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lunedì 29 ottobre 2018

Torta di Spaghetti per Starbooks

Life in technicolor - Coldplay
Ultima ricetta del mese di Ottobre per Starbooks.
E siccome il libro di Melissa Clark non prevede dolci, ho deciso di fare la sua Carbonara Spaghetti Torte, così, tanto per non perdere l'allenamento.
Questo è un piatto sfiziosissimo che con qualche accorgimento potrebbe diventare perfetto anche per una cena di Halloween, metteteci un po' di immaginazione!
In ogni caso, come sempre, per avere la ricetta e scoprire tutti i segreti, dovrete andare a leggere il post ufficiale sul sito Starbooks.
Vi auguro una settimana piena di energia e non troppo "umida".
Buon lunedì.


lunedì 11 maggio 2015

Spaghetti al pomodoro, briciole aromatiche e sesamo per l'MTC: pazza per le erbe aromatiche

Lady and the Tramp - Bella Notte spaghetti song
Di tanto in tanto, ma più frequentemente quando comincia la stagione estiva, la mia testa bacata ritorna su domande che ovviamente evito di esternare a voce alta in quanto potrei essere presa e ricoverata d'urgenza alla neuro.
Una fra le tante è: "Perché non fanno un profumo al Basilico"?
Io lo comprerei, immediatamente, col rischio di andare in giro ed essere scambiata per una caprese (ovviamente non l'abitante dell'isola omonima) visto il pallore che mi contraddistingue.
Non ci posso fare nulla: il basilico ha su di me lo stesso effetto che la lingua spagnola aveva sulla prosperosissima Wanda/Jamie Lee Curtis nel film A Fish called Wanda (a dir la verità anche la lingua spagnola mi fa quell'effetto, un pochettino!:D).
Avendo ribadito più volte che non credo al concetto di "cibo afrodisiaco", capitolo miseramente di fronte ad un cespuglio di basilico. Mi torna il sorriso, si accendono le guance ed il respiro accelera.
Roba che se fossi un tantinello meno inibita, me lo strofinerei addosso come il rosmarino sulle patate.
Le erbe aromatiche hanno su di me un potere travolgente. Non so capire se arrivi da ricordi ancestrali o più semplicemente da una speciale sensibilità.
Quando rientro a casa dal lavoro, faccio i pochi passi che mi conducono al portone costeggiando una siepe di lavanda dei miei vicini. Afferro inconsciamente un ramo o le spighe dei fiori e li faccio scivolare fuori dal pugno allontanandomi. Così mi resta nella mano quell'ipnotico e materno profumo.
Saccheggio le siepi di alloro di nascosto, e riporto le foglie in casa per cuocerci i ceci, ma una o due le tengo nell'agenda perché quell'aroma elegante e vivo mi calma e rasserena.
Questa malattia ha origini lontane perché ricordo perfettamente quando da ragazzina, durante le mie vacanze sul lago di Garda, ogni volta che dalla casa dei nonni scendevamo in paese attraversando tutta la valle lungo mulattiere impervie, il mio naso fosse alla continua ricerca di erba limoncina, che cresceva selvaggia e fiera lungo il ciglio della strada e vicino alle pareti delle case.
Allora strappavo quelle foglie lunghe, strette e appiccicose e me le mettevo in tasca.
Ogni tanto stropicciavo il mio segreto di nascosto e mi annusavo le mani inebriata e felice.
La mia fioriera in terrazza è un inno alle erbe aromatiche ma ne vorrei molte di più, in particolare la salvia ananas, che ho scoperto in un orto in Puglia, il timo limone che mi è morto per mia cattiva gestione, ed il dragoncello, molto usato qui da noi in Toscana ma difficile da trovare in vaso.
Per questa ricetta ho usato il mio origano fresco perché è delicato e diverso dall'aroma così tipico una volta secco.
In ogni caso l'origano ama il pomodoro ma annusando questa pasta non vi verrà in mente la pizza, per una volta.
Che posso dire. La sfida di questo mese è la gioia dei mariti di noi foodblogger.
Ovviamente non solo la loro.
Per una volta preparazioni veloci, piene di colore, di profumi e soprattutto piene di PASTA!
Vaglielo spiegare a loro cosa significa "massa montata" o "appareil".
Vagli a ricordare che se quella frolla che stanno sterminando è buona è perché è stata lavorata alla velocità della luce per non bruciare il burro.
In una coppia noi saremo pure il sesso debole, ma loro sono il lato semplice e di certo non basterebbe l'imprinting con un pasticcere a far si che una volta di fronte ad un buffet con un pan di spagna a otto piani ed una cofana di spaghetti al pomodoro la loro scelta cadesse inevitabilmente sulla cofana.
Sono anime semplici. Per questo li amiamo.
Personalmente io amo anche la Paola Sabino per avere scelto questa ricetta per la sfida di Maggio.
Si Paola, ti amo, e ti ringrazio anche a nome di mio marito, che per una volta mi guarderà con rispetto e deferenza mentre spello pomodori di fronte al fuoco!
Maggio: pasta al pomodoro. Ovvero: semplicità, velocità, sapore.
Se riuscirò a postare un'altra ricetta, sarà sempre in regime de minimis, vale a dire pochissimi ingredienti ma molto profumati.
Non ho moltissime idee ma questa mi piaceva perché estremamente basica ma molto piacevole all'assaggio.
Sono semplici spaghetti al pomodoro secondo i dettami di Paola nel suo bellissimo post che vi invito a leggere, profumati da una manciata di briciole di pane toscano aromatizzate con origano fresco e sesamo tostato. Niente di più se non un immancabile filo di ottimo extravergine, nel mio caso un Trequanda Terra di Siena Dop.
Ingredienti per 4 persone
1 kg di pomodorini Piccadilly maturi
350 g di spaghettini
2 spicchi d'aglio
100 g di mollica di pane toscano raffermo
3 cucchiai di sesamo biologico
un ciuffo generoso di origano fresco
sale
Olio extravergine Terre di Siena Dop
In un piccolo blender riducete in briciole la mollica di pane raffermo insieme al l'origano, in modo che questo si triti insieme al pane.
Versate 2 cucchiai di olio extravergine in una larga padella antiaderente e scaldatelo.
Quindi una volta caldo buttate uno spicchio d'aglio e con un cucchiaio di legno, strofinate l'aglio lungo tutta la base facendo insaporire l'olio ma senza farlo dorare.
Fate questa operazione per un minuto quindi eliminate l'aglio e versate le briciole miscelate con il sesamo nella padella.
Fate tostare il pane ed il sesamo smuovendo la padella e mescolando con il cucchiaio di legno fino a che il pane non sarà croccante ed il sesamo dorato.
Aggiustate con una bella macinata di sale e tenete da parte.
In una larga padella dove possiate successivamente saltare la pasta, fate imbiondire uno spicchio d'aglio in 2 cucchiai d'olio extravergine.
Lavate e tagliate a metà o in quarti i pomodorini e versateli nella padella. Io non elimino l'aglio quando aggiungo i pomodori ma lascio che l'aroma si diffonda fino a fine cottura. In genere non amo rosolare l'aglio quindi questa breve rosolatura nell'olio mi consente di tenere l'aglio per tutta la cottura senza che il profumo sia troppo aggressivo.
Cuocete i pomodorini a fiamma media, schiacciandoli un po' con il cucchiaio di legno e proseguendo la cottura per c.ca 20/30 minuti, in modo che si formi un sughetto vellutato.
Se non vi piacciono, eliminate quelle bucce che si saranno separate dalla polpa dei pomodori prima di saltare la pasta.
Mentre i pomodorini cuociono, controllate i tempi, ed una decina di minuti prima della fine cottura, versate gli spaghetti in abbondante acqua salata e bollente e cuoceteli seguendo le indicazioni sulla confezione e del vostro palato.
Nel mio caso dava 7 minuti al dente ed io li ho scolati un minuto prima per il salto.
Versate la pasta nella padella e alzate la fiamma. Saltate gli spaghetti qualche istante. Io aggiungo sempre uno o due mestoloni di acqua di cottura che grazie alla presenza dell'amido, crea una salsina legante e fluida.
Con un forchettone create il nido di spaghetti aiutandovi con un mestolo e versate la pasta nel piatto di portata. Cospargete con una manciata di briciole croccanti al sesamo e origano e condite con olio extravergine a crudo.

Con questa ricettina, partecipo alla sfida MTC di maggio sugli spaghetti al pomodoro di Paola Fairies' Kitchen






venerdì 12 aprile 2013

La cucina dell'Extra vergine: l'Olio Umbro e una cacio e pepe ai carciofi

Sunrise sunrise - Norah Jones
Per la regione a più alta densità di Santi per chilometro quadrato, l'olivo non può che essere il simbolo più rappresentativo. 
Parlo della meravigliosa e mistica Umbria, il cuore verde d'Italia, una delle regioni con il maggior numero di città dell'Olio presenti all'interno dell'Associazione Nazionale. 
Conosco bene questa terra avendola girata in lungo ed in largo (e ci vuole poco, vi garantisco) per lavoro e per piacere e come sempre sono felice di poterla onorare anche solo con un semplice post. 
I luoghi che in assoluto amo di più sono il piccolo borgo di Montefalco, la terrazza dell'Umbria, Bevagna, città delle "gaite" , di cui ho spesso parlato in questo blog, l'elegante Trevi e la deliziosa Deruta con le sue favolose ceramiche. Spoleto cosmopolita e sorprendente, con una delle piazze della Cattedrale più belle che io ricordi ed un centro storico costellato di antiquari. Ogni volta che ci vado, non manco una passeggiata lungo le mura ciclopiche, emozionanti. Un altro luogo del mio cuore è Norcia, ma lei merita una parentesi a parte e ne parlerò con più calma prossimamente, e non ultima ovviamente Spello, il luogo incantato da cui proviene l'olio che abbiamo utilizzato per la rubrica di oggi. 
Spello si trova tra Assisi e Spoleto, distesa lungo le pendici della collina ai piedi del Subasio, e si arrampica in alto fino a garantirsi la più bella vista su tutta la valle. 
Spello è vanitosa ma timida, riservata. 
Soltanto alla sera, quando certi tramonti infuocano l'orizzonte, si tinge di rosa come una ragazza innamorata ed è difficile dimenticare il colore della sua pietra. 
Quest'anno ho anche la fortuna di essere stata invitata all'Infiorata che si tiene ogni anno per il Corpus Domini: il suolo della città viene ricoperto con tappeti di fiori belli come dipinti, preparati da mastri fiorai durante tutta la notte precedente. 
Per godere al meglio della visione di questi capolavori profumati, bisogna alzarsi presto al mattino altrimenti dopo, con la folla, sarà impossibile.
Le altre compagne della squadra dell'Extavergine, per questa occasione hanno preparato dei piatti magnifici:
Biscotti all'avena e sciroppo d'acero da Fausta Caffè col Cioccolato
Costolette d'agnello alla senape da Stefania Cardamomo and co
Pici con patè aromatico di olive e pomodorini verdi da Sabina Cook'n book
Focaccine al caprino, miele al tartufo e olio di Spello di Teresa Scatti Golosi


L'intenso sentore erbaceo con una decisa nota amara all'assaggio dell'Olio Extra Vergine di Spello, mi aveva ispirato immediatamente ad un utilizzo su verdure crude o al limite al vapore, ma da un po' di tempo non cucinavo della pasta e mi sono resa conto che forse avrei potuto valorizzare questo prodotto su una cacio e pepe con pecorino sardo molto fresco (caratterizzato da deliziosi sentori d'erba tagliata) e l'aggiunta in corner dei miei amati carciofi, grazie a dei morelli tostissimi che ho deciso di friggere nell'olio di Spello. 
Ingredienti per 4 persone:
320 gr di spaghetti 
4 carciofi morelli 
100 gr di pecorino (romano o sardo come preferite) grattuggiato
pepe nero fresco
sale  
Olio extravergine di Spello (per friggere e condire)
Pulite i carciofi delle foglie esterne, tagliate la punta e passate su tutta la superficie mezzo limone quindi metteteli in una ciotola di acqua fredda acidulata con l'altro mezzo limone.
Mettete il pecorino in una ciotola dove sia possibile versare anche gli spaghetti una volta cotti.
Tagliate i carciofi a metà ed affettateli sottilmente con un coltello affilato. Asciugateli con cura.
Coprite il fondo di una padella con uno strato di c.ca 3 mm di olio extravergine e portatelo a temperatura per friggere quindi versateci i ventaglietti di carciofo e fateli dorare fino a che non saranno croccanti. Scolateli e tamponateli. 
Tenete in caldo.
Portate abbondante acqua salata a ebollizione e versatevi gli spaghetti. Fate cuocere per il tempo indicato sulla confezione o al dente se preferite.
Con un mestolo, versate poca acqua di cottura sul pecorino e mescolate bene con una frusta per ottenere una crema. Aggiungete l'acqua necessaria per un composto cremoso. Aggiungete il pepe macinato al momento e mescolate ancora. 
Scolate la pasta e versatela nella crema di pecorino. Mescolatela bene e create dei nidi di pasta per impiattare, aiutandovi con un forchettone e un mestolo largo.
Su ogni nido, versate un goccio di olio a crudo e decorate generosamente con i carciofi. Un'altra macinata di pepe e servite. Se vi piace, decorate con foglie di menta fresca. 






giovedì 23 agosto 2012

La frittata 'e maccarune. E' di nuovo Cinegustologia

The Party - Harry Mancini 
La vita procede al rallenti come in ogni buon agosto che si rispetti. 
In più siamo aiutati ed incentivati al "mexican mood" da un caldo forsennato che non accenna a placarsi. Giungono notizie da radio e televisione che una certa "Beatrice", dispensatrice di pioggia e fresco, busserà alle nostre porte nel fine settimana, giusto in tempo per coloro che avevano programmato di farsi l'ultimo bagno a mare prima di Settembre. 
In ogni caso non mi posso lamentare. Vivo chiusa nella mia agenzia, coccolata dall'aria condizionata che ogni tanto decide di prendersi una pausa, e rientro a casa la sera, giusto in tempo per spalancare qualsiasi fessura possibile e far entrare aria ma non il caldo. 
Visto che molte di voi sono ancora in vacanza e qualcuna rientrerà presto, ho pensato di darvi ulteriore incoraggiamento a giocare con la Cinegustologia di Marco Lombardi, proponendo un nuovo piatto/film secondo il mio sentire personale. 
Vi invito nuovamente a partecipare al mio Contest dedicando la vostra ispirazione e particolare attenzione soprattutto alla parte relativa all"analisi cinegustologica". 
Un'altra commedia che ovviamente è tra le mie preferite e che non smette di farmi ridere fino alle lacrime ogni volta che ho occasione di rivederla. 
Parlo di "Hollywood party" di Blake Edwards (ancora lui? essì, mi piace assaissimo). Con Colazione da Tiffany, questo film è probabilmente il capolavoro di Edwards, esaltato dalla presenza potentissima di un Peter Sellers in stato di grazia, che dà vita ad un personaggio indimenticabile, il goffo, ingenuo ed educatissimo indiano Hrundi V. Bakshi. 
Comparsa con ambizioni cinematografiche, Bakshi distrugge il set di un film facendolo esplodere involontariamente una carica dinamitarda. Scacciato malamente e depennato dalla lista comparse in qualsiasi set futuro, si ritrova per uno strano caso invitato ad un party Hollywoodiano tenuto in una spettacolare villa, dove suo malgrado, ne combinerà di tutti i colori, mantenendo un aplom spettacolare. L'umilissimo indiano si aggira sperso nella grande dimora, metafora della vacuità di un certo mondo dello spettacolo; tenta l'approccio, sorride, fa strani giochi con le fontane e finisce col perdere una scarpa nella vasca; distrugge un bagno, si ritrova seduto su uno sgabello intorno alla tavola per la cena con tutte le difficoltà del caso, fa volare un pollo in testa ad una distinta signora (che non si accorge di nulla...ricordate il party in Colazione da Tiffany e l'incendio del cappello?), insomma, nella sua incapacità di gestire la propria presenza in un ambiente a cui non appartiene, finisce col mostrare una vulnerabilità ed una tenerezza che coinvolge lo spettatore a tifare per lui sempre e comunque. Diventa esempio di semplicità e purezza naive in un mondo superficiale e finto. 
L'intero film è caratterizzato da pochissimi dialoghi ma da centinaia di gag indimenticabili e personaggi di sfondo che restano nella leggenda, come il cameriere ubriaco assolutamente esilarante. 

Hollywood party è una frittata di spaghetti, un piatto di recupero della nostra tradizione meridionale. Tutti gli ingredienti capitano casualmente nell'insieme da quello che la dispensa in avanzo è in grado di offrire e nella casualità contribuiscono a creare un piatto che mette gioia e allegria al solo sguardo. Un piatto pasticciato, risolto, buono caldo e meraviglioso freddo. Fondente al suo interno ma magistralmente croccante all'esterno, come questa commedia di Edwards, che offre la croccantezza delle risate che vi troverete a fare per buona parte della proiezione, ma l'intensità dell'insieme, dolce e sapido dato dalla scamorza filante, i pomodorini secchi e se volete, l'immancabile salame napoletano, ricordano l'atteggiamento rassegnato e tenero del protagonista, la sua semplicità naturale, la sua mancanza di sovrastrutture. 
Il pasticcio generale con cui si risolve la storia e da cui emerge l'indubbia semplicità e bontà del protagonista, ovvero tutto quello che offre una perfetta frittata di spaghetti. 
Ingredienti per 4 persone della frittata di spaghetti alla mia maniera:
- 300 gr di spaghetti (io ho usato anche delle fettucce) Garofalo
- 3 uova grandi
- 50 gr di parmigiano
- 100 gr di scamorza di bufala
- 30 gr di pomodorini secchi sott'olio
- 50 gr di salame a dadini 
- un bel mazzetto di basilico fresco
- un goccio di latte
- sale, pepe, 
- olio extra vergine per cuocere
Rompete e sbattete le uova non troppo, in una ciotola grande con il parmigiano, il sale, il pepe, il basilico tritato grossolanamente, il latte. 
Prendete la pasta fredda che potrete avere cotto in precedenza o naturalmente avanzata (anche se condita con pomodoro va benissimo) e mettetela nella ciotola del composto di uova insieme ai pomodorini tagliati a striscioline ed al salame a dadini, mescolando bene con una forchetta affinché il tutto non sia molto ben amalgamato.
Tagliate la scamorza a dadini.
Fate scaldare l'olio in una padella antiaderente (io ho usato una padella della Risolì che ho vinto con il contest di Lucy, del diametro di 18 cm e che da risultati fantastici) quindi dividete il composto formando una base di pasta su cui verserete i dadini di scamorza spargendoli su tutta la superficie. Coprite il formaggio con il resto della pasta ed alzate la fiamma. Compattate la pasta con una forchetta aiutando a prendere la forma di un tortino. Fate cuocere fino a che non noterete il formarsi di una bella crosticina, quindi con l'aiuto di un piatto, girate la frittata e continuate la cottura sull'altro lato. In genere sono 5 minuti per lato ma il vostro occhio è il giudice migliore. 
Servite calda, tiepida, fredda, come volete, e gioite! 
Partecipate, partecipate, partecipate! Il mio contest scade il 30 Settembre. 



lunedì 7 maggio 2012

Il terrore corre sul taxi: Spaghetti al "mio" pesto

I'm scared - Duffy
In tanti anni di viaggi per piacere e per lavoro, non ricordo di essermi trovata mai davanti a situazioni complicate o spiacevoli sorprese, se non vogliamo considerare come tali l'aver perso il bagaglio enne volte, l'aver visto cancellare il proprio volo ed essere stata riprotetta su un aeroporto a 2 ore di distanza da quello previsto, l'aver dovuto attendere oltre 9 ore in un minuscolo terminal la partenza del volo bloccato per una tempesta di ghiaccio, ecc, ecc, ecc,
Beh, tutte queste situazioni fanno parte del vissuto di chi viaggia molto, ma anche di chi viaggia una tantum. Io mi riferisco a situazioni complicate o in cui vi siete spaventate un tot, incontrate nella destinazione prescelta. 
Non ricordo nulla che mi abbia davvero messa in difficoltà o fatta sentire in balia del pericolo come quella corsa in un taxi Parigino nel novembre di un anno fa. Finchè viaggio da sola non me ne importa nulla, ma mia figlia era con me e questo ovviamente cambia tutto.
Ho raccontato più volte che Parigi è la mia città del cuore e che con mio marito dobbiamo tornarci almeno una volta l'anno, foss'anche solo per 3 giorni rubati, così, per devozione! Stessa cosa abbiamo fatto un anno fa ed il week end appena trascorso.
"Uffa piove mamma, dai prendiamo un taxi, noooo, la metro noooo" - 
Mia figlia non ama la metropolitana. In compenso adora il taxi e dopo una giornata di cammino estenuante sotto la pioggia, l'idea di ritornare in Hotel in taxi non dispiace neanche a me. Chiamiamo il nostro taxi che ci raggiunge in un baleno. Saliamo di corsa, sotto la pioggia inclemente, e ci sistemiamo su questa Mercedes bianca, alla cui guida sta un franco-cinese. Mia figlia si mette in mezzo tra me e mio marito ed appoggia i piedi su quella specie di gradino che si rialza tra i sedili posteriori. Il tassista si gira di scatto e le intima con stizza di togliere i piedi da lì. Io invito immediatamente mia figlia a mettersi composta e lei in silenzio ubbidisce. Al che, improvvisamente ho un colpo di tosse violento e mentre cerco di farmelo passare frugando nella borsa in cerca di una qualche caramella, sento il cinesino mormorare qualcosa. Penso che si rivolga a me così alzo lo sguardo e sento che ripete come un mantra " Reste tranquille, reste tranquille, reste tranquille"....Ora, io il francese l'ho studiato ed amato per anni e lo capisco anche molto bene e questo "reste tranquille" non mi piace per nulla. Guardo mio marito con gli occhi più grandi di quelli che già sono al naturale  e senza dire nulla, gli faccio gesto di ascoltare. "Reste tranquille....pas d'agressivité dans la volture....".  Il cinesino continua il suo mantra ipnotico con voce atona e meccanica, ma stavolta aggiunge un elemento che, se un minuto prima mi faceva sentire lievemente inquieta, adesso mi fa entrare nel più totale panico. Comincio a scivolare sempre più in basso nel sedile e con il braccio cingo le spalle di mia figlia tirandola a me. Intanto prego il Signore che non mi faccia tossire perché se il tipo soffre di psicosi da malattia contagiosa, io sono finita! Guardo mio marito che adesso ha una faccia da "vendicatore della notte" e fissa tutti i punti chiave dell'auto pronto ad una fuga estrema. Io sono già lì che penso ai titoli dei giornali "famiglia italiana sterminata da taxi driver impazzito con la sindrome da Sars" e nell'abitacolo piomba il silenzio più assoluto. Sento solo il mio cuore battere come un martello pneumatico! 
"Vous savez messieurs, que le chauffeur de taxi est subjet au stress le plus total"! Il cinese non mormora. Il cinese adesso parla. E dopo un attimo di silenzio, mio marito risponde e parla pure francese, lui che il francese non l'ha mai neanche studiato! Ma lo parla e bofonchia e sbuffa come fanno tutti i francesi da che mondo è mondo e tiene il cinesino sul pezzo conversando allegramente di crisi, di tasse e pensioni e anche della pioggia,("il pluve, il pluve!!!" - già, proprio così) fino a che non arriviamo a destinazione. Alla fine, il nostro Taxi Driver in astinenza da Valium, ci guarda mortificato ripetendo "scusatemi, scusatemi", essendosi accordo chiaramente di aver tolto qualche anno di vita a quella stranita famiglia italiana. 
"Io avevo già un piano: con la sciarpa lo immobilizzo, gli do una golinata con il gomito e gli sbatacchio la testa sul volante. Lui per forza si ferma, tu prendi Alice e usciamo di corsa dalla macchina". Mio marito ed io ci guardiamo: io con qualche capello bianco in più, lui con gli occhi ancora spiritati. Penso che è bello avere un marito in grado di trasformarsi in un super-eroe alla bisogna e comincio a ridere come una pazza. Seguita a ruota da lui. Ridiamo per 10 minuti, ma forse stiamo piangendo, non ci capisco più niente. E Alice in silenzio fino ad allora, che in un fil di voce ci fa: "Basta taxi, eh mamma?"


E voi, mi raccontate qualche vostra disavventura viaggiante finita bene? Spero di non avervi terrorizzate, in genere i tassisti sono persone carine e disponibili quando gli gira bene, ma se potete, non tossite! 
"Maccherone, tu m'hai provocato e io te distruggo, me te magno!" Questa frase è la mia ispirazione, il mio mantra inespresso, e mentre dentro, ogni volta che la sento, rido come una bambina, al momento giusto mi ricorda che gli spaghetti, o "maccheroni" come frequentemente li chiamano al sud, sono la perfetta tela bianca su cui dipingere i nostri gusti ed azzardare gli abbinamenti di sapori più arditi. Evviva dunque gli spaghetti, il nostro simbolo, il nostro passaporto e direi anche il nostro alter ego. Italiani "mangiaspaghetti"? Si, e con orgoglio! 
Potrete trovare questa ricetta anche su "Donne sul Web" per tutta la settimana, con una stupenda collezione dedicata agli spaghetti in mille gusti diversi! 
Ingredienti per 4 persone:
360 gr di spaghetti Garofalo
2 uova 
un ciuffetto di origano fresco
un ciuffetto di basilico
un ciuffetto di maggiorana
2 cucchiai di mandorle sgusciate e tostate
12 olive di Kalamata
8 fiori di cappero di Pantelleria
un cucchiaio di Colatura di Alici di Cetara
4 cucchiai di Olio Extra vergine d'Oliva di Taggiasca 
Sale
Mettete a bollire abbondante acqua salata. Nel frattempo mettete le uova in un pentolino con acqua fredda, portate a ebollizione e fate cuocere 6 minuti. Una volta pronte, sgusciatele e mettetele in un bicchiere da mixer ad immersione insieme alle mandorle, alle erbe aromatiche, ai capperi, la colatura di alici, l'olio extra vergine ed un cucchiaio di acqua di cottura. Frullate bene il tutto, aggiustate di sale e mettete nella ciotola dove scolerete gli spaghetti. Fate cuocere la pasta e nel frattempo denocciolate le olive e tagliatele a striscioline larghe come un petalo. Scolate la pasta e conditela con il pesto d'uovo, aggiungete le olive e mescolate bene aggiungendo un po' d'acqua di cottura se necessario. Servite subito decorando con qualche rametto di origano fresco.  






Con questa ricetta partecipo al contest di Sississima "Te li fai DUSPAGHI"?





lunedì 20 giugno 2011

Spaghetti blues, ovvero il ritorno a casa

Ma che bontà - Mina
Stagione di partenze, fughe, ritiri in luoghi ameni, meritato riposo. 
Stagione di sbandati eserciti di orfani del carboidrato, di disperati ricercatori di trattorie italiane ai margini del deserto del Kalahari, di sperimentatori fallimentari dello street food nella periferia di Calcutta. Gli italiani lo fanno meglio di tutti: il lamento sul cibo è argomento di delirante conversazione dal ritorno dalle vacanze. Nella mia lunga e paziente precedente vita di accompagnatrice di gruppi, ho potuto constatare che tutto ciò che Severgnini racconta  sugli italiani in viaggio nei suoi spassosissimi libri, non solo è vero, ma spesso sottovalutato. Lo sappiamo benissimo noi foodblogger, che spesso decidiamo una destinazione sollevate dall'onda dell'emozione gastronomica. Siamo con tutta probabilità una delle poche "catogorie" di persone che non si spaventa di fronte a sapori misteriosi, piatti dal nome impronunciabile o localini "sordi", sbucati dietro l'angolo più improbabile del paesino più sconosciuto. Noi proviamo tutto ciò che sconfinfera la curiosità del nostro palato e non cataloghiamo i paesi tra "qui si mangia male" e "qui si mangia bene". 

La mia tristezza più grande è sentirmi dire dal cliente che si crede cosmopolita, che in Francia si mangia irrimediabilmente male, che in Inghilterra a parte il fish and chips uno potrebbe morire di fame, che in Grecia ti danno solo formaggio di capra e cipolle, che in Austria e Germania puoi chiedere solamente patate e salsicce, e così via andando verso la fiera dei luoghi comuni. Con questa gente non si combatte. Potete pur star tranquille che coloro che usano questi termini, sono quelli che all'estero vanno a finire nel peggior ristorante italiano nel raggio di 100 km e oltre a non averci capito nulla sul verbo "viaggiare", lasciano la metà del loro budget cercando di mangiare come a casa loro. 
In ogni caso, voglio confessarvi che di ritorno da un lungo viaggio itinerante o dall'intenso week end in qualche capitale, io ho il mio rito di rientro. Per sentirmi nuovamente a casa, mi preparo un bel piatto di spaghetti con semplice olio extra vergine e abbondante parmigiano. Questo piatto mi riconcilia con il mondo ed è il perfetto rientro a casina. 
Qual'è il vostro piatto welcome home? In attesa delle vostre risposte, vi lascio con la ricetta di questi deliziosi Spaghetti con fiori di zucca, zucchine e salmone, all'insegna della leggerezza. 
Ingredienti per 2 persone:
- 4 fiori di zucca
- 4 pomodorini piccadilli
- 1 bella zucchina fiore
- 200 gr di filetto salmone fresco
- 1 acciuga
- 1 spicchio d'aglio
- 190 gr di spaghetti Garofalo nr 9
- Olio extravergine (io ho usato quello ligure di Imperia)
- Qualche fogliolina di basilico
- Sale q.b.
Mettete l'acqua a bollire. Nel frattempo pulite i fiori di zucca eliminando il pistillo e la parte spinosa con un coltellino, quindi lavateli facendo scorrere l'acqua all'interno. Asciugateli con lo scottex e tagliateli a strisce non troppo sottili. Pulite e tagliate la zucchina a nastro con il pelapatate. Buttate i pomodorini per qualche secondo nell'acqua bollente quindi toglieteli ed eliminate la buccia. Tagliateli a metà, svuotateli dei semi e ricavate dei petali. Versate l'olio in una padella saltapasta con lo spicchio d'aglio ed il filetto ci acciuga. Scaldate l'olio e fate sciogliere il filetto, quindi buttate i fiori e la zucchina facendoli saltare ma mantenendoli croccanti. Togliete le verdure dalla padella lasciando il sughetto, quindi buttate il salmone tagliato a tocchetti. Fate cuocere per c.ca 5 minuti e salate. Spegnete quindi aggiungete le verdure ed i petali di pomodoro. Fate cuocere gli spaghetti al dente, quindi scolateli e buttateli nel saltapasta con le verdure. Aggiungete un mestolino di acqua di cottura, fate insaporire bene quindi servite irrorando il tutto con olio extra vergine di Imperia. Bon voyage!


P.S - Vi prego, guardatevi il video che accompagna la meravigliosa canzone di Mina, e ridete ascoltando il nostro monumento nazionale al canto. Non è portentosa?


Con questa ricetta partecipo alla raccolta del Giardino degli Aromi "Zucchine in Fuga"