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mercoledì 11 dicembre 2024

Pie di Paccheri con ragù di lenticchie: Giornata mondiale del Tango

L'11 dicembre è ufficialmente la Giornata Mondiale del Tango. 
E' stata proclamata in corrispondenza al giorno di nascita di Carlos Gardel, uno dei suoi ambasciatori più amati e appassionati. 
Ho un grande desiderio di celebrare questa giornata patrimonio immateriale dell'Umanità ma confesso di farlo ogni volta che mi ritrovo circondata da un abbraccio e mi lascio condurre con il cuore nella sua musica, camminando ad occhi chiusi. 
Sono poco più di cinque anni purtroppo interrotti dalla maledetta pandemia, che pratico assiduamente il Tango. 
Potrei dire che la mia vita, il mio sentire, il mio essere ciò che sono è migliorato grazie a questa passione. 
E' molto difficile spiegare quello che si prova: so solo che fa stare bene, tanto, e ne vuoi sempre di più. 
Un giorno, nel lontano 2018, mentre mia figlia trascorreva l'anno studio in Irlanda, mio marito ed io abbiamo deciso di fare una cosa solo per noi ed abbiamo scelto il Tango. 
Oggi pensiamo che forse lui abbia scelto noi. 
In un tempo in cui il contatto con lo sconosciuto è qualcosa di inimmaginabile, esercitare la fiducia nell'altro poco raccomandabile, abbandonarsi ad un abbraccio senza alcuna finalità se non quella di connettersi nella musica e raccontarla in una danza, può apparire a chi guarda da fuori, una totale follia. 
Il Tango ci insegna ad abbandonare ogni riserva nello spazio di un abbraccio. 
Ci spiega la fiducia ed il rischio.
All'alba della senilità, ho scoperto che cercare la connessione con l'altro in un abbraccio ed affidare il mio ascolto ai suoi movimenti guidati dalla musica, è un emozione potente, primordiale e vivificante. 
Se non lo provi, non puoi capire. 
Camminare abbracciati.
Camminare abbracciati nella musica.
Spesso penso che nella vita, mi basterebbe solo questo. 

Per celebrare una festa ci vuole un piatto che stupisca l'occhio ma che soddisfi il palato con semplicità.

Paccheri ripieni di un ragù di lenticchie saporito, stretti in un abbraccio. 

E' il mio omaggio alla mia passione più grande. 


PASTA

Ingredienti per 4/6 persone 

500 g di Paccheri 

1 cucchiaio di olio d'oliva

35 g di parmigiano grattugiato 


Ragu di lenticchie 

300 g di lenticchie di Castelluccio 

1 cipolla bianca tritata finemente 

2 gambi di sedano tritati

1 carota grande pelata e tritata 

800 g di pomodori pelati 

1 peperone rosso dolce 

1 peperoncino fresco tritato 

Sale - Pepe nero macinato fresco 

Olio extravergine qb 


Per rifinire 

3 mozzarelle da 125 g 

25 g di parmigiano grattugiato 

  • Cuocete le lenticchie in abbondante acqua, che le copra di almeno tre dita con un cucchiaino di sale grosso, fino a che non saranno al dente, c.ca 25 minuti. Scolatele e tenete da parte. 
  • Scaldate 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva in una padella medio grande. Quando l'olio è caldo, aggiungete la cipolla. Soffriggetela fino ache non sarà traslucida, per 4 o 5 minuti, quindi aggiungete il sedano tritato e la carota. Cuocete fino a le carote non cominceranno ad ammorbidirsi. Nel frattempo schiacciate i pelati in una ciotola per ottenere una poltiglia grossolana ed aggiungete il peperone tritato finemente.Versate tutto nella padella, aggiustate di sale pepe e peperoncino ed aggiungete 240 ml di acqua. Portate a bollore a fiamma viva. Togliete dal calore ed usando un mixer a immersione, frullate con il pulse per qualche secondo per ottenere una salsa grossolana. Incorporate le lenticchie cotte. Cuocete a fiamma media fino a che la gran parte del liquido è evaporato e tirato. 
  • Cuocete i paccheri per massimo 8 minuti. Scolateli in una ciotola, conditeli con olio e il parmigiano grattugiato. Mescolate bene fino a che tutti i paccheri non saranno ben avvolti. Preparate uno stampo a cerniera da 23 cm. Foderate il fondo con carta forno lasciando la carta sporgere fuori dalla base (vi aiuterà poi a sformare la pie). Oleate i bordi. Sistemate i paccheri in piedi appoggiandoli al bordo e proseguendo verso il centro. Cercate in di fare in modo che siano ben stretti l’uno all’altro. Preriscaldate il forno a 200°. Cominciate a versarvi sopra la salsa. Fatelo molto gradualmente in modo che vediate bene cosa state facendo - se verserete la salsa tutta insieme in un colpo solo, non vi sarà facile capire quale pacchero sia pieno o debba essere riempito. Fate in modo che ogni tubetto sia pieno fino al bordo. Se necessario battete la tortiera dolcemente sul tavolo per aiutare la salsa ad entrare. Dovreste avere sufficiente salsa per riempire la pasta fino in cima. Stracciate la mozzarella in pezzetti e sistematela sopra la pasta quindi cospargetela di parmigiano. 
  • Cuocete la "torta" nel forno per c.ca 30 minuti fino che non sarà bella bollente. Lasciatela riposare a temperatura ambiente per 10/15 minuti quindi passate un coltello intorno ai bordi dello stampo, sollevatela aiutandovi con la carta e trasferitela in un largo piatto di portata. Servite immediatamente.  





mercoledì 17 maggio 2023

Buffet Mini per appetiti Maxi: mini hamburger e frittate di pasta mignon

Ho sempre adorato il gioco della miniaturizzazione in ambito alimentare. 
Ridurre piatti iconici alla stregua di un boccone. 
La cosa non piace soltanto a me visto il successo che hanno ormai da una decina d'anni a questa parte i famosi "finger food", porzioni afferrabili con le dita, di cui non ci si stanca mai. 
Oggi non ho inventato nulla di nuovo ma ho soltanto giocato nella preparazione di un mini buffet di mini celebrity, dagli americanissimi hamburger, non più grossi di una polpetta e le intramontabili frittate di maccheroni napoletane formato gnomo. 
Un primo, un secondo rinforzato, da accompagnare con dei pickles o più semplicemente una giardiniera di verdure primaverili fatta al volo.
Vi sembrerà un po' laborioso, ma potrete preparare i buns per gli hamburger in anticipo e congelarli mentre per le frittate, verranno cotte in forno quindi anche qui vi basterà preparare gli stampi ed infilarle in forno poco prima dell'arrivo dei vostri ospiti. 
Se solo smettesse di piovere, si potrebbe anche fare una bella cena in terrazza. 

Ingredienti per 12  mono porzioni 

250 g di spaghetti 

3 uova medie sbattute 

125 g di prosciutto cotto a dadini o pancetta o salame napoletano 

3 cucchiai generosi di grana  + per rifinire 

120 g di provola classica o affumicata a piacere 

Olio extravergine 

Sale - pepe 

  • Rompete a metà gli spaghetti, cuoceteli e scolateli 2 minuti prima dell’orario indicato dalla confezione. Versateli in una ciotola mescolandoli con 2 cucchiai d’olio per non farli attaccare. 
  • Versate le uova, il prosciutto precedentemente rosolato in padella, i formaggi, una bella macinata di pepe e sale. Mescolate bene il tutto. 
  • Foderate una teglia per muffin con quadrati di carta forno. Con una pinza prelevate una quantità di spaghetti ed arrotolateli dentro alla cavità del muffin fino a riempirlo.  Cercate di aggiungere il condimento via via. 
  • Finite con una spolverata di parmigiano e fate cuocere in forno a 180° per 35 minuti o fino che la superficie sarà ben gratinata. Servite subito ben caldi. 

INGREDIENTI PER c.ca 24 panini mignon (Buns)

125 g di farina Manitoba

125 g di farina 0 macinata a pietra

130 g di latte

20 g di burro a temperatura ambiente

10 g di zucchero

5 g di strutto (sostituibile con burro)

5 g di sale

2 g di lievito di birra secco


Per la finitura

1 uovo

1 goccio di latte

i semi preferiti per decorare.

  • Nella ciotola della planetaria mettete le farine miscelate con il lievito e lo zucchero.
  • Con il gancio cominciate ad impastare a bassa velocità aggiungendo piano piano il latte. Impastate fino a che la farina abbia assorbito il liquido.
  • Aggiungete il burro e lo strutto poco alla volta ed impastate a media velocità per 10/15 minuti fino ad ottenere una palla liscia ed omogenea. Fate lievitare coperta con una pellicola in luogo tiepido per c.ca 2 ore due ore.
  • Quando l'impasto avrà raddoppiato il suo volume, sgonfiatelo, coprite una teglia con carta da forno e preparate i buns. 
  • Formate delle palline da 20 g di peso ciascuna, sistematele distanti  per la seconda lievitazione e coprite con un canovaccio. 
  • Dopo c.ca 45 min. sbattete l'uovo con il latte e spennellate bene i panetti. Cospargeteli dei semi preferiti e fateli cuocere in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti. Dovranno essere dorati sopra e pallidi sui lati in basso. Fateli raffreddare su una griglia quindi potrete congelarli senza difficoltà.

Ingredienti per c.ca 12 mini Burger

400 g di macinato magro 

Pomodori Piccadilly qb

Foglie di lattuga qb 

50 g di formaggio a fette tipo cheddar o gruyere o provola 

Qualche pickle a piacere 

Maionese o Ketchup

  • Formate le polpettine di carne che dovranno avere il diametro dei panini. Consiglio l’utilizzo di un coppapasta. Lo spessore non dovrà essere oltre 1cm 1/2
  • Fatele cuocere per 1 minuto c.ca per lato a fiamma vivace con un pizzico di sale. Quando girerete sul secondo lato, appoggiate un pezzetto di formaggio in modo che fonda mentre sotto cuoce. 
  • Contemporaneamente fate scaldare i panini tagliati a metà, su una padella antiaderente appoggiando il taglio sulla piastra. 
  • Componete i panini in questo ordine: un ciuffo di maionese sulla base del panino, lattuga, carne e formaggio, pomodoro, pickles, salsa a piacere e cappello del panino. Fermate con degli stuzzicadenti. 
  • Servite immediatamente con pickles a parte. 


lunedì 9 gennaio 2023

Gigli fiorentini al pesto di cavolo nero e Pecorino di Pienza

Apro il nuovo anno sul blog con una ricetta poco impegnativa, in cui si nasconde tutto il mio proposito per questi prossimi mesi: semplicità. 
Voglio smettere di preoccuparmi. 
Se solo non fosse per questo maledetto carattere che vacilla tra la mania del controllo e ed il perfezionismo, credo che vivrei molto più serena. 
Ho deciso che eviterò di alzare l'asticella ogni volta ed anche sul fronte del cibo che appare qui sopra, cercherò smettere di considerare ricette come questa, prive di interesse per i miei lettori. 
Il pesto di cavolo nero è ormai una moda. 
Ricordo che quando ho aperto questo blog 11 anni fa, scrissi in un post che il cavolo nero è la mia crucifera preferita, il nobile decaduto della famiglia dei cavoli. 
Oggi, questo nobile ha ripreso tutto il suo splendore ed è diventato un simbolo della cucina vegana, utilizzato in moltissime preparazioni, valorizzato in maniera tradizionale o creativa. 
Personalmente lo amo nelle nostre ricette, ribollita in pole position, oppure stufato in padella semplicemente con aglio e olio buono, cotto fino a diventare morbidissimo.
Si, perché il cavolo nero è un vegetale ostinato, non vuole essere consumato crudo. 
Ha una buona parte di scarto che sono le coste centrali, difficili da mangiare anche se tentate di bollirle, ma la parte verde, decisamente amara ed erbacea, è meravigliosa. 
Oggi ho voluto declinarlo con un formato di pasta che mi manda ai matti: i gigli fiorentini. 
La forma ricorda il fiore simbolo di Firenze, e le sue numerose volute sono uno splendido raccoglitore di salsa e condimento. Non si trova con facilità se non siete in Toscana, ma on line è facile ordinarli. 

Se parliamo di pesto, l’immaginario collettivo mondiale si rivolge senza indugio al pesto ligure, senza sapere che questa salsa meravigliosa altro non è che una variante o per meglio dire, la sintesi delle moltissime salse pestate di cui è ricca la nostra cucina. 

Parliamo quindi di “pesti” e del pestare, ma anche dei condimenti più antichi e basici della cucina italiana che nascono dall’esigenza di insaporire il cibo sia da cotto che da crudo. 

L’atto del pestare era riferito al legare aromi e conservanti (come sale ed aglio) a freddo, in modo da preservarne il sapore e favorire la conservazione del cibo su cui venivano poi sparsi. 

Le tracce della prima ricetta “codificata” di salsa pestata sono nelle parole di Virgilio, quando descrive “il moretum” utilizzato dai romani per insaporire piatti poveri, ottenuto da formaggio, aglio, erbe, sale, olio e aceto, pestato nel moretarium, il mortaio appunto. 

L’aglio, ingrediente sempre presente in queste salse, grazie proprio al suo potere conservante, dà origine alla “agliata” genovese, utilizzata dalla repubblica marinara per conservare preparazioni a base di pesce nei lunghi viaggia per mare. 

Da questa base derivano la salsa di noci e più avanti il pesto di basilico. 

Ma in Sardegna troviamo ancora un’agliata a cui sono aggiunti pomodoro secco ed aromi.

A Trapani, altra rotta dei genovesi, l’agliata è arricchita da mandorle e pomodoro e che oggi chiamiamo “pesto alla trapanese”. 

Nel tempo, quando la conservazione del cibo è passata attraverso altre procedure, le salse pestate si sono alleggerite, le percentuali di aglio diminuite ed in alcuni casi anche sparite, con l’aggiunta di maggiore frutta secca, olio e formaggi stagionati. Maggiore cremosità, sapore e modernità. 

La fantasia personale fa il resto. 

Ingredienti per 4 persone

Una sola nota personale: in questa preparazione io uso il cavolo nero leggermente scottato e ben asciugato per togliere un po' di mordente alla fibra vegetale. 

Per il pesto 
250 g di cavolo nero pulito e privato della costa centrale
60 g di gherigli di noci 
80 g di pecorino di Pienza stagionato e grattugiato 
1 pizzico di fiocchi di sale 
1 spicchio d'aglio privato dell'anima (facoltativo)
250 ml di olio extra vergine d'oliva Chianti Dop (ma aggiungetene di più per ottenere un composto più fluido) 

Per la pasta 
320 g di pasta del formato che preferite. 
sale 
  • Lavate con cura il cavolo nero e lessatelo in acqua bollente per c.ca 3 minuti. Scolatelo, fatelo raffreddare in acqua gelata quindi scolatelo ed asciugatelo con cura. 
  • In un bicchiere per mixer a immersione, mettete le noci, l'aglio (se lo usate), il sale, il cavolo ed il pecorino grattugiato, quindi aggiungete metà dell'olio e cominciate a frullare. Quando il pesto comincia a formarsi, aggiungete il resto dell'olio a filo. Se notate che il pesto è troppo asciutto, aggiungete altro olio a filo. 
  • Cercate di non scaldare il pesto con le lame. Conservate il pesto coperto di olio, in frigorifero per una settimana.
  • Cuocete la pasta secondo le indicazioni della confezione. In una larga ciotola, versate abbondante pesto ed un paio di cucchiai di acqua di cottura. Mescolate. Scolate la pasta e versatela nella ciotola e mescolate bene. Servite accompagnando con altro pesto se gradito. 


mercoledì 11 maggio 2022

Calamarata con cozze e fagiolini: voglia d'estate.

I fagiolini verdi sono una verdura estiva per eccellenza. 
Deliziosi e velocissimi da cucinare, sono però poco apprezzati dai più perché considerati anonimi. 
Se ci pensiamo, i modi in cui vengono generalmente serviti sono davvero pochi: lessati all’agro, al vapore, in umido “alla pizzaiola” o in diverse torte salate di origine ligure come il famoso polpettone di fagiolini, in cui questo vegetale si dà manforte con le patate. 
Nella mia dieta è uno dei favoriti. 
Spesso lo uso nella pasta. 
In casa mia tutti vanno matti per le trofie alla ligure, con fagiolini, pesto e patate, in cui questi ingredienti si cuociono praticamente tutti nella stessa pentola con tempi di inserimento di breve attesa l’uno dall’altro. 
Questa ricetta invece, è nata dalla casualità nella cucina di un caro zio che ha la fortuna di possedere un orto rigoglioso, e che quel giorno aveva ricevuto in dono delle cozze freschissime.
Dall’abbondanza di fagiolini e l’esigenza di consumare velocemente i molluschi, ha buttato in padella le prime cose dell’orto e ne è uscita una pastasciutta coi fiocchi. 
Se poi non siete amanti dei molluschi, fate un sugo ricco con pomodorini fiammanti e fagiolini aggiungendo anche qualche fiore di zucca e degli stracci di bufala, ed otterrete comunque una signora pasta. 
In questa versione, il formato calamarata è assolutamente perfetto e ricorda le paste di mare e scoglio che tanto amiamo mangiare in estate. 

Ingredienti per 4 persone

360 g di pasta Calamarata 
250 g di fagiolini privati delle estremità 300 g di pomodori datterini
1 kg di cozze
1 ciuffetto di basilico
2 spicchi d’aglio
Un pizzico di peperoncino in polvere 
Sale
Olio extravergine
  • Lavare con cura i fagiolini. Cuoceli per 6/7 minuti in abbondante acqua bollente salata. Scolateli, tagliateli in pezzetti non più lunghi di 3 cm e tenete da parte.

  • Lavate e tagliate a metà i pomodorini. In una larga padella fate rosolare uno spicchio d’aglio con 2 cucchiai d’olio quindi versate i pomodorini e fateli passire a fiamma dolce fino a quando non saranno morbidi ma non sfatti, ed avranno rilasciato parte dei propri succhi. Salate e tenete da parte.

  • Lavate accuratamente le cozze, strofinando le valve con una spazzola o una spugna ruvida. Eliminate il bisso, la “barba” che esce dal guscio quindi lasciate le cozze a bagno in una ampia ciotola con due cucchiai di sale per c.ca 1 ora.

  • In una larga padella dove possano entrare tutte le cozze, fate rosolare l’altro spicchio d’aglio quindi versate le cozze e coprite con un coperchio. Alzate la fiamma e fate cuocere per 7/10 minuti fino a che le cozze non saranno aperte. Togliete il coperchio, sgusciate 2/3 delle cozze e tenete il resto nel guscio per decorare i piatti. Tenete da parte le cozze e filtrate il liquido che resterà nel fondo della padella.

  • Cuocete la pasta 2 minuti meno di quanto indicato in confezione.

  • Mentre la pasta cuoce, nella stessa padella in cui avete aperto le cozze, buttate i pomodorini, aggiungete i fagiolini e scaldate. Aggiungete un paio di mestoli del liquido delle cozze, il basilico e tenete la fiamma al minimo.

  • Scolate la pasta tenendo da parte un po’ di acqua di cottura. Buttate la pasta nella padella con ipomodorini, aggiungete le cozze senza il guscio e alzate la fiamma. Fate saltare la pasta nel condimento, se necessario aggiungete poca acqua di cottura e fate mantecare bene la pasta per uno o due minuti.

  • Servite subito aggiungendo peperoncino a piacere e decorando i piatti con le cozze rimaste ed un generoso filo d’olio extravergine. 



lunedì 28 marzo 2022

Mezzelune di borragine con ragù di primavera: forse è colpa di Mozart.

Latito.
Mi sono resa conto con orrore che a marzo non ho pubblicato ancora una sola ricetta. 
Il mese è finito e sono qui con qualcosa che tenevo da parte ma non avevo il tempo per sistemare e pubblicare. Povero mio blogghino, morirà di inedia. 
E' incredibile come nella vita si ritorni spesso sui propri passi. 
Ultimamente ho ritrovato attività che avevo abbandonato ed è come un déjà vu lievemente scombussolante.
Sono tornata in orchestra. Non lo facevo da quando è mancato mio padre. 
Ho avuto una sorta di rifiuto che mi ha spinto ad allontanarmi da molte cose che conoscevo bene e mai avrei pensato di trovare il coraggio di ricominciare a suonare. 
Per un lungo momento ho avuto paura che non sarei neanche riuscita a leggere lo spartito, invece il nostro corpo sa bene cose che a noi sembrano svanite negli anni.
Le dita, se pur rigide e timorose, si muovevano senza colpo ferire sulla tastiera del mio strumento. 
Dopo qualche minuto di musica insieme, ho capito il vero significato di "potere curativo della musica": la mia mente era completamente svuotata, il corpo morbido, leggero, lo spirito gioioso. 
Forse è colpa di Mozart, della sua Sonata da Chiesa K 145, o forse semplicemente, tutto questo mi è mancato e la musica resta la mia alleata più sincera. 
Non so, per adesso accolgo questa opportunità con leggerezza. Domani, si vedrà.



Si apre la stagione delle erbe spontanee. 

La borragine è quella che per prima entra nella mia cucina. E' anche una delle mie preferite e nonostante sia un po' fastidiosa da maneggiare, nei ripieni è assolutamente strepitosa. 

Questo piatto è davvero facilissimo ma anche molto gustoso. 

Se avete voglia di pasta ripiena che sa di primavera, questa fa al caso vostro.  


Ingredienti per 4 persone 


Per le mezzelune 

400 g di farina 00

40 g di borragine cotta 

sale 

3 uova grandi e 1 tuorlo

500 g di ricotta di pecora

400 g di borragine cotta 

100 g di Pecorino toscano grattugiato + per rifinire

qualche fogliolina di mentuccia

1 uovo 

sale – pepe qb 


Per il "ragu" di primavera

400 g di asparagina 

200 g di pisellini novelli

1 cipolla bianca 

100 g di pancetta di Cinta Senese a fettine sottili 

1 mazzetto di prezzemolo tritato

Olio extravergine Chianti Dop 

Sale - pepe nero macinato fresco qb 

  • Preparate le mezzelune: versate la farina su una spianatoia e formate la fontana. Al centro mettete le uova un pizzico di sale e la borragine che avrete lessato, strizzato e frullato in modo da ottenere un purè morbido ma non troppo liquido. Con una forchetta sbattete le uova incorporando la borragine e poca farina via via, fino ad ottenere una pastella densa. A questo punto cominciate ad incorporare il resto della farina con le mani, impastando con energia. Se l’impasto risultasse morbido o umido, aggiungete ulteriore farina sino ad ottenere una palla sostenuta e liscia. Fate riposare avvolta nella pellicola mentre preparate l ripieno 
  • In una ciotola versate la ricotta ben scolata, il pecorino grattugiato, la borragine lessata, strizzata e sminuzzata al coltello, la menta, l’uovo, il sale e pepe. Mescolate molto bene e fate riposare in frigo mentre preparate il ragù di verdure. 
  • Pulite l'asparagina eliminando le estremità più coriacee, passandola sotto acqua corrente e tagliandola a rondelline di 5 mm di spessore. 
  • In una larga padella, scaldate 3 cucchiai d'olio e fate rosolare la cipolla affettata sottilmente, su fiamma dolce. Quando sarà passita e traslucida aggiungete l'asparagina e i piselli e fate cuocere a fiamma media, aggiungendo un mestolo di acqua calda e smuovendo la padella via via. Salate, aggiustate di pepe ed aggiungete il prezzemolo tritato. Cuocete per 8/10 minuti fino a che le verdure non saranno cotte ma ancora croccanti. Tenete da parte 
  • Stendete la pasta non troppo spessa e ricavate dei cerchi di 8 cm di diametro con un coppapasta di acciaio. Al centro mettete una noce di ripieno. Chiudete a mezzaluna e sigillate bene. Continuate fino a terminare gli ingredienti. 
  • Poco prima di cuocere la pasta, fate abbrustolire la pancetta su una piastra bollente, asciugatela con carta assorbente e sbriciolatela con la mani o aiutandovi con una forbice. 
  • Cuocete in abbondante acqua bollente salata per 4 o 5 minuti mentre farete scaldare il ragù. Scolate le mezzelune direttamente nella padella e fatele saltare con delicatezza con il ragù aggiungendo poca acqua di cottura se necessario. Servite subito, cospargendo ogni piatto con abbondante pancetta croccante e rifinendo con pecorino grattugiato a parte, se gradito ed un filo d'olio extravergine.  

NOTA: Tutta la pasta ripiena si può congelare. Prima di congelarla, fatela sbianchire in acqua bollente per 30 secondi, lasciatela asciugare su un canovaccio pulito e trasferitela in congelatore su un vassoio di carta coperto con carta oleata. Una volta congelata, riponetela in sacchettini per il freddo. Consumarli entro 3 mesi. 



lunedì 12 luglio 2021

Timballo di Annelletti alla siciliana

Gli ultimi quattro giorni li ho trascorsi in Sicilia. 
Oggi riparto, in macchina, per riavvicinarmi lentamente a casa. 
Fortunatamente non farò l'intera tratta come all'andata, da Siena a Giardini Naxos. 
12 ore di piccolo calvario in una macchina scomodo (a noleggio) per accompagnare mio marito durante una missione di lavoro. 
Per la prima volta nella mia vita ho attraversato lo Stretto di Messina ed è stata una sensazione stranissima, pensando a quelle migliaia di persone che lo fanno abitualmente ogni giorno. 
La Sicilia mi ha accolta con 40°C all'ombra, un mare azzurrissimo battuto da un vento instancabile ed un intenso profumo di oleandro ed altri fiori estivi che non sono riuscita a riconoscere. 
Che terra incredibile.
A proposito di cucina siciliana.
Non la conosco. ⁠
Almeno non quanto vorrei. ⁠
Quel poco che ne so, arriva da assaggi avvenuti sul posto durante le mie sporadiche visite, dai libri di Camilleri e dalla sperimentazione avventurosa delle più famose e classiche ricette della tradizione, anche se non ho modo di giudicarne il risultato non conoscendo la versione originale. ⁠
Eppure so che è una delle più ricche della nostra penisola, la più contaminata ed anche quella che maggiormente è legata al suo passato fatto di occupazioni, di culture variegate, di ricchezza di ingredienti e materie prime meravigliose. ⁠
Forse anche una delle più complete a livello nutrizionale e più saporite grazie alla forza di un clima generoso anche se spesso un po' tiranno. ⁠
Certo è che vorrei saperne di più, vorrei conoscerla da vicino, osservare mani femminili trasformare gli ingredienti in piatti sontuosi, annusare i profumi che escono dalle pentole e rubacchiare segreti qua e là, con gli occhi, le orecchie e soprattutto con la mia bocca. ⁠
La cucina siciliana resta un mistero che ho voglia di svelare, come anche la sua terra, che mi è entrata nel cuore ma vorrei tanto donarle più spazio. ⁠

Così in tema di tentativi avventurosi, eccone uno (che comunque ho già ripetuto più di una volta e posso garantire che è buonissimo). 

Il Timballo di annelletti con le melanzane secondo la tradizione sicula, che è buono ed ancora di più il giorno dopo, appena tiepido da mangiarsi anche sotto l'ombrellone in spiaggia. 

Io lo adoro e spero che gli amici siciliani mi perdonino. Ho letto e trovato molte versioni. 

Ho messo insieme i pezzi ma so che non sarà mai come l'originale. 

Il mio vuole essere un rispettoso omaggio ad un piatto straordinario che letteralmente adoro. 


TIMBALLO DI ANNELLETTI ALLA SICILIANA 

Difficoltà: facile

Preparazione: 2 ore 

Cottura: 30 min. per le melanzane – 1h30 per il ragù – 30 minuti per il passaggio in forno. 

Si può preparare in anticipo. 


Ingredienti per 4/6 persone 

500 g di aNnelletti o pasta corta a vostro piacere 

400 g di carne macinata mista (manzo e maiale)

1 carota 

1 gambo di sedano

1 piccola cipolla 

2 foglie di alloro 

200 g di piselli (freschi o surgelati)

800 ml di passata di pomodoro 

mezzo bicchiere di vino bianco 

un mazzetto di basilico 

200 g di scamorza 

5 melanzane scure (le violette non vanno bene) 

2 cucchiai di parmigiano 

Olio extravergine per friggere 

Pan grattato qb

Sale e Pepe 

  • Preparate il ragù. Dopo aver pulito e tritato gli odori, versateli in una larga casseruola con 3 cucchiai di extravergine e le foglie di alloro e fate passire a fiamma media sempre mescolando. 
  • Quando le verdure saranno morbide e traslucide, aggiungete la carne e fatela rosolare bene nel fondo fino a che non avrà perso i suoi succhi e sarà dorata. A quel punto alzate la fiamma, bagnatela con il vino e fate sfumare. Aggiustate di sale e pepe. 
  • Aggiungete la passata di pomodoro ed i piselli e mescolate bene. Abbassate la fiamma al minimo, profumate con tanto basilico ed aggiustate di sale, quindi coprite e fate cuocere per almeno 1 ora e mezza.
  • Mentre il ragù cuoce, lessate la pasta al dente (3 o 4 minuti meno del tempo indicato dalla confezione, scolatela e mettetela in una ciotola mescolandola con un cucchiaio d’olio. 
  • Tagliate la scamorza a dadini. 
  • Affettate le melanzane sottilmente per la lunghezza, cospargetele con sale grosso e mettetele in uno scolapasta sovrapposte e schiacciatele con un peso. Lasciatele così una ventina di minuti in modo che perdano l’acqua di vegetazione. 
  • Una volta pronte, passatele sotto l’acqua corrente strizzandole per eliminare il sale. Strizzatele bene ed asciugatele perfettamente nella carta assorbente. 
  • In una larga padella per frittura, versate due dita di olio extravergine e fatelo scaldare a 180°. Immergete poche melanzane alla volta e friggetele fino a doratura. Fatele asciugare su carta assorbente. 
  • Una volta pronte, ungete uno stampo circolare ad anello, cospargetelo di pan grattato ed adagiate le melanzane sovrapposte a metà l’una all’altra lasciando che una parte strabordi all’esterno. 
  • Condite la pasta con il ragù e mescolate bene. Aggiungete il parmigiano quindi mettete metà del composto nello stampo sopra le melanzane. Aggiungete la scamorza al centro lungo tutta la corona circolare e rifinite con la restante pasta. Richiudete le melanzane sulla pasta e mettete in forno a 190° per 30 minuti fino a quando la superficie non sarà ben dorata. 
  • Sformate su un piatto di portata e servite caldo o a temperatura ambiente. Sarà comunque buonissimo. 

Potete preparate il timballo il giorno prima conservandolo in frigo, e cuocerlo al momento di servirlo. 

In alcune zone della Sicilia si aggiunge anche del salame ed uova sode. 

Esiste anche una versione senza melanzane.