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lunedì 4 ottobre 2021

Mini tarte alle prugne e frangipane

Continua il trip per la frolla in forma "moderna".
La stagione aiuta perché le prugne o susine, altro frutto versatilissimo, ottimo per dolci e piatti di carne (l'avete mai provata la mia arista alle prugne? ) che ci seguirà fino a novembre inoltrato e che io consiglio a tutti di valorizzare. 
Sono state loro a ispirarmi per queste piccole tarte deliziose. 
La crema frangipane, che cuocendo si trasforma in un soffice e fondente cuscino al profumo intenso di mandorla, si esalta con l'abbinamento a frutti aciduli: lamponi, albicocche, mirtilli rossi. Non stona neanche con pere e cioccolata, ma quella è un'altra storia. 
Insieme alla prugna crea un contrasto favoloso perché l'acidità del frutto è appena accennata e si sviluppa soprattutto in cottura, che è proprio quello che noi vogliamo.
Insomma: croccantezza leggera della frolla, morbidezza della frangipane, dolcezza, acidità...che vi devo dire, me ne sono innamorata. 
In più si conservano in maniera spettacolare per 3/4 giorni dando il loro meglio proprio dal giorno dopo in poi. 
Se volete omettere la decorazione con le prugne fresche, potrete farlo e servirle così come escono dal forno. A me le fettine di prugna sono piaciute molto perché danno proprio un tocco di freschezza ed umidità in più al dolce. Ma voi siete liberi di crearle a vostro piacimento. 
Allora buon lavoro e buona settimana. 

La bellissima alzata che vedete in foto, mi è stata donata dagli artigiani del vetro borosilcato Blue Side di Perugia. Andate a vedere i capolavori che riescono a realizzare con questo materiale di una leggerezza aerea. 
Come per la ricetta delle tartelette di cui vi ho messo il link sotto, la quantità della frolla vi avanzerà esattamente per la metà. Potrete quindi utilizzarla per altre preparazioni, dai biscotti ad altre tortine utilizzando la vostra fantasia. 
Potrete anche surgelarla per 3 mesi ed utilizzarla quando avrete bisogno. 
Ingredienti per 6 tarte 
 
Per la frolla seguite la ricetta nel post delle tartelette al limone e more 

Per la frangipane 
40 g di burro a pomata
30 g di zucchero a velo 
1 uovo medio 
1 pizzico di sale 
40 g di farina di mandorle 

Per la rifinitura
200 g di confettura di prugne 
6/8 prugne rosse o sangue di drago 
Granella di pistacchi 
  • Preparate la frolla come indicato nella ricetta delle tartelette al limone e more fino alla formatura dei gusci, senza cuocere. Quando avrete realizzato i gusci, metteteli in frigo insieme alla teglia, mentre preparate la frangipane. 
  • Sbattete il burro morbido con lo zucchero a velo fino ad ottenere una crema leggera e chiara. Aggiungete l'uovo e mescolate bene fino ad incorporarlo completamente. Aggiungete la farina di mandorle ed il sale ed incorporate perfettamente. Versate la crema in un sac a poche con bocchetta liscia da 1 cm e mettetelo in frigo mentre fate scaldare il forno a 160°  
  • Togliete le tartelette dal frigo. Ricoprite il fondo con uno strato di 3 mm di confettura di prugne.  Distribuite la frangipane formando un nastro a spirale sopra la confettura coprendola completamente. 
  • Tagliate le prugne a metà e poi a fettine sottili. Mettete 3 o 4 fettine di prugna affondandole delicatamente nella frangipane quindi mettete in forno e cuocete per c.ca 30 minuti, fino a quando la crema non sarà ben gonfia e dorata ed il guscio ben cotto.  Togliete dal forno e fate raffreddare quindi liberate le tarte dal loro anello. 
  • Quando saranno ben fredde procedete alla finitura: passate uno strato sottile di confettura di prugne sulla superficie. Disponete le fettine di prugna in maniera elegante e cospargete al centro un pizzico di granella di pistacchio. 
  • Potete conservare le tarte senza la finitura di prugne fresche, dentro una scatola ermetica per 3/4 giorni. Miglioreranno col tempo. 


mercoledì 19 settembre 2018

Apricot tarte per Starbooks

Dream a little dream of me - Ella Fitzgerald & Louis Armstrong
Il libro Starbooks di questo settembre è "How to Eat a Peach"della bravissima food writer Diana Henry.
Un libro di cucina sui generis in quanto è suddiviso per menù ma soprattutto perché ogni menù racconta una parte di vita dell'autrice, trascorsa viaggiando alla ricerca di sapori da ricordare e riproporre, con grande capacità evocativa tanto che si legge quasi come un romanzo.
Per la prima volta, dopo quasi 8 anni di esperienza Starbooks, sto sfogliando questa meraviglia più con il desiderio di immergermi nelle avventure sensoriali dell'autrice che affascinata dalle ricette, che comunque restano di grandissima maestria.
Come questa tarte alle albicocche, che purtroppo ho realizzato il luglio e che dovrete attendere fino al prossimo anno per assaggiarla.
Ma non perdetevi assolutamente How to Eat a Peach, libro davvero incantevole.
Per saperne di più, seguitemi ovviamente su Starbooks.




giovedì 31 maggio 2018

Bakewell tart pralinata fragole e lamponi: gli alieni nel telefono.

Loving the Alien - David Bowie
Ci siamo.
Pochi giorni e la scuola sarà finita. Di nuovo. Finalmente.
Chi non è genitore di figlio adolescente non può capire.
Specialmente chi non è padre o madre di figlio adolescente restio alla prova da sforzo per studio, non potrà capire che cosa passa un genitore mediamente responsabile.
Si, perché se veramente tieni a tuo figlio, le fai nere pur di dargli una mano a superare certi scogli, anche quando quegli scogli se li è creati da solo nelle lunghe ore di ozio lobotomico su un display di cellulare.
Purtroppo io rientro in quella fascia di fortunati genitori che si ritrovano una dinoccolata zombie in giro per casa governata da un attrezzo attaccato al palmo della sua mano.
Non racconto nulla di nuovo, lo so, lo so amici che ci state passando anche voi.
E che non trovate soluzione. Siete disperati.
Ho ritrovato mia figlia in due momenti che chiamerei "di epifania".
Il primo, quando le si è rotto il telefono e non le è arrivato prima di una settimana.
In quei giorni di attesa, ho rivisto il suo sguardo vigile, attento, vivace; ho sentito la sua voce senza interruzione partecipare attivamente a tutte le conversazioni, fare domande, lanciarsi in battute folgoranti.
Ho ritrovato il suo sorriso, la sua noiosa insistenza nel farmi notare le mie mancanze.
Insomma, era lei, la vera lei, esorcizzata al 100%.
La secondo volta, l'estate scorsa in vacanza. Le è caduto il telefono in mare. Disperazione e giubilo!
Immediatamente i fili che la tenevano prigioniera si sono spezzati. Gli esseri alieni che la dominavano, l'hanno abbandonata e per quasi 10 giorni, l'abbiamo avuta con noi.
Nuovamente vivace, allegra, spiritosa, partecipativa.
Non esiste soluzione a questa addiction se non far sparire l'elemento chiave, ma l'azione estrema quasi mai funziona.
Conseguenza vuole che questo ultimo mese di scuola si sia rivelato una corsa al recupero disperato di materie a limite della sufficienza, ritrovandoci, suo padre ed io, nuovamente a studiare con il panico da interrogazione (nostro, non suo evidentemente).
Provate voi cosa significa dover ancora fronteggiare Lutero, Calvino, controriforme, illuminismo francese, Shakespeare and co, le leggi di Mendel e il bizantino ravennate.
Neanche ai miei tempi mi si torceva così lo stomaco dalla tensione.
Non voglio pensare al suo esame di maturità.
Consigli per l'adozione di un menefreghismo coatto nei confronti della creatura?
Se ci riuscite o ci siete riusciti, per favore, ditemi come! 
Lo confesso: ho una piccola grande passione per la frangipane.
Adoro il contrasto di consistenze che si crea tra un guscio croccante di frolla ed il suo ripieno morbido, spugnoso, dall'intenso aroma mandorlato.
Ne adoro la decadente dolcezza sposata all'acidità della frutta fresca, in particolare alle albicocche ed i frutti rossi.
Naturalmente non l'ho scoperta qui, ma durante i miei primi viaggi in Francia, e da allora la passione è decisamente aumentata.
In questo blog ci sono svariate proposte che potrete cercare per capire di cosa sto parlando.
Oggi, ho voluto celebrare un classico dolce britannico tratto dal libro Jamie's Great Britain, dell'imprescindibile Jamie Oliver, con una mia piccola divagazione che nulla toglie alla bontà della Bakewell, tradizionalmente preparata con sola composta di lamponi e frangipane classica (sole mandorle).
La presenza di nocciole e noci, regala un carattere "pralinato" assolutamente irresistibile

Ingredienti per una torta 24/26 cm di diametro

Per il guscio
250 g di farina 00 + extra per spolverare
50 g di zucchero a velo setacciato
125 g di burro freddo tagliato a dadini
la scorza di un un limone non tratato
1 uovo grande da allevamento a terra sbattuto
1 goccio di latte

Per la composta di fragole e lamponi
150 g di lamponi + una manciata per decorare
250 g di fragole
50 g di zucchero a velo
il succo di 1 limone

Per la frangipane pralinata
100 g di nocciole tostate
100 g di noci sgusciate e tostate
250 g di burro a temperatura ambiente
150 g di zucchero di canna
1 limone non trattato
1 arancia non trattata
3 uova grandi a temperatura ambiente da allevamento a terra
60 g di farina 00

  • Setaccia la farina e metà dello zucchero a velo in un'ampia ciotola. Aggiungi il burro e sabbia con la punta delle dita fino ad ottenere un composto bricioloso. Aggiungi la scorza del limone, l'uovo sbattuto e il goccio di latte quindi impasta velocemente in fino a che l'impasto non starà insieme e forma una palla che schiaccerai un po' e coprirai con la pellicola.
  • Fai riposare l'impasto in frigo per 30 minuti.
  • Una volta pronta, stendila su una superficie infarinata ad uno spessore di 5 mm e fodera una tortiera per crostata con fondo amovibile, precedentemente imburrata e con la base coperta da carta da forno. 
  • Buca il fondo con i rebbi di una forchetta, quindi coprilo con un foglio di alluminio su cui verserai dei ceci su tutta la superficie. Metti in frigo per altri 30 minuti. 
  • Scalda il forno a 180° e cuoci il guscio per 12 minuti. Passato questo tempo, togli l'alluminio ed i ceci e rimetti in forno per altri 5 minuti. Passato questo tempo, togli la torta e lasciala raffreddare mentre prepari il ripieno.
  • Pulisci le fragole lavandole con cura e privandole del picciolo, quindi riducendole a metà. Sciacqua delicatamente i lamponi. Metti la frutta in una casseruola dal fondo spesso, aggiungi il limone e lo zucchero e fai cuocere a fiamma dolce fino a che la frutta non tenderà a disfarsi ed a creare una confettura morbida e sugosa. Versala in una ciotola e lascia intiepidire. 
  • Adesso prepara la frangipane: frulla le nocciole e le noci in un mixer con funzione pulse, in modo da ottenere una farina sottile. Aggiungi la farina 00 alla farina di noci e miscela bene. 
  • Metti il burro e lo zucchero nella ciotola della planetaria e monta fino a che non sia bianco, gonfio e spumoso. Aggiungi la scorza grattugiata degli agrumi ed un uovo alla volta, aggiungendo il successivo solo quando il precedente non sarà ben incorporato. 
  • Adesso aggiungi il mix di farina e noci e continua ad impastare per incorporare bene. Metti da parte. 
  • Distribuisci la composta di fragole e lampone sulla base della torta.
  • Metti la frangipane in un sac a poche e taglialo in punta formando una bocca da 1,5 cm. Con delicatezza, stendi a spirale la frangipane sulla composta fino a coprire l'intera farcitura quindi distribuisci i lamponi rimasti nella crema come preferisci. 
  • Cuoci nel forno sempre a 180° per almeno 45/50 minuti, fino a quando la frangipane non sarà bella gonfia, stabile e dorata.  Una volta pronta, lasciala raffreddare nello stampo per una ventina di minuti quindi sformala con delicatezza e falla raffreddare completamente su una griglia. 
  • A me è avanzata della frangipane che ho congelato per la prossima preparazione. La torta si conserva per 3/4 giorni e migliora nel tempo. 

lunedì 12 giugno 2017

Crostata frangipane alle albicocche con frolla di nocciole e gli inutili segni del destino.

Sweet Louise - Ironhorse
Non ho inventato niente.
Che l'albicocca sia meravigliosa sposata alla mandorla, è un dato di fatto.
Che mi piacciano le mandorle è risaputo.
Che adori le albicocche, pure.
Che la frolla sia una delle mie basi del cuore è abbastanza chiaro in questo blog.
Che abbia atteso una vita prima di postare questa ricetta no, non lo sa nessuno.
Perché fatta, rifatta e spesso portata a casa da amici e parenti e mai fotografata, la mia frangipane alle albicocche è rimasta un dolce da occasione destinato a restare nel privato di convivi mai raccontati.
Una volta mi ci sono messa d'impegno e l'ho preparata apposta ma la mia demenza ha voluto che mi intestardissi a riempire il guscio con troppa frangipane che, una volta in cottura, ha tracimato come l'Arno in piena, bruciandosi sulla piastra del forno.
Un'altra volta mi si è rotta mentre la toglievo dallo stampo.
Ho preso questi fatti come "avvertimenti", visto che non mi era mai successo prima.
Così mi sono convinta che non dovevo postarla, tanto non mi sarebbe venuta come si deve.
Però poi sono arrivate loro, le albicocche.
In un bel cestino carico, ammiccanti come solo loro sanno essere quando ci si mettono.
Ho fatto finta di niente: preparo una crostata per la domenica.
E mentre preparavo le basi, lavoravo anche sul resto del pranzo, distraendo il destino.
Alla fine la mia crostata si è palesata, in tutta la sua bontà, senza capricci di sorta, pronta per essere gustata.
Certi "avvertimenti" sono solo il segno della nostra sbadataggine.
E' cominciata la stagione delle albicocche.
Ho già visto in giro coraggiosi preparare chili e chili di confettura.
Le mie, quelle dell'albero di mamma, sono ancora verdi verdenti e forse saranno pronte a luglio.
Aspettiamo, sennò ho sempre i miei omini di fiducia per albicocche km 0.
Così, per celebrare la loro Giornata Nazionale per il Calendario del Cibo Italiano, ho deciso che avrei preparato la mia frangipane.
Certi frutti hanno vita breve, se possiamo, godiamoceli adesso.
E poi le albicocche sono ricche di vitamina A e fanno bene alla pelle: altrimenti perché il modo di dire "pelle d'albicocca"?
Se cercate altre ricette con questo meraviglioso frutto vi consiglio anche La torta di Nocciole e Albicocche davvero golosissima.
Ingredienti per uno stampo da 10 x 26 con fondo amovibile

Per la frolla
150 g di farina 00
50 g di farina di nocciole
90 g di burro
80 g di zucchero
1 uovo medio
scorza grattugiata di limone
1 pizzico di sale

Per la crema frangipane 
90 g di burro morbido
90 g di zucchero
90 g di farina di mandorle
1 uovo grande.
20 g di farina 00
6 piccole albicocche non troppo mature
80 g di confettura di albicocche (io la mia)
20 g di mandorle in lamelle

  •  Preparate la frolla: miscelate le due farine ed il sale. Aggiungete la scorza di limone. Sabbiate il composto aggiungendo il burro ben freddo a tocchetti e riducendolo in briciole con la punta delle dita pizzicandolo a contatto con la farina. Cercate di effettuare questa operazione velocemente senza scaldare il burro. Incorporate lo zucchero quindi aggiungete l'uovo e mescolate con una forchetta quindi quando sarà ben distribuito, impastate velocemente per ridurre il tutto ad una palla. 
  • Schiacciatela ed avvolgetela nella pellicola lasciandola in frigo mentre preparate il resto.
  • Lavate bene le albicocche ed asciugatatele. Dividetele a metà privandole del nocciolo, quindi dividete ogni metà in due parti.
  • Montate il burro morbido con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e gonfio e lo zucchero sia ben sciolto. 
  • Sbattete l'uovo che dovrà avere la stessa temperatura del burro, quindi mentre il composto monta, aggiungetelo a filo molto lentamente. 
  • Quando l'uovo sarà ben incorporato, aggiungete la farina di mandorle con una spatola di silicone mescolando delicatamente. 
  • Stendete la frolla sulla spianatoia allo spessore di 3/4 mm e foderatevi la teglia imburrata, bucando il fondo con i rebbi di una forchetta.
  • Con un cucchiaio distribuite uniformemente la confettura di albicocca in uno strato sottile. 
  • Sopra l'albicocca, spalmate con delicatezza la crema frangipane in modo che arrivi appena sotto il bordo della frolla.
  • Decorate la superficie con le albicocche a spicchi schiacciandole leggermente dentro la crema e rifinendo il tutto con le lamelle di mandorle
  • Fate cuocere il forno pre riscaldato a 180° per 35/40 minuti, fino a che la superficie non sarà bella gonfia e dorata. 
  • Fate raffreddare bene prima di sformare.
  • Lucidate le albicocche con un filo di confettura di albicocche appena scaldata e servite. Buonissima appena fatta, il giorno è meravigliosa. 


venerdì 27 aprile 2012

MTC MANIA: Frangipane con frolla al cacao amaro, crema di marroni al Brandy e pere alla vaniglia

The dark side of the moon - Pink Floyd live
Il mio primo MTC è stato quello degli Gnocchi al Semolino, lanciato dalla Stefania Araba Felice, vincitrice di quell'edizione. 
Non ricordo perché decisi di partecipare. Probabilmente ero curiosa e da piccola blogger di appena 3 mesi, decisi di mettermi alla prova. Naturalmente la ricetta che proposi fu una delle più brutte che la storia ricordi, e su questo stenderei un velo pietoso. 
Fatto sta che però successe: sentii il brivido. Tutto quello che non avevo capito in principio dell'MTC, dopo l'esordio mi fu immediatamente chiaro: quel gioco era una figata spaziale! 
Nessun premio, se non l'onore grandioso di poter scegliere la prossima sfida; nessun limite alla fantasia se non quello di rispettare le poche regole dettate dai giudici; nessuna vergogna di fronte alla meraviglia delle ricette altrui, da cui potevo tranquillamente imparare e stupefarmi. 
Ogni edizione successiva a cui ho partecipato è stata una ganzata pazzesca (scusate se mi lascio andare all'emozione), a partire dai Risi e Bisi: da quel momento decisi che avrei giocato senza ragionare troppo ma lasciandomi trasportare dall'istinto, dall'idea balenga arrivata nel dormiveglia o nella pace del primo mattino. Mi sono sempre divertita tantissimo: i Kaki Age (Kaki Ke?), il Soufflé Glacé, la pirotecnica Macedonia, Il paté. Ma nel cuore devo confessare che porto ancora le sfide sul Baccalà alla Livornese, I profiteroles e le Tagliatelle. Nonché le mitiche crepes di Giuseppina che hanno superato ogni record. 
Che l'MTC sia diventato un qualcosa che travalica la pura sfida, lo dimostra quello che accade dietro le quinte, dove un manipolo di pazze (scusate ma non riesco a trovare altra definizione) si incontra in gruppo su FB per confidarsi che ad oggi c'è chi e' arrivato a sfornare 7/8 Frangipane con cui ha nutrito non solo la famiglia ma tutto il condominio, che si entusiasma per l'ennesima meraviglia presentata dalla vicina di blog, che fa la ola quando in scena arriva la Francy Pane, signorina di dubbia provenienza che ha scatenato in rete risate ed ipotesi su un'identità fantascientifica ma ad oggi ancora sconosciuta. L'MTC sta diventando un caso di isteria collettiva benigna, con un improvviso ed imprevisto aumento dei partecipanti che rimpolpa e rinvigorisce l'MTC stesso e con una nuova sfida nella sfida: battere il record delle ricette pubblicate la volta precedente. Sfida che con la Frangipane vedrà saltare tutti i record. Ci potete credere Signore dell'MTC. E con questa son Frangi vostri! 
Per la mia seconda partecipazione alla sfida sulla Frangipane, pubblico oggi la mia prima preparazione. Questa è stata la mia prima idea, nata dalle informazioni che avevo sulla Frangipane scoperta anni fa in Francia in un dolce che non ho mai dimenticato: la tarte poire Bourdaloue. Dentro un guscio di friabilissima frolla, erano racchiuse delle pere aromatizzate con vaniglia e cognac (o Rum, non ricordo bene) e ricoperte di Frangipane. Questo dolce parte da lì, da quel ricordo, ma ovviamente non potevo pretendere di avere lo stesso risultato, per cui ho deliberatamente deciso di modificare questo ricordo inserendo alcuni elementi che amo, come la crema di marroni, preparata in casa con i marroni dell'Amiata raccolti questo autunno, un goccio di Brandy, e succose pere alla vaniglia da vestire con la Frangipane. La caratteristica più entusiasmante di questo dolce, è la frolla quasi amara. Non c'è zucchero se non 2 cucchiai scarsi, ed il cacao olandese fa il resto. L'assaggio della sola frolla è assolutamente amaro ma il boccone con pere e crema di marroni è davvero splendido e crea un equilibrio praticamente perfetto. 
Frolla al cacao amaro per uno stampo da pie di 22 cm. 
150 gr di farina bianca
50 gr di cacao amaro olandese
2 cucchiai di zucchero semolato
70 gr di burro
1 uovo grosso
sale
Pere alla vaniglia
2 pere William
1 bacca di vaniglia
250 ml d'acqua
100 gr di zucchero semolato
Per la finitura
250 gr di composta di marroni
50 gr di panna fresca
2 cucchiai di Brandy

100 gr di burro
100 gr di zucchero
100 gr di farina di mandorle
1 uovo intero
30 gr di maizena o fecola di patate
Setacciate la farina con il cacao ed il sale. Aggiungete lo zucchero. Unite il burro a pezzetti sabbiandolo con la punta delle dita quindi amalgamare l'uovo leggermente sbattuto e formate una palla che terrete in frigo avvolta nella pellicola non meno di un'ora.
Preparate le pere. Sbucciatele, tagliatele a metà e privatele del torsolo. Mettetele in acqua con lo zucchero e la bacca di vaniglia incisa lungo la metà e fate cuocere per c.ca 20 minuti, fino a che le pere non saranno morbide ma ancora al dente. Toglietele dal fuoco, fatele sgocciolare e raffreddare. 
Preparate la crema di marroni. Scaldate la panna senza farla bollire e versatela sulla in una ciotola con la crema di marroni ed il brandy. Mescolate bene fino ad ottenere un composto morbido. 
Stendete la frolla e foderateci uno stampo da pie di 22 cm, bucherellate il fondo e spalmateci la crema di marroni in uno strato di 5 mm. Tagliate le pere a fette non troppo sottili e distribuitele a raggiera sulla crema di marroni.
Preparate la frangipane come trovate qui, e mettetela in un sac a poche. Coprite completamente le pere con la frangipane distribuendola a cerchi concentrici dall'esterno verso il centro. Decorate il bordo ed i centro della torta con foglioline ricavate dalla rimanente frolla al cacao. 
Mettete in forno a 180° per 45/50 minuti, e comunque fino a quando la frangipane sarà ben gonfia e dorata. 


Con questa ricetta partecipo all'MTC di Aprile con la Frangipane di Ambra









venerdì 20 aprile 2012

Giocando con la tradizione: Budino di riso alla senese, con amarene, frangipane e riso caramellato

YOU DON'T KNOW ME - Ray Charles - Diana Krall
Il tempo non aiuta l'ispirazione. La pioggia che batte sui vetri mi stimola pensieri di caminetti accesi, coperte sul divano, profumo di cannella e coccole. Coccole calde però. 
Ho sempre apertamente dichiarato il mio amore per i dolci di casa, le crostate con la marmellata, i dolci a base di mandorla o di mele, quelle torte che sanno di antico e familiare, che riempiono ogni stanza con il loro confortante aroma che comincia a sprigionarsi dal forno una decina di minuti prima di arrivare a cottura. 
Il brutto tempo non chiama cheesecakes, né torte cremose con frutta fresca, né semifreddi e bavaresi tremanti, né panne cotte e macedonie che devi togliere dal frigo per gustarle....brrrr...non ci penso nemmeno. Guarda, se proprio mi parte l'embolo, mi faccio anche una cioccolata calda, che mi frega? Fuori è così orribile e sono in casa sola, non ho niente da fare se non mettere a soqquadro la cucina e riscaldarmi al tepore del forno. E poi c'è Ambra che butta lì quella sfida così intrigante, una torta con un nome così bello che accarezza la fantasia: Frangipane. E' un nome melodioso, ha un che di musicale (ops, ritorno sempre lì), è affascinante se si visualizzano le parole che lo compongono "frangi-pane", ti immagini frangere, sbriciolare qualcosa di friabile come il pane. Lo so non ha niente a che vedere con il nome stesso che è il cognome del suo inventore, ma certi voli pindarici mi piacciono ugualmente e quando sento pronunciare Frangipane, la mia mente vola immediatamente a qualcosa di friabile, accogliente, profumato come può essere il pane appena sfornato. 
Che c'azzecca? Niente, però la mia prima Frangipane per l'MTC di aprile è una torta timida, modesta, schiva e basica come spesso è il pane, ed estremamente casalinga. Un dolce che parte dalla tradizione della mia città, dove in qualsiasi pasticceria che si rispetti, puoi trovare dei piccoli budini di riso spolverati di zucchero da mangiare a colazione ma non solo, e che, credetemi, sono una vera poesia. Involucro di frolla delicata riempito di riso cotto a lungo nel latte con un lieve sentore di limone. Improvvisamente ho voglia di budino di riso: lo voglio sposare alla frangipane e ad una confettura di amarene intere, fatta in casa, asprigna e vivace per risvegliare il riso, lì nascosto, timido e silenzioso. 
Budino di riso all'arancia, con amarene, frangipane e riso caramellato
Per uno stampo da 20 cm a bordi alti. 
Pasta sablée di Michel Roux
250 gr di farina 00
200 gr di burro, leggermente ammorbidito
100 gr di zucchero a velo setacciato
un pizzico di sale
2 tuorli
Versate la farina a fontana sul piano di lavoro. Mettete al centro il burro, lo zucchero a velo ed il sale e lavorateli con la punta delle dita, poi aggiungete i tuorli e incorporateli delicatamente, sempre con la punta delle dita. Pian piano unite la farina al composto nella fontana, lavorando delicatamente, sempre con la punta delle dita. 
Spingetelo lontano da voi con il palmo della mano, lavorando di polso per 3 o 4 volte finchè è liscio. Formate una palla, avvolgetela nella pellicola e mettete in frigo fino al momento dell'uso. 
Per il budino di riso (La ricetta di Juls) -
1/2 litro di latte
150 gr di riso originario
1 uovo medio
la scorza intera di una arancia non trattata (mia variazione)
3 cucchiai di zucchero di canna integrale
1 cucchiaino di essenza naturale di vaniglia
1 cucchiaino di lievito 
Mentre la pasta frolla riposa, versa il latte in una casseruola con fondo spesso e portalo a ebollizione con la buccia di arancia ottenuta con il pelapatate e l'essenza di vaniglia. Quando il latte inizia a sobbollire, versa il riso, mescola bene e portalo a cottura, ricordandoti di mescolare spesso affinché non si attacchi a al fondo. Dovrà essere morbido ed avere assorbito la maggior parte del latte (c.ca 20 minuti). Una volta cotto, spegni il fuoco ed aggiungi 1 cucchiaio e mezzo di zucchero e mescola bene. Lascia raffreddare.
Una volta freddo, elimina la buccia di arancia, aggiungi il tuorlo, il lievito ed il resto dello zucchero e amalgama bene. 
Monta l'albume a neve ferma ed incorporalo delicatamente all'impasto. 
Per il ripieno:
150 gr di confettura di amarene (io, fatta in casa con amarene intere)
2 cucchiaiate di riso caramellato (io, Caniparoli di Lucca)
Per la frangipane di Ambra
100 gr di burro
100 gr di zucchero
100 gr di farina di mandorle
1 uovo intero
30 gr di maizena o fecola di patate
Preparate la sabléé come indicato in ricetta e fatela riposare in frigo il più possibile, non meno di un'ora. Intanto preparate il budino di riso come indicato sopra. Fatelo raffreddare. 
Stendete la frolla con cura ad uno spessore di 5 mm e foderateci uno stampo di 20 cm. di diametro con i bordi abbastanza alti. Fate in modo di foderare i bordi lasciando un cm alla cima perché la frangipane tende a gonfiare ed il composto potrebbe colare. Bucate il fondo con i rebbi di una forchetta e versateci la composta di amarene che avrete ammorbidito con un paio di cucchiai di acqua tiepida. Stendete bene, non più di un cm. 
Successivamente, versate il budino di riso sulle amarene. Dovrete aiutarvi con un cucchiaio perché il composto non sarà molto liquido quindi cercate di livellarlo delicatamente.
Preparate la Frangipane e mettetela in un sac a poche. Coprite completamente il budino di riso facendo cerchi concentrici partendo dall'esterno fino all'interno. Una volta coperto il tutto, cospargete la superficie con il riso caramellato e mettete in forno a 170° per almeno 45 minuti, o comunque fino a quando la superficie sarà dorata e la frangipane bella gonfia. 
Lasciate raffreddare e servite. 


Non devo dirvi che il riso caramellato diventa croccante e ti sorprende all'assaggio, gioca con le consistenze morbide e cremose del budino di riso e con la delicata friabilità della sablée. La confettura di amarene è l'elemento che risveglia l'insieme con il suo tono asprigno e fresco e l'aroma di arancia nel budino amoreggia con le mandorle della frangipane. Questo è un dolce che ho molto amato e che rifarò sicuramente. 


Con il budino di riso e frangipane lascio il mio contributo all'MTC di aprile


Ed anche al bellissimo contest di Ely in collaborazione con Fisser