 

250 g di zucchero 
250 g di burro morbido 
4 uova medie a temperatura ambiente 
150 g di farina 00
150 g di fecola di patate
i semi di una bacca di vaniglia
100 ml di latte intero a temperatura ambiente
1 cucchiaino e mezzo di lievito 
  • Setacciate le farine con il lievito
  • Accendete il forno a 180° 
  • Montate il burro con lo zucchero e i semi di vaniglia nella ciotola della planetaria fino ad ottenere un composto soffice e gonfio. 
  • Aggiungete un uovo alla volta e continuate a montare. Non aggiungete il successivo sino a che il primo non sia perfettamente incorporato. 
  • Unire la farina ed il latte in 3 tempi, cominciando con la farina e terminando con questa, incorporando il tutto con una spatola. 
  • Versare il composto in uno stampo imburrato e foderato di carta forno. Cuocere in forno per c.ca 50 minuti/1 ora. Fate la prova stecchino che dovrà uscire pulito anche se leggermente umido. Non fatela asciugare troppo. 
  • Fatela raffreddare su una griglia per 10 minuti quindi aiutandovi con la carta da forno, toglietela e completate il raffreddamento. 
  • Perfetta con il te, si conserva morbida a lungo se tenuta coperta con una pellicola o sotto una campana

Per le prugne al mosto cotto
4 prugne rosse o gialle a vostra preferenza 
500 ml di acqua 
50 g di zucchero di canna 
100 ml di mosto cotto (di vino o di fichi)
1 stecca di cannella 
la scorza di un limone 
la bacca di vaniglia da cui sono stati prelevati i semi. 
  • In una piccola casseruola, mettete l'acqua, il mosto, la scorza di limone e le spezie, lo zucchero e portate a ebollizione. Mettete le prugne lavate nel liquido, riportate a ebollizione e fate sobbollire per 5 o 10 minuti fino a che le prugne non cominceranno a spellarsi. Devono restare sode e non spappolarsi.
  • Togliete dalla bagna e lasciatele raffreddare, eliminando la pelle che si sarà rialzata. 
  • Tagliatele a metà, eliminate il nocciolo e servitele con una cucchiaiata di panna semi montata o yogurt greco addolcito con poco sciroppo d'acero. 


lunedì 27 maggio 2024

La Pavlova Perfetta: i "resistenti" del blogging

Ogni volta che ritorno a scrivere su queste pagine, trovo numerosi regali impacchettati sotto forma di bellissimi messaggi che mi lasciano senza parole per simpatia, delicatezza e inaspettata sorpresa. 
Degli accelleratori di autostima o come avrebbe detto il mio prof di economia, dei moltiplicatori keinesiani di buonumore e di emozione. 
I blog sono orami i dinosauri dell'etere, destinati all'estinzione. 
Lo sappiamo bene noi che ci ostiniamo a tenere aperto questo spazio per chi ha voglia di fermarsi un attimo. 
Tre le migliaia di anime iperconnesse che gravitano tra gli infiniti binari dei social, ci sono degli esseri gentili che ancora trovano conforto nella lettura e che, affezionati, si fermano ad ascoltare questa voce pur nel poco o niente di detto. 
Parlo di voi che mi ricordate quanto mi sia sempre piaciuto scrivere qui dentro, storie personali e pettegolezzi di nessun conto. 
Che mi fate resistere cercando nel cibo, l'ispirazione per continuare ad esercitare l'emozione scritta e a guardarmi dentro. 
Trovare i vostri messaggi divertenti, affettuosi, curiosi, apparsi dal nulla come per magia,  mi fanno credere che la gentilezza è viva e vegeta e che davvero, nessuno è un'isola. 
 
Ho cercato di pubblicare la ricetta della Pavlova, diventato ormai un mio cavallo di battaglia, ormai da molto tempo. 
Ho provato ricette di molti autori: Michel Roux, Nigella Lawson, Martha Stewart, ma la perfezione la raggiunge soltanto lei, l'australianissima Donna Hay, Mrs Pavlova in persona. 
Provai la sua ricetta 7 o 8 anni fa, dopo una puntata di Masterchef Australia, e da allora non l'ho più mollata (mai lo farò). 
Parlando con delle care amiche, ci siamo confrontate sull'idea di meringa perfetta, ma per la Pavlova, andrebbe fatto un discorso a parte. 
E' un elemento diverso, etereo, una torta e come tale va considerata. 
La sua levità, che la fa assomigliare all'idea che abbiamo di nuvola, è fondamentale. 
Un guscio esterno sottile e croccante che protegge un ripieno spugnoso e leggero - badate bene non appiccicoso o gommoso come certe meringhe cotte male - che all'assaggio si fonde in maniera spettacolare con la panna che la ricopre, creando la sublimazione della meringa. 

La Pavlova è considerato il dolce nazionale degli Australiani e Neo Zelandesi. 

La storia della sua creazione, come per molti piatti iconici del mondo culinario, viaggia tra il mito e la realtà. 

Le sue origini risalgono alla fine degli anni 20 del secolo scorso, quando Anna Pavlova, celebre ballerina russa dell’epoca, era in tournée nel Nuovo Mondo. 

Durante il suo soggiorno in un Hotel di Perth, il pasticciere Berth Sachse la notò non solo per la sua bellezza e grazia, ma anche per il suo grande amore per i dolciumi. 

Affascinato da questa donna minuta e probabilmente anche innamorato della sua personalità d’artista, la vezzeggiava con creazioni di pasticceria sempre più deliziose. 

Soltanto qualche anno dopo, nel 1930, quando venne a conoscenza della sua morte prematura, ne fu così tristemente addolorato che creò un dolce che, secondo l’autore, richiudeva in sé, la bellezza, grazia e levità di quella ballerina così minuta e dolce da lui conosciuta e probabilmente amata. 

La Pavlova è in tutto e per tutto, una grande meringa, la cui lavorazione attenta e particolare, crea un effetto finale quasi “magico”. All’esterno una crosticina croccante di meringa scioglievole con una forma che ricorda una nuvola, e all’interno, un corpo spugnoso dalla consistenza e densità della panna. 

Al raffreddamento, sulla cima della torta, si formerà un piccolo cratere in cui verrà versata della panna fresca non dolcificata, che avvolgerà frutta fresca, possibilmente acidula, in questo caso frutti tropicali come mango e Passion fruit accompagnati da dolcissime fragole di stagione. 

Uno dei dolci più buoni che potrete mai assaggiare, ve lo posso garantire

Ingredienti per 6/8 persone 

225 ml di albumi (circa 6 uova grandi)
330 g (1½ tazze) di zucchero a velo (superfine)
1 cucchiaio di amido di mais (maizena)
1½ cucchiaini di aceto bianco

Per la rifinitura:
375 ml di panna fresca 
1 mango maturo grande 
3 o 4 frutti della passione 
250 g di fragole 
zucchero velo a piacere 
  • Metti gli albumi nella ciotola di un mixer elettrico e monta a velocità alta fino a ottenere picchi morbidi.
  • Aggiungi lo zucchero, un cucchiaio alla volta, montando fino a quando ogni aggiunta è dissolta prima di aggiungere altro. Il montaggio è la fase più delicata. Non avere fretta di arrivare in fondo alla ciotola dello zucchero. 
  • Una volta aggiunto tutto lo zucchero, raschia i lati della ciotola con la spatola per eliminare eventuali cristalli e monta per altri 10–15 minuti o fino a quando il composto è denso e lucido.
  • Setaccia l'amido sul composto e versa l'aceto lungo i bordi. Monta per 30 secondi o fino a quando è ben amalgamato. Dovrai ottenere una meringa gonfia, sostenuta e bella lucida
  • Preriscalda il forno a 150°C. Con una matita, disegna un cerchio di 20 cm su un foglio di carta da forno antiaderente. Metti la carta da forno, con il lato della matita verso il basso, su una teglia leggermente unta o fissa il foglio con delle piccolo gocce di meringa.
  • Distribuisci il composto di meringa nel cerchio e aiutati con una spatola per dare una forma bombata e rotonda con la cima leggermente schiacciata.  In ogni caso, la forma del dolce sta alla tua fantasia. 
  • Riduci la temperatura del forno a 120°C, inserisci la teglia su una griglia al centro e cuoci per 1h30.  Lascia raffreddare completamente nel forno chiuso. Prima di spegnare il forno, fai una prova tattile. Tocca con delicatezza l'esterno della meringa che dovrà essere asciutto e teso. Se è appiccicoso o ancora morbido, continua la cottura per altri 10 minuti o più se necessario. Ogni forno è diverso.
  • Quando riaprirete il forno al mattino, non abbiate paura se la Pavlova presenterà delle crepe e la cima sarà leggermente collassata. E' normale ed è parte della sua bellezza. Con la decorazione finale, sarà bellissima. 
  • Al momento di servire, metti la Pavlova su un'alzata per dolci o su un piatto e guarnisci con la panna montata, i lamponi, il frutto della passione e le fragole al naturale o al limone. 
NOTE: la Pavlova è un dolce delicato e fragile e vuole essere preparato e consumato al momento. Se abbiamo la possibilità di tenerlo in forno tutta la notte a raffreddare, dovremo evitare come la peste che prenda umidità. Quindi, una volta tolto dal forno, tenetelo sotto una campana lontano da aria e vapore, fino a quando non la servirete. Una Pavlova ben fatta, si affetta con facilità e mantiene stabilità della fetta, ma non ho potuto fare una foto dell'interno perché questa torta era destinata alla festa della Mamma, ed è stata tagliata di fronte a lei. 



martedì 7 maggio 2024

TORTA MORETTA: la sottile arte di riempirsi di cose inutili.

Tornando sul blog, ho trovato il commento di una affezionata lettrice di cui però non riesco a sapere il nome, che mi ringraziava per continuare nonostante tutto, a mantenere questo spazio in vita. 
Nonostante tutto. 
Mi sono resa conto che la media di pubblicazione è praticamente una ricetta al mese. 
Se però penso al tempo speso da molte persone nella lettura, probabilmente va bene così. 
Mentre scrivo questa considerazione, mi viene da sorridere. 
Abbiamo già detto che l'era dei blog è finita ma senza questo spazio, le mie ricette andrebbero a ramengo e probabilmente smetterei di cucinare per il piacere di farlo.

Non ho però perso l'abitudine di cercare ed acquistare oggetti da utilizzare nei miei set e mannaggiammé, ho scoperto che c'è un nogozietto dell'usato ad un tiro di schioppo da casa mia. 
La mia maledizione. 
Sono uscita per ritirare dei farmaci e sono tornata con tre piattini, un piccolo bricco di porcellana e un vassoio rotondo in peltro con dei manici deliziosi (su cui troneggia la torta nella prima foto. 
Non imparerò mai. 
Ho la casa ricolma di queste robe ed ho deciso che utilizzerò una settimana delle mie ferie, per fare decluttering. 
Poi porterò tutto al negozietto dell'usato con faccia contrita!  
Era da un po' che mi balenava in testa l'idea di questa torta. 
Volevo realizzare una crostata frangipane ma l'idea era di dargli maggiore spessore, un ripieno più morbido ma sempre profumato di mandorle ed utilizzare una meravigliosa confettura di more che aspettava da un po' una degna fine. 
Una crostata non crostata, con la base della frolla che orami utilizzo ad occhi chiusi e delle losanghe di confettura anziché di frolla. 
Non sapendo come chiamarla, le ho dato il nome di Torta Moretta. 
Fatemi sapere se vi piace. 

Ricetta per uno stampo da 22/24 cm di diametro (a cerniera)

Per la frolla
300 g di farina 00 - W180
200 g di ottimo burro freddo di frigo
100 g di zucchero superfine 
1 uovo grande
la scorza grattugiata di un limone non trattato 
1 pizzico di sale fino

Per il ripieno di mandorle
100 g di mandorle non spellate 
150 g di zucchero semolato 
100 g di ottimo burro a pomata 
75 g di farina 00
75 g di maizena 
1 cucchiaino colmo di farina di armelline  
4 uova grandi a temperatura ambiente, albumi e tuorli separati 
1 cucchiaino di lievito per dolci 
i semi di una bacca di vaniglia (o un cucchiaino di estratto naturale). 
1 pizzico di sale 
180 g di confettura di more 

Per la finitura 
Zucchero a velo qb 
70 g di confettura di more 

  • Preparate la frolla. Potrete farlo a mano se non è troppo caldo, oppure utilizzare un mixer con le lame raffreddate in frigo prima dell'utilizzo (che è quello che faccio sempre io). Mettete la farina nella ciotola del mixer. Aggiungete il burro tagliato a cubetti, la scorza di limone, il sale e frullate con il pulse fino a che non otterrete briciole grandi come un pisello. A questo punto aggiungete lo zucchero e frullate per ottenere un composto sabbioso ma grussolano. 
  • Aggiungete l'uovo e continuate a frullare fino a che l'impasto non stia insieme. Versatelo sulla spianatoia. Lavoratelo qualche secondo per ottenere una palla omogenea. Schiacciatela come un disco e avvolgetela nella pellicola. Mettete in frigo per c.ca 1 ora. 
  • Mentre la frolla riposa, preparate la farcitura: in una larga ciotola montate i tuorli con 75 g di zucchero, fino a che non sia chiaro e gonfio.
  • Mentre i tuorli montano, frullate le mandorle finemente, utilizzando il pulse per non scaldarle e farne fuoriuscire l'olio essenziale. 
  • Una volta pronto, aggiungi il burro morbidissimo, le mandorle tritate, la vaniglia e le armelline. Mescola bene con una spatola per ottenere un composto cremoso. 
  • In una ciotola di acciaio monta adesso gli albumi aggiungendo lo zucchero solo dopo che le uova avranno formato una schiuma densa, ed incorporandole poco alla volta per ottenere una montata densa ma ancora morbida.
  • Setaccia le farine con il lievito e il sale ed aggiungine metà al composto di tuorli. Lavora sempre con una spatola dal basso in alto. Incorpora due cucchiaiate di meringa per ammorbidire il composto quindi aggiungi il resto delle farine. Incorpora ancora e termina con il resto della meringa mescolando fino ad ottenere un composto uniforme e morbido. 
  • Stendi la frolla su una spianatoia leggermente infarinata ad uno spessore di 3/4mm. Ricava un cerchio della stessa dimensione del fondo della tortiera, precedentemente imburrata. Sistema la base della frolla nella tortiera e poi ritaglia i bordi, alti almeno 4/5 cm e sistemali lungo i bordi del cerchio imburrati e ben fissati alla base di frolla. 
  • Dopo aver bucato la base, spalma con cura un bello strato di confettura di more quindi riempi il guscio così formato con il composto di mandorle, livellando bene con una spatola.
  • Cospargete uno strato di zucchero a velo e preparate le tracce delle losanghe, aiutandovi con la lama di un coltello. Potrete anche creare un decoro diverso, come una spirale o una ondulazione. Usate la fantasia. 
  • Scaldate leggeremente il resto della confettura con un cucchiaio di acqua, mettetela in un sac a poche e riempite i solchi creando il vostro disegno preferito quindi mettete in forno preriscaldato a 180° per c.ca 40/45 minuti. 
  • Controllate sempre dopo i 30 minuti che la superficie non scurisca troppo. In caso coprite con un foglio di alluminio o carta forno. 
  • Il ripieno si gonfierà alla fine della cottura, allargando i solchi in cui avete messo la confettura. Una volta raffreddata, riprenderà una dimensione "naturale" e poi potrete effettuare una seconda passata con il sac a poche, non prima di avere spolverato ancora con lo zucchero a velo. 
  • Fate raffreddare almeno 20 minuti prima di togliere il cerchio e continuate poi a far raffreddare fino a completamento. 
  • Servite con te o caffé o il vostro infuso preferito, magari di frutti rossi.  Conservatela protetta dall'aria. Si mantiene morbida e migliora nei giorni successivi. 








mercoledì 27 settembre 2023

Torta di farro e more facilissima.

Questo è il periodo dell'anno dedicato ai check up personali. 
L'età richiede attenzione e "prevenzione" è la parola d'ordine. 
E' un momento delicato ed io lo vivo con senso di responsabilità ma anche con una certa apprensione, non tanto per i risultati degli esami quanto per l'attenzione e sensibilità di chi troverò dall'altra parte. 
Stamattina ho effettuato un prelievo del sangue che non facevo da un po'. 
L'infermiera che mi ha seguito, è stata veloce e delicatissima. Io ho la tendenza a svenire già dal momento in cui mi legano il laccio emostatico. Al comando "fai il pugno", vorrei darmelo io in testa e perdere i sensi. Mentre operano, guardo ovunque ma non il mio braccio e dopo il prelievo, chiedo di poter aspettare prima di alzarmi perché rischio il malore. Sono andata via dopo un po' contenta e pronta a fare il secondo esame: un pap test. 
Sono uscita traumatizzata. Mai nella vita ho desiderato così intensamente che la donna che smucinava  senza garbo lo speculum nella mia intimità, fosse polverizzata da un fulmine. E più si incaponiva cercando un collo dell'utero a suo dire invisibile, più io contavo alla rovescia i secondi che mi separavano dalla fine della tortura. 
Non c'è stato un  solo"mi scusi, mi dispiace", anzi, la colpa era tutta di questo utero spiacevole. 
Ah, dimenticavo: "Signora, il risultato fra due mesi".  
Poi uno dice che bisogna munirsi di pazienza. 
Ma queste considerazioni le avrà fatte ognuno di voi perché non credo che la mia sia l'eccezione. 
Quando mi succedono cose così fastidiose, torno a casa e mi viene voglia di preparare una torta per calmarmi.
Questa che vi lascio, è super facile. 
Pesate tutti gli ingredienti, accendete il forno, e tutto il resto verrà da se. 

Ingredienti per uno stampo da 24 cm di diametro 
110 g di farina 00 
110 g di farina di farro integrale 
30 g di fecola di patate 
200 g di zucchero di canna finissimo 
3 uova grandi a temperatura ambiente 
130 g di olio di semi di girasole
150 g di yogurt magro 
125 g di more 
80 g di composta di more (facoltativa) 
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
la scorza grattugiata di un limone non trattato 
10 g di lievito per dolci 
la punta di un cucchiaino di bicarbonato di sodio 
1 pizzico di sale. 
  • Imburrate bene lo stampo e tenetelo da parte. Accendete il forno a 180° 
  • In una ciotola setacciate le farine con il lievito, il bicarbonato ed il sale. Tenete da parte 
  • Montate le uova con lo zucchero per almeno 5/10 minuti, con una frusta elettrica o la planetaria, a velocità sostenuta, così da ottenere un composto ben areato, soffice, chiaro, che abbia triplicato di volume. 
  • Una volta ottenuta la montata, aggiungere a filo, l'olio continuando a montare a velocità media. Quando l'olio sarà stato ben incorporato, aggiungete lo yogurt a cucchiaiate e continuate a mescolare. Otterrete un composto piuttosto liquido e gonfio
  • Adesso aggiungete le farine setacciate, due o tre cucchiai alla volta, utilizzando una frusta a mano muovendola dal basso in alto per eliminare i grumi che si formeranno. Muovetela molto delicatamente e lentametne per non smontare il composto. Aggiungete infine la vaniglia ed la scorza di limone.
  • Versate metà del composto nello stampo. Aggiungete a cucchiaiate la composta di more che mescolerete nell'impasto con uno stecchino, e distribuite metà delle more. 
  • Completate con il resto dell'impasto, aggiungete composta e more come fatto in precedenza e mettete in forno e cuocete per c.ca 45 minuti. 
  • Fate la prova stecchino che dovrà uscire asciutto. Sfornate, lasciate raffreddare una decina di minuti quindi sformate. Lasciate raffreddare completamente. 
  • Consumate entro 3/4 giorni. E' sofficissima e ottima accompagnata da confettura o panna montata





lunedì 6 febbraio 2023

Crostata con frolla agli amaretti e albicocca

La crostata è uno dei dolci che amo di più fare ma che, sfortunatamente non riesco mai a fotografare. 
La ragione è che è il dolce di casa mia. Mio marito ne è un consumatore entusiasta e se una crostata è in forno, gli viene concesso giusto il tempo per raffreddarsi. 
Tutto il resto non è accettato. 
Quindi ho deciso di fare questo esperimento soltanto in un momento in cui lui era via per lavoro. 
So che lui non ama molto le contaminazioni su questo dolce, così come mal sopporta ripieni che non siano la sua confettura preferita. 
Così ho sperimentato sul fronte frolla, ed è uscita lei, questa crostata dall'aspetto classico, che riserva una sorpresa all'assaggio.
Infatti una parte di farina è sostituita da la polvere degli amaretti, che donano un'intensa spinta aromatica di mandorle, di cui la confettura di albicocche è innamorata. 
Facilissimo, con la solita raccomandazione di lavorare la frolla il meno possibile. 
Il infatti uso sempre la planetaria con la foglia o il mixer con le lame raffreddate in frigo quando fa più caldo ma in questo caso vi ho scritto il procedimento a mano per chi non avesse questi strumenti. 
La decorazione invece, è tutta a vostro piacere. Io ho utilizzato un tagliabiscotti dalla forma a foglia, con cui ho realizzato questo fiore dai petali sovrapposti. 
Ingredienti per uno stampo da 24 cm di diametro 

200 g di farina 00
100 g di amaretti secchi 
200 g di burro freddo 
la scorza grattugiata di un limone 
80 g zucchero 
1 uovo intero medio 
1 pizzico di sale
250 g di confettura di albicocche 
zucchero a velo a piacere 
  • Mettete gli amaretti in un mixer e frullateli fino a ridurli in polvere. Miscelateli alla farina insieme al sale ed allo zucchero. 
  • Mettete questa miscela in una ciotola quindi aggiungete il burro freddo tagliato a cubetti e sabbiate il tutto con la punta delle dita per ottenere un composto di briciole sottili. Versate il tutto su una spianatoia. Fate la fontana quindi versate l'uovo. 
  • Impastate il tutto velocemente fino a che gli ingredienti non staranno insieme e formate un panetto. Avvolgete nella pellicola e mettete in frigo per almeno 1 ora. 
  • Stendete la frolla spolverando leggermente la spianatoia, ad uno spessore di 3/4 mm. Coprite la base dello stampo precedentemente imburrato. Rifinite i bordi con un coltello affilato. 
  • Bucate la base con una forchetta quindi riempite il guscio con la confettura di albicocca. 
  • Decorate la crostata come preferite. Potreste aggiungere anche delle mandorle a lamelle lungo la circonferenza. 
  • Fate cuocere in forno preriscaldato a 180° per 35/40 minuti fino a che la crosta non sarà dorata. 
  • Fate raffreddare su una griglia quindi togliete il dolce dallo stampo. 
  • Si conserva per una settimana protetta dall'umidità e l'aria e migliora nel tempo.




lunedì 23 gennaio 2023

Torta alle clementine di Nigella: la mia personale "Torta Clementina"

Questo post nasce da un film che ho visto qualche anno fa al cinema. 
Una piccola commedia senza grandi pretese, con un tema molto bello: il coraggio di vivere i propri sogni concretamente. 
Qualcuno di voi l'avrà visto: "I sogni segreti di Walter Mitty" di Ben Stiller, che è anche il protagonista principale. 
In breve, il nostro eroe è un impiegato della rivista Life, per la quale si occupa della selezione e archiviazione immagini, grandissimo professionista a contatto con fotografi coraggiosi che vivono avventure meravigliose, ma completamente terrorizzato dall'azione per cui vive la sua vita solo attraverso i suoi sogni. 
Non sto a raccontarvi la storia perché mi piacerebbe che la vedeste. 
Però quel film ha tutt'oggi la forza di entusiasmarmi e mentre ve ne parlo ho voglia già di rivederlo per l'ennesima volta. 
Perché vi parlo di questo film? 
Perché all'epoca mi innamorai della storia di una torta che ha un ruolo speciale nella storia, ed è la Torta Clementina preparata dalla madre del protagonista. 
Ebbene, quella torta viene raccontata dai personaggi del film come la più buona del mondo. 
Io ho trovato la mia Torta Clementina e ve la regalo oggi. 
Questa torta è sulla mia lista da tempo immemore. 
Non so perché non abbia provato prima a prepararla perché nella mia classifica personale di dolci agli agrumi, che adoro, questa è salita prepotentemente al primo posto, per consistenza, sapore e aromi da perderci la testa. 
Nonostante la ricetta di Nigella sia praticamente perfetta, io ho inserito il tocco che credo faccia la differenza tra una torta buona ed una indimenticabile. Ed è un cucchiaino di farina di mandorle amare o armelline. 
Questa farina, come ho spesso raccontato in altre ricette (tipo quella dei ricciarelli) si ricava dai noccioli di albicocca fatti essiccare al sole e frullati finemente (se non avete la fortuna di avere qualcuno che vi regali delle mandorle amare). 
La raccomandazione è sempre quella di mettere questa farina in un barattolo lontano da mani bambine, con un messaggio chiaro - non toccare - perché questa farina contiene acido cianidrico, presente proprio nelle armelline così come nelle mandorle amare. 
Questo non vi spaventi perché per avere effetti letali, bisognerebbe ingerirne 50/60. 
Sappiate che uno o due cucchiaini in una torta di quasi mezzo chilo di peso, hanno l'unico effetto di  intensificare l'aroma di mandorla come in questo dolce. 
Io le uso sempre nella frangipane, nei ricciarelli, negli amaretti morbidi ed in tutti quei dolci dove la farina di mandorla è presente. 

E passiamo alla ricetta.
Ingredienti per uno stampo da 22/24 cm di diametro 

375 g di clementine non trattate (buccia inclusa)
6 uova medie intere a temperatura ambiente
200 g di zucchero di canna integrale (mia variante - altrimenti zucchero bianco) 
250 g di farina di mandorle
1 cucchiaino di armelline ridotte in farina
1 cucchiaino di lievito per dolci 
  • Lavate le clementine e mettetele in una casseruola coprendole con acqua fredda. Portate ad ebollizione e lasciate cuocere. In base ai frutti che utilizzerete ed alla loro dimensione, potrebbero volerci dai 30 minuti a 1 ora c.ca. La ricetta originale prevede 2 ore ma la cosa importante è che i frutti siamo morbidi e le mie clementine si sono cotte in neanche 30 minuti. 
  • Quando saranno pronte, toglietele dall'acqua, asciugatele bene quindi tagliatele a metà eliminando eventuali semi. Mettetele in un bicchiere ad immersione e frullatele con un mixer fino a ridurle in una crema. Lasciate raffreddare 
  • Sbattete le uova con lo zucchero con una frusta a mano o con un frullino per qualche minuto fino ad ottenere un composto gonfio e chiaro. Aggiungete quindi la farina di mandorle con le armelline e il lievito.
  • Per ultimo, incorporate con cura la crema di clementine. 
  • Accendete il forno a 180°C statico e. 
  • Foderate lo stampo per il dolce con carta da forno.  Meglio se utilizzerete uno stampo a cerniera perché il dolce è morbido e sarà più facile formarlo. Versate l'impasto e cuocete per 45/50 minuti. 
  • Fate la prova stecchino che dovrà uscire asciutto e pulito. A metà cottura controllate che il dolce non si scurisca troppo. Nel caso copritelo con alluminio e proseguite. 
  • Fatelo raffreddare completamente prima di sformarlo quindi servitelo al naturale o con una spolverata di zucchero al velo o dello yogurt al naturale.  Straordinario appena fatto ma meraviglioso il giorno dopo. 
  • Si conserva bene per 3/4 giorni protetto dall'aria. 





venerdì 17 giugno 2022

Panna cotta allo yogurt greco con curd alle albicocche e timo limone

Il “curd” , che in lingua inglese significa letteralmente cagliata, è una crema molto amata e consumata in terra di Albione. 

Il nome deriva proprio dal fatto che le prime versioni di questa crema fossero il risultato della separazione della parte acidula da quella grassa di una crema al limone. 

Questa veniva filtrata con della mussola e la cagliata utilizzata per dolci o altro. 

Il più celebre curd, quello universalmente noto e da cui sono derivati poi gli altri, è il “lemon Curd”, di cui possiamo leggere una  prima ricetta, molto diversa da quella di oggi, nel libro The Lady’s Own Cookery Book del 1844, scritto da Lady Charlotte Campbell Bury. 

Qui viene proprio riproposta la versione “cagliata” di questa crema, che è una derivazione del più antico “lemon cheese”. 

La vecchia ricetta si è evoluta in quella che è il tradizionale lemon curd odierno, a base di succo e scorza di limone, zucchero, uova e burro.  

Gli ingredienti, a parte l’assenza di farina e latte (che in realtà è sostituito dal burro che aiuta le uova nella loro azione addensante), sono quelli della famiglia delle creme pasticcere. E come loro, hanno un tempo di conservazione limitato. 

Il risultato finale assomiglia nella consistenza, a quello di una tradizionale crema di uova delle nostre nonne, ma la base principale è costituita dal succo di frutti aciduli, in prima parte agrumi (si possono usare limoni, arance, lime, mandarini, clementine ecc) oppure lamponi, fragole, albicocche o anche pesche. 

Nel caso di utilizzo di succo di agrumi, il tempo di cottura si prolungherà perché addensare molto liquido invece di polpa di frutta, è più impegnativo. 

Ma la pazienza premia gli audaci: i curd sono una delle preparazioni più deliziose e versatili che potrete realizzare per servire i vostri dolci estivi o preparare delle favolose tarte e tartelette.

La presenza di panna o meringa italiana esalterà la vostra ricetta rendendola irresistibile. 

Il curd all’albicocca è facilissimo e perfetto per i dessert estivi. 

Potrete servirlo da solo, in piccole coppette accompagnato da briciole di meringa, lingue di gatto o cialdini di sfoglia o versarlo su del gelato fiordilatte o alla crema. 

Oppure inserirlo in preparazioni sostituendolo alla confettura, o nell’impasto di torte da credenza per arricchirne l’aroma, o perché no, mangiarlo fresco a cucchiaiate, direttamente dal vasetto, come faccio io!

Ho pensato che invece dei soli frutti rossi che spesso si accompagnano in composta alla panna cotta, un curd di albicocche, con la sua fresca acidità, potesse ben abbinarsi a questo dessert universalmente noto. 
Ho però alleggerito la base del dolce, utilizzando dello yogurt greco addizionato a latte intero e poca panna. 
La preparazione è facile e veloce. Il maggiore tempo viene speso per il curd ma si impiega decisamente meno tempo che non con il lemon curd. 
Inoltre questa è la stagione delle albicocche: perché non provare questa delizia?

PANNA COTTA 

Ingredienti per 4 persone 

150 g di panna fresca (non a lunga conservazione) 

400 g di yogurt greco bianco 

150 g di latte intero 

80 g di zucchero semolato

5 g di colla di pesce in fogli

3 o 4 rametti di timo limone + per guarnire 

I semi di mezza bacca di vaniglia 

2 cucchiai di mandorle in lamelle 

Curd di albicocca 

  • Mettete i fogli di colla di pesce in un piattino coperti di acqua fredda. 
  • Mettete il latte e la panna in una casseruola. Aggiungete lo zucchero, la bacca e i semi di vaniglia, i rametti di timo limone e mettete sul fuoco a fiamma media. Portate il tutto a sobbollire mescolando, quindi spegnete. 
  • Filtrate il tutto attraverso un setaccio in una larga ciotola.
  • Strizzate la colla di pesce e versatela nel composto di panna ancora caldo, e mescolate bene per sciogliere il tutto. Lasciate riposare una decina di minuti quindi aggiungete lo yogurt e mescolate molto bene per ottenere un composto cremoso ed uniforme. 
  • Versate la panna in appositi stampi che avrete preparato e lasciate raffreddare completamente prima di mettere in frigo per min. 6 ore o tutta la notte. 
  • Quando vorrete servire, passate la lama di un coltello affilato lungo i bordi dello stampo. Mettete il fondo degli stampi a contatto con 2 dita di acqua bollente per mezzo minuto, quindi rovesciate sui piattini di servizio dando dei piccoli colpetti e la panna si sformerà con facilità. 
  • Rifinite con una cucchiaiata abbondante di curd di albicocche, le mandorle tostate in un padellino e qualche fogliolina di timo limone. Accanto alla panna, potrete volendo, servire delle albicocche grigliate e miele di lavanda. 


CURD DI ALBICOCCHE 

Ingredienti per 500 g di curd.


225 g di albicocche a giusta maturazione, private del nocciolo e tagliate in quarti

2 uova medie ben sbattute

50 g di burro non saltato tagliato a cubetti

180 g di zucchero 

Il succo e la scorza di un limone 

  • Mettete le albicocche in una casseruola dal fondo spesso con un cucchiaio d’acqua giusto per impedire che si attacchino cuocendo. Cuocete a fiamma dolce fino a che non saranno cotte e molto morbide. 
  • Fate raffreddare leggermente la frutta e setacciatela con cura aiutandovi con un cucchiaio. Raccogliete la polpa ridotta in purea in una ciotola che possa essere sistemata sopra una pentola per cottura a bagno maria (preferibilmente di acciaio).
  • Versate le uova in un setaccio in modo da eliminare eventuali coaguli e aggiungetele alla purea di albicocche  insieme al burro, lo zucchero ed il limone con la sua scorza grattugiata. 
  • Sistemate la ciotola sopra una pentola piena per un terzo di acqua che bolle, e cuocete a fiamma media mescolando continuamente con una frusta o un cucchiaio, fino a che il composto non sarà completamente uniforme, liscio e denso sufficientemente per coprire il dorso del cucchiaio senza scivolare via. Ci vorranno circa 30 minuti. 
  • Versare il curd in piccoli vasetti sterilizzati e bollenti e tappare ermeticamente. Capovolgeteli e lasciateli raffreddare. Si conserveranno per un paio di mesi in luogo fresco e buio. In caso non vogliate conservare il curd ma utilizzarlo in tempi brevi, basterà conservarlo in frigo dentro vasetto di vetro sterilizzato ma non chiuso ermeticamente per una decina di giorni. 
  • Il curd è perfetto su gelati, per variegare ciambelloni al posto della frutta, dentro tartelette di frolla cotte in bianco, nello yogurt a colazione con cereali e muesli, su pancakes e crepes, e ovunque la fantasia vi voglia accompagnare.