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lunedì 4 marzo 2024

Bundt al cioccolato e caffè con ripieno di cream cheese

Pratico un massaggio cardiaco a questo blog che è orami al collasso. 
Ho per caso visto la data della mia ultima pubblicazione e mi sono sentita profondamente imbarazzata. 
Nella mia testa c'è la convinzione che ormai non lo legga più nessuno, invece trovo ancora messaggi e commenti che mi fanno capire il contrario. 
Sono pessima. 
Certo, ho poco tempo per cucinare e fotografare, ma di ricette in archivio ne ho decine e decine e non mi decido a pubblicarle. Che vergogna. 
Trovo scuse ma la verità è che mi abbandono alla pigrizia. 
Nell'ultimo sabato appena trascorso mi sono data una mossa e sono riuscita a preparare questa torta fantastica. Forse una botta di risveglio al blog gliela darà, visto la presenza di caffè e cioccolato. 
Non mi chiedete se si possono cambiare le dosi o gli ingredienti. 
Vi dico subito che non vi darà alternative. 
A me è piaciuto così tanto così che non cambierei una virgola. 
Ed ecco la ricetta. 
Arriva direttamente dal blog di una pasticciera e fotografa bravissima, Marilisa di Madame Gateau, tratta dal libro Carlifornia Bakery. E' nella mia lista di torte da fare da ormai tanto di quel tempo che l'avevo dimenticata ma nei giorni scorsi davo un occhiata alle ricette salvate su Instagram e lei mi ha fatto l'occhiolino spregiudicata e provocante. 
Dopo un attimo ero già li che impastavo. 

Un consiglio prima di cominciare. Portate tutti gli ingredienti a temperatura ambiente, burro morbido e caffé appena tiepido. Il lavoro sarà più semplice e la texture della torta vi ringrazierà. 

Ingredienti per uno stampo a ciambella da 24 cm di diametro:

200 g di ottimo burro morbido (lasciate fuori il panetto dal frigo tutta la notte) 
150 g di zucchero di canna scuro (possibilmente fine)
150 g di zucchero semolato
3 uova grandi 
75 g di cacao amaro 
125 g di farina 00 
8 g di lievito per dolci 
la punta di un cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale 
1 cucchiaino di estratto di vaniglia 
45 ml di caffè espresso 
1 cucchiaino di caffè solubile in grani
150 g di yogurt greco 

Per la crema al formaggio 
150 g di formaggio tipo philadelphia o quark o robiola 
80 g di zucchero semolato 
1 uovo piccolo 
1 cucchiaio di farina 00 
  • Accendete il forno a 170°.  Preparate lo stampo imburrandolo bene. 
  • Setacciate bene farina, cacao, lievito e bicarbonato. Aggiungete il sale e tenete da parte. 
  • Preparate il caffè e fate sciogliere il caffè solubile nel caffè caldo. Fate intiepidire il caffè prima di utilizzarlo. 
  • Nella ciotola della planetaria, montate il burro con gli zuccheri e la vaniglia. Lavorate bene ripulendo i bordi della ciotola via via, fino ad ottenere un composto chiaro e leggero. 
  • A questo punto cominciate ad aggiungere le uova in questo ordine: il primo uovo, facendolo incorporare bene, seguito da metà yogurt, metà caffè e 1/3 di composto di farina, ogni volta facendo incorporare bene ogni ingrediente prima di aggiungere il successivo. Continuante quindi con il secondo uovo, la metà restante dello yogurt, il caffè e la metà della farina rimasta. Per finire con il terzo uovo e chiudere con le polveri rimaste. Date una mescolata dall'alto in basso prima di metterlo nello stampo per amalgamare bordi e fondo. 
  • Preparate la crema di formaggio mescolando bene tutti gli ingredienti. 
  • Versate la metà del composto nello stampo aiutandovi con un cucchiaio. Livellate quindi con il dorso del cucchiaio fate un solco abbastanza profondo ed inserite qui la crema facendo il possibile per non farle toccare il bordi dello stampo. 
  • Coprite la crema con il restante impasto e livellate bene.
  • Cuocete per cc.a 40/50 minuti (controllate con il vostro forno, potrebbe volerci 5 minuti in più) e fate la prova stecchino. Lasciate lo stampo raffreddare una decina di minuti, quindi capovolgete il dolce su una griglia e lasciate raffreddare completamente. 
  • Servite accompagnandolo con della panna o senza nulla, che è buono ugualmente. 


mercoledì 6 dicembre 2023

Tarte au Sucre: liste e priorità

In molte situazioni, la mia sopravvivenza organizzativa e mentale è sorretta dal sottile filo delle liste. 
Sul lavoro, ogni file, ogni pratica ha la sua piccola lista su un foglio a righe giallo post-it appiccicato puntualmente nella pagina interna della cartellina. 
Punti o numeri per indicare ogni passo da percorrere e successiva barra nera con pennarellone ad azione avvenuta. Sono la delusione infinita del mio collega informatico che prepara programmi altamente evoluti con cui potrei organizzare il mio lavoro direttamente sul portatile. 
Non riesco a staccarmi dalla carta, dallo scrivere a mano tutto quello che mi necessita ed averlo a portata di occhio. In più sono una grafomane accanita, finanziatrice occulta di cartolerie "chic" e Tiger, quindi ho una quantità indecente di notes, quadernini, penne e colori di ogni tipo. 
Se mi togliete la poesia dello scrivere su carta con un programma computerizzato, sono una donna morta. 
Oltre questo ho liste di cose che vorrei, luoghi dove andare, libri da leggere, film da vedere e ricette da preparare. 
Se solo scoprissi la fonte dell'eterna giovinezza, forse riuscirei a completarne almeno una. 
Ma forse anche no, considerando che ogni giorno aggiungo elementi che da new entry passano direttamente in pole position, scombinando puntualmente i miei piani. 
Come è successo per questa ricetta, che ha scalato in un nano secondo la mia infinita lista di cose che vorrei preparare. Mi è bastato uno sguardo. 
Sono stata stregata dal post della mia cara Marina che molti di voi conoscono e che nel mondo del food blogging è una certezza di poesia e tradizione. Amica dagli albori di questo blog, innamorata della Francia come me ma romagnola in ogni sua cellula, ed in grado sempre di incantarmi con le sue meravigliose foto. 
Ebbene, è bastato il suo post su Instagram, per farmi salire il desiderio di preparare queste brioche, che i francesi chiamano tarte, non fosse altro per la forma bassa simile ad una torta. 
Quando l'ho vista, ho pensato che questa fosse la risposta evoluta al nostro "pane burro e zucchero", merenda con la quale da buona nordica, sono cresciuta. Un moto di nostalgia si è trasformato in innamoramento e non ho resistito. 

I francesi la chiamano affettuosamente "tarte au sucre di Nord" proprio perché sembra che abbia avuto origine nella parte più estrema del paese, al confine con il Belgio, nell'area di produzione dello zucchero di barbabietola, in quel momento della vita di Francia, in cui il blocco continentale creò penuria di zucchero di canna, proprio all'inizio del XIX secolo. 
Napoleone incoraggiò la regione del Nord- Passo di Calais, a cominciare la produzione di zucchero di barbabietola e negli anni questa industria fiorì dando origine a numerose confetterie nelle zone di Lille, Bavay, Cambray ecc. La tarte au sucre si avantaggia del meraviglioso burro prodotto in queste regioni e dell'utilizzo dello zucchero per rifinirne la superficie come un abito scintillante. 
Mi pare giusto, per una brioche che ha un aspetto modesto ed innocente, ma che al primo morso, regala un lungo, generoso momento di pura felicità.
La stupenda ricetta scelta da Marina, è quella dello celebre figo-pasticciere Cedric Grolet, che imperversa su Instagram con video irresistibili. 
Alcune piccole raccomandazioni se deciderete di provare questa preparazione:
  • Procuratevi dell'ottimo burro. Se ne trova in commercio senza grandi difficoltà: danese, bavarese, irlandese. Insomma, considerate di spendere almeno 4 euro per il vostro panetto da 250g, perché se dobbiamo godere, almeno facciamolo per bene. Questa brioche non ha aromi quindi il burro deve essere protagonista. Lasciatelo a temperatura ambiente almeno un paio d'ore prima di usarlo. 
  • La farina: io ho utilizzato una media forza 260W. Diciamo che come esempio potrete considerare di usare una farina tipo la Nuvola di Caputo che ha una quantità proteica pari a 12,5% (le proteine sono sempre indicate nella tabella dei valori nutrizionali). E' un ottimo compromesso in quanto la lievitazione è media e non abbiamo bisogno di troppa forza 
  • Se potete, lavorate con una impastatrice: per i più esperti si può fare anche a mano ma essendo un impasto ricco e piuttosto grasso, la fase di inserimento del burro può essere complessa e non consentirvi di arrivare ad una incordatura soddisfacente. 
  • Gustatela a temperatura ambiente o leggermente tiepida, al naturale o con la vostra confettura preferita: questo "pane, burro e zucchero", è il più buono che mai mangerete! 
Ingredienti per 4 "tarte" 
350 g di farina W260
8 g di sale
40 g di zucchero integrale fine 
3 uova grandi a temperatura ambiente 
50 g di latte intero tiepido 
13 g di lievito fresco (o 4 g di lievito di birra disidratato)
165 g di burro a temperatura ambiente, tagliato a dadini

Per la finitura
50 g di burro salato (o dolce con fiocchi di sale a parte)
40 g di zucchero semolato o cassonade 
  • Se usate il lievito fresco, intiepidite il latte (saprete la temperatura corretta quando immergendo il vostro dito, non sentirete la differenza tra freddo e caldo). Se usate il lievito disidratato, mescolatelo nella farina con una frusta.
  • Nella ciotola della planetaria, versate tutta la farina miscelata con lo zucchero. Fate una fontana. Sul bordo della fontana distribuite il sale e al centro le uova. Cominciate ad impastare a velocità 2 e quando la farina avrà incorporato le uova, aggiungete il latte a filo, con il lievito attivato o da solo in caso di lievito secco. Continuate ad impastare per c.ca 8/10 minuti, quando vedrete che l'impasto lascerà le pareti della ciotola perfettamente pulite. 
  • Adesso alzate la velocità a 3 cominciate ad inserire il burro, un dadino alla volta, senza procedere oltre se il precedente sono sarà ben incorporato dalla massa. Continuate con l'inserimento e quando sarete a due terzi del burro, interrompete per 10 minuti (per non scaldare il burro). 
  • Passato questo tempo, aumentate la velocità a 4 e terminate l'inserimento del burro. L'impasto dovrà essere lucido, setoso poco appiccicoso e tirandone un lembo, dovrà fare il velo. 
  • Toglietelo dalla ciotola e sistematelo in una ciotola imburrata, coperto da pellicola. Fate lievitare in luogo tiepido almeno 2 ore o a raddoppio. 
  • Trascorso questo tempo, trasferite l'impasto su una superficie infarinata, sgonfiatelo e ricavate 4 pezzi di eguale peso. Pirlateli e schiacciateli dando loro la forma di un disco. Sistemateli su una teglia coperta con carta forno e rimetteteli in forno a lievitare per almeno 2h - 2h30. 
  • Quando le vostre tarte saranno belle gonfie e lievitate, spolveratevi le dita di farina o inumiditele e formate dei buchi sulla superficie come con una focaccia. In ogni buchetto mettete un cubetto del burro salato o dolce con un pizzico di fleur de sel, cospargete il tutto con generoso zucchero semolato e mettete in forno preriscaldato a 170°. Cuocete per 20/25 minuti fino a che la superficie non sarà dorata ed fragrante. 
  • Fate raffreddare su una gratella e gioite 




 

lunedì 4 settembre 2023

Pancakes al latticello: voglia di States

On the road again - Willie Nelson 

Quanto è passato? 

Mi sa che sono un paio di mesi dall'ultima pubblicazione. 

Sono arrivata a fine giugno con la parvenza di un mocho Vileda con tanto di manico infilato dove non si dice. Che estate!  

Ancora non mi sono ripresa dalla stanchezza, ma Settembre è d'altronde il mese del rientro così non posso esimermi dal riaprire i battenti del blog ormai esanime e sperare che riprenda conoscenza.

Spero che le vostre vacanze siano state più piacevoli delle mie, che ormai non ricordo neanche più. 

Non voglio pensarci. 

Adesso cavalcherò fino a Dicembre con una benda sugli occhi, e chi s'è visto s'è visto. 

La colazione americana è per noi italiani, un mito da film. 

Mito per altro non lontano da raggiungere visto che, con il Brunch è spesso presente in molti bar o ristoranti delle città più popolate. 

Per quanto mi riguarda, la preparazione di pancakes ed ogni tipo di uova, è sempre presente in casa mia nelle colazioni della domenica. 

Certo, è come preparare un vero e proprio pranzo, ed effettivamente lo è per milioni di americani che considerano il Breakfast, il pasto più importante della giornata. 

Ho deciso di pubblicare la ricetta dei pancakes che io preparo sempre in dose doppia per averli anche per il giorno dopo. 

E' super testata ed è la mia preferita, seguita da quella di Gordon Ramsay  che trovate sempre sul blog e che profuma di Natale. Non per niente è la ricetta che lui serve la mattina di Natale in famiglia. 

Provatela quando avete voglia di una coccola, perché è spettacolarmente soffice e irresistibile. 

Ingredienti per 6/9 pancakes 


135 g di farina 00

2 cucchiai di zucchero

1/2 cucchiaino di sale 

1/2 cucchiaino di lievito per dolci 

1/4 di cucchiaino di bicarbonato 250 g di latticello (ottenuto con 125 g di yogurt magro e 125 g di latte scremato) 

1 uovo grande a temperatura ambiente

35 g di burro fuso. 

  • Mescolate separatamente in due ciotole, gli ingredienti secchi (farina, zucchero, sale, lievito e bicarbonato) e quelli liquidi (uova, burro e latticello). 
  • Versate gli ingredienti liquidi su quelli secchi e mescolate con una frusta per ottenere una pastella fluida.
  • Ungete un padellino antiaderente con poco burro (diametro di c.ca 7/10 cm ) e versate un mestolo di pastella, cuocendo 3 minuti c.ca per lato a fiamma media. Girate il pancake solo quando vedrete formarsi le bolle in superficie ed i bordi cominceranno ad essere opachi. 
  • Il primo pancake serve a testare la temperatura quindi risulterà più "anemico" ed unto.  Non vi preoccupate e continuate senza ungere più il padellino dopo il primo pancake. 
  • Una volta pronti, impilateli così manterranno la temperatura. Si possono conservare in frigo e scaldarli al microonde al momento di consumarli 



 

martedì 23 maggio 2023

Una Brioche in fiore con un cuore estivo

Nelle lunghe giornate di pioggia che hanno messo una parte d'Italia in ginocchio, sono tornata a giocare con il lievito, sempre sperimentando con il mio nuovo licoli, che ultimamente è molto vivace e mi sta dando grandi soddisfazioni.
Non posso panificare o rinfrescarlo ogni giorno perché sono entrata nel periodo più difficile della stagione lavorativa, ma non voglio smettere di sperimentare con questa nuova scoperta che è il mondo del lievito naturale. 
La ricetta di oggi è una brioche che devo preparare nuovamente quanto prima perché non ho avuto la possibilità di godermela come avrei voluto. 
Il tempo di assaggiarne un pezzetto ed è volata via tra le sgrinfie di mia figlia, per consumarla insieme alle sue amiche di corso. 
Sono arrivati messaggi di giubilo ma la sottoscritta è rimasta a bocca asciutta e non è buona cosa.
Per l'ispirazione devo ringraziare la bontà della Conserva di frutta della Pasticceria Bonci, con cui ho il piacere di collaborare dallo scorso anno per la realizzazione di "idee culinarie" stimolate dai loro fantastici prodotti artigianali e dalla bravura della cara Angela Ackyart che considero una guru nell'ambito di tutto ciò che è lievitato. 
Ho utilizzato questa confettura di pesche ed albicocche avvolte in un manto di vaniglia bourbon all'interno della pasta brioche, perché volevo che l'impasto potesse esaltare e proteggere nella cottura questo prodotto senza modificarne la delicata struttura. In effetti la confettura resta morbida e cremosa e si sposa divinamente con la pasta brioche. Non lesinate quando andrete ad inserirla. 
Un po' di pazienza  per la lunga lievitazione ma ne varrà la pena. 

Ingredienti per uno stampo a cerniera da 22/24 cm 
310 g di farina forte W320 (in sostituzione potete utilizzare 4 g di lievito di birra secco da sciogliere in 50 ml di latte oltre quello indicato e preparare una biga come indicato qui
100 g di licoli 
100 g di latte intero 
1 tuorlo grande e 2 tuorli grandi 
6 g di zucchero semolato finissimo 
50 g di burro morbido 
6 grammi di sale fino 
200 g di Conserva d'Estate Bonci albicocche, pesche alla vaniglia Bourbon 

Per lucidare e rifinire
1 tuorlo sbattuto con 1 cucchiaio di latte
Granella di zucchero a piacere  

Per la crema pasticcera
250 g di latte intero
110 g di zucchero 
3 tuorli medi 
40 g di maizena 
la scorza intera di un limone non trattato
100 ml di panna fresca
  •  Rinfrescate il vostro lievito fino al raddoppio. Preparate la ciotola della planetaria con la farina, il licoli, il latte ed 1 uovo ed un tuorlo. Cominciate ad impastare con il gancio a velocità bassa per una una decina di minuti. L'impasto dovrà staccarsi dai bordi lascindoli puliti ed aggrapparsi bene al gancio. 
  • Poco alla volta aggiungete lo zucchero facendolo assorbire bene, per almeno una decina di minuti. 
  • Aggiungete quindi il sale e continuate ad impastare per 5 minuti. 
  • Aumentate la velocità a 3 e procedete con l'inserimento del burro a tocchetti, non procedendo al successivo se il precedente non è stato completamente assorbito. Ci vorranno una decina di minuti e dovrete ottenere un impasto bello lucido, vellutato ed omogeneo. Tirando un lembo ed allargandolo fra le dita dovreste riuscire ad ottenere il velo. 
  • A questo punto, rovesciate l'impasto un piano di lavoro (può essere ancche una ampia ciotola leggermente imburrata). Dategli qualche piega e pirlatelo per formare una palla quindi mettetelo a riposare nella ciotola imburrata e coperta, in luogo tiepido (il forno con la lucina accesa può andare benissimo). La lievitazione sarà lunga, almeno 5 o 6 ore, e dipenderà dalla vivacità del vostro lievito e dalla temperatura in cui riposerà. 
  • Una volta raddoppiato, dividete l'impasto in 7 pezzi di c.ca 95 g ciascuno. Piegate quindi pirlate bene ogni pezzo a formare una pallina ben sigillata sul fondo. Sistemate le palline nello stampo foderato e imburrato con una pallina al centro e le altre sui bordi a formare i petali. 
  • Coprite con la pellicola e portate nuovamente a raddoppio in luogo tiepido (c.ca 1h30 o meno). 
  • Preparate la crema, che potrà essere fatta anche il giorno prima e lasciata raffreddare in frigo. Portate a fremere il latte con la scorza di limone e lasciate in infusione. Nel frattempo battete i tuorli con lo zucchero miscelato alla maizena usando una forchetta. Rompete la crema con metà del latte caldo e mescolate bene quindi versate il composto nella casseruola del latte e cuocete a fuoco dolce mescolando costantemente con la frusta fino ad addensare. 
  • Fatela raffreddare in un contenitore di vetro ampio e piatto coperta con pellicola a contatto ed un volta fredda mettetela in un sac a poche usa e getta e conserva in frigo fino ad utilizzo. 
  • In un altro sac a poche senza beccuccio, versate la confettura che avrete fatto scaldare un poco con uno o due cucchiai di acqua. 
  • A raddoppio raggiunto, ungetevi il dito indice e praticate un foro al centro di ogni pallina con grande delicatezza. Cercate di arrivare in fondo senza bucare l'impasto ma allargandolo un po' per consentire l'inserimento della confettura 
  • Adesso tagliate la punta del sac a poche per ottenere una apertura di 5/7 mm di diametro ed inserite all'interno del buco, la confettura fino a farla arrivare in cima alla brioche. Continuate così con tutte le altre palline. 
  • Spennellate bene le brioche con il tuorlo sbattuto con il latte quindi rifinite con la crema, tracciando un cordino spesso sui bordi di contatto delle brioche come vedete in foto. Rifinite a piacere con granella di zucchero. 
  • Cuocete la brioche in forno preriscaldato a 170°, in modalità ventilata per una 40na di minuti. Controllate la cottura verso i 25 minuti e se notate che il dolce scurisce, coprite con alluminio. Prima di sfornare, fate la prova stecchino quindi lasciatelo intiepidire su una gratella una decina di minuti. 
  • Sformatelo e proseguite il raffreddamento sulla gratella. Servitela tiepida o a temperatura ambiente, con la crema che vi sarà avanzata, addizionata da panna montata per ottenere un'ottima crema diplomatica. 
  • Si conserva morbido coperto con pellicola ma è facilmente congelabile separando le varie brioche e facendole rinvenire in forno a 100° per una decina di minuti. 






lunedì 8 maggio 2023

Biscotti del Lagaccio con Licoli: una nuova dipendenza

Sono mancata un bel po' ultimamente ma questo non significa che non sia impegnata dietro la produzione di un bel po' di ricette.  Il problema è che non ho il tempo materiale per mettermi qui e pubblicare, e questa è la cosa più spiacevole. 
Non faccio più promesse a questo punto, perché ogni volta che dico "vi prometto", questo va puntualmente disilluso. 
Veniamo al punto: ultimamente ho seguito un corso sulla panificazione. 
In questo blog ho spesso parlato di quanto i lievitati siano stati la mia spina del fianco ma che nel tempo si sono trasformati in una grande passione. Ecco. Se qualcuno di voi è un mio assiduo lettore, saprà che in questo blog, a parte qualche brioche, non c'è pane. 
E per pane intendo la tradizionale pagnotta ben lievitata, alveolata, meravigliosa come deve essere. 
No. Nulla. 
Cioè, non è vero, c'è un pane toscano, di cui ho parlato ma niente ricetta, perché all'epoca non sarei stata in grado di farlo.
Non che lo sia adesso, ma dopo aver seguito il corso della magica Manuela  che certamente molti di voi conoscono, ho preso il coraggio a quattro mani e mi sono addentrata nel magico mondo del lievito naturale. 
Dopo il corso con Manu, ho riportato a casa un barattolino di licoli, prontamente ribattezzato Ciccio e ho cominciato a prendermene cura, utilizzandolo nelle prime ricette, oltre che nelle mie prime pagnotte.
Sull'esito dei tentativi, probabilmente ci scriverò un post più avanti, quando sarò in grado di sfornare un pane decente.
Per il momento sappiate che sono in fase di sperimentazione, senza pretese si insegnarvi nulla. 
Ma quando dicevo  risoluta "mai, preferisco prendere un cane", sapevo di mentire spudoratamente, soffrendo il desiderio nascosto di saperne di più.
Ma veniamo alla ricetta.
Conoscete i biscotti del Lagaccio? Se avete avuto occasione di visitare Genova e la sua provincia (ma anche buona parte della sua regione) potrete trovarli con facilità presso le panetterie, in sacchettoni di plastica da scorta familiare. 
Io li amo. Da sempre. Non ricordo quando li ho scoperti, ma ero già una ragazza e quelle fette biscottate cosi' graziose, leggermente dolci e dall'inebriante aroma di anice, mi hanno sempre fatto sognare. 
Sono buonissimi da soli ma spalmati di confettura con un velo di burro, sono la fine del mondo. 
Per me, insieme a poche altre cose, entrano nella mia personale lista della colazione perfetta. 

In questa ricetta, non ho inserito l'anice, non gradito dalla mia famiglia. Voi potrete scegliere aggiungendo l'aroma che preferite. Non ci sono regole. 
L'agente lievitante è il mio licoli, rinfrescato e bello pimpante. 
Se invece vorrete utilizzare il lievito di birra, nessun problema. Metto la sostituzione nella ricetta. Dovrete valutare i tempi di lievitazione. 

Ecco gli ingredienti per c.ca 2 teglie di biscotti. 

500 g di farina 0 (W260 di forza)
140 g di licoli rinfrescato 
160 g di acqua a temperatura ambiente 
100 g di burro tirato fuori 30 min. prima di usarlo
100 g di zucchero di canna integrale finissimo
le zeste di un limone grattugiato finemente
1 pizzico di sale 
  • Versate l'acqua ed il licoli attivo nella ciotola della planetaria e scioglietelo con una spatola. Aggiungete lo zucchero e continuate a mescolare fino a scioglimento. 
  • Applicate la foglia e metà della farina e cominciate a mescolare a velocità 1 fino a che il composto non avrà assorbito tutta la farina.
  • Togliete la foglia ed applicate il gancio. Con un tarocco pulite bene i lati della ciotola quindi versate il resto della farina e continuate ad impastare a velocità 2 portando l'impasto ad incordatura.
  • Quando l'impasto si sarà agganciato bene, aggiungete il sale, la scorza di limone e cominciate ad inserire il burro poco alla volta, cercando di osservare l'impasto che dovrà avere assorbito bene il burro prima di procedere ad un nuovo inserimento.  Continuate fino a quando non avrete terminato il burro e l'impasto risulterà liscio e lucido. 
  • A questo punto toglietelo dalla ciotola su una spianatoia e impastate brevemente, terminando con un paio di pieghe a tre chiudendolo poi a palla.  Sistematelo in una ciotola coperto con la pellicola e tenetelo al caldo per c.ca mezz'ora/40 minuti prima di passarlo in frigorifero per almeno 12 ore. 
  • Il giorno dopo sgonfiate l'impasto e dividetelo in 3 parti. Pesatelo prima di formarlo. Avrete 3 pezzature di c.ca 340 g l'una. 
  • Formate dei filoncini come vedete in foto e lasciateli lievitare fino al raddoppio. Siccome l'impasto è freddo, avrà necessità di riprendere la temperatura prima di crescere. A secondo della temperatura che avrete in casa, ci vorranno dalle 4 all 6 ore c.ca. Consiglio di metterli in forno con la lucina accesa coperti da pellicola. 
  • Cuocete in forno a 200° per c.ca 40 minuti fino a che la superficie non sarà bella dorata. Toglieteli e fateli raffreddare completamente su una gratella. 
  • Un volta ben freddi, tagliateli a fette spesse 1 cm, con un coltello ben affilato a lama liscia. Tostate i biscotti in forno a 180° per c.ca 20 minuti lasciando lo sportello aperto con l'aiuto di un mestolo di legno. Girate la teglia a metà tostatura. Una volta pronti, spegnete il forno e lasciate che raffreddino al suo interno. 
  • Conservate in una scatola di latta. Si mantengono croccanti per molti giorni. 
NOTA - Se volete sostituire il licoli con lievito di birra, 4 g di lievito secco o 7g  di lievito fresco. 





lunedì 20 febbraio 2023

Brioche parisienne: la poesia del burro nei lievitati.

Quando ricorro ai lievitati, significa che ho pochissimo tempo per me, per il blog e per le cose che amo fare. 
Le preparazioni che richiedono riposo per la lievitazione, sono quelle che mio consentono di dedicare poco tempo all'impasto e lasciare che poi la ricetta si faccia da sola, mentre io sono concentrata su altro. 
Poi posso fotografare quando voglio. Ed eventualmente anche pubblicare la ricetta se trovo un attimo. 
La storia di questa brioche è molto semplice. 
Ho visto le immagini sulla pagina IG di Gabila, meravigliosa fotografa e guru dei lievitati. 
L'innamoramento è stato immediato. 
La mia propensione per le brioche ultra burrose è oramai risaputa. Su questo blog trovate quella di Conticini, la Mousseline , chiamata così perché ha una texture così filosa e leggera che sembra una mussola. Anche lì la quantità di burro è notevole quindi anche la lavorazione che dovremo seguire dovrà fare in modo che il burro non si scaldi. 
Quindi benvenute brevi pause tra un inserimento di burro e uova per dare modo all'impasto di riposare ed assorbire i liquidi/grassi, per poi ricominciare e ritrovare un'incordatura decisa e tenace. 
La fase di impasto vi porterà via c.ca 20/30 minuti incluse le pause, ma poi il riposo e la seconda lievitazione vi daranno il tempo di dedicarvi ad altri impegni.
Per poi godervi uno straordinario lievitato che vi lascerà una dolce leggera patina burrosa sulle labbra al primo morso. 
Quando ho formato la mia brioche, ho formato 5 palline di eguale peso convinta che sarebbero entrate nel mio stampo. Non ci sono riuscita. 
Ne ho utilizzate solo quattro che ho sistemato distanti l'una dall'altra e che sono cresciute con tranquillità ed ho diviso l'ultima in 3 palline che ho messo in stampi da mini panettone dal diametro di 5 cm. 
Quelle che vedete in foto sono briochine mono-porzione realizzate con lo stesso impasto. 

Ingredienti per uno stampo da cake da 30 cm di lunghezza

Per la biga 
150 g di farina forte (W320 - 400)
50 ml di latte intero 
3 g di lievito di birra secco 

Per l'impasto 
Tutta la biga 
4 uova medie (albumi e tuorli e tuorli separati)
250 g di farina forte (W320 - 400)
50 g di zucchero semolato 
15 g di miele millefiori 
1 baccello di vaniglia 
la scorza grattugiata di un'arancia 
200 g di burro pomata (a temperatura ambiente)
8 g di sale 

Per la lucidatura 
1 tuorlo 
2 cucchiai di latte 
  • Cominciate il giorno prima preparando la biga. Versate gli ingredienti per la biga in una ciotola e mescolateli con le mani in modo da formare una palla. Copritela con acqua a temperatura ambiente e lasciatela riposare fino a che non salirà in superficie, tra 45/60 minuti. 
  • Mentre la biga riposa, aromatizzate il burro con i semi di vaniglia e la scorza dell'arancia e mescolate bene. Il grasso del burro assorbirà gli aromi e gli oli essenziali dell'arancia potenziando la spinta aromatica del dolce. 
  • Quando la biga sarà pronta scolatela e strizzatela con delicatezza. Versate nella ciotola della planetaria la farina, lo zucchero, gli albumi  il miele ed al centro la biga. Con la foglia cominciate ad impastare e lavorate a media velocità sino a che l'impasto non prende elasticità, c.ca 10 minuti. 
  • A questo punto cominciate ad aggiungere cucchiaini di burro alternandolo con i tuorli sbattuti, che verserete a piccoli sorsi. Noterete che l'impasto potrebbe perdere l'incordatura. Lavoratelo per qualche minuto quindi fermate la planetaria 5 minuti. 
  • Riprendete la lavorazione continuando ad aggiungere il burro e l'uovo aumentando la velocità. Al termine dei due ingredienti aggiungete il sale e lavorate ancora qualche minuto, fino a che non otterrete una palla lucida e setosa, che produrrà un velo molto elastico. 
  • Rovesciatela su una spianatoia, fate una piega a tre quindi pirlatela in una palla. Sistematela in una larga ciotola e coprite con pellicola. Lasciatela lievitare tutta la notte fuori dal frigo. 
  • Quando l'impasto avrà più che raddoppiato il proprio volume, preparate lo stampo foderandolo con carta da forno quindi sgonfiate la palla e dividetela in 4 pezzi di identico peso. Pirlateli con cura dando una forma rotonda e fermate bene la chiusura in basso. 
  • Sistemate i pezzi nello stampo e lasciate lievitare in luogo tiepido a 26/28°C (nel forno con la luce accesa sarà perfetto) fino a che non raggiungeranno il bordo dello stampo. 
  • Preriscaldate il forno a 180° e spennellate la brioche con il tuorlo sbattuto con il latte. 
  • Cuocete c.ca 30 minuti, fino a che non sarà perfettamente dorata in superficie, ricordandovi di non cuocerla eccessivamente per preservate la sua morbidezza. 
  • Aiutandovi con la carta, sfornatela immediatamente e lasciatela raffreddare completamente su una griglia. 
  • Quando sarà fredda, potrete tagliarla a fette e metterla in congelatore per avere della brioche fragrante a colazione ogni volta che vorrete. Oppure conservarla coperta con pellicola: si manterrà morbidissima per 3/4 giorni. 


lunedì 5 dicembre 2022

Churros al timo: gioie e dolori del Natale

Dicembre è già cominciato da qualche giorno ed io ho già ben chiaro che questo mese sarà complicato. 
Ieri sono riuscita a fare l'albero, completamente da sola. 
Non è stato esaltante come in altri momenti. Figlia e marito in giro per il mondo non aiutano l'umore ad essere festivo. 
Comunque ho agito. 
Ho portato tutta l'attrezzatura su dalla cantina al terzo piano dell'edificio senza ascensore in cui vivo, montato l'albero e sistemato tre metri di lucine tutte intorno sperando che le mie braccia potessero allungarsi come ad Elastic girl, senza successo. 
E dopo un paio d'ore, quando ho messo l'ultimo addobbo, ho sentito uno strano suono - "crik" - e l'albero con i suo 2 metri di altezza carico di gingilli, si è accasciato tra le mie braccia in un drammatico casqué. 
Da quel momento, il mio salotto si è trasformato nel set di una comica in bianco e nero, con la protagonista impanicata che cercava di tenere in equilibrio l'albero, pesantissimo, calcolando i tempi necessari per raggiungere la cucina dove trovare spago, forbici e tutto il necessario per aggiustare la situazione. 
I primi dieci minuti sono trascorsi facendo inutili esercizi di smaterializzazione. 
I successivi cinque, smadonnando come un turco ubriaco con raptus omicida, seguiti dalla rassegnazione che mi consigliava di sdraiare l'albero a mo' di cadavere nel centro del tappeto e abbandonarlo al suo destino. 
Poi mi sono calmata. 
Ho respirato e abbracciata all'albero come una cozza, sono riuscita piano piano ad abbassarmi ed a cercare di capire il problema sul piede. L'ho rimesso in equilibrio, sapendo che non sarebbe durato a lungo, e sono corsa a prendere tutto il materiale per fissarlo al muro. 
Adesso il mio albero è in piedi, collegato ad un gancio sulla finestra grazie da uno spago. 
Una roba orrenda a vedersi, ma sono riuscita a salvare tutte le mie  fragilissime decorazioni collezionate negli anni. 
Se il mio Natale comincia così, annamo bene. 
I churros sono una di quelle ricette da nulla, fatte con i pochi ingredienti che tutti abbiamo in casa: uova, zucchero, burro e farina.  
Con forma diversa, li associo a piatti come crepes, pancakes, Kaiserschmarrn e via andare, con la unica variante che i churros vanno fritti. Per il resto, l'effetto consolatorio è lo stesso. 
In più questo è un ottimo periodo per prepararli, perché tradizione vuole che vengano fatti quando fuori è freddo e consumati inzuppati in una tazza di cioccolata bollente. 
Questa ricetta che arriva dal libro di Benjamina Ebuhei "A good day to bake", uno degli Starbooks degli ultimi mesi e nonostante abbia provato altre ricette di churros in passato, questa è quella che maggiormente mi ha convinto per la perfetta consistenza e densità dell'impasto. 
Spesso questo risulta troppo duro per essere spremuto da un sac a poche mentre qui, la fatica non esiste e la forma si mantiene meravigliosamente. 
In più il sapore è splendido, con la nota agrumata ed il timo sul finale, che regala una bellissima freschezza erbacea. Io ho voluto usare del timo limone per dare una spinta maggiore sui toni agrumati. 

Ingredienti per 6 persone 
200 ml di acqua
75 g di burro salato 
la scorza grattugiata di un limone non trattato 
2 cucchiaio di zucchero semolato 
160 g di farina 00
3 uova 
1 litro di olio per frittura 

Per lo zucchero al timo 
150 g di zucchero semolato 
2 cucchiai di foglioline di timo fresco 
  • Per prima cosa preparate lo zucchero al timo. Pestate lo zucchero con il timo in un mortaio fino a che non sarà fragrante, umido e sabbioso. Versatelo in una fondina e tenete da parte. Se non avete un mortaio potrete strofinare timo e zucchero con la punta delle dita fino a che il tutto non sembrerà sabbia bagnata. 
  • Procedete con i churros: scaldate l'acqua con il burro, la scorza di limone e 2 cucchiai di zucchero in una casseruola e portate a bollore. Buttate la farina tutta insieme mentre mescolerete con continuità. All'inizio vi sembrerà granuloso ma continuate a mescolare fino ad ottenere una densa e morbida palla di impasto. Abbassate la temperatura e continuate la cottura per 1 minuto continuando a mescolare. 
  • Rimuovete l'impasto dal calore in una ciotola pulita a raffreddare per cinque minuti (può essere anche quella della planetaria). Rompete le uova in una caraffa e sbattatetele con una forchetta. 
  • Accendete l'impastatrice con il gancio a foglia e cominciate ad impastare versando piccole quantità di uova alla volta, mescolando bene dopo ogni aggiunta. Vi sembrerà che l'impasto non stia insieme all'inizio e si sfaldi, ma piano piano, incorporando l'uovo, diventerà omogeneo. 
  • Potreste non aver bisogno di usare tutto l'uovo: la consistenza deve essere quella di una crema molto densa che sia in grado di essere versata attraverso un sac a poche senza perdere la forma. Fate la prova con un cucchiaio: dovrà scivolare giù dopo qualche secondo 
  • Scaldate l'olio in una padella di ferro per frittura a bordi alti fino ad una temperatura di 170° (usate il termometro). Se non avete un termometro, fate la prova con poca pasta: dovrà risalire a galla abbastanza velocemente e impiegare dai 30 secondi a 1 minuto per scurire. Se scurisce velocemente ma dentro è ancora cruda, abbassate la temperatura. 
  • Mettete l'impasto in una sac a poche con bocchetta a stella da 1 cm. Quando l'olio è a temperatura,  create i churros direttamente sulla padella e tagliateli con una forbice ad una lunghezza di 8/10 cm. Ripetete fino a che non avrete 3 o 4 churros nella padella. Fateli friggere 1 o 2 minuti su ogni lato, fino a che non saranno belli gonfi e dorati. Toglieteli con delle pinze e sistemateli su carta assorbente. 
  • Passateli nello zucchero al timo e serviteli accompagnandoli con dell'ottima cioccolata calda.


lunedì 14 novembre 2022

Apple Crumble: confortatemi con le mele.

In questi giorni sto rileggendo un testo "sacro" per gli amanti della scrittura di cibo, o food writing per essere più precisi. Si tratta del bellissimo "Confortatemi con le mele. Nuove avventure a tavola" della grande Ruth Reichl. 
L'autrice racconta il suo percorso di formazione che la porterà a diventare uno dei critici gastronomici più importanti degli Stati Uniti (e quindi del mondo) attraverso avventure di vario genere ma anche scelte in grado di cambiare la sua intera vita. 
Un libro godibilissimo, scritto con penna leggera e doppia dose di autoironia, quell'ingrediente che io adoro e che è dote immancabile delle persone intelligenti. 
Penso anche a come il libro sia arrivato a casa mia: all'epoca in cui ho cominciato l'avventura del blog, ne avevo sentito parlare e desideravo tanto leggerlo ma non riuscivo a trovarlo. 
Ancora il traffico di libri su Amazon era una cosa agli albori quindi mi rassegnai ad attendere momento propizio, convinta che prima o poi "Confortatemi" sarebbe arrivato a me spontaneamente. 
Nel frattempo una mia cara zia che gestisce un mercatino di roba usata, dagli abiti ad oggetti di cucina, mi riforniva di ogni sorta di caccavelle, tra cui anche molti "props" che uso nelle mie foto (tipo la forchetta e piattino che vedere nell'immagine).  
"Patty, ho delle cosette per te. Stavolta anche un libro se ti può interessare".
Quando le chiesi il titolo, non se lo ricordava. Mi disse solo "qualcosa a che fare con le mele". 
Mah, va a capire di cosa si trattava. Però se si parla di mele, come avrei potuto dire di no?
Così mi sono vista recapitare a casa il "mio" libro, in perfette condizioni e la sorpresa è stata davvero bellissima. 
Come spesso dice mia figlia, sentimenti, cose, occasioni e opportunità, vanno manifestate fortemente dentro il nostro cuore e prima o poi arrivano a te. 
Anche la ricetta di oggi arriva da un libro, questa volta un dono di un caro amico, Biagio autore di "Glogg the blog", ma soprattutto grande appassionato di libri di cucina che colleziona scientificamente. 
Non ho mai conosciuto nessuno con la sua competenza, la sua curiosità e il suo enorme bagaglio di esperienza e cultura nell'ambito della letteratura gastronomica. Vi basta dare una occhiata ai suoi post ed alle sue ricette, che spaziano nelle tradizioni di tutto il mondo, con una propensione per il Nord Europa ed il Medio Oriente.
Bene, incontrato di recente a Roma prima che lui rientrasse in Brasile, dove vive ed insegna, mi ha regalato il bellissimo Aran , il libro dell'omonima panetteria pasticceria scozzese, ricco di irresistibili ricette tra pani e lievitati dolci, torte e biscotti che mi creano un serio imbarazzo nella scelta. 

Sono partita da qui, da una torta di mele golosa, diversa e che sicuramente vi piacerà tantissimo. 

Ingredienti per uno stampo da cake di 30 x 10 
400 g di mele grattugiate (quelle che preferite - io Granny Smith)
1 cucchiaino di cannella in polvere 
100 g di uvetta sultanina ammollata in acqua bollente per 30 minuti
225 g di burro non salato, morbido 
225 g di zucchero di canna integrale 
3 uova a temperatura ambiente 
225 g di farina 0 
5 g di lievito in polvere 

Per il crumble d'avena 
50 g di farina 00
25 g di fiocchi d'avena
50 g di burro morbido 
25 g di zucchero semolato superfine o zucchero muscovado 
25 g di nocciole tostate sminuzzate 
  • Preriscaldate il forno a 170°. Imburrate e foderate con carta forno lo stampo
  • Mescolate le mele con la cannella in modo che siano ben avvolte dalla spezia e tenete da parte. Scolate l'uvetta 
  • Nella ciotola della planetaria, montate il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e leggero. A questo punto aggiungete le uova, una alla volta inserendo la successiva solo quando la prima è stata ben incorporata. Per ultimo aggiungete la farina ed il lievito setacciati. 
  • Togliete la ciotola dalla planetaria ed incorporate l'uvetta con una spatola di silicone. 
  • Distribuite metà del composto nello stampo e stendetelo con la spatola. Aggiungete le mele distribuendole uniformemente e completate con il resto dell'impasto sopra le mele. Livellate bene.
  • Per ultimo, aggiungete il crumble in superficie: mettete tutti gli ingredienti per il crumble in una ciotola quindi lavorare con la punta delle dita sbriciolando il burro mentre pizzicate gli ingredienti secchi, in modo da formare delle briciole grossolane. Potrete conservare il crumble in frigo fino ad utilizzo. 
  • Fate cuocere per 35/40 minuti fino a che la superficie sarà bella dorata ed uno stecchino infilato ne uscirà pulito. Fate raffreddare completamente prima di rimuovere il dolce dallo stampo. 




mercoledì 19 ottobre 2022

Cake menta e limone per Starbooks

Era tanto che non preparavo un dolce burroso, denso, umido e irresistibile come questo pound cake menta e sciroppo di limone. ⁠
Immaginate la menta fresca frullata nello zucchero montato insieme al burro morbido. ⁠
Immaginate un denso e fresco sciroppo al limone e menta da versare ancora caldo sul dolce appena sformato, che lo assorbe nella sua deliziosa porosità.⁠
Immaginate una glassa leggera, profumata di agrume che copre come un velo il vostro capolavoro e per finire, immaginate voi che vi lanciate come assatanate su una fetta, due fette, da sterminare dentro una tazza di te nero fumante...⁠
Ci siamo?⁠
Ora immaginate una colazione fatta di biscotti secchi anche un po' stantii che vi aspetta nella credenza. ⁠
Non vi sembra il caso di darvi da fare?⁠

La ricetta la troverete sul blog Starbooks. Buona giornata amici. 


giovedì 27 gennaio 2022

Pains aux raisins: le spirali ipnotiche della sfogliatura

La ricetta di oggi è uno dei dolci del mio cuore, una brioche sfogliata che mi ricorda tante cose, la prima delle quali i miei viaggi in Francia, dove l'arte della "boulangerie" non finirà mai di incantarmi.
I pani all'uvetta, questa è la traduzione letterale di queste brioche, appartengono alla famiglia delle brioche sfogliate come i pain au chocolat o i croissant, ma vengono spesso messe in ombra da i suoi cugini più famosi. 
Io però adoro queste spirali morbide e croccanti tra le cui volute si scopre una vena cremosa vivacizzata dalla dolcezza dell'uva sultanina mirabilmente aromatizzata. 
Se mi capita di trovarle sul banco del bar, è certo che finisca con l'ordinarle,  tranne poi restarne quasi sempre delusa. 
E' moltissimo tempo che desideravo provare a farle cercando la ricetta il più possibile vicina a quelli che sono i sapori tatuati nella mia memoria ed in questo mi è venuta in aiuto una bravissima panificatrice, la cara Valentina Venuti del blog "Non di solo pane"
Se non la conoscete, vi invito a visitare il suo blog, di grande ispirazione per gli appassionati di lieviti e dell'arte bianca.  Sono certa che troverete cose splendide su cui cimentarvi. 
A partire dalla sua strepitosa focaccia Ligure. 
Lo so, non è una preparazione veloce. 
I lievitati chiedono di scalare le marce e rallentare. In particolare i lievitati sfogliati, che hanno maggiori tempi di lavorazione e di riposo di un più semplice pane o brioche. 
Ma avvicinarsi a preparazioni "sfogliate" con pazienza e curiosità senza dire "io non ce la farò mai" e lasciare spazio alla possibilità, è in grado di regalare straordinarie sorprese. 
E diventare una pratica molto divertente e di soddisfazione che vorrete fare e rifare. 

Ingredienti per cca 12/14 pezzi 
Per il pastello
250 g di farina W300 (potrete tagliare il totale con 190 g di farina W320 e 60 g di farina W260) 
50 g di zucchero 
25 g di burro morbido
10 g di lievito di birra 
1 uovo intero 
90 g di latte 
5 g di sale 

Per la sfogliatura
125 g di burro (possibilmente danese o tedesco per la plasticità)

Per la crema pasticciera
250 g di latte 
2 tuorli
50 g di zucchero
20 g di amido di riso o maizena
Scorza di limone o vaniglia per aromatizzare 

Per la finitura
100 g di uvetta 
2 cucchiai di rum o Grand Marnier
1 albume
1 cucchiaio di latte 
zucchero in granella e gelatina di albicocche a piacere

La sera prima procedete alla preparazione della crema e del pastello. 
  • Per il pastello metti la farina nella ciotola della planetaria e fai la fontana. Al suo incavo versa il lievito sbriciolato ed il latte appena tiepido (c.ca 30°) quindi mescola con una forchetta fino ad ottenere una pastella densa su cui spingerai la farina intorno ai bordi per coprirla. Lascia riposare fino a che non noterai sulla superficie che si saranno formate delle crepe. Il lievito sarà attivo. 
  • Aggiungi a questo punto lo zucchero, l'uovo, il burro morbido e comincia ad impastare con il gancio. Dopo qualche istante versa anche il sale e continua ad impastare fino a che il tutto non sarà liscio, omogeneo e ben incordato. 
  • Trasferisci l'impasto in una ciotola, copri con pellicola e lascia maturare in frigo per tutta la notte. 
  • Per la crema, fai scaldare il latte con gli aromi. Lascia in infusione mentre in un'altra ciotola sbatti le uova con la miscela di zucchero ed amido.  Rompi la crema con poco latte caldo quindi versa il tutto nella casseruola del latte e porta a cottura a fiamma dolcissima. La crema sarà molto densa. Versala in una ciotola, coprila con pellicola a contatto e fai raffreddare per poi lasciare in frigo fino ad utilizzo.
Il secondo giorno 
  • Metti a mollo l'uvetta in acqua tiepida con il liquore e lasciala ammorbidire per c.ca un'ora quindi scolala con cura ed asciugala. Lasciala all'aria fino al momento di utilizzarla. 
  • Prendi il burro ben freddo e stendilo tra due fogli di carta da forno cercando di stenderlo ad uno spessore di 5 mm in un rettangolo di c.ca 12x9 cm. Una volta pronto rimettilo in frigo fino al tempo di riutilizzarlo.
  • Adesso stendi il pastello in un rettangolo alto 9 cm e largo 24 cm. Metti il lato lungo dell'impasto di fronte a te. Prendi il burro che non dovrà essere freddissimo (16°) e mettilo al centro dell'impasto in modo che l'altezza del burro corrisponda esattamente a quella della pasta e tu possa richiudere il pastello sul burro arrivando con i due lati corti proprio sulla verticale centrale del burro e coprendolo completamente. Salda la chiusura dell'impasto sul burro aiutandoti con il matterello e procedi con una serie di 3 pieghe da 3. 
  • Prima piega: Stendi l'impasto con il lato corto di fronte a te in modo da ottenere uno spessore di 1 cm.  Ruota l'impasto di 90°. Piega il lato destro dell'impasto fino al centro del rettangolo e ripiega il lato sinistro completamente sull'impasto ottenendo una sorta di portafoglio rettangolare. 
  • Stendi l'impasto con il matterello seguendo verticalmente il senso delle pieghe quindi ruota l'impasto di 90° e effettua nuovamente una piega a 3 come spiegato sopra. Copri con pellicola e metti in frigo per 30 minuti.
  • Fai l'ultima piega a 3, stendendo l'impasto come fatto in precedenza e metti in frigo per 1 ora. 
  • Ultima stesura: stendi una sfoglia rettangolare di c.ca 28/30 cm di lunghezza e 15/18 cm di altezza ed uno spesso di cc.a 8 mm. Spalmalo di uno strato sottile di crema e cospargi l'uvetta, quindi arrotola la sfoglia dal lato lungo in modo da ottenere un rotolo che avvolgerai nella pellicola e lascerai riposare in frigo almeno 30 minuiti per facilitare il taglio. 
  • Taglia delle fette alte 2 cm con una lama molto affilata e sistemale su un paio di teglie foderate di carta da forno ben distanziate l'una dall'altra. Mettile a lievitare in luogo tiepido per almeno 90/120 minuti, fino al raddoppio.
  • Accendi il forno a 180°. Spennella le girelle con un albume sbattuto con 2 cucchiaio di latte e cospargi con poco zucchero a granella. 
  • Cuoci in forno per 15/20 minuti, ruotando la teglia a metà cottura in modo che siano ben dorate. Se ti piace, spennellale con gelatina di albicocche appena tolte dal forno. 
Si possono congelare appena raffreddate e scaldarle in forno all'utilizzo, 180° per 4/5 minuti, e saranno come appena fatte.